Sui ribassisti / catastrofisti e la situazione attuale

l'italia è una terra stile Florida - panarea  

  By: panarea on Lunedì 05 Maggio 2003 11:52

Dott Zb, L'europa, specilamente l'italia, è una terra stile Florida, dove famiglie dal tasso di natalità pari a zero fanno pochi figli trattati però come piccoli principi e si godono la ricchezza accumulata prima delle leggi sulle tasse del 1973 (legge Visentin) così i nuovo ricchi del boom economico si sono alleati con la vecchia aristocrazia bizantina fatta di avvocati, notai e dottori che controllano e blindano le loro privilegiate professioni (non solo nella sua università ma nella mia i ricercatori e chi fa carriera era figlio/amante/parente dei vecchi prof come se l'insieme fosse una specie di merceria di famiglia). Il meccanismo non sarà certo iperproduttivo o meritocratico però ha una logica nella ricerca del singolo, personale "pursuit of happiness": xchè rischiare, rimaniamo in famiglia fino a 60 anni (come nel medioevo il figlio promogenito rimane nella magione e l'amministra fino alla vecchiaia dove la lascerà al proprio primogenito. con 1 figlio a coppia il meccanismo è però + semplice), facendo 1 figlio forse a coppia cercando di lavorare all'ASL perchè cosi' prendo i venerdì di ferie e mi faccio 1 bel weekend al mare. Altro che giocarsi tutto in avventure spericolate. Quindi, in Italia, i soldi in borsa vanno messi con cautela: la Consob è 1 specie di Onlus (legga le critiche sui giornali, oggi su economia del corriere), il rendimento del mercato milanese è stato da 1945 ad oggi minore dei BOT (premio sul rischio negativo!!!), i fondi comuni che investono in italia dalla loro nascita (1984?) hanno preso la ricchezza dei gonzi se la sono tenuta un po' x loro e il resto l'hanno sputtanata (legga l'ultimo rapporto Mediobanca sulla famosa industria italiana del risparmio gestito - nonchè la struttura delle commissioni di Mediolanum, da patto leonino, che permette a Doris di fare soldi a palate nonostante la sua scuderia sia un mezzo ronzino come rendimenti). La borsa come è oggi l'hanno inventata gli americani, la pizza e gli spaghetti gli italiani. Pertanto la borsa è + efficiente a NY e la pizza più buona a Napoli.

 

  By: GZ on Lunedì 05 Maggio 2003 03:19

Caro gianlini, credo di avere scritto qualche cosa di negativo a riguardo malinterpretando un suo post tempo fa e scusandomene ora, dato che è domenica sera e si può spendere qualche attimo su qualche cosa di generale le segnalo sul tema sulla ^National Review on line#www.nationalreview.com^ questo di Victor Davis Hanson: "^Geriatric Teenagers: The Paris-Berlin-Moscow axis needs some tough love" #/www.nationalreview.com/hanson/hanson050203.asp^ (se questi link non funzionano è perchè occorre iscriversi gratis) Noi europei siamo abituati a giudicare tutti, magari ammettiamo di non essere più così innovativi o così laboriosi o così decisi, ma ci sentiamo culturalmente superiori, più morali di chiunque altro e soprattutto pensiamo di sapere come si fa a vivere bene meglio di tutti ("gli Spaghetti ! la Pace! la Costiera Amalfitana o la Costa Azzurra! l'arte del compromesso e del Vivi e Lascia Vivere! il Passeggio al Sabato in centro! la scuola e la sanità pubblica! stare- a-casa-della-mamma-fino-dopo-la-laurea... " ) Io ad esempio non ne sono tanto sicuro dopo che ho vissuto in california. Davis Hanson è uno storico dell'antichità classica greca e romana e della storia militare in genere che leggevo anni fa (ad es. ^"Massacri e Culture, "#www.amazon.com/exec/obidos/ASIN/0385720386/qid=1052090324/sr=2-2/ref=sr_2_2/104-6223621-1913560^ tradotto in italiano). Ho scoperto che ora è molto ascoltato nell'amministrazione americana, che tiene seminari di storia per Dick Cheney, che ha fatto il natale con la famiglia Bush... Comunque, anche per chi trovi assurdo questo punto di vista sull'europa può essere interessante leggerlo perchè è il modo di pensare americano anzi "americano-mid-west" sull'europa ed è quello che prevale ora a washington.

 

  By: gianlini on Lunedì 05 Maggio 2003 01:18

Abito ora vicino alla Stazione CEntrale, a Milano ho appena assistito a due incidenti quasi contemporanei all'incrocio sotto casa, fra da una parte un marocchino (accompagnato da una russa o ucraina) e un indiano (colpa di quest'ultimo) e un altro nordafricano e un senegalese dall'altra (colpa del primo), con relativo successiva discussione ecc.ecc... potrei proseguire con le mie riflessioni a latere dell'episodio e della situazione che vedo qui vicino, ma poi sarei cattivo e mi attirerei le grida di "al razzista al razzista" degli amici "progressisti" mi limito quindi a farvi intuire il tutto e a comprendere ancor meglio il punto di vista di Dujin

Lettura per il Weekend - gz  

  By: GZ on Domenica 04 Maggio 2003 23:42

Intervistano su Barron's Jacob Van Duijn il gestore del maggiore fondo globale basato in Europa, il Robeco Fund, in Olanda con 6.4 miliardi di dollari in gestione. Noto tre cose (oltre al fatto che parla bene di ING e STM su cui sono pure favorevole): i) Jacob Van Duijn ha reso del 1995 a oggi con il Robeco Fund il +78% nonostante il crollo degli ultimi tre anni (il che dimostrerebbe che nel lungo periodo stare investiti in borsa ha pagato finora....) ii) Van Duijn crede in una ripresa economica modesta, compra l'america a preferenza dell'europa, ANCHE SE PENSA CHE IL DOLLARO PERDA ancora. E quindi lo vende short come protezione. Dato che è un tizio che gestisce più soldi di altri in europa e il motivo è che ha guadagnato negli ultimi 8 anni un +78% nonostante tutto prendiamone nota. Il fatto che pensi che il dollaro scenda non gli impedisce di comprare ora di preferenza azioni americane. iii) compra azioni americane di preferenza perchè pensa che in europa (e in giappone) in generale prevalga un atteggiamento per cui "ci si accontenta", si bada a difendere quello che si ha già e non si punta ad accrescerlo. Secondo Van Duijn in Giapppone e in Germania si vede tanta gente ben vestita e tranquilla che cerca di spendere e invecchiare (anche in senso del tasso demografico), privilegiando la sicurezza sulla crescita (e il rischio). Per gli investimenti però sono meglio invece zone dove prevale un atteggiamento più dinamico, come l'asia (ex-giappone) e l'america. Mi piace questa descrizione dell'Europa: "....The mood has changed, and people are probably less willing to accommodate others. In Europe, there's wealth, demand and purchasing power, but Europe as a location for production? No. I guess we are going to be sort of a big Florida with a lot of consumers, friendly people, gray hair and big spenders... "... (germania) ... the strength of the unions is a hampering factor. In Germany, there is a strong desire to maintain what has been accomplished, rather than give up some of it for better performance later. There's a low labor force growth rate. And the German population will be the first one, after Japan, to actually decrease because of its demographics. The Germans would rather protect their wealth than go out and get more. If that's what the collective desire is, so be it. But for us investors it's probably time to move someplace else..." --------------------------------------------- Robeco Fund's Van Duijn runs marathons and a fund with long-term returns of 78.7% By VITO RACANELLI AN INTERVIEW WITH JACOB VAN DUIJN -- To win, investors, like marathon runners, have to go the distance and overcome disappointment, says Jacob Van Duijn. He ought to know. Van Duijn runs the Robeco Fund, the oldest mutual fund in the Netherlands and, with €5.7 billion ($6.40 billion) in assets, the largest global fund in Europe. He also runs in marathons; he took part in Rotterdam's last month and finds time to be chief investment officer of Robeco, an asset-management firm which oversees €100 billion in investments. Like other growth-fund managers, he hit the wall in two of the past three years. Yet his long-term record is none too shabby. Through the end of 2002, the fund had returned 78.7% since he took its helm in the second half of 1995. That showing easily outpaced the 58.5% turned in by the benchmark MSCI World Index. We asked this veteran investor, who's the author of The Long Wave in Economic Life, one of the best-known books on economic cycles, for a European view of the global investment environment. The upshot: The grass is greener in the United States. He's warmed up to American health-care and technology stocks and is selling bank shares. Barron's: What's your view of the global economy this year and next? Duijn: We've had a very long downturn, so if the economy had been left on its own, this year would have been a recovery year. But we've lost time because of the war uncertainty. Companies have postponed capital spending. Consumers are postponing spending. Calendar-year 2003 will probably see a meager recovery. The U.S. still could grow by 2½%, but Europe is lagging, as always. I think we're down to 1% to 1½% this year. China remains sort of the epicenter of world economic growth. And most companies there should benefit from [an eventual pickup in spending]. Japan doesn't look like it is going to generate more than 1% growth. Q: But you're clearly optimistic. A: Given the underlying sound fundamentals for the global economy, I expect a recovery once the war concerns are out of the way. Time is becoming your friend now because there is only so much downturn you can handle before you have to start investing again. This market downturn has already lasted longer than the 1929 Crash. March 10 was the current downturn's third anniversary. That in itself doesn't mean much, but back in '29, you had a depression coming, and I find it very difficult to see a depression. That was the end of a long period of growth. Today, we are only in the beginning phase of benefiting from the digital revolution. Q: So you prefer... A: The American economy is further along in the cycle and ready to recover. Not so much because of consumer spending, but mainly through capital spending and inventory rebuilding. I would expect consumer spending to slow further -- it usually goes to zero in a downturn -- and the pickup should come from capital restocking. The recent outperformance of information technology, as a sector of the stock market, is probably related to a better outlook from software and the hardware replacement. So North America would be my No. 1 pick and, in a way, the weakest area of the world is probably continental Europe. It looks like Europe is gradually moving toward a state where...let's say the level of wealth is fairly high, but the desire to add to it is lacking. And in that sense, it's similar to Japan. If you walk the streets of Tokyo and Munich, you see pretty much the same picture. Well-dressed, wealthy people, but with a strong desire to spend and go on holiday, rather than work. In the Robeco fund, we are underweight Europe and overweight the United States. Japan is still a slight overweight, even though it has been disappointing so far this year. Hong Kong we don't particularly like at this point, with the SARS [severe acute respiratory syndrome] problem. Q: Which sectors do you like? A: Health care and information technology. IT because of the economy and the notion that after three years of downturn, this is probably the sector that is going to recover first. As I said, there is only so much postponing of spending you can do; IT is one sector where replacement demand will start to play a role later this year. Core stocks there would be Cisco Systems and Microsoft, which are in our top five holdings, as well as IBM, Hewlett-Packard and Dell. Microsoft and Cisco are attractive because they are leaders in their markets, which are increasingly oligopolistic in nature, meaning they will have pricing power, going forward. We also like their balance sheets. They are debt-free. In Europe, we hold SAP, which was recently increased in our portfolios, and STMicroelectronics. The former is one of the few leading Continental technology companies, so European money moving into that sector is likely to end up partly in SAP, as well as in STM. For the Robeco fund, we have been adding most to pharmaceuticals recently because of its valuation levels, compared to its long-term earnings growth rate. It is the premier growth sector in an aging world. The preference is for U.S. pharmaceuticals, where it looks like the patent expiry problems are out of the way and they have an advantage in terms of the currency, compared with their European counterparts. Pfizer and Merck are among our top five positions. Pfizer and Merck have P/Es around 16 and a long-term earnings growth rate around 10%. We like their 30% to 35% returns on equity. And we are underweight in the consumer area, especially staples, like Nestle, Unilever, Procter & Gamble. Utilities are also an underweight position. We're not expecting a recovery from the consumer side, but rather from the production side of the economy. Q: Any names outside health care and IT? A: French insurer AXA and Dutch insurer ING we've bought because of the recovery potential of insurance in a stock-market upturn. We switched out of Germany's Allianz and into AXA. The valuation is attractive now, and AXA should benefit through their asset-management division from a market recovery. Also, we expect the stock to do better because it doesn't have the cross-holding problems that German companies do; we don't like Germany's financial sector. ING we still like because it also should do well because of its mix of insurance and banking. The market is really too focused on insurer asset valuations, because ING is well-run. ING has been one of our disappointments. We had an overweighting on it, and I started to increase the overweight last July and suffered because it underperformed when the asset concern became a dominant theme. Yet ING has a P/E of just seven times to eight times, its lowest in over 10 years. Nokia is still a core holding. As a global leader in handheld phones, it is rather cheap. In Europe, Novartis is one of our core holdings, as is UBS, L'Oreal, Royal Dutch and Telefonica. Q: So where's the money coming from for all these overweights? A: We are cutting back on the banks in general, but especially U.S. banks because of the interest-rate cycle. That has been the main source of funds in March, when 1%-1½% of the fund went out of financials and into health care. If anything, we will get higher rates going forward. In retrospect, they were a very defensive sector and outperformed the market from 2000 onward, so it was with some hesitation that we sold some shares of Bank of America, which was our biggest overweight for many months. The shares are still cheap, but I think we want to move away from them toward more traditional growth sectors like health care and IT. Additionally, some Wells Fargo was sold, and Wachovia we sold out altogether. Q: Do you typically have target prices for stocks? A: No. We pick stocks mainly based on the fundamentals of the company, its position within its sector, its competitive position. Then for, let's say, some short-term holding, we use quantitative rankings. The sell discipline we most often use is through quantitative screens. The Robeco screen looks at a valuation basket, earnings-revision basket, a growth basket, a corporate-policy basket and a momentum basket. So we pick equities up if they are in the top 20% of our screens, and sell if they drop below [the top] 40%. Q: Do you think that investor expectations have changed enough about what long-term stock returns might be? A: We're overshooting on the downside, just as we overshot on the upside. It shows up in very negative sentiment. What would have been a normal business cycle downturn caused by the excessive capital spending in IT and telecom has lasted three years now, which is very long. After the 9/11 attacks on the World Trade Center, things have gone from bad to worse. The recession was half over by then. Then in spring 2002, you got all these corporate accounting scandals, and then the war against terrorism building up. Then we actually did get the war. So, every time, something has wrong-footed the economy again. Everyone is downsizing their long-term expectations. Let's say that markets don't recover through the balance of this decade back to where they started in 2000, but rather stay within 10% to 20% of that level. Well, when you calculate what returns you might expect from here, they're all in double digits in the coming five or six years. Normally, if the 5% nominal growth of the economy is, say, 2% inflation and 3% growth, listed companies typically do a little better than the overall economy. They should be able to grow their earnings at least by 7% a year. Given where we are, that indeed does translate to at least 7% per annum and probably a bit more with the present low level of bond yields. Let's just go back to the true basic: Over the very long haul, equities return around 10% to 11% a year. That would be my expectation, rather than a single-digit number for the balance of this decade. Q: How much longer does the bear market go? A: The marker is still the intraday low of Oct. 10 last year. And as long as that holds -- and it has held for the S&P [768.3 on that date] and the Dow [7197.49] and Nasdaq [1108.49] -- that would be my low point. Now you might argue that European markets have moved far below that level. The only explanation for this is the difference in underlying fundamentals or earnings. It could be that we are still in a downtrend in Europe. I still have some hope that we might have three good years ahead of us in terms of the underlying economy, which I find much stronger than the stock market gives it credit for. Compare the present rate of productivity growth in the global economy to that in the past 30 years; it's better. Last year, the U.S. had 5% productivity growth. That's phenomenal, if you consider that you are in a recession. Unemployment is the lowest it has been in a recession since the 'Seventies. Inflation is close to zero. For 50 years, we've been working hard to get inflation down to where it ought to be. Then, when we get there, people say, "Uh, oh, there is going to be deflation." I find that very strange when the true fundamentals -- unemployment, inflation, productivity growth -- are better than you've seen since the 1960s. It's just the boom which got in the way and then the subsequent bust, plus all these exogenous events starting with the 9/11 attack. That event totally disrupted the global recovery and has kept postponing it till this very day. We still haven't fully adjusted our spending to what seems to be for most people different economic conditions. So this year should see, as I said, a further slowdown in consumer spending growth. Q: Which explains your consumer-staples underweight? A: That's right. It is going to be a transition year. Maybe in two or four years we'll see what you saw in 1990-94: a collective accelerating recovery process. Q: What are your expectations for European economic growth and profits growth this year? A: The consensus is for 30% profit growth, albeit from a low base, but 15% is more likely, especially with the most recent data pointing to a slowdown again. I would say 80% of the gains will come from cost reduction and the rest from the revenue-growth side. I'd be most optimistic for the Anglo-Saxon and Scandinavian markets, as opposed to continental Europe. The Continent is sort of drawn down by the weakness of Germany. Q: What about Europe's most important country? Do you think Germany is going to turn itself around? A: Not in the short term; you need the desire to do so, but the strength of the unions is a hampering factor. In Germany, there is a strong desire to maintain what has been accomplished, rather than give up some of it for better performance later. There's a low labor force growth rate. And the German population will be the first one, after Japan, to actually decrease because of its demographics. The Germans would rather protect their wealth than go out and get more. If that's what the collective desire is, so be it. But for us investors it's probably time to move someplace else. Q: So you are underweight in Germany? A: Yes. There is also the element of the weak financial institutions. Part of the explanation is cross-holdings of Allianz, Munich Re, Commerzbank, Deutsche Bank, so that weighs heavily on the overall market. Also, you lack a strong health-care sector; you don't have big names, like the U.K. does. So the composition of the market is not very attractive from a growth investor's point of view. Q: But the EU has been trying to liberalize its markets for 10 years at least, particularly its financial markets. What do you think of the progress so far? A: From a very long-term perspective, there should be benefits. [After] the Treaty of Rome in 1957 when the union was formed, European growth was much higher in the 1960s. But that was at a time when we still wanted to get ahead. And now it becomes more of a distribution matter. If you are going to allow Poland and Hungary and the Czech Republic into the EU, it means a redistribution of wealth from us to them. I guess that's all right if you grow at 3%, 4% , 5% or 6% a year, as in the 'Sixties, but not now. The mood has changed, and people are probably less willing to accommodate others. In Europe, there's wealth, demand and purchasing power, but Europe as a location for production? No. I guess we are going to be sort of a big Florida with a lot of consumers, friendly people, gray hair and big spenders. Q: Is the strong euro a significant issue for European profits? A: A fairly strong issue. We are in a multi-year weakening dollar mode. Past dollar moves have been five-to-seven-year moves and, given the still-rising U.S. trade deficit, it would seem to me that you will see a further weakening of the dollar. That in itself doesn't help the European economies in terms of their competitive position. I think that the U.S. deficit problem has to be corrected, and I see no other way but for the dollar to weaken. We have been hedging our dollar exposure within our portfolios, to the extent allowed. Q: Clearly, you are optimistic about equity markets. Where might you be wrong? A: Exogenous events. I think it would be the aftermath of the war in Iraq -- whatever is going to be next in terms of global politics, particularly U.S. politics. Will this involve an occupation of Iraq? I find it difficult to comprehend what the next steps will be. What will happen in Syria, Iran, North Korea? The main fear is noneconomic. If left to itself, the economy will recover. Inventories get depleted and you start restocking, and that's how the ball starts rolling again. In the very long run, stock markets have a relationship with the economy. They exaggerate tremendously in both up and down cycles, but ultimately, they make sense. But how do you handle a possible earthquake in Tokyo? There isn't much you can do about it. In the end, I believe that those billions of people going to work every day and those millions of firms making decisions, buying, selling and investing, are the dominant force

+50% entro luglio - gz  

  By: GZ on Martedì 22 Aprile 2003 20:49

So bene che gli "appelli da toro" portano iella, ma è da settembre che stando un poco attenti si vedono molte percentuali in verde qui e ho l'impressione che come al solito succeda che solo quando a luglio i mercati saranno rimbalzati ad es di un +50% dal minimo vedrai la maggioranza che si fa coraggio e rientra. La mia calcolatrice dice che da metà marzo le borse europee che avevano perso di più, come la tedesca ad esempio, hanno recuperato dal +30% al +35% (il dax tedesco da 2.200 a quasi 3.000 oggi). Rimbalzare un 50% dal minimo è possibile entro luglio. Sia che uno abbia perso molto perchè ha comprato in borsa nel 1999, sia che uno abbia perso quello che aveva guadagnato perchè era entrato in borsa nel 1996 o 1997, sia che uno non sia mai entrato in borsa (oppure abbia evitato abilmente il ribasso...) se non sfrutta questi momenti allora tanto vale occuparsi solo di compravendite di terreni e case (ci sono dei siti che ne trattano con report e forum ?) Le borse hanno avuto dal 2000 a oggi il periodo peggiore dal 1929-1934 senza però che come allora ci fosse una depressione economica (vedi il post sotto di due a questo). E dall'estate scorsa ai primi di aprile il mondo è stato tenuto sulle spine per questa guerra in Iraq che si è però risolta in tre settimane (nonostante i giornali facciano sforzi disperati per drammatizzare tutto). Quindi adesso le borse rimbalzano. Magari solo per tre mesi, ma dopo tre anni calo ci sono settori che fanno delle belle percentuali. La maggioranza degli investitori, che ha problemi a guadagnare con derivati e il trading veloce, se non approfitta di momenti come questo non so in cosa altro possa mai sperare. Tenere presente che la borsa di milano è una delle meno reattive ora (meglio francoforte, zurigo o new york)

+50% dal minimo entro luglio - gz  

  By: GZ on Martedì 22 Aprile 2003 20:48

Sugli S&P non sbaglia mai - gz  

  By: GZ on Lunedì 13 Gennaio 2003 19:50

Di Arch Crawford ho accennato altre volte perchè nel 2002 è stato il migliore servizio di consulenza sull'indice americano (misurato assieme a altre 2 o 300 servizi analoghi da un paio di società che esaminano tutte le raccomandazioni dei consulenti). E' andato short in gennaio l'S&P, ha raddoppiato lo short a 200% in aprile e si ricoperto ed è andato long in settembre... A parte questo che era sensazionale perchè non ha suggerito niente altro, solo questi tre trade, il suo servizio da 20 anni circa risulta come rendimento tra i primi 4 o 5 in america sull'indice S&P 500. Un broker mio amico che è suo vicino di casa in Arizona e lo conosce da 15 anni mi dice che ha periodi di 3 o 4 anni in cui è "bollente" come adesso, poi sbaglia un poco per 1 o 2 anni, ma quando rientra in "fase" come nel 2002 è abbastanza impressionante. Quest'anno ha triplicato il costo del servizio dopo aver fatto en plein. E a inizio dicembre (il 2 dicembre!!) è pure andato short. Si è appena ricoperto per cui ha fatto 4 su 4, ha centrato i due minimi e massimi dell'anno. E' vero che sui singoli titoli non dice niente, nemmeno su altri mercati e non fa trading veloce, ma sugli S&P in questo periodo sta diventando temibile Questo è l'ultimo report. Modificato da - gz on 1/13/2003 21:47:6

LA DURATA DEL CICLO DI BORSA - gz  

  By: GZ on Domenica 20 Ottobre 2002 16:42

Per qualche bizzarro motivo se Ibm, Citigroup, Microsoft, Cisco, General Electric salgono in borsa anche Popolare di verona, Opengate, Capitalia, Pirelli, Generali salgono. E viceversa se scendono. (anzi se scendono più che in proporzione). Siamo così abituati che il valore delle società quotate in italia dipenda dalle oscillazioni delle società americane ANCHE QUANDO NON SONO EQUIVALENTI (cosa c'entrano i risultati di Ibm e microsoft con Capitalia e Generali ?) che non ci pensiamo neanche più e lo consideriamo ovvio. Un giorno questa corrispondenza finirà, ma per ora possiamo prendere i cicli di wall street e se li applichiamo pari pari all'italia (o francia o spagna) non sbagliamo di molto. Dato che i cicli della borsa italiana sono riconoscibili solo da inizio anni 80 è inutile esaminare cosa faceva negli anni 20 (quando mussolini nel 1927 con quota 90 l'affossò del -50% in una settimana) o negli anni 50 quando investiva in borsa lo 0.8% della popolazione italiana. Prendiamo Wall Street e usiamo il suo ciclo Se mettiamo allora in ordine di DURATA TEMPORALE tutti i CICLI DI MERCATO ORSO abbiamo che quello attuale dura dalla bellezza di 635 giorni (giorni di borsa aperta). Il record assoluto per un ciclo tutto negativo è 811 giorni, fatto nel 1929-1932. 635 GIORNI DI BORSA NEGATIVI sono insomma un record quasi assoluto. In termini di PERDITA PERCENTUALE è più difficile fare confronti: il peggiore risultato è stato il -89% (nominale) del 1929-1932. Questo orso attuale del 2000-2002 sarebbe il terzo peggiore con il -49% dopo quello del 1937-1938 che era -54% (confutando la leggenda che il new deal di Roosevelt che avrebbe migliorato le cose). In realtà se si considera anche l'Inflazione il secondo peggiore era quello del 1974-1974 che era -73% e quello del 1929-1932 risulta meno pesante perchè i prezzi all'epcoca diminuivano. Se si considerano poi i Dividendi negli anni 30 erano molto elevati (4-5% in media) e anche negli anni 70 (sul 3-4% in media) per cui le % di perdita reale sono un poco meno meno pesanti. Alla fine possiamo dire che ci sono stati 4 cicli con perdite di almeno il 50% e cioè i) 1929-1932 ii) 1937-1938 iii) 1973-1974 iv) 2000-2002 Ma in termini di DURATA NEL TEMPO oggi siamo già al secondo peggiore ciclo della storia degli ultimi 100 anni Modificato da - gz on 10/20/2002 14:53:13

 

  By: Wanna Otelma on Lunedì 07 Ottobre 2002 21:41

per la precisione (altri possono avere una diversa risoluzione grafica!) 353 parole 1806 caratteri 2151 caratteri (se consideriamo gli spazi)

 

  By: Wanna Otelma on Lunedì 07 Ottobre 2002 21:32

2 righe la considerazione del gentile lettore 52 (CINQUANTADUE!) la risposta del Dott. Zibordi mi domando il tempo che resta per le analisi di borsa. Mah!

Il Gatto Che Si Morde La Coda - gz  

  By: GZ on Lunedì 07 Ottobre 2002 18:06

---------.... La previsione dunque si concretizza, ma solo perche' e' stata "voluta".... -------------------------- mah....voluta forse no, sono milioni di persone che si muovono simultaneamente e vendono in tutto il mondo. Piuttosto la borsa influenza l'economia tanto quanto l'economia influenza la borsa e questa è lo schema "riflessivo" che ha sempre usato Soros, "il Gatto che si morde la coda" Ad es nel 1998-2000 la borsa che saliva ha spinto ha un eccesso di investimenti nell'economia e ora la borsa che scende sempre spinge a rinviare gli investimenti La borsa però dipende anche da fattori tecnici suoi (non solo ma anche da questi, ad es l'effetto stagionale ottobre-aprile o la disponibilità di margine per la speculazione con leva...). e ora tende a enfatizzare il trend sottostante portandolo all'estremo per cui nel 2000 la borsa proiettava una crescita senza freni e ora proietta la recessione o anche una mezza depressione In parole povere la borsa esagera sempre una volta che un trend superi una certa soglia e però questa esagerazione del trend ha un peso reale sull'economia. Ad es. ora hai la concomitanza di elezioni in brasile, germania (appena finite), stati uniti, sciopero dei porti americani e sei arrivato alla decisione finale sull'iraq e il tutto in settembre-ottobre che per ragioni anche fiscali è il periodo peggiore. Arrivando tutte insieme queste cose hanno un peso psicologico sulla borsa che a sua volta ha un peso sull'economia Magari tra un mese hai perlomeno risolto l'incertezza su tutte queste elezioni che capitano tutte assieme e sull'iraq (l'esito finale no, ma l'incertezza perlomeno l'hai tolta) e l'effetto stagionale di fine anno comincia a farsi sentire. E questo alleggerisce la borsa che a sua volta produce numeri economici (perlomeno di fiducia migliori). Per cui può essere che i dati di fiducia delle imprese e dei consumatori in questo periodo arrivino molto peggiori causa la borsa. E poi migliorino in novembre e dicembre grazie alla borsa. E la borsa vedendo dei dati economici un poco migliori sale un altro poco e così via. E' sempre un processo circolare dove una volta che si avvia una spirale continua a autolimentarsi fino a un punto estremo e i fattori economici e quelli psicologici sono indistinguibili. Modificato da - gz on 10/7/2002 16:17:43

 

  By: Luigi Luccarini on Lunedì 07 Ottobre 2002 18:05

Diamine, tutta quella filosofia per un banalissimo scalping sulle Tim? Della serie: chi vuole questo cerino: pronti, glielo servo subito? Puoi fare di meglio, ragazzo...

 

  By: Francesco Ballati on Lunedì 07 Ottobre 2002 17:41

Intanto mi appresto a vendere le tim prese stamani a 4,15 (qualche gentiluomo..). Cordiali saluti

 

  By: Noir on Lunedì 07 Ottobre 2002 17:24

Mi rimangio quello che ho detto : la PSICOLOGIA NON FA PER TE .. Prova una Laurea a breve magari la Fisioterapia (per curarti le ossa rotte dal mercato ). saluti

 

  By: Francesco Ballati on Lunedì 07 Ottobre 2002 17:14

George Soros diceva: I mercati tendono ad autoalimentare le proprie paure (o i propri desideri) /// La finanza e' psicologia. Molto grave non averlo capito. Saluti