Sui ribassisti / catastrofisti e la situazione attuale

Anche nei social italiani si inizia a parlare di mBridge, il nuovo progetto della banca centrale cinese; ma come sempre lo si fa a sproposito, indicando il dito invece della luna.

Il chiodo fisso dei complottisti, ovvero la competizione delle altre valute contro il dollaro, viene come sempre sovradimensionato e finisce per diventare la ragione di tutto cio' che accade in oriente.

Al contrario l'importanza di mBridge è un'altra, come diremo qui.

Anzitutto, spieghiamo cos'è davvero mBridge.

mBridge è semplicemente una nuova funzione implementata nel software che i Cinesi usano per il loro yuan digitale.

Questa funzione permette di "tradurre" in yuan digitale trasferimenti e movimenti di denaro non digitale.

In tal modo, una banca centrale che non ha alcuna valuta digitale puo' trasferire presso la banca centrale cinese somme che verranno automaticamente tradotte in yuan digitale.

E' facile capire che questa nuova funzione renderà piu' facili i pagamenti interbancari con paesi che non hanno lo yuan.

mBridge tuttavia non è applicabile nelle transazioni commerciali fra società, né puo' servire alla gente comune al di fuori della Cina per fare pagamenti in yuan.

E c'è una buona ragione per questo...

Durante i test su mBridge effettuati dalle banche di Hong Kong, della Cina continentale, degli Emirati Arabi Uniti e della Thailandia, sono emersi tutti i limiti politici, legali e normativi di questo tipo di scambi di valuta digitale fra stati diversi.

Come affermato da Mu Changchun, direttore del Digital Research Institute della banca centrale cinese, la tecnologia dello yuan digitale "non è ancora adatta per creare sistemi di pagamento", sebbene puo' facilitare gli scambi quando vi sono piu' operatori coinvolti.

In altre parole, anche la valuta digitale piu' evoluta al mondo, lo yuan, non è ancora in grado di essere usata come strumento di pagamento universale, sia nella vita delle persone, sia negli scambi commerciali fra società.

Le differenze politiche, legali e tecnologiche fra i vari paesi rendono complicata l'applicazione di scambi digitali automatici.

Il timore che l'uso transfrontaliero da parte di società e cittadini comuni di una valuta digitale possa essere usato per scavalcare le differenze legali e regolatorie tra le diverse giurisdizioni è ancora troppo forte per permettere il varo di una valuta digitale universale, che sia il dollaro o lo yuan.

A mio avviso, è questo l'argomento veramente decisivo su cui si dovrebbe riflettere.

Una valuta di pagamento digitale universale, a detta degli stessi esponenti delle banche centrali, è ancora un sogno irrealizzabile.

Inoltre lo yuan digitale, non essendo ancora una forma di pagamento praticabile da parte di stati, società e persone, non è lontanamente in grado di sostituire il dollaro come valuta di uso comune.

I complottisti e i venditori di oro e criptovalute se ne facciano una ragione.

Mercoledi scorso il governatore della banca centrale olandese ha inavvertitamente aggiunto una prova in piu' alle ipotesi del nostro articolo di sabato sul "caso delle 400 tonnellate delle banche centrali" e sulla strategia di lungo termine delle stesse banche centrali sull'oro.

Come breve reminder, nell'articolo avevamo detto che:

1. A partire dagli anni '80 le banche centrali occidentali e orientali, ad esclusione della Federal Reserve, hanno attuato un programma di riequilibrio delle riserve di oro, facendo in modo che tutte le banche centrali abbiano riserve compatibili col PIL dei paesi di loro giurisdizione.

2. L'obiettivo finale del programma, che continua fino a oggi, è quello di creare riserve eque fra tutte le banche centrali, in modo che queste istituzioni, in caso di emergenza, siano in grado di ristrutturare il loro debito servendosi delle proprie riserve di oro e di quelle delle altre banche centrali.

Avevamo inoltre notato un importante cambio nella narrativa dei media mainstream riguardo all'importanza dell'oro e al suo rapporto con le banche centrali.

Mentre fino all'altro ieri i media dipingevano l'oro come un asset inutile e disprezzato dalle banche centrali, ora, con il clamoroso "caso delle 400 tonnellate" diffuso in tutti i magazine e i social, scopriamo che al contrario esso è un inconfessabile oggetto del desiderio di tali istituzioni.

E il governatore olandese di cui parlavamo all'inizio, in una sua dichiarazione del 2 novembre, in qualche modo ha chiuso il cerchio delle nostre congetture, facendoci capire in modo indiretto che il motivo del cambio di narrativa dei media sull'oro è proprio quello ipotizzato nel nostro articolo...

...ossia che il "caso delle 400 tonnellate" serviva a preparare l'opinione pubblica al momento in cui si sarebbe trovata realmente di fronte a una manovra di ristrutturazione del debito fatta da qualche banca centrale con l'ausilio delle riserve di oro proprie e delle altre banche centrali.

Il governatore ha infatti ammesso candidamente che: "il nostro conto di rivalutazione dell'oro serve a garantire la solvibilità della banca centrale".

Cioè, tradotto in altri termini: "le nostre riserve di oro sono un asset che garantisce la solvibilità della nostra banca centrale in caso di default del debito".

Dunque, in base alle parole stesse del governatore, possiamo avere la certezza che le banche centrali considerano davvero l'oro come un bene rifugio e hanno davvero un piano per poterlo utilizzare in caso di emergenza...

Se nei prossimi giorni o mesi, sentiremo altre dichiarazioni analoghe da parte di altri esponenti del mondo finanziario o della politica, avremo la conferma che tutto è pronto per il ritorno dell'oro al centro della scena economica globale.

Il timore di dover affrontare situazioni inedite di crisi è diventato cosi' forte nelle banche centrali da aver costretto queste ultime ad abbandonare la finzione del debito come panacea di tutti i mali e dell'oro come un inutile ricordo del medioevo.

Ora non c'è piu' spazio per la propaganda. C'è solo l'urgenza di avere un piano efficace per uscire da situazioni da incubo che potrebbero avere luogo.

Come ultima importante considerazione, devo aggiungere che, tecnicamente parlando, una manovra di ristrutturazione del debito mediante un asset della banca centrale (nel nostro caso, l'oro), ha delle implicazioni dirette sul prezzo di tale asset...

Vediamo perché...

Facciamo l'esempio che la banca centrale olandese voglia ristrutturare il proprio debito (cioè, in pratica, voglia sostenere il valore dei titoli di stato olandesi che per qualche motivo sono in caduta libera).

Questi titoli di stato sono una passività nel bilancio della banca centrale (di qualsiasi banca centrale).

L'oro al contrario si trova negli attivi della banca, ma di certo non è presente in una quantità paragonabile al valore del debito di cui dovrebbe essere garante.

Tipicamente, il debito è sempre molto piu' grande di qualsiasi asset presente negli attivi di una banca, oro compreso (inoltre, come sappiamo bene, la funzione di garante è possibile per l'oro proprio grazie alla sua proverbiale "scarsità").

Ecco perché, nel momento in cui la banca olandese dovesse iniziare la manovra, allo stesso tempo la banca centrale europea dovrebbe manipolare a rialzo il prezzo dell'oro, in modo che il valore delle riserve aurifere olandesi si allinei con il valore dei titoli di debito che dovrebbero controbilanciare.

Questo significa in pratica che la BCE dovrà inizialmente porre un limite minimo al prezzo dell'oro (cioè dovrebbe impedirne una eccessiva discesa). Ma nel caso fosse necessario coprire più perdite di quelle consentite dalle attuali riserve delle banche centrali europee, la BCE dovrà addirittura rivalutare il prezzo dell'oro fino a raggiugere il valore di quelle perdite.

Il significato di questo aspetto tecnico è davvero senza precedenti per chi investe sull'oro, perché in pratica implica che, per tutto il tempo in cui durerà questa crisi inflazionistica in Europa, le banche centrali saranno costrette a sostenere il prezzo dell'oro.

Come abbiamo detto in un nostro articolo del blog, il sostegno al prezzo dell'oro da parte delle banche centrali era per la verità già in atto a partire dagli inizi del 2000 (le manipolazioni a ribasso coi derivati servono solo a impedire che il prezzo aumenti oltre un certo limite).

Ma in questo periodo potremmo assistere all'impensabile, ossia a una evidente manipolazione a rialzo al di là dei limiti molto rigidi fissati negli anni precedenti.

In altre parole, siamo in una situazione unica nella storia in cui è possibile affermare con certezza che, finché durerà questa crisi, il prezzo dell'oro potrà solo salire...