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Il REVERSE FLOATER è una SPECULAZIONE - gz  

  By: GZ on Martedì 17 Dicembre 2002 01:44

Credo che Sandro Cecconi abbia risposto meglio di quanto sappia fare io, comunque visto che di altri argomenti non ne vedo in giro di discussione. I reverse floater e altri prodotti "strutturati" simili sono quello a cui pensava Brecht quanto diceva: "..che cosa è assaltare una banca in confronto alla fondazione di una banca ?... che cosa è un grimaldello in confronto a un titolo di borsa ?" ("was ist ein Dietrich gegen ein Aktie ? ") o qualcosa del genere i) COMPRARE REVERSE FLOATER è una SPECULAZIONE, come comprare una call o un future, è più simile a un operazione su derivati che a un "investimento". ii) come nota Cecconi NON LI COMPRI SUL "MERCATO" ma direttamente dalla controparte che li emette, è questo è moooolto sconsigliabile in generale, a meno di non aver studiato bene tutti i lati della questione iii) In generale sono l'opposto di un obbligazione a tasso variabile come i CCT e fanno "guadagnare" se i tassi scendono, sono una SPECULAZIONE AL RIBASSO SUI TASSI. Ideale per mamme anziane pensionate. Tanto più elevati saranno i tassi di interesse, tanto minore sarà la cedola pagata ai possessori della reverse floater (nella seconda fase della vita del titolo, nella prima ti pagano molto per attirarti dentro). Morale: se uno vuole guadagnare qualcosa di più del P/T o Bot deve mettere in portafoglio una quota di obbligazioni corporate o paese emergenti. Non esistono scorciatoie con derivati. E' meglio comprare una put sui Bund a dicembre 2003 se uno pensa che i tassi scendano, non un reverse floater! Più in dettaglio: la formula è ad esempio: cedola = 10% - 2 volte il tasso a 12 mesi (euribor) Ma poi ci sono altri inghippi: ad es è facoltà degli emittenti stabilire al momento dell’emissione: a) un valore massimo e minimo alla cedola nella seconda fase; b) l’eventuale rimborso anticipato alla pari (= al prezzo di emissione di 100) a partire da un determinato anno (di solito quando la cedola diventa variabile). Nella pratica una delle clausole precedenti esclude l’altra e il titolo o è rimborsabile in anticipo, oppure è prevista una soglia massima per la cedola. Quindi: a) in uno scenario di tassi al rialzo la cedola nella seconda fase può raggiungere valori molto inferiori ai tassi di mercato; b) viceversa gli emittenti in fase di tassi bassi riescono a coprirsi dal pagamento di cedole e elevate attraverso l’esercizio della facoltà di rimborso anticipato Supponendo quindi di voler fare una speculazione sui tassi di questo genere, senza dare retta a cecconi, aldoz e il sottoscritto che li sconsigliamo, anche nell'ipotesi che i tassi si abbassino veramente (e che uno indovini l'andamento futuro dei tassi, cosa che nemmeno Greenspan riesce a fare) in ogni caso A MENO CHE NON ESISTA LA CLAUSOLA DI di rimborso anticipato NON CONVIENE FARLO ugualmente. Credo che la proabilità di uscirne senza perdere sia inferiore a quella della schedina. (se ho sbagliato qualche dettaglio segnalatelo perchè non sarebbe il mio settore) Modificato da - gz on 12/17/2002 1:4:29

oggi saliva a dispetto di tutto - gz  

  By: GZ on Lunedì 16 Dicembre 2002 23:22

Non so perchè parlate sempre dell'OPEC che centra poco qui perchè le sue quote non le rispetta molto. Il rialzo del ^petrolio#^, greggio, benzina e combustibile da 26 a 30 dollaridegli ultimi giorni è attribuibile all 80% al fatto che il Venezuela ha smesso di esportare causa lo sciopero contro Chavez Bisogna dire che il mercato voleva veramente salire oggi per ignorare questo balzo di oggi oltre i massimi a 30 $ della scadenza febbraio Tra l'altro sui grafici continui del greggio una volta bucato 30 dollari e mezzo si va direttamente a 35-36 $, massimi dell'autunno 2000. La quotazione media degli ultimi 4 anni del greggio è stata 21 dollari e siamo a 30 ora, un bel 40% più alto. Le stime con cui sono fatti i bilanci e i piani economici delle aziende del settore sono quasi tutti con il greggio a 21-22 dollari, non è una situazione che può durare molto Modificato da - gz on 12/16/2002 22:28:42

IL Botto della moneta cinese - gz  

  By: GZ on Lunedì 16 Dicembre 2002 20:38

..sì, ma c'è un cambio non ufficiale ovviamente in Cina. In ogni caso prima o poi la moneta cinese esploderà del 30 o 50% in su e se uno trovasse il modo di comprarne con qualche surrogato.... La storia è questa: il governo cinese aggancia la sua moneta al dollaro in modo artificiale (vietando in pratica il mercato dei cambi) perchè vuole evitare che fluttuando liberamente si apprezzi, come alla fine succederebbe inevitabilmente dato il boom di esportazioni cinesi nel mondo (hanno superato il giappone come esportatore numero in america e in europa gli manca poco ). E' una politica commerciale aggressiva che sta riempendo la cina ovviamente di riserve valutarie ed è molto dannosa per il resto del mondo e la stessa popolazione cinese. E' una manipolazione priva di senso perchè ad es il dollaro si deprezza in quanto l'america non riesce a esportare avendo costi molto alti e perchè consuma troppo rispetto al suo reddito. Ma la cina è nella situazione esattamente OPPOSTA, è piena di gente appena arrivata dalle campagne che risparmiano come dannati. E il costo del lavoro orario in america è ora di 15 dollari l'ora e quello cinese mezzo dollaro l'ora. E la produttività cinese nel settore manifatturiero è inferiore, ma migliora ogni mese che passa. Si tratta quindi di una politica decisa dall'alto che tende a rafforzare artificialmente le industrie esportatrici e a deprimere il tenore di vita della popolazione perchè le importazioni sono in buona parte in yen e altre valute asiatiche che ora cominciano a apprezzarsi verso il dollaro e quindi anche verso il renbimbi cinese In parole povere quando hai un boom industriale come quello della Cina la valuta tende ad APPREZZARSI (è successo persino all'Italia del miracolo economico!) e invece il governo cinese con una serie di manovre tiene la valuta cinese fuori dal mercato dei cambi e artificialmente legata al dollaro PER SVALUTARLA. Questa politica impedisce di migliorare il tenore di vita della popolazione che compra le merci estere con una valuta che si deprezza (visto che le importazioni vengono dal resto dell'asia non dagli Usa). In questo modo invece, oltre ad avere : i) il costo del lavoro più basso del mondo industriale e ii) una produttività che migliora ogni mese iii) il governo cinese impone una valuta che si deprezza rispetto a quelle dei paesi confinanti e ora anche dell'Europa (visto che è legata al dollaro che si sta deprezzando) Alla fine costituisce una minaccia all'equilibrio mondiale perchè è una politica completamente artificiale, che: a) distrugge posti di lavoro nel resto del mondo (perchè chiudono più fabbriche distrutte dalla concorrenza cinese) b) e abbassa il tenore di vita della popolazione cinese che dovrebbe invece ora consumare di più Basterebbe che smettessero di bloccare il mercato dei cambi e la loro valuta esploderebbe in su in un attimo. Al momento il Giappone, Taiwan, Singapore, la Corea protestano, ma gli europei e gli americani non se ne preoccupano invece di fare pressioni perchè la Cina liberalizzi la moneta. Ma prima o poi lo dovrà fare e sarà un bel botto Modificato da - gz on 12/16/2002 19:52:33

Grafici Bond Fiat - gz  

  By: GZ on Giovedì 12 Dicembre 2002 16:15

Le discussioni sulla Fiat sono più numerose di quelle sulla nazionale di calcio e l'unica cosa sicura è che perlomeno non sono già tutti d'accordo, ma c'è una lotta abbastanza evidente in corso. Perchè la situazione è pessima, perchè i due agnelli sono veramente anziani e dietro di loro non c'è nessuno ecc.... La cosa più interessante è che le banche possono rivalersi su Agnelli tramite Edison e minacciare di non rinnovare i 3.9 miliardi che le vengono in scadenza e quindi non è detto che gli agnelli prevalgano. Inoltre è chiaro che Mediobanca cerca di fargli tenere tutto l'impero inclusa la Toro perchè questa è azionista di Capitalia, ma è un impresa molto ardua (forse con l'aiuto di berlusconi ma altrimenti non ci sarebbero i numeri). Quindi non dovrebbe essere un conflitto di facciata dove tutti si mettono d'accordo subito. Per capire cosa succede vediamo questi grafici delle obbligazioni Fiat : differiscono a seconda della scadenza e quelli a scadenza più lontana ovviamente sono più penalizzati (da 100 circa sono giù a 77-78 e le scadenze più vicine a 82-84) La cosa interessante è che sono diversi dal grafico della Fiat, nel senso che sono PEGGIORI finora e hanno anticipato il titolo al ribasso. D'altra parte sono sul triplo minimo ora e indicano che qui è il tutto per tutto (se tagliano il supporto qui i bonds Fiat hanno una voragine sotto in termini grafici) Modificato da - gz on 12/12/2002 15:45:48

Gas nervino - gz  

  By: GZ on Giovedì 12 Dicembre 2002 11:16

Ecco perchè l'oro sale e anche l'euro oggi probabilmente. Un report sul Washington Post di stamattina che Al Qaeda avrebbe ricevuto gas nervino dall'Iraq in ottobre. Questo è il tipo di notizia che può fare da casus belli perchè indica il legame tra iraq e al qaeda -------------- Washington Post -------------------------------------- U.S. Suspects Al Qaeda Got Nerve Agent From Iraqis Analysts: Chemical May Be VX, And Was Smuggled Via Turkey By Barton Gellman Washington Post Staff Writer Thursday, December 12, 2002; Page A01 The Bush administration has received a credible report that Islamic extremists affiliated with al Qaeda took possession of a chemical weapon in Iraq last month or late in October, according to two officials with firsthand knowledge of the report and its source. They said government analysts suspect that the transaction involved the nerve agent VX and that a courier managed to smuggle it overland through Turkey. If the report proves true, the transaction marks two significant milestones. It would be the first known acquisition of a nonconventional weapon other than cyanide by al Qaeda or a member of its network. It also would be the most concrete evidence to support the charge, aired for months by President Bush and his advisers, that al Qaeda terrorists receive material assistance in Iraq. If advanced publicly by the White House, the report could be used to rebut Iraq's assertion in a 12,000-page declaration Saturday that it had destroyed its entire stock of chemical weapons. On the central question whether Iraqi President Saddam Hussein knew about or authorized such a transaction, U.S. analysts are said to have no evidence. Because Hussein's handpicked Special Security Organization, run by his son Qusay, has long exerted tight control over concealed weapons programs, officials said they presume it would be difficult to transfer a chemical agent without the president's knowledge. Knowledgeable officials, speaking without White House permission, said information about the transfer came from a sensitive and credible source whom they declined to discuss. Among the hundreds of leads in the Threat Matrix, a daily compilation by the CIA, this one has drawn the kind of attention reserved for a much smaller number. "The way we gleaned the information makes us feel confident it is accurate," said one official whose responsibilities are directly involved with the report. "I throw about 99 percent of the spot reports away when I look at them. I didn't throw this one away." Like most intelligence, the reported chemical weapon transfer is not backed by definitive evidence. The intended target is unknown, with U.S. speculation focusing on Europe and the United States. At a time when President Bush is eager to make a public case linking Iraq to the United States's principal terrorist enemy, authorized national security spokesmen declined to discuss the substance of their information about the transfer of lethal chemicals. Those who disclosed it have no policymaking responsibilities on Iraq and expressed no strong views on whether the United States should go to war there. Even authorized spokesmen, with one exception, addressed the report on the condition of anonymity. They said the principal source on the chemical transfer was uncorroborated, and that indications it involved a nerve agent were open to interpretation. "We are concerned because of al Qaeda's interest in obtaining and using weapons of mass destruction, including chemical, and we continue to seek evidence and intelligence information with regards to their planning activity," said Gordon Johndroe, spokesman for Homeland Security Director Tom Ridge. Johndroe was the only official authorized by the White House to discuss the matter on the record. "Have they obtained chemical weapons?" Johndroe said. "I do not have any hard, concrete evidence that they have." Pressed on whether the information referred to a nerve agent, Johndroe said "there is no specific intelligence that limits al Qaeda's interest to one particular chemical or biological weapon over the other." One official who spoke without permission said a sign of the government's concern is its "ramping up opportunities to collect more, to figure out what would be the routes, where would they be taking the material, how would they deploy it, how are they transporting it, what are the personnel?" The official added: "We're not just sitting back and waiting for something to happen." A Defense Department official, who said he had seen only the one-line summary version of the chemical weapon report, speculated that it might be connected to a message distributed last week to U.S. armed forces overseas. An official elsewhere said the message resulted only from an analyst's hypothetical concern. Prepared by the Defense Intelligence Agency, last week's "Turkey Defense Terrorism Threat Awareness Message" warned of a possible chemical weapons attack by al Qaeda on the Incirlik Air Base in southern Turkey. Incirlik is an important NATO facility from which a U.S.-led coalition in 1991 launched thousands of bombing runs to force Iraq to withdraw its army from Kuwait. Turkey has given conditional agreement to its use in the event of a new war with Iraq. According to two officials, a second related threat report was distributed in Washington this week. The CIA message, transmitted before the daily 3 a.m. compilation of the Threat Matrix, described a European ally's warning that the United States might face a chemical attack in a big-city subway if war breaks out with Iraq. A U.S. government spokesman said the European ally offered little evidence and "the credibility of the report has not been determined." Among the uncertainties about the suspected weapon transfer in Iraq is the precise relationship of the Islamic operatives to the al Qaeda network. One official said the transaction involved Asbat al-Ansar, a Lebanon-based Sunni extremist group that recently established an enclave in northern Iraq. Asbat al-Ansar is affiliated with Osama bin Laden's al Qaeda organization and receives funding from it, but officials said they did not know whether its pursuit of chemical weapons was specifically on al Qaeda's behalf. The government is also uncertain whether the transaction involved a chemical agent alone or an agent in what is known as a weaponized form -- incorporated into a delivery system such as a rocket or a bomb. The latter would be a more efficient killer, but chemical weapons are deadly in either form. Among the reasons for suspecting VX was involved is that it is the most portable of Iraq's chemical weapons, capable of inflicting mass casualties in a quantity that a single courier could transport. After initial denials, Iraq admitted in the 1990s that it had manufactured tons of VX and two less sophisticated nerve agents, Sarin and Tabun. Its remaining chemical arsenal was limited to blister agents, such as mustard gas, that date back to World War I. First developed as a weapon by the U.S. Army, VX is an oily, odorless and tasteless liquid that kills on contact with the skin or when inhaled in aerosol form. Like other nerve agents, it is treatable in the first minutes after exposure but otherwise leads swiftly to fatal convulsions and respiratory failure. The United States, a signatory to the Chemical Weapons Convention, destroyed the last of its stocks of VX and other chemical agents on the Johnston Atoll, 825 miles southwest of Hawaii, in November 2000. U.S. military forces, hazardous materials teams and some ambulance systems carry emergency antidotes. They usually come in autoinjectors containing atropine and an oxime -- drugs that reverse the neuromuscular blockade of a nerve agent. Atropine-like drugs have other uses, such as in anesthesia and in treating cardiac arrest, and are often stocked in hospitals. During inspections by the U.N. Special Commission, or UNSCOM, in the 1990s, Iraq denied producing any chemical weapon other than mustard gas. Faced with contrary evidence, it eventually acknowledged the manufacture of 3.9 tons of VX and 3,859 tons in all of lethal chemicals. The Baghdad government also admitted filling more than 10,000 bombs, rockets and missile warheads with Sarin. It denied having done so with its most potent agent, VX, but an international commission of experts assembled by UNSCOM said the scientific evidence suggested otherwise. UNSCOM said in its final report, in January 1999, that it could not account for 1.5 tons of the VX known to have been produced in Iraq, and that it could not establish whether additional quantities had been made. The U.N. Security Council ordered Iraq in April 1991 to relinquish all capabilities to make biological, chemical and nuclear weapons as well as long-range missiles. The declared basis for the present threat of war is the U.S. view, shared by the Clinton and Bush administrations, that the Baghdad government never came close to complying. In 1998, the Clinton administration asserted that Iraq provided technical assistance in the construction of a VX production facility in Sudan, undertaken jointly with al Qaeda. In retaliation for al Qaeda's August 1998 truck bombings of U.S. embassies in Kenya and Tanzania, President Bill Clinton ordered the destruction of the al Shifa pharmaceutical plant in Khartoum, Sudan's capital. Clinton's advisers released scant public evidence about al Shifa, and the Tomahawk missile attack was widely regarded as a blunder. Top Clinton administration officials, and career analysts still in government, maintain there was strong evidence behind the strike but that it remains too valuable to disclose. During last year's New York trial of the embassy bombers, prosecution witness Jamal Ahmed al-Fadl, a onetime operative who broke with al Qaeda, offered limited corroboration. He named al Qaeda and Sudanese operatives who had told him they were working together to build a chemical weapons plant in Khartoum. He said nothing about Iraqi support for the project and named a site near, but not in, the al Shifa plant. Only once has a chemical weapon been used successfully in a terrorist attack. During the morning rush hour on March 20, 1995, the Japanese cult Aum Shinrikyo placed packages on five subway trains converging on Tokyo's central station. When punctured, the packages spread vaporized Sarin through the subway cars and then into the stations as the trains pulled in. In all, the Sarin contaminated 15 stations of the world's busiest subway system, putting 1,000 riders in the hospital and killing 12 of them. Though the attack spread great terror in Japan, it took fewer lives than its authors expected because the Sarin reached many victims in a form that was not sufficiently concentrated. "Psychologically, use of nerve agent in the United States would send people over the deep end, but it probably wouldn't kill very many people," said an official whose responsibilities have included the assessment and disruption of the threat. Others said the panic induced could have serious economic consequences, rendering many Americans unwilling to enter a facility of the sort that had suffered a chemical attack. In general, al Qaeda's pursuit of chemical and biological weapons is well known to U.S. intelligence. A central player in the effort has been Midhat al Mursi, an Egyptian who is among the most-wanted al Qaeda operatives but who remains at large. He ran a development and testing facility for lethal chemicals in a camp -- in Derunta, Afghanistan -- that was eventually renamed "Abu Kebab" after Mursi's nom de guerre. The Derunta operation is not thought to have progressed beyond unsophisticated poisons, including the cyanide used in videotaped experiments on dogs. Unconsummated plots by al Qaeda and its allies in Jordan just before the turn of the millennium, and in Britain last month, also involved cyanide. Modificato da - gz on 12/12/2002 11:25:55

la trappola nella trappola ? - gz  

  By: GZ on Mercoledì 11 Dicembre 2002 19:13

eravamo a 905 nel post precedente e ora siamo a 909 ^S&P#^, siamo anche scesi fino a 889 per cui la cosa è assai incerta (ma non c'è gusto a fare analisi a posteriori) comunque se devi disegnare un grafico di un mercato un poco manipolato per portarlo su come lo disegneresti ? A mio avviso disegni una bear trap e poi addirittura una bear trap più piccola dentro la prima. Ovviamente che sia un doppia bear trap lo saprai con certezza solo quando sei tornato a 915, ma se fossi un fondo che devi raccogliere più in basso avrei fatto così: lascierei scendere ritirando tutti i bid, lascierei che rompesse il livello quel tanto che basta e poi cercherei di recuperarlo (ovvio che ci sono altre spiegazioni alternative, i grafici sono come i quadri) Modificato da - gz on 12/11/2002 21:21:25

Blue Chip/Resto del mercato - gz  

  By: GZ on Mercoledì 11 Dicembre 2002 16:22

qui la questione è se sia l'andamento della MAGGIORANZA dei titoli che indica la vera tendenza oppure se siano le blue chip La buonanima di riccardo ronco che so che tu apprezzi molto diceva che è meglio dare retta alla blue chip, se fanno meglio della maggioranza dei titoli (o peggio) danno un segnale di tendenza I grafici che hai messo dicono al contrario che la maggioranza dei titoli fa peggio dell'indice e indica la tendenza Se rovescio l'ottica e divido i 100 titoli più importanti dell'S&P per i 3000 del NYSE vedo che la relazione sta ora salendo. Francamente non mi ha aiutato molto finora nè usare uno nè l'altro rapporto, forse a breve termine il comportamento delle blue chip anticipa le svolte e a lungo termine però l'advance decline indica il trend Modificato da - gz on 12/11/2002 15:23:58

Panico nei bond senza rating - gz  

  By: GZ on Mercoledì 11 Dicembre 2002 13:44

i corporate bond senza rating ITALIANI (credo che in Inghilterra ad es sia difficile trovarne senza rating, non so in francia o germania) sono di due tipi: a) quelli che gli ISTITUZIONALI NON COMPRANO come ad es era quello di Cirio e dove la società ha debiti con la stessa banca che li piazza al pubblico b) altri dove invece gli istituzionali ne hanno comprati e dove non è così evidente che il debito emesso sia stato per rimpiazzare un debito mezzo incagliato al momento in cui le cose sono peggiorate di colpo Come fai capire quali sono ? Non è facile, ad es questo bond di Cementir lo hanno comprato degli istituzionali oppure è solo nelle mani del pubblico ? Se non si conoscono persone sui desk delle banche occorre fare una ricerca sui giornali, non so nemmeno se ci sia l'obbligo di specificare queste informazioni. Ad es se i bonds sono stati emessi prima del 2001 allora è probabile che non siano di quelli "tampone" tipo Cirio, emessi in fretta e furia quando è arrivata la crisi per spostare un debito a rischio verso la banca in uno nelle mani del pubblico Per pagare però il 10% Cementir deve avere o grossi problemi davvero oppure se questo è solo un picco e fino a 2 mesi fa pagava l'8% è un occasione (non ne vedo il grafico)

La Tesi della depressione - gz  

  By: GZ on Lunedì 09 Dicembre 2002 13:36

Murrey Rothbard ??? Qua sotto è stato ricopiato un pezzo in inglese di Murray Rothbard per dire che la FED sta mandando in malora l'economia. La cosa mi fa piacere perchè questo tizio (defunto da un decina d'anni) è un economista liberista della Scuola "Austriaca", versione radicale. La "scuola austriaca" (così chiamata perchè fondata da degli austriaci: Mises, Hayek e poi continuata da americani Hazlitt, Rothbard...) è completamente sconosciuta in italia e anche in europa e i libri non vengono nemmeno tradotti in molti casi (ad es di Rothbard zero e invece raccomando la sua eccellente ^spiegazione delle grande depressione#www.amazon.com/exec/obidos/ASIN/0945466056/qid=1039431633/sr=2-1/ref=sr_2_1/002-7085093-6093636^). In america invece è relativamente popolare e tra i traders ad es ^Victor Sperandeo ne parla in continuazione#www.amazon.com/exec/obidos/tg/detail/-/0471304972/qid=1039431586/sr=1-1/ref=sr_1_1/002-7085093-6093636?v=glance&s=books^. In particolare li citano in continuazione quelli che dicono che l'oro e l'argento devono decuplicare e il dollaro crollare, ad es Robert Prechter, della Elliott wave e poi i fondi ribassisti come ^PrudentBear#www.PrudentBear.com^ Chi lo ha postato forse non si rende bene conto di cosa sostengono. La tesi della Scuola Austriaca è che la FED e le banche centrali NON DOVREBBERO ESISTERE, che le monete dovrebbero essere agganciate all'oro, e che il governo non dovrebbe avere una spesa pubblica superiore al 15% del PIL. E avendo abbandonato questi principi siamo avviati per questo a una seconda fase di depressione prolungata. Volendo banalizzare la tesi "austriaca" è il contrario esatto di quella keyneasiana che viene insegnata a scuola in italia (e totalmente diversa da quella monetarista). L'interpretazione di Rothbard & C è infatti che la grande depressione è stata sostanzialmente causata dalla creazione della banca centrale, dallo sganciamento dall'oro e dall'espansione della spesa pubblica e del welfare state, in sostanza dall'intervento dello stato sia sul fronte del credito e della moneta che della spesa pubblica. Fino al 1912 in america la banca centrale NON ESISTEVA, c'erano solo delle banche private in concorrenza tra loro e che emettevano moneta in modo indipendente una dall'altra e tutto sulla base del gold standard (cioè se portavi le banconote in banca ti davano dell'oro). E non esistevano le tasse sul reddito ad esempio, le aliquote erano del 2%, la spesa pubblica era il 12 o 13% del Pil. Dopo la guerra la Banca Centrale, la Federal Reserve guidata da un tale Benjiamin Strong cominciò a funzionare (e la spesa pubblica cominciò a salire). Nel 1925-1929 la FED cercò di tenere i tassi troppo bassi e di spingere il credito creando alla fine bolla speculativa in borsa. E qui sembra che tutto sia uguale al 1997-2000. La tesi della scuola austriaca è che la soluzione a quel punto era semplicemente lasciare fallire le aziende indebitate, lasciare liquidare, licenziare, lasciare scendere i salari e stipendi, tagliare la spesa pubblica e le tasse e cioè fare come si era sempre fatto dagli inizi dell'800 fino all'ultima recessione, quello del 1920-1921 in cui tutto si risolveva in un anno e mezzo in media. Invece la FED e il governo di Hoover vollero intervenire e fare qualche cosa che non si era mai fatti prima: - La FED allargò il credito (prima non era possibile perchè erano dozzine di banche private a emettere moneta ognuna per proprio conto) - il governo Hoover aumentò la spesa pubblica ( in accordo e in coordinamento con la FED). - nella sostanza il dollaro, il marco, la sterlina, il franco e la lira furono sganciati dall'oro. - e Hoover promosse una massa di lavori pubblici e sussidi, impose di AUMENTARE i salari con una serie di accordi con la grande industria e cercò con una serie di interventi di impedire la chiusura di aziende indebitate o in difficoltà. La stessa politica fu seguita da Roosevelt (contrariamente a quello che si pensa continuò la politica di Hoover) e il risultato fu che solo con la seconda guerra mondiale l'economia si riprese. Ovviamente i keynesiani sostengono che l'aumento della spesa pubblica e l'intervento della FED sui tassi e il credito e lo sganciamento dall'oro furono invece necessari e senza quelli le cose sarebbero andate peggio. E i monetaristi dicono che l'aumento della quantità di moneta fu insufficiente e se la FED avesse pompato liquidità anche nel 1929-1932 si sarebbe risolto. La Scuola Austriaca come Rothbard dicono quindi il contrario esatto dei keynesiani e dei monetaristi alla milton friedman. Se questa visione è corretta allora le economie mondiali sono sostanzialmente bloccate dall'eccesso di welfare state e drogate dall'eccesso di credito. Negli anni '70 e '80 l'espansione del welfare state e dell'intervento pubblico a tutti i livelli ne ha distrutto il potenziale di crescita e negli anni '90 la bolla del credito e poi delle borse le ha drogate dando un illusione di crescita fittizia Di conseguenza nei prossimi 10-15 avranno grossi problemi, ci sarà una deflazione mondiale prolungata che cesserà solo con il ritorno all'uso dell'oro come misura del valore, l'abolizione o neutralizzazione della banca centrale, il ridimensionamento drastico del welfare state e un economia di laissez-faire Questa è in sostanza la tesi più radicale e più pessimista su come andranno le cose nei prossimi anni A lungo termine penso sia corretta, ma a differenza degli anni '30 il margine di manovra della autorità è maggiore ora e hanno l'esperienza passata come guida per cui possono rimandare di qualche anno ancora i problemi Modificato da - gz on 12/9/2002 13:1:51

La Banca Centrale: corso accellerato - gz  

  By: GZ on Domenica 08 Dicembre 2002 16:00

Da quando la borsa scende e in particolare da metà 2001 va di moda dire che Greenspan & company sono degli imbecilli e la causa dei mali del mondo economico. Per gli operatori di borsa viene comodo parlare sempre dei tassi di interesse della FED tutti i giorni perchè sono ragazzi abituati solo a guardare i grafici, che non hanno avuto alcuna esperienza del mondo reale del business e per i quali essere arrivati a capire la differenza tra ROC e Momentum è già un bel risultato intellettuale. Dato che i tassi di interesse che salgono o scendono è un problema binario, bianco-nero pari-dispari sì-o-no, greenspan-abbassa-o-non-abbassa il tasso è alla loro portata. IN REALTA' L'INFLUENZA DELLA BANCA CENTRALE E' LIMITATA, il mondo non gira sulla base del tasso di interesse della FED o di sconto della BCE. Conta molto di più come lo stato spende la metà del PIL che è sotto il suo controllo oppure il tipo e livello della tassazione, il cumulo delle regolamentazioni e legislazioni ad es del lavoro, il peso delle burocrazie, le privatizzazioni reali o fasulle o mancate, il funzionamento della giustizia per i reati finanziari o cose come 100 miliardi di euro fatti pagare per le licenze del 3G. Ma i tassi sì-tassi no è più semplice e ci si concentra su questo. Se il tasso di interesse a 3 mesi a cui la banca centrale europea o quella americana prestano alle banche viene abbassato questo NON influenza direttamente i tassi a 5 o 10 anni. Tanto è vero che fino a questa estate i tassi a 10 anni NON SONO VARIATI dal livello del 2000 nonostante la FED riducesse quello a 3 mesi. E i tassi sulle obbligazioni corporate sono saliti. Le banche centrali abbassando i tassi aiutano il credito al consumo o immobiliare, ma non hanno molta influenza su quello per le imprese. Pensano che per ora sia meglio cercare di evitare una recessione in questo modo. Se avete un idea migliore ditela. Per quanto riguarda la famosa Crescita Della "Quantità di Moneta" bisogna spiegare che non è un rubinetto che la FED o la BCE regolano come vogliono. A dire la verità nessuno capisce bene le sue oscillazioni perchè è una cosa tremendamente complicata. Ad es questo è lo spaccato dell'aumento della quantità di moneta in america la settimana scorsa, quando è aumentata di 20 miliardi di dollari. Se voi mi sapete dire dove c'entra la FED nell'aumento delle sue componenti vincete un premio: "....Broad money supply (M3) expanded $20.2 billion last week, and is up $236.5 billion over seven weeks. For the week, Demand and Checkable Deposits increased $7.1 billion, while Savings Deposits dropped $27 billion. Small Time Deposits declined $1.7 billion, as Large Time Deposits gained $3.6 billion. Retail Money Fund deposits declined $3.6 billion. Institutional Money Fund deposits jumped another $21 billion, increasing three-week gains to $131.5 billion. Repurchase Agreements jumped $10 billion and Eurodollars added $3.7 billion. Non-financial Commercial Paper borrowings declined by $1.6 billion to $159 billion. Financial CP borrowings were unchanged at $1.204 Trillion. Total Bank Credit increased $11.7 billion, following last week’s $24.5 billion decline. Loans and Leases expanded $16.5 billion, with Commercial and Industrial loans adding $5.6 billion. Real Estate loans increased $8.2 billion. Bank Securities holdings declined $4.9 billion. Total Bank Assets jumped $53.4 billion, reversing the previous week’s decline of $51.8 billion. Voilà, ecco la "quantità di moneta", coraggio, mi spiegate come mai queste componenti della "quantità di moneta" sono aumentate (o diminuite) e cosa centri con il tasso dei fondi federali e se ci riuscite vincete forse anche un Nobel visto da una quindicina d'anni la maggior parte degli economisti non riesce a trovare relazioni chiare tra la crescita dell'insieme di questi aggregati e il resto dell'economia e si sono rivolto a altre variabili per spiegarla. In altre parole è molto complicato e difficile capire cosa è giusto fare o non fare con i tassi o la quantità di moneta e solo nei forum se ne parla come se fosse un caso evidente di complotto della P2. Ma se proprio si vuole lo stesso attribuire alla banca centrale come deus ex machina la spiegazione di tutto allora SULLA BASE DEI RISULTATI FINORA RAGGIUNTI ho più fiducia nella FED che in scrive su questo forum lanciando lazzi. La gestione della FED è nelle mani di Greenspan e soci dal 1987 (prima era nelle mani di Paul Volcker). Bisognerebbe spiegare come mai dal 1987 al 2000 allora : i) il dow jones sia salito da 1.800 nel 1987 a 8.700 (alla data di oggi) ii) l'inflazione sia scesa dal 7% allora circa al 2% oggi iii) l'occupazione sia aumentata da circa 100 a circa 140 milioni di persone occupati e in % sia scesa al 6% iv) il PIL sia salito in media più del 3% (in MEDIA) Se sono solo degli idioti lo erano anche dal 1987 al 2000 ne c'est pas ? Oppure sono stati sostituiti da dei cloni e nessuno se n'è accorto ? Se si confrontano i risultati della Banca Centrale Europea sono (nel periodo di riferimento, ultimi 15 anni): a) una crescita che è stata circa un TERZO in temini di PIL e b) un OTTAVO IN TERMINI di occupazione, ovvero il numero di occupati creati in europa è stato di circa 4-5 milioni contro 35-40 in america. c) e il differenziale di rendimento delle borse non c'è bisogno che lo menzioni, basta prendere mibtel o dax e s&p 500. Per ora quindi dovendo scegliere tendo a dare relativamente più fiducia agli idioti della Fed che non a chi li spernacchia su internet ( o anche alla burocrazia CEE) Modificato da - gz on 12/9/2002 0:13:36

Sweet Home Bahrain - gz  

  By: GZ on Venerdì 06 Dicembre 2002 23:05

Secondo Debka Weekly arrivato oggi (edizione in abbonamento) il vero team di ispettori della armi di distruzione di massa irakene non è quello dell'ONU, ma una serie di unità di forze speciali angloamericane, turche e israeliane che operano da 3 mesi in segreto in irak e che si preparano a fare una rivelazione che smentisca la dichiarazione di Saddam prevista per domani. E per questo motivo da 4 dicembre le forze alleate nel golfo sono in allerta. Come noto il nord e il sud dell'iraq non è sotto il completo controllo di Saddam a causa della guerriglia kurda al nord e la resistenza sciita al sud e queste sono per l'Onu "no fly zone" dove in pratica volano solo aerei anglo-americani. Questo ha consentito secondo le fonti israeliane come Debka alle forze speciali come i SAS inglesi e la Delta force di creare delle base in territorio irakeno e da questa estate di inflitrarsi nel paese. Sembra da diverse fonti (anche sul corriere di recente) che le armi batteriologiche e chimiche irakene siano mosse in continuazione su autocarri e altri mezzi mobili in giro per il paese per evitare di essere localizzati dalle ispezioni e dai satelliti spia Questi commando infiltrati hanno il compito di trovare alcune di queste unità mobili irakene che contengono alcune delle armi proibite e smentire Saddam quando dichiari che non sono in suo possesso. Se vogliamo il loro compito è di creare il casus belli per l'intervento militare. In tutto questo gli ispettori ONU sono solo una facciata (ed è ovvio che da soli sarebbero completamente impotenti a trovare e controllare alcunchè) Per chi non credesse all'uso di forze speciali in iraq che operino nel modo descritto sotto da Debka, oltre che esser stato accennato pubblicamente da Don Rumsfeld (segreatario alla Difesa americano) consiglio di leggere (tradotto in italiano): "Pattuglia Bravo Zero Due" di Andy Mc Nab, un ex-commando inglese infiltrato in iraq prima della guerra del golfo, poi catturato dagli irakeni e rilasciato in segreto dopo la guerra ). Tra l'altro come libro si legge d'un fiato. ------------- DEBKA WEEKLY ------------------------------------ The False Front and the Real Inspectors The hunt for Iraq’s weapons of mass destruction ends its first week on a surreal note. The real job is not in the hands of the chief UN inspector Hans Blix, or even the International Atomic Agency inspector Mohammed el-Baradei. It is certainly not being handled by the teams rushing around ahead of the TV cameras from one suspect site to another. DEBKA-Net-Weekly’s intelligence sources have discovered that a special multinational task force, made up of special elite units and armed with combat helicopters and aircraft, spy-planes and satellites, is in fact on top of the mission. Unlike the UN team which is based in Baghdad, the concealed team of investigators has fanned out across the country. One well-placed source disclosed: “Our men in the field know where 90 percent of Saddam’s missiles and unconventional weapons systems are located, even the mobile ones that are moved from place to place every hour. We are keeping them under tight observation because when the war begins and Saddam orders his men to activate them, we want to be there before they hit the triggers.” According to our sources, this highly sensitive, elaborate and secret inspection project has been going for more than three months. Its success could pre-determine the course of the war before it begins. Its members are drawn from five nations: the United States, Britain, Israel, Jordan and Turkey. They operate under the Special Forces command at Al Udeid in Qatar and its sub-command in the Jordanian base of Mafraq. For the purpose of the search, Iraq has been divided into 16 squares, each the province of an elite unit for a set period. The Talil air base complex in north Iraq, for instance, with its air fields, missile bases and air defense batteries, was assigned for the first three weeks of December to US special forces, while the H-2 air base complex is under the purview of an Israeli unit for the same period of time. When these units end their tour of duty, they return to base and are replaced. All the units on this mission are briefed down to the last detail on the unconventional weapons in their zone, their precise locations and the names of the Iraqi officers and men assigned to the site. They keep watch around the clock over the comings and goings inside those sites and are on the ready at all times to move in and seize the facility if ordered to do so. Conscious of the eyes constantly watching them, the Iraqis have made almost all their weapons systems mobile and are perpetually shifting them. Often the observers jump to false alert as a result of Iraq tricks, such as starting up the engines of giant trucks, usually Mercedes, and making as though to move out. Twenty minutes later, the engines are switched off. A convoy may set out without warning after midnight for an unknown destination. The watchers follow – only to discover them turning round at 4 am in the middle of the desert and driving back to base. Each of these elite units is afforded broad autonomy of action. They may call up reinforcements as needed, or air assistance from their home base. The Turkish northern Iraqi observation unit, for example, is in the care of the south Turkish military command. Any urgent medical aid requirement will therefore be supplied by the Turkish air force. The same applies to the Israeli units who are at liberty to call up Israeli air force planes and helicopters as needed. However, when aerial bombardment is called for to prevent the movement of weapons from one square to another, or air cover is required in the frequent cases of the special units coming under artillery or tank gun fire, the request for aerial assistance is routed through the US headquarters in Qatar or Jordan and US and UK warplanes scramble to raid Iraqi military targets. Most of the dozens of “Western” or “allied” air sorties against Iraqi ground targets that are reported every few days are connected, DEBKA-Net-Weekly’s military sources can reveal, with Iraq’s maneuvers around the hiding places of its weapons of mass destruction. DEBKA-Net-Weekly’s military sources say this invisible arms inspection project has a dual purpose: it pins down the suspected weapons of mass destruction under close observation and siege; it supplies the Bush administration any data inaccessible to the UN inspection teams that may be needed. Therefore on December 7, when Iraq submits to the UN Security Council its promised list of arms, to prove it has no long-range missiles of unconventional weapons - 1,000 pages have been promised - President George W. Bush can order General Tommy Franks to produce proof that the Iraqi list is false. All the general needs do is to order the elite unit guarding any one of the 16 squares to seize a weapons system, possibly with its Iraqi crew. Since no one has any notion of how Saddam Hussein will react to this denouement, all American and allied forces in the Middle East and the Gulf were put on a high state of preparedness as of Wednesday, December 4. These revelations provide backing for the statement by White House spokesman, Ari Fleischer, on Thursday, December 5, that “the United States will provide intelligence to the United Nations inspectors on Saddam’s weapons”. He insisted that the US possesses solid evidence that Iraq has weapons of mass destruction, despite Baghdad’s denials. Asked if the United States was headed towards war, President Bush said: “That’s a question you should ask Saddam Hussein.” Modificato da - gz on 12/6/2002 22:12:38

Ora stare liquidi rende zero - gz  

  By: GZ on Giovedì 05 Dicembre 2002 16:03

Bene, all'assenza di qualsiasi intervento della Banca Centrale Europea si è ora rimediato. Serve a poco per l'economia perchè i problemi sono "strutturali" come si suol dire, ma perlomeno con questo taglio dei tassi i prodotti a rendimento garantito monetari nonchè i pronti contro termine faranno fatica a venderli. Al momento con questo taglio dei tassi non ci sono prodotti monetari che rendano più di ZERO in termini reale e al netto delle tasse. Duisenberg ha però detto che la PERCEZIONE dell'inflazione delle famiglie in europa è del 5% secondo gli stessi sondaggi che la BCE fa, a causa dell'introduzione dell'euro e di altro. Quella ufficiale è appena sopra il 2%. Quindi se uno pensa alla percezione dell'inflazione delle famiglie i rendimenti reali dei pronti contro termine o altri investimenti a breve "sicuri" sono negativi di molto e comunque sono zero anche in base all'inflazione misurata. Poi ci si stupisce che ci si butti sull'immobiliare oppure che un piccolo rimbalzo di borsa risvegli l'appetito per il rischio. Più di così per aiutare le borse cosa si poteva fare ? (l'economia è un altra cosa) (n.b. sono per il "riciclo dei vecchi topic" onde cercare il filo logico mese per mese di quello che succede) Modificato da - gz on 12/5/2002 15:16:36

La FED Inflaziona l'economia - gz  

  By: GZ on Giovedì 05 Dicembre 2002 01:24

Il commento du jour è quello ^uscito ieri di Bill Gross, il super manager di Pimco #www.pimco.com/index.htm^ il quale a sua volta commenta il discorso del governatore della FED Bernanke. Il quale tre giorni fa ha detto testualmente : "... la Fed ha una tecnologia che si chiama la "stampa di dollari" e consente in caso di bisogno di stampare quanti dollari si vuole...". Come noto da quando Soros è andato in pensione Bill Gross come manager di circa 300 miliardi di dollari (1/3 del pil italiano) a Pimco è il più grande gestore del mondo. Ovviamente è il più grande del mondo anche perchè i maggiori fondi azionari si sono "ristretti" ora e il suo fondo (che maneggia solo obbligazioni) ha ricevuto valanghe di miliardi di gente che scappava dalla borsa. Bene, Bill Gross fino a questa estate parlava dei pericoli della deflazione e quindi di ulteriori rialzi dei ^bond#^. Ora invece prende atto che la Federal reserve ha gettato il suo peso per inflazionare l'economia a tutti i costi e avverte che sulle obbligazioni a lungo termine governative il rialzo è finito. Come tutti Bill Gross ha notato non solo il taglio di 50 punti di ottobre dei tassi di Greenspan, ma anche il suo discorso in cui ha detto che i tassi possono andare a zero se necessario. E soprattutto il pesante intervento di uno dei governatori della FED Bernanke che la settimana scorsa ha tenuto un discorso abbastanza sensazionale a NY (autorizzato da Greenspan): "Deflation: Making Sure `IT' Doesn't Happen Here." In cui ha detto che pur di evitare la DEFLAZIONE la FED: a) taglierà i tassi a zero e poi compreranno obbligazioni e non solo quelle a 3 mesi, ma anche 1 o 2 anni se necessario pur di aggiungere liquidità al sistema b) e se non basta interverrà a comprare obbligazioni corporate c) e se non basta interverrà a comprare persino obbligazioni di governi esteri in forma travestita (e quindi indebolirà il dollaro) Tutto questo rimanda al titolo che ho dato a questo topic.... Modificato da - gz on 12/5/2002 0:41:11

Edison è una call - gz  

  By: GZ on Mercoledì 04 Dicembre 2002 13:41

La vicenda di Italenergia ora quotata in borsa e che va a fondersi con Edison, nella quale si trova tutto quel che resta dei gruppi Ferruzzi e Montedison, è estremamente complicata. Coinvolge Fiat, le principali banche italiane, EDF, francese il primo gruppo elettrico europeo per dimensione e tanto altro. Delle dozzine di commenti in giro cito questi due. In sostanza tutta l'operazione ha bisogno come dell'ossigeno che le borse salgano per far quadrare i conti, in particolare per le banche, ma anche per Fiat. Fiat ha ricevuto favori molto grossi da EDF che è la più esposta e dalle banche e tutti ricevono favori dalla Consob. Fiat con l'acqua alla gola è indebitata con le stesse banche azioniste di Italenergia e quindi le tiene in un certo senso in pugno. Il titolo è un buco nero per l'azionista che voglia investire data la serie infinita di manovre, pareri consob, tariffe del governo in sottofondo, ma è anche una call sugli gli indici. Se queste si mettono a salire tutto migliora nella complessa operazione per fiat e le banche. Se invece scendono sono guai. Non è la borsa che ha bisogno che l'economia migliori è 'economia che ha bisogno che laborsa salga ---------- Massimo Muchetti - Espresso --------------- Il primo dicembre 2002 il titolo di Italenergia quotato in Borsa. Ma ben presto tutto tornerà come prima, almeno nelle denominazioni. Italenergia, infatti, si fonderà con la sua unica controllata, la Edison, nella quale si trova tutto quel che resta dei gruppi Ferruzzi e Montedison e ne assumerà la ragione sociale. La fusione sembra penalizzare i soci di minoranza. Italenergia, che è la società attraverso la quale Fiat, Edf, le banche e la Tassara hanno scalato il gruppo di Foro Bonaparte, stima Edison 10,5 miliardi di euro quando in Borsa ne capitalizza non più di 5,7. Contrariamente alle apparenze, tanta generosità appare sospetta, perché fa il gioco di Italenergia, che ha debiti per oltre 5 miliardi di euro. Il gioco funziona così: il signor Rossi, poniamo, ha una partecipazione del 50 per cento nella società alfa e questa sua partecipazione vale 100 euro coperti metà con mezzi propri e metà facendo debiti in banca; se il signor Rossi si fonde con la società partecipata, avrà una partecipazione post fusione pari a un terzo della nuova società. Se, invece, rivaluta sulla carta il valore della società partecipata dai primitivi 200 euro a 400, la partecipazione post fusione, rimanendo fermi i debiti, salirà al 43 per cento.Italenergia, secondo le regole, dovrebbe avere almeno il 25 per cento del capitale diffuso in Borsa. La Consob le ha accordato uno sconto: sarà sufficiente un flottante del 22,5 per cento. E tuttavia il flottante non salirà oltre il 17,7 per cento: sarebbe bastata in sede di fusione una valutazione della Edison più aderente a quella di mercato e tutto sarebbe andato a posto. Ma una valutazione diversa avrebbe messo in difficoltà le banche che hanno appena rilevato dalla Fiat il 14 per cento di Italenergia a 576 milioni di euro, che equivale al valore della proporzionale quota di Edison secondo lo schema di fusione. Alla Fiat con l'acqua alla gola, indebitata con le stesse banche azioniste di Italenergia, non si poteva rifiutare il piacere. E tutti assieme adesso sperano nella ripresa dei corsi. Perché nel 2005 le banche e Tassara potranno vendere al monopolio di Stato francese Edf, ma non è chiaro se lo faranno sulla base di un prezzo protetto, o ai valori di mercato, che oggi sono pari alla metà dei valori di fusione.Le quotazioni future della Edison (il nome Italenergia rimarrà per poco) dipendono molto dal piano di dismissioni che Umberto Quadrino, il manager mandato dalla Fiat, riuscirà a portare a termine e dall'andamento dei prezzi dell'energia elettrica. I primi sei mesi del 2002 si chiudono con un utile molto alto, grazie ai proventi straordinari frutto delle dismissioni. E tuttavia, se già consolidasse Italenergia, Edison chiuderebbe in rosso per 42 milioni di euro. Se poi ci limitassimo a considerare le sole attività destinate a rimanere, depurando il conto economico dai risultati di carattere straordinario, il sistema Italenergia-Edison perderebbe nel semestre ben 244 milioni di euro. Al 30 giugno 2002, del resto, il gruppo Italenergia-Edison aveva 10,5 miliardi di debiti al netto di 600 milioni di liquidità e titoli negoziabili, contro mezzi propri pari alla metà. La speranza di Quadrino è che il calo del debito in seguito a ulteriori dismissioni determini una riduzione degli oneri finanziari superiore a quella del risultato operativo delle società vendute. ---------- BreakingViews --------------- Edison: Edison is likely to go down in corporate history as one of those ventures that everybody wished they had never got involved in. But, of the various partners who clubbed together to take control of the Italian energy group, the one that must be regretting it most is Electricite de France. Not only has it agreed to buy out its partners at inflated prices; the French electricity giant is also bearing the lion's share of the E2.1bn burden for bailing out Edison. Not that any of the partners in Italenergia Bis (IEB) - the vehicle through which they control Edison - will be able to duck the blow. One time ring-leader Fiat is going to have to contribute about E105m. That's a small chunk of the total - and, indeed, less than its share of the burden. But for a group in such dire financial straits, it's still going to be hard to rustle up the cash. Investors will be curious to see where Fiat finds it. Fiat's faithful banks - Capitalia, Intesa, SanPaolo Imi - are also facing some pain. They have, it seems, managed to get EdF to guarantee a E120m share of their bill for recapitalising Edison - the money in relation to their original stakes in Italenergia. The French group will give them a put option on the new shares they buy with this cash. But the agreement with EdF doesn't stretch to the extra slab of shares they bought from Fiat in the summer. To follow that money will cost them about E 75m. Worse, the banks seem to have been roped into the consortium that will underwrite the chunk of the recapitalisation reserved for the market. That's another E550m potential liability to be shared out somehow. The last remaining shareholder in Italenergia, Romain Zalesky's Tassara, will also have to stump up the cash for its 20% stake - or over E100m Still, it's the French that end up with the short straw. EdF doesn't just have to fork out some E100m relating to its own stake in Italenergia. It has to cover E120m of the cash the banks are putting in. What's more, a E1bn loan that Italenergia made to Edison is also going to be converted into equity. EdF has already guaranteed the borrowing Italenergia took on to supply the loan. So it looks like it is effectively going to be on the hook, in one way or another, for a full E1.2bn. Edited by - gz on 12/4/2002 13:37:14

tutto il secolo in un solo sguardo - gz  

  By: GZ on Mercoledì 04 Dicembre 2002 00:40

Ogni volta che la borsa prende una legnata ora alla sera trovo nella casella di mail un altra promozione di Bob Prechter (il più famoso guru orso) con una settimana gratis del servizio, un giorno al mese gratis, un report gratis o altro. D'altro canto Prechter ha 20-25 analisti che lavorano al suo servizio da mantenere per cui un poco di marketing lo deve fare. Comunque il grafico che mette oggi è interessante, ti da la prospettiva della borsa americana dal 1910 a oggi in un solo sguardo (il messaggio di Prechter è oggi: " Esci fino a quando sei in tempo...". L'istinto umano credo che sia quello di vedere qualcosa di "troppo alto" come soggetto poi a cadere e qualcosa di "troppo basso" come soggetto poi a risalire Sicuramente guardare questo andamento del DOw Jones del secolo suggerisce qualcosa di troppo alto (anche se potrebbe suggerire che siamo entrati in un canale di crescita più alto, sicuramente mostra che siamo in una sitazione storica nuova ) Modificato da - gz on 12/3/2002 23:51:57

corporate bonds reagiscono ora per primi - gz  

  By: GZ on Martedì 03 Dicembre 2002 15:24

ieri Brian Reynolds, il guru indipendente dei corporate bonds e finora abbastanza azzeccato nei suoi giudizi, ha spezzato una lancia per i bonds di worldcom una cosa che non sapevo che spiegava tra l'altro Reynolds è che in america per ragioni di chiusura di bilanci dei dealers del mercato corporate novembre è un mese quasi sempre negativo Per altre considerazioni sui corporate vedi qui di fianco quanto detto su Fiat. In sostanza il loro andamento interessa e molto anche chi ha azioni perchè abbiamo toccato in ottobre i massimi degli ultimi 10 o 15 anni nelle spread verso i treasury bond (indicando massimo stress per le aziende e il loro debito) Perchè le azioni possano recuperare occorre che le obbligazioni corporate riducano il differenziale con i bonds e come si vedeva anche dai grafici dei bonds Fiat i corporate bonds reagiscono ora per primi rispetto alle azioni Modificato da - gz on 12/3/2002 14:26:59

Il più grosso rimbalzo dei corporate - gz  

  By: GZ on Martedì 03 Dicembre 2002 01:47

La notizia degli ultimi giorni, ormai anche sui titoli dei giornalie e dei notiziari, è che i bonds corporate hanno avuto il più grosso rimbalzo dell'anno. Qui si era parlato di quelli di Fiat in ottobre e in altra sede di quelli di Ford. Chi li ha comprati ha fatto molto meglio che con il titolo azionario (vedi il grafico a fondo pagina) In generale dal 10 Ottobre, la spread dei BB con quelli AAA si è ridotta a 1.95% da 2.67%. Quella dei junk bond a 8.97% da un massimo record di 10.97% in ottobre I T-Bond hanno perso circa -1% nell'ultimo mese e i junk bond in media guadagnato un 6% ----------------------------------------------------- Corp. Bonds Enjoy Year's Biggest Rally NEW YORK (Reuters) - U.S. corporate bonds are enjoying their biggest rally of the year: issuance is surging, prices are rising and investors are gaining confidence. Household names such as Campbell Soup Co. (CPB.N) and Levi Strauss & Co. are selling bonds this week, hoping to tap what investors call a surfeit of cash. Last week at least 43 companies sold $18.9 billion of bonds, the most since March. At least 11 more are selling another $3.4 billion this week.``There's clearly a momentum building,'' said Michael Dineen, who helps invest more than $5.5 billion in bonds for MONY Capital Management in New York. ``Naturally, people are going to want to catch up and get more yield.'' Investors fed up with low-yielding U.S. government bonds are seeking higher yields on riskier bonds. These investors hope the U.S. economy and corporate earnings will grow, following the Federal Reserve's No. 6 interest rate cut, and that giant credit blowups such as at WorldCom Inc. (WCOEQ.PK) are largely past. They have shrunk the yield gap, or ``spread,'' on corporate debt over U.S. Treasuries to their lowest levels since mid-July, a sign they see less risk. Such optimism has helped propel the Standard & Poor's 500 stock index (.SPX) to a 20 percent gain since early October. Several analysts also said the takeover of consumer finance company Household International Inc. (HI.N), a big issuer, by Britain's HSBC Holdings Plc (HSBA.L) helped corporate bonds. Campbell, based in Camden, New Jersey, sold $400 million of 10-year notes yielding 5.023 percent, just 0.88 percentage points more than 10-year Treasuries. It boosted its sale by $100 million after receiving nearly $1 billion in bids, people familiar with the sale said. ``Market conditions are right and rates are low, which make it an attractive time to finance,'' said spokeswoman Michelle Davidson. HIGH-YIELD, HIGH GAINS Last week, investment-grade issuers such as International Business Machines Corp. (IBM.N) dominated bond sales, selling at least $16.6 billion of bonds. This week, several ``junk'' rated companies are also selling bonds, led by $925 million from R.H. Donnelley Corp. (RHD.N). The creator of what is widely considered the first U.S. phone book boosted its sale from $750 million, after receiving what investors called strong demand, to help it buy Sprint Corp.'s (FON.N) phone book business for about $2.23 billion. Professionals measure corporate bond movements in two ways: how much the bonds gain or lose, and by their spread. Merrill Lynch & Co. said that since Oct. 10, the spread on investment-grade bonds has shrunk to 1.95 percentage points from 2.67 percentage points, and on junk bonds to 8.97 percentage points from a record 10.97 percentage points. That narrowing has translated to big price gains. In November, investment-grade bonds are up 1.38 percent and junk bonds up 5.76 percent, Merrill Lynch said. Annualized, that translates to 23 percent and, for junk, a dot-com-bubble-like 134 percent. Treasuries are down 0.83 percent this month. ``On a geopolitical and economic basis, investors are starting to feel more comfortable,'' said Kingman Penniman, president of KDP Investment Advisors Inc. in Montpelier, Vermont, a high-yield research firm. ``This rally came off of one of the biggest bear markets we've had, from July to October,'' said Ron Bringewatt, who helps invest $1.5 billion for TimesSquare Capital Management Inc. in New York." Modificato da - gz on 12/3/2002 0:56:37

Poco Ottimismo - gz  

  By: GZ on Lunedì 02 Dicembre 2002 15:17

E il bello è che non si vedono eccessi di ottimismo: venerdì sera ero andato short in chiusura: sabato ho guardato le copertina di "Milano Finanza" e "Borsa e Finanza" e ho capito che perlomeno per oggi mi ero sbagliato: invece di parlare di rialzo avevano le polizze Unit Linked e mettevano in guardia contro i bonds senza rating ! Le copertine dei settimanali di finanza sono un "sistema" da sole: fino a quando non mettono qualche bel toro in copertina con la parola "Toro" in grande e preannunciano "il rally di fine anno" non si sbaglia E il sondaggio del weekend sul fib30 indicava un calo di 3% dell'ottimismo (tra tori -2% e orsi +1%) nonostante l'indice fosse salito In due settimane il MIB30 è salito da 24.300 a 27.00 un +9% e la % di Orsi è salita dal 30% al 33% !!!! Speriamo che non si sparga la voce ----------------------------------------------------- Risultato del sentiment SETTIMANALE della settimana dell'anno 2002 Data: 02/12/2002 10.14 Sale: 45% Neutrale: 22% Scende: 33% Partecipanti: 349 Risultato del sentiment SETTIMANALE di 1 settimana fa Sale : 47% Neutrale : 22% Scende : 32% Partecipanti: 405 Risultato del sentiment SETTIMANALE di 2 settimane fa Sale : 45% Neutrale : 24% Scende: 30% Partecipanti: 398 Modificato da - gz on 12/2/2002 14:23:2

Leutehold : S&P a 1.100 - gz  

  By: GZ on Lunedì 02 Dicembre 2002 13:17

copio e incollo qui lo scenario che sabato su "Barron's" ha tracciato un vecchio lupo della borsa (vedi foto) Steve Leutehold, che era orso da parecchio tempo. Indica un altro +25-30% da qui per gli indici e S&P a 1.100, ma quello che conta sono i ragionamenti di Leutehold perchè è uno molto rispettato. Notare due cose : i) il P/E Mediano (cioè non pesato per la capitalizzazione, quello che calcoli su tutti i titoli pesati uguali) è solo di 13 volte gli utili per le Small Cap in America. Con inflazione al 2% e tassi di interesse a 10 anni al 4% è un valore molto basso. Con la ripresa può salire a 18-20 volte gli utili come massimo ==> BUY SMALL CAP ii) lo studio che cita per il quale una DEFLAZIONE leggera (dell'ordine del -1% o -2% di variazione dei prezzi) storicamente per le borse americane è stata positiva, quindi la preoccupazione per la deflazione è esagerata come minimo. ------------------------------------------------------ Barron's: You turned bullish in October. Why? Leuthold: Our major-trends index has about 180 different components to it, and in the early part of October there were more positives than negatives for the first time in a long time. On a valuation basis, though the market wasn't cheap, it was no longer overvalued. It was roughly around median valuation levels. On 3,000 stocks we track internally, the median P/E is now about 17. The cap-weighted P/E is, of course, higher. If we take the median P/E on the top 300 stocks in terms of market cap, it is about 19.7. If we put any credence at all in First Call consensus estimates for next year, the median P/E would fall to 13.4, and the top 300 large caps are still 15.7. Those are not outrageous valuations, nor are they terribly cheap. Historically, the average P/E on the S&P has been about 15.5, so if you take the top 300 and if the First Call consensus is right -- which I can't recall it ever has been -- then 15.7 is right in line with historical levels. But we could be in an environment in which analysts may be underestimating earnings, especially in technology, conditioned as they have been for the past 2½ years to expect the worst. At any rate, historically, buying at median valuation levels hasn't been all that bad. About 75% of bear markets stop around median valuation levels. Q: Are you prepared to say this bear market has ended? A: Yes. It's a new bull market. It is not a super bull market, but a bull market nonetheless. In our core fund and in the portfolios we manage, we lifted the equity portion of our asset-allocation models to 50% on Oct. 1 from 38%. We went to 60% on Oct. 9. It could be the first time I've ever bought at a bottom. Now we are 70% invested in equities, and that's our normal maximum. Q: Is it a cyclical bull within a bear market? A: It is not a bear-market rally. It is more like the bull markets we had after the secular bear market in 1973-74. Before the market really got going again then, it moved up about 75% from the lows. This time the market might advance 50% from the lows, which is more typical. That would get the S&P 500 to 1200. We've had a secular bear market -- the decline in the Nasdaq was 77% peak to trough, and that compares just about exactly with the decline in the Value Line Index back in 1973-74 from its peak in 1968. This time, however, we didn't get to the super-low valuations of 1973-74. After all, we don't have 12% inflation and 13% rates on the long bond like we had back then, either. There have been a couple of extended periods where the market's gone to the bottom quartile of valuations. One of those periods was from 1974 to 1982, where we had P/E multiples of 10-12 because inflation was raging and interest rates were high. The only other time we've seen another extended period like that was in the aftermath of World War II, from 1946 to 1951-52, where multiples stayed low because the prevailing attitude was that we were heading back into a depression. People were just scared to death of stocks. Q: People see a lot of parallels with the 'Thirties and today's environment. They're concerned about corporate profits and deflation. Do you draw the same parallel? A: No. In the 'Thirties, corporate profits were completely eradicated and the Cowles Commission Index, the predecessor agency to the S&P, was showing zero earnings and even losses for the 400-500 stocks in the index. We've been redoing a study we first did in 1980 on deflation, and it shows mild deflation -- that is, deflation that doesn't run higher than minus 2½ -- has actually been pretty constructive for the stock market. Stocks have typically outperformed, up an average of 18% in those years in which deflation runs between zero and minus 2½%. Only years of big deflation, such as existed in the Great Depression, are hugely negative for stocks. Q: Where are we on the spectrum now? A: The consumer-price index is around 2.7%. That's inflationary, not deflationary. If the CPI moves up by just two-tenths of a percent in the next two months, we'll end the year at 3% inflation in the CPI. That's our projection: 3% by year end, and that's merely because we are knocking off two months, November and December of 2001, which were deflation months. People are concerned about deflation next year, but I don't think you are going to see it. I expect we'll see relative price stability somewhere between 2%-3% inflation next year but nothing in a deflation mode. This economy is not in tough shape. Year-to-date we have 3% real GDP [gross domestic product] growth and we could see as much as 4% in the fourth quarter. One of these days the double-dip crowd is all going to retire and go back into their caves. Q: So why the disconnect? Why doesn't the market reflect the growth or stability you see in the economy? A: We have never seen a period like this where in the first year of an economic expansion the market has just continued to go down as it did until Oct. 9. That is very unusual. There were two factors probably at work: No. 1 was 9/11 and concerns about terrorist activities, and the other is that the late 'Nineties was an unprecedented period of overvaluation -- even more overvalued than 1929. That might explain why the market came down so much as the economy was actually improving. Q: If the market had become more overvalued than at any other time, isn't it a little unreal to think the unwinding would play itself out in such a short period? A: People lost more money in this bear market than they ever had before. It's been bad. About 52% of households owned mutual funds at the peak while back in 1929 it is estimated that only about 6% of the public was involved in the stock market. The public is still very upset. The latest figures we have show fund redemptions of about $5 billion in November. They're redeeming into this rally, and that is very similar behavior to what the public showed in the mid-'Seventies. Then, redemptions ran for 12 years. Q: Do you think redemptions could be problematic for the market going forward? A: It could be. I would expect we are going to see net redemption in mutual funds generally for the next three or four years. But it's important to remember that prior to 1997, the public was never the driving force in the stock market. Prior to that it was the professionals. I think we will see that again. Q: With redemptions running high, where's the money going? A: We have seen a lot of cash flowing into bond funds. Already, $150 billion has flowed into bond funds this year, which is a one-year record. But there have been net redemptions in small-investor money-market funds. This is one of the reasons why consumer spending has held up so well. When people look at the alternatives to the stock market, they think it makes sense to buy a car or a house. Even if the car depreciates 50% in the first two years, you are still probably better off than if you had your money in the stock market. But all these underfunded pension funds are likely to be making contributions in 2003, some of them for the first time in 10 years, and it isn't going to go into the bond market and it isn't going to go into short-term stuff because the funds are still making long-term assumptions of 8½%-9%, and so a lot of it will flow into the stock market. It ought to be enough to replace the missing public as a source of demand. Q: Is it wise for people to be still thinking of the bond market as a haven? A: No. You really have to feel sorry for people. They bought the stock market at the top, especially the tech stocks in first quarter of 2000. Now there are net redemptions in the stock market and it is all flowing into the bond market at probably the peak there as well. We were bullish on the bond market from 1981 up until four-five months ago. The secular bull market in the bond market is all over. We sold the last of our high-quality corporates about three weeks ago. Treasuries seem to be outrageously expensive. The only part of the bond market we like are the high-yield bonds. About 15% of our assets are now in high-yield bonds -- that's up from 5% at the beginning of the year. The spreads we see today, although they've narrowed somewhat, are still close to the widest in history. The economy is improving. A lot of the bankruptcies in the telecom area are out of the way. High-yield is the only really attractive part of the fixed-income spectrum at this point. The jury is still out on telecom issues, so we would look carefully at a fund's concentration to that sector before investing. Including income, we are getting 10%-11% yields now, and in the next two years we could make total returns of close to 20% per year. The fact that so many people are still cautious about the high-yield sector makes me feel pretty good about it as a contrarian. Q: Getting back to the stock market, are there certain asset classes that look more attractive than others? Is large cap more attractive than small cap, for instance? A: In October, the large caps led the small caps, and that's typical in the early stage of a bull market. Now we are starting to see smaller-cap stocks shine quite a bit more. I would expect that this cyclical bull market will favor small- and mid-cap stocks, not large caps. Our large-cap set, even if we smooth out earnings, is trading at 18-20 times earnings, and that's not cheap. But if we smooth out the earnings for smaller-cap stocks, the multiple there is around 13. There is a significant P/E discount differential between large and small, and the smaller caps are likely to do better over the cyclical bull market and small-cap growth stocks may outshine small-cap value stocks. Value stocks have been leaders now for the past 2½ years, and some of our momentum work shows the trends are shifting in favor of growth. Q: What are your favorite sectors? A: We have abnormal concentrations relative to the S&P in three areas. One is technology, where we have about a 21% weighting versus the S&P's 15%-16%. Some might call our holdings "chicken" technology because our holdings are in office technology companies such as Canon and Xerox. But we also have a pretty good chunk -- about 10% -- in the networkers, and Cisco leads that. Another area of overconcentration, but one we might be paring back in the next six to nine months, is in the consumer cyclicals. The consumer is still alive and well, getting a kick from refi and the fact there is no good place to put your money from a savings standpoint. We have about 11% in specialty stores such as Williams-Sonoma, Linens 'n Things, Pier 1 Imports and Borders Group. Then we have about a 10% position in consumer electronics, companies such as Philips Electronics and Sony and Matsu****a. The third area we are overweight is energy. We have about 18% in the drillers and exploration companies, mostly as a hedge in the event of war against Iraq. There is at least a 50% chance we never attack Iraq, but we are keeping a hedge going just in case. Q: Why are you likely to pare back on the consumer side? A: We are going to have to see some improvement in terms of capital expenditures coming on next year in order to keep this economic expansion going -- because the consumer won't be the prime mover of the economy the next two years. We are going to have some support here pretty quick. That said, retailers are going to have a better Christmas this year than most people think, and the year-over-year comparisons are going to be pretty darn good. Q: Is there any evidence to suggest business spending will pick up? What did you think of the last interest-rate cut? Did we need one at all and did we need one as deep as it was -- and where does it lead? A: In the short term, it was a big negative because people, including most professionals, thought there must be something the Fed sees that isn't visible to anyone else. But nothing surfaced and I've come to see it as unnecessary. It created all kinds of problems in, say, the commercial paper market, which has dried up because people aren't going to invest in commercial paper for a 1¼% yield no matter how good the credit is. From the savers' standpoint, he stuck it to all the retired people that depend on certificates of deposits to supplement their Social Security. And obviously the first 11 cuts didn't stimulate any rush toward the bank to borrow money to build plants and expand. It certainly had an impact on the housing market by bringing mortgage rates down. But other than that, it was pushing on a string. Q: Do you think it was designed to give some legs to the consumer and buy some more time for capital spending to kick in? A: Perhaps, but there's the risk of creating the same kind of bubble in housing valuations we had in the stock market. We've seen what has happened to the prices of homes, although it seems to be slowing a bit now. These interest-only mortgages are a real bomb waiting to go off, because as soon as interest rates go up again, those people are going to be in really tough shape. Q: What are some of the positive indicators that make you confident we're in a bull market? A: We are seeing a mild uptick in inflation, which most people don't perceive at this point. It is still at very low levels, but anything below 3% is very, very positive, as we look at it. The trend there is that it stays flat and moves sideways. The leading economic indicators are still coming in on the positive side as far as we're concerned. There's also profit momentum. Even though no one knows how to calculate earnings these days, we do know that they are going up. The momentum has shifted and earnings are going up, and that's great. Labor costs have held steady. And interest rates are certainly low, maybe they went too low. But nevertheless they are low, so that's positive. We also view the mutual-fund redemptions as a positive in the sense they are a contrary indicator of investor psychology. In that sense, it confirms for us this is probably a bottom. Q: You run a short fund -- the Grizzly Fund. Are you still finding lots of short opportunities? A: The mandate for that fund is to be 100% short always. The fund has lost 8% in November because of that. But personally and from our money-management accounts we lifted our last hedges Sept. 30. In my letter to shareholders of the Grizzly Fund, I suggested they do the same thing and some of them did. We've had a pretty good run off of assets since that... Modificato da - gz on 12/2/2002 14:28:7

L'Asia è la migliore - gz  

  By: GZ on Lunedì 02 Dicembre 2002 13:03

Negli ultimi 6 mesi le borse asiatiche hanno mostrato una volatilità (ad es come deviazione standard delle chiusure) inferiore a quella delle borse europee e americane. Questo per la prima volta da non so quanti anni, non ho fatto uno studio, ma a occhio direi che è la prima volta da sempre. Non solo quindi il loro rendimento in % è stato in media migliore (hanno perso quasi tutte meno delle occidentali) ma anche con meno rischio (meno volatilità). Inoltre come noto la bassa volatilità tende ad accompagnare le borse quando salgono (" è toro") e l'alta volatilità quando scendono ("è orso") Modificato da - gz on 12/2/2002 12:5:1

Record di vendite a Wal Mart - gz  

  By: GZ on Lunedì 02 Dicembre 2002 11:59

Forse dietro al rimbalzo non c'è solo lo schiacciamento dei ribassisti orchestrato da Alan Greenspan (che ha avuto successo proprio perchè nessuno credeva al suo taglio). ^Wal Mart#^, la catena di grandi magazzini più grande d'america, ha avuto questa settimana in occasione della festa del Thanksgiving il suo record di vendite DI TUTTI I TEMPI. Può darsi che questo record sia stato fatto anche a spese di concorrenti, non so. Ma in un mercato in cui da mesi si parla solo di come il consumatore americano sia ormai alla frutta a forza di spendere è il tipo di notizia che rende nervosi quelli che sono rimasti fuori dal mercato o sono short Modificato da - gz on 12/2/2002 11:6:3

Banca Intesa - gz  

  By: GZ on Domenica 01 Dicembre 2002 15:46

Commerzbank venerdì abbassa ^Intesa#^ a Sell, target a 1.5 (siamo a 2.17). Deutsche Bank l'ha appena messa nella focus list target a 2.6. Breakingviews venerdì loda Passera per la manovra sul capitale (in pratica Intesa è una delle pochissime banche europee di cui parla bene). Ci sono 8 SELL oggi contro 5 sell 3 mesi fa, 10 Buy contro 14 buy 3 mesi fa e 10 Hold Quando i pareri divegono in questo modo su un titolo sta per succedere qualche cosa. Leggere con attenzione quello che dice Breakingviews. ------------------------- Commerzbank ------------------------------- Commerzbank cuts ratings on five banks, saying that a 30% rally has exhausted upside. Also says it's cutting 02-03 forecasts 8%. Downgrades IntesaBCI to sell from reduce, lowers target price 20% to EUR1.5 from EUR1.9. ---------------------- Breakingviews ---------------------- Intesa: Only a month ago, Intesa was viewed as a basket case. Italy's largest bank by assets was seen as a candidate for a rescue rights issue. A nasty put warrant, connected with its disastrous takeover of BCI in 1999, was coming back to haunt it. The bank was up to its eyeballs in loans to poor credits like Swissair, Enron, WorldCom, Vivendi and Fiat. What's more, it was heavily exposed to Latin America. The stock traded at only 60% of book value. No longer. Following Intesa's third-quarter results, investor sentiment has turned on a sixpence. A big part of that is due to the fact that Corrado Passera, the new broom sweeping up the mess left by the previous management, is delivering ahead of plan. Exposure to large corporates - the source of many of the bad loans - shrank by 13% in a single quarter. Open positions on credit derivatives declined by 38%. Risk is being managed down aggressively. What about Intesa's capital? Core tier 1 capital of E12.5bn at the end of the quarter - providing a ratio of 5.8% - isn't strong. What's more, it will be knocked further in the current quarter. The put option is being exercised, swiping E840m off capital. Clean-up charges - relating to restructuring the business and pulling out of Argentina and Peru - will amount to another E1bn. This is what had investors scared. But what few appreciated was how much extra potential capital Passera had stashed away in his back pocket. He has already secured a capital gain of E200m from selling real estate and is expected to make a further E200m-E300m from selling a stake in Banco di Chiavari, a local Italian bank. What's more, the put option isn't quite as bad as it looks. Now that it has been exercised, it doesn't have to hold so much capital to insure against the risk. So, although the capital has gone down, the capital ratio will be barely affected. There are, of course, concerns about asset quality. Despite the clean-up, Intesa has only provisioned for 61% of its non-performing loans. That's not bad for Italy, but it is 10 percentage points lower than many banks in other European countries. Intesa's big exposure to Fiat - via perhaps E3bn in loans and E650m of quasi-equity - is a particular worry. It is also sitting on unrealised losses on its stake in Commerzbank.On the other hand, the group is in the happy position of enjoying an unrealised gain on its stake in Credit Lyonnais. And if it chooses to sell its own treasury shares - perhaps via some mandatory convertible bond - it could boost its capital by nearly E1bn. Such thinking suggests that Intesa's capital position, while not strong, is certainly OK. Hence the rebound in the stock. But to justify a further advance, Passera needs to deliver on his other main target: cutting the bank's cost/income ratio from the current 68% to 50%-55% over three years. That will be challenging in a weak economic environment and in a country where it is hard to cut jobs. Nevertheless, the Intesa may even earn a return on equity next year that covers its cost of equity. That, on its own, would underwrite its current valuation in line with book value. Any increase beyond then would merit a further boost. Passera has confounded his sceptics once - on capital. It would be rash to bet against him a second time. ---------------------------Deutsche Bank ------------------- Deutsche Bank adds IntesaBCI (I.ITB) to its European focus list, saying it considers the Italian bank as "one of the most attractive" turnaround stories in the European banking industry. Praises new management's move to downsize risky wholesale banking business in favor of domestic retail banking. Remains confident on '02/'03 forecasts since it expects Intesa to break even in '02. Keeps stock at buy with target price of EUR2.60. Edited by - gz on 12/1/2002 14:49:4

la tecnologia è bullish - gz  

  By: GZ on Domenica 01 Dicembre 2002 13:34

Il Nasdaq è rimbalzato del +40% dall'11 ottobre al 27 novembre. Dato che molti titoli nasdaq hanno P/E molto alti o utili inesistenti questa sembra solo un rimbalzo temporaneo. D'altro canto le borse si muovono usando come pretesto le stime di utile futuro delle aziende. Dico come pretesto perchè sotto sotto è la liquidità che conta e gli utili servono solo a dare la direzione. Al momento la DIREZIONE degli UTILI DEL NASDAQ, (la variazione attesa da un anno all'altro) è in aumento secco (vedi le ultime stime per il settore "Information Technology" tratte da Ed Yardeni di Prudential) grazie al fatto che l'anno scorso c'era stato un crollo. Le variazioni % di Utili attese per il 2003 sono impressionanti: networking +46%, electronic equipment +374%, computer storage +158%, office eletronics +162%... leggere la tabella in fondo pagina. Magari poi non si realizzano, ma se per 2 o 3 mesi il mercato ci crede intanto sale di un altro 40%. Lo dico per chi va short il Nasdaq solo perchè "è sempre troppo alto". C'è un articolo del Wall Street Journal riportato anche in italiano su "MF" che mostra che a fine 2002 molti hedge fund ribassisti sono in perdita, nonostante il mercato sia sotto i livelli del 2001, perchè questi rimbalzi violenti sono micidiali per chi vende short Modificato da - gz on 12/1/2002 14:30:20

La vera storia della festa del Ringraziamento - gz  

  By: GZ on Sabato 30 Novembre 2002 11:54

Qual'è la storia del Thanksgiving ? Sarebbe la festa del "Ringraziamento", istituita dai primi coloni, i pellegrini protestanti che per sfuggire alle persecuzioni religiose erano arrivati in america dall'inghilterra e si erano stabiliti a Plymouth Rock nel 1620. Il "Ringraziamento" sarebbe quello rivolto al Signore per i raccolti abbondanti che una volta stabilitisi i coloni avrebbero trovato nel nuovo mondo. In realtà i coloni erano sul punto di morire di fame e solo all'ultimo momento ebbero un idea che li salvò. Citando la storia della colonia scritta all'epova da William Bradford ^(" History Of Plimoth "#search.barnesandnoble.com/booksearch/isbnInquiry.asp?userid=4Z8S8E13KC&isbn=0394438957^) Caroline Baum, (forse la migliore commentatrice economica in giro, su Bloomberg) spiega come andò. La colonia era stata creata sul principio del "farming in common" cioè della uguale divisione dei frutti del lavoro tra tutti i componenti della comunità. Questo per ragioni di ispirazione religiosa, nell'idea che l'uguaglianza economica e sociale ("ye taking away of propertie, and bringing them into comone wealth...") li avrebbe resi una comunità felice e priva delle ingiustizie che li affligevano in Inghilterra. Ma nel 1623, dopo i primi tre anni anni, metà dei coloni erano morti di malattie, fame e freddo o erano tornati in Inghilterra e la colonia stava scomparendo. La cronaca del tempo di Bradford (il governatore che tenne un diario) registra confusione, furti, "discontent", lotte interne, lamentele continue dei più giovani o attivi che non volevano lavorare senza compenso, sospetti e soprattutto raccolti così scarsi che al terzo inverno si continuava a soffrire la fame. La cronaca indica che cominciarono a discutere come cambiare la situazione (``...begane to thinke how they might raise as much corne as they could, and obtain a beter crope then they had done, that they might not still thus languish in miserie...''). E nel 1623 decisero di permettere che ognuno coltivasse la terra per proprio conto e per la propria famiglia senza l'obbligo di dividere in parti uguali con tutti il raccolto (``... At length, after much debate, the governor gave way that they should set corn every man for his own particular, and in that regard trust to themselves. And so he assigned every family a parcel of land, according to the proportion of their number. This had very good success, for it made all hands very industrious, so as much more corn was planted than otherwise would have been'') Di colpo tutti si presentarono nei campi, anche le donne portandosi i bambini appresso e tanti che prima risultavano troppo deboli o malati ora lavoravano dal mattino alla sera. Il raccolto del 1623 fu un grande successo (``...This had very good success; for it made all hands very industrious, so as much more corne was planted then other waise would have bene by any means ye Govr or any other could use, and saved him a great deall of trouble, and gave farr better contente....''). E alla fine dell'anno, nel novembre 1623, fu istituito il Giorno del Ringraziamento ("Thanksgiving" appunto) per ringraziare il signore dell'ottimo raccolto. Da allora le cronache riportano che nessuno più soffrì la fame, che si produssero anzi dei continui e crescenti surplus di mais e altri prodotti e che cominciarono a scambiarli con gli indiani in cambio di pellicce e carne. Invece di continuare a ritornarsene in Inghilterra la colonia attirò altri pellegrini di anno in anno segnando l'inizio della storia degli Stati Uniti Morale: gli americani iniziarono nel 1620 sulla base di ideali di "stato sociale", di collettivismo e di redistribuzione del reddito che in tre anni li portarono sull'orlo della rovina e della fame. Spinti dalla necessità corressero all'ultimo momento passando alla proprietà privata e agli incentivi individuali. Dopo il primo grande raccolto con il nuovo sistema istituirono la festa del Rngraziamento che è in realtà la festa che ringrazia per un sistema sociale e di governo che permette di evitare la fame e produrre il benessere. Tutto quello che c'è da sapere sull'economia e come farla prosperare è già contenuto in questa vicenda del 1623. E'una lezione però che dopo 350 anni in tante parti del mondo non è stata ancora compresa (basta pensare alla famosa carestie in ukraina negli anni "30, a quella in cina del "grande balzo in avanti" negli anni "50 che portò a eposido di cannibalsimo e tante altre fino a quella attuale in etiopia (paese che ha nazionalizzato tutta la terra) e corea del nord) --------------------------------------------- ------ 11/27 Pilgrims Respond to Incentives and Give Thanks: Caroline Baum (Bradford's History ``Of Plimoth Plantation''). ....What they don't know is that things weren't always so good for the Pilgrims, who came to the New World from England to escape religious persecution. Their first winters after they landed at Plymouth Rock in 1620 and established the Plymouth Bay Colony were harsh. The weather was lousy and crop yields were poor. Half the Pilgrims died or returned to England. Those who stayed in the New World went hungry. Despite their deep religious conviction, the colonists took to stealing from one another. In the spring of 1623, following three grueling winters and widespread famine, Governor Bradford and the others ``begane to thinke how they might raise as much corne as they could, and obtain a beter crope then they had done, that they might not still thus languish in miserie,'' Bradford relates in his History. New World, Old Problem One of the traditions the Pilgrims brought with them from England was something called ``farming in common.'' The colonists pooled the fruits of their labor and rationed the harvest. The idea that ``ye taking away of propertie, and bringing them into comone wealth, would make them happy and flourishing'' was misplaced. Instead, ``this comunitie was found to breed much confusion and discontent, and retard much employmet that would have been to their benefite and comforte.'' Young and able men resented working hard for other men and their families without compensation. So after three winters of starvation, Bradford instituted a new policy when it came time to plant in the spring of 1623. He set aside a plot of land for each family, allowing each to ``plant for his owne perticuler, and in that regard trust to them selves.'' Private Property For the colonists, the results were nothing short of miraculous. The women now went willingly into the field, carrying their young children with them. Those who previously claimed to be too ill or weak to work, given an incentive, were eager to till their own plot of land. Bradford writes of the new plan: ``This had very good success; for it made all hands very industrious, so as much more corne was planted then other waise would have bene by any means ye Govr or any other could use, and saved him a great deall of trouble, and gave farr better contente.'' Yet it was no miracle. Without knowing it, Bradford and the Pilgrims discovered what Eastern Europe learned -- the hard way -- more than 350 years later: socialism doesn't work. Deprived of property rights and lacking economic incentives to work, produce and save, human beings behave in a predictable manner. It was that way in 1620, and it's that way now. Allowing the Pilgrims to farm their own plot of land and reap the benefits produced a bountiful harvest in the fall of 1623. They set aside ``a day of thanksgiving'' to thank God for their good fortune. Incentives From that day forth, ``Any generall wante or famine hath not been amongst them since to this day,'' Bradford writes in an entry from 1647, the last year covered by his History. Pretty soon, the colonists had more than enough food for their own needs and started to trade their surplus corn for other commodities, such as furs. After three winters of famine, the Pilgrims viewed their times of plenty as a stroke of good fortune. Today we know fortune had nothing to do with it. With the national debate currently focused on the merits of incentive-creating tax cuts, the story of the Pilgrims' hardships under a collectivist system and the seeming miracle of capitalism is worth acknowledging. Edited by - gz on 11/30/2002 22:39:15

Se vendevi le call guadagavi con l'argento - gz  

  By: GZ on Sabato 30 Novembre 2002 01:45

Invece di immaginare scenari mettete un: " buy argento a 4.50 limite stop a 4.30" e vediamo. In settembre io ho scritto qui che se uno voleva fare qualche soldo con l'argento vendeva le Call Dicembre Silver 4.75 strike che costavano sui 5-600 dollari l'una. C'era gente che te le pagava bene perchè il "pubblico" era rialzista e invece l'argento non sarebbe andato da nessuna parte. Ora sono passati due mesi, le call stanno scadendo a zero e le si incassava senza patemi perchè in due mesi l'argento è solo oscillato. Al momento invece lo comprerei perchè è correlato con la ripresa economica, ma un trade come un altro. Nel 1995-1996 circolavano storie che l'argento dovesse esplodere al rialzo. Perchè c'era un enorme deficit di produzione e perchè era manipolato e perchè le onde di Elliot e altro. Avevo un amico che cercava sempre di comprare contratti sull'argento e mi teneva informato. E' stata l'unica materia prima dove negli ultimi anni si facevano più soldi al ribasso che al rialzo e quel mio amico ha rinunciato tre o quattro anni fa. Magari capita ora, ma il punto è: mettetevi nella zucca che questo è il Mercato Globale e le "manipolazioni" le si vengono a sapere e durano poco. Nel mercato Globale ci sono dozzine di banche, centinaia di imprese, di fondi, di hedge fund, una ventina di banche centrali e governi di 4 continenti e poi il "pubblico" che spesso è gente che ha patrimoni di decine di miliardi di lire (e le mafie russe cinesi e siciliane) e tutta questa gente in qualunque momento può comprare e vendere qualunque quantità 24 ore al giorno 300 giorni all'anno su TRE PIAZZE DIVERSE (Tokio, Londra e New York) Pensare che da quattro continenti centinaia di operatori di ogni genere, provenienza e scopo, i cui managers cambiano ogni qualche anno tra l'altro, "si mettano d'accordo alle nostre spalle" è infantile. Anche perchè se si mettono d'accordo tutti o quasi tutti come #%&$£^@§ fanno a guadagnarci ? Per manipolare un mercato occorre che una minoranza freghi una maggioranza. Ma nelle commodities sono tutti operatori professionali. Chi sarebbero questi pochi che la mettono nel sacco a questi molti ? Un broker come Refco o JP Morgan manipola e hedge funds come Caxton o Luis Bacon si fanno manipolare ? O viceversa ? Forza spiegatemi, chi di questi operatori ultra-sofisticati e professionali è il fesso e chi è il furbo. Perchè il mercato non lo fanno i dentisti e i ristoratori di Vigevano lo fa gente così. Strano che loro non si accorgano della "manipolazione" e Banshee leggendo su internet da Saliceto Buzzalino o Pontassieve sì Modificato da - gz on 11/30/2002 0:53:56

ogni periodo è diverso - gz  

  By: GZ on Venerdì 29 Novembre 2002 19:25

In certi periodi della congiuntura economica e del PIL la borsa se infischia e in certi altri invece li spia con ansia Ad es nel 1997-1998-1999 si dava per scontato che la congiuntura economica fosse buona e ci si preoccupava molto dei tassi, della crisi asiatica, poi della crisi del Long Term Capital e della Russia, poi del baco dell'anno 2000, del boom delle applicazioni internet ecc... E anche nella prima parte di quest'anno gli scandali, l'afganistan e il terrorismo avevano più peso del PIL In questo periodo invece in assenza di altri guai, con i tassi estremamente bassi ecc... e in presenza di una congiuntura sempre debole l'ossessione della borsa è la congiuntura economica Per cui nel 1997-2000 se i Treasury Bond scendevano e i tassi salivano era NEGATIVO per la borsa (perchè indicava una ripresa economica che poteva portare all'inflazione successiva). Nel 2002 se i Treasury Bond scendono e i tassi salgono è POSITIVO per la borsa (perchè indica che c'è ripresa economica anche a costo magari di inflazione successiva, ma dell'inflazione nessuno se ne preoccupa, pur di avere un poco di ripresa). Insomma magari avessimo un solo mercato che fa da indicatore, ogni periodo è diverso. In questo momento si guarda molto ai treasury bond e anche a cose come il rame per spiare ogni piccolo indizio di ripresa Modificato da - gz on 11/29/2002 19:11:8

Domanda industriale che migliora - gz  

  By: GZ on Venerdì 29 Novembre 2002 18:27

I dati economici continuano a migliorare (perlomeno in asia, america e regno unito) e il rame, la materia prima di uso industriale più sensibile al ciclo economico... continua a salire in verticale I mercati finanziari è che sono tutti incastrati insieme e ognuno (indici di borsa, obbligazioni, cambi, materie prime) ti da dei suggerimenti e delle conferme sull'altro Ad es qui ti dice che se i produttori comprano rame hanno fiducia che poi lo utilizzeranno, insomma che la domanda industriale sta migliorando (a loro avviso) Modificato da - gz on 11/29/2002 17:28:15

Tutto resta uguale in Italia - gz  

  By: GZ on Venerdì 29 Novembre 2002 13:57

Chi è di destra si accorgeva dei privilegi e dello spreco quando c'era l'ulivo e chi è progressista si scandalizza ora se può metterlo in conto a berlusconi-bossi (fino a due anni fa invece : "... si stava cercando di risanare i conti pubblici e di entrare in europa..."). All'italiano partigiano, guelfo o ghibellino, interessa che governi la "parte giusta" e si sveglia sullo spreco dei soldi pubblici se gli da la soddisfazione di dire: " ah-ah... guarda 'sti qua cosa fanno ora che governano loro..." Oggi nel 2002 o ieri nel 1998 o 1997 o anche 1994, ulivo-margherita-quercia, forzitalia-lega-an che sia, a livello centrale o locale è tutto rimasto uguale. (E per questo "nel lungo periodo" è difficile essere positivi sull'investire in italia). Anzi la '" costruzione dell'Europa" e il "Federalismo e devolution" sono grandi occasioni per la moltiplicazione degli stipendi, pensioni, posti, enti, commissioni, gettoni, rimborsi, finanziamenti, agenzie per lo sviluppo, authority, incentivi finalizzati, prestiti d'onore, contributi ..... La politica ha trovato due grandi aree in cui espandersi e ce n'è per tutti, chi è più progressista predilige i posti e i finanziamenti "per l'europa" e chi lo è meno ama quelli per "il federalismo" e così tutti sono contenti. Tutti i politici hanno le pensioni dopo 5 anni di legislatura (anche nei consigli o parlamenti regionali o europei), cumulo di pensioni e stipendi (formigoni è pensionato da 7 o 8 anni grazie all'europa mi sembra), viaggi tutti gratis, auto blu (credo siano sulle 30 mila in italia), scorte (2 mila protetti con 6-7 mila poliziotti ?), "indennità di reinserimento" se non vengono rieletti, un posto in un ente pubblico garantito in ogni caso (hanno appena nominato la pivetti a capo di un istituto economico). Nel 1997 è uscito un libro terrificante di Gian Antonio Stella : "LO SPRECO" che appena posso scannerizzo e pubblico degli estratti a puntate come unico testo di macro-economia utile per capire l'Italia. Offriva centinaia di esempi e tutte le cifre sul peso degli enti pubblici e della politica sul gobbo degli italiani, mostrava che niente è cambiato e l'interesse è stato più o meno zero perchè c'era un governo che "..stava risanando i conti pubblici...". Questa settimana la Regione Sicilia ha finito i soldi ed è di nuovo piena di debiti, ma dietro la voragine ci sono 10 o 15 anni di "lavoro" indefesso e senza distinzioni di partito. ----------------------------- Gian Antonio Stella , Corriere della Sera ---------- "...(la Corte dei Conti).....aveva spiegato che la voragine, dovuta tra l'altro a «promozioni di massa», contributi a pioggia e alla mancata riscossione di 4.200 miliardi di lire di tasse, era montata anche a causa del «ricorso indiscriminato» ai mutui fatti per pagare altri mutui, fino a 8000 miliardi. Cioè oltre 4 milioni di euro. Non bastasse, all'allarme dei magistrati contabili si era aggiunto quello dell'assessore al Bilancio Alessandro Pagano che dopo aver minacciato mille volte le dimissioni per contenere le tentazioni spendaccione dei colleghi, ha spiegato ieri a Emanuele Lauria, del Giornale di Sicilia , di essere quasi quasi contento: «Spero che adesso qualche collega, colpito dalla crisi finanziaria nelle proprie tasche, si renda conto della necessità di portare avanti tutti insieme una politica di rigore». La coscienza di vacillare sull'orlo dell'abisso, infatti, non era fino a ieri niente affatto diffusa. Certo, nessuno osa più proporre leggine come quella citata sul contributo-vacanze a moglie, figli e suoceri successivamente abolita dai giudici. Né organizzare viaggi come quello a Fukuoka dove, per vedere come i nipponici avevano organizzato i giochi universitari, fu programmata una spedizione da 4 miliardi (17 milioni a testa) di vecchie lire per la trasferta di 231 persone: deputati, funzionari, amici, mogli e amanti più 30 sbandieratori di Siena, 30 trampolieri emiliani, 30 gondolieri veneziani, 10 cantanti romani e 30 Pulcinella napoletani. Né aumenti scriteriati come quello concesso per motivi clientelari alla vigilia delle «politiche» del 1994, quando ai sindacati che per scrupolo avevano moderatamente chiesto solo 14 mila lire d'aumento venne risposto: «Ma no, ve ne diamo 200 mila!». Né regalini extra-lusso come quello fatto ai minatori di Pasquasia, in pensione con un assegno mensile pari di fatto al 108% della busta paga che avevano lavorando. Per non parlare dello stadio di baseball costruito per le Universiadi del 1997 anche se il gioco non era tra le discipline previste o della piscina olimpica chiusa per anni perché l'avevano fatta senza impianto di riscaldamento. Dettaglio che il progettista, informato della cosa, accolse battendosi la fronte: «Minchia: m'u scurdai!». Erede di una scriteriata gestione condotta da un po' tutte le giunte regionali via via succedutesi, di centro, di destra e di sinistra, il governo di Totò Cuffaro (a sua volta protagonista delle ultime amministrazioni visto che era assessore sia con la destra sia con la sinistra) si è trovato alle prese con una situazione disperata che cerca oggi di arginare come può. Non pare però che la sua straripante maggioranza (63 consiglieri su 90) si sia data però pensiero della crisi. Prova ne sia che soltanto poche settimane fa, nonostante la catastrofe pensionistica che ha visto nei primi mesi di quest'anno andare in pensione 721 dipendenti regionali dei quali neppure una cinquantina per vecchiaia, aveva votato insieme con un pezzo della sinistra l'estensione ai dipendenti degli enti regionali delle pensioni baby che consentono a una donna sposata e madre di andare ancora oggi in pensione dopo solo venti anni di carriera. ............ --------------------------------------------- Modificato da - gz on 11/29/2002 13:0:57

Segnale da Turani su Ebiscom - gz  

  By: GZ on Venerdì 29 Novembre 2002 12:57

Se uno non ha tempo di guardare grafici notizie e altro e vuole un segnale semplice semplice di vendita ha questo: Turani che DOPO che Ebiscom è salita oltre 30 euro da 14 euro di un mese fa spiega: "..Ovvio, quindi, che ci sia una riscoperta di eBiscom.... .. Risulta che i Fondi e altri investitori istituzionali stiano comprando.... Inoltre, eBiscom ha cominciato a dare buoni numeri: gli abbonati crescono e stanno arrivando anche i soldi degli abbonamenti. Insomma, dopo un paio d'anni di sfortuna, la new economy italiana rialza un po' la testa e sorride..." Magari Ebiscom va 35 euro se il nasdaq non si ferma, ma ad es per me che ne ho parlato bene a 17 euro qui sul forum e anche due giorni fa a 25 qui a 30 e rotti, dopo aver letto questi commenti è da vendere (non che Turani sia peggio di altri, anzi, ma il suo ruolo è di enfatizzare quello che è già successo, da giornalista e ti da sempre il sentiment) ------------------------------------------------- G.Turani-Repubblica (Toro su Ebiscom) 29/11- E così è venuto anche il momento di eBiscom, la società di tlc (e altro) di Silvio Scaglia e Francesco Micheli che utilizza fibre ottiche. L'11 novembre (cioè un paio di settimane fa) il titolo quotava appena 11 euro, adesso sta già volando sopra i 28, con un aumento di oltre il 150 per cento. Ma in giro ci sono report di analisti stranieri che indicano come nuovo target price addirittura prezzi sopra i 30 euro. Siamo a anni luce di distanza dai quasi 260 euro del 2000, ma il titolo, a quanto pare, ha smesso di scendere e ha ripreso a guadagnare qualche posizione. Come mai? In piazza Affari è tutto un chiacchierare di fantasiose operazioni, ma sembra proprio che non ci sia nulla. Quello che sta accadendo è, probabilmente, molto semplice. In queste settimane c'è stato, a Wall Street e altrove, una riscoperta dell'hi-tech e di quella che una volta era la new economy. Tradotto in Italia, questo significa appunto eBiscom e pochi altri titoli. Ovvio, quindi, che ci sia una riscoperta di eBiscom. Non a caso anche Tiscali, l'altro titolo new economy, si sta muovendo (sia pure con meno sprint). Risulta che i Fondi e altri investitori istituzionali stiano comprando, sia l'uno che l''altro. Inoltre, eBiscom ha cominciato a dare buoni numeri: gli abbonati crescono e stanno arrivando anche i soldi degli abbonamenti. Insomma, dopo un paio d'anni di sfortuna, la new economy italiana rialza un po' la testa e sorride Modificato da - gz on 11/29/2002 15:3:48

Scettico sull'Oro - gz  

  By: GZ on Giovedì 28 Novembre 2002 17:38

Leggere questo bellissimo commento di uno dei maggiori scettici sull'oro Andy Smith, di Mitsui Global. In sostanza dice : con tutto quello che è successo quest'anno, crollo di borsa, dollaro debole, tassi ai minimi storici degli ultimi 30 anni, liquidità che viene pompata dalle banche centrali, terrorismo e guerra, materie prime tutte in aumento l'oro, i produttori che sollevano le "hedge" short... i metalli preziosi avrebbero dovuto salire tutto l'anno ! Era impossibile inventare uno scenario più ideale per l'oro e l'argento. E invece sono saliti fino a maggio per poi scendere da fine maggio ad adesso. E una delle ragioni è che in India che è il paese che consuma più oro (e argento) per uso domestico e di tesaurizzazione (più dell'occidente messo assieme) la gente si è messa a venderlo per comprare cellulari e altri oggetti di largo consumo ...The biggest gold skeptic just may be Andy Smith, whose commodities analysis for Mitsui Global in London has outfoxed gold's believers for more than a decade. Smith regularly skewers the metal in his daily and weekly reports. He was the first to forecast an increased desire by consumers in India, one of the largest buyers of gold and silver jewelry, to spend their money instead on mobile telephones and digital gadgets. "Jeeez, $320 to $325 was the low in 1993 when George Soros and (James) Goldsmith came in," Smith says of the brief boost given gold by the two billionaires. "Now we aspire to that? Nine years later? Oh, think of the opportunity cost. And weep." In essence, Smith says if gold were taking a major exam, it would flunk. "The world is ending, supposedly. And miners are eating their hedges? And $8 trillion has been wiped off Wall Street? And U.S. rates are at the lowest since the horizontal axis was invented?" Smith poses. "Intermediaries justifiably ask - if this is as good as it gets, why stick around for the bad times?" ------------------------------------------------------ Putting the pedal to the metal Analysts see 'critical juncture' for gold price By Thom Calandra, CBS.MarketWatch.com Last Update: 10:28 AM ET Nov. 27, 2002 SAN FRANCISCO (CBS.MW) - It's time investors put the pedal to the metal, say a growing number of gold analysts. The precious metal's inability to surpass $325 an ounce, and stay there, is trying the patience of some of the most loyal of gold's backers. "Gold is at a critical juncture," says James Turk, whose Freemarket Gold & Money Report took the step this month of challenging the stubborn gold price. Turk, founder of payment system Goldmoney.com and a longtime bullion investor, believes gold is at a turning point. "Either we move up and climb over $325 within the next few weeks or we go back and test support below the $310 area. Or perhaps worse," Turk tells me. Spot gold's price Wednesday was $318 an ounce, giving it a 17 percent gain for the year but leaving it $11 shy of its 2002 high. Turk goes so far as to reference Robert Prechter's Elliott Wave forecast - that the price of gold will move below $200 an ounce before finally ending its 22-year bear market. Others in the gold camp are starting to wonder whether the metal has any life left for 2002. "I count six times in 2002 that gold has penetrated $320 an ounce, failed to break $327 and then fallen back below $320," says John Doody of Gold Stock Analyst, one of several newsletters devoted to mining companies and precious metals. "I'm not a technician, but if $327 again proves a barrier, traders may lose enthusiasm for continuing to bang their heads against the wall," Doody tells me. The newsletter editor will join several dozen analysts, fund managers and mining executives at the San Francisco Precious Metals Conference on Dec. 1 and 2. The biggest gold skeptic just may be Andy Smith, whose commodities analysis for Mitsui Global in London has outfoxed gold's believers for more than a decade. Smith regularly skewers the metal in his daily and weekly reports. He was the first to forecast an increased desire by consumers in India, one of the largest buyers of gold and silver jewelry, to spend their money instead on mobile telephones and digital gadgets. "Jeeez, $320 to $325 was the low in 1993 when George Soros and (James) Goldsmith came in," Smith says of the brief boost given gold by the two billionaires. "Now we aspire to that? Nine years later? Oh, think of the opportunity cost. And weep." In essence, Smith says if gold were taking a major exam, it would flunk. "The world is ending, supposedly. And miners are eating their hedges? And $8 trillion has been wiped off Wall Street? And U.S. rates are at the lowest since the horizontal axis was invented?" Smith poses. "Intermediaries justifiably ask - if this is as good as it gets, why stick around for the bad times?" Of course, gold's staunchest believers, and they include Doody and Turk, see the metal's falling price as an opportunity for disenchanted stock-market investors. Robert Bishop of Gold Mining Stock Report is pragmatic. Bishop dismisses most of the short-term analysis and says the metal is two years into a major move to higher ground. "With two years of rising gold market behind us, and massive anecdotal and fundamental evidence that this cycle has barely begun, I want my money on the side of the major trend," Bishop says. "That said, gold's history of failures means I want to spend new money only when gold is dealt a setback, not when it's one the verge of one more potential breakout." Frank Giustra, a merchant banker who founded Endeavour Mining Capital (CA:EDV: news, chart, profile), says gold's narrow trading range in the past two months - $315 to $325 an ounce - will lead to a sharp move in one direction or other "soon." Giustra sees the metal taking its lead from the U.S. dollar. Gold prices generally rise when the value of the dollar is declining against other currencies - a sign of fiscal turmoil. "I am quite amazed how well the dollar has held up thus far, given all the forces that are working against it, including the trade deficit, the Fed rate drop and growth in government debt," Giustra says. "But it's just a matter of time." Others pin gold's future on the fate of the dollar. "There is ample evidence to suggest gold is going to trade higher for the foreseeable future," says Paul van Eeden of the newsletter International Speculator. "It is highly likely that foreigners will lose their appetite for U.S. equities, and perhaps other investments, which in turn would lead to a lower dollar and a higher gold price." Doug Pollitt of Toronto investment bank Pollitt & Co. says the nail biting is all for naught. "A breakout through $325 would certainly look good on the charts. If the wall remains intact, what's the downside?" Pollitt cited strong physical demand for the metal, in part from mining companies that are closing their books on the practice of hedging, or forward-selling their gold. Gold Fields Mineral Services says miners' programs of eliminating their hedges contributed 255 tons of demand for gold in the first half of this year. That's up from 38.5 tons in the first half of 2001. "Given the support beneath the market, I am surprised that no one with deep pockets and a sense of adventure has yet to try to probe the stops above the market," Pollitt says. "You know, give her a little push and see what happens. We could see a lot more demand at $340 an ounce than we ever saw at $315." Gold shows ahead Several dozen strategists, fund managers and mining executives will be speaking at the San Francisco Precious Metals Conference, which starts Dec. 1. The show will feature top executives from Harmony Gold Mining (HMY: news, chart, profile), which just listed on the New York Stock Exchange, Goldcorp (GG: news, chart, profile) and Hecla Mining (HL: news, chart, profile), among others. See: San Francisco gold show. In late January, mining analysts and gold bugs will get their first chance of the new year to examine gold's performance - and the activity of mining companies -- at the Vancouver Investment Conference in Canada. See: Canada gold show. Modificato da - gz on 11/28/2002 16:52:40

Spezzo una lancia per le commodities - gz  

  By: GZ on Giovedì 28 Novembre 2002 13:29

....visto che ha tradato le commodities posso chiederle se era in utile o in perdita? no perche guaadando vari siti di c.t.a ho scoperto che sono tutti americani.....mi sa che sono manipolate di brutto..e solo chi sta in usa puo avere le drite giuste..esempio: leggendo la storia di paul tudor jones ho scoperto che lo zio e il + grande trader di cotone in usa... ----------------------------------------------- No, sono anche inglesi o svizzeri che operano sulle materie prime, ma al giorno d'oggi ci sono brokers che con lo STESSO conto ti consentono di comprare azioni italiane e estere assieme materie prime a chicago (ad es Interactivebrokers). No, le commodities non sono affatto manipolate, come #@?^$%£& fa a essere manipolato il mercato del frumento in cui esportano Cina, Brasile, Argentina, CEE, India, Australia, Canada, operano 50 case di brokeraggio, 100 multinazionali del settore, 200 desk di banche e 500 hedge funds ? Ma abbiamo idea di quanto è grande il mondo, siete mai stati a Chicago a vedere le grida del CBOT, questo è il mercato mondiale globale in cui operano tutti, non è Autostrade o Ebiscom. E molto più onesto il mais, il gas naturale, il petrolio, il rame, la soya che non Italgas o Capitalia come mercato. Per quello che mi riguarda invece quello che mi manca qui è fare più pubblicità. Come può notare nella home page è indicato un "Portafoglio Commodities" e una sezione di suggerimenti " Bonds, Cambi e Commodities" Basta allora guardare le posizioni in commodities che ho raccomandato nel 2002, frumento, soya, olio di soya, carne bovina e poi anche i trade suggeriti sul gas naturale e petrolio ad es. Non c'è nemmeno bisogno di fare dei saldi cumulativi esatti perchè sono quasi tutte in "verde" con anche dei +30% che per dei future vuole dire fare 6 o 7 volte il margine di garanzia. E anche leggendo il forum forse lo poteva notare perchè ho scritto una decina di volte di comprarne (rame e cereali in particolare) N.B. Tudor Jones con lo zio ? No, lei non ha proprio idea di come funziona, se fai il trader sulle grida e compri e vendi ogni ORA urlando e sbracciandoti devi solo avere tempismo, fai 5 trade al giorno per 280 giorni all'anno, vuole che siano le "dritte" che ti indicano come fare ogni giorno, che ci siano delle soffiate ogni mezzora ? Bisogna arrendersi al fatto che esista gente capace, anche se in italia piace pensare che solo i furbi vadano avanti Modificato da - gz on 11/28/2002 12:53:6

Il Taglio dei Tassi è servito - gz  

  By: GZ on Giovedì 28 Novembre 2002 13:18

se c'è ripresa economica perché tagliare altri 50 punti?... ----------------------------- 1) L'economia di mercato funziona passando da uno "squilibrio" all'altro, c'è sempre qualche problema, qualche crisi, non è pianificata dall'alto per cui c'è sempre qualcuno in difficoltà, qualcuno che fallisce, qualcuno troppo indebitato, qualcuno in perdita, non è mai tutto Ok e non lo sarà mai. 2) Bisogna anche leggere quello che dice uno come Greenspan perchè non è sempre vero che chi è in una posizione di autorità è sempre e solo un bugiardo e un furbacchione. Greenspan è governatore dal 1987 non dal 2000 e finora è stato nel complesso molto bravo, basta guardare cosa è successo all'economia, all'inflazione e alle borse dal 1987. Ora va di moda parlarne come di un fesso cda parte di chi è entrato in borsa nel 1999 o 2000 ma quando Greenspan è diventato governatore nel 1987 il Dow Jones era a 1.800 e oggi è a 8.900 (+390%) per cui può darsi che qualcosa sappia fare. 3) I mercati finanziari e l'economia sono un processo circolare e dinamico: al momento se le borse salgono aiutano l'economia perchè gli amministratori delegati delle aziende si regolano sull'andamento delle borse per investire. I giornali dicono che le borse salgono se l'economia migliora, ma a volte è il contrario. Se si comprendono questi concetti allora è chiaro: Greenspan ha detto che tagliava 50 punti perchè occorre - aiutare il consumatore americano, per il quale una riduzione dei tassi conta parecchio, in attesa che le imprese ricomincino a investire perchè Greenspan non è un imbecille e capisce anche lui che il consumatore non può spendere al ritmo del +5% annuo in eterno. Inoltre sa che il nuovo congresso a gennaio approverà misure pro-business, ma nel frattempo è solo il consumatore che tira. - come misura preventiva per assorbire uno shock di una guerra in iraq - per incentivare la banche a prestare visto che sul mercato corporate lo fanno il meno possibile a seguito di bancarotte e scandali vari E senza dirlo chiaramente per spingere in su le borse, perchè le borse sono la cosa che da fiducia alle imprese per investire al giorno d'oggi Ha aspettato di tagliare in ottobre perchè sa che le borse a fine ottobre hanno un rialzo stagionale 3 volte su 4. E ha tagliato di 50 punti perchè voleva dare uno shock alle borse. Se riesce a tenere su i mercati fino all'intervento in Iraq e all'arrivo di altri tagli di tasse e deregolamentazioni del nuovo congresso ha fatto quello che poteva per rimettere in moto la baracca. Modificato da - gz on 11/28/2002 12:34:42

Obbligazionario in pericolo ? - gz  

  By: GZ on Mercoledì 27 Novembre 2002 22:58

Per due anni la borsa ha reso di più al ribasso che al rialzo. Ora tocca all'obbligazionario. Il reddito fisso per circa 20 anni circa ha goduto del più grande mercato toro della sua storia, grazie al fatto che i tassi americani sono scesi dal 15% al 4% e quelli europei da % anche più alte pure loro al 4%. Ripeto allora oggi, come ho cominciato a fare in settembre (vedi i post precedenti) : esci dalle obbligazioni a lungo termine, fondi obbligazionari o Btp o altro, perchè se i dati economici continuano a migliorare possono perdere parecchio. E se speculi vendi bund e bond allo scoperto. Come speculazione sono anche meglio degli indici in questo momento. Se vendi short un FIB30 con un margine di 16 mila euro occorre che perda più di 3.000 punti per guadagnare il 100% sul margine. Oggi i treasury bond futures, che hanno un margine di meno di 2 mila dollari, sono scesi da 111 a 109 cioè di 2 mila dollari cioè l'equivalente di 3mila punti fib30 in un giorno! Anche con il fib30 puoi guadagnare l'equivalente del margine, 3 mila punti, ma occorre un movimento che duri una settimana. (N.B. questa è anche una pagina pubblicitaria visto che ^ho raccomandato un operazione del genere anche oggi#A:10149^. Ne ho però messa anche una più grossa qui sul forum gratis 10 giorni fa). Il succo è che è improbabile che dopo quasi 20 anni di mercato toro del reddito fisso questo possa continuare ancora. E in più negli ultimi due anni i fondi e poi il pubblico si sono ammassati nel reddito fisso per difendersi dalla borsa ora si è accumulato un eccesso speculativo, una "bolla" se vogliamo parlare alla moda. (Persino in ottobre i fondi obbligazionari hanno avuto una raccolta record mentre il loro mercato cominciava a franare, ma la gente guarda le azioni e molto meno i bund e treasury bond). Leggere i post precedenti qui sotto e anche il pezzo su Forbes di Ken Fisher per ulteriori spiegazioni ------------------------------------------------------------- Not Bonds, Books Kenneth L. Fisher, 12.09.02, 12:00 AM ET If a 20-year stock run-up could lead to the last 3 years, why not ditto with bonds now? The next bursting bubble? Bonds. Folks have flooded into the Treasury market. They are driven by panic in the stock market, mesmerized by a 21-year bull market in fixed income and misled by the mythology that bonds are safe. They aren't. You can get killed by them. Until people realize that, bond managers will remain the new heroes. Pimco's Bill Gross, arguably the best bond manager of the last three decades, runs what just became the world's biggest mutual fund. For some reason that suddenly qualifies him as a stock market sage. While claiming that anyone who is bullish on equities is self-serving, Gross himself self-servingly suggests that stocks will be disappointing for years while bonds will be okay (although, to his credit, he says that Treasurys are fairly priced and their big bull market mostly over). The bond bull market of 1981-2002 was quite extraordinary. Long-term Treasury rates collapsed from 15.8% to 4%. You won't see that again, ever. On the contrary: Interest rates are destined to climb some of the way back up. And why shouldn't bonds get a bear market? If a 20-year stock run-up could lead to the last 3 years, why not ditto with bonds now? How much lower can yields fall while globally central banks print money at 5% to 10% annual rates and economies grow at 2% rates? Sooner or later bondholders will demand an aftertax coupon exceeding inflation. If the real aftertax return is to be, say, 2%, and if inflation is 4%, and if your tax rate is 25% (it's probably higher), you need an 8% coupon on your long Treasury. That's just about double where long rates are now. Treasurys are safe? Do the math. If over the next year the yield on long Treasurys climbs four percentage points from where it is now, your total return on such paper will be -40%. That is nearly as much as stocks fell since March 2000. I can't promise you that Treasury yields will double, but I can say the bond market won't be pretty over the next few years. As economies finally pick up some steam in 2003 and 2004, inflation fears will renew and the bubble-bursting will begin. Once the prick starts it will be steady and fast until all the hot air arguing for bond safety is fully dissipated and turned into cold fear. Do not forget: Inflation is a creature of politics, and politicians never lose their lust to spend money. Yours. You know the old folk etymology of "politics" (Greek scholars, please don't write in with corrections)--that the word comes from "poli," meaning many, and "tics," meaning small blood-sucking creatures. The blood is money, printed by central bank chairmen. Ours, revered as he is, is getting old and has to work hard to get the reappointment he covets. President Bush can stall through summer 2004 his decision to reappoint Greenspan or not. That hinges, despite what you may think, on whether Greenspan motivates our Fed to be adequately accommodating to give Bush a suitable economic backdrop for reelection. I predict that Greenspan will so motivate the Fed. You will find few five-year periods in Treasury history without a severe uptick in rates somewhere. Yet usually those bond bear markets saw stocks fare pretty well, particularly when they were preceded by a stock bear market. We just had a doozy of a stock correction. What to do? One approach is to take some of your money out of bonds and find stocks with better overall yields. By "yield" here I mean the earnings yield, or earnings divided by price. Modificato da - gz on 11/27/2002 22:11:44

tiscali - gz  

  By: GZ on Mercoledì 27 Novembre 2002 21:02

Tiscali può essere comprata da T-Online o Wanadoo o perlomeno si può far girare il rumor. Ma quello che conta è che ha un "beta" medio di 1.49 cioè per ogni + o - 1% del Mibtel fa + o - 1.49% in media (nell'anno). Bisogna vedere se uno vuole speculare per tre settimane o tenerlo per un anno. Nella prima ipotesi bisogna pensare che una o due volte all'anno il mercato sale a tutti i costi e basta. Se il mercato continua a rimbalzare tutti i titoli a alto beta vengono spinti in su a uno a uno e Tiscali va a 7 euro, così come Ebiscom da 15 un mese fa è tornato ora a 25. La valutazione di Tiscali non conta in un classico rimbalzo di fine-inizio anno, i titoli che vanno al momento di più nel mib30 sono capitalia e fineco solo perchè sono i più reattivi e difficili da valutare. E così Ebiscom. Anzi più la valutazione è vaga e soggetta a ipotesi diverse meglio è in un rimbalzo di questo tipo che è "a tempo" cioè un rimbalzo dove quasi tutti pensano che si debba uscirne al volo un poco più in alto Modificato da - gz on 11/27/2002 20:6:30

dirottamento con telecomando - gz  

  By: GZ on Mercoledì 27 Novembre 2002 18:20

il dirottatore era un italiano armato di un telecomando televisivo, ha detto "sono di al qaeda e dirotto questo aereo " e ha puntato il telecomando verso le hostess Ho paura che i criteri di reclutamento in Al Qaeda si stiano un poco abbassando ora Modificato da - gz on 11/27/2002 17:21:31

qui c'è la mano calda - gz  

  By: GZ on Mercoledì 27 Novembre 2002 17:15

e pensare che ho ricevuto delle osservazioni quando l'ho classificato come primo per il suggerimento di edison school qui c'è qualcuno che questo mese ha la mano calda

CIT +12% al primo giorno: Mah! - gz  

  By: GZ on Mercoledì 27 Novembre 2002 13:22

CIT +12% al primo giorno di quotazione. Mah!... Forse il mercato è tornato toro veramente, se fa salire del 10 o 12% un titolo come questo. Leggere la magnifica analisi che ne fa il solito SocQuot. In pratica ha solo e sempre perso soldi, è molto indebitato, non usa la quotazione per ridurre il debito, perde ora di più di due anni fa e il flottante praticamente non esiste perchè è totalmente nelle mani delle istituzioni, per cui i movimenti di prezzo sono fatti con pochissimi pezzi. Non so chi sia che scrive queste analisi di bilancio, ma i suoi pezzi andrebbero distribuiti gratuitamente a tutti gli italiani interessati a comprare azioni italiane onde ridurre la probabilità di prendere fregature (per parlare un poco in inglese) ------------------------------------------------------ C.I.T. S.p.A. in Borsa ..... senza flottante ! Progetto S.p.A. è stata costituita in data 17 dicembre 1996 da GI Invest S.a.s. di Gandolfi GV & C. e da Gerolamo Bernareggi, con capitale sociale di Lire 200.000.000. Nel settembre 1997 ha partecipato, con il supporto di Mediocredito Lombardo S.p.A., all'asta pubblica bandita per la vendita da parte delle Ferrovie dello Stato di Compagnia Italiana Turismo CIT S.p.A, e delle sue controllate. L'asta pubblica si concluse con l'acquisizione, il 22 luglio 1998, da parte di Progetto S.p.A., di una partecipazione pari al 99,97% di Compagnia Italiana CIT S.p.A. In data 4 dicembre 1998, Progetto S.p.A. ha assunto la denominazione di CIT Holding S.p.A. In data 19 marzo 2002, la Società ha cambiato la propria ragione sociale in CIT - Compagnia Italiana Turismo S.p.A. La Società promuove in questi giorni una OPV finalizzata alla quotazione in Borsa ( Segmento STAR ) del titolo. Le informazioni fornite con il Prospetto Informativo sono tali da indurre alla più seria " meditazione " sull'opportunità di sottoscrivere. A tal fine meritano una lettura particolarmente attenta, alcuni significativi elementi tratti dal Prospetto Informativo: " Rischi connessi ai dati ed ai risultati operativi negativi consolidati nel triennio 1999-2001, nonchè alla perdita di esercizio e al risultato operativo negativo del primo semestre 2002. Da un'analisi dell'andamento economico del Gruppo CIT per il triennio 1999-2001 si evince che lo stesso ha registrato una redditività operativa negativa (pari a Euro (0,4) milioni nel 1999, Euro (1,1) milioni nel 2000 ed Euro (15,6) milioni nel 2001) che riflette il graduale processo di ristrutturazione a seguito dell'acquisizione di Compagnia Italiana Turismo - Cit S.p.A. dalle Ferrovie dello Stato avvenuta nel 1998. In particolare, nel 2001, sebbene il risultato netto di esercizio risulti positivo per effetto dei proventi da cessioni immobiliari conseguiti nell'ambito dell'attività di sviluppo, il risultato operativo mostra un peggioramento per effetto degli eventi dell'11 settembre 2001 e si attesta ad Euro (15,6) milioni. Al 30 giugno 2002 il Gruppo ha registrato una redditività operativa negativa pari ad Euro (18,3) milioni ed un risultato netto negativo pari ad Euro (22,455) milioni. Tuttavia, la Società ritiene che alla luce dell'andamento del fatturato, del giro d'affari per partenze già effettuate, nonchè del giro d'affari per partenze da effettuare registrato nel primo semestre del 2002, tale perdita sarà recuperata nella seconda parte dell'esercizio. I piani previsionali del Gruppo scontano una crescita del fatturato intorno al 30% rispetto all'esercizio precedente. La Società ritiene che il margine di redditività operativa risulterà positivo. Il risultato ordinario risulterà negativo per effetto dell'incidenza degli oneri finanziari, mentre l'utile netto sarà positivo per effetto dei proventi straordinari, tra i quali sono inclusi i proventi da cessioni immobiliari e da cessioni di partecipazioni e rami dell'azienda. Sulla base delle ipotesi sopra indicate, la Società ritiene che il risultato ordinario sarà positivo a partire dal 2003. Tali stime non tengono conto del beneficio finanziario derivante dall'aumento di capitale a servizio dell'Offerta Globale e dei costi relativi alla stessa. Non si può escludere che nel corso del secondo semestre del 2002 e dell'esercizio 2003 si verifichino eventi da compromettere il raggiungimento dei risultati attesi ". " Rischi connessi all'indebitamento finanziario e all'equilibrio patrimoniale dell'Emittente. La Società al 30 giugno 2002, ha un indebitamento finanziario netto negativo pari a Euro migliaia 77.063, rispetto ad un patrimonio netto pari a Euro migliaia 29.436, con un rapporto pari a 2,6 ". " Rapporti con parti correlate. Nell'ultimo triennio. il Gruppo CiT ha intrattenuto numerosi rapporti di natura commerciale ed ha effettuato operazioni aventi ad oggetto trasferimenti di immobilizzazioni e partecipazioni con società collegate. Tra le operazioni con parti correlate intervenute nell'ultimo triennio, numerose sono state quelle con CIT Invest S.p.A. (partecipata al 45% da CIT, al 48% dal 17 Holding S.p.A., controllante di CIT ed al 7% da soggetti terzi privati), la quale detiene direttamente e/o indirettamente la maggior parte delle proprietà immobiliari attive o in via di sviluppo che sono gestite (o che potrebbero essere gestite una volta a regime) dal Gruppo CIT ". In definitiva: nel triennio 1999-2001 l'andamento economico del Gruppo " ha registrato una redditività operativa negativa "; per il 2002 forse ( ma molto forse ) sarà pareggio; l'indebitamento finanziario è più del doppio del patrimonio netto; gli " affari " con le controllanti sono una costante, ovviamente, " a normali condizioni di mercato " e le vendite di immobili sono (altrettanto ovviamente ! ) precedute da perizia indipendente; i programmi e le proiezioni per il triennio 2002-2004 sono generici e non supportati da cifre. Gli amministratori della Società con l'OPV dimostrano, dunque, una buona dose di " coraggio " ed una fiducia nel mercato veramente encomiabile. Alla data del Prospetto Informativo, il controllo è esercitato da 17 Holding S.p.A. direttamente e tramite Electa S.p.A. attraverso una partecipazione complessiva pari al 54,8% del capitale sociale di CIT. 17 Holding S.p.A. è partecipata per il 74,334% dalla Famiglia Gandolfi ( di cui Gianvittorio Gandolfi detiene il 44,33% e Arianna Gandolfi ed Enrica Aresi - rispettivamente figlia e coniuge di Gianvittorio Gandolfi - detengono il 15% ciascuna ), Il restante capitale di 17 Holding S.p.A. è detenuto da Giuseppe Vimercati e Gerolamo Bernareggi che ne detengono il 12,5% ciascuno, e da due soggetti privati che detengono lo 0,67%. " A seguito dell'Offerta Globale, in caso di integrale collocamento delle Azioni 17 Holding S.p.A. direttamente e tramite Electa S.p.A. disporrà di una partecipazione nella Società pari a circa il 44,5% che scenderà a circa il 43,1% in caso di totale esercizio dell'Overallotment/Greenshoe ". Alla data del Prospetto CIT FIN S.A. ( controllata dal Fondo di diritto scozzese deteneva il 19,1% ( 15,6% post integrale sottoscrizione ), Banca Intesa il 6,8% ( 5,5% post OPV ), Accor S.A. il 12,3% ( il 10% post ) Arcobaleno S.a.s. il 2,1% ( post l'1,7%) altri il 2%. Il prezzo è stato fissato in Euro 1,9 per azione, per cui la Società dovrebbe incassare circa 20 milioni di Euro. Pare che 5 mil di Euro siano già stati destinati all'acquisto della Italiatour dell'Alitalia. Non pare che una parte verrà destinata a ridurre l'indebitamento. Il flottante, a buon fine, dell'OPV, sarebbe del 23,6%. In realtà: nell'ambito dell'Offerta Pubblica sono pervenute domande da parte di 183 richiedenti; nell'ambito del Collocamento privato sono stati 15 i richiedenti; nell'ambito del Collocamento istituzionale i richiedenti sono stati 9 investitori italiani e 15 investitori esteri; sul totale di n. 9.700.000 azioni oggetto dell'OPV n. 8.443.000 ( oltre l'87% ) sono state assegnate agli investitori istituzionali. Se si ipotizza che gli " istituzionali " hanno fatto un investimento di periodo, il flottante sarà in mano ai 198 privati e sarà costituito dal 13% del capitale. E' con questi dati che la CIT approda al " mercato ristretto " ? E' probabile che riesca ad essere quotata anche ........ senza flottante ! Edited by - gz on 11/27/2002 12:25:51

C'è troppa Liquidita' in giro - gz  

  By: GZ on Mercoledì 27 Novembre 2002 02:36

Inserisco qua questo grafico che mostra la "Bolla della Liquidità" che si è creata ora (solito esempio americano visto che per italia e europa i grafici non si trovano già fatti). Se l'economia reale non va in crisi e l'intervento in iraq si sblocca i soldi poi ci sarebbero per la borsa, anzi c'è troppa Liquidità ora! Guardate qui sotto, misurata in % della capitalizzazione della borsa americana, sta raggiungendo i livelli massimi degli ultimi 10 anni. Vedo anche di quantificare: con il calo di borsa del 2000-2002 sono spariti dalla borda americana circa 4 trilioni (cioè 000 di mld) di $ e in borsa ne sono rimasti circa 10 trilioni. Un bel danno, ma da misurare su un totale di 45 trilioni di $ che è la ricchezza totale delle famiglie in america. Intanto però nel 2000-2002 gli immobili sono aumentati di valore di circa 1.4 trilioni di $ arrivando a un totale di 7.5 trilioni e le famiglie il cui debito è per 2/3 immobiliare hanno beneficiato del calo dei tassi che gli ha fatto risparmiare sui mutui. E così le famiglie hanno messo un trilione di $ circa nei loro depositi a risparmio (vedi sotto) dal 2000. Infine, per misurare il resto di tutta la liquidità si prende la "MZM" cioè la massa monetaria totale meno quella detenuta dalle istituzioni e valuta, una cosa complicata, ma che approssima il resto della liquidità complessiva. Bene, come si vede dal grafico la LIQUIDITA' TOTALE, misurata in % rispetto al valore della borsa, è ora salita sui livelli del 1990-1992. I soldi ci sarebbero per tornare in borsa, come volevasi dimostrare. Modificato da - gz on 11/27/2002 10:41:48

Effetto dicembre su titoli a basso prezz - gz  

  By: GZ on Mercoledì 27 Novembre 2002 01:34

L'effetto gennaio è analizzato benissimo da ^ Victor Niederhoffer e Laurel Kenner #moneycentral.msn.com/content/p33922.asp^ che mostrano come si stia spostando verso dicembre di anno in anno proprio perchè tutti lo sanno e tendono ad anciticipare Tanto è vero che negli ultimi 10 anni l'S&P ha chiuso in dicembre più alto che in novembre in 9 casi su 10 (non male per giocare una probabilità statistica del genere...) E dal 30 novembre in poi ? E quali titoli ? Dal 30 novembre al 30 gennaio negli ultimi 5 anni i titoli " Lowest Priced" cioè con un prezzo in dollari inferiore a 5 o 10 dollari ad particolare hanno battuto in media gli S&P di molto. In media dal 12.4% al 18.5% di rendimento medio in questi due mesi, prendere nota please. Notare che questo risultato NON DIPENDE DAL TORO perchè questo effetto non si è sentito affatto nel 1999, ma soprattutto nel 2000 e 2001. Leggere il resto ^ su Victor Niederhoffer e Laurel Kenner #moneycentral.msn.com/content/p33922.asp^ Modificato da - gz on 11/27/2002 0:44:28

"La Coscienza di Zeno" di Italo Svevo - gz  

  By: GZ on Martedì 26 Novembre 2002 19:09

Quello che impressiona qui nel grafico che ho messo è come il mondo degli anni 90 e 2000 sia completamente diverso da quello precedente. I volumi scambiati in borsa sono da 10 a 15 volte maggiori ora. Una volta mandavi un telegramma, l'eseguito arrivava il giorno dopo e costava l'1 o 2% fare una sola compravendita, come vuoi che si ritorni ai livelli degli anni 20 ? Hai mai letto "La Coscienza di Zeno" di Italo Svevo ? Uno dei romanzi migliori della letteratura italiana e parla per metà di speculazione di borsa intorno alla prima guerra mondiale. Uno dei due protagonisti perde tutto in borsa perchè un ordine stop mandato alla borsa di Londra viene eseguito dopo tre mesi e il telegramma di conferma non viene aperto per cui quando se ne accorge è troppo tardi. Poi specula sul margine, ma di colpo alzano i tassi di interesse, lo viene a sapere in ritardo e le sue posizioni saltano tutte con chiamate a margine. Allora ingurgita sonniferi per fare credere alla moglie di volersi suicidare e farle ripianare le perdite. La seconda volta però che lo fa piove forte, la fantesca che cerca il dottore si perde, il dottore arriva in ritardo e lui muore. Se uno lo legge vede che tutto funzionava in modo doverso in borsa una volta, ma comunque è bellissimo come psicologia del trading, altro che Larry Williams, noi abbiamo Italo Svevo che ha scritto un manuale di trading sotto forma di uno dei nostri migliori romanzi e nessuno ne parla mai in borsa. Se faccio un altro corso di borsa uso "La Coscienza di Zeno" di Italo Svevo come testo Modificato da - gz on 11/26/2002 18:12:55

Il grafico del mese - gz  

  By: GZ on Martedì 26 Novembre 2002 13:23

Stock: Dow Jones

Questo grafico è affascinante: mostra il peso delle contrattazioni in dollari in america misurato in & del PIL In media negli ultimi 70 anni la borsa scambiava un valore pari al 20% del pil annuale. Negli anni '90 il valore delle contrattazioni annuali ha toccato il 340% e ora siamo ancora sul 200% (cioè circa 20 trilioni di dollari di valore di transazioni di borsa all'anno). Il mondo è cambiato veramente.

Niente batte il Dow Jones alla lunga - gz  

  By: GZ on Martedì 26 Novembre 2002 12:53

Dal 1965 a oggi il rendimento medio annuo della casa è stato del 5 per cento annuo e l'inflazione media è stata il 9% annuo ? Mi sembra un numero forse alto di inflazione perchè fino al 1973 era bassa, sotto il 5% e dopo il 1993-1994 si è abbassata sotto il 5% di nuovo, ma ci sono stati anni di +18% o +15% tra il 1974 e il 1992 per cui è possibile. Bisognerebbe avere sottomano tutti i numeri esatti. In italia in generale il mattone ha battuto l'inflazione ? E' difficile generalizzare. Solo se era nei centri storici delle città grandi oppure in appartamenti piccoli di città in crescita demografica e fuori equo canone, ma ci sono tanti casi in cui le leggi di equo canone o altro combinate con le tasse crescenti hanno sconfitto il mattone Le obbligazioni dello stato a lungo termine invece, BTP e Bund hanno battutto l'inflazione per il semplice fatto che i tassi di interesse prima hanno coperto l'inflazione quando saliva sempre (altrimenti nessuno avrebbe comprato reddito fisso) e poi dal 1992 sono scesi in modo drammatico dal 18% al 4% e il sottostante ovviamente è si è quintuplicato (ma questo guadagno in conto capitale ovviamente non c'stato per CCT e BOT, solo per i BTP e Bund). Ci vorrebbero i numeri esatti, ma in tutto il mondo il reddito fisso dello stato a 10 anni ha battuto l'inflazione e in molti paesi come la germania anche la borsa. In assoluto però finora sugli ultimi 10, 20 e 30 anni niente ha superato il Dow Jones o un indice simile dei titoli multinazionali. Il calcolo con dividendi e inflazione è ovviamente più complicato, ma l'ho pubblicato altre volte. Resta che il Dow Jones in termini di guadagno in conto capitale semplice (e tenendo presente che l'inflazione media americana non è stata il 9% come quella italian, ma tra il 4% e il 5% medio annuo e il dividendo medio sul 2%): i) perde il -25% dal massimo assoluto del marzo 2000 (contro un -50% di molti indici europei) ii) guadagna +8% dal novembre 1998 (5 anni fa) iii) guadagna +167% dal novembre 1992 (10 anni fa) iv) guadagna +895% dal novembre 1982 (20 anni fa) Modificato da - gz on 11/26/2002 12:10:57

L'"Effetto Gennaio" è arrivato in Novembre - gz  

  By: GZ on Martedì 26 Novembre 2002 01:33

L'"Effetto Gennaio" sarebbe il rialzo stagionale dei titoli a piccola media capitalizzazione che tradizionalmente a wall street si verifica in Gennaio (e negli anni migliori da gennaio a aprile). Di recente dato che gli operatori diventano sempre più sofisticati e tecnici si era spostato a fine dicembre o anche metà dicembre come inizio. Che quest'anno sia già arrivato ? Questo report di Prudential qui sotto ora riporta questo dato: i TITOLI SMALL CAP americani che avevano perso di più negli ultimi due anni in media sono rimbalzati del +75% dall'11 ottobre al 23 novembre. Prudential ha cioè catalogato i titoli small cap in 4 diverse categorie sulla base della perdita % rispetto al massimo. La categoria che ha subito perdite maggiori ha rimbalzato in 40 giorni del 75% IN MEDIA !. Chi ha seguito il forum o quello che suggerisco qui negli ultimi due mesi ha visto segnalati almeno sei o sette titoli di questo genere che hanno fatto dei +110% o +60%. Al di là della scelta esatta del singolo titolo il motivo di tanta grazia è stato che l'intera categoria delle small- cap-"devastate" è tornato a galla di colpo in blocco. Notare due cose: i) Prudential conclude che forse l'effetto gennaio è già arrivato in Novembre. Quindi reagisce in modo PESSIMISTA : potrebbe dire: "beh... se adesso fa +75% questo settore chissà cosa che balzi in dicembre-gennaio.." Invece (dopo aver amesso onestamente di aver mancato completamente il rialzo) sceglie il pessimismo sostenendo che forse è già finito tutto così. ii) di solito quello che succede in america con un poco di ritardo arriva poi anche in Europa.... ------------- Report di Prudential -------------------------------------- Since the market bottomed on October 9, we have seen a good old fashioned January Effect, like the one we saw this time last year. The problem here is that we missed predicting it, owing to the fact that we did not think that the smaller small caps, or the stocks that have been beaten up most of the year, would perform well. This was based on the fact that we think these stocks still lacked a catalyst, such as better fundamentals or an improving economy. We did note in our recent article on valuations that the group does look cheap versus the overall small-cap universe, but we thought that better liquidity and buying higher quality stocks made more sense in the current environment. With the recent rally in the smaller small caps, we think that a true January Effect may not take place this year, and any investor that has missed this rally should not chase after these stocks. … In our small-cap outlook article for this month, we sorted the Russell 2000 by the year-to-date return, this time through October 9, and found that the stocks that were hit the hardest have bounced back. Since October 9, these stocks have jumped a whopping 75.0% with 26.2% of the return coming here in November, while the stocks that took the second-biggest pounding, Q4, are up 37.4%. In contrast, those stocks that were up the most year to date have trailed in the rally with a return of 9.4%, as this group has gained just 1.1% thus far in November. (nella foto sotto Vitesse, uno delle small cap "d'assalto" più volte segnalata qui questo mese) Edited by - gz on 11/26/2002 0:39:52

ABB +70% in un mese - gz  

  By: GZ on Lunedì 25 Novembre 2002 19:18

Un poco perchè il mercato esagerava, un poco per l'esito delle elezioni e un poco per il rimbalzo generale, ma ABB in un mese è salito del 70% circa e non è un titolino, capitalizza sui 7 miliardi di corone svedesi con centomila dipendenti in giro per il mondo. Per chi non avesse seguito le puntate precedenti, il 23-24 ottobre ^ABB#^, il gigante di costruzioni, ingegneria e industriale svedese-svizzero è stato sbudellato in borsa in seguito a un verdetto di una causa per l'asbesto in USA che colpiva solo la sua sussidiaria americana. Ho suggerito qui sul forum che era un altro esempio di pura follia del mercato e poi ci sono state le elezioni americane il 6 novembre che migliorano la probabilità di fermare questo flagello delle mega cause americane che mandano in bancarotta le aziende. A questo punto l'analisi economica ti dice che ^ABB#^ è valutato in modo più corretto, ma poi subentra l'analisi tecnica e il sentiment e ti dicono che siano ora troppo surriscaldati su questo tipo di titoli che sono saliti solo perchè erano stati compressi Modificato da - gz on 11/25/2002 18:49:8

Strano: il Dollaro in Ripresa - gz  

  By: GZ on Lunedì 25 Novembre 2002 16:03

Il dollaro è in recupero questa settimana. La cosa curiosa è che sul ^dollaro/euro#euro^ c'è unanimità, tutti pensano che debba scendere e l'unica differenza di opinioni è tra chi dice subito e chi dice magari tra un mese o due. Ma i ragionamenti banali per cui l'america ha un deficit commerciale enorme (5.6% del Pil) per cui il dollaro "deve" scendere non valgono molto. A parte il differenziale di crescita (+3.0% pil gli Usa e +0.4% la Germania al momento !) e di deficit (3.6% del Pil la germania e 1.5% gli Usa) che sono tutti a favore dell'america c'è il fatto che questa è più "globalizzata". Ad es: l'america rappresenta da sola il 25% del Pil mondiale. Per cui è logico che gli investitori asiatici e europei possano pensare di tenere il 25% dei loro assets in Usa. Ma al momento (vedi Epstein sotto su "Barron's") la loro % di investimenti è inferiore al 25%. Invece la % di investimenti finanziari e non americani all'estero è maggiore di quella degli europei e asiatici. Quindi se questi ultimi si "globalizzano" quanto gli americani finiranno per fare altri investimenti in america ! Globalizzare = Investire all'estero, ma questo estero al monento è fatto per il 25% dagli USA per cui c'è ancora spazio per portare dollari in america -------------------------------------------------------November 25th, 2002 No Greenback Blues The U.S. dollar looks good, especially compared to the alternatives By GENE EPSTEIN U.S. trade deficit. The EMU runs a small trade surplus, while this nation's trade deficit is expected to run 4.8% of GDP this year, and rise to 5.5% by 2003. According to the conventional framework, that deficit must be "financed" by a surplus on capital account: the purchase by foreigners of U.S. capital assets running higher than U.S. investors' purchases of foreign assets. While there's some truth in that view of the way things, it does tend to put the current-account cart before the capital-account horse. The net purchase of U.S. assets first boosts the value of the dollar, making imports cheaper and exports more expensive, which then brings the trade deficit. That deficit on current account will narrow when the surplus on capital account does the same. That surplus doesn't seem to quit, however; this year, it will set another record. But it's hardly the miracle it's cracked up to be. The U.S. accounts for about 25% of world GDP. So wouldn't it make sense for the rest of the world to invest at least 25% of its assets in the U.S.? Not only does that weighting barely begin to approach one quarter, the U.S. is way ahead in this globalization race, owning in proportion to its size more than twice the assets foreigners hold in the U.S. So if this surplus on capital account can't keep growing indefinitely, it could still take years before the limit is reached. Then, too, the dollar is sustained by the need to purchase the greenback itself -- not just in $100 bills for nefarious use or by the foreign economies that have been "dollarized" de jure or de facto. The only way to buy crude oil is with dollars; central banks around the world accumulate dollars as a reserve currency. The Bank for International Settlements recently reported that in the survey month of April 2001, the dollar was on one or the other side of 90.4% of all currency trades, up from 87.3% in April 1998. Considering the alternatives, the buck remains the world's currency of choice. Modificato da - gz on 11/25/2002 15:7:4

Giappone toro, ma non nelle blue chip - gz  

  By: GZ on Lunedì 25 Novembre 2002 13:12

Il Giappone ha un mercato toro in borsa che è già iniziato. E' una rivelazione che faccio qui oggi in esclusiva, a beneficio di chi legge il forum e non solo di chi è abbonato. Ma è un mercato toro per ora solamente nelle Small Cap (titoli a medio-piccola capitalizzazione). L'indice delle Small Cap Giapponesi ha toccato il minimo a 3.63 nel settembre 1998 e dopo un +300% e un successivo cedimento del 66% si trova ora a quota 6.15. In aritmetica (6.15 - 3.63)/3.63) = +69.4% ovvero l'indice giapponese della Small Cap si trova sopra il suo minimo del 1998 (il fondo della crisi asiatica) del +69%. Controllare il grafico qui sotto. Ripeto è un informazione esclusiva, che trovate solo su questo sito e non ditelo in giro per ora. Ci sono vari indici delle small cap giapponesi ovviamente, quello che uso è uno di quelli comprabili direttamente anche da europei, ma tutti questi indici dicono che il mercato orso è finito. In analisi tecnica si vedono massimi e minimi crescenti da due anni. Non dovete guardare solo al Nikkei che è pieno di banche e società immobiliari in bancarotta virtuale che lo zavorrano. Ci sono centinaia di società medio-piccole in giappone che vanno bene: ovviamente comprarne un paio non ha senso e devi usare un indice del settore Modificato da - gz on 11/25/2002 14:30:41

Che sia il Ciclo delle scorte al minimo ? - gz  

  By: GZ on Lunedì 25 Novembre 2002 12:00

Le borse sono un poco rimbalzate nonostante le stime di crescita economica siano per lo più riviste al ribasso per l'area Euro (germania a +0.4% ad es) e per l'america un poco meglio. Ma può darsi che le borse "guardino avanti" al ciclo economico tra qualche mese. La brava Stephanie Pomboy di MacroMavens fa notare che il ciclo delle scorte è nel 2002 al minimo dal 1992 E SIMULTANEAMENTE IN EUROPA, USA E GIAPPONE. Bene o male se le scorte industriali di beni sono sul minimo degli ultimi dieci anni in tutto il mondo vuole dire che le imprese sono state pessimiste finora e hanno tenuto al minimo gli ordini. E che a meno di crac clamorosi la domanda di beni deve salire. Come minimo vuole dire che la domanda di Materie Prime sale ancora di sicuro. Per le borse la relazione non è immediata ovviamente, ma questo dato GLOBALE indica che una logica per dire che ci sarà la ripresa esiste (nota bene : i dati sono vecchi, non ne ho trovati di nuovi in forma grafica comoda, in ogni caso indicano un ciclo di alcuni anni e non mesi) Modificato da - gz on 11/25/2002 11:13:47

Giapponesi - gz  

  By: GZ on Lunedì 25 Novembre 2002 10:34

Stanotte il Nikkei fa +2% e forse da un segnale sul grafico Un modo semplice di guardare alla borsa giapponese è pensare che finora hanno messo la loro liquidità a) sotto il materasso ovvero nei conti correnti bancari e postali che rendono circa zero (circa 50% del totale) b) in obbligazioni estere e in particolare americane (vedi sotto il totale dei treasuries usa detenuti da giapponesi) Se i Treasury bond americani cominciano a cedere è un segnale che i giapponesi ricominciano a mettere i soldi a casa loro

Il Sito del Mese - gz  

  By: GZ on Domenica 24 Novembre 2002 19:41

Lettura per distrarre un attimo dalle vicende del Nasdaq e di Fiat e di Colannino (cosa sta facendo all'interno di Olimpia e perchè ha regalato a Berlusconi 200 miliardi pagandogli il doppio esatto del prezzo di mercato per le Olivetti che aveva Mediaset ? ) e "allargare gli orizzonti" come si suole dire. Questo sito ^www.alminbar.com#www.alminbar.com^, é menzionato anche in un pezzo di sandro magister su espresso: grazie a internet si può ora leggere comodamente cosa pensano i capi spirituali e intellettuali di un miliardo e passa di musulmani che vuoi per l'immigrazione dalle nostre parti, vuoi per questi aerei pilotati su dei grattacieli, vuoi per questi conflitti in iraq, palestina, afganistan, algeria... vuoi per questa Miss Mondo con 200 morti in Nigeria per un commento di un giornale ("...anche maometto se le sposava...) ci coinvolgono in modo crescente. Il sito ^www.alminbar.com#www.alminbar.com^ ("Pulpito di Moschea") raccoglie tradotte in inglese una selezioni delle "kutbah", la predica che ogni giorno a mezzogiorno viene pronunciato nelle moscheee e orienta poi la mente di milioni di musulmani nel mondo. Il sito raccoglie le prediche dei maggiori imam di 62 nazioni musulmane, filtrate da un gruppo di otto autorità religiose. Come noto in questi paesi le autorità religiose e spirituali sono le più influenti e dettano legge in termini di politica, costume, morale e società. Scorrere questo sito anche in modo distratto fa entrare nel mondo delle moschee di Teheran, Medina, Il Cairo, Giakarta ecc.. Ovviamente questi tradotti in inglese sono i discorsi più "puliti" e non trovi qui in mezzo i seguaci o sostenitori aperti di Usama o degli Hezbollah o di Hamas. Diciamo che qui sembra esserci la crema della predicazione e della mentalità musulmana. Ad ogni modo anche scorrendolo per un ora a caso di domenica è impressionante leggere cosa si pensa dell'occidente, degli ebrei e di tutto quello che non è musulmano nei "Pulpiti di Moschea" in giro per il mondo. Bisogna provare a immaginare se il Papa in S.Pietro o qualunque altra personalità intellettuale influente, ad es il rettore dell'università o l'editoriale dei giornali ogni giorno predicassero e stampassero cose del tipo: ("... il profetta maometto sul suo letto di morte maledì i giudei ... Allah li trasformò in scimmie e maiali... (...This is why Allaah cursed them and transmuted them into monkeys and pigs...) Ma per fortuna il corriere della sera intervistà Afef che ci rassicura e repubblica ha gli editoriali dell'intellettuale musulmano che vive a parigi che spiega che la jihaad è un fatto interiore ------------------------------------------------------- .....As for the Jews of Banu Quraydhah, who were the third of the three tribes, they broke their treaty with the Prophet sallallaahu ‘alaihi wa sallam during the Battle of Al-Ahzaab, when they thought that the Muslims were weak and pre-occupied. Therefore, after the battle, when the Prophet sallallaahu ‘alaihi wa sallam besieged them, they pleaded that Sa’d bin Mu’aadh, may Allaah be pleased with him, who was an old ally of theirs, be allowed to act as an arbiter to decide in their case. This request was granted by Prophet sallallaahu ‘alaihi wa sallam and Sa’d decided that their men, who numbered six to seven hundred, should be killed, their properties should be distributed among Muslims and that their women and offspring be held captive. These are just some examples of the treachery of the Jews against the Prophet sallallaahu ‘alaihi wa sallam. Another example occurred during the conquest of Khaybar, when a Jewish woman presented to the Prophet sallallaahu ‘alaihi wa sallam a poisoned roasted lamb. Contrary to the Jews hopes and expectations and although the Prophet ate from the poisoned lamb, he was not harmed. However, on his deathbed the Prophet sallallaahu ‘alaihi wa sallam said: “I still feel the pain caused by the food I ate at Khaybar and at this time I feel as if my aorta is being cut from that poison.” O Muslims! The Jews are notorious for their betrayal and treachery. They incurred Allaah’s curse and are deserving of His wrath. They made lawful what Allaah prohibited through stratagem and cunning. This is why Allaah cursed them and transmuted them into monkeys and pigs. Shame is pitched over them like a tent wherever they are found, except when under a covenant of protection from Allaah and from men. O Muslims! We must strongly prepare for these and all other enemies of Islaam, whoever and wherever they are. We have to become stronger in order to fight the enemies of Islaam with the same weapons they use in order to plant a wedge between their ranks Edited by - gz on 11/24/2002 21:13:2

Per fortuna non tutto cambia - gz  

  By: GZ on Sabato 23 Novembre 2002 12:49

Lettura per weekend (nel caso che fosse sfuggita) Tutto cambia nel mondo. I mercati orso si alternano ai mercati toro in borsa. La lira che una volta fluttuava e che nel '92 era a 1.200 sul dollaro ora non esiste più (e sarebbe a 2.100 sul dollaro).L'inflazione che nel 1992 era al 16% ora è al 2% e i bot rendono il 3%. L'Urss è scomparsa, il muro è caduto, i paesi dell'ex patto di varsavia chiedevano ieri a praga di entrare nella Nato e la CEE si allarga forse fino alla Turchia. La Cina esporta ora più del giappone in occidente e la Corea ha ormai un reddito pari alla Francia. I cellulari che 10 anni fa non esistevano ora hanno la radio, la tv, la macchina fotografica incorporata e ricevono e mandano segnali di borsa. La biotecnologia cura ogni giorno una malattia nuova, i satelliti spia vedono dal cielo se sei abbronzato. Tutto cambia al mondo, forse in modo eccessivo e questo provoca anche delle reazioni di rigetto giustamente a volte. Ma per fortuna ci sono delle cose che rimangono costanti nel tempo, che tengono fermi i principi e le usanze di una volta, come ai vecchi tempi, esattamente come nei primi anni '90 o anche anni '80 e in realtà come negli anni '70 --------------------------------------------------- La Regione Siciliana ha finito i soldi, niente stipendio ai deputati ------------------------- di GIAN ANTONIO STELLA (corriere della sera, 23/11/2002) Prima il rimborso-vacanze ai familiari di ogni consigliere, compreso (58 mila lire: meglio che niente) il suocero. Poi il finanziamento dell’avveniristico progetto per la macchina «schiudi-uova». Poi l’allevamento del «cirneco dell’Etna» affidato a lavoratori socialmente utili che per ogni cane (prima che le povere bestie morissero tutte di stress) divoravano una ventina di milioni di stipendi l’anno. Poi una serie infinita di spese di esilarante scelleratezza. Eppure, quando hanno saputo che i soldi erano finiti, i deputati regionali siciliani sono caduti dalle nuvole. Vanno capiti: il Palazzo della Cuccagna, come qualcuno ribattezzò l’Ars, non ha più neppure i soldi per pagare i loro (sontuosi) stipendi. Nelle casse della mitica Assemblea Regionale Siciliana, dopo 46 anni di estrosa amministrazione, sono rimasti esattamente 3 milioni e 914 mila euro. Una miseria, per chi ne amministra ogni anno circa quindici miliardi. Fate i conti: è come se una famiglia italiana abituata a gestire un bilancio di 15 mila euro l’anno si ritrovasse con un deposito in banca di 3 euro e 91 centesimi. Pochini. Basti dire che i soli creditori pubblici (le aziende sanitarie, i Comuni, le Province, gli enti regionali...) hanno in mano mandati di pagamento per 2 miliardi, 3 milioni e 104 mila euro (oltre 4.000 miliardi di vecchie lire) che non riescono a riscuotere. Ai quali vanno sommati i soldi (una montagna) che la Regione deve dare ai creditori del settore privato, alcuni dei quali hanno già chiesto il pignoramento di beni per oltre 25 milioni di euro. Un buco pazzesco. Che l'amministrazione pensa di tappare almeno in parte con un nuovo mutuo da 400 milioni di euro (800 miliardi di vecchie lire) che a sua volta dovrà essere almeno in parte usato per tappare altri buchi bancari spalancati dall'apertura di vecchi mutui chiesti per tappare a loro volta altri buchi ancora. La Corte dei Conti già l'anno scorso, per bocca del presidente regionale Giuseppe Petrocelli, aveva detto di fare molta attenzione: «Il percorso di risanamento dei conti regionali ha subìto una brusca interruzione». E aveva spiegato che la voragine, dovuta tra l'altro a «promozioni di massa», contributi a pioggia e alla mancata riscossione di 4.200 miliardi di lire di tasse, era montata anche a causa del «ricorso indiscriminato» ai mutui fatti per pagare altri mutui, fino a 8000 miliardi. Cioè oltre 4 milioni di euro. Non bastasse, all'allarme dei magistrati contabili si era aggiunto quello dell'assessore al Bilancio Alessandro Pagano che dopo aver minacciato mille volte le dimissioni per contenere le tentazioni spendaccione dei colleghi, ha spiegato ieri a Emanuele Lauria, del Giornale di Sicilia , di essere quasi quasi contento: «Spero che adesso qualche collega, colpito dalla crisi finanziaria nelle proprie tasche, si renda conto della necessità di portare avanti tutti insieme una politica di rigore». La coscienza di vacillare sull'orlo dell'abisso, infatti, non era fino a ieri niente affatto diffusa. Certo, nessuno osa più proporre leggine come quella citata sul contributo-vacanze a moglie, figli e suoceri successivamente abolita dai giudici. Né organizzare viaggi come quello a Fukuoka dove, per vedere come i nipponici avevano organizzato i giochi universitari, fu programmata una spedizione da 4 miliardi (17 milioni a testa) di vecchie lire per la trasferta di 231 persone: deputati, funzionari, amici, mogli e amanti più 30 sbandieratori di Siena, 30 trampolieri emiliani, 30 gondolieri veneziani, 10 cantanti romani e 30 Pulcinella napoletani. Né aumenti scriteriati come quello concesso per motivi clientelari alla vigilia delle «politiche» del 1994, quando ai sindacati che per scrupolo avevano moderatamente chiesto solo 14 mila lire d'aumento venne risposto: «Ma no, ve ne diamo 200 mila!». Né regalini extra-lusso come quello fatto ai minatori di Pasquasia, in pensione con un assegno mensile pari di fatto al 108% della busta paga che avevano lavorando. Per non parlare dello stadio di baseball costruito per le Universiadi del 1997 anche se il gioco non era tra le discipline previste o della piscina olimpica chiusa per anni perché l'avevano fatta senza impianto di riscaldamento. Dettaglio che il progettista, informato della cosa, accolse battendosi la fronte: «Minchia: m'u scurdai!». Erede di una scriteriata gestione condotta da un po' tutte le giunte regionali via via succedutesi, di centro, di destra e di sinistra, il governo di Totò Cuffaro (a sua volta protagonista delle ultime amministrazioni visto che era assessore sia con la destra sia con la sinistra) si è trovato alle prese con una situazione disperata che cerca oggi di arginare come può. Non pare però che la sua straripante maggioranza (63 consiglieri su 90) si sia data però pensiero della crisi. Prova ne sia che soltanto poche settimane fa, nonostante la catastrofe pensionistica che ha visto nei primi mesi di quest'anno andare in pensione 721 dipendenti regionali dei quali neppure una cinquantina per vecchiaia, aveva votato insieme con un pezzo della sinistra l'estensione ai dipendenti degli enti regionali delle pensioni baby che consentono a una donna sposata e madre di andare ancora oggi in pensione dopo solo venti anni di carriera. L'impossibilità di ritirare lo stipendio, sorpresa!, ha lasciato tutti stupefatti: ma come, finiti i soldi? Un dramma. Tanto più che i poveretti, in uno dei rari momenti di lavoro nell'aula parlamentare (dove secondo gli ultimi calcoli soggiornano mediamente due ore e mezzo la settimana) si erano appena dati un aumentino allo stipendio: 650 euro. Il minimo indispensabile, converrete, per far fronte al costo della vita. Che ognuno di questi servitori dello Stato stoicamente affronta con un vitalizio appena sufficiente: in media, comprese le varie indennità, 12 mila euro al mese. Edited by - gz on 11/23/2002 11:55:34