Il blog

Putin il primo ad affiancarsi... - gz  

  By: GZ on Mercoledì 29 Gennaio 2003 21:12

Vedendo che l'america sembra andare avanti Putin comincia ad affiancarsi... ----------------------------------------------------- UPDATE: Russia Distances Itself From Baghdad By Guy Chazan MOSCOW -- Signaling a shift in Russian policy, President Vladimir Putin said Moscow could back the U.S. call for military action against Iraq if Baghdad obstructed the work of United Nations weapons inspectors. Mr. Putin's remarks, made during a meeting with university students in Kiev, showed Russia distancing itself from Iraq as the American military buildup gathers pace, and contrasted sharply with the strong antiwar language that France and Germany are using. And in a further sign that Russia is losing patience with Saddam Hussein, Foreign Minister Igor Ivanov rebuked Baghdad for threatening to attack Kuwait in the event of a U.S. strike and urged it to cooperate fully with the inspection teams. Russia has firmly opposed American plans to disarm Iraq by force, arguing that weapons inspections were working and should be allowed to continue. But Mr. Putin said Russia might "change its position" if Iraq failed to cooperate with the inspections regime. "If Iraq starts to present problems for inspectors, then Russia could . . . agree with the United States on new, tougher actions by the U.N. Security Council," he said. He added that the U.S. must not take any action against Iraq without Security Council approval. It was the Kremlin's first public response to chief weapons inspector Hans Blix's interim report, delivered Monday at the U.N., which said Iraq was evading calls to disarm. In London, British Foreign Secretary Jack Straw said the "damning and disturbing" report showed that Iraq was in "material breach," or violation, of a U.N. disarmament resolution -- the first time Britain has deemed Iraq in material breach since inspections resumed in November. And Egyptian President Hosni Mubarak said he feared war will come "unless Iraq abides by the resolutions of international legitimacy and ceases to put obstacles in front of the international inspection operations." Russia has been equivocal in its response to the Iraq crisis: on the one hand it is critical of American unilateralism and eager to boost the role of the Security Council, of which it is a permanent, veto-wielding member; on the other hand, it is fearful that more outspoken opposition could damage its newfound friendship with the U.S. Commentators said Russia can't afford to take the confrontational approach adopted by France and Germany. Paris says that there is no justification for military action against Iraq yet, and that the inspections should be allowed to continue. Berlin has ruled out sending its troops to participate in any U.S.-led invasion and also continues to insist that the inspectors carry on their work. Both France and Germany have blocked efforts at the North Atlantic Treaty Organization to begin preparing contingency plans for war, arguing that such preparations could undermine the U.N. process. "Putin knows that France will ultimately be forgiven" for its hostility towards U.S. war plans, "whereas Russia never will," said Dmitry Trenin, an analyst with the Carnegie Center in Moscow. "Over the last three years, Putin has been painstakingly building up trust between Russia and the U.S. -- that's the centerpiece of his foreign policy," said Mr. Trenin. "He's made a decision deep in his heart not to turn Russia into an obstacle as far as the U.S. is concerned." Russia is reluctant to burn its bridges with Iraq, an old Soviet-era ally, which still owes it billions of dollars in debt. Russian oil companies have been active in trying to develop Iraqi oil fields and a Russian government delegation recently visited Baghdad to restore commercial ties. But Moscow-based commentators say Mr. Putin may have decided that Russia will have a better chance of recovering debt in a post-Hussein Iraq. Mr. Putin's remarks showed how the Kremlin often pursues a more pro-American line than Russia's conservative foreign ministry, which has insisted on a diplomatic solution to the crisis. Mr. Ivanov denied Mr. Putin's comments in Kiev marked a toughening of the Russian stance. He said Moscow continued to oppose "unilateral, especially military, actions against Iraq that are not ordered by the U.N. Security Council, and wants international inspectors to continue working in the country." ---

Bund contro dollaro: il mega trend - gz  

  By: GZ on Venerdì 24 Gennaio 2003 15:14

Solo una domanda tecnica: Come mai il Future Bund è ancora così forte? ----------------------- Magari lo sapessi ! oggi provo short.. In questo caso credo siano veramente le NOTIZIE famose che contano e il bund ha tutto a favore, ma ora si è creato un TREND PER CUI CHI COMPRA BUND USCENDO DAL DOLLARO (o yen o peso o real o anche sterlina) STA FACENDO UNA FORTUNA Basta vedere il grafico sotto del BUND diviso DOLLARO : gli hedge fund prendono a prestito in dollari all'1% a 3 mesi o 1 anno e investono in Bund con la leva finanziaria, hanno I) un rendimento maggiore, II) l'apprezzamento del bund e III) quello del cambio tutti assieme ! Questo è un mega trend speculativo che si alimenta su se stesso, proviene dall'area dollaro, ma anche yen, peso (è crollato al minimo degli ultimi 10 anni ieri...) e altri Ovvio che sotto c'è una logica: il rifugio in europa di chi esce dal dollaro, i numeri tedeschi macro-economici che restano deboli, il fatto stesso che più sale l'euro e più si indebolisce il settore export tedesco che era l'unico che ha sfornato numeri positivi negli ultimi due anni per cui è un circolo vizioso e più l'euro sale e più la BCE non ha alibi e deve tagliare i tassi ancora (euro sale ==> economia più debole ==> bund che sale ) Ma è diventato ora un trend che cresce da solo, alimentandosi con i guadagni (vedi qui sotto: BUND diviso DOLLARO) Modificato da - gz on 1/24/2003 14:36:18

titoli del militare - gz  

  By: GZ on Giovedì 23 Gennaio 2003 20:55

in teoria i titoli del militare avrebbero dovuto guadagnare negli ultimi sei o anche dodici mesi visto che più o meno in marzo del 2002 è iniziata la pressione per rovesciare Saddam e la mobilitazione militare è in corso da questa estate Ma come si vede sotto e qui i titoli maggiori della difesa militare, ^General Dynamics^, ^LLL#^, ^Northrop#^, ^Boeing#^ ecc.. hanno invece perso (forse solo un poco meno in media del resto del mercato). E se ora siamo alla vigilia dell'intervento, per cui tutto è già stato ormai predisposto e prodotto, dovrebbero perdere ancora. Forse il mercato anticipa veramente sempre, ma qui veramente anticipava molto, perchè il settore è salito un anno abbondante PRIMA che si passasse a dei piani di guerra importanti. Modificato da - gz on 1/23/2003 19:59:32

L'impressione oggi - gz  

  By: GZ on Giovedì 23 Gennaio 2003 19:15

Ci sono reportage ieri e oggi del famoso raduno a davos di 3mila capi politici, businessman e managers, da Bill Gates a Lula a Putin a Soros e tutti riportano che la gente non parla d'altro che dell'iraq (senza contare l'atmosfera in cui si svolge, hanno isolato davos dal resto del mondo, speso 10 milioni per blindare tutto, interdetto qualunque volo nell'area e impedito a chiunque di avvicinarsi). Ora Jack Straw e Colin Powell per inghilterra e Usa spiegano alla conferenza stampa che il tempo sta per scadere, che non sono gli ispettori a dover cercare la prova che non ci siano armi di distruzione di massa in iraq, ma al contrario è saddam che deve mostrare di averle distrutte ecc... Mentre parlano l'euro, il franco svizzero, l'australiano e le valute minori volano e gli indici euro affondano (ma il greggio scivola...) Chi ascolti la conferenza stampa di Straw e Powell ha l'impressione che non torneranno indietro. Forse non hanno il consenso della giordania e della turchia come sembrava oppure forse sì, a sentire il tono con cui parlano si direbbe di sì. Se fosse così allora il 15-20 febbraio sembra la data probabile. Il mercato reagirà non tanto al primo sparo quanto al momento in cui la decisione del primo sparo sarà finale. L'impressione oggi è di essere vicini

ORO o titoli auriferi ? - gz  

  By: GZ on Giovedì 23 Gennaio 2003 15:41

L'unica cosa sfavorevole è che non è negoziabile con un click in un secondo, come avviene per le azioni. ----------------------- beh... in un secondo no, ma in 5 o 10 secondi sì, l'oro è negoziabile, inteso come contratto sul ^Gold#^ future al Comex (oppure ^Silver#^ sempre al Comex) e hanno opzioni molto liquide su tutte le scadenze (cliccate sul link che abbiamo messo qui e vedete che sono più liquidi del fib30) I titoli azionari auriferi invece hanno il difetto che sono società non facilissime da capire dato che dipendono da quello che producono in miniere sparse giù per il sudamerica o africa o canada e a parte i 3 o 4 grossi come NEM, AU, Barrick... ogni tanto ci sono delle sorprese perchè sono titolini Inoltre ho appena letto uno studio per il quale in parte i titoli auriferi sono correlati con l'andamento degli indici di borsa, mentre il metallo invece è complemamente indipendente (Riguardo all'inarrestabile flusso di: odio-berlusconi-e-lo-ripeto-tutti-i-giorni che invade ogni topic di qualunque argomento ogni settimana come una volta si facevano le preghiere quotidiane si potrebbe fare come al bar dove gli avventori abituali dicono solo: ".. gianni, per me il solito eh..." e tutti capiscono senza dover ripetere tutto ogni giorno) Modificato da - gz on 1/23/2003 14:51:6

Humour - gz  

  By: GZ on Giovedì 23 Gennaio 2003 11:09

La Germania ha dichiarato oggi di nuovo che si opporrà a un tentativo di combattere contro l'Iraq. Hanno però aggiunto che potrebbero prendere in considerazione l'idea di invadere di nuovo la Polonia. ------------------------------------- Yogi Berra (campione di baseball): Ricordarsi sempre di andare ai funerali degli altri se si vuole che vengano al proprio. Da queste parti si fa tardi molto presto. Nessuno va più in quel ristorante, è troppo affollato. Il baseball è al 90% uno sforzo mentale e per l'altra metà fisico ---------------------------------------- Quando era ragazzo pregavo ogni notte il signore per una bicicletta nuova. Poi ho capito che il signore nella sua saggezza non opera in questo modo. Così ne ho rubata una e gli ho chiesto di perdonarmi La mia fidanzata mi ha detto che vedeva un altro uomo. Le ho risposto di stropicciarsi gli occhi. Il presidente Bush sta ora scendendo nei sondaggi. Questa è la differenza con il presidente Clinton: la sua popolarità nei sondaggi non si è mai abbasssata, d'altra parte le sue interniste...

cosa c'entra il deficit ? - gz  

  By: GZ on Mercoledì 22 Gennaio 2003 20:26

I tassi di interesse NON C'ENTRANO CON IL LIVELLO DEL DEFICIT pubblico è una favola messa in giro negli anni "80 per giustificare le stangate e le "manovre" per "sanare la finanza pubblica". Il deficit pubblico di per sè non significa quasi niente. Un paese può avere un deficit pubblico molto elevato come il giappone ora dove è il 6 o 7% del PIL (forse di più), ma se la spesa pubblica è solo il 30% del PIL e l'inflazione è zero i tassi saranno all'1% (come infatti accade in giappone da anni). N.B. Fatto però salvo i casi di paesi che possono fare bancarotta e non pagare più il debito verso l'ESTERO (tipo Brasile o Argentina o colombia). Ma se un paese ha invece un deficit pubblico alto e il debito pubblico è detenuto da investitori LOCALI (per il 90%) allora non c'è relazione tra i TASSI E IL DEFICIT. Il giappone è un caso classico, ma anche l'america che da 3 anni ha tassi PIU ALTI dell'europa e un deficit pubblico che è il 60% del PIL (ora) contro dei 90 o 100% in europa. Ma vallo a spiegare ai vari Amato, Prodi, Ciampi, Visco che hanno agitato questo bau bau per portare le tasse al 55% del pil dichiarato (dicono che le tasse sono solo il 45% del pil, ma solo perchè ipotizzano un 20% di pil in nero, su quello dichiarato sono il 55%). La relazione vera è SOLO TRA INFLAZIONE E TASSI DI INTERESSE, al massimo tra livello di spesa pubblica rispetto al Pil e tassi. In italia i tassi erano alti, al 15% sui Bot, perchè l'inflazione era al 12% ad es (e a volte sono stati più bassi dell'inflazione). Ma l'inflazione non dipendeva dal deficit tanto è vero che nel 1993 o 1994 l'inflazione era il 6% e il deficit era il 3% del pil. Oggi il deficit è sempre intorno al 3% del pil e l'inflazione (misurata allo stesso modo del 1994) è il 2%. Altro esempio: il paese europeo dove c'è inflazione oggi è l'Irlanda con il +6% ufficiale di aumento dei prezzi. Perchè ? Non certo per via del deficit che è sotto i parametri a differenza della germania che li oltrepassa e ha inflazione all 1% !!. I media per anni hanno lavato il cervello a tutti con "il Deficit Pubblico" come il totem da cui tutto dipende nell'economia e a cui i cittadini devono tutto sacrificare. La Comunità Europea adora questo totem anche lei sempre per spremere più tasse possibili coi bei risultati di crescita del reddito che tutti vediamo Modificato da - gz on 1/22/2003 19:39:27

La medaglia alla carriera a Gheddafi - gz  

  By: GZ on Martedì 21 Gennaio 2003 13:16

Se in un libro di storia leggessi : "...alla testa della commissione per i diritti umani alle Nazioni Unite era stata nominata negli anni 30 l'italia di mussolini o la germania di hitler" farebbe impressione no ? Questo è quello che si leggerà nei libri di storia (visto che dai media contemporanei non ti puoi aspettare niente) parlando di quello che succede ora con Gheddafi. A Roma e in molte altre capitali europee per tutti gli anni 70 e 80 ogni tanto leggevi nella cronaca di un "...cittadino libico trovato morto... giornalista libico in esilio scomparso misteriosamente ieri... si pensa che sia stato rapito...". Erano gli oppositori al regime che la polizia segreta di Gheddafi andava a cercare uno per uno in tutta europa (visto che nei paesi del medio oriente glieli consegnavano già ammanettati) e li ammazzava per strada oppure li rapiva e riportava in libia. Nel 1983 agenti libici hanno messo una bomba su un aereo parigi-new york sopra lockerbie in scozia, 250 morti, per i quali dopo 20 anni hanno ammesso la colpevolezza al processo e Gheddafi ha pagato un indenizzo. Un Bin Ladin della prima ora. Negli anni '70 e '80 in quasi tutti i paesi del centro africa c'erano soldati e "consiglieri" libici a organizzare colpi di stato e imporre regimi islamici, ad es in Uganda Idi Amin, il dittatore cannibale, andò al potere con un golpe organizzato dai libici per imporre un regime musulmano, distrusse il paese, scappando poi da Gheddafi alla fine. Per 20 anni Gheddafi ha speso i soldi del petrolio mandando in giro i suoi agenti e soldati per l'africa centrale a imporre e finanziare regimi musulmani come quello di Amin o Sekou Turè in mezzo a popolazioni dove i musulmani erano il 10% e che quindi andavano represse di continuo. Dopo 35 anni di dittatura ormai gli sono scomparsi tutti gli oppositori e Gheddafi invecchiato e imborghesito si è anche stancato di organizzare colpi di stato e terrorismo. Per cui assieme al figlio sorride ai giornalisti, ai vari Sgarbi o Haider o altri opportunisti che li vanno a trovare sotto la tenda, compra quote della juve o della lazio o della cirio e non so quali altre. E così alla fine di un onorata carriere di dittatore, terrorista e organizzatore di colpi di stato riceve anche la medaglia alla carriera e l'ONU (dove metà degli stati sono dittature come la sua) gli da la presidenza della COMMISSIONE PER I DIRITTI UMANI Con la benevola astensione dei paesi europei che con il solito coraggio non se la sentono di votare contro la nomina di uno dei dittatori più feroci degli ultimi 30 anni alla vigilanza internazionale sulle violazioni dei diritti umani.

Rimandato di un mese - gz  

  By: GZ on Venerdì 17 Gennaio 2003 22:41

Se uno pensa che negli ultimi dodici mesi le borse siano in crisi solo perchè l'economia mondiale è in crisi non è questo il suo topic. Da marzo scorso (2001) l'amministrazione americana ha cominciato a parlare di intervento in iraq, citando le armi chimiche e batteriologiche o nucleari di Saddam ecc.. e da allora un -10 o -15% delle borse è probabilmente da attribuire a questa tensione crescente verso la guerra. Dal punto di vista dei mercati qualunque soluzione è meglio della tensione senza fine, ma per quanto riguarda quelli americani in particolari sembra ormai che tendano a reagire bene quando l'intervento sembra deciso e male quando torna l'incertezza Come noto la Corea è "entrata in campo" in dicembre creando un diversivo (si pensa che Saddam abbia pagato una grossa somma ai coreani per concordare la mossa) e segnando dei punti per Saddam. Ora Debka indica che prima la Turchia (come ho riportato 8 giorni fa) e ora anche la Giordania si stiano defilando e rompendo gli accordi presi, per una serie di motivi: gelosia verso il ruolo crescente dei kurdi, maggiori compensazioni economiche da strappare sentendosi indispensabili per gli americani ecc... Senza la Turchia è molto difficile l'intervento e senza la Giordania impossibile. Allo stesso tempo dopo fine marzo è tecnicamente impossibile comunque per il caldo dato che le truppe devono usare protezioni per armi chimiche che a 45 gradi nel deserto le semiparalizzano. Tornare indietro dopo aver spostato 150 mila truppe e manovrato e negoziato e minacciato per 10 mesi senza aver ottenuto niente sarebbe una grossa sconfitta. E può essere presa molto male dai mercati finanziari americani E' una una faccenda complicata, le parti in causa sono tante: i kurdi che hanno in mano il nord dell'iraq, i leader sciiti di opposizione in iraq appoggiati dall'iran (sciita anche lui), la Turchia che vuole dei pozzi di petrolio in iraq, aiuti economici sostanziali americani e teme i kurdi, la Giordania e poi praticamente tutti, OLP, Israele, Kuwait, Siria, Russia. L'america ha bisogno come minimo dell'appoggio della Turchia, Giordania e Kuwait-Quatar, della neutralità/simpatia dell'Iran e della neutralità della Russia. La cosa è andata avanti da marzo 2001 a oggi, gennaio 2002, ed è rimasto ora un mese e mezzo ormai prima di rinunciare. Secondo Debka c'è stato un altro rinvio, l'ultimo al 15 febbraio per la decisione finale. Tirando le somme da dicembre l'alleanza messa faticosamente assieme in 10 mesi di trattative segrete si sta sfaldando. Ora ci saranno sforzi frenetici di rimettere in piedi la coalizione per poter attaccare Saddam entro fine febbraio. Secondo Debka Bush ha accettato di spostare al 15 febbraio la decisione, ma è alle strette ----------------------------------------------------- Although difficulties continue to pile up, President George W. Bush has lost patience with the delays in launching America’s full-scale war against Iraq. DEBKA-Net-Weekly’s Washington sources report he is determined to go forward, come what may – and soon - even if some allies drop out and war plans have to be revised. Saturday, January 11, our sources report that the US President and Saudi crown prince Abdullah had a secret telephone conversation on Iraq and the situation in the Arab world in the light of the approaching war. At the end of the conversation, Abdullah made a personal request for a short period of grace for intense lobbying that might somehow obviate the need for war. Bush said he was not optimistic but granted the Saudi crown prince the extra time, giving his word not to launch military action before February 15, the day after the Little Pilgrimage (Umrah) to Mecca. This is the reason for the postponement of the Blair visit to the White House to January 31. That is the last extension Bush is prepared to allow – even though America’s two key allies threaten to drop out -Turkey is stalling and, as DEBKA-Net-Weekly discovered this week, Jordan has quietly developed cold feet. Ankara allowed a 150-man Pentagon team to inspect bases this week, but is still withholding permission for the US invasion force to use Turkey as a staging base to invade Iraq from the north. Jordan’s king Abdullah has not yet approved the large-scale landing of Marines to open the Western front of the war. This means that the Northern and Western warfronts are in disarray. If the Americans are only able to invade from the south, the nature of the war will differ from its planning, and become a slower, staged and rolling operation. The overriding concern of the Turks and Jordanian king, in addition to the wish for a better bargain, is the nuclear threat from al Qaeda which has assumed the role of Saddam’s proxy against the US and its allies. Nuclear references abound in Islamic fundamentalist publications and chatter of the last few days. No one knows what types of nuclear weapon are involved, but the allies want to hear from Washington what will happen to them in case of nuclear attack – be it dirty bomb or something more sophisticated. Nonetheless, the White House intends adhering to its current timeline for opening the assault on Iraq. This timeline currently ranges from January 20 to February 15. On January 27, chief UN arms inspector Hans Blix makes his report to the Security Council On January 28, Bush addresses the nation. Israeli election takes place. If the assault has not been launched by then, the President will use his speech to declare his intentions. Alternatively, Tommy Franks will be told the attack must go forward by mid-February – no later. Our sources stress that there is no guarantee that this time-span will not change again under the impact of far-reaching events. Say, if Saddam makes a direct move or the terrorists carry out a mega-hit. 2. Saddam’s Timeline There is a widespread assumption in Washington that Iraq paid the North Korean ruler Kim Jong-Il good money to raise a furor over his nuclear arms program so as to divide the Bush administration’s single-minded concentration on the war against Baghdad and buy time for Saddam Hussein. However, that assumption may only cover a part of the ploy. According to some of DEBKA-Net-Weekly’s sources, Kim received much larger cash pledges from his Middle East clients – and not only Iraq – for the future sale of complete nuclear bombs. The situation was best summed up in an article by Dennis Ross in the Washington Post of last Friday, January 10: "Does that argue for the administration's approach of isolation and containment of North Korea? It might, if the North Koreans were two or three years away from being able to produce a half-dozen nuclear devices. But it's more likely that they are only six months away, and that is not sufficient time for the effects of isolation and containment to work on Kim Jong Il. The price to North Korea in six months will not be appreciably different from what it is today. In six months, North Korea will be in a position to sell a nuclear device, and its record to date demonstrates unmistakably that it will sell anything to anybody at any time." To this comment, DEBKA-Net-Weekly adds from its intelligence sources: Kim already has six nuclear devices, but to keep his brinkmanship tactics afloat he needs them at home in his keeping. In another six months, he can build six more devices for sale. So if Kim gets six months' grace - and Saddam is also allowed to buy six months - the entire Arab Middle East will be given the time to acquire advanced nuclear weapons. (See also first HOT POINT at the bottom of this issue.) Top Allies Drop out Jordan Stalls, Follows Turkey Two of America’s three designated warfronts against Iraq are buckling. However, they may not be a total loss. The new February 15 timeline leaves all the parties space to indulge in gainful maneuvers and still climb back on the US war wagon at the end of the day. Turkey was the first defector. This week, Jordan followed. Ankara raised the stakes Thursday, January 16, by calling a regional summit to discuss ways of preventing the American war against Iraq, inviting Syria, Jordan, Egypt, Iran and Saudi Arabia to attend. The Jordanian setback caught United States war planners still shuffling the board round under the shock of Turkey’s refusal to let US forces use its bases and territory for the leap into Iraq from the north (as DEBKA-Net-Weekly 92 first revealed on 10 January 2003). They discovered that the second staunch American partner, Jordan’s King Abdullah, had developed cold feet. The monarch suddenly called off the deployment of Marines in Jordanian bases, just as American military planners were frantically mapping out new plans for re-routing entire armored divisions, squadrons of warplanes and fleets of ships, which had been on the point of shipping out to Turkey from their home bases. Two of the three designated US invasion fronts against Iraq were on the point of folding. The two defections – if sustained – leave US war commander General Tommy Franks with one last invasion front: the south. US ground assault can only come now from Kuwait and Qatar bases plus a Marine landing from vessels of the US naval armada piling up in the Persian Gulf. DEBKA-Net-Weekly’s military sources and experts expect the United States to partly offset the loss of Turkish bases by a general mobilization of Kurdish militias in northern Iraq – some 50,000 paramilitary fighters. They are no substitute for the estimated 70,000 Turkish troops supposed to have fought alongside US soldiers, but they are up to the task of commandeering northern Iraqi oilfields - with the help of US special forces present in Kurdish command centers and air cover from US aircraft carriers deployed in the eastern and central Mediterranean. The Kurdish militias cannot be counted on to capture the key northern Iraqi oil cities of Mosul and Kirkuk. For this mission, the US war command will have to reassign at least one elite 101st Airborne Division contingent especially trained for months for parachuting missions into the Baghdad metropolitan area. The US command will have to make do with only two-thirds of the force originally dedicated to the battle for Baghdad and Saddam Hussein’s second seat of government, Tikrit. If US military planners can successfully redraw their battle plan and allocation of forces in Iraq, some of the harm can be offset.. Nonetheless, unless the king recants, the damage caused by Jordan’s withdrawal and the loss of the Western front, as weighed up by DEBKA-Net-Weekly’s military sources, is considerable: A. The strategic Iraqi air bases - especially the H2 and H3 complexes, which defend the central Iraqi region around Baghdad and Tikrit – will be left in Iraqi hands. The US originally planned to drop American airborne forces on those bases or nearby and wrest control of their facilities with the help of Jordanian special and rapid deployment troops. This plan will have to abandoned, leaving Iraqi troops assigned to defending this sector against the raiding force free to head south and, from the west, harass American tank columns as they advance, or else race to the aid of the Iraqi defenders of Baghdad. B. Nothing much will stand in the way of Saddam Hussein launching his 60 to 80 al-Hussein surface-to-surface missiles, most of which are hidden in western Iraq, against the advancing American columns or against Israel. The Al Hussein, an improved version of the Scud missile (32 of which wrought heavy damage in the Tel Aviv area in 1991), has a range of about 800 km (500 miles). DEBKA-Net-Weekly’s military experts warn that, should Jordan persist in staying out of the conflict - and western Iraq is consequently left in Saddam’s hands - this could tilt the military balance in Iraq’s favor and trigger the kinds of radical military developments that US President George W. Bush has been at pains to avert for nearly two years. Modificato da - gz on 1/18/2003 0:28:6

La cortina fumogena non nasconde la realtà - gz  

  By: GZ on Venerdì 17 Gennaio 2003 15:13

Si sta andando in guerra. "Si" nel senso in qualche modo poi tutti ci sono dentro, ma ovviamente sono gli stati uniti che hanno superato il punto di non ritorno. Al momento ci sono ancora tutti i rumor su saddam che va in pensione, le voci di intesa o di disimpegno e di accordi dell'ultima ora che accompagnano da sempre l'inizio di un conflitto e sono la cortina fumogena che riflette l'ansia di tutti i partecipanti. Per cui probabilmente un 50% di quelli che operano sui mercati pensa che sia inevitabile e un altro 50% no e questo è il momento di massima tensione perchè in qualche modo sapere che tutto è deciso rimuoverebbe almeno l'incertezza. --------------- corriere della sera 17/1 -------------------------------------- L’ex ministro Weinberger: «Le nostre truppe sono pronte. L’ora zero scatterà a fine febbraio» «La campagna militare ha superato il punto di non ritorno» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK - «Non si può tornare indietro. La campagna militare irachena ha varcato un punto di non ritorno perché eliminare Saddam Hussein è per l'America un imperativo ormai irrevocabile. Ormai non possiamo che vincere questa sfida». Parla Caspar Weinberger, ex ministro di Nixon, Ford e Reagan (che lo volle per sette anni alla Difesa) e uno dei patriarchi del Partito repubblicano. «Fermarsi a questo punto vorrebbe dire rafforzare enormemente il potere di Saddam Hussein, lasciandogli in mano l'arsenale di distruzione di massa che continua a nascondere e moltiplicare per usarlo contro i suoi vicini, come dimostra il ritrovamento in Iraq da parte degli ispettori di undici testate vuote per armi chimiche». Dal punto di vista strettamente tecnico-logistico è ancora possibile fermare la macchina militare americana? «Nella nostra storia non esistono precedenti di un dispiegamento tanto massiccio di uomini e mezzi che non sia sfociato in guerra. Quando il Pentagono mobilita 300 mila soldati, con i costi umani, politici e finanziari che ciò comporta, lo fa per portare a termine il compito. Le nostre truppe sono prontissime: lasciarle per vari mesi con le mani in mano potrebbe compromettere la loro abilità di combattere. L'ultima volta in cui ci siamo trovati in una situazione del genere è stato il 6 giugno 1944, quando 130 mila marines sbarcarono in Normandia. Anche allora avevamo un problema di tempo: non lasciare le truppe troppo a lungo in panchina per non comprometterne il morale e l'allenamento fisico». E nel caso Saddam Hussein fosse detronizzato come hanno auspicato oggi i sauditi o decidesse di abdicare? «L'America vincerebbe la guerra senza sparare un solo colpo. Ma il merito andrebbe comunque al nostro massiccio dispiegamento di forze nel Golfo: l'unica argomentazione inequivocabile che può convincere il dittatore che facciamo maledettamente sul serio. Soltanto lo spettro di una guerra ormai dietro l'angolo o la guerra stessa possono mettere la parola fine alla crudele dittatura irachena». Com'è cambiata la tabella di marcia per gli Usa? «Non è cambiata affatto. Il 27 gennaio ci sarà la relazione degli ispettori e il 28, nel suo discorso sullo stato dell'Unione, George Bush potrebbe già annunciare al Paese l'inizio della guerra. Il dispiegamento delle truppe sarà completato a fine febbraio: la data indicata dal presidente come l'ora zero». Non si può aspettare, come chiedono in molti? «Sarebbe un errore perché incapperemo nel problema atmosferico: l'intenso caldo del deserto aumenta verso marzo-aprile e visto che Saddam userà certamente le sue armi biologiche contro le nostre truppe, saremo costretti a dotarle di ingombranti maschere e tute protettive che renderebbero estremamente difficili le manovre. E' proprio questo che intende dire il presidente Bush quando afferma che "il tempo sta per scadere"». Ma l'Onu e il capo dell'Unmovic Hans Blix vorrebbero più tempo per completare le ispezioni. «Blix ha suggerito di aspettare addirittura un anno: stiamo scherzando? Il diplomatico svedese non è un leader particolarmente forte e sembra troppo preoccupato di non offendere i membri del Consiglio di Sicurezza. Ma non si può ricoprire una carica del genere se si vuole accontentare tutti. Più gli ispettori cincischiano e più aiutano Saddam Hussein, che ha già avuto 4 anni di tempo per mettersi in riga e non l'ha fatto». Prevede una guerra lunga? «Al contrario. Durante la guerra del Golfo le truppe di Saddam si sono arrese molto presto e hanno fatto di tutto per farsi catturare invece che combattere. Noi siamo convinti che questa volta i soldati iracheni che alzeranno subito bandiera bianca saranno anche di più». Modificato da - gz on 1/17/2003 14:15:35

Fiducia (negli utili) delle banche - gz  

  By: GZ on Mercoledì 15 Gennaio 2003 15:32

Stock: Citigroup Inc, Merrill Lynch, Unicredito

Occorre avere fiducia (negli utili delle) banche italiane e quindi in qualche modo anche nei titoli. Come si legge qui sotto in questo bel reportage del Corriere i costi della tenuta di un conto e dei servizi legati a bancomat e carta di credito sono SALITI DEL 13% negli ultimi 12 mesi in italia (a fronte di consumi a +1.5% e redditi nominali saliti circa dell 1% anche loro). Quindi gli utili delle banche ne beneficiano. Altro esempio: la concorrenza spietata schiaccia le commissioni di borsa in america ormai ai minimi e i broker americani soffrono. Ad es ormai i futures (che sono le transazioni più costose rispetto alle azioni), inclusi anche il fib30 o il bund o il dax trattati in europa, con i broker americani li fai con 5-6 dollari ANDATA E RITORNO, ovvero 2.5 dollari per transazione. In italia oscilli tra 25 euro e (nei casi migliori) 15 euro andata e ritorno. In media probabilmente 20 euro. Ora : 20 euro (o dollari) -5 euro (o dollari) = 15 euro (o dollari) DI RISPARMIO Se fai 4 contratti al giorno X 250 giorni = 1.000 all'anno ti costa: 20mila euro in Italia e 5 mila euro tramite broker usa (con sedi e numero verde in europa magari). La differenza è 15 mila euro, con cui compri un auto a fine anno. Su un conto da 50 mila euro ad es 20 mila euro di spese all'anno sono il 40%... Chi fa trading veloce con un conto da 50 mila euro e ne spende 20 mila all'anno solo di commissioni non ha molte chance. Quindi occorre avere fiducia (negli utili) delle banche italiane. -------------------------------------------------------Commissioni e caro Bancomat, nel 2002 il costo del conto sale del 13,1% Sotto accusa anche le condizioni per la chiusura trimestrale: si arriva a 134 euro l’anno Il caro-sportello con l’euro ha preso il volo. Nel primo anno della valuta unica il costo medio dei conti correnti bancari non convenzionati è passato da 364 a 412 euro, con un aumento del 13,1% sul 2001. «Una stangata senza precedenti», dice Elio Lannutti, presidente di Adusbef. La denuncia, già anticipata dal Corriere nei giorni scorsi, viene dall’Adusbef che ha monitorato i costi di venti banche. Il risultato? Crescono tutte le spese di tenuta del conto con alcuni picchi: trasferire i titoli ormai «dematerializzati», cioè esistenti solo nelle scritture contabili, può costare anche 1.000 euro, mentre le sole spese di chiusura trimestrale possono arrivare a 135 euro l’anno. Per contro il tasso di remunerazione dei depositi è irrisorio. Dall’Osservatorio Adusbef, emerge dunque una fotografia che non lascia molte speranze ai consumatori: la concorrenza è limitata a causa delle eccessive spese da affrontare nel caso si voglia cambiare banca. Entrando nei particolari, per le sole spese di chiusura trimestrale dei conti, siamo ai 26 euro della Antonveneta (104 annui) fino ai 33,56 euro (134,24 annui) di Banca Intesa. Quanto al tasso minimo di remunerazione dei depositi in conto corrente: si va dallo 0,01% del San Paolo, allo 0,025% della Banca Popolare di Milano, allo 0,03% di Deutsche Bank e di Banca di Roma. Curioso che con questi «tassi medi» pari allo 0,02%, per ammortizzare i 412 euro di spesa annua occorre avere una giacenza media sul conto corrente pari a 2.828.767 euro. La raffica di aumenti e di nuove voci di costo non ha risparmiato alcun istituto: dalla Banca Sella, che ha aumentato del 10% i canoni di locazione delle cassette di sicurezza e introdotto 1,29 euro di spese per il conto «zero spese», alla Banca di Romagna, 1,55 euro per prelievi Bancomat presso altri istituti in precedenza gratis, alla Deutsche Bank, che ha ridotto i tassi ed aumentato la commissione di massimo scoperto, a Bnl, Banco Napoli e Montepaschi che hanno ritoccato le condizioni, tutte con effetto retroattivo. Da notare, poi, che per totalizzare questi costi il conto corrente non è stato movimentato molto: come si può vedere nella tabella qui sopra, sono state fatte solo 11,5 operazioni al mese, cioè 138 in un anno, quindi ipotizzando un utilizzo medio-basso. Dall’Osservatorio Adusbef (sono 15 anni che vengono monitorate le 20 principali banche), la singola operazione - ogni riga di scrittura contabile - costa in media 1,95 euro; 71 euro le spese di chiusura del conto corrente; 1,50 euro il costo per l’invio estratto conto; 1,90 euro la commissione Pagobancomat altra banca (prelevando presso un altro sportello scattano 1,90 euro oltre 1,95 per registrare la scrittura) e 16,10 euro il Pagobancomat annuo; 0,10 il costo dell’assegno; 25,56 euro il bollo sull’estratto conto di persone fisiche. Inoltre ora costa anche la domiciliazione delle bollette che, invece, in precedenza era gratuita. L’associazione dei consumatori punta il dito soprattutto sugli altissimi costi per trasferire i titoli quando un utente insoddisfatto vuole cambiare banca. In questo caso, oltre a pagare «spese di chiusura» di 100 euro, se ha una custodia titoli deve versare lo 0,10% minimo del controvalore per titolo, con un minimo di 30 euro se depositati presso Montetitoli. Le banche cioè, per trasferire titoli che non sono stampati, arrivano a chiedere anche 500 o 1.000 euro. Per porre rimedio ad una situazione giudicata «ormai insostenibile», l’Adusbef ha chiesto l’intervento dell’Antitrust europeo per ripristinare la concorrenza e calmierare i costi. Edited by - gz on 1/15/2003 14:55:52

Argentina: comprare nel crac - gz  

  By: GZ on Mercoledì 15 Gennaio 2003 14:04

oltre alla promozione dei concorsi a premio, ho messo il grafico della borsa argentina degli ultimi due anni qui perchè dimostra, salendo del 100% nell'ultimo anno (o 50% o 140% a seconda del mese esatto di riferimento che uno prende) che il crac economico, la bancarotta e il crollo del peso, il caos politico ecc... sono tutti fatti che hanno COINCISO CON LA RIPRESA DELLA BORSA ARGENTINA ! Non è interessante ? Specialmente perchè si sente sempre dire che "...occorre aspettare che le notizie economiche migliorino per comprare....". Ci sono sempre eccezioni e qualificazioni, ma in questo caso uno cosa fa, compra ora dopo che la borsa è risalita ? Oppure aspetta ancora che l'economia che ora è nel caos migliori ? L'unica cosa giusta nel caso dell'argentina era comprare nel mezzo del crac

Quiz: la borsa migliore del mondo - gz  

  By: GZ on Mercoledì 15 Gennaio 2003 11:25

Questa è per quello che so la migliore borsa degli ultimi sei mesi (+65%) e forse anche dodici mesi nel mondo (+110%). Ho controllato tre volte il grafico perchè pensavo che ci fosse un errore, ma sembra che Bridge abbia i dati giusti, lo stesso non riesco a crederci. No, non è lo zimbabwe o il pakistan o la bielorussia, è una borsa di un paese abbastanza importante. Chi vuole indovinare ? (si vincono due mesi di abbonamento al report, mandate una mail alla giorgia e ve lo inserisce) rimarrete molto stupiti quando scoprite di quale paese si tratta. E costituisce veramente una lezione su come funzionano le borse e la logica dell' "...l'economia che deve migliorare perchè..." (se nessuno indovina per le 12 lo dico io) Edited by - gz on 1/15/2003 10:31:16

Amd, Intel e il Resto : Non Distrarsi - gz  

  By: GZ on Mercoledì 15 Gennaio 2003 02:13

Coi semiconduttori non ci si può distrarre. Stanotte vedo che Intel non ha deluso con il suo annuncio e rimando alla discussione su Kurlak per questo. Ma non ci sono solo sempre le solite Intel e STM. Il 19 dicembre, nel post precedente, sotto a questo, ho tirato fuori Advanced Micro Devices, ^AMD#^, il rivale (minore) di ^Intel#^ nella produzione di processori per personal computer. Notavo che, tra le altre cose, il CEO di AMD, Sanders, il 22 novembre ha comprato 300 mila pezzi di AMD spendendo 2.2 milioni di $, tutti soldi suoi). AMD era a 6.50 il 19 dicembre. Oggi vedo che chiude a 7.43 (+18% da allora) e l'unica cosa errata qui è che l'ho menzionato nel forum, ma mi sono dimenticato di seguirlo nei report. Stamattina mi ero messo a scrivere un pezzo su due titoli tedeschi (qua vale la mia parola...) di cui ho parlato spesso altre volte, ^Adva#^ Optical Networking e ^CEE#^ Consumer Electronics. Poi ho avuto degli impegni e quando sono tornato per aggiornare l'analisi alle 17 uno era su del +19% e l'altro del +9%. Quando succedono queste cose e in media i titoli fanno meglio di quanto uno pensa in genere indica qualche cosa... Modificato da - gz on 1/15/2003 1:22:32

I numeri della cabala: 937 e 921 - gz  

  By: GZ on Martedì 14 Gennaio 2003 19:24

Rispondo usando gli s&p perchè sono più abituato 1) Oggi, 14 gennaio, corrisponde a 294 come TEMPO (immaginiamo che ogni giorno corrisponda a un numero. Non entro ora nel perchè, ma una volta stabilito il punto di partenza basta contare, fidatevi che 294 = 14 gennaio) Prendo quindi in orizzontale e verticale sulla tabella i numeri corrispondenti a 294. Dove ? Vado nell'area di PREZZO degli S&P, quindi vado a cercare tra 850 e 950 ad es. Trovo subito che sono 920 in orizzontale e 955 in verticale, facile. Prendo allora il punto di mezzo che è 937 circa (955 - 920) /2 + 920 = 937 (Mid-Point) 2) Ho poi anche sempre il numero che è sulla diagonale orizzontale ed è 920, come si vede facilmente muovendosi in orizzontale da 294. Conclusione: Qual'è stato il massimo degli S&P finora ? 937, fatto ieri, che è anche il Mid-Point delle diagonali orizzontali e verticali che partono dal 294 (una coincidenza ?) Qual'è stato il minimo degli S&P recente ? 920,7 che è anche il numero che trovavo in orizzontale da 294 (una coincidenza ?) Come usi questa cabala ? Quelli che ho visto e quello che mostra Ruth Miller è di vendere o comprare su questi numeri Modificato da - gz on 1/14/2003 18:51:49

Novuspharma - gz  

  By: GZ on Martedì 14 Gennaio 2003 13:35

In teoria Novuspharma, titolo che da 81 di collocamento è sceso "solo" a 19 e rotti e che capitalizza 129 milioni avendo 115 milioni di euro di cassa al 30 settembre 2002 è valutata solo 14 milioni di euro (129 -115 = 14) Dato che ha fatturato nel 2002 circa 3 milioni non è forse esagerata come valutazione, ma è uno di quei titoli che con qualche annuncio di brevetto o accordo può fare qualche balzo improvviso se il settore biotech torna in auge (come penserei). Il problema è che occorre anche valutare bene cosa c'è dietro la società e come è gestita. Questo commento di SocQuote lo spiega e il quadro delle transazioni dei soci e manager non è molto confortante. Va conservato come promemoria quando il titolo facesse notizia nei prossimi mesi. ---------------- Socquote ------------------------- .... dunque, grazie alla " generosità " ( !?! ) dei sottoscrittori che gli amministratori hanno potuto scrivere che " con una posizione finanziaria netta attiva a fine settembre di 115 milioni di Euro ( 141,8 milioni a fine dicembre 2001 ) Novuspharma dispone delle necessarie risorse finanziarie per conseguire i propri obiettivi ". Una parte della liquidità è stata adoperata per acquisti da cosiddette " parti correlate ", da società, cioè, in cui sono presenti e/o hanno interessi azionisti di controllo e/o amministratori della Novuspharma. Novuspharma ha, infatti, stipulato accordi con due società: la Prolifix e la Micromet. I costi relativi incidono sull'esercizio per complessivi 5,4 milioni di Euro ( con ulteriori impegni a sostenerne fino a 20 milioni di Euro nei prossimi 4 anni ). Entrambe le aziende sono riconducibili agli stessi Venture Capital azionisti di Novuspharma e, nella seconda, il Dr. Platzer è anche Presidente del Cda della controparte. Nella nota degli amministratori si legge che le due operazioni, oltre alla valutazione di una società di consulenza esterna ( di cui ovviamente non si conoscono nè il nome nè tantomeno le credenziali ), sono state " attentamente valutate sotto il profilo economico e scientifico " dai consiglieri " indipendenti ". Sull'argomento è doveroso puntualizzare che il Consiglio della Società è composto da 7 membri: uno esecutivo ( l'Amministratore Delegato Spinelli ) e sei non esecutivi, di questi due ( due soltanto ! ) sono indicati come indipendenti: Max Brauchli e Michele Garufi. I due sono indipendenti " pro-forma ", in quanto in realtà sono azionisti storici, oltre che attuali della società. " A buon peso ": Garufi è CEO della Nicox SA Francia e Brauchli Amministratore della New Medical Tecnologie AG Svizzera. Gli " accordi con le parti correlate " devono essere stati oggetto di delibere del Consiglio di amministrazione, di un Consiglio in cui tutti avrebbero dovuto astenersi, ma evidentemente non lo hanno fatto. Il Collegio Sindacale ( Presidente Antonio Ortolani, sindaci effettivi Luca Blini e Andrea Zonca ) non pare abbiano espresso il proprio parere; pare di dover concludere che per loro tutto è regolare. " Plus " ( supplemento del " Il Sole 24 Ore " ) del 20 luglio ha titolato un pezzo di Riccardo Sabbatini su " Governance " : " La chimera dei consiglieri indipendenti". Come dargli torto ? Per finire: " Italia Oggi " del 27/11 : " Spinelli ha dichiarato nel 2003 Novuspharma a profitto " " Italia Oggi " del 14/12 : " Spinelli ha precisato che l'obiettivo Break-even è confermato per il 2004 ". Ha " toppato " " Italia Oggi " o Spinelli dovrebbe essere più coerente con le dichiarazioni che rilascia ? Forse pensa che con in tasca oltre 100 milioni di Euro, trenta milioni di perdite in più o in meno non intaccano la sua posizione Edited by - gz on 1/14/2003 12:40:22

Guai sul Mais - gz  

  By: GZ on Lunedì 13 Gennaio 2003 20:02

In genere faccio così se sono operazioni di medio periodo, ma qui la cosa non va bene con la botta in giù di oggi perchè il sequential indicava un minimo che è stato ecceduto oggi in apertura Se ragioniamo in termini di analisi tecnica il ^Mais#^ e il ^frumento#^ sembrano dover perdere ancora e a breve sembrano da vendere short Come trading andrei short il future di luglio se rimbalzasse a 239-240 (siamo a 236 e mezzo) con obiettivo a 233 e magari comprerei delle call più in basso o tra un paio di giorni, base 250 ad es luglio Corn il COT mostra che i fondi sono passati più short e il pubblico più long e ho l'impressione che prima che il mercato giri il pubblico deve liquidare un poco Per un ragionamento fondamentale di medio periodo non so, bisogna leggere bene gli ultimi dati e cosa è successo oggi, perchè non avrebbe dovuto fare un nuovo minimo in gennaio Modificato da - gz on 1/13/2003 21:51:34

Sugli S&P non sbaglia mai - gz  

  By: GZ on Lunedì 13 Gennaio 2003 19:50

Di Arch Crawford ho accennato altre volte perchè nel 2002 è stato il migliore servizio di consulenza sull'indice americano (misurato assieme a altre 2 o 300 servizi analoghi da un paio di società che esaminano tutte le raccomandazioni dei consulenti). E' andato short in gennaio l'S&P, ha raddoppiato lo short a 200% in aprile e si ricoperto ed è andato long in settembre... A parte questo che era sensazionale perchè non ha suggerito niente altro, solo questi tre trade, il suo servizio da 20 anni circa risulta come rendimento tra i primi 4 o 5 in america sull'indice S&P 500. Un broker mio amico che è suo vicino di casa in Arizona e lo conosce da 15 anni mi dice che ha periodi di 3 o 4 anni in cui è "bollente" come adesso, poi sbaglia un poco per 1 o 2 anni, ma quando rientra in "fase" come nel 2002 è abbastanza impressionante. Quest'anno ha triplicato il costo del servizio dopo aver fatto en plein. E a inizio dicembre (il 2 dicembre!!) è pure andato short. Si è appena ricoperto per cui ha fatto 4 su 4, ha centrato i due minimi e massimi dell'anno. E' vero che sui singoli titoli non dice niente, nemmeno su altri mercati e non fa trading veloce, ma sugli S&P in questo periodo sta diventando temibile Questo è l'ultimo report. Modificato da - gz on 1/13/2003 21:47:6

Le Opzione sono completamente "sgonfie" - gz  

  By: GZ on Lunedì 13 Gennaio 2003 18:37

Peccato che in Italia non ci siano nessuno che calcola gli andamenti delle opzioni e CW nel tempo (che io sappia) per vedere in modo quantitativo come va la volatilità implicita e non implicita Totale delle opzioni e CW La mia impressione è che le opzioni in questo momento siano completamente "sgonfie" ovvero che i compratori di opzioni soffrano sia perchè si concentrano tutte sul mib30 e sui titoli sono scarsissime (persino Stm ne offre poche) sia perchè le scadenze breve sono completamente tagliate di volatilità, quelle in the money ti danno appena appena il valore intrinseco e il premio temporale si azzera quasi Se si calcolasse un VIX (indice di volatilità delle opzioni, per Piazza Affari) penserei che siamo ai minimi degli ultimi 12 mesi o forse degli ultimi 3 anni Edited by - gz on 1/13/2003 17:38:18

Svoltiamo l'Angolo ? - gz  

  By: GZ on Lunedì 13 Gennaio 2003 12:11

Beh... non è interessante che venerdì sera 931 sugli ^S&P#^ abbia fatto da resistenza e che stamattina siamo incollati da 3 ore a 931 ? E 931 è l'"angolo" di Gann sulla diagonale in questo momento degli S&P come vedete sotto. Non bisogna avere fiducia al 100% in nessuna di queste cose tecniche e un poco esoteriche, ma questa è semplicissima da vedere. In pratica se l'S&P "svolta l'angolo" ora che siamo arrivati a 293 COME TEMPO, cioè come numero che corrisponde alla data del 13 gennaio, poi abbiamo la strada aperta fino al prossimo angolo verticale, cioè a 946 come si vede dal quadrato di gann Controllare il Quadrato Gann di Nove completo che ho messo nei post precedenti. (Ovviamente è una tecnica a breve termine). Modificato da - gz on 1/13/2003 11:17:17

Quiz per l'inverno - gz  

  By: GZ on Venerdì 10 Gennaio 2003 18:37

L'opinione professionale degli analisti tecnici al momento si divide a metà tra chi a) "legge" il grafico dell'S&P 500 come un "Testa e Spalle Ribassista" potenziale b) e chi invece vede una Doppia Tazza col Manico Rialzista potenziale (la seconda dentro la prima, un "pattern dentro un pattern" il che lo rende più potente) Chi vuole esercitarsi nella lettura, qui ha un bel quiz perchè entrambi i pattern sembrano possibili al momento e hanno implicazioni opposte e molto pesanti (non appena uno dei due scatti) Modificato da - gz on 1/10/2003 17:39:33

Anche gann a qualcosa serve - gz  

  By: GZ on Venerdì 10 Gennaio 2003 17:07

beh... i numeri di oggi erano come avevo mostrato stamattina: 931 (vedi cerchio in basso sull'angolo) e 916 (vedi in orizzontale la linea sottolineata a 180 gradi) Bene: di massimo abbiamo fatto ? 931 e di minimo abbiamo fatto ? 916 ! Il 931 poteva essere anche un caso, ma il 916 ha proprio fatto da supporto ora siamo a 924 che è il terzo numero di oggi (in orizzontale da 290 che corrisponde al 10 gennaio) per cui probabilmente se c'è lo short è da qui a 924 Modificato da - gz on 1/10/2003 16:23:8

I numeri degli S&P - gz  

  By: GZ on Venerdì 10 Gennaio 2003 12:42

e questo è il "Quadrato di Nove" di W.D. Gann ("Square of Nine") che molta gente usa. Ultimamente ho visto ad es jeff cooper indovinare abbastanza usandolo su realmoney.com Le regole di base sono che: a) ogni giorno dell'anno corrisponde a un numero su base astronomica (ad es oggi il 10 gennaio corrisponde a 289-290, intendendo che inizia a 289,3 e arriva a 290,3) b) si trasla il numero del giorno sul prezzo usando gli angoli o la quadratura, cioè la corrispondenza verticale o orizzontale (come a scacchi) o sulla diagonale Come si vede ad es il massimo e minimo degli s&p sono stati 870 e 931 circa (grafico precedente) negli ultimi 30 giorni E gli "angoli" attuali su cui siamo (vedi i cerchi magenta indicati) sono qui: ... 871 e 931!. Già questo come inizio è curioso. Sono i numeri esattamente opposti dello Square of Nine e sono anche allineati con il giorno di oggi che, ripeto è 289-290. Inoltre, se traslo da 290 (che corrisponde al 10 gennaio) in orizzontale si vede che arrivo a 924 come prezzo S&P. Ieri abbiamo chiuso a 924 e oggi siamo a 925 circa. Lo metto qua ora solo come riferimento e poi vediamo come reagisce oggi o domani ai numeri dello Square of Nine di Gann Modificato da - gz on 1/10/2003 11:57:28

Nasdaq: 23.6% - gz  

  By: GZ on Giovedì 09 Gennaio 2003 23:16

A brevissimo tutto può essere, ma quello che conta è il contesto Il grafico è bullish sopra al prima trendline e se superasse la seconda allorail 23.6% di fibonacci di ritracciamento lo potrebbe fare nella prima metà del 2003. Modificato da - gz on 1/9/2003 22:18:31

TENARIS - gz  

  By: GZ on Giovedì 09 Gennaio 2003 19:24

Tenaris indica cosa succede!. Tenaris è una società internazionale, basata in argentina e posseduta dai Rocca, italiani, che fa ACCIAIO, la cosa più industriale che esista al mondo. Si è quotata a NY e Milano 3 settimane fa. Dato che l'economia mondiale è così debole e le borse sono così fragili e tutti gli IPO (salvo forse Campari che è un classico "brand" di consumo tranquillo) negli ultimi 12 mesi in italia hanno perso cosa si poteva pensare che facesse Tenaris, un produttore di acciaio ? Che perdesse qualche cosa, al massimo che galleggiasse. E il primo giorno ha perso un -5% mi sembra. Ma da 10 giorni sale in modo graduale e costante senza mai stornare nemmeno quando gli indici perdono. E non ci sono rumor di sorta o novità, il titolo si è appena quotato. Cosa vuole dire ? Secondo me che l'economia mondiale migliora e in particolare nel settore manifatturiero e industriale, come hanno mostrato anche i dati di ordini industriali del 2 gennaio a NY che hanno preso in contropiede tanti, come mostrano ogni giorno le materie prime. Edited by - gz on 1/9/2003 22:29:33

DYNEGY - gz  

  By: GZ on Mercoledì 08 Gennaio 2003 11:02

+50% ieri, in effetti, ehi qui dopo aver vinto con il titolo del'anno (Edison School, ^EDSN#^ ) ecco che cerchi di vincere anche quest'anno (chi suggerisce il SINGOLO titolo con il rendimento migliore vince un abbonamento gratis di un anno) Comunque la cosa apprezzabile è che in effetti qui sul forum Dardarg ha spiegato vita morte e miracoli della società per due mesi per cui si poteva dargli retta Beh...non bisogna mai distrarsi con questi titoli come ^Dynegy#^ tra l'altro se uno prestava attenzione c'era anche il grafico che dava dei segnali tecnici netti (media a 50 , trendline, sequential sul minimo) Modificato da - gz on 1/8/2003 10:37:50

Meno tassi e Dividendi ==> Toro - gz  

  By: GZ on Martedì 07 Gennaio 2003 21:00

Chi non guarda le notizie perchè confondono solo o simili può cambiare subito topic, ma a me ogni tanto capita dal vedere il flusso di notizie di avere un impressione netta e decisa e decidere in base a quella. Qua oggi la cosa evidente con questo pacchetto del governo americano è che per anni si diceva ad es che la borsa avrebbe beneficiato se (a NY) si fosse eliminata la DOPPIA TASSAZIONE dei dividendi che in america fa sì che si arrivi a pagare più del 30% sui dividendi (a volte anche 40%) e che spinge le aziende a evitarli Bene, arriva dopo 10 o 20 anni il giorno in cui questo desiderio viene esaudito e la reazione prevalente qual'è ? Bleah! E solo per i ricchi, è inutile, è insufficiente, è persino sbagliato in questo momento ecc.... Non c'è nessuno dei principali commenti sui media a parte il solito WSJ che non sia negativo o sprezzante. E il commento dei trader è che è un "classico sell the news" e aspetti appena che Bush abbia finito di parlare e vendi short tranquillo. E' un caso evidente di pessimismo fuori controllo ed è quasi ridicolo vedere tutti questi commenti sempre scontenti di tutto ch aspettano qualsiasi notizia per dire che non va bene (e non si capisce cosa invece servirebbe allora). Una cosa utile è una cosa utile e pagare meno tasse sui dividendi è meglio che pagarne di più. E così per tagliare le tasse, una cosa che in europa nessuno può provare a proporre (in germania la canzone numero uno da natale è la "SteuerSong" che sfotte Schroeder per le tasse) Io qui scommetto invece che si sbagliano. (N.B. uso un topic già esistente come al solito anche se non è strettamente una risposta al post qui sotto) Modificato da - gz on 1/7/2003 20:4:40

Le 10 sorprese del 2003 - gz  

  By: GZ on Martedì 07 Gennaio 2003 20:44

Le "10 Sorprese del 2003" di Byron Wien, il vecchio stratega USA di Morgan Stanley da più di 20 anni a questa parte, sono una delle poche cose da leggere come "predizione" del futuro (una cosa da fare sempre con le molle). Byron Wien credo abbia 70 anni ormai, fa questo mestiere da una vita, sia come gestore che come stratega, ed è uno molto di buon senso per quello che ho potuto notare quando ho sentito quello che diceva (in genere per gli investimenti, non il trading ovviamente, prediligo quelli che ne hanno già viste di cotte e di crude e hanno qualche decade di esperienza). Ogni anno Wien si esercita a predire l'anno seguente indovinando 10 importanti eventi che possano sorprendere i mercati. Se uno non ha tempo di leggere troppo (giustamente) almeno che legga questo. L'anno scorso ha indovinato tra l'altro che non ci sarebbe stato nessun attentato rilevante dopo 9/11, che il petrolio sarebbe salito sopra 30 $ e, aggiungo io, è restato negativo fino a luglio. Ora tra le sorprese per il 2003 che indica ci sono rendimenti di borsa sopra il +25%, superiori alle stime molto moderate che quasi tutti gli altri fanno. ------------------------------------------------- Morgan Stanley's Byron Wien Offers Ten Surprises for 2003 By LINGLING WEI DOW JONES NEWSWIRES NEW YORK -- Byron Wien, senior investment strategist at Morgan Stanley, predicts that U.S. stocks will defy "the return to-the-mean, modest-return" pundits and likely surge by more than 25% during the first half of the year, among other his guesses for what surprises lie ahead in 2003. Morgan Stanley, the largest securities firm by market value, publishes Mr. Wien's closley watched "surprise" list at the beginning of each year. Among his correct surprises from the 2002 list that came to pass: No major terror event in the U.S. and oil prices rising above $30. This year, he expects a stronger dollar, strong U.S. gross domestic product growth, no major war in the Middle East and a continuation of the housing bubble In the report Monday entitled "The 10 Surprises of 2003," Mr. Wien writes that the dollar will draw support from stronger-than-expected earnings growth this year and a recognition of the U.S.'s economic, political and military strength. Mr. Wien envisions a scenario in which "foreign capital inflows surge, and individual investors start to buy again." On the economy, Mr. Wien expects to see real economic growth of 4% in 2003 as "consumers hold their own and capital spending rebounds." He also expects inflation to move higher and the Federal Reserve to increase interest rates by 1 percentage point in the second half of the year. "The U.S. stock market comes under some valuation pressure in the second half," he writes, "but still closes strongly positive for the year." The strategist says government legislative relief on the double taxation of dividends will encourage some technology companies -- such as Cisco Systems Inc., Dell Computer Corp., Oracle Corp. and Microsoft Corp. -- "to start making quarterly payouts to shareholders from their huge cash hoards." Mr. Wien also singles out the biotechnology sector in his report. "This group, which had weak performance in 2002, comes alive," he predicts, as "a number of significant biotechnology products" stand to receive regulatory approval this year. Amgen Inc. and Gilead Sciences Inc. should perform especially well, Mr. Wien says. The stock market last year turned in its third consecutive year of losses -- something it hadn't done in 61 years. The Dow Jones Industrial Average fell 16.8%, its sharpest decline since 1977. The broad Standard & Poor's 500-stock index fell even more, 23.4% -- its worst year since 1974. Amid the market misery, investors sought shelter in real-estate investment trusts, office buildings and even in refinancing their own homes, pushing the real-estate market to new heights in 2002. "The housing bubble doesn't burst" in 2003, Mr. Wien predicts, "it grows larger." He expects Lennar Corp. and Centex Corp. to be strong performers in the sector. Despite growing tensions in Iraq and North Korea, Mr. Wien doesn't see a major military battle in the Middle East or Asia this year, "increasing investor confidence and reducing the risk premiums for equities." However, oil will likely remain in tight supply in 2003, he says, and crude-oil prices should hover around $30 a barrel. Mr. Wien says oil service stocks -- including Schlumberger Ltd., Halliburton Co. and BJ Services Co. -- could "break out and deliver strong performance" in 2003. Modificato da - gz on 1/7/2003 23:45:39

Le materie prime: ennesima puntata - gz  

  By: GZ on Lunedì 06 Gennaio 2003 16:27

Il dato a sorpresa del 2 gennaio di aumento improvviso degli ordini manifatturieri in america (ISM) che ha fatto rimbalzare le borse è stato una sorpresa per molti, ma non per chi osserva le materie prime salire ogni giorno da un anno. Se le commodities salgono sempre da un anno a questa parte a un certo punto è ovvio che, dato che queste materie prime non vengono mangiate crude, ma vengono utilizzate nell'industria manifatturiera sia logico che ora si veda un aumento di ordini industriali. Ma oltre all'implicazione per le borse in generale le materie prime sono anche il modo più diretto per guadagnare al momento. Un modo per vedere cosa funziona come investimento è guardare chi sta guadagnando di più in questo momento Ad es oggi su Forbes intervistano il gestore (donna, ma "gestrice" non suona bene) di un fondo hedge, Galtere International Fund, Ltd, che fa +60% da inizio 2001 (la media dei fondi hedge è circa +1% negli mesi) perchè sta puntando in prevalenza sulle commodities, non solo oro e petrolio che sono le più ovvie negli ultimi tempi, ma tutte le commodities. I temi bollenti non solo solo l'oro e argento e il petrolio (che sono molto legati all'esito della tensione in iraq), ma tutte le materie prime perchè lo scenario è quello di ESPANSIONE DELLA LIQUIDITA' GLOBALE E QUESTI SOLDI in qualche modo SPINGONO A CONSUMARE E PRODURRE, non telecom o tecnologia o media che sono sature, ma altre cose e SOPRATTUTTO IN ASIA dove molte econonie crescono al 4% o più (Cina, Corea, Taiwan, Australia, Thailandia, Malesia...) Leggere l'intervista a questa donna e lo scenario DI INFLAZIONE SULLE MATERIE PRIME che indica (specie quelle agricole e industriali) Uno dei vantaggi di leggere questo sito (inteso come cobraf.com) è che uno dei pochi posti in cui trovate suggerimenti sulle materie prime (e in parte titoli collegati) Per chi non ha voglia e tempo di leggere l'inglese il messaggio è : compra fondi o contratti future o opzioni o titoli azionari con dentro cereali, carne, allumininio, rame, carta e legno e ovviamente anche argento e oro (il petrolio invece è sui massimi fatto salvo una puntata per la guerra) -------------------- DA FORBES -------------------------- It has been a thoroughly depressing two decades for commodities speculators. After a burst of price gains in the 1970s, as inflation spun out of control, commodities turned cold. Gold has been a rotten investment for most of the time since 1980. Industrial commodities like copper and aluminum, and consumables like corn and pork bellies, have not done much better. Stocks and bonds were the place to be for the closing decades of the 20th century. In the early 1980s investors stampeded into commodity trading funds. Now, this corner of Wall Street is so dead that the Standard & Poor's Commodity Index may not even have enough volume to stay alive. It garnered all of 1,000 or so trades Dec. 23, and there is talk it may soon be delisted. This in a year when the Commodity Research Bureau index rose 19%. A good contrarian reacts to this development with the notion that now would be a great time to sink some money into commodities contracts. To make the case for gold and grains we turned to Renee Haugerud, operator of a smallish hedge fund in New York with a big commodities position, Galtere International Fund, Ltd. Investors are plunging like lemmings into bonds and real estate at the moment. She says you should stay out of those rat holes: "There are lots of opportunities to make money right now, but they're not in the traditional asset classes." Haugerud, 47, started her career in commodities as a trader at Cargill and has experienced depressed commodity prices for most of her adult life. Lately she has had a streak of luck: Her fund was up 60% in the first 11 months of 2002. We don't think you should put any money in a hedge fund like this one, which skims off 20% of gains plus an annual fee of 2% of assets. But you should listen to what Haugerud has to say about the shift in the marketplace. It could be that after a 22-year down cycle, commodities have turned the corner. If you agree, put 10% of your money in a hard-assets stock fund (see table) or in some commodity positions you place yourself at a broker. Haugerud argues that the world economy is headed for a new era of boom-and-doom, with rising prices for unskilled labor, manufactured goods and certain commodities. She calls this "inverse stagflation" to contrast it with the stagflation of Jimmy Carter's presidency, which created a paradoxical double whammy of high inflation and falling employment. Her thinking is that as the world's wealthy population ages, and U.S. baby boomers scramble to fund kids' educations and their own retirement, money will slosh around in search of decent returns--but stocks will fail them. Even after the market's stomach-turning descent, stocks remain pricey--the S&P 500 is between 30 and 50 times trailing earnings, depending on what definition of earnings you use. The same demographic trends, Haugerud avers, will keep low-end wages rising. Manufacturers are tapping out productivity gains and will push through price hikes. Prices for commodities as diverse as gold and grain likewise will have to rise because they are now barely high enough to cover production costs. Haugerud has lived and breathed commodities since childhood. Her father, Neil, was a part-time farmer and the sheriff of rural Fillmore County, Minn. She remembers flying with him in his single-engine plane across the Iowa border to check out crops, even though he didn't own them. Why, she asked, did he care how someone else's fields were doing? "Money," Dad explained. "He told me there were things called futures markets where you can buy and sell things you don't own," Renee says. "The concept thrilled me, even though I didn't really understand it." She went on to earn a forestry degree at the University of Montana in 1980. Returning to Minnesota, she pestered Cargill, the local giant in commodities trading, for a job, then traded agricultural commodities in the Midwest and ran a bond desk in Australia before making vice president of trading. Haugerud showed fearlessness and pluck. At a party she was dancing with her boss and noticed that he was no Fred Astaire. "You're obviously having a problem here," she told him, "so why don't you let me lead?" Haugerud quit Cargill in 1994 to oversee trading businesses for a few other firms. She then set up Galtere in 1997 with the same business plan she had developed at Cargill. In 1999 she sold 49% to Capital Z, a New York investment firm, which pumped in $40 million for her to invest in her Global Macro fund. The fund beat the CSFB/Tremont GlobalMacro benchmark until last year, when it got clobbered by the terror attacks. A bet against the Swiss franc went awry when the currency benefited as a safe haven. Commodity positions got hurt by early expectations that global demand would dry up. Galtere ended 2001 down 17% As the markets began to recover, the fast rebound in commodities was just what Haugerud's inverse-stagflation theory told her should happen: Attacks or no, people continued to eat food and wear gold. Commodities, she decided, were her trading forte. Haugerud decided to turn her fund, already heavily invested in commodities, into a commodity play. She gave back Capital Z its $40 million in tranches earlier this year and closed the Global Macro Fund in May. Down to her last million dollars in client capital, she fired her marketers and set up her headquarters in an apartment in New York's Flatiron district. Recently she deployed half of her $12 million in client assets in commodities and commodity-based swaps, a quarter in currencies and the rest in bonds and equities. Corn is one of her favorites at the moment. Back in 1988, when the last drought caused a price spike, silos held 4.8 billion bushels, or six years' worth. Now they hold a mere 1.6 billion bushels, and Haugerud says nearly half will be drawn down to meet demand. Meanwhile, ethanol producers andLatin American livestock growers are buying ever more corn. Thus in late 2001 she bought corn futures for delivery the following July and December, paying $2.10 to $2.20 per bushel. She took profits in July and August, when prices hovered around $2.60. Then she got right back in a month or so later for completely different reasons, buying December 2003 futures at up to $2.45 a bushel. This time Haugerud's interest was whetted by a source in Australia who said a drought there was forcing the country to buy U.S. sorghum as a replacement for feed. That, she figured, should boost prices for sorghum's upmarket cousin--corn--as well. Prices are still being weighed down by harvest-related selling, but Haugerud plans to wait it out by rolling over her contracts into later months. She is likewise bullish on wheat and soybeans, though corn is more favorably priced, she says. Soybeans recently traded at $5.70 per bushel, while Haugerud says she will buy only up to $5.25. She takes a negative view on cattle and hogs because of growing supplies. One twist: pork bellies, which now cost 22 cents a pound more than lean hogs that sell at 64 cents a pound. She thinks that spread could widen further and cites an unscientific clue:Bacon entrées are popping up in restaurants, a sign that Americans' fear of fat may have been overtaken by their love of the meat. Gold is also in for a good run, and not only as a hedge against plunging stock prices and war jitters, she says. Central banks from China to Canada are holding far less of their foreign reserves in gold bullion these days, which means they have less to sell into the market and thereby depress prices. Last year they collectively sold less gold than they had the year before, the first decline since 1992. Market watchers expect 400 tons of central bank gold to come on the market next year, but Haugerud expects the total to be more like 350 tons. When supplies come up short, prices will rise, and gold will get a further boost from investment banks that have been selling it short lately and will be forced to buy it back, she says. She is less sanguine about copper, aluminum and other industrial commodities, whose prices went through the roof during 1970s stagflation. Sluggish global growth could hurt these products' prices for years to come. "Picking the right investment is much like cutting cattle," Haugerud says, harking back to her father's early lessons down on the farm. Growing up, she and her sister had to herd 200 head of cattle as part of their chores. "It was work, but it was fun," she says. "You herd the winners into the corral and cut the rest away. It's precise, but with a good rider, it's not complicated." Modificato da - gz on 1/6/2003 15:48:55

INVESTI nella materie prime: ennesima puntata - gz  

  By: GZ on Lunedì 06 Gennaio 2003 16:13

Modificato da - gz on 1/6/2003 15:27:34

La pedana di Tronchetti - gz  

  By: GZ on Domenica 05 Gennaio 2003 00:37

Stock: Telecom Italia

Come mai Telecom italia è così debole in borsa nonostante Gnutti e soci stiano investendo nel gruppo e nonostante le altre telecom europee come Vodaphone e D-Telekom siano in netta ripresa ? Forse perchè anche questo dicembre si è svuotato Telecom di un utile di un miliardo utilizzandolo invece che per ridurre i debiti per pagare i dividendi su alle controllanti E non mancate di leggere alla fine il gustoso episodio citato qui dal bravissimo autore di Socquot.com sulla pedana con cui Telecom ha ostruito il traffico per evitare a Tronchetti di fare tre gradini nel recarsi all'assemblea ----------------------------------------------------------Socquot.com -Gruppo Telecom S.p.A. ------------------------------------- il travaso dei quattrini L'assemblea della TIM dell'11 u.s. ha deliberato la distribuzione di riserve per un importo massimo di Euro 1,6 miliardi " a titolo di dividendi ". Il giorno successivo l'assemblea della controllante Telecom S.p.A. ha deliberato la distribuzione di riserve per un importo massimo di Euro 1 miliardo " a titolo di dividendi ". Telecom detiene la maggioranza di TIM e, pertanto, incasserà da TIM ( ad occhio e croce ) l'equivalente del dividendo che a sua volta distribuirà e di cui beneficierà in larga misura l'Olivetti che, a sua volta, detiene la maggioranza di Telecom. Su un " focus" del Corriere della Sera ( 12 u.s. ), titolato " Le riserve e le società quotate " è stato evidenziato lo schema e sono state indicate le finalità dello " svuotamento " patrimoniale ( tale è infatti la distribuzione di riserve ) per " rimpinguare " le casse delle capogruppo. Nell'assemblea Telecom è stato fatto notare che il Gruppo - pur avendo completato " il piano di dismissioni " predisposto per fare cassa - ha in essere un indebitamento finanziario netto di 17.664 E/milioni a fronte di " ricavi delle vendite e delle prestazioni " di E/milioni 22.440 e con oneri finanziari di E/milioni 2,4 con incidenza superiore al 10% dei ricavi. L'utile consolidato dei primi nove mesi ammonterebbe ad E/milioni 1.246. Il dividendo distribuito sul bilancio 2001 è stato di Euro 0,3125 per le ordinarie e di Euro 0,3237 per le risparmio attingendo anche dalle riserve. Con questo indebitamento ed i relativi costi, dopo la distribuzione di riserve già operata nel 2001 quella attuale - è stato detto - era del tutto ingiustificata in quanto il pagamento avrebbe ulteriormente gravato sull'indebitamento e, in ogni caso, avrebbe ridotto il patrimonio sociale. Se si fosse voluto " gratificare " l'azionariato, la via maestra avrebbe potuto essere un aumento gratuito del Capitale. Tronchetti Provera - che presiedeva l'assemblea - ha opposto che l'indebitamento sarebbe restato inalterato, essendo scontato il dividendo straordinario della TIM. Non ha saputo spiegare perchè non riteneva utilizzabile l'introito dalla TIM per ridurre in proporzione l'indebitamento, con notevole beneficio nel Conto Economico in seguito al contenimento degli oneri finanziari. La riduzione dell'esposizione debitoria in un contesto quale quello del Gruppo Telecom può e deve essere prioritaria. Tale è stata da sempre ritenuta dall'attuale maggioranza che, per conseguirla, ha varato ed attuato un notevole piano di smobilizzi. La recente delibera non rientra, dunque, nella filosofia sostenuta fin qui dal Consiglio, ma può essere spiegata soltanto con l'esigenza di trasferire a monte incassi a vantaggio dei Conti Economici dell'esercizio 2001. Come si possa ragionevolmente sostenere che " sborsare " un miliardo di Euro ( per intenderci circa 2.000 miliardi di vecchie lire ! ) per distribuire un dividendo " anticipato " non incida sulla gestione patrimoniale del Gruppo dell'esercizio in corso è una esercitazione nella quale si è esplicitata la replica di Tronchetti Provera agli azionisti " recitata " con convinta, ma non convincente, argomentazione. E' indubbio che Tronchetti Provera sa trarre vantaggio dal suo - e/o di famiglia - portafoglio titoli e dai compensi e dai " benefits " che comportano gli incarichi; è certo che anche in questa circostanza non uscirà perdente. Non è un caso, infatti, se ( come sottolineano i quotidiani ) nel 2001 il " contribuente " Tronchetti Provera ha avuto un reddito imponibile di Euro 267.668.984,18 ( più o meno 534 miliardi di Lire ) posizionandosi con ampio margine al primo posto fra i cosiddetti " paperoni " d'Italia. In merito all'assemblea del 12 u.s. merita segnalazione una annotazione di costume che è, tuttavia, rappresentativa di un modo di " servire " un Presidente come Tronchetti Provera ( Presidente con l'iniziale maiuscola ! ), potente e da riverire. Nel complesso edilizio della Telecom ( Via Toscana 3 - Rozzano ) la palazzina dove si svolge l'assemblea è divisa da quella con gli uffici di presidenza da un passaggio che attraversa il parcheggio auto. Per onorare il Presidente, che avrebbe dovuto attraversare quel passaggio, scendere 3 gradini dal primo edificio e salirne 3 del secondo, è stata posata una pedana in legno che consentiva ( pareggiando i due livelli ) di evitare i gradini. A poco o nulla sono servite le proteste di automobilisti ai quali era bloccato - con la pedana sopraelevata - l'attraversamento verso l'uscita. Il servilismo non ha , evidentemente, limiti; forse la prossima volta sulla pedana sarà steso anche un tappeto rosso, ed in futuro ( chissà ! ) magari un " cordone " di piante e fiori ! Dell'assemblea, comunque, il fatto signifiativo è lo " svuotamento " patrimoniale con il travaso dei quattrini ! Edited by - gz on 1/4/2003 23:39:38

Lo scenario in Medio Oriente spiegato - gz  

  By: GZ on Sabato 04 Gennaio 2003 00:10

Sembra che ci siano tante interpretazioni del terrorismo e del medio oriente, ma in realtà la stampa parla ossessivamente per il 90% di quello che fanno o faranno o possono fare gli americani (fino alle stupidaggini psicanalitiche sui complessi del figlio verso il padre Bush oggi sul corriere), mentre quello che succede realmente tra gli arabi viene ridotto a uno schemino ridicolo. Lo schemino è che ci sono gli ''estremisti'' tipo Al Qaeda o Saddam e poi i ''moderati'' tipo l'Arabia, l'Egitto o il Pakistan, la Siria. E che sono tutti paesi ''islamici'' e ''arabi'' e quindi si risentono di un 'intervento contro Saddam (in quanto paese arabo e islamico fratello). E e si risentono di quello che accade ai palestinesi (in quanto arabi e islamici). Insomma bisogna trattarli bene poverini altrimenti si risentono e si uniscono ai cattivi di Al Qaeda e Iraq. Fine della discussione. Tutto il resto dei problemi, interessi e della regione non esiste. Ignorare quello che accade tra 300 milioni di arabi per parlare ossessivamente solo di qualunque pettegolezzo che riguardi la casa bianca non serve a niente. Ma per fortuna ve lo riassumo qui (usando le solite fonti: Strafor.com e Debka.com) perchè ogni tanto ci si annoia di guardare solo i grafici. Ci sono sostanzialmente quattro forze in termini di terrorismo e contro-terrorismo nel medio oriente: i) l'IRAQ di Saddam, tenuto assieme dalla polizia segreta, un regime che non gode di simpatie o alleanze nè all'interno nè all'esterno. Questo perchè ha scatenato diverse guerre contro i paesi vicini e contro le minoranze del suo paese. Ha come problema grosso di essere composto di tre nazionalità diverse di cui due, gli Sciti e i Kurdi sono ostili al regime, si sono ribellati più volte, sono il 70% della popolazione e si sentono oppressi. E’ diverso dagli altri paesi anche nel senso che è andato più in là di tutti nello sviluppare (e anche usare) armi batteriologiche, chimiche e atomiche. L’atomica non ce l’ha ancora perché Israele nel 1983 con un raid aereo ha distrutto l'impianto segreto in cui la metteva a punto e poi l'Urss è venuto meno come appoggio. Ma ha ripreso i lavori come hanno testimoniato gli scienziati fuggiti dal paese e sta cercando di terminarla. L'iraq è quindi una via di mezzo tra una dittatura araba “standard” e Al Qaeda come pericolosità, ma tolto l'apparato poliziesco è in realtà molto fragile come regime. ii) AL QAEDA che è diffusa in molti paesi ed è ''multinazionale'', ma con un nucleo dirigente saudita e egiziano e forti complicità dappertutto specialmente in arabia e pakistan. Assieme ad essa però ci sono la JIHAD islamica in egitto, gli HEZBOLLAH in Libano e AL FATAH/OLP di Arafat in palestina che operano in modo terroristico simile Al Qaeda. Ad es un mese fa un diplomatico tedesco ha subito un attentato e un funzionario di un organizzazione umanitaria americana è stato ammazzato in Giordania ad opera di gente dell’OLP. Ma avrebbe potuto essere anche uno di Al Qaeda a farlo (dato che gli autori sono stati scoperti Arafat ha fatto finta dopo che fosse una provocazione di Al Qaeda) . Sono spesso organizzazioni intercambiabili per attentati del genere e si aiutano a vicenda (e a volte sono in concorrenza). Altro esempio: anni fa gli Hezbollah hanno fatto saltare due intera caserme dei marines e uno dei parà francesi inviati dall’ONU a beirut (450 morti in tutto…) e anche qui non c’è nessuna differenza con i metodi al qaeda. Al Qaeda è l’organizzazione terroristica numero uno grazie all’ideologia più chiara (“…noi islamici contro tutto l’occidente…), il carisma e il denaro di Usama Bin Ladin, gli appoggi in arabia saudita che è il paese più importante, la rete che ha sviluppato in europa e in america e poi l’audacia dell’attacco a new york e tutti gli altri(alle ambasciate usa in africa, alla nave da guerra USS Cole, alla caserma dei marines alle Kobe Towers in arabia e tutti gli altri obiettivi americani o anche solo cristiani in tutta l’asia). iii) Ci sono la Giordania, il Kuwait, il Qatar e la Turchia che sono veramente FILO-OCCIDENTALI (per motivi vari). iv) il Pakistan, l'Arabia Saudita, la Siria e l'Iran, paesi importanti come dimensione, dominati da ideologie (come ad es il fondamentalismo waahabita in Arabia) radicali e ANTI-OCCIDENTALI, i cui vertici di volta in volta si appoggiano a al qaeda e alle organizzazioni terroristiche oppure all'occidente a seconda delle circostanze e in cui ci sono forze che lavorano assieme o sono in contatto con al qaeda. Ad es i servizi segreti pakistani, che avevano inizialmente aiutato al qaeda a impadronirsi dell'afganistan, l'hanno aiutata a far fuggire centinaia (o migliaia) di suoi uomini al momento del crollo del regime in afganistan questo inverno. Ugualmente ci sono crescenti testimonianze di importanti finanziamenti da parte di principi sauditi (600 o 700 persone che hanno in mano tutto il paese) a favore di Al Qaeda. Il TEMA ''ETNICO'' invece che attraversa la regione è la situazione degli ISLAMICI SCIITI, che sono una grossa minoranza in pakistan, arabia, siria e sono la maggioranza in iraq e iran (parliamo di 60-70 milioni di persone). Ma gli Sciiti sono al governo solo in Iran e negli altri paesi sono temuti come secessionisti e repressi. L'Iran vorrebbe che gli sciti dell'iraq si liberassero da saddam (contro cui hanno combattuto 10 anni) e quindi ora è neutrale in caso di guerra perchè spera in uno stato sciita nel Sud dell'Iraq su cui esercitare influenza. L’Iran non è alleato dell’america, ma ha un interesse convergente. Al contrario l'arabia e il pakistan temono le minoranze sciite e vogliono sabotare l'intervento contro Saddam per impedirlo. Anche se sono di meno (ma parliamo di 20 milioni di persone), ci sono i KURDI, presenti in iran, iraq, siria e turchia, che vorrebbero maggiore autonomia o uno stato indipendente, anche se effettivamente da diversi anni controllano grazie alla ''no fly zone'' il nord dell'iraq e quindi prosperano con il contrabbando di petrolio e altro. Ovviamente sono temuti dai turchi, siriani e iraniani nonché dagli irakeni. I TURCHI infine hanno delle minoranze turcomanne in iraq che abitano tra l'altro nella zona dei campi petroliferi e vorrebbero un protettorato su questi loro ''fratelli'' (il che darebbe alla Turchia anche del petrolio). Il tema ''IDEOLOGICO-RELIGIOSO'' che che attraversa la regione è la divisione tra chi adotta o copre i metodi terroristi e il fondamentalismo islamico integrale di Al Qaeda, della Jiihad islamica in egitto, degli Hezbollah e di Al Fatah e chi invece ne resta fuori. E qui in ogni paese ci sono forze diverse a riguardo e nessuno capisce bene esattamente chi faccia o pensi o finanzi cosa (anche perchè sono postiche non danno molto spazio all'informazione indipendente). Ma praticamente in ogni paese, incluso egitto e arabia, ci sono simpatizzanti e finanziatori del terrorismo e tutti collaborano in certi momenti con tutti. Ad es i terroristi di Abu Nidal che fecero la strage di Fiumicino a roma e quella dell'Achille Lauro negli anni '70 sono finiti ''in pensione'' a bagdad presso Saddam (lo impari dai giornali quando si è letto che Abu Nidal è stato assassinato a bagdad in luglio dopo 15 anni che si era “ritirato” in Iraq). E il pakistan ha usato al qaeda per controllare indirettamente l’afganistan, installandola nel paese grazie ai suoi servizi segreti e proteggendola. Poi quando l’america ha reagito e ha offerto miliardi di dollari di aiuti economici quest’anno il pakistan ha ridotto la sua attività, ma ancora oggi fa il doppio gioco e protegge Al Qaeda nelle zone di confine con l’afganistan. Saddam gioca ora per salvarsi la carta del pericolo di uno stato sciita che faccia risvegliare per imitazione le minoranze sciite anche negli altri paesi arabi. E poi sull'alleanza con al qaeda che è una forza in parte concorrente e in parte simile per metodi e scopi terroristici. Sia in passato che ora Saddam ha offerto delle basi operative in iraq ad al qaeda: quando avevano in mano l'afganistan non ne avevano tanto bisogno, ma ora che lo hanno perso sono più dipendenti da lui. La forza di al qaeda è che è un ''movimento'' ideologico diffuso in tutti i paesi e quindi gode di simpatie e protezioni che Saddam, un dittatore interessato solo al suo potere personale non ha. Inoltre al qaeda è in grado di compiere grosse missioni suicide in occidente e negli stessi paesi arabi e quindi ha il potere di contrattazione che gli viene dall'essere la più potente organizzazione terroristica del mondo Quando uno dice: ''dove sono finiti tutti quelli di al qaeda e i capi, com'è che non li prendono ? ''. La risposta è evidente: l'iraq come ha sempre fatto li ospita e lì nessuno li segnala all'interpol. In secondo luogo sono in pakistan, nelle montagne al confine con l'afganistan, la zona da dove erano partiti inizialmente a conquistare il paese sotto la protezione dei servizi segreti pakistani e dove hanno da 10 o 15 anni delle basi. Infine sono nella zona desertica e disabitata a sud-est dell'arabia saudita, difficile da controllare perchè enorme, spopolata e abitata da tribù fondamentaliste ( e dove vi è stato segnalato Bin Ladin di recente). Se ora Saddam viene rovesciato al qaeda perde la sua base principale nonnchè il suo fornitore di armi non convenzionali che sono le uniche con cui può sperare di avere un impatto vero. Facendo saltare le discoteche a Bali, le ambasciate in Kenia o ammazzando i missionari i pakistan o yemen non mostra di essere una forza importante e rimane infinitamente al di sotto al livello raggiunto distruggendo invece un quartiere di New York. I capi di Al Qaeda (lasciando in sospeso se Bin Ladin sia vivo o morto sono tre tizi chiamati Abu Musaab al Zarqawi, Abdullah Ahmed Abdullah and Khalid Sheikh Mohammed dal che si capisce perchè Bin Ladin è il capo assoluto, perchè era l'unico con un nome facile da ricordare ) privati dell'afganistano dove potevano assemblare e preparare con calma delle armi di distruzione di massa sono ora più dipendenti da Saddam. Sembra che abbiano cominciato a combattere già ora nel nord dell'Iraq contro le forze speciali alleate e i kurdi. Già così la cosa come si vede è complcata assai, e se poi inseriamo anche la Palestina-Israele, e gli stati del golfo come il Qatar e il Kuwait filo-occidentali, gli interessi della Russia ecc…lo diventa ancora di più. CONCLUSIONI i) La sostanza è che la struttura terroristica di Al Qaeda è parallela ed integrata con altre organizzazioni terroristiche come la Jiihad islamica in egitto, gli Hezbollah in Libano e Al Fatah/OLP di Arafat e con delle forze “oscure” come la dittatura di Saddam e i servizi segreti pakistani e alcuni principi sauditi. A volte questi soggetti sono in concorrenza e a volte collaborano, ma tutti cercano di sfruttare i conflitti della regione per allargarsi e imporsi. Grazie all’enorme prestigio ottenuto con la strade di new york nonché tutti gli attentati clamorosi effettuati e al carisma di Usama Al Qaeda è in grado di trattare da pari a pari con gli stati arabi e di raccogliere finanziamenti anche solo tramite il ricatto (dopo una serie di attentati in arabia ha contrattato di non farne altri in cambio di soldi ad esempio). Al Qaeda ha appoggi e complicità in arabia saudita e pakistan in particolare, ma in questi paesi è presente una forza e influenza americana per cui non ha la possibilità di sviluppare le armi di distruzione di massa a cui aspira per fare il salto di qualità, colpire l’America in modo pesante stile Due Torri e proporsi come la principale forza della regione. ii) L’unica base territoriale in cui Al Qaeda può agire senza essere disturbata al momento è l’iraq dove inoltre ci sono i più grandi programmi di sviluppo di armi di distruzione di massa della regione e forse del mondo (chimiche, batteriologice e atomiche). Inoltre l'Iraq è anomalo anche per gli standard del medio oriente e benchè molto pericoloso per la sua ossessione con le armi di distruzione di massa è un regime fragile e diviso etnicamente. Da questo punto di vista non ci sono dubbi che se anche per qualche motivo gli anglo-americani rimandassero un attacco a Saddam ora il conflitto sarebbe solo rimandato perché il rischio che queste armi vengano messe a punto e passino ad Al Qaeda è una minaccia crescente. D'altra parte una spallata militare è in grado di far crollare il regime anche in pochi giorni. iii) Ma gli interessi dei turchi, dei kurdi e degli sciiti in iran (nonché della giordania e kuwait che temono Saddam) fanno sì che attaccando l’Iraq si crei una possibile alleanza che consente agli anglo-americani di operare con delle basi di appoggio e la neutralità benigna di diversi paesi. E ci sono delle forze nei paesi confinanti interessate e essere presenti nel dopo Saddam in modo da influenzarne il futuro, in particolare riguardo alla maggioranza sciita del paese e alla minoranza kurda che assieme sono il 70% della popolazione dell’iraq. La strategia messa in piedi finora dagli anglo-americani è quindi adeguata alla situazione della regione perchè tiene conto dei rischi della minaccia terroristica con armi non convenzionali e si inserisce negli interessi divergenti dei diversi paesi. Da questo punto di vista non c’è dubbio che a meno di eventi ora imprevedibili verrà portata avanti fino alla conclusione. iii) Quando inizierà l’attacco ? Da quello che dicono gli esperti militari il segnale sarà quando anche la 101 divisione aerotrasportata verrà spostata in Medio Oriente da Fort Bragg in Nord Carolina dove è ancora ferma. La “101 Airborne Division” è la punta di lancia dell'esercito americano, costituisce da sempre l’unità paracadutisti che apre tutte le offensive di terra e che viene impiegata in tutte le situazioni critiche (fu la prima unità a sbarcare a Salerno nel 1943, la prima a toccare terra in Normandia nel 1944, fu lanciata per fermare l'offensiva del Tet in vietnam e così via). Modificato da - gz on 1/4/2003 1:3:49

l'Asia è meglio - gz  

  By: GZ on Venerdì 03 Gennaio 2003 12:16

Alcuni dati di fatto sulle borse Asiatiche: i) hanno PERSO IN MEDIA MOLTO MENO, il -10% nel 2002 contro un -21% degli S&P 500 e un -30% abbondante delle borse europee (con la punta del -41% della germania) ii) hanno mostrato una volatilità (quindi un RISCHIO) PIU' BASSA DI UN TERZO delle borse occidentali, un 22% annuale contro un 32% dell'america e un 34% dell'europa (cioè statisticamente in un anno sugli indici asiatici la perdita massima è stimabile sul 22% contro un 34% di quella stimabile sull'europa). Fino al 1999 era il contrario, l'asia era più volatile iii) tuttavvia a parte il giappone le borse asiatiche SONO CORRELATE al 65% con wall street, ovvero le variazioni dell'S&P 500 spiegano il 65% dei movimenti delle borse asiatiche iv) negli ultimi tre anni le borse asiatiche hanno perso anche loro più del 40% dai massimi, a causa della correlazione con l'america, ma a A DIFFERENZA DELLE SOCIETA' OCCIDENTALI i loro UTILI NON SONO CALATI in valore assoluto dal 1999. Ovvero la globalizzazione elettronica dei mercati fa sì che tutti seguano come pecore l'S&P 500, ma poi si crea una divergenza crescente tra la realtà economica di un area e la sua performance in borsa. In parole povere le borse asiatiche in base agli utili delle società quota non avrebbero dovuto scendere tanto, lo hanno fatto per seguire gli S&P. Il risultato è che ora : i) sono le borse più a buon mercato del mondo in termini di dividendi e utili e tassi di crescita ii) sono meno rischiose e hanno già cominciato nel 2002 a performare meglio di quelle occidentali L'unico problema è che sono più "scomode" nel senso che dall'Italia se ne sa poco e i titoli quotati a NY o Londra sono un 10% del totale. --------------------------------GREED & fear --------------- Author: Christopher Wood One of the big disappointments of 2002 for GREED & fear was that Asia ex-Japan's correlation with Wall Street remains high. The rolling 26-week correlation between the MSCI AC Asia Free ex-Japan index and the S&P 500 was at 0.65 at the end of 2002, compared with 0.21 at the beginning of 1999. It would be wonderful if more Asian markets had done what Indonesia and Thailand did. That is to rise by 38% and 24% respectively in US-dollar terms in a year when the S&P500 declined by 23% and Nasdaq by 32%. But of course, they did not. So long as this Wall Street correlation persists, GREED & fear is obliged to focus primarily on Wall Street in discussing Asian stock-market strategy, as it is America which is the prime driver of the absolute performance of Asian stock markets. This remains, for now at least, a fact of life. The relative call remains much easier, as it has for the past three years. Asia ex-Japan massively outperformed yet again in 2002, both against the S&P 500 and the MSCI AC World Free index. The MSCI AC Asia Free ex-Japan index declined by 10% in 2002, while the S&P500 and MSCI AC World Free index declined by 23% and 21% respectively. This outperformance is because Asia ex-Japan is now a defensive asset class in the context of global equities. It has cheap valuations and high dividend yields. It is also less "risky" in the sense that it has become significantly less volatile in recent months than either the American stock market or Europe's major equity markets. The annualised volatility of the MSCI AC Asia Free ex-Japan index's daily performance in 2H02 was 22%, compared with 32% and 34% on the S&P 500 and MSCI Europe index respectively. This reflects a reversal of traditional patterns. The annualised volatility of the MSCI AC Asia Free ex-Japan index was 24% for the period of 1996-2000, compared with 18% and 16% on the S&P500 and MSCI Europe over the same period. The reduced volatility of Asia reflects the fact that the region's stock markets are discounting long-entrenched deflationary conditions which have been in place ever since the Asian Crisis of 1997, while stock markets in America and Europe remain in the demoralising process of discounting the move to a more deflationary environment. Asia ex-Japan's continuing relative outperformance, its continuing superior valuations and income streams and its reduced volatility, all justify the continued and long-standing recommendation here that global investors should overweight Asia ex-Japan aggressively in a global portfolio. It should be noted that the region comprises only 3% of the MSCI AC World Free index. The recommendation in the new quarterly Asia Maxima published this week (Asia Maxima: The final countdown, January-March 2003) is that relative-return global-equity investors should be five times overweight Asia ex-Japan in a global-equity portfolio. If this is outside their tracking-error capability, and it is a reality of modern portfolio management that tracking-error constraints are a major inhibition on "active" fund managers, then the recommendation here is that they should overweight Asia ex-Japan to the maximum degree possible. For the reality of the past three years is that the region has derated spectacularly even as the fundamentals have improved. The MSCI AC Asia Free ex-Japan index has declined by 46% in the past three years. Yet during this same three-year period, profits in Asia have been rising, as have returns on equity, while corporate Asia has also deleveraged significantly. The result has been a massive derating of Asian stocks which is not justified by the improving fundamental trend and can only be explained by Wall Street correlation. Consequently, Asia ex-Japan is now trading at 12x trailing earnings, compared with a multiple of 20x at the beginning of 2000. If these are the facts of investment life for portfolio managers in Asia, the big-picture issue globally is when the Federal Reserve, and perhaps other major central banks, move from targeting interest rates to outright monetisation and inflation. This can be described as the final countdown to printing money. For the continuing lack of evidence of a revival in business investment, combined with the mounting evidence that the consumer is slowing, mean that the Federal Reserve has begun to prepare investors for such a radical change in monetary policy. Investors have been listening, which is why the US dollar has been falling and gold has been rallying. Both trends are expected to continue. For such a change in monetary policy to be justified, Wall Street will likely have to have re-tested October's stock-market lows. And certainly the American stock market suffered technical deterioration in the final days of 2002. The 200-day moving average of the Dow broke on 31 December below 9,000 for the first time since April 1999, while the 200-day moving average of the S&P 500 is now at the lowest level since March 1998. The Dow and the S&P 500 index are now 2.4% and 2.5% below their 50-day moving average respectively, and 7.3% and 8.2% below their 200-day moving averages. Still all is not lost for the optimistically inclined. For the formal adoption of money printing by the Fed, and perhaps also by the European and Japanese central banks, will prompt another high-beta bear market rally in global stock markets led by Wall Street. This is because investors will initially believe, however erroneously, that such a policy will work. This bear-market rally will get added re-enforcement, from an Asian standpoint, if the Bank of Japan (BoJ) is seen to have joined the Fed in such pre-emptive monetarism. In this respect, investors should keep a close watch on an announcement expected later this month on who will replace Masaru Hayami as the BoJ governor. Hayami is due to retire on 19 March. Modificato da - gz on 1/3/2003 11:24:23

Bill Gross è d'accordo sui Bund - gz  

  By: GZ on Lunedì 23 Dicembre 2002 19:49

Bill Gross il manager di ^Pimco#www.pimco.com^ il più grande fondo del mondo (un fondo obbligazionario da 360 miliardi di dollari ) è appena stato intervistato e ha detto la stessa cosa che mostravi nel post precedente qui sotto) e cioè che i bund e altri bond europei nei prossimi 6 mesi perfomeranno meglio dei bond americani (perchè i tassi di interesse caleranno in europa, ma non in america) " people who buy german bund at these levels are going to be well rewarded..." Modificato da - gz on 12/23/2002 18:54:41

I produttori di armi - gz  

  By: GZ on Lunedì 23 Dicembre 2002 19:03

In teoria se un conflitto è imminente si dovrebbe guadagnare comprando le società che fabbricano armi e il mercato dovrebbe farle salire. In realtà non è così facile perchè da mesi non si vedono affatto salire i titoli della difesa militare come ^Northrop#^, Allied Signal, Boeing e simili Su quelli piccoli e sottili che fanno sistemi di sorveglianza ad es invece si vedono ogni tanto degli strappi, sono società che se prendono la commessa dal governo o della marina di colpo raddoppiano, ma hanno tecnologie molto specifiche, non facili da capire Ad ogni modo come idea interessante c'è ^Sensytech#^, STST, Nasdaq, sistemi di sorveglianza passiva di vario genere, un titolo da studiare (e con un grafico bullish) ------------------------------------------------------ Sensytech, Inc. (formerly known as Sensys Technologies Inc.) is the successor company to Daedalus Enterprises, Inc. (DEI) which was organized in 1968, and S.T. Research Corporation (STR) which wasorganized in 1972. On June 9, 1998, STR acquired DEI, and as a result of this overall transaction, Sensytech was organized. The Company defines, designs, develops and manufactures systems and equipment for integrated passive surveillance systems for military and commercial customers. Signals of interest within the electromagnetic spectrum are intercepted by the Company's or its partners' products. Pertinent information is then evaluated and the relevant situation is assessed. Those signals of interest may include radio waves, microwaves, infrared and light; the signals may be intentional, under the control of The Company operates in one segment, the passive surveillance system segment. Within this segment, the Company's principal products and services include: (i) System engineering services which provide concept studies, system definition and services to aid in specification of customer requirements. These activities are performed for either present or prospective customers and are principally undertaken to assist the customer in the procurement of major integrated passive surveillance systems. (ii) Electronic support products which intercept, analyze, classify, identify, localize and track microwave signals from radars and weapons. The Company's electronic support measure systems are used on military platforms, such as ships, submarines, patrol aircraft, and at ground installations, to intercept, analyze and identify radar/weapon signals. (iii) Communication products which intercept signals, analyze the on-line communication, and identify and localize the involved parties. These systems are generally employed in aircraft, ships and ground installations to intercept transmissions occurring over established communications networks. And (iv) Multispectral infrared and light imaging systems which are employed on land and on aircraft for the remote sensing of damage assessment, environmental Revenue for the year ended September 30, 1999 was $26,424,000 compared to $21,927,000 for the year ended September 30, 1998, a $4,497,000 or a 20.5% increase. The increase primarily resulted from additional revenues from three significant contracts, the U.S. Navy Integrated Electronic Warfare System (AIEWS) subcontract from Lockheed-Martin Corporation, the U.S. Navy ESM Receiver Systems and Bobcat Systems. The AIEWS subcontract originated in late fiscal 1998, generating approximately 2% of the 1998 revenue compared to 13% of the 1999 revenue. The Bobcat contract also originated in late fiscal 1998, but generated no revenue in that year compared to 25% of the 1999 revenue. The ESM Receiver System generated 25% of the 1999 revenue compared to 20% of the 1998 revenue. Customer funded development which is included in revenues was $7,694,000 and $5,368,000 in fiscal years 1999 and 1998, respectively. The increase in customer funded development of $2,326,000 or 43.3% resulted from the U.S. Navy Integrated Electronic Warfare System (AIEWS) ubcontract from Lockheed-Martin Corporation. Edited by - gz on 12/23/2002 23:8:10

il Bund diviso il dollaro - gz  

  By: GZ on Lunedì 23 Dicembre 2002 13:48

beh.. un elemento a sfavore delle azioni e a favore delle obbligazioni europee in particolare è in questo grafico. Da un paio di anni le obbligazioni salgono se le borse scendono e viceversa (a differenza degli anni '90 dove salivano invece tutte e due assieme). Le obbligazioni in euro a 10 anni come i ^Bund#^ se viste in valuta locale sono salite (e i rendimenti sono scesi) fino alla primavera 99, poi sono scese per un anno e ora risalgono. Sul grafico mostrano che sono arrivate ora ai massimi di novembre 2001, (vedi il primo grafico). Ma se le si considerano in base al tasso di cambio la cosa è diversa. Gli investitori internazionali hanno sempre la scelta se stare in euro, dollaro, yen o sterlina o altro quando comprano azioni e bonds. Bene, per loro i Bund se divisi per il dollaro/euro (cioè visti ad es dal punto di vista di qualcuno che abbia dollari) stanno salendo come missili, erano a 91-92 in primavera e sono a 116 oggi. In 8 mesi sono saliti del 30-35% ! (vedi il grafico in rosso che esprime il Bund diviso il dollaro/euro). Un 30% abbondante in 8 mesi solo per detenere obbligazioni è sensazionale. E il grafico dice che possono tornare a avvicinarsi al valore massimo del Bund diviso Dollaro che era a 135 nel 1998-inizio 1999 Cosa significa ? Sicuramente che c'è un trend molto forte verso il Bund per chi è posizionato in dollari e che continua a attirare i fondi a scapito delle azioni. E che questo trend non è finito Modificato da - gz on 12/23/2002 14:30:7

ORO manipolato ? - gz  

  By: GZ on Lunedì 23 Dicembre 2002 11:27

Il mercato non ha mai risposto nè in positivo nè in negativo a notizie dalla corea. Non c'è nessun indizio di conflitto con la corea del nord che è un problema per la corea del sud che ha un grosso esercito e si occupa lei del suo vicino. Finora al'america ha cercato di stare fuori, al di là di qualche dichiarazione, dalla corea anche perchè parlarne vuole dire ricordare che 80 mila soldati americani ci sono morti nel 1952-53 è come tirare fuori il vietnam Ultimamente sembra che la corea del nord stia aiutando l'Iran a costruire un impianto nucleare e questo può diventare un problema, ma perchè è l'iran che viene temuto

Oro a 3.400 $, aumento di 10 volte ? - gz  

  By: GZ on Lunedì 23 Dicembre 2002 03:44

Ecco un opinione abbastanza autorevole (da parte di ^BREAKINGWIEWS#WWWW.BREAKINGWIEWS.COM^ che bene o male passa per uno dei commenti finanziari indipendenti migliori in europa) che dice che l'oro può arrivare a 3.400 dollari l'oncia. Il che significherebbe dai 345 dollari attuali un aumento di 10 VOLTE TANTO (e questo ovviamente implicherebbe che i titoli auriferi salirebbero di 15-20 volte perchè per loro ogni dollaro di aumento dell'oro sopra i loro costi di produzione va direttamente nei loro utili). Il ragionamento è che nel 1980 l'oro arrivò a 850 dollari l'oncia sulla scia di una instabilità e crisi monetaria generale e quindi questo prezzo va usato come termine di riferimento. Da allora in media il reddito usa è cresciuto in termini nonminali del 6.3% annuo. Dato che stiamo arrivando in una situazione simile a quello del 1980 (secondo breakingviews) a causa degli eccessi di indebitamento e degli squilibri finanziari mondiali, applicando un tasso di crescita del 6% di aumento annuo al prezzo di 850 dollari l'oncia ottieni come obiettivo attuale per l'oro 3.400 dollari circa. Un opinione piuttosto radicale ma interessante e per i dettagli del ragionamento leggi sotto. ----------------------------- Christopher Wood ^WWWW.BREAKINGWIEWS.COM #WWWW.BREAKINGWIEWS.COM^ The key point is that is the only form of money that is not part of the credit system. Remember that all forms of "cash" are a claim on someone or something. Unfortunately, the fiat currency system has been massively abused - nowhere more so than in America - by, ironically, former gold-bug Pinball Alan. This talk about gold will astonish most people under the age of 40 who view gold as a commodity and not as money. This unfortunate drawback will make them late to the party. Still all is not lost. The gold shares are lagging bullion at present. The sector's biggest blue chip, Newmont, is trading at the same level as it was in September when the price of bullion was 7% lower. Mainstream closet-indexing money also has barely tip-toed into gold shares. Indeed the gold-mining share universe is still capitalised at less than one single tech stock, Dell Computer. GREED & fear's advice remains that every sort of investor - institutional or retail; absolute return or relative return - should hold core positions in bullion and unhedged gold shares, the latter preferably suitably geographically distributed. The next resistance level on the charts for bullion is the 370-380 level. Gold could get there quickly because there are at present a lot of commercial short positions outstanding. The commercials had a short position of 128,689 gold futures contracts on 10 December. As for the long-term price target on bullion, one way of guaging this is to adjust the 1980 peak gold price of US$850/oz by the 6.3% annualised growth in US personal income which has occurred since then. The answer gives a gold price target of US$3,437. This seems eminently achievable as a peak for the long-term bull market in gold which has now begun. Gold should then not be viewed as a trade. Rather it is in a multi-year bull market which is climbing the classic wall of worry. Gold will rise as confidence in the ludicrous powers still attributed to central bankers wanes. Faith in the Fed is a lot weaker than it was three years ago given the evident failure of monetary easing thus far. But if the Fed is a stock, it still has far further to fall. Dollar Another reason gold is rising is because of the lack of currency alternatives. The US dollar index has now broken conclusively out of its July to October trading range (see Figure 3). Still its decline is being slowed by the lack of obvious paper options among the world's major fiat currencies. Certainly both the Japanese and Europeans are going to start fretting if the yen and euro appreciate by a few more percentage points against the dollar. The deflationary implications are particularly grim for Japan and Germany, as they remain excessively dependent on manufacturing. In this respect, Japan and Germany are more likely than the much more service-orientated American economy to lose jobs to China. This is why Tokyo and Brussels will be agitating for a stronger renminbi, or a "new Plaza Accord", long before Washington. Still the risk for these countries is clearly that the dollar continues to weaken. All that this requires is for less foreign capital inflow into America. That seems likely given the waning enthusiasm for investing in America. The risk here is how much foreigners already own in America as a result of years of aggressive buying into the peak of the bull market, and therefore how much they could potentially sell. And the more foreigners sell the more it will send a message that they are no longer willing to finance American consumption. Foreigners held US$7.4tr of US financial assets at the end of 3Q02, amounting to 70% of US GDP, of which US$1.8tr is in government securities, US$1.2tr in equities and US$1.3tr in corporate bonds. They owned a record-high 22.5% and 12.7% respectively of US corporate bonds and US stocks, and 32% of US treasury securities outstanding. The other side of a weaker dollar is rising commodity prices. The CRB index hit a five-year high of 237 this week. It is interesting to note that commodities are strong across the board. Gold and oil are strong for specific reasons. Their strength does not surprise GREED & fear; indeed it is to be expected. Still the issue is whether the overall strength of commodities is indicating that inflation warning signals are being flashed. This is not the view here. The strength of commodities should be viewed as partly an indication of dollar weakness and partly a reflection of just how depressed commodity prices were, though there is probably also an element of hedge fund trend-following momentum in the CRB move of late. Still there is a clear valuation story behind the commodity price move. GREED & fear was reminded of this when reading a book written by GREED & fear's old friend Marc Faber, which has just been published by CLSA Books (Tomorrow's Gold - Asia's age of discovery, December 2002). The author has been positive on commodity prices for some time from the sensible contrarian perspective that commodity prices have been completely shunned due to the growing obsession in the past 20 years with financial assets. Thus, at its recent bottom in October, the CRB index was at its lowest in real terms in at least 80 years, according to Tomorrow's Gold. In GREED & fear's view it is quite possible that commodity prices have indeed bottomed even though government bond prices have not yet peaked. And the view here remains that government bond prices have not peaked, or yields bottomed, since bond markets have yet to celebrate forced deleveraging by American consumers and indeed consumers in other Anglo Saxon appendages. It is this final deflationary shock that will send the 10-year bond to 3%, the 30-year treasury bond to 4%, and the federal funds rate still lower. GREED & fear is this week formally lowering the long-standing federal funds rate target here from 1% to 0.5% Modificato da - gz on 12/23/2002 3:14:14

Humour - gz  

  By: GZ on Domenica 22 Dicembre 2002 22:21

Per investire in borsa con successo bastano tre cose: capire i principi base del mercato, seguire una regola precisa e avere un broker di cui fidarsi. Innanzitutto vanno capiti i termini di base che si sentono spesso su come funziona la borsa: Mercato "Orso", Mercato "Toro" e Mercato "Laterale". "Mercato Orso" è quando perdi perchè i tuoi titoli affondano assieme a quelli di tutti gli altri. "Mercato Laterale" è quando tu perdi perchè i tuoi scendono, ma in compenso altri hanno titoli che salgono "Mercato Toro" è quando tutti i titoli salgono per cui gli altri guadagnano e i tuoi titoli ritornano finalmente al prezzo a cui li avevi comprati sette anni prima. "Buy Low and Sell High" ("Compra in Basso e Vendi in Alto") è il precetto più importante che ti danno a Wall Street e che devi seguire sempre. E' come dire a uno pelato e di mezza età : "... Ora ti spiego come fare fare per avere delle avventure : vai in un bar frequentato da modelle e punta su Naomi Campbell". Infine è indispensabile avere un broker di cui potersi fidare. Anche se da quando il mercato questa estate è affondato non trovo più il mio broker al telefono e alla fine la sua segretaria ha ammesso che è andato a lavorare per la Exxon, ma non mi sa dire in quale distributore. Sylvester Stallone ha appena firmato per fare un altro film della serie "Rocky" – "Rocky VI." In questo combatterà contro il glaucoma. La cosa che rende le feste di Natale una cosa così bella a New York sono i volti dei ragazzi più giovani. Osservateli bene perchè vi può capitare di doverli descrivere al ritrattista che disegna gli identikit della polizia La sera di Natale mi piace fare un gran bel fuoco nel camino e poi mettermi in poltrona con gli ultimi CD di Eugenio Finardi e Jovanotti - e buttarli nel fuoco. Secondo un inchiesta della rivista Playboy presso le aziende due donne su tre dichiarano di aver fatto del sesso con qualcuno del loro ufficio. Io non riesco nemmeno a farmi cambiare la cartuccia della fotocopiatrice. Come fanno questi ad avere del sesso ? Tutti sono ora nello spirito di Natale e alcuni hanno ricevuto questa settimana la cartolina di auguri dalla Casa Bianca. Ne ho vista una ed è molto bella: c'è una scena ambientata nel deserto con i Tre Re Magi che scappano e un Predator Drone guidato dal satellite con bombe laser che gli da la caccia. Tutto si basa ora sul credito in america, si paga solo con carte bancomat o carte di credito e nessuno sa più cosa siano i contanti. Ci sono cassieri che se gli dai dei biglietti da dieci dollari ci scrivono sopra il tuo numero della carta di identità. L'unico posto in cui si usano i contanti sono rimasti gli strip bar. A molti non piace che la ragazza che sta facendo la lap dance nuda prenda le carte, le passi attraverso lo scanner e aspetti i bip di conferma. Modificato da - gz on 12/23/2002 2:15:5

Nortel è tornato - gz  

  By: GZ on Venerdì 20 Dicembre 2002 18:10

Lo stesso ragionamento grafico generale si poteva fare per Enron o Worldcom o tanti altri andati in bancarotta a 30 centesimi Ma ^Nortel#^ due mesi fa era dato per morto e ora è tornato a vivere perlomeno in borsa smentendo il 90% degli analisti e esperti che dicevano di non toccarlo e che era la nuova worldcom Come trading se si guarda alla trendline e il 38% a 1.70 ha supporto Temo che 1.33 sia un supporto migliore in questo clima, ma è liquido e volatile ed è tornato a essere uno dei titoli speculativi di punta per cui con uno stop... Modificato da - gz on 12/20/2002 17:11:50

"riprendono al primo colpo di cannone". - gz  

  By: GZ on Venerdì 20 Dicembre 2002 13:23

Se la guerra fosse economicamente conveniente al suo avvicinarsi le borse e il dollaro non andrebbero giù. Il potenziale "rally di fine anno" è stato affossato dall'avvicinarsi della scadenza di guerra, persino l'euro da tre giorni perde qualcosa, solo l'^oro#^ il ^franco svizzero#^ (e, un poco di meno, anche le obbligazioni) salgono tra gli strumenti finanziari (il cambio euro/franco svizzero è in picchiata da lunedì, vedi sotto, da 1.48 a 1.46) D'altra parte come diceva anche Francesco Micheli in un intervista la settimana scorsa è molto forte il pregiudizio che "le borse riprendono al primo colpo di cannone". Quindi il gioco è che i mercati perdono quando vedono il colpo di cannone che si avvicina e possono rimbalzare quando finalmente "arriva la notizia" Debka Weekly di stamattina dice che sembra possa essere ora da metà gennaio in poi, in particolare tra il 18 e 21 ci sono tre notti senza luna che sono molto adatte. Il Washington Post ieri diceva citando fonti interne alla casa bianca "ultima settimana di gennaio". Allo stesso tempo l'uso di armi chimiche e batteriologiche è più probabile che nel 1991 perchè a differenza di allora Saddam sa di essere l'obiettivo e non ha niente da perdere (nel 1991 il fatto di usarle avrebbe dato un pretesto per rimuoverlo dal potere). Come armi convenzionali Saddam è più debole che nel 1991, ma usando altre armi è un incognita -------------------------------- Debka Weekly -------------------------------------- The new presidential adviser on Iraq, Zalmay Khalilzad, proposes that shortly after Baghdad is conquered by American-led forces, President George W. Bush will fly out and deliver a speech celebrating the New Iraq and calling on the Iranian people to rise up against the clerical regime in Tehran. Khalilzad was until recently the Bush administration’s main policy architect on Afghanistan. Suggestions for the day after the victory are pouring in to the White House from other parts of the administration. One is to shut the defeated Saddam Hussein up in an isolated building and place him under a siege, relegating him to a fate similar to that of Yasser Arafat, who is encircled by Israeli forces in his Ramallah headquarters, but has not been physically harmed. In effect, this would condemn Saddam and family to lifelong imprisonment as an American captive. He would become an object lesson for all brutal dictators, illustrating the destiny awaiting those who acquired weapons of mass destruction and refused to disarm or join America’s global war on terror. These reports, which come from DEBKA-Net-Weekly’s Middle East and military sources, exemplify the current buoyant mood in the White House and in circles close to senior administration officials. There is a sense that the battle for Baghdad will be brief and America’s victory swiftly attained. This optimism contrasts strongly with the cautious public statements emanating from the Bush administration, which stress that the President has not yet decided on military action against Iraq. The last timeline for the launching of the Iraq war was cited officially in Washington on Thursday, December 18, as some time between the end of January and mid-February. According to our sources, this date is not binding. The attack could come earlier, from mid-January on, depending on weather conditions in the Middle East and the number of moonless nights, the longest of which occur between January 15 and 18. While no one questions the victorious outcome of the US campaign, at least three leading American war planners are known to appreciate that the first ten days to two weeks hold great peril for the United States and its allies. Defense secretary Donald Rumsfeld, Chairman of the Joint Chiefs of Staff, General Richard Myers – who was in Moscow this week to tie up the ends of US-Russian military and intelligence collaboration in the Iraq War – and Central Command chief, General Tommy Franks, are all conscious of the dangers hanging over America at the battlefront and at home in this crucial period - as well as its supporters in the Middle East and Europe. It is now obvious that Saddam Hussein’s weapons of mass destruction systems have survived intensive American, British, Turkish, Jordanian and Israel attempts to seize and destroy them and that he is still able to deploy them against several targets simultaneously. It is also clear that the American-British-Israel threat to counter an Iraqi unconventional weapons attack with a nuclear blast has no deterrent power. A few days ago, Saddam confided to visitors from the Gulf Emirates that he has taken into account that Iraq’s main cities will be razed and their populations decimated by US-led retaliatory raids. This conversation prompted the predictions published in the last few days that Saddam is contemplating resorting to a course of scorched earth if he falls, including setting fire to his own oil fields. According to DEBKA-Net-Weekly’s intelligence sources, that was only a fragment of the leaked conversation. The Iraqi ruler went on to speak about igniting all the oil fields of the Persian Gulf, especially those of Kuwait and Oman. Those sources also reveal that high-ranking Saudi and Iraqi intelligence and military officers met on their common frontier this week. The Saudis asked for immunity from attack for their oil wells and installations, but were given no promises. A potential spanner in America’s Iraq war plans is a possible Middle East war. Despite US diplomatic efforts to keep the lid on regional tensions until the Iraqi conflict is resolved, our military experts see the heightened threat of a conflict erupting, drawing in Syria, Egypt, Lebanon, Saudi Arabia, Iran and Israel. (See separate article in this issue). If this happens, the United States may find itself entering Baghdad as a victor, yet surrounded by the flames of war in other parts of the region. American war planners are beginning to consider they might have to detach forces from Iraq and the Gulf at high speed to attend to conflagrations flaring in the Middle East as a result of war, the assassination of rulers, internal insurrections or military coups in countries that support the United States. Those currently most vulnerable are Jordan, Qatar, Bahrain, and Yemen. Another hazard looming over American plans is a terrorist outbreak. DEBKA-Net-Weekly’s counter-terror experts predict a severe escalation in terrorist activity will accompany the onset of the US offensive against Iraq. Ominous warnings in the name of al Qaeda appeared during the holy month of Ramadan in November, threatening mass casualty attacks around the “feast of gift-sharing”. These references were at first linked to Ramadan, when Muslim martyrs are rewarded with lavish gifts in Paradise. However when November came and went and the only terrorist strike occurred in Mombasa – and even then it ended disappointingly for the terrorists when they failed to shoot down an Israeli airliner – the experts’ attention switched to Christmas and the Christian New Year as the target period. Since those dates come close to the approaching American assault on Iraq, a high terror alert for mass-casualty strikes has been declared in America’s main cities – particularly New York, Los Angeles, San Francisco, Chicago and Detroit. In Washington, such key government centers as the White House, the State Department and the Pentagon, are labeled high risk, while Vice President Richard Cheney and his staff have been consigned to a hidden location. Mainline transport facilities, air, sea and rail are deemed potential targets. Similar hazards are seen in London and big British cities; a high state of terror alert was declared in France, Netherlands, Germany, Spain, Italy Turkey, Israel, Egypt, Saudi Arabia and Kuwait. There is a dearth of intelligence on the scale of potential attacks. However the general evaluation is that they will be carried out by al Qaeda network cells, some of them sleepers, which are already on location at their targets, under orders to get set for pre-determined action. Most intelligence and terror experts no longer doubt that Iraqi military intelligence has joined forces with Osama bin Laden’s organization in the planning and execution of these attacks. Therefore, the first terrorist strike may also be the opening shot of the US-led war on Iraq. As in Afghanistan and Israel, the civilian population will find itself part of a warfront. Late Thursday night, December 19, just as we were closing this issue, al Qaeda published a new report, which says:”…fighters brotherhood will spread some diseases viruses and Ibola… in north Kuwait to… the soldiers of America and Britain” preparing to launch war against Iraq. Modificato da - gz on 12/20/2002 17:3:9

Il Mito del Petrolio - gz  

  By: GZ on Giovedì 19 Dicembre 2002 02:47

Stock: Petrolio

....forse ha davvero un commercialista tunisino: anche da noi i mutui sono in parte deducibili dall'IRPEF. Si informi... 5 - La guerra all'iraq la fanno per assicurarsi + petrolio, ossia rimandare + in là l'aumento degli interessi e x sostenere la domanda dell'unica industria manufatturiera rimasta sul suolo americano .... -------------------------------- A. per il mutuo non ho esperienza diretta, mi sembrava che uno non scalasse più di un 1/3 dall'Irpef in Italia. Se uno paga 600 euro al mese di rata del mutuo e guadagna 2 mila euro quanto deduce ad es? B. Quella del "guerra per il petrolio" è uno slogan da comizio e una scemenza se posso dirlo, a nessuno che abbia letto qualche cosa di serio viene in mente di sostenerlo. E' solo negli sceneggiati televisivi che chi scrive il copione ci mette che "la guerra scoppia per il petrolio" perchè gli ricorda Jeiar in "Dallas". i) Dopo la guerra del 1992 è cambiato qualche cosa nel prezzo che gli americani pagavano per il greggio ? Gli hanno fatto uno sconto, lo pagano meno dei giapponesi o dei tedeschi perchè hanno mandato l'esercito ? Dov'è stato il vantaggio ? Se è "per le Multinazionali" come Halliburton, Exxon, Shell e le altre per loro era forse meglio che il PETROLIO SALISSE DI PREZZO non che scendesse no ?. In teoria l'interesse di molte multinazionali sarebbe stato che Saddam lo facesse salire. Se è per il tenore di vita americano invece il greggio DOPO la guerra del Golfo in media è stato più elevato che prima della guerra... ii) L'Inghilterra e gli USA sono in realtà I DUE PAESI INDUSTRIALIZZATI CHE NE DIPENDONO DI MENO IN PROPORZIONE. Perchè hanno gas, nucleare, carbone e anche il proprio petrolio. Se qualcuno deve "garantirsi il petrolio" sarebbero i tedeschi, i giapponesi, i francesi e gli italiani o gli indiani o i cinesi che ne hanno meno e possiedono una combinazione inferiore di nucleare, carbone e gas. Ma il petrolio tutti LO COMPRANO, nessuno occupa paesi per garantirselo, l'ultimo è stato Hitler che temeva di perdere quello della Romania. iii) Sono discorsi privi di senso in tutti i casi. L'Irag produce al massimo a regime 3 milioni e mezzo di barili su 40 o 45 di produzione totale mondiale. Supponiamo occupino militarmente per 10 anni l'Iraq e se lo facciano dare gratis (forse lei immagina che funzioni così, come ai tempi della regina Vittoria). Quanto risparmierebbero rubando tutto il petrolio dell'Iraq, senza pagargli una lira ? 3 x 360 giorni = 1.100 milioni di barili X 20 dollari al barile di prezzo medio = 21 miliardi di dollari all'anno Il PIL degli USA è di 10.000 miliardi di dollari. Allora: 21 miliardi di dollari all'anno (greggio irakeno) ------------------------------------ 10.000 miliardi di dollari (PIL USA) = 0.21% del PIL USA!! La guerra invece costerà alcune centinaia di miliardi di dollari, 10 volte di più di tutto il greggio irakeno, che corrisponde solo allo 0.2% del PIL USA Ma ovviamente nessuno glielo ruba, tutti pagheranno il petrolio irakeno dopo la guerra al prezzo mondiale, così come lo si paga oggi e così come è stato prima e dopo la guerra del golfo. Gli sceneggiati televisivi, i film e i comizi sono più eccitanti, ma non sono la realtà. Modificato da - gz on 12/19/2002 1:57:47

Goodbye Semiconduttori ? - gz  

  By: GZ on Giovedì 19 Dicembre 2002 01:58

C'è di che essere nervosi (se si è in qualche modo investiti), dicembre sta scivolando via sempre peggio e la fine anno è era l'unico periodo che non tradiva una volta. Uno dei problemi è che senza la tecnologia che tira il mercato non va. E la tecnologia non va se non tirano i semiconduttori. ^STM#^ oggi buca 20 euro e il mibtel è sembra fritto perchè senza STM non va da nessuna parte. Intel buca il supporto oggi dopo che ieri sera ^Micron#^ ha sbagliato del 20% il fatturato e ha fatto andare in rosso da solo mezza Asia. Poche ora fa Kurlak è sceso in campo con il secondo buy, ma l'impatto sembra un flop. Chi ha ragione ? Come tutti sanno i chips di memoria dei computer sono o di ^Intel#^ o di AMD, io ne ho comprati di entrambi quest'anno e quelli di AMD costavano un poco meno a parità di prestazioni (1600 o 1800 ad es), ma ora Intel sta tornando sotto tagliando i prezzi. Su Intel la conference call qui sotto un mese fa l'ho letta (vedi il post di prima) e non era male. E Kurlak insiste Intel è OK. Intanto il CEO di ^AMD#^, Sanders, il 22 novembre ha comprato 300 mila pezzi di AMD spendendo 2.2 milioni di $, soldi suoi.(in quei giorni il titolo ha messo su volumi enormi) Oggi AMD torna al prezzo in cui Sanders le ha comprate. Di nuovo mi chiedo, chi ha ragione ? I dati terribili mostrati da Micron o Kurlak e Sanders ? Qui ne va di tutto il mercato Modificato da - gz on 12/19/2002 2:10:44

La "scuola" di Fresco - gz  

  By: GZ on Mercoledì 18 Dicembre 2002 17:00

Leggo oggi che Conseco ha dichiarato bancarotta ed è la terza per dimensione dopo Worldcom e Enron. Conseco era la mega società finanziaria guidata da Gary Wendt, che era il numero due di General Electric sotto Jack Welch. Assieme a Paolo Fresco che era il numero tre erano il vertice di ^GE#^ e fino a due anni fa erano considerati il top del top del management. Jack Welch si è ritirato due anni fa, Wendt e Fresco sono ancora in attività. Se la "scuola" è quella però c'è da temere per Fiat Modificato da - gz on 12/18/2002 16:0:56

I titoli auriferi sono più cari del nasdaq - gz  

  By: GZ on Mercoledì 18 Dicembre 2002 15:13

I titoli auriferi sono più sopravvalutati in termini di utili o altri parametri di valutazione economica dei titoli del Nasdaq, ci avete mai pensato ? Il fatto che salgano quest'anno e siano il settore forse migliore non toglie che anche i titoli Nasdaq sono saliti per alcuni anni a dispetto di rapporti tra prezzo di borsa e utili di 30 o 40 e di dividendi inesistenti I titoli auriferi salgono come "War Bet" (scommessa sulla guerra in iraq) da parte dei fondi e come scomessa sul cedimento del dollaro e una crisi finanziaria. E se guardate quanto capitalizzano tutti assieme valgono meno di TIM per cui per i fondi non è difficile spingerli, sono un settore piccolissimo Finora (dopo 15 anni di perdite sanguinose) sono saliti in media 3 volte di più di quanto non salga la materia prima che estraggono e vendono cioè l'oro. E infatti come utili, come mostro nella tabella qua sotto, sono PIU' SOPRAVVALUTATI DEI TITOLI TECNOLOGICI DEL NASDAQ In altre parole sono una speculazione quanto comprare i semiconduttori tipo Infineon, PMC Sierra o STM, non sono società sottovalutate in base ai valori di bilancio a meno di non pensare che l'oro salga da 335 attuali a 400 dollari il che non è così così evidente che possa avvenire ed è un ipotesi allo stato attuale delle cose Lista dei titoli auriferi principali con Prezzo, Utile, Utile Atteso, Prezzo / Utile, Volume Medio Giornaliero Capitalizzazione (n.b. il dato di AngloGold di utile deve essere un errore) Modificato da - gz on 12/18/2002 14:20:13

I Consumi dipendono dai salari - gz  

  By: GZ on Mercoledì 18 Dicembre 2002 11:47

Gli avvocati in america guadagnano molto con le cause punitive e altro in america (tariffe orarie mai sotto i 100 dollari) per cui forse per loro guadagnare 2 o 3 mila euro netti al mese sono "peanuts". Ma sono fesserie, è esattamente il contrario: al momento in america i profitti sono schiacciati dal costo del lavoro che è salito molto, basta pensare all United Airlines che è fallita per il costo del lavoro (70% del conto economico in stipendi). E questo vale a tutti i livelli dalle donne di servizio agli impiegati di banca. Basta consultare internet per 10 minuti e si viene a sapere tutto, non c'è bisogno di aspettare una lettera di uno che abita in un altro continente come si faceva nell'800 quando mancavano le telecomunicazioni e arrivava la diligenza con la posta. Il salario MEDIO americano (dato uscito la settimana scorsa) è 14.95$ dollari all'ORA, quindi sui 15 euro all'ora (forse 14.5 se il cambio sale, ma insomma la media degli ultimi mesi è sui 15) ed è salito del 5% circa annuale Questo è il fondamento del livello di spesa per CONSUMI elevata (+4 - 5% annnuo abbondante) che sostiene l'economia americana e viceversa la stagnazione dei salari reali è quello che spiega la debolezza dei consumi in Europa. Poche cose in economia sono più chiare di questo, e non ci sono lettere dell'amico in virginia che possono cambiare i dati economici di 280 milioni di persone Lei fa i suoi conti e poi fa la cortesia di dire quanta gente in italia (lavoratori dipendenti, operai e impiegati) guadagna 14.95$ dollari all'ORA ovvero 15 X 8 = 120 euro al giorno che sono circa 2.500 euro al mese a cui vanno sottratti un 20% di tasse ==> totale 2.000 mila euro al mese In Fiat prendono 1.000 euro al mese non 2.000 (senza contare che in general motors prendono più della media, sui 3.000 dollari netti al mese) e il costo della vita è più basso (se non sei a Manhattan) (la benzina a 30 centesimi di euro al litro, il riscaldamento costa 1/3, l'Iva è al 4% e non al 19% come da noi, il cibo costa meno, l'elettronica costa meno, compri casa con il 5% di deposito e scali i pagamenti del mutuo dalle tasse....) Modificato da - gz on 12/18/2002 10:54:9

Non è l'oro sono le materie prime in generale - gz  

  By: GZ on Mercoledì 18 Dicembre 2002 10:59

finora, sia quest'anno che negli ultimi due o tre anni, l'oro è salito MENO DELLA MEDIA DELLE MATERIE PRIME Come si vede tutte le materie prime sono salite e l'indice generale (CRB index o Goldman Sachs index) è sui massimi degli ultimi anni Ma se uno divide l'oro per l'indice delle materie prime vede che il rapporto continua a calare (la linea rossa sotto nel grafico), ovvero finora dovendo comprare delle materie prime in quanto tali la maggioranza salgono di più dell'oro ora e anzi da anni il vantaggio dell'oro è che ci sono più titoli quotati in borsa nel settore legati alla materia prima, ma non è vero che sia il mercato di punta, è solo parte di un movimento generale di rialzo delle materie prime e degli asset "reali" rispetto a quelli cartacei in parole povere se uno compra il future delle materie prime fa meglio che con quello dell'oro Modificato da - gz on 12/18/2002 10:1:14

La casa senza pagare deposito - gz  

  By: GZ on Mercoledì 18 Dicembre 2002 02:18

Riprendo questo topic perchè per me internet è utile come "connessione" a quello che si è scritto o altri scrivono su un argomento in modo da non cominciare sempre da capo e da capire man mano "a puntate" il soggetto (se tutti cercassero di ricollegarsi a quello che si è detto in precedenza su un soggetto sarebbe preferibile...) Il topic è "dove sta il denaro" alla fine, dove e quanti sono i soldi. Si continuano a inventare nuovi modi per "liquidificare" il sistema economico a mettere liquidità in mano alla gente. E' facile dire che tutto alla fine è destinato a crollare come un castello di carte truccate, ma intanto quello che succede è che ad es in America in diversi casi NON PAGHI PIU' NEMMENO UN DEPOSITO DEL 5% PER COMPRARE CASA ci sono ora programmi di "aiuto" finanziati da entità non profit a cui partecipano i costruttori che forniscono i soldi per il deposito a chi non lo può o vuole pagare, sono già circa un milione e mezzo di persone che in pratica già pagano solo la rata del mutuo e deposito ZERO, è come se pagassi l'affitto... Si sta diffondendo a macchia d'olio per spingere la gente a comprare casa in tutti i modi. A lungo termine indebolisce il sistema finanziario ovviamente, ma a breve è un bello stimolo ------------------------------------------------ Apparently, we were not alone in being disturbed by Tuesday’s excellent Wall Street Journal article by Patrick Barta and Queena Sook Kim – Home Buyers’ Down Payments Are Now Paid by Some Builders - reporting on the proliferation of “Down Payment Assistance Programs” (DPAs). For those that read the story, I decided it was worth digging a bit deeper. For those that missed it, let me do a brief summary. The Federal Housing Administration (FHA) a few years back changed its provisions to allow “non-profit” organization gifts to be used as the 3% down payment required of qualifying home buyers. This loophole has spurred the creation of hundreds of “non-profit” groups, many funded by the homebuilders, which have become major providers of downpayments for scores of cash-short homebuyers. And while history tells us rather clearly that borrowers putting no money at risk are quite poor mortgage Credits, the government guarantee (along with an over-liquefied marketplace) allows today’s holders of the rapidly expanding quantities of these mortgages to sleep soundly at night. Still, this is one more extraordinary example of a dangerous mortgage market distortion that is progressive, self-reinforcing and, once unleashed, virtually impossible to reign in. Looking back, it didn’t take long before the idea germinated that these “Non-Profits” could fund their “Gift” pool with “Donations” from interested homebuilders and home sellers. Wow…what incredible profit potential! Cash-strapped renters are afforded the opportunity to rise to the status of proud homeowners. Builders would now enjoy an enlarged pool of prospective buyers, with the not insignificant benefit of having many so anxious at the opportunity of homeownership to be enticed by even the difficult-to-sell and least desirable properties (and they’re willing to pay asking price!). Anxious home sellers, as well, have an enticing avenue to attract a new class of “motivated” buyers. The “Non-Profits” would garner fees to the tune of between $800 and 1% of sales price per transaction. And, not to be overlooked, Wall Street would have more FHA mortgages to sell (and package into Ginnie Mae and other MBS, CDOs and various instruments). What could possibly add more fuel to the unfolding explosion of subprime mortgage lending and the blow-off stage of the Mortgage Finance Bubble? And, of course, what’s good for The American Dream is good for the economy! This is but one more frustrating and recurring Bubble dilemma of seemingly “What’s not to like?” … but eventual collapse. Nehemiah, the “Non-Profit” highlighted by the WSJ, was the first to introduce the Downpayment Assistance Program (DPA). From National Mortgage News: “The non-profit was started in 1994 with $5,000 in seed money out of a small church in Sacramento pastored by the father of the founder…” But the DPA ball didn’t get rolling until 1996, reportedly after Nehemiah’s founder Don Harris received a call from a “frustrated real estate developer” facing difficulties selling foreclosed townhouses from a recently purchased complex. According to the American Banker (Erick Bergquist), “The conversation got Mr. Harris, who is also a real estate lawyer, wondering: What if he could help get people into homes through down payment donations, or gifts, from private industry? After researching federal law, he found a mechanism that lets charitable organizations make such gifts.” From the December 2001 Dallas Business Journal: “…The biggest challenge is convincing buyers and real estate agents that Nehemiah is for real. ‘They think it’s a scam, that it’s too good to be true… Here you have the government, a faith-based group and industry all coming together to do good. It’s an ideal situation, but it doesn’t happen very often.’ Last week, Harris’ Sacramento congregation…dedicated its new $12 million (1,000 seat) mixed-use development, funded completely by the Nehemiah program it inspired.” The entrepreneur Mr. Harris has since moved on to real estate development, now partnering with Nehemiah. Since its founding, Nehemiah has gifted downpayments for as many as 180,000 (another source recently had the number at 130,000) mortgages valued in excess of $13 billion (as of July). It did not take Harris or others long to recognize that this government loophole afforded an extraordinary Big Business opportunity, and to state that these programs have proliferated is an understatement. From the Salt Lake City Tribune (Lesley Mitchell): “Each program operates a little differently, but all are designed to help buyers find a way around a federal law that prohibits sellers from providing down payments to buyers.” From Mortgage Banking, December 2002: “In a conversation with this columnist (Neil J Morse) at the MBA Annual Convention, (Nehemiah’s president) Syphax said the program’s founding philosophy has been widely embraced. ‘We went from being heretics to being imitated,’ said Syphax, referring to low- and no-down-payment financing programs now commonly offered by Fannie Mae, Freddie Mac and major lenders. However, Syphax said, there are still ‘pockets of opposition to our purpose’ from those ‘who continue to believe that if a prospective borrower does not have sufficient funds for a down payment, they must not be quite ready to own.’ According to Syphax, the issue boils down to ‘how much risk society is willing to take on to build its urban centers.’” Back in May, “The Federal Housing Finance Board…appointed Scott C Syphax, President and CEO of the Nehemiah Corporation of California, to the Board of Directors of the Federal Home Loan Bank of San Francisco.” While data is sparse, the best I can gather is that the FHA insures about 1.4 million mortgages annually. Some in the industry believe that as many as 20% of new FHA loans are now using various DPA programs. So, taking 280,000 loans at, let’s say, an average of $150,000 (this is likely too conservative), comes up with $42 billion of new DPA mortgages each year. Big Business, indeed, as the taxpayer and the integrity of the mortgage marketplace absorb the considerable risk. Though it appears these programs are increasingly assisting conventional mortgage borrowers in supplementing required minimal (3% in the case of Fannie, Freddie and others) downpayments. il resto su www.prudentbear.com/creditbubblebulletin.asp Modificato da - gz on 12/18/2002 1:22:4

100 contratti speculativi sull'oro - gz  

  By: GZ on Mercoledì 18 Dicembre 2002 01:45

Qui l'analisi del COT applicata in modo meccanico sbagliava perchè ormai tra pubblico e hedge fund ci sono 100-110 mila contratti future comprati (al netto) LONG, (se un pensa che il dato ultimo è di venerdì e che ne sono arrivati altri ieri) Nel 1995 il massimo del mercato arrivò quando le posizioni NON COMMERCIALI salirono a circa 140-150 mila contratti LONG D'altra parte quello del 1995 è stato un record assoluto degli ultimi 20 anni e di norma quando arrivi al livello di 100 mila LONG speculativi come siamo adesso sei su un massimo A differenza delle borse qui l'analisi dei contratti comprati e venduti riassume veramente la posizione degli operatori perchè non ci sono molti altri modi di comprare oro a fini speculativi che passare per i future Modificato da - gz on 12/18/2002 0:47:26

Il dollaro è solo nella media - gz  

  By: GZ on Martedì 17 Dicembre 2002 16:24

Se uno pensa che l'origine del mondo sia nel 2000, quando il Nasdaq ha cominciato a franare, e che oggi non siamo nel 2002 dopo cristo, ma nell'anno TERZO DOPO IL MASSIMO DEL NASDAQ (come fanno molti) allora il dollaro si sta svalutando in modo pazzesco In realtà il dollaro (dollar index, pesato su tutte le valute con cui scambia) è a 103 e mezzo oggi, cioè: - al livello a cui era due anni e mezzo fa, a inizio 2000 - un -2% sotto la media degli ultimi 5 anni che è a 107 , - un +4% sopra la media degli ultimi 10 che è 99 (vedi il grafico mensile 1986-2002 qui sotto, dove sono graficate le medie a 10 e 5 anni del dollaro) OVVERO SIAMO ora scesi di un 15% dal massimo, ma siamo solo SULLA MEDIA DEGLI ULTIMI 5 O 10 ANNI (e siamo sopra quella degli ultimi 15 anni e sotto quella degli ultimi 25 probabilmente, ma il grafico non arrivava così lontano) Non è successo niente di speciale se parliamo di fatti economici di lungo periodo. Il dollaro quando è salito a 121 nel 2001 era un 22% sopra la media degli ultimi 10 anni ed era sopravvalutato, ora è tornato quasi nella media del decennio Anzi il trend mensile del dollaro non è ancora rotto al ribasso, la trendline ha supporto proprio qui a 103-104 Modificato da - gz on 12/17/2002 15:32:11