By: defilstrok on Giovedì 17 Maggio 2007 02:03
Io invece sono stato fuori tutto il giorno e rientro ora, e cosa vedo? Naturalmente il famigerato Shanghay SE B Share con un +6,8% che fa +30% di indice in otto-nove sedute (se pure facesse -10% in una sola seduta che cambierebbe??), gianlini che impreca, DD che se la gode, Mr Fog che profetizza, etc. etc. Dall'altra parte della barricata tutto il resto: yen e franco giù a precipizio, doppio deficit USA, debiti privati, Banco de Espana alle perse, petrolio e gas triplicati, latte +60%, frumento, soya, mais, metalli, etc. a + 200, 300, 400%, indici vietnamiti, messicani, russi e cinesi a +700%, +1000% e via di seguito. E allora? Allora ritorno a dire che stiamo "soltanto" assistendo alla madre di tutte le bolle con una folto gruppo di disperati che la combatte e un gruppo di furbi e avveduti che ha cavalcato (beati loro!!) la più grande moltiplicazione finanziaria della storia, e basta. Finirà di botto, come dice Mr Fog. E' per questo che dico che a volerci stare dentro basta spendere 200 euro al mese di put sullo Stoxx50 e niente più. Perché finirà di botto, ma quando? Non so se è compiacenza, se è il desiderio inespresso di "non voler vedere le carte", ma come il ginnasta, il tuffatore e il saltatore, anche i grafici devono fare i conti con la forza di gravità. Stano tirando come bestie da mesi, a vederli sembra che gli obiettivi siano almeno un 20% più in alto (o più in basso, se parliamo di yen) ma non c'è bisogno di essersi fatti il kulo quadrato per vent'anni davanti a un monitor per capire che non può durare. L'unico dubbio che ho riguarda il quanto.
Oggi ero all'areoporto. Delle gentili hostess distribuivano depliant e fascicoli che pubblicizzavano la vendita di case, ville e resort sul lago di garda e nel Veneto. In italiano, in tedesco ma l'inglese era al quarto posto preceduto dal russo. Ho visto atterrare vagonate di inglesi: vecchi, sulla sedia a rotelle, scalcagnati. Poi ho visto atterrare con voli da Vienna, Monaco e Timisoara ucraini, bielorussi, turchi, rumeni e, ovviamente, cinesi. Giovani, pimpanti, sfavillanti, professionali, rampanti. A un certo punto ho visto apparire dalle sliding doors degli sbarchi una coppia estremamente giovane, la moglie vestita come una baldracca d'alto bordo, e il figlio di 5 anni: a bordo di un'automobilina elettrica.
Ci siamo guardati in faccia in tanti e ognuno leggeva nell'altro, più che lo sgomento per l'invasione, o il disprezzo per la ricchezza ostentata, un senso di poco acconcia, opaca, rassegnata e limitata partecipazione e comprensione del nostro popolo ai giganteschi, irruenti e proprio per questo irrefrenabili cambiamenti che sono avvenuti in questi anni in quei paesi che solo qualche lustro fa chiamavamo, con inconscia supponenza, "in via di sviluppo".