Se scoppia la crisi Sino-Americana tutte le altre del passato sembreranno un giochino - polipolio
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By: Gano* on Mercoledì 21 Marzo 2007 15:45
Che la FED non faccia nulla e' solo una mia supposizione. Come sempre penso pero' di aver ragione... ;-)
Scherzi a parte, non credo che nessuno abbia interesse a cambiare questa situazione di equilibrio instabile da eccesso di liquidita', in cui le economie stanno sull' orlo del surriscaldamento. Perche'? Perche' sono state gia' vissute tre grosse crisi (crisi asiatica, del rublo e dei .com) che non sarebbero NIENTE in confronto alla prossima grossa crisi, quella Sino-Americana. Tutt'e due i paesi si trovano sull' orlo del baratro, il primo per il suo sistema creditizio, finanziario e bancario il secondo per la sua negativita' cronica del trade balance accompagnata da una sostanziale stagnazione della produzione industriale e il possibile scoppio della bolla dei mutui immobiliari. L' implosione di un sistema trascinerebbe con se' l' altro. Una crisi creditizia o di liquidita' in america deprimerebbe i consumi rendendo a loro volta insolvibili quasi tutti i bad-loans cinesi (praticamente tutto il loro flusso di cassa deriva dalle esportazioni), con un sostanziale arresto del sistema Cina (*). Una crisi cinese d' altronde provocherebbe la vendita in massa di tutti i buoni del tesoro e dollari americani, deprimendovi ulteriormente i consumi e mandando allo stesso tempo l' inflazione alle stelle. Mi viene da pensare che l' unico modo di scongiurare il pericolo e' pompare liquidita', sostenere il sistema e mantenere lo sviluppo, in quello che definirei un equilibrio instabile, simile a quello di un monociclo che avanza. Ma se e' instabile che importa? L' importante e' che sia equilibrio.
(*) Quando si legge della crisi giapponese, nei testi dei grandi tromboni americani si trovano sempre grandi spiegazioni economico-finanziarie, ma mi e' parso che nessuno abbia mai fatto mente locale a quella che forse e' stata la vera causa del problema: la crisi giapponese cominciata ufficialmente il 3 gennaio 1990 (inizio dell' anno lavorativo) coincise (piu' o meno) con il passaggio dalla centralita' dell' industria dell' hardware alla centralita' di quella del software.