By: marker on Martedì 18 Novembre 2003 11:47
hai ragione Gian, la retorica di questi giorni è forse un pò esagerata.
ma è sbagliato anche minimizzare la portata della minaccia islamica
oppure confidare sul fatto che la nostra supremazia militare,
tecnologica ed economica
sapranno imprimere una svolta veloce allo stato delle cose.
io credo che il nuovo antagonismo che è emerso dopo il crollo del comunismo
non sarà facilmente riconducibile nell'alveo dell'evento eccezionale ed episodico
ma sarà destinato a perdurare per molti anni, forse decenni.
qua si tratta di uno scontro di civiltà, ed il sostegno economico e culturale
che questi terroristi hanno alle spalle è enormemente vasto.
molto superiore di quanto non fosse quello a sostegno della lotta armata di matrice comunista.
non dimentichiamo che la stragrande maggioranza dei cittadini delle nazioni comuniste
odiavano quei regimi, e se avessero saputo come fare se ne sarebbero liberati da tempo.
qua invece c'è una forte identità culturale che lega i martiri ai loro popoli e alla loro religione;
le aree in cui essi trovano consenso, finanziamenti ed omertà è davvero molto vasta.
la loro missione è sconfiggere i nostri valori culturali
e distruggere la nostra civiltà "corrotta"
per imporre la legge islamica sul mondo intero.
non dimentichiamo che milioni di islamici vivono ormai nelle nostre nazioni europee.
6 milioni soltanto in Francia e non so quanti da noi.
sicuramente la maggioranza è brava gente non aggressiva,
venuta qua per sbarcare il lunario e mandare qualche soldo a casa.
ma il rischio che si producano attentati devastanti
nelle nostre metropoli è altissimo e ci coinvolge tutti,
al contrario di ciò che sostiene Zibordi.
non è difficile farsi esplodere in uno stadio o in una cattedrale gramita
oppure in una metropolitana nell'ora di punta per chi abbia deciso
che così impone il suo Dio.
questa guerra non è un problema degli Angloamericani o un fatto che si risolverà in breve.
tutti ci siamo illusi che un veloce intervento in Afghanistan ed in Iraq
avrebbe assestato un colpo mortale al terrorismo, ma ci eravamo sbagliati.
sarà un conflitto lungo e a singhiozzo, scandito da episodi tragici
che non possiamo ancora immaginare.
per questo credo che le cancellerie di tutti i paesi occidentali
saranno chiamate a decisione alte, unanimi e coraggiose,
assai lontane dal desiderio che si vede oggi di minimizzare,
buttarla sul basso profilo e al limite usare il tutto per fomentare
la rissa partitica.
in un contesto del genere coloro che cadono per garantire la libertà e l'incolumità di tutti
e la perservazione dei nostri valori di democrazia e tolleranza
contro l'agggressione della barbarie, meritano di essere ricordati ed onorati
nè più ne meno come coloro che si immolarono per respingere
il nazismo e il comunismo in un recente passato.
io avverto che questi non sono i tempi per il disimpegno
o la gazzarra da cortile.
questi sono tempi drammatici ed esigono risposte adeguate.
ma trovo ancora poco riscontro in ciò che vado sostenendo.
mi piacerebbe non parlare come una Cassandra e se la storia dovesse smentirmi
sarei il primo a gioire.
ma i fatti quotidianamente purtroppo mi danno ragione.