Quello che non leggi sui giornali - gz
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By: GZ on Martedì 18 Novembre 2003 01:08
Non si è obbligati a occuparsi dei fatti degli altri in posti lontani, per me ad esempio le probabilità di incontrare un kamikaze col tritolo sono basse ed è un problema più grave lo "Spam" crescente di mail indesiderate che ogni giorno di più mi riempie la casella di posta di pubblicità di vergini ukraine, cartucce di inchiostro scontate, investimenti sicuri in nigeria, pillole per non russare o di software per impedire lo spam di mail pubblicitarie.
Tra l'altro il terrorismo ha ora poco impatto al momento sui mercati, c'è chi oggi ha provato a dire che c'era "la reazione alle notizie" dei morti nel weekend, ma il dollaro era debole al mattino e forte al pomeriggio e viceversa i bonds per cui per ora contano poco.
Comunque, può darsi che tornino a pesare anche sui mercati e non solo sulle povere vittime e quindi conviene saperne qualche cosa, l'unica certezza è che è meglio non basare il proprio giudizio sui giornali italiani.
Per chi fosse curioso invece di "andare alla fonte" ci sono tanti siti arabi ad esempio, quelli che mettono online in inglese i sermoni degli degli Iman più famosi del mondo musulmano che predicano tranquilli tutti i giorni l'odio per l'occidente come da noi il papa predica di perdonare e si pente di quello che la chiesa ha fatto 500 anni fa, c'è Al Jazzeera, la famosa "CNN araba", la TV più ascoltata nei paesi musulmani, che ha anche il suo sito in inglese dove esalta tutti i giorni i terroristi suicidi che sbudellano i poveri irakeni o la croce rossa (o i carabinieri o i marines).
Poi ci sono però dozzine di siti irakeni di tutti i generi e tendenze che raccontano ora finalmente) liberamente quello che succede in iraq. Sono scritti in un ottimo inglese (cosa che infastidisce l'intellettuale di sinistra che invece ha qualche problema a leggerlo e preferisce pensare agli irakeni come dei pastori ignoranti in modo da potersi abbeverare tranquillo sempre in italiano a Repubblica), perchè tra l'altro grazie a Saddam milioni di irakeni sono scappati per il mondo e si sono ingegnati di imparare le lingue per campare.
Una delle cose che danno il senso di quello che succede, è la storia delle più grandi paludi del medio oriente, alla foce del Tigri ed Eufrate dove per 2mila anni, dai tempi della Bibbia che le menziona ha vissuto un intera popolazione sciita che le sfruttava per la pesca ed altro e che si era adattata totalmente a questo ecosistema (è apparsa anche sul NY Times e altri media internazionali, ma non quelli italiani).
Saddam dopo che si erano rivoltati nel 1991, non contento di avere fatti uccidere decine di migliaia di questi sciiti, per vendetta le ha prosciugate facendo deviare le acque dei fiumi direttamente in mare e facendo così morire tutta la loro economie e anche parecchia di questa gente che di colpo si è ritrovata un deserto dove per secoli c'era vegetazione e pesca e moriva di fame.
L'orribile occupazione alleata ha ^consentito ora di fare tornare finalmente l'acqua e di salvare questa popolazione che si stava estinguendo e la storia appare ad esempio in#
www.iraq.net/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=550&mode=thread&order=0&thold=0^
sui siti irakeni (o sul NY Times). (e gli ecologisti ? è una delle maggiori catastrofi naturali accadute nel medio oriente, ma se è stata causata da un dittatore arabo non c'è gusto a manifestare?)
Questo è solo uno dei tanti esempi di ricostruzione del paese, ma tu leggi sul corriere che "...a Bassora manca ancora l'elettricità per alcune ore al giorno.." mentre nei siti internazionali (o irakeni) spiegano che sotto Saddam nel sud sciita del paese c'erano due-tre ore in media di elettricità al giorno per cui è la prima volta che manca così poco.
Leggi che ora "...l'Iraq è nel caos ..." e intanto gli irakeni che hanno formato una commissione per contare le vittime degli anni di Saddam raccontano che per ora sono arrivati a 300 mila cadaveri in qualche modo identificati per cui magari il loro concetto di "ordine" e di "pace" è diverso da quello del giornalista che scrive da Roma.
Qui stanno arrivando dai quattro angoli del mondo centinaia di terroristi afgani, sauditi, palestinesi, yemeniti, siriani, iraniani, affiliati di Al Qaeda, Hamas o Hezbollah che si fanno saltare come è loro tradizione sbudellando i civili irakeni oppure assassinano chi cerca di far funzionare l'energia elettrica. Intanto gli occidentali imperialisti e infedeli si fanno accoppare per fargli funzionare gli ospedali o fargli arrivare le royalties del petrolio.
Può darsi che alla fine le immagini della propaganda dell'asse Al-Jaazera-Repubblica prevalgano, ma può anche darsi che i 36 milioni di irakeni in loco giudichino invece in base alla loro esperienza, all'acqua che ritorna dopo che Saddam gliela tolta e che per una volta vada male ai fanatici assetati di sangue fine