By: angelo on Lunedì 31 Maggio 2004 19:20
Va bè, visto che senza gli USA il mercato è morto, divaghiamo un pò:
Manifestazione di sciiti contro Al Sadr ieri a Najaf.
(ANSA) - TEHERAN, 31 MAG - Una spina nel fianco non solo per
gli Usa, ma anche per i maggiori gruppi sciiti, compreso quello
che fa capo all'Iran. Questo sembra essere ormai diventato il
leader estremista Moqtada al Sadr, nonostante la precaria tregua
siglata nei giorni scorsi con le forze americane.
Il giornale iraniano Towsée riferisce oggi di una
manifestazione contro i miliziani di Sadr svoltasi ieri a Najaf,
la città santa sciita dove si è asserragliato da settimane con
i suoi uomini. "Con questa iniziativa, si è aperto un nuovo
capitolo nei rapporti tra gli sciiti in Iraq", ha affermato
Sheikh Kazem al Hashemi, presentatosi come "portavoce" del
Supremo consiglio per la rivoluzione islamica in Iraq (Sciri),
stretto alleato di Teheran.
Hashemi ha confermato quello che molti sospettano, cioé che
proprio gli uomini di Sadr siano gli assassini di due ayatollah
come Mohammad Baqr al Hakim, leader dello Sciri, e Abdol Majid
Khoei, entrambi uccisi lo scorso anno proprio a Najaf al rientro
in Iraq dopo un lungo esilio. Fino ad ora, ha aggiunto, lo Sciri
non ha accusato pubblicamente Sadr, perché timoroso di creare
spaccature tra gli sciiti in una situazione politica ancora in
divenire. Ma ora che "il partito Baath (di Saddam Hussein) e i
terroristi sostengono l' Esercito del Mehdì", uno scontro non
é più evitabile.
Secondo le notizie che giungono da Najaf, la folla che ieri
ha marciato dalla sede dello Sciri al mausoleo dell'Imam Ali ha
scandito slogan contro "i terroristi".
Un portavoce dello Sciri a Teheran, Abu Aref, contattato
dall'Ansa, ha smentito che Hashemi sia un portavoce ufficiale
dell'organizzazione, dicendo che si tratta di un collaboratore
del leader della preghiera del venerdì a Najaf. Una posizione
comunque di rilievo in una città che è la prima sede storica
delle maggiori scuole di teologia sciite. Del resto,
l'insofferenza per Sadr da parte dei maggiori leader spirituali
di questa confessione, a partire dal grande ayatollah Ali al
Sistani, non è cosa nuova. Come non è cosa nuova la prudenza
con cui anche l'Iran, il più importante Paese sciita e sede
dell'altra grande scuola teologica a Qom, guarda all'evolvere
della situazione nel vicino Paese.
Da Teheran, quindi, dove lo Sciri e il suo apparato militare
sono stati ospitati per oltre 20 anni durante il regime di
Saddam, Aref ha ribadito che "tutte le forze armate devono
lasciare" i luoghi santi sciiti in Iraq. Comprese quindi le
milizie di Sadr, oltre alle truppe americane. "Collaboreremo
con ogni gruppo che abbia questa stessa idea - ha detto il
rappresentante dello Sciri - perché vogliamo la pace a Najaf".
Una posizione in linea con quella dell'Iran. A Teheran, fanno
notare unanimi gli osservatori, non dispiace vedere gli
americani in difficoltà, ma altra cosa sarebbe l'esplosione di
una rivolta generalizzata, e soprattutto una partenza immediata
delle truppe Usa dal Paese, prima che le condizioni di sicurezza
siano stabilite.
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Magari sono distratto io, ma tutto questo mi pare un pò più rilevante della polemica in corso nella politica italiana, riassunta dal titolo di apertuta dell'Unità di stamani:
"la Farnesina aveva smentito ma un ostaggio era nelle mani dei terroristi................."