sporcarsi le mani veramente, in raffineria - VincenzoS
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By: VincenzoS on Martedì 05 Febbraio 2013 09:27
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Una transazione consiste nel compratore che DA "MONETA O CREDITO" a un venditore e il venditore gli da un bene o servizio (o un asset finanziario) in cambio.
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LEZIONE DI ECONOMIA VERA
Certo che so bene che il compratore da MONETA o CREDITO, che poi la moneta sempre credito è. E il credito, la fiducia, la si da a chi la merita.
Ora le do una lezione di economia vera, così finalmente forse capirà cosa significa sporcarcisi le mani. Il mio lavoro consiste nell'andare presso raffinerie di petrolio e petrolchimici, sa quegli impianti dovi si fa l'etilene da cui viene il polietilene dei sacchetti di plastica e delle bottiglie dell'acqua, o il propilene, da cui il polipropilene per le scodelle di plastica, a vendere prodotti che evitino corrosione e sporcamento.
Si da il caso che corrosione e sporcamento sono due fenomeni che avvengono sempre e comunque e che fanno sprecare un sacco di soldi, distruggono gli impianti e fanno consumare un sacco di energia.
Mica basta il prodotto; ci vuole anche un tecnico che sappia come usarli, che magari in una infernale giornata d'agosto in Sicilia se ne stia sotto il sole accanto a un serbatoiio di petrolio riscaldato a 70 °C a controllare se il drenaggio dell'acqua viene fatto correttamente o si arrampichi, sempre in una calda giornata siciliana, su per una colonna alta 50 metri a controllarne le condizioni. Oppure tocca farsi una passeggiata nella neve con una temperatura di -20 °C per andare a controllare cosa accidente stanno combinando su un impianto.
E' una cosa un bel po' diversa dal giocherellare coi numeretti che fa il banchiere, o dalla chiacchiera del politico o dal timbro del burocrate.
E non parliamo di aziendine; parliamo come clienti di compagnie come ExxonMobil, Shell, BP, ENI o, in altri settori che io non copro, di Ford, Cargill, US Steel. E anche i fornitori stanno nel Dow-Jones, nella parte alta del listino.
Per fare questo lavoro ci vuole gente preparata e motivata, che vuole quindi essere ben pagata perché genera bei profitti aggiuntivi ai suoi clienti.
Insomma quando ho iniziato questo concetto era ben chiaro a tutti, clienti e fornitori. Si forniva un servizio di alta qualità che veniva ottimamente remunerato a fronte di un vantaggio ancora più grande.
Poi, direi un circa 25 anni fa, si è prodotto un cambiamento. Chi lo abbia iniziato questo cambiamento è difficile da dire.
Potrebbero essere stati i clienti che, spinti dall'avidità hanno deciso che era ora di pagare il servizio un po' di meno mantenendone i vantaggi.
Potremmo essere stati noi fornitori che, crogiolandoci sugli allori, abbiamo iniziato a pensare che non ce lo faceva fare nessuno ad andare il giorno di Ferragosto in un posto puzzolente come una raffineria per risolvere un problema e che quel problema poteva anche aspettare il giorno dopo o che non valeva la pena, una volta terminata la giornata lavorativa, mettersi sui libri a studiare. Ma anche a livello aziendale si è iniziato a pensare che tutto sommato invece di assumere laureati con il massimo dei voti si potessero assumere quelli che avessero completato gli studi un po' più a fatica o periti industriali al posto di ingegneri, così da pagarli di meno.
Sinceramente non lo so chi abbia iniziato. Stando dalla parte dei fornitori, mi assumo la mia parte di responsabilità e mi sta anche bene che si possa dire che il circolo vizioso lo abbiamo iniziato noi.
Insomma, a farla breve e assumendo che a iniziare il ciclo siano stati i fornitori, noi abbiamo iniziato a fornire un servizio di minore qualità che produceva un minore ritorno per i clienti. Per un poco siamo riusciti a mantenere gli stessi prezzi ma appena i clienti se ne sono accorti si sono "vendicati" imponendo una riduzione di prezzi ancor maggiore della riduzione di valore del servizio fornito. E noi fornitori abbiamo reagito con una ulteriore riduzione degli standard di qualità e così via in un circolo vizioso senza fine, per ora.
A farla breve mentre fino a 25 anni fa con un kilo di prodotto chimico, che tanto è rimasto sempre lo stesso, producevamo un valore aggiunto di 100 rispetto ai costi base (materie prime e costi generali) che ci spartivamo circa 65 a noi dipendenti e 35 ai profitti aziendali al tempo stesso generando un profitto aggiuntivo di 300 per il cliente, poi decideva lui come ripartirlo, oggi con lo stesso kilo di prodotto, quindi con gli stessi costi base, produciamo 60 di valore aggiunto, di cui 40 a noi dipendenti e 20 ai profitti aziendali e il profitto aggiuntivo per i clienti sta circa a 150.
Insomma rispetto a prima la quantità totale di valore generato, di moneta o credito circolante, si è ridotta da 100 + 300, cioè 400, a 60 + 150, cioè 210. IL VALORE SI E' DIMEZZATO, la moneta si è dimezzata. Abbiamo una minore capacità di spesa noi dipendenti, l'azienda, i clienti; producendo meno profitti abbiamo meno capacità di attrarre investimenti, di farci fare credito dalle banche noi dipendenti, l'azienda, i clienti.
Avviene un credit crunch, appunto.
(Nota: i numeri che ho usato sono veri, seppure relativi)
In tutto questo non ho citato il ruolo dello stato, anzi degli stati che però, forse, sono stati i maggiori responsabili di tutto questo, che alla fine noi e i nostri clienti tanto cretini non siamo.
Che hanno fatto gli stati?
Beh, per iniziare provi a fare un colloquio a un neo-laureato odierno, a uno che esce dal percorso della scuola pubblica, dell'università pubblica, e la risposta non c'è bisogno che la dia io.
Poi si sono inventate normative come la REACH che ritardano di anni l'introduzione di qualsiasi novità tecnologica.
Poi hanno tirato fuori normative come la 626 che, per una fornitura di 1000 euro, ti obbligano a produrre un manuale di sicurezza di cantiere degno della costruzione di un grattacielo.
Poi ti impongono che gli impianti vanno fermati e ispezionati "de visu" ogni 4 anni anche se hai tutte le tecnologie per farli cammninare 6 controllandoli in marcia con ispezioni non distruttive.
Poi ti impongono di accrescere i costi base, e quindi di ridurre ciò che riversi sul cliente, mantenendo una infinità di documentazione a fini burocratico-fiscale.
Poi obbligano il cliente ad aumentare i suoi costi base, e quindi a cercare di ridurre quanto paga i fornitori, perché ogni volta che entro in una raffineria sono tenuti a darmi un libriccino, che costa, con tutte le norme di sicurezza, libriccino che regolarmente butto nel cestino visto che sono cose che ormai conosco da 30 anni e poi non sono certo uno sprovveduto.
E potrei continuare all'infinito.
Ho parlato di un settore che è solo apparentemente marginale in quanto, comprendendo anche l'estrazione di gas e petrolio, va poi ad influenzarne il mercato. E, anche se non sono uno specialista, comprende anche tutto l'ambito del trattamento delle acque, ad esempio impianti di dissalazione per aree desertiche, acque di scarico e chi più ne ne metta.
Ma comunque lo stesso perverso meccanismo si è innescato in ogni ambito; quanti impianti ho visto costruiti in maniera assurda per risparmiare e che poi funzionano male, quanti sprechi in operazioni inutili.
Faccia un bel corso accelerato di economia reale e poi, quando dice che l'economia va male perché c'è poco credito, si chieda il perché. Ma la risposta "le banche non lo danno" non vale perché il mestiere delle banche è dare credito.
E non cerchi le risposte da Ray Dalio, le cerchi da qualcuno migliore di me che abbia speso la sua vita a dirigere un impianto industriale; ma anche dal suo barista, pulendo le risposte dai luoghi comuni che le riporta perché li sente in televisione.
P.S. Monti comunque è un asino