La nuova civiltà

 

  By: XTOL on Martedì 26 Agosto 2014 18:38

mi sono appena accorto che nel 2013 è uscito in italiano l'ultimo libro di nassim taleb (un riferimento per chi opera sui mercati: Il cigno nero, Giocati dal caso). già la recensione di Guglielmo Piombini è un quasi-libro, con una serie di considerazioni dell'autore che mi trovano entusiasta, ne elenco alcune, ma straconsiglio la lettura della ^recensione integrale:#http://www.libreriadelponte.com/det-libro.asp?ID=1291^ #i#la società, le attività economiche, i mercati e i comportamenti culturali.. contrariamente a quello che si pensa, sono sistemi complessi non hanno bisogno di strutture e regole complicate, né di politiche astruse. Più semplici sono meglio è, perché complicandoli si innescano delle reazioni a catena che moltiplicano gli effetti inaspettati: «L’intervento porta sempre a conseguenze impreviste, seguite da giustificazioni sull’aspetto imprevisto delle conseguenze, poi a un altro intervento per correggere gli effetti secondari, che a sua volta genera una serie esplosiva di ramificate reazioni impreviste, ognuna peggiore della precedente» (p. 29). Esattamente. Come spiegava anche Ludwig von Mises, ogni intervento statale si autoalimenta, perché genera nuovi problemi ai quali si cerca di porre rimedio con ulteriori dosi di interventismo La tesi centrale di Taleb è che il nostro mondo moderno ci ha spesso danneggiato con politiche e marchingegni top-down, cioè imposti dall’alto, che Taleb definisce “illusioni sovietico-harvardiane”. Quasi tutto ciò che viene imposto dall’alto dà solo un’apparenza di sicurezza e di stabilità al sistema; in realtà lo rende più fragile, perché insieme alla giusta quantità di stress e di disordine elimina anche i micro-adattamenti spontanei dal basso. Noi ci illudiamo, scrive Taleb, che il mondo funzioni grazie a schemi preordinati, alla ricerca universitaria e alle sovvenzioni statali, ma ci sono prove convincenti, anzi estremamente convincenti, che le cose non stanno così. Come rappresentante della minoranza cristiana nel Vicino Oriente posso testimoniare che il commercio, e in particolare quello al dettaglio, è la porta della tolleranza È proprio la fragilità delle singole imprese, soggette al rischio del fallimento, che rende antifragile il sistema economico nel suo complesso. Se le singole imprese fossero robuste, cioè eterne e non soggette a fallimento come le burocrazie pubbliche, le imprese sussidiate o le banche salvate, il sistema economico sarebbe estremamente fragile, come l’esperienza del collasso del comunismo ha confermato. Ecco perché all’interno di un sistema le sue parti devono essere fragili, per permettere al suo insieme di non esserlo. Per la mente umana è quasi un paradosso che la Svizzera rappresenti, da un punto di vista economico, il paese più solido del mondo, e che lo sia da diversi secoli...Le caratteristiche del rischio di un sistema centralizzato sono diverse da quelle di una confederazione disordinata e guidata da singole municipalità. Nel lungo periodo il secondo tipo è più stabile grazie a una certa dose di volatilità. ...Occorre infatti tenere conto che un grande stato non si comporta affatto come un gigantesco comune, perché moltiplicando il numero dei membri di una comunità si otterranno dinamiche assai diverse. La differenza, spiega Taleb, è qualitativa: l’aumento del numero di persone in una certa comunità altera la qualità dei rapporti tra le parti. Il modo in cui le persone gestiscono gli affari locali è molto diverso da quello in cui affrontano immense e astratte spese pubbliche. Perché i sistemi centralizzati sono più fragili di quelli decentralizzati? Il motivo è che i sistemi che si sviluppano dal basso generano un gran numero di variazioni che possono fare paura, ma che tendono a controbilanciarsi tra loro nell’aggregato. Sono proprio tutte queste continue piccole variazioni che, pur in assenza di un controllo, generano l’informazione e le conoscenze che permettono al sistema di prosperare e di autocorreggersi senza troppi traumi. Al contrario, nei sistemi centralizzati si ha per la maggior parte del tempo stabilità, che può venire però interrotta da un’improvvisa catastrofe, perché gli errori qui hanno conseguenze serie. Il primo sistema fluttua, il secondo salta. Queste nozioni valgono in ogni campo, dalla biologia (si pensi a un bambino che, dopo aver passato del tempo in un ambiente sterilizzato, viene fatto uscire all’aperto), alla fisica (J. Maxwell, celebre per la formulazione della teoria elettromagnetica, elaborò una tesi scientifica che dimostra come controlli troppo rigidi si rivelino controproducenti e causino esplosioni), alla politica (si pensi al repentino e inaspettato crollo dell’impero sovietico), al diritto: «Il filosofo politico e giuridico italiano Bruno Leoni – scrive Taleb – ha sostenuto la robustezza del diritto basato sui giudici (per la sua mutevolezza) rispetto alle codificazioni rigide ed esplicite» (p. 111). Malgrado la scelta di un tribunale possa sembrare una lotteria, commenta Taleb, questo sistema aiuta a impedire errori su vasta scala. Lo stesso discorso vale ovviamente anche per l’economia. Taleb fa notare che nelle economie a pianificazione centrale, malgrado tutte le pretese di controllo, si sono verificate frequenti carestie di cibo, ben più numerose che nelle “anarchiche” economie di mercato: «La carestia che ha ucciso trenta milioni di cinesi tra il 1959 e il 1961 può illuminarci sugli effetti degli “sforzi immani” dello Stato» La guerra civile è meglio del totalitarismo: il caso del Libano. n conclusione della sua disamina politica ed economica, Taleb dà un giudizio molto negativo sullo stato moderno centralizzato e burocratizzato: «La storia dello Stato-nazione coincide con quella della concentrazione e dell’ingigantimento degli errori umani. La modernità inizia con il monopolio statale della violenza e termina con il monopolio statale dell’incoscienza finanziaria#/i# naturalmente l'ho ordinato seduta stante

 

  By: lmwillys on Lunedì 25 Agosto 2014 10:14

non so dove metterlo :-) proposta di un nuovo indice della miseria, al giorno d'oggi è il caso di cominciare a rivedere gli indicatori consueti che usiamo per capire come vanno le cose ... altro che 30 milioni di inattivi in più in 25 anni :-) http://www.oftwominds.com/blogaug14/misery-index8-14.html la civiltà del denaro http://www.theburningplatform.com/2014/08/18/this-is-your-recovery-and-this-is-your-recovery-without-drugs/

 

  By: DOTT JOSE on Martedì 19 Agosto 2014 17:54

Eccovela la ricetta nuova, da un ex rettore della Bocconi ... tanto per cambiare "possiamo uscire dalla crisi solo tagliando il salario agli operai e abbassare le tasse alle imprese" come al solito un calcio in c.u.lo al proletariato e regali ai padroni http://www.operaicontro.it/?p=9755722663

10 febbraio 1947 MATERIALI DI RESISTENZA STORICA GIORNO DEL RICORDO FOIBE dieci febbraio | MILLENOVECENTOQUARANTASETTE

 

  By: Bullfin on Venerdì 15 Agosto 2014 23:39

E no caro, sti cazzi, a me proprio non mi dici che mi merito Renzi. Io sono ANTIEUROPEISTA, ANTIPIDDINO CONCLAMATO E FEROCE PURE, SONO PER TUTTI COLORO CHE SOSTENGONO CHE L'EURO E L'EUROPA SIA UN MALE. Sicchè accostarmi a Renzi è come dire che Stalin era nazista. Per la cronaca ti ho fatto delle osservazioni sul tuo post, ma nota BENE, che quello che hai riportato (il succo del discorso) ti ho anche detto che lo condivido. Eh lo so difficile trovare su internet uno che ti contrasta ma che ti da ragione dove pensa che tu ce l'abbia. Solitamente sui forum sono tutti dischi rotti che ripetono all'infinito la tiritera e non cambiano opinione nemmeno davanti al fatto compiuto. Va beh buona serata.

FULTRA 10 MARZO 2020: Qui sotto la fotocopia dal vero "cialtrone medio italico" : Antitrader. Fatene una copia del pensiero per i posteri e quando tra 50 anni vorranno capire perchè l' talia sia finita miseramente

 

  By: Morphy on Venerdì 15 Agosto 2014 23:27

Bull io ho ripreso in particolare uno studio di Eric Brynjolfsson dell'MIT, questo Bagnai non so nemmeno chi sia. Che poi tra l'altro quanto ho scritto è solo un'ammonizione a non sottovalutare la distruzione di lavoro che genera la tecnologia. Cosa che solitamente gli economisti prendono sotto gamba in quanto tendono a pensare che i posti distrutti dalle tecnologie vengono presto rimpiazzati da nuovi lavori. Tra l'altro quando il vostro presidente del consiglio è andato su e si è messo a dire che la priorità per lui era la scuola, cavolo ho esclamato, finalmente uno che ha le idee chiare. Poi mi sono dovuto ricredere quando ho capito che pensava ai calcinacci e non al modello scolastico. Renzie... ve lo meritate tutto. morphy

– Ho imparato a non fare lotta con i maiali. Ti sporchi tutto e, soprattutto, ai maiali piace...

 

 

  By: Vaicru on Venerdì 15 Agosto 2014 18:56

Ma guarda come viene giù -1,41%

 

  By: Vaicru on Venerdì 15 Agosto 2014 17:30

tutti davanti al pc oggi, ferragosto, vedo.

 

  By: Bullfin on Venerdì 15 Agosto 2014 16:32

Il problema è un po' più complicato di quello che vi spiegano gli economisti. Oggi, per assurdo, hai più probabilità di vederci chiaro se non ha fatto studi di economia. A patto che tu abbia un certo tipo di cultura. Che gli economisti non abbiano le idee chiare e che non vogliano capire il mondo che cambia è anche comprensibile quando devi buttare alle ortiche gli studi sui quali hai sputato sangue. LA SCIENZA ECONOMICA OGNI GIORNO SI EVOLVE, SOLO CHI NON STUDIA NON LO SA. Il nucleo che è causa della crisi attuale è noto da parecchi anni e non è nemmeno un mistero. Esistono studi su studi. Si chiama "tecnologie informatiche". Questo tipo di tecnologia impatta violentemente sulla produttività (vedi figura) causandoci una serie di problemi. La miniaturizzazione di queste tecnologie è stata molto rapida e sembra quasi ci sia sfuggita di mano. NON SOLO, SE TU HAI POPOLAZIONE CHE INVECCHIA E SATUARAZIONE DEI CONSUMI CHE FAI? VAI ALLA RICERCA DI NUOVI MERCATI E NUOVI RENDIMENTI: LA GLOBALIZZAZIONE SERVE SOLO A QUELLO. ….Necessariamente abbiamo dovuto unificare i mercati, unificare le monete, unificare le politiche. E necessariamente dovremo unificare i protocolli e le contabilità. Quando tu hai macchine che lavorano come direbbe Crozza H24; o hai i mercati che ricevono oppure di ingrippi. Quando tu hai una struttura bancaria e dei mercati finanziari come quella attuale; o standardizzi le procedure oppure ti ingrippi. Quando hai strutture di questo tipo che hanno costi globali enormi; o hai monete stabili o ti ingrippi. INFATTI LE MONETE ASIATICHE SONO COME IL BURRO EPPURE LE ECONOMIE HANNO SFRUTTATO CIO’. ORA AVEVO MESSO UN POST CON 10 GRAFICI DI CAMBI ED OLTRE. OVVIAMENTE NESSUNO A LEGGERLI OPPURE LE SI LEGGE CON SUPERFICIALITA’ E POI GIU’ A RIEMPIRE I FORUM DI BANALITA’ DA PSEUDO-INFORMAT-ECONOMISTI DELLA DOMENICA. Se si guarda la figura che ho postato si vedono le due curve che dal 2000 cominciano a divergere in modo importante. La produttività (valore molto caro agli economisti perché indica ricchezza) cresce mentre la curva dell'occupazione cala. Si avete capito bene, non cresce meno: CALA. Ci sono due prof. del MIT (Brynjolfsson e McAfee) che sostengono che le tecnologie informatiche spiegano sia l'aumento della produttività sia il calo dell'occupazione. Questo però ci sta creando dei grossi problemi. VE NE SONO ANCHE ALTRI DI STUDI. RIFERIMENTO BAGNAI. A me spiace per la vecchia guardia che fa svolazzare il cartello anti Euro nei cieli italiani, purtroppo il problema è altrove e state prendendo lucciole per lanterne. O meglio cercate una soluzione ma siete ciechi e non la trovate. La divergenza che vi ho messo nella figura va a fare il paio con la divergenza che voi sbandierate sempre a vanvera tra l'Italia e la Germania (sulla produttività credo) e prendete l'euro come causa di ciò. Consideriamo anche che la Germania in questo processo ha messo a libro paga anche coloro i quali, da questo processo di ammodernamento, ne sarebbero usciti con le ossa rotte. Sono i mini-job e cioè quelli che io chiamo gli inoccupabili. PENSA TE BAGNAI CITA TANTI ALTRI STUDI SULLA PRODUTTIVITA’, MA TUTTI A CRITICARLO PURE SENZA LEGGERLO…INCREDIBILE!!!. Quando Beppe Grillo dice che i lavori che scompaiono non tornano dice una cosa assolutamente vera e andrebbe ascoltato. Non mi è particolarmente simpatico ma SU QUESTO ha ragione. SONO D’ACCORDO IN FONDO IL DISCORSO CHE FAI HA LA SUA FONDAMENTA. Comunque penso anche che crisi del tipo quella che stiamo passando non derivino unicamente da un singolo fattore e che ci debbano essere delle più cause che si sommano. La questione dei mutui a basso costo a tutti, per esempio, è stata una vera e propria mazzata che ci ha piegato sulle ginocchia. Cioè ha piegato sulle ginocchia l'occidente. PERSONALE OPINIONE PENSO NON SIA NEMMENO QUELLO IL PROBLEMA. SONO I MUTUI CHE NON DETERMINANO LA CRESCITA? DIREI DI NO. Allora alla fine del pistolotto la mia proposta è che se dobbiamo tirare fuori la pila e fare investimenti lo dobbiamo fare per un nuovo tipo di economia cioè quella che probabilmente verrà. Dobbiamo investire prima i tutto sull'economia leggera. E si ritorna sempre alla questione "scuola". ECCO QUI RITORNIAMO ALLE SESQUIPEDALI CAZ ZATE. ABBIAMO ORDE DI LAUREATI CHE VANNO FUORI DALL’ITALIA. OGGI SE METTI LA LAUREA (SUCCESSO A ME) NON TI PRENDONO NEANCHE MORTO (AL MAX PER UN PERIODO PER SUCCHIARTI LE CONOSCENZE POI TIRANO AVANTI CON IL DIPLOMATO). OGGI ANCHE I CONTROLLER LI CHIEDONO CON IL DIPLOMA!!!???? :(. CERTO è CHE SE TU VUOI UN LAUREATO SPECIALISTICO CON MASTER E CON ESPERIENZA TRIENNALE A 25 ANNI, VIVI NEI PAESE DEI BALOCCHI. PUNTO. Tra l'altro vi ricordo che la Cina (quella che fabbrica le ciabatte) sta sfornando più matematici di tutto l'occidente messo assieme. Ciò significa che questi avranno gli occhi stretti ma ci vedono più di noi. La mia paura o meglio il mio dubbio è che in Italia se riesci a trovare 300 miliardi da spendere sicuramente vedremo riaprirsi i cantieri del cemento, ponti, autostrade inutili e così via. Per cui è vero che per fare gli investimenti occorrono "banalmente" i soldi ma se li cacci nel cesso banalmente rimani peggio di prima. Tra la vecchia leva, cioè i ladri cementificatori, e la nuova leva, cioè quelli del complotto monetario, mi sembra manchino i pragmatici. SI OVVERO QUELLI CHE SPARANO FESSERIE SUI FORUM….VA BEH CIAO.

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  By: Morphy on Venerdì 15 Agosto 2014 16:29

Giovanni non è che devi pensare all'automazione solo messa sulle linee industriali di produzione. Mi riferisco all'automazione che potrà essere applicata in genere. Se tu guardi le banche, pensi sia una cretinata pensare che fra 5 anni non esistano più nemmeno gli sportelli? Questa si chiama automazione. Poi ci sono i sistemi detti "esperti". Quando tu compri qualcosa su un sito chi ti manda le mail di conferma sugli stati di avanzamento consegna? Gli uomini? No le macchine. Ed è così già per alcuni servizi informativi via telefono. Se vedi poi gli esperimenti sulla guida automatica non sono una stramberia ma sono già ad uno stato avanzato. Quello che vedo è che c'è un'industria che corre e una politica che è ferma. Troppo ferma rispetto al nuovo che avanza. Troppe idee vecchie. C'è poca voglia di rischiare sulle idee veramente nuove e alla fine non cambia mai nulla. morphy

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  By: Bullfin on Venerdì 15 Agosto 2014 16:05

Il problema è un po' più complicato di quello che vi spiegano gli economisti. Oggi, per assurdo, hai più probabilità di vederci chiaro se non ha fatto studi di economia. A patto che tu abbia un certo tipo di cultura. Che competenze hai per affermare cio'....NESSUNA...va la pensa ai TS che la almeno sei competente.

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  By: Giovanni-bg on Venerdì 15 Agosto 2014 15:59

Morphy attenzione però che ci sono molti settori specie quelli della produzione che non si possono totalmente automatizzare. I servizi sono più facili da automatizzare. Nel caso dei prodotti che faccio io per esempio (meccanica) nonostante ci siano da anni robot e macchine CNC oltre un certo livello non ce n'è non si riesce ad andare tecnicamente perchè non si possono prevedere a priori tutte le variabili che possono incorrere in un processo produttivo. Nel mio settore ad esempio se 100 è l'automatizzazione totale tecnicamente si può arrivare a 40 al massimo Ma 40 non è il livello più efficiente perchè automatizzare a 40 ancora non conviene economicamente per cui ci si ferma 30 - 35 Macchine e robot che hanno avuto uno sviluppo pazzesco negli anni 80 e 90 in cui si è passati dalle schede perforate anni 70 ai sistemi di lettura ottica automatica del pezzo in 3D è da circa 10 anni che sono fermi. Non ci sono innovazioni di rilievo. Nada de nada. Un CNC oggi è sostanzialmente poco differente da quello che si faceva 10 anni fa e i costi sono circa i medesimi. Neanche i costi scendono più. Forse la cosa più innovativa che è uscita sono le stampanti al plasma in 3D ma hanno settori di applicazione molto molto limitati perchè i materiali che riescono a produrre sono pochi e i costi sono ancora totalmente non convenienti per produzioni di largo consumo. Ci puoi fare alcuni particolari pezzi dell'F35 come fanno a Cameri ma sicuramente non i ricambi per la Golf. Ci sono poi settori che è ancor peggio. Per esempio non si è ancora riusciti a fare una macchina che produce interamente una scarpa. Ci sono macchine che fanno in automatico delle fasi molto parziali e basta. E guardi quante scarpe si vendono nel mondo e come sostanzialmente è semplice un scarpa.

 

  By: Moderatore on Venerdì 15 Agosto 2014 15:45

Gianlini, se vuoi la versione sofisticata del discorso puoi leggerti come raccomandato tante volte tutta l'elaborazione di Maurice Allais, l'economista appena deceduto, unico premio Nobel per l'economia francese, su cui si basa la Santa Marina LePen (^"Maurice Allais : Les effets destructeurs de la Mondialisation"#http://www.les-crises.fr/allais-les-effets-destructeurs/^) oppure anche tanti altri, come l'economista del lavoro di Harvard più noto, ora in ^"Immigration Economics" – May 12, 2014 by George J. Borjas#http://www.amazon.com/Immigration-Economics-George-J-Borjas/dp/0674049772/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1406635870&sr=8-1&keywords=immigration+economics^ che in modo molto cauto, perchè ad Harvard si sa che sono molto progressisti, illuminati e liberisti, ma alla fine dice che l'immigrazione ha come effetto di far arricchire una piccola minoranza e impoverire la stragrande maggioranza in America E' molto semplice. Se tu aumenti di milioni e milioni di persone "l'offerta di lavoro" il costo del lavoro sai cosa fa ? DIMINUISCE !!!! e se il prezzo o costo o remunerazione del lavoro si riduce, e si riduce di molto, cosa aumenta invece ? Prova a indovinare... la remunerazione del capitale o ricchezza, in diverse forme. Giusto ? Grosso modo la gente o vive del proprio lavoro o della ricchezza, che viene investita o prestata o forme equivalenti di ricchezza come avere della terra. C'è chi ha il lavoro da fornire per campare e chi ha invece capitale, che può essere capitale produttivo cioè aprire un azienda e questo in Italia ora non da molti risultati. Oppure #F_START# size=6 color=black #F_MID#rendita#F_END# cioè avere un terreno che diventa area fabbricabile (che funziona sempre) o avere fondi, azioni di multinazionali e paesi emergenti e bonds di paesi strangolati per pagare i creditori come la Grecia o l'Italia in portafoglio... (o essere top manager di Unicredit o Fiat e incassare 20 milioni in stock options grazie a sussidi statali, "inversione fiscale" in Olanda e delocalizzazione in Asia) Non si sta mica dicendo che tutti ci rimettono, anzi, è solo la maggioranza che ci rimette, quella che votando alle elezioni determina con il suo voto quale partito forma il governo.... [Una cosa è sicura però: la tecnologia in quanto tale non c'entra assolutamente niente]

 

  By: Morphy on Venerdì 15 Agosto 2014 15:34

Il problema è un po' più complicato di quello che vi spiegano gli economisti. Oggi, per assurdo, hai più probabilità di vederci chiaro se non ha fatto studi di economia. A patto che tu abbia un certo tipo di cultura. Che gli economisti non abbiano le idee chiare e che non vogliano capire il mondo che cambia è anche comprensibile quando devi buttare alle ortiche gli studi sui quali hai sputato sangue. Il nucleo che è causa della crisi attuale è noto da parecchi anni e non è nemmeno un mistero. Esistono studi su studi. Si chiama "tecnologie informatiche". Questo tipo di tecnologia impatta violentemente sulla produttività (vedi figura) causandoci una serie di problemi. La miniaturizzazione di queste tecnologie è stata molto rapida e sembra quasi ci sia sfuggita di mano. Se non concentriamo i nostri sforzi per comprendere a pieno questo fenomeno e non ci si muove nella direzione per risolvere i suoi effetti secondari che sono deleteri poi si arriva al disagio sociale. Le industri che operano nel settore delle tecnologie sono molto aggressive e viaggiano spedite ed è per questo che la politica deve viaggiare in modo altrettanto spedito. Se pensiamo alla tecnologia subito la nostra mente va alla Microsoft, Google, STM, Intel... e pensiamo che queste siano le aziende che più rapidamente delle altre adottano moderne tecnologie. Questo è vero ma fino ad un certo punto. Nel senso che c'è un altro settore che è molto reattivo ad adottare le tecnologie (anzi il più reattivo): ed è la finanza. La struttura tecnologica delle banche è semplicemente impressionante. Struttura che viene messa a disposizione dell'economia. Per questo noi paghiamo le banche. Queste strutture hanno un costo molto elevato e non possiamo pretendere di poterle utilizzare gratuitamente come facciamo con youporn o whatsapp. Necessariamente abbiamo dovuto unificare i mercati, unificare le monete, unificare le politiche. E necessariamente dovremo unificare i protocolli e le contabilità. Quando tu hai macchine che lavorano come direbbe Crozza H24; o hai i mercati che ricevono oppure di ingrippi. Quando tu hai una struttura bancaria e dei mercati finanziari come quella attuale; o standardizzi le procedure oppure ti ingrippi. Quando hai strutture di questo tipo che hanno costi globali enormi; o hai monete stabili o ti ingrippi. Non è che ingripparsi sia vietato o poco onorevole. E' che la gente rompe il caz.zo e vuole consumare e allora dobbiamo crescere e produrre a BASSO costo. Se si guarda la figura che ho postato si vedono le due curve che dal 2000 cominciano a divergere in modo importante. La produttività (valore molto caro agli economisti perché indica ricchezza) cresce mentre la curva dell'occupazione cala. Si avete capito bene, non cresce meno: CALA. Ci sono due prof. del MIT (Brynjolfsson e McAfee) che sostengono che le tecnologie informatiche spiegano sia l'aumento della produttività sia il calo dell'occupazione. Questo però ci sta creando dei grossi problemi. A me spiace per la vecchia guardia che fa svolazzare il cartello anti Euro nei cieli italiani, purtroppo il problema è altrove e state prendendo lucciole per lanterne. O meglio cercate una soluzione ma siete ciechi e non la trovate. La divergenza che vi ho messo nella figura va a fare il paio con la divergenza che voi sbandierate sempre a vanvera tra l'Italia e la Germania (sulla produttività credo) e prendete l'euro come causa di ciò. Consideriamo anche che la Germania in questo processo ha messo a libro paga anche coloro i quali, da questo processo di ammodernamento, ne sarebbero usciti con le ossa rotte. Sono i mini-job e cioè quelli che io chiamo gli inoccupabili. Quando Beppe Grillo dice che i lavori che scompaiono non tornano dice una cosa assolutamente vera e andrebbe ascoltato. Non mi è particolarmente simpatico ma SU QUESTO ha ragione. La problematica principale è che il processo innovativo è in fase acceleratoria. Cioè GROSSI CAZ.ZI. Il totale abbattimento dei costi dei sensori (oggi te li tirano addosso) permette di infilare automazione anche in linee di prodotti per "piccoli" mercati. Se tutta la baracca tiene, se cioè i pazzi del mondo non schiacciano i bottoni rossi e ci bruciano, entro 10 anni la questione della delocalizzazione potrebbe essere un fenomeno da museo (con buona pace dei complottisti). Comunque penso anche che crisi del tipo quella che stiamo passando non derivino unicamente da un singolo fattore e che ci debbano essere delle più cause che si sommano. La questione dei mutui a basso costo a tutti, per esempio, è stata una vera e propria mazzata che ci ha piegato sulle ginocchia. Cioè ha piegato sulle ginocchia l'occidente. Allora alla fine del pistolotto la mia proposta è che se dobbiamo tirare fuori la pila e fare investimenti lo dobbiamo fare per un nuovo tipo di economia cioè quella che probabilmente verrà. Dobbiamo investire prima i tutto sull'economia leggera. E si ritorna sempre alla questione "scuola". Tra l'altro vi ricordo che la Cina (quella che fabbrica le ciabatte) sta sfornando più matematici di tutto l'occidente messo assieme. Ciò significa che questi avranno gli occhi stretti ma ci vedono più di noi. La mia paura o meglio il mio dubbio è che in Italia se riesci a trovare 300 miliardi da spendere sicuramente vedremo riaprirsi i cantieri del cemento, ponti, autostrade inutili e così via. Per cui è vero che per fare gli investimenti occorrono "banalmente" i soldi ma se li cacci nel cesso banalmente rimani peggio di prima. Tra la vecchia leva, cioè i ladri cementificatori, e la nuova leva, cioè quelli del complotto monetario, mi sembra manchino i pragmatici. Sono sempre i soliti due discorsi che si fanno. Mai nulla di nuovo sotto il sole. morphy

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  By: Bullfin on Venerdì 15 Agosto 2014 12:46

in ogni caso nessuno mi ha risposto su come il capitalismo potrebbe sopravvivere in una situazione di popolazione stabile e gradulamente invecchiante, cioè senza una continua apertura di nuovi mercati esterni Gianlini, l'hai detto proprio tu. Oserei dire perfetto!

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  By: pana on Venerdì 15 Agosto 2014 11:54

e perche mai il capitalismo dovrebbe sopravvivere? cosi come e' nato morira nulla dura per sempre

Russian Forces Storm U.S. Military Base In Niger; Pentagon Confirms Big Move Of Putin's Men - YouTube