Migliori Post del Forum: Cobraf

Schianteremo fino a metà luglio - vssvpm2  

  By: vssvpm2 on Giovedì 20 Giugno 2002 00:19

Il motivo sta nelle chiusure anticipate del ciclo di lungo. Il nasdaq farà minimo un poco prima. Noi arriveremo a 18800 - 18500 circa di mibtel. Il mio unico problema sta nella misurazione temporale. Tutto troppo anticipato, in pratica vi sto dicendo che avremo un minimo a luglio contro la statistica che lo vorrebbe tra settembre e ottobre. In realtà questo mi quadra poco. Come dire che prima di rialzare con forza da li in poi potrebbe darci indietro il tempo rubato dalle anomalie cicliche di quest'anno (veramente enormi, mai viste). Se lo farà e in che modo lo appureremo a suo tempo. Per ora ogni rimbalzo è da vendere. Attenti alle ripartenze anomale dei cicli di breve. Se non ne avremo (quest'anno sono un incubo costante) massimo il 25 giugno + o - e poi rottura dei minimi. Se sarà inferiore a quello dell'11 giugno per me avremo un crollo già da li, altrimenti più in la di una settimana. Se addirittura la pressione ribassista è tale da avere subito un crollo, short di posizione subito da tenere. Sulle valute tenterei un long sull' euro /yen di posizione. Ciao a tutti e buon trading. PS1: se mi sbaglio o se intervengono delle correzioni sulla proiezione ciclica da effettuare di giorno in giorno non prometto di postarle qui. PS2: esprimo un ringraziamento a tutti coloro che mi hanno scritto e mi scuso se a molti non ho risposto, ma il tempo che ho a disposizione è veramente pochissimo. PS3: attenzione alle scadenze di venerdì. Li di solito partono cicli in direzione contraria dopo una accenno in direzione attesa.... uomo avvisato...

mentalità short ma flessibile. - beppe  

  By: beppe on Martedì 18 Giugno 2002 04:58

G.z.,la sfido a un gioco. Proviamo anche ad assorbire certi concetti espressi da FORTUNE. Lei tira in ballo Fortune che critica "il sistema" per usare fortune stesso da contrarian. Io a dire la verità invece stò cambiando opinione proprio in questi giorni in merito al medio termine (sul lungo,leggasi guerra, non ho mai cambiato: short). Partendo infatti dal concetto (postulato si dice...) che "il sistema non è perfetto" io vedo: 1)un mercato in trend discendente 1a) un mercato che ha già "girato a sud" 2)pieno di tante ferite come MAI nella sua storia 3) la possibilità concreta che un lungo ciclo che porterà il DJ a 8000 è MOLTO probabile in effetti 4) la SICUREZZA inoltre di una guerra a SADDAM agisce come put perchè ci vorranno MOLTE risorse per condurre una cosa del genere 5)Ad occhio e croce sembra che ci vorranno altri 3 anni ma quello che dicono usemlab, banshee, funes etc etc etc sia PROBABILE. 6) GLi usa possono fare solamente DUE cosE: CROLLARE PIù LENTAMENTE OPPURE CROLLARE DA PIù IN ALTO. 7) grennspan ha scelto già da tempo: si crolla da più in alto che si pùò. Questo modo di ragionare porta al seguente "modus operandi": Long su ogni rimbalzo MA SHORT come impostazione mentale. portafoglio conservativo, poco azionario. Chissà, magari nel 2007/9 saremo tutti nella ***** con l'inflazione al 9%... Forse la guerra all'iraq non avrà ESATTAMENTE gli esiti ottimistici auspicati oggi. Forse la Russia e la Cina si "apriranno" più lentamente del previsto. La stessa europa va piano. Detto questo LEi sa che nel breve io sono SEMPRE d'accordo con LEI e massimo peppe: appena potrà, il mercato tirerà un altro colpo di coda e giù botte allo short. Lei s ricorda quando dopo natale parlavamo di banda 9200 - 10500??? Si ricorda di quella sua riflessione? un RAPIDO SGUARDO al grafico qui sotto fa CAPIRE che le possibilità che la banda venga perforata salendo SONO REMOTE causa: assenza dei PRESUPPOSTI. Beppe che ne dice di: SISTEMA IMPERFETTO, ferito (linee rosse), che fa i rimbalzi del pesce morto (tanto per citare gliamici di cobraf)?

FALLIMENTO DEL SISTEMA- dice Fortune - Gzibordi  

  By: GZ on Martedì 18 Giugno 2002 02:40

c'è un lungo articolo che domina "Fortune" di questa settimana intitolato "Systemic Failure" ovvero "fallimento del sistema" (inteso come il sistema di Wall Street e della finanza). Inizia citando il CEO di Goldman Sachs che dice che ogni volta che apre il giornale gli viene voglia di piangere leggenddo di tutti i pasticci, inchieste, processi e scandali. Continua facendo paragoni con la bolla dei tulipani olandesi del 1700 dopo la quale per 100 anni fu vietato creare società per azioni di qualunque genere. Insiste sul fatto che tutto il sistema è in crisi. E' corredato dgli altri articoli di questa settimana che (vedi qui sotto in rosso) si intitolano (tradotti): " I COLLETI BIANCHI CRIMINALI: QUELLO CHE è TROPPO E' TROPPO" "ALLA RICERCA DELL'ULTIMO ANALISTA ONESTO" " LA TRUFFA DELLA PAGA DEGLI AMMINISTRATORI DELEGATI" "POTREMO MAI AVERE PIU' FIDUCIA IN WALL STREET " ? Si tratta del Manifesto o dell'Unità ? No, della rivista di borsa e business più nota di America. Chi ragiona in termini di Sentiment e vede il mercato come meccanismo che "anticipa" i trend reali avrebbe qua un classico segnale da manuale. Peccato non averla letta questo weekend sennò caricavo di più. Edited by - gzibordi on 6/18/2002 0:44:23

Pena Di Morte Per Arthur Andersen - Gzibordi  

  By: GZ on Martedì 18 Giugno 2002 00:57

non si capisce perchè nessun noti che 26 mila persone che lavoravano per Arthur Andersen hanno dovuto cercare un altro lavoro e una delle maggiori società di servizi di consulenza sia stata distrutta sulla base di una infrazione tecnica secondaria. Come risultato del processo intentato dal dipartimento di giustizia Usa contro l'intera società di revisione, essendo riusciti alla fine a ottenere un verdetto di colpevolezza di "ostruzione della giustizia" su un aspetto secondario di tutta la faccenda la pena di morte è stata applicata Per Arthur Andersen che è stata chiusa. Il governo USA invece di cercare la responsabili del caso Enron si è scatenato contro l'intera società di revisione. Nessun giornale sembra interessarsi al fatto che in realtà la condanna verte su un dettaglio tecnico se si legge bene la sentenza e che alla fine per una complicità o errore di 2 o 3 capi di Arthur Andersen 26 mila persone hanno perso il posto e tutte le società americane del settore sono nel terrore di fare la stessa fine. Il 99% dei contabili e partner di Arthur Andersen non centrava niente con Enron ma il governo aizzato dai media ha voluto distruggere la società lo stesso. Nel giro di qualche mese una società delle dimensioni di Telecom Italia è stata azzerata (Enron) e una delle maggiori società di consulenza del mondo, Andersen, è stato distrutta, sono state aperte decine di inchieste su società di tutti i generi sono finiti in carcere CEO come quello di Imclone che in Italia per una cosa del genere farebbero due risate. Se leggi la stampa ora parlano tutti di "Tangentopoli di wall street". Arrivano quando è tutto finito e l'onda è partita già nella direzione opposta. A Enron i politici americani fanno ora demagogia sui dipendenti che "sono stati costretti a comprare i titoli" e "...sono stati rovinati..." In realtà potevano comprare quello che volevano come fondi e azioni. L'unico motivo per cui avevano molti soldi in titoli Enron era che come in tutte le società americane l'azienda per ogni dollaro che investi in azioni ti offre azioni della società per cui lavori ("matching" si chiama). Dato che il titolo Enron in borsa era salito di 10 o 20 volte tutti alla fine avevano un grosso valore in azioni Enron. Il trend è già arrivato all'estremo opposto, si sono sintomi di caccia alle streghe e la stampa ci arriva ora. vedi qui ad esempio oggi --------------- da Repubblica; Turani ------------------- Ma, come se tutto ciò non bastasse, adesso bisogna anche fare bi conti con il risparmiatore furioso. I risparmiatori sono neri per via del fatto che in questi ultimi due anni hanno perso moltissimi soldi. Ma da qualche mese sono doppiamente furiosi perché hanno scoperto che molte delle società sulle quali hanno messo i loro denari (perdendone una buona parte) erano poi in combutta con analisti disonesti, con banche compiacenti e erano guidate da amministratori molto disinvolti. Insomma, al di là dei guai dell'economia reale, molti risparmiatori hanno maturato la convinzione che in questi anni a Wall Street (e altrove) abbia dominato una sorta di enorme associazione a delinquere. I cui membri, ovviamente, hanno fatto i soldi a miliardi, scaricando poi le mele marce dei loro pasticci sulla testa (e sul portafoglio) proprio dei risparmiatori. Risparmiatori che oggi, ovviamente, sono pronti a fare fuoco con fucili da caccia grossa a chiunque vada da loro a proporre l'acquisto anche di una sola azione. Insomma, il mercato è in guai seri, ma, come se non bastasse, per strada ha perso anche il suo popolo, i risparmiatori. E quindi, giorno dopo giorno, frana. In attesa di non si sa bene che cosa. (lunedì 17 giugno) Edited by - gzibordi on 6/17/2002 23:36:55

L'indicatore Migliore: Margin Call - gianlini  

  By: gianlini on Lunedì 17 Giugno 2002 13:34

Stock: Dow Jones, S&P 500, Yen

Per i bottom l'indicatore in assoluto migliore (accuratezza del 100 %: è sempre matematico sul minimo) è il margin call. Utilizzato con spregiudicatezza criminale dalle "istituzioni" italiane. A Londra i margini sono stabiliti per contratto e indicati con valori precisi al dollaro in ogni comunicazione con il cliente. In Italia non si riesce MAI ad avere un numero certo e ci si limita ad indicazioni del tipo : tre volte il margine di garanzia applicato dalla cassa di compensazione, il 15 % del valore del contratto, ed amenità del genere. Sui bottom scatta automatica la chiamata: non ci sono i margini, in questi casi la cassa triplica i margini, adesso non possiamo fare i conti, ma solo domani alle 12 !! per il momento chiudiamo la posizione poi magari domani vediamo. LADRI!!! Questa è la realtà. A settembre si sono presi 200 milioni, venerdì ci hanno tentato nuovamente (ho indicato in diretta il momento della chiamata). Non sto parlando della stessa istituzione naturalmente, è proprio un COSTUME! Scandaloso. Ragazzi, venerdì era il minimo.

DAX a 2.800 (dai 4.400) - gzibordi  

  By: GZ on Venerdì 14 Giugno 2002 19:45

Stock: Cac 40, DAX index

Ho appena sentito cosa dice Chris Locke, un analista elliottiano che è diventato la star dei canali finanziari per essere stato orso in modo chiaro e deciso su tutti i punti cruciali del mercato (ha sbagliato solo un poco sottovalutando il rimbalzo di ottobre-febbraio). Era interessante sentire se questa rottura lo "accontenta" o lo imbaldanzisce, sia in termini psicologici che di analisi Come tutti gli elliottiano che ho visto da quando gli indici di borsa hanno fallito in marzo il rimbalzo insiste che è iniziata l'onda "5" per cui tutto il ribasso pesantissimo del 2001 non è altro che un onda a cui deve seguirne un altra quasi altrettanto pesante. Quindi per il DAX ad es diceva oggi che l'onda numero 5 che è partita ne deve spazzare via un altro 30% di valore e arrivare a 2.800. Applicato al Mibtel lo schema dai 20.700 attuali lo proietta in giù a 14.000 circa. In termini logici hanno ragione, il punto in cui è ora il mercato implica che il proseguimento della tendenza attuale deve risultare in un calo drammatico e i grafici presi a se suggeriscono questo (ovviamente se ci si affida al grafico a preferenza di altri input cosa che non tutti facciamo) Per cui è veramente un punto importante

NOKIA - gzibordi  

  By: GZ on Martedì 11 Giugno 2002 16:43

commento molto acuto mi sembra: da un parte i VOLUMI di cellulari venduti da Nokia sono aumentati del 10% e la quota di mercato resta al 38% che è buono. Dall'altra i prezzi stanno calando e ha perso un poco di quota. Ma gli utili sono stati confermati perchè è riuscito a ridurre i costi e questo non se lo aspettavano gli analisti tutti impegnati a lamentarsi del fatto che la sua quota di mercato sta calando. Quindi i volumi ci sono ancora e ci sono dati anche sul versante americano da Verizon ad es che mostrano che a differenza dei computer i cellulari crescono ancora Dato che Nokia era attaccata da tutti gli analisti nei prossimi due giorni può avere una ricopertura dei ribassisti che si erano ammassati a spingere giù il titolo. Poi però (credo giovedì) arriveranno i dati delle vendite di maggio e quelli possono essere peggiori per cui ci sono due giorni di tempo per il rimbalzo --------------Tero Kuittinen-------------------- Nokia announced the mid-quarter update – and it went smack across the market consensus on volumes. The most distinguished banks in business have spent the last three weeks crafting elaborate, impressively professional-looking research reports on how Nokia’s market share is tanking. Yeah, right. It was a real smooth move to use Amazon.com data for global forecasting. In reality, the phone volumes are up by a big 10% year-on-year. The market share probably rose to 38%. The surprise in the report was the vehemence of Nokia’s new price war strategy -- the revenue guidance went out the window as the average sales price of phones crashed by 10 euros in three months. But unlike Intel, Nokia did not fight the price war at the cost of profitability –- margins remain above 20%. That was the shocker -- the ability to push production costs down as much as needed for an outright price war. This is what markets have refused to believe –- that Nokia is a better manager of costs than Intel. That explains the initial reaction. The telecom rebound of this week remains just about on track as the chip companies and operators react to that 10% phone volume increase. On top of that, the Nextel confirmation comes smack on top of the Verizon confirm, propping up the operators further. But this is a really, really fragile move we have here. I think the short squeeze that has been slowly starting may finally get some traction today –- but it could evaporate just as soon as the previous meaningful telecom bounce (which was about 4 days). By Thursday, my view on the telecom move is going to expire -- I don't see anything good coming from the May retail info. Let's hope we get even that far. ------------------------------------------- ----------- breakingviews ------------- Nokia, the world’s leading mobile phone group, delivered its scheduled mid-quarter update on Tuesday. The Finnish company predicted its second-quarter net sales would fall by between 2% and 6% year on year to between E6.9bn and E7.2bn. This compares with its earlier guidance of 2% to 7% growth. The mobile phone unit is now expected to grow sales by between zero and 4%, instead of the previously stated 5% to 10%. Nokia Networks sales are expected to fall by 20% to 25%, compared with earlier guidance of a drop of between 5% and 10%. Despite these revisions, Nokia is sticking with its earlier forecast of pro-forma earnings per share – between E0.18 and EUR0.20 on a diluted basis. “Nokia Mobile Phones pro forma operating margins are expected to be above 20%, demonstrating Nokia's ongoing strong product competitiveness in this market," the group said in a statement.

Il pericolo della deflazione è passato - gzibordi  

  By: GZ on Venerdì 07 Giugno 2002 21:39

Se un pensa che le fondamenta dell'economia sono solide i crac li interpreta in un modo (sono occasioni) Se un pensa che le fondamenta dell'economia siano marce i crac li interpreta nel modo esattamente opposto (sono frana inevitabile che accellera) Per un paio di anni si è parlato di pericoli di deflazione: in giappone c'è, con i prezzi che calano ogni anno, nel resto del mondo calo di domanda (con l'eccezione dei consumatori usa), recessione nel 2001, tassi di interesse bassissimi, oro e materie prime sui minimi del decennio... Ora che il dollaro scende e l'oro sale si parla di pericoli di inflazione e di rialzo dei tassi Bisogna decidersi. Qual'è il pericolo ? non ci possono sempre essere dei pericoli e ogni due anni diversi. David Malpass qua sotto argomenta che intanto il pericolo della deflazione non c'è più, come dimostrato dal rialzo dell'oro e dal ribasso del dollaro Inoltre in america la disoccupazione è arrivata a un massimo del 6% e ora sta già scendendo (oggi è uscito 5.8%). Due anni fa era scesa al 4.2% Un paese in cui la disoccupazione oscilla tra 4% e 6% ha risolto molti problemi no ? 10 o 20 anni fa sarebbe sembrato qualcosa di irragiungibile. Quindi hai superato i pericoli della deflazione stile giappone e hai un economia che funziona, dove in recessione la disoccupazione sale al 6% massimo I pasticci di Enron, Arthur Andersen, Dynegy, Adelphia, Tyco... spingono in basso le borse, ma poi c'è l'economia reale che resta dal WSJ di oggi David Malpass chief global economist at Bear Stearns First came Enron, then Arthur Andersen, now Dynegy, Adelphia and Tyco. Is it any wonder that Wall Street is in a sour mood? Given the poor performance of equities, it's easy to jump to the conclusion that the economy is fragile. Some think we're walking a tightrope -- risking a weak dollar and inflation if monetary and fiscal stimulus continue, and a double dip into recession if they are withdrawn. In reality, the likelihood is that the U.S. has entered a broad, durable economic sweet spot, not a fragile interim. The economic recovery shouldn't be all that sensitive to interest rates, mortgage rates, business confidence or the foreign demand for U.S. assets. Growth is being driven by other, more powerful factors: the welcome exit from the deflationary macroeconomic policies of the late 1990s, and the proven flexibility and entrepreneurism of the labor force, which have added immensely to our earning potential. Sigh of Relief The recovery should also be sustainable over a wide range of values for the U.S. dollar. Clearly, a return to the ever-strengthening dollar policy of the 1990s would be harmful, as would the acceptance of an ever-weakening dollar. But this leaves open a wide range of acceptable values for the dollar given its very strong starting point. I think an explicit "strong and stable" dollar policy would be the most pro-growth, but other formulations will also promote economic recovery as long as they don't permit a new trend, strong or weak, in the dollar's value. The recent rise in the price of gold and the dollar's "weakness" against other currencies is actually a central part of the bullish case for the U.S. The low price of gold in the late 1990s and the dollar's appreciation against other currencies indicated a shortage of liquidity, a scarcity of dollars. The recent moves in the dollar's value are an almost audible sigh of relief that the deflationary forces have abated. Something similar happened in July 1982: Gold rose sharply when Fed Chairman Paul Volcker loosened his disinflationary monetary policy. Within a month, equities had begun a strong rally, knowing that this was relief from deflation, not an inflation threat. With the dollar still very strong today, we are likely to see a low inflation environment for years to come, a key component of the economic sweet spot. Best of all, our current recovery is global in nature. Europe should begin to bounce back soon. And Japan is finally breaking out of its deflation spiral, with the Bank of Japan printing huge quantities of yen and the yen price of gold, commodities, and wholesale goods rising. I expect Japan to begin adding to world GDP in 2003, a major improvement from the 1990s. Many emerging markets will also benefit, helping reverse some of the polarization of the world economy that so marred the past decade. Business leaders and the equity market are having trouble seeing the recovery because they are reeling from two blows -- the unaccustomed nature of the deflationary pressures at work and a welter of microeconomic problems including sweeping litigation threats, accounting mistakes, bankruptcies, security costs, insurance issues and Washington's protectionism. The damage from currency weakness and inflation is well known. In contrast, sustained currency strength -- as the U.S. experienced in the 1990s with the 30% increase in the dollar's value after the December 1996 change in monetary policy imbedded in Alan Greenspan's "irrational exuberance" speech -- is rare and has almost always led to deep, prolonged recessions. Since the world left the gold standard in 1971, only Japan and the U.S., among major industrial countries, have gone through massive currency strength. Japan's deflationary episode lasted from 1985 through 2001, with the results evident in a decade-long stagnation. The U.S.'s deflationary episode lasted from 1997 to 2001, culminating in an actual decline in the GDP deflator, the broadest measure of prices, in the fourth quarter of 2001, the first in 50 years. Fortunately, the economy is likely to emerge in relatively good condition. First, deflation stopped deepening soon after Sept. 11. The Fed added liquidity and finally let real interest rates fall. The price of gold and commodities began to recover some of their losses, making clear the improvement in monetary policy. Gone almost overnight were the recessionary policies of the late 1990s -- high real interest rates, heavy taxes on the private sector to pay off the national debt, and the U.S. encouragement of the OPEC cartel and its $30-per-barrel oil. Second, the economy and labor force have proven their flexibility and resilience. Productivity growth strengthened in the 1990s and stayed strong in the recession, suggesting that the average U.S. growth rate over the next decade will be well above historical norms. Worries about the consumer's balance sheet have proved false, with evidence that the personal savings rate was much higher than government statistics showed and that delinquencies in this recession stayed well below expected levels. Overlooked in the current gloom is the structural improvement in the U.S. unemployment rate in the 1980s and 1990s. If the U.S. unemployment "floor" is indeed 4%-6% rather than the 6%-8% predicted by the Phillips Curve, then the lifetime earnings of U.S. workers is trillions of dollars more than earlier estimates. The U.S. has a growing labor force employed mostly in private-sector, flexible jobs. This has massive positive implications for the U.S. and for the wide and widening U.S. advantage over Europe, which has a shrinking labor force employed mostly in government and unionized jobs. Bears argue that the 4% unemployment rate of the late 1990s was an aberration. I don't think so. The big obstacles to low U.S. unemployment in earlier decades were the inflation and rising tax rates of the 1970s, the false economic theory that low unemployment was inflationary, the now-redesigned welfare system, and inflexibility in the workplace. These barriers are gone, and it's hard to defend a "jobless recovery" theory. No Lasting Damage Paul Krugman's June 4 New York Times diatribe asked "who will save the malfunctioning corporation called the U.S.A.?" The answer is clear enough: better macroeconomic policy, labor flexibility, very low inventories, and the intense focus on corporate malfeasance we have seen in recent months. In short, the likelihood is that macroeconomic mistakes in the late 1990s which caused the boom and bust have been corrected. The microeconomic aftershocks, while serious, are passing quickly, and are not likely to cause lasting damage to the U.S. economy's ability to create prosperity.

Sintesi della storia di Intel- RFMD - gzibordi  

  By: GZ on Venerdì 07 Giugno 2002 17:37

questo è il commento migliore che vedo sulla situazione creatasi ieri sera con l'annuncio di Intel (doppiato oggi con un annuncio di RFMD) in sostanza perchè il nasdaq non era crollato sui minimi di settembre nonostante la distruzione delle telecom e di settori del software o networks ? perchè i semiconduttori erano ancora su del 15% dai minimi di settembre I semiconduttori erano quelli che davano speranza dell'inizio di un miglioramento anche vago sulla tecnologia E lo erano perchè in gennaio avevano dato previsioni di crescita del fatturato buone mentre gli altri settori no Ora a distanza di due mesi Intel smentisce le previsioni di due mesi fa abbassando del 10-15% i numeri Dato che le aziende sono ora sospettate di tutto e di peggio e che si pensava che avessero smesso di illudere e gonfiare i numeri il mercato questa è una mazzata Si sospetta che le aziende di semiconduttori abbiano deliberatamente tenuto alte le previsioni a inizio anno nonostante quelle di computer, network, software e telecom parlassero di mercati finali debolissimi Per questo sembra la reazione è così selvaggia oggi

S&P500/Gold ratio - masfuli  

  By: xxxxxx on Venerdì 07 Giugno 2002 01:39

Volendo scommettere sulla prosecuzione del trend di questo rapporto ho pensato che potrebbe essere un'idea andare lunghi sui titoli auriferi (scegliendone magari 2 o 3) e per l'importo equivalente vendere S&P500 (magari il contratto settembre). Una operazione di medio di questo tipo si potrebbe impostare su un probabile pull-back della ratio. Poichè non ho mai fatto operazioni di questo tipo qualcuno di voi sa a che problemi posso andare incontro (a parte che si inverta il trend!)?

dollaro, borsa e inflazione spiegati - gzibordi  

  By: GZ on Giovedì 06 Giugno 2002 03:47

per chi pensa che le spiegazioni servano a qualche cosa ecco quella acuta di Kasriel che connette tutti i pezzi del puzzle meglio di altri i) Greenspan avrà un problema di inflazione se non alza i tassi ( i tassi a 3 mesi e 1 anno sono all'1.75-2.00% e l'inflazione all'1.6% (ufficiale) ii) la speculazione però, ora che ha visto che il dollaro può cedere a favore di euro, yen e oro prende a prestito in dollari al 2% e usa i soldi per vendere il dollaro short (come facevano con lo yen) iii) Greenspan deve però continuare a pompare liquidità fino a quando la ripresa non sia solida e le elezioni di novenbre non siano passate (per il congresso dove i repubblicani temono di perdere) iv) quindi pomperà liquidità, ma solo fino a quando la speculazione contro il dollaro che si è messa in movimento ora glielo consentirà Fino a quando riesce a tenere contenuto il cedimento del dollaro la liquidità e i tassi saranno tali da rimettere in sesto la ripresa e tenere i settori indebitati dell'economia a galla Tutto si gioca però sul dollaro, perchè se cede l'estero vede che ha un rendimento basso e in più perdite in conto capitale e la fuga dal dollaro si accellera. E a quel punto la FED deve alzare i tassi Quindi basta guardare il dollaro ora Is The Declining Dollar "Checkmate" For Mr. Greenspan? Paul Kasriel June 04, 2002 I have always maintained that so long as Mr. Greenspan could keep "printing" dollars at will, the economic checkmate from the burst 1990s' stock market bubble could be delayed. And, as the chart below shows, Mr. Greenspan did indeed print a lot of dollars last year. On a year-over-year basis, M2 growth went from about 6% at the end of 2000 to about 9% just before September 11, 2001. The spike right after September 11 was due to a lot of bank credit extended to cover overdrafts resulting from disruptions in the payments system. Even though M2 growth has slowed this year, the latest reading of 8% still implies a lot of overtime printing activity at the Fed. But if the US dollar continues to depreciate, which I think it will with only minor countertrend rallies, then Mr. Greenspan is going to lose the policy latitude to keep printing greenbacks at will. Ironically, though, until Greenspan takes action to slow the dollar's decline, he will be forced to print even more dollars. Here's how that works. Once the forex sharks smell the blood in the water, they will start to borrow dollars in order to sell them for euros, yen or gold. Currently, they can borrow dollars for three months at a ridiculously low annual rate of less than 2%. As the demand for short-term "shorting" US dollar credit increases, short-term U.S. interest rates would "want" to rise. But by maintaining its fed funds target at 1.75%, the Fed is signaling that it doesn't want short-term rates to rise. The way the Fed prevents rates from rising is to create more credit - i.e., print more dollars. But how does this limit Mr. Greenspan's latitude to keep on printing? Inflation. The cheaper dollar is, all else the same, going to temporarily make US exports more competitive in world markets. Why do you think that the National Association of Manufacturers has been lobbying for a weaker dollar policy from the Bush administration, what ever that policy might be? So, foreign demand for US goods and services will start to augment domestic demand. Unless aggregate supply curves are infinitely elastic, which only "new era" types and Keynesians believe, then an increase in aggregate demand is going to lead to an increase in prices, i.e., higher inflation. Moreover, domestic producers will now have some "cover" to raise their prices inasmuch as the dollar prices of their foreign competitors will have risen. As of April, the year-over-year percent change in the US CPI was 1.6%. Thus, the fed funds rate is only 15 basis points over the inflation rate. Unless Greenspan hikes the funds rate soon, which he has shown no inclination to want to do, then, in the second half of this year, the CPI inflation rate is likely to rise above the funds rate, in part due to the depreciating dollar. A negative inflation-adjusted return on short-term US money will drive global investors out of the dollar all the more. It's a Sid-vicious cycle. Why doesn't Greenspan want to raise the funds rate now? For starters, have you looked at what the stock market has done this year? If it keeps on its present downward course, 2002 will mark the third consecutive calendar year in which the stock market has fallen. This hasn't happened since the 1930s. Despite all of the bravado about housing being more important than the stock market when it comes to augmenting consumer spending, Greenspan is frightened as to what a continued bear market in stocks will do to aggregate demand. And speaking of housing, would a Fed hike in interest rates be a plus for the residential real estate market and home-equity borrowing? As Bill Gross has pointed out, Corporate America has borrowing in the bond market and swapping this obligation for floating-rate exposure. If Greenspan hikes the funds rate, Corporate America's interest costs will rise significantly, perhaps precipitating even more bankruptcies. And, oh yes. Congressional elections are scheduled for November 5. If Greenspan raises rate now and the Republicans lose control of the House, he might incur the wrath of the Bush-family "enforcer" - Babs! So, Alan, old buddy, it's beginning to look like checkmate. If you raise rates now to defend the dollar, you run the risk of aborting the expansion. If you hold off, the dollar continues to weaken, inflation continues to worsen, and you have to raise rates a lot more later this year or early next. The expansion gains speed this year only to hit a brick wall next year. If you can manage to avoid this checkmate, then Big Green(span) will have topped Big Blue.

Modello per la Volatilità oraria - gzibordi  

  By: GZ on Martedì 28 Maggio 2002 11:34

sì, quando la volatilità comincia a salire è un segnale di Sell e fino a quando non raggiunge una soglia elevata, ad e un 30% (adessoè al 21.5%) e poi COMINCIA A SCENDERE non hai un Buy Il problema come al solito è sempre quello di misurare, e decidere se sta già salendo ora o no Ho scritto dei sistemini per quantificare questa relazione e ho notato che è difficile fare un sistema che guadagna basato sulla volatilità, a meno di non fare un sistema che dia solo 4 o 5 segnali all'anno. Se invece vuoi usarla per segnali più frequenti non è così evidente e ad es in questo momento il sistema che hoscritto su base ORARIA indica che per ora sta ancora SCENDENDO e non salendo per cui sarebbe ancota su un buy

La Volatilità Risale E Il Mercato Crolla - beppe  

  By: beppe on Martedì 28 Maggio 2002 05:18

Io da due settimane sono "sicuro" che andremo a doppio minimo. (le motivazioni basta leggerle nel mio articolo "doppio minimo" di ottobre/novembre scorso!!!) Questa visione mi influenza quando guardo grafici indice. Però questo della volatilità mi CONFERMA che bisogna aver paura ad andare long per i prox 60 giorni. Quando la volatilità RISALE il mercato CROLLA: ecco cosa ci vedo io.... Spero che (se g.z. concorda con questa mia analisi ovvia) ciò serva a far capire a tutti che c'è poco da sperare fino a 9450 di DOW JONES. Guardate le linee viola TRASVERSALI! beppe

La volatilità bassa dice di comprare Put ? - gzibordi  

  By: GZ on Martedì 28 Maggio 2002 02:13

observer lei si occupadi software per cui vive in un mondo di tecnica e di misurazioni quantitative immagino no ? bene, questi sono i grafici della volatilità e dell'indice di borsa americana, mi dica se vede una correlazione diretta o inversa (o chiunque altro ha un opinione) poi le dico quello che ho trovato scrivendo qualche programmino per metterli in relazione e quello che si legge in giro

HUMOUR (politico-finanziario) - Gzibordi  

  By: GZ on Martedì 28 Maggio 2002 01:32

in un aereo tra chicago e hong kong sono stati trovati 7 fuochi artificiali nella toilette. Le autorità ritengono che si tratti dell'opera di un gruppo di terroristi moderati Il presidente Bush ha tenuto un discorso solenne al Reichstag a Berlino. Ha parlato del fatto che occorre fermare i maniaci dittatori che puntano alla distruzione del mondo. Poi si è guardato intorno e ha detto: "Oops! sbagliato pubblico qui!" Il memo che sembra non si stato preso in considerazione dalla Casa Bianca sul terrorismo, beh... sembra che il presidente Bush non lo avesse letto. Era stato distrutto per errore da Dick Cheney assieme al resto dei documenti di Enron (NOTA BENE questo è un episodio assolutamente vero e non una barzelletta! ) -------------------------------------------------------- Ramzi Yousef era il capo della cellula che la mattina del 26 febbraio 1993 cercò di far crollare le Due Torri di New York facendo esplodere un camion pieno di esplosivo nel parcheggio sotterraneo (le torri non crollarono, morirono 6 persone e ci furono 800 feriti). Uno dei suoi complici, Mohammed Salameh nel pomeriggio tornò alla agenzia da cui aveva affittato il camion, Rydex Truck Rental, per farsi ridare indietro i 400 dollari del deposito. Salameh aveva fatto esplodere il camion, ma voleva indietro i soldi del deposito (disse che gli era stato rubato). Fu grazie a questa visita all'agenzia che la polizia risalì ai colpevoli. Al processo chiesero a Ramzi Yousef come diavolo poteva pensare il suo complice di riavere indietro i soldi del deposito del camion che aveva appena fatto esplodere e come risposta urlò: " UN IDIOTA !" Modificato da - gzibordi on 5/27/2002 23:52:13

Marconi: è una scalata ? - beppe  

  By: beppe on Domenica 26 Maggio 2002 06:45

Scusate, ma perchè quest'oscillatore è così? Marconi (moni). Non ci si capisce niente: l'azione che è quotata a londra è in piena distribuzione ma quella al nazz la accumulano. E' una scalata in piena regola?

La regola di medio periodo è quella - gzibordi  

  By: GZ on Mercoledì 22 Maggio 2002 13:49

è un modello che in certi anni sbaglia ovviamente ma su 20 operazioni negli ultimi 10 anni, dal 1992 a oggi ad esempio ne ha sbagliate 5 e ne ha indovinate 15 una probabilità di vincita di 3 su 4 ed è totalmente meccanico, ci sono solo due regole e non è ottimizzato perchè è lo stesso da 20 anni anche sul Dow Jones per chi vuole delle regole di medio periodo (3-6 mesi) è un ottimo modello probabilmente si dovrebbe seguirlo indipendentemente dal resto, allocare tot soldi e dire:" su questi seguo questo modello e basta..." volerlo "integrare" con altri invece complica le cose

il modello stagionale è scattato - gzibordi  

  By: GZ on Mercoledì 22 Maggio 2002 13:42

il modello di allocazione che ho citato più volte, quello di Sy Harding ? la regola stagionale ovviamente è scattata, l'incrocio di medie pure se uno lo vuole seguire, essendo un modello che da segnali che durano qualche mese vende mediolanum, fideuram e stm e li ricopre in ottobre, è molto semplice come strategia usando l'incrocio di medie settimanale e la regola di vendere da maggio a settembre

ancora in tempo per Put out of the money - bandy  

  By: bandy on Mercoledì 22 Maggio 2002 13:40

Nulla di astruso. E' appesa con le unghie wally, il dollaro e' decisamente maltrattato, e ci sono ancora warnings questa volta dall' FBI su possibili attentati terroristici a punti chiave a New York (anche per il turismo non solo finanziari). Aggiungeteci il sell che cita Zibo dato ai sales di Merrill e tutto il resto della situazione e potrebbe starci il botto. Per chi lavora il Mib3o o il Dax un semplice acquisto di out of the money puts potrebbe essere interessante, per il Mib anche 5000-6000 punti away dallo spot per scadenza magari settembre o dicembre. Comprare gamma in questi casi comporta rischi limitati, l'esborso del premio e' piuttosto ridotto, e anche se la vola implicita sulle puts e' piu' cara al momento che sull'up-side, se c'e' un tonfo comunque i margini di profitto sono interessantissimi. Le opzioni out of the money hanno la sensitivity piu' alta in termini di incremento percentuale del valore del premio rispetto all'incremento della vola. Puo' essere questa una soluzione interessante sia mediante un semplice approccio direzionale (acquisto della put naked) o ancora meglio con una struttura delta-hedge (volatility trade). Let's see what happens. Mirko

l'importante è che la vola non aumenti, - marker  

  By: marker on Mercoledì 22 Maggio 2002 12:36

anch'io quest'anno guardo con molta attenzione i gaps su tutti gli indici. l'analisi Elliottiana mi è d'aiuto in questa fase di mercato, non ancora, o non più impulsiva, a scelta. quando la vola a 1 ora scende, prima o poi l'effetto calamita diventa inesorabile. quando si chiuda quello sul Naz. compo a 1653, anche se ne rimane 1 piccolino tra 1594 e 99, che non sottovaluterei, comincerò a guardare a quelli rimasti aperti a monte, (e ce ne sono di assai golosi!) l'importante è che la vola non aumenti, con l'inaugurazione di nuovi min. altrimenti vorrà dire che il giochino inaugurato dopo il panico dell 11/09 si sarà guastato, e allora via con un nuovo e robusto trend ribassista. in questa wiew, non ho riferimenti temporali.

Il Ciclo, Il Ciclo (del Mibtel) - Gzibordi  

  By: GZ on Martedì 21 Maggio 2002 23:58

causa l'ambiente poco educato e tecnico che caratterizza il forum al momento non abbiamo più la possibilità di ricevere in diretta le considerazioni sul ciclo firmate "vssvpm" (che invece, come si era notato, erano state piuttosto precise) ciò vale di lezione e rinforza la bontà dell'idea di non permettere polemiche personali che la persona oggetto mostri palesemente di non gradire e comunque di cattivo gusto avendo usufruito comunque di una mail mi permetto di ricopiarne alcuni concetti. Questo anche perchè curiosamente se uno calcola il ciclo di borsa con il sequential risulta molto molto simile a quello elaborato da vssvpm Rammento che come tutti i calcoli ciclici occorre che nel giorno dato il mercato "risponda al ciclo" e se non lo fa scatta un ciclo Opposto. Quindi in soldoni l'analisi è rialzista solo se entro domani circa il mercato reagisce, altrimenti diventa immediatamente ribassista ----------------------------------------------------------------- "...Anomalia ciclica iniziata il 7 maggio con ipotesi di ripartenza anticipata di ciclo ... Per ora questa è l'ipotesi ritenuta più probabile. Tuttavia anche se non ci credo il vecchio ciclo potrebbe dare l'ultimo colpo di coda a ribasso. Al momento poco probabile. .... Se con oggi è ripartito come credo un ciclo di breve esso è a rialzo ed è il secondo dal 7 maggio. Di consegnuenza domani con partenza bassa si va su. ........ Se l'ipotesi di ciclo > iniziato la prendiamo per buona, beh allora questa ripartenza fa veramente pena. Fiacco e debole. Se non vedo questa settimana un giorno con +2.5% almeno, allora dovrò ritenere che il minimo prossimo che sto calcoando sarà una bella botta di ribasso. ............. Se il ciclo > non è ripartito allora siamo sulla fine del precedente e un bel minimo ci sta. ................. Se il ciclo > è ripartito in questi gg non crollerà la borsa, con probabile zona di max tra fine mese e i primi di giugno. Ma molto fiacco e debole ............... ----------------------------------------------------------- C'era dell'altro ma la sostanza è chiara (per il Mibtel) Si Sccettano Commenti se Intelligenti (questa dizione comparirà all'inizio di ciacun post in futuro) Edited by - gzibordi on 5/21/2002 22:1:20

E' il momento delle storie - massimo  

  By: massimo on Lunedì 20 Maggio 2002 23:08

leggete il capitolo 12 di the intelligent investor di Ben Graham e vedrete che i p/e in tempi di recessioni non significano nulla. A volte ci sono società con grossi utili e bassi p/e e invece hanno crediti di imposta sulle perdite e non sono a sconto, altre hanno utili bassi ma hanno caricato i costi per aver tagliato linee produttive e quindi nonostante alti p/e sono a sconto, ben Graham fa una lista di cose che accadono in periodo come questi che ridicolizzano il significato del p/e, che proprio per lui è l'indicatore più importante da cui devono partire tutte le analisi, ma che in periodi come questi perde significato. Una cosa è certa perchè accaduta dopo tutte le crisi degli ultimi cento anni, le small cap volano per prime per la più veloce adattabilità alle nuove situazioni e la maggior svalutazione che hanno subito nei crolli di borsa perchè non gli si attribuisce quel valore che hanno le big cap che ugualmente hanno perso vendite e utili, ma hanno conservato la forza di penetrazione nei mercati dove operano, quindi questo è il MOMENTO DELLE STORIE, cioè il momento di scegliere quelle piccole realtà che hanno progetti sostenibili e credibili, ciao massimo peppe

La realtà è più fosca - usemlab  

  By: usemlab on Lunedì 20 Maggio 2002 22:41

Caro GZ.. gradevole analisi quella tra p/e storico e inflazione. Tutte osservazioni giuste. Mi è piaciuta la spiegazione tra media e mediana, anche chi ha fatto statistica I - II e pure Econometria ai tempi dell’università a volte ha bisogno di una bella rinfrescata :-) Quindi il mercato e’ sopravvalutato solo del 10-15% al massimo. Vediamo quali sono però i dati della valutazione. (mi ricordo ancora alle scuole medie.. c’era il problema, si davano i dati necessari alla risoluzione e si partiva… eheheheh arrivavo sempre primo con la soluzione giusta). Allora… i dati: - Earnings dell’S&P: p/e 24x sugli earnings attesi e 30/35 su quelli attuali. Obiezione: quelli attesi sono e rimangono aria fritta rivista continuamente al ribasso (ma non è l’aria fredda che essendo più pesante tende a scendere? Quella fritta di solito si espande per tutto l’ambiente?!?) e quelli attuali potrebbero essere 44-45 (dipende a che tipo di earnings si fa riferimento.. GAAP o CRAP?). - Inflazione: 2%? Nei primi mesi del 2002 stiamo arrivando a una inflazione del 4%. Ma anche qua dipende come la si misura. Siamo sicuri che solo il CPI misuri l’inflazione? Io mica tanto…. I prezzi delle case sono up anche del 20% y/y… non e’ inflazione questa? - Dati dal 1979 al 2002… e gli altri anni dal 1900 al 1972? Che vogliamo farne? Non e’ un po’ troppo riduttivo?? In ogni caso… la stima e le conclusioni potrebbero essere buone per una situazione statica, quelle che è appunto al momento. Ma l’economia non e’ statica. Anzi e’ in continuo movimento. Ad esempio… sugli utili/perdite di Silicon Valley 150 • $89.8 billion: Total losses of the 150 largest companies in Silicon Valley for latest four quarters -- an amount equal to the combined profits of SV150 companies for the past eight years. Che differenza fanno 2 anni. Spettacolare a dire poco. E se nel giro di qualche mese cambiassero tutte le variabili attese, come io mi aspetto che cambino? Sono d’accordo che il mercato con l’economia di adesso sia sopravvalutato “SOLO” del 10-15%…well, facciamo anche SOLO del 20-25% (assumendo dei dati al problema rivisitati sulla base di un maggiore realismo), ma nel caso di modifica delle variabili attese, passare dal 20 al 25% al 50% 70% e’ uno scherzo. Quello che a mio avviso potrebbero appunto giocarci i mercati nel giro di un paio d’anni. Francesco

Buy I Monopolisti delle Telecom - Gzibordi  

  By: GZ on Domenica 19 Maggio 2002 22:37

Nota Penati oggi che le attività dei cinque ex monopolisti, Deutsche Telekom , France Telecom , Telecom Italia , British Telecom , Telefonica oggi valgono in media 6,4 volte il margine operativo. Ovvero costano un 20% in mwno come multiplo delle utility europee che in media sono ora a 7,9 il margine operativo. Ha senso ? Se uno pensa che i multipli delle utility scendano e con essi quelli di tutto il mercato forse sì. Ma è più probabile invece che il mercato abbia esagerato. -------- dal Corriere del 19/5, Alessandro Penati ---------------------------- L’indice dei telefonici europei ha perso il 75% dai massimi; più del doppio del mercato. Il crollo non ha interessato solo le società di Internet o i gestori di reti alternative a fibra ottica, ma anche gli ex monopolisti di Stato come Deutsche Telekom , France Telecom , Telecom Italia , British Telecom , Telefonica . Colpa della concorrenza spietata nel settore? A giudicare dai margini di profitto, tra i più alti in Europa, si direbbe di no. Per i cinque giganti telefonici gli utili prima di imposte e oneri finanziari sono mediamente il 16% dei ricavi; di gran lunga superiori a quelli delle maggiori società non finanziarie (10%) o dei distributori di elettricità e gas (12%). I margini dei telefonici sono in declino rispetto al 2000; ma quello era un anno di boom. Rispetto a qualche anno prima, sono stabili. Il risultato operativo del gruppo Telecom Italia nel 1997, anno della privatizzazione, era pari al 19% del fatturato; ma è stato del 22% nel 2001 e del 24% nel primo trimestre 2002. Scomparsa la concorrenza dei nuovi entrati, tagliando i costi e razionalizzando gli investimenti, gli ex monopolisti riescono a difendere quote di mercato e redditività. Le tariffe fisso-mobile (dove mantengono una posizione dominante) rimangono più elevate del costo di analoghe telefonate su rete fissa (pur utilizzando gli stessi impianti): un fatto stigmatizzato di recente dal commissario europeo antitrust Mario Monti. E il filo di rame, invece di cadere vittima della fibra ottica, è diventato la gallina dalle uova d'oro, grazie alle tecnologie «xDsl» che permettono di offrire internet veloce sulla vecchia rete, con investimenti minimi. Allora, perché la Borsa è pessimista? É bastato un cambio di prospettive. Se per il settore telefonico si ipotizza una rapida crescita (9,5% rispetto al 4,5% medio dell'economia, con l'inflazione al 2%), le attività di una società del settore con 100 euro di margine operativo - di cui 80 destinati a finanziare investimenti - ne varrebbero 2.440, utilizzando un costo del capitale del 10,5%. Ma se le attese di crescita sono pari a quelle dell'economia, come per molte società di servizi, il valore delle attività crolla del 70%, anche se i margini rimangono invariati e si tagliano gli investimenti. Ma forse la Borsa è andata oltre: le attività dei cinque ex monopolisti (fisso, mobile e internet) oggi valgono in media 6,4 volte il margine operativo; inferiore al multiplo delle utility europee (7,9). Evidentemente pesano le preoccupazioni sul debito accumulato per acquisizioni a prezzi folli (anche i grandi manager si sono comportati come l'ultimo dei trader on line ). Timori eccessivi: l'onere finanziario di queste società è ampiamente coperto dalla cassa che riescono a generare.

HUMOUR - gzibordi  

  By: GZ on Sabato 18 Maggio 2002 22:48

Star Wars, secondo episodio: "L'attacco dei Cloni" ha finalmente appena aperto nei cinema. I fans più fanatici in america hanno atteso il primo spettacolo accampandosi di fronte ai cinema già da un paio di settimane. La parte migliore del film sembra sia la prima scena. La peggiore è finire seduto di fianco a uno di quelli che da dieci giorni erano accampati davanti al cinema.

e' presto x le bestemmie... - beppe  

  By: beppe on Venerdì 17 Maggio 2002 02:15

Allo scopo di riportare la discussione su temi strettamente cobraf, vorrei ricordare ai "catastrofisti di breve periodo" che SE VUOLE, gli usa hanno una FORZA ed un POTERE enormi. Se la Conference call di DELL ( o vattelapesca) va male, ma gli STATI uniti NON vogliono scendere (per non bruciare altri soldi...perchè non è il momento...), stiamo tutti tranquilli che NON SI SCENDE PIU' DI tanto. La Fed ci ha messo in banda per ora, e QUINDI per il momento (...ovvero finchè FED e BUSH vorranno...) parlare di DJ a 7500 ( target peraltro POSSIBILE, LO SO!!) è UNA BESTEMMIA CONTRO I LORO MORTI ALLE TWIN TOWERS. Inutile andare short, oppure "sognare" il DJ sotto i 9000 pt (ammesso che ci arrivi...) per ora: un favore così a BIN LADEN non glielo fa nessuno in america. Per ora. Beppe ps: come si può notare nel grafico qui sotto, le conference call che vanno male sono solo trappole per orsi se alla FED gira il belino così. Drogano il mercato? e chi se ne frega dico io....se non vogliono scendere, perchè intestardirsi?? Ma non siamo alleati?

Ribassisti Sadici - bandy  

  By: bandy on Mercoledì 15 Maggio 2002 23:34

Seguo il sito di Zibordi praticamente da quando esiste, e mi sono ben guardato da intervenire polemico nel forum (anche quando ce ne sarebbe stato bisogno). Sono uno che lavora sui mercati per professione e lo faccio alla City, e volevo rivolgere un appello a Francesco di Usemlab che ha cominciato a esprimersi (ahime') anche su questo sito oltre che su quello da lui gestito, nonche' ai lettori del sito stesso. No ma dico stiamo delirando? Nulla di male a essere bearish, bullish, neutral o cos'altro sul mercato. Ma non vedo il motivo di demonizzare borse ed economie. Gli USA sono in una grande crisi? Fair enough, ma ditemi stiamo tentando di fare soldi o piuttosto un processo contro gli eccessi di un sistema provenienti da oltreoceano? Sono allibito, e mi riferisco sopratutto a Francesco, una evidente, sadica, compiaciuta soddisfazione a vedere bruciati soldi con i ribassi di Nasdaq e Dow Jones...ma sei un trader, un professionista o un sacerdote da messe sataniche? O semplicemente eri corto di calls o future quando il Nasdaq faceva un 3% al giorno e arrivo' a 5000? Ricordo un articolo di Zibo di qualche tempo fa dove si evidenziava come spesso l'ego di un trader prende il sopravvento sull'obbiettivita' nei mercati finanziari, qui mi sembra che tale fenomeno sia oltre ogni livello di accettabilità. Se dovete fare i tribunali dell'inquisizione andate a farli da un'altra parte no dove si provano a scambiare idee. Anche io sono bearish sul mercato, ma mantengo un atteggiamento riflessivo, analitico il piu' possibile scremato da condizionamenti psicologici, da irruenza etc. e molto volentieri provo ad ascoltare chi la pensa in modo diverso. Credo questa sia maturita' all'interno di una professione (ho solo 29 anni) dove gli sparasentenze si moltiplicano come i funghi. Caro Francesco i soldi che fa un bearish sul mercato adesso hanno lo stesso valore di quelli di chi ha comprato Naz a badilate il giorno che ha fatto piu' 8% e tu eri li' con una sovrapproduzione di bile perche' il tuo Reuters aveva segni verdi ovunque (verdi come il tuo bile appunto). Io non contesto chi prova a trovare un bottom sul mercato per un occasione di acquisto, perche' quella persona sta rischiando denaro esattamente come me e va rispettata, io non ridacchio aizzandomi contro la "bubble" e contro il "gregge" come fai tu nel tuo sito, quando condanni le orde di buyers vittime della bolla.... "give me a break!!". Piuttosto che partecipare al tuo "dagli all'untore" non dissimile da quello riservato dal Manzoni ai persecutori degli appestati nei Promessi Sposi, preferisco concentrarmi a capire dove il mercato va, cosi' intanto mentre tu provi a vincere il tuo processo antiamericano io provo a incrementare il mio conto corrente. Chiedo cortesemente a Zibordi e redazione di pubblicare sul Forum questo articolo. Grazie. Mirko

La ripresa accellera e stavolta la borsa non l'ha anticipata. - massimo  

  By: massimo on Mercoledì 15 Maggio 2002 01:00

AMAT aumenta gli ordini di circa il 50% rispetto al trimestre precedente. Non può esserci una notizia migliore per la ripresa, per quanto si possiamo riflettere, questa è la miglior notizia da un paio di anni ad oggi. I chip ormai sono dappertutto, è come se aumentassero gli ordini per il pane, ma se aumentavano quelli di un produttore era diverso, perchè poteva averne di ottimi e il resto del mercato andava male, ma AMAT è la numero uno nella fornitura di macchinari per fare questi chip, dai migliori ai peggiori e se aumenta così tanto gli ordini, vuol dire che in ogni settore dell'economia c'è crescita sostenuta e la borsa stavolta non l'ha anticipata, quindi se non ci sono imbrogli, stavolta il recupero potrebbe essere eccezionale, ciao massimo peppe

Il crollo dei fondi comuni - gzibordi  

  By: GZ on Martedì 14 Maggio 2002 13:37

mi è capitato qualche giorno fa di sentire un amico dei tempi del master che ora fa il direttore commerciale di un grossa di rete di fondi e di sentirlo piuttosto pessimista sul "business" poi leggo questi dati qui sotto (-86%!!) e li metto a confronto anche con il boom degli immobili (come alternativa) e direi che qui è un intera industria che è in crisi. Non a caso ennio doris è tornato a riempire le pagine dei giornali a tappeto di pubblicità. ----------------------------------------------- ...nel mese di aprile con i Fondi di investimento italiani. La raccolta netta dei Fondi, infatti, è crollata a appena 224 milioni di euro, circa 500 miliardi di vecchie lire. Il mese precedente, quando tirava un'aria migliore, e i Fondi avevano performance più decenti, la raccolta netta totale era stata di quasi 2 miliardi di euro, insomma quattro mila miliardi di vecchie lire: in aprile, appena 500 miliardi. Il crollo è stato dell'88,6 per cento. Una condanna, insomma, quasi senza attenuanti. Con dentro un disastro di enormi proporzioni. Se i Fondi azionari se la sono cavata (con 300 milioni di euro di raccolta netta), quelli obbligazionari sono finiti dritti all'inferno con di riscatti pari a 2,5 miliardi di euro. Poiché già in marzo i Fondi obbligazionari avevano perso quasi 2,3 miliardi di euro, se ne ricava che in appena due mesi ci sono stati riscatti (risparmiatori in fuga) per quasi 5 miliardi di euro, cioè dieci mila miliardi di vecchie lire. Una piccola Finanziaria. Edited by - gzibordi on 5/14/2002 11:38:26

Consulenza indipendente o no ? - Sandro Cecconi  

  By: Sandro Cecconi on Lunedì 13 Maggio 2002 22:14

Ho appena terminato di leggere questa notizia postata da Banshee. Come consulente di una delle primarie aziende di credito italiane vi dico subito che sarebbe davvero raccapricciante se ciò dovesse accadere. Ad ogni modo non credo che una tale proposta (oscena a mio avviso) potrà essere accettata, anche perchè su richiesta della CONSOB è stato fatto notare di scindere la consulenza dalla vendita in quanto nella UE è avvenuta l'accettazione dei principi dell'EUROSIM. Pertanto che questi "Signori" facciano pure tutte le proposte che vogliano tanto poi tutto dovrà essere comunque armonizzato all'interno di quanto detto sopra. A titolo d'esempio vi voglio ricordare quando "Er Mortadella" come viene chiamato a Roma propose l'abolizione dei forni a legna. Evidentemente la persona di cui stiamo parlando è uno dei più fulgidi esempi che "la madre degli imbecilli è sempre incinta", ecco il motivo per il quale sono pienamente d'accordo nell'ucciderli sin dalla nascita. Eccovi una proposta veramente seria apparsa qualche tempo fà su un'agenzia di stampa. Mi sembra l'unica proposta seria su cui lavorarci. A presto. Sandro COMUNICATI STAMPA Assoconsulenza: proposta di revisione della Direttiva Relativa ai Servizi di Investimento di redazione , 18.02.2002 16:12 in qualità di Segretario Generale di Assoconsulenza si desidera portare a conoscenza della Commissione Europea, tramite il presente intervento, la propria opinione in merito alla proposta di revisione della Direttiva Relativa ai Servizi di Investimento ed in particolare al Capitolo 2 intitolato “Proposte di Modifica del Campo di Applicazione e delle Definizioni” punto b – Consulenza in materia di Investimenti. L’attività di consulenza in materia di investimenti in strumenti finanziari consiste, in linea generale, nel fornire al cliente indicazioni utili per effettuare scelte di investimento e nel consigliare le operazioni più adeguate in relazione alla situazione economica e agli obiettivi del cliente stesso; in particolare, essa è caratterizzata: · dall’esistenza di un rapporto bilaterale e personalizzato fra il Consulente ed il cliente, fondato sulla conoscenza degli obiettivi di investimento e della situazione finanziaria del cliente stesso, così che le indicazioni siano elaborate in considerazione della situazione individuale dello specifico investitore; · dalla posizione di strutturale indipendenza del Consulente rispetto agli strumenti di Investimento consigliati; · dall’inesistenza di limiti predeterminati in capo al Consulente circa gli investimenti da consigliare; · dalla circostanza che l’unica remunerazione percepita dal Consulente sia quella ad esso pagata dal cliente nel cui interesse il servizio è prestato. Sulla base di tali considerazioni ed alla luce di quanto accaduto nel periodo 1999-2001 sui mercati finanziari a causa dei notevoli e molteplici CONFLITTI DI INTERESSE in capo a diversi soggetti quali consulenti, revisori, analisti si effettuano le seguenti considerazioni: - dividere nettamente l’attività di vendita di servizi e/o prodotti finanziari da quella di erogazione del servizio di consulenza; - dividere nettamente i soggetti, Promotori Finanziari e Consulenti Indipendenti in materia di investimenti riguardanti gli strumenti finanziari preposti rispettivamente all’attività di vendita ed alla prestazione di servizi professionali di consulenza; - riservare alle Imprese di Investimento ed alle Banche l’esercizio dell’attività di vendita dei servizi finanziari; - riservare a persone fisiche e/o giuridiche, di conseguenza anche alle imprese di Investimento ed alle Banche, l’attività di consulenza indipendente demandando, sulla falsariga di quanto già succede negli Stati Uniti ed in Inghilterra, ad associazioni private di categoria, riconosciute da organizzazioni pubbliche e dal mercato, il controllo dell’esercizio di tale attività e la fissazione ed il mantenimento nel tempo dei relativi requisiti di onorabilità e professionalità adeguati, oltre che ad istituire i necessari ed obbligatori percorsi di formazione permanenti, propedeutici all’esercizio dell’attività professionale. In sintesi l’attività di consulenza strumentale sarebbe appannaggio dei Promotori Finanziari in forza a Banche ed Imprese di Investimento mentre l’attività di consulenza indipendente verrebbe autoregolamentata, così come avviene con successo fin dal 1996, dall’associazione scrivente che attualmente risulta essere l’unica costituita e monitorata, di concerto con le Autorità di Vigilanza preposte istituzionalmente al controllo degli intermediari, degli emittenti e del relativo comportamento, CONSOB, Banca d’Italia e Magistratura Ordinaria. A tal proposito si ricorda che in Inghilterra per le professioni regolate dalla Legge, lo Stato disciplina in maniera diretta le professioni, mentre nel caso di una Associazione Chartered, lo Stato demanda ad un soggetto pubblico ma non statale l’emanazione di un atto (Il Royal Charter) con il quale viene affidato agli Ordini stessi il compito di regolare le professioni. Assoconsulenza – Associazione Italiana Consulenti di Investimento, organizzazione professionale autoregolamentata dei Consulenti di Investimento, aderente e monitorata dalla Consulta delle Associazione delle professioni emergenti del CNEL – Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, è stata fondata a Milano in data 16 dicembre 1996 con atto pubblico del notaio Ubaldo La Porta e registrata il 3 gennaio 1997 al Tribunale di Monza, ha disciplinato fin dalla costituzione l’attività di consulenza in materia di finanziaria, rivolta sia al segmento delle persone fisiche che a quello societario, imponendosi così un’autoregolamentazione che le ha consentito di assurgere un ruolo istituzionale. Assoconsulenza nel corso del 1997 ha elaborato, per prima in Italia, e fatto adottare da tutti i propri associati un contratto ed uno Statuto Sociale standard al fine di regolare il rapporto professionale a titolo oneroso, stabilendo obblighi, prestazioni, remunerazioni, vincoli e divieti tra consulente e cliente e l’eventuale esercizio dell’attività sottoforma di persone giuridiche. In data 2 maggio 2000, dopo una valutazione di merito pluriennale, Assoconsulenza è stata chiamata a far parte della Consulta delle Associazioni delle Professioni Emergenti costituita e monitorata dal CNEL – Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, e successivamente in, seno al COLAP – Comitato Libere Associazioni Professionali, ha partecipato alla stesura del testo definitivo del disegno di legge sul riordino delle professioni proposte dal Ministro della Giustizia onorevole Piero Fassino. Inoltre dopo avere promulgato il 31 dicembre 1999 un Codice Etico di Comportamento,ha licenziato in data 30 giugno 2000 il Decalogo di Comportamento, indirizzato in particolare a quei Consulente di Investimento attivi nella consulenza finanziaria di tipo private. Assoconsulenza guidata dal comitato di presidenza costituito da Ernesto Paolillo, presidente d’onore, direttore generale Banca Popolare di Milano; Piero Bassetti, presidente, presidente MIT-FIN Finanziaria; Luigi Coccioli, vicepresidente, presidente UNIONSIM; Vincenzo Scotti, vicepresidente, presidente Link Campus University of Malta; Stefano M. Masullo, segretario generale, presidente OPUS Consulting; Pierluigi Valentino, tesoriere, avvocato e commissario Ministero del Tesoro; Ezio Maria Simonelli, revisore dei conti, dottore commercialista e presidente collegio sindacale ING Bank; ha per scopo istituzionale l’autoregolamentazione dell’attività di consulenza in materia di investimenti in strumenti finanziari, liberalizzata dall’applicazione in Italia della direttiva CEE N. 93/22 denominata Eurosim, e di conseguenza la tutela degli interessi dei soggetti esercitanti tale professione e della relativa clientela sia privata che istituzionale. Assoconsulenza ha sede in Milano, Roma, Trieste, Torino, Treviso, Genova, Napoli, Lecce, Padova, La Spezia, Arezzo, Potenza, Salerno, Bolzano, Reggio Emilia, Rimini, Modena, Bologna, Bergamo, Bari, Modena, Bahrain, Beirut, Lugano, Lussemburgo, Parigi, Montecarlo, Ginevra, New York, San Marino e Londra e potrà istituire anche all’estero sezioni, uffici e rappresentanze; è prevista inoltre la realizzazione di delegazioni dotate di una propria limitata autonomia ubicate in ogni capoluogo di provincia. Assoconsulenza, conta attualmente oltre 500 associati in rappresentanza delle più importanti istituzioni finanziarie nazionali ed estere, e si pone come organismo di riferimento e di confronto per intermediari finanziari, autorità politiche monetarie e di borsa, organi di stampa, istituzioni accademiche, associazioni di categoria, ordini professionali sia a livello italiano che a livello internazionale quali SIM, Società Quotate, Istituti di Credito, Fondi comuni, SICAV, Società di gestione, Fondi Pensione e Chiusi, Merchant Bank, Consob e Banca d’Italia, Ministero del Tesoro e del Bilancio, Ministero dell’Industria, Ministero delle Finanze, Commissione Europea, Parlamento Europeo, Banca Centrale Europea, Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale. Rimanendo a completa disposizione per ogni e qualsiasi comunicazione in merito, colgo l’occasione per porgere i miei migliori saluti unitamente ai sensi della più alta considerazione. Stefano M. Masullo Modificato da - Sandro Cecconi on 5/13/2002 20:41:44

Fine delle consulenza di borsa - banshee  

  By: banshee on Lunedì 13 Maggio 2002 18:09

Ho appena letto che l'Unione Europea si appresterebbe a varare una direttiva che riserverebbe, manu legis, l'attività di consulenza finanziaria esclusivamente alle Banche ed alle SIM. Se capisco bene, questo implica che realtà come Cobraf e decine di altre simili non avrebbero più possibilità di esistere. E' cosi'? Quali rimedi sarebbero possibili, oltre a quello di trasformarsi in una SIM (non so fino a che punto praticabile)? Certo che è proprio incredibile! Dopo le edificanti gesta degli analisti finanziari delle grandi case d'investimento, dopo casi come Enron e Merrill Lynch, questi non trovano di meglio per tutelare il gregge che affidarlo alla custodia esclusiva dei lupi. E' proprio vero! Al giorno d'oggi, il diavolo ha le sembianze di un banchiere, ed ha un politico come portaborse! Sono proprio avvilito! Questi hanno la faccia come il culo!

10 persone hanno l'80% della borsa italiana - gzibordi  

  By: GZ on Domenica 12 Maggio 2002 17:10

Penati fa due conti e trova che, se si sottraggono ENI, Italgas e ENEL che sono ancora sotto controllo statale e si sottraggono le banche indirettamente controllate da Banca d'Italia, governo e fondazioni in mano ai politici, il resto della borsa Italiana è per l'80% in mano a 10 persone, che controllano, ai prezzi di mercato, 286 miliardi di euro (554 mila miliardi di lire ovvero il 24% del prodotto interno lordo italiano). La cosa che distingue l'Italia è che questi 286 miliardi di euro di capitalizzazione sono controllati con un investimento di 4 (quattro) miliardi di euro. Numeri che parlano da soli come si suol dire. ----------------------- IL MERCATO di ALESSANDRO PENATI Effetto holding, più finanzieri che imprenditori ------------------------------------- In articoli precedenti ho analizzato otto holding. Ciascuna di queste ha una figura di riferimento: Mediobanca ha Maranghi; Cofide-Cir , De Benedetti; Gemina , Romiti, Calta girone Holding , Caltagirone; Ifi-Ifil , Agnelli; Camfin-Pirelli , Tronchetti Provera; Premafin , Ligresti; e Italmobiliare , Pesenti. Aggiungendo quelle non quotate di Benetton ( Edizione ) e Berlusconi ( Fininvest ) si hanno dieci persone (alcune con famiglia) che esercitano congiuntamente il controllo su attività economiche valutabili, ai prezzi di mercato, 286 miliardi di euro (554 mila miliardi di lire): il 24% del prodotto interno lordo italiano. Per farlo, ai dieci basta un investimento complessivo di 4,1 miliardi, grazie a piramidi societarie, limiti ai diritti di voto, patti di sindacato, ragnatele di partecipazioni e ricorso al debito (una leva di 70 volte). Le società quotate che fanno capo a queste dieci holding rappresentano il 40% della capitalizzazione totale della Borsa; ma l'80% se si escludono le banche (dove Banca d'Italia agisce da azionista di riferimento) e le aziende ancora in mano pubblica. In generale, la sproporzione tra il capitale investito e il potere decisionale incentiva politiche gestionali volte a creare benefici per chi controlla, ma che non aumentano necessariamente il valore delle aziende: non tanto il corporate jet, ma soprattutto strategie di impresa che privilegiano potere e prestigio personali. Un costo che grava prevalentemente sugli altri investitori. In Italia, poi, la concentrazione della proprietà offre un ulteriore vantaggio: in quale altro Paese i grandi imprenditori sono popolari come le stelle dello spettacolo e dello sport? Oltre al controllo, la struttura delle holding facilita la diversificazione settoriale, disperdendo attenzione e capacità manageriali: difficile eccellere in tutto. Una diversificazione che dimostra come i nostri dieci siano più interessati a fare affari che a far crescere un'azienda; dunque, più finanzieri che imprenditori. La struttura societaria delle holding e la divergenza tra gli interessi del controllo e quelli del mercato, disincentiva l'investimento in questi gruppi: così i titoli delle holding in Borsa valgono molto meno delle partecipazioni che detengono; le azioni di risparmio meno delle ordinarie; e spesso, le società operative alla base delle piramidi sono sottovalutate rispetto ad analoghe aziende europee. Per gli azionisti è un danno grave. Leggi e regolamenti hanno già fatto molto per limitarlo. Potrebbero essere ancora migliorate; ma è dal mercato che deve venire la sanzione più severa a questa inefficienza del capitalismo nostrano.

Ipervenduto ? Indica solo un Mercato debole - gzibordi  

  By: GZ on Sabato 11 Maggio 2002 03:03

interpretazione settimanale di Louise Yamada, capo analista tecnica di Solomon Smith Barney (una delle migliori del momento ha anche un libro "Market Magic"). Molto molto negativa. Mostra il TRIN degli ultimi 3 anni e dice che se è così estremo meglio non fidarsi. Anzi che un mercato che resta su livelli così bassi del TRIN per così tanto tempo è debole strutturalmente Anche qua, dal suo grafico si vede che solo a marzo 2001 era allo stesso livello raggiunto ora, ma per Yamada nell'insieme, mettendo assieme questo grafico con quello del dollaro e delle spread tra corporate e treasury, oro e così via "...we have not seen so much long term technical evidenve of structural reversals since 1981-1982.." insomma 1388 Nasdaq come minimo lo si raggiunge Di buono : estrazione di energia e "packaged food and meat" (kellog Heinz ecc...) (nel grafico è rovesciato rispetto all'uso solito)

un’ultima chance per scaricare - usemlab  

  By: usemlab on Venerdì 10 Maggio 2002 21:15

Intimamente credo di essere uno degli orsi più inferociti che ci siano in giro. Nei miei commenti, e non solo su questo forum, cerco di mantenere un certa moderazione solo per farmi ascoltare senza suscitare un rigetto totale nell’interlocutore. Se parti dicendo che il Nasdaq arriverà a 500 nessuno ti ascolta, generalmente ti danno solo del pazzo, proprio come mi accadeva nella seconda metà del 2000 quando vedevo Cisco facilmente a 20$… un target allora già catastrofico ma di proposito falsamente ottimistico mirato perlomeno a non far fuggire l’interlocutore dopo le prime parole. Nonostante questo, nonostante sia convinto che il nasdaq sprofonderà rispetto ai minimi di settembre, non mi aspettavo che si rigirasse in questa maniera. Mancano meno 30 punti e già chiudiamo il gap apertosi martedì. Ho letto l’intervento Dietrologia, e quando il mercato si rigira sono sempre il primo a urlare scherzosamente: ecco Greenspan che comincia a comprare. Sono ovviamente al corrente delle unconventional weapons che la FED ha ammesso di utilizzare e, che ci sia stato o meno l’intervento della FED, a questo punto lancerei una seconda dietrologia interessante: il mercato stava scendendo oramai da due settimane (dal 17/4 al 7/5 –13%), e si stava rischiando una accelerazione verso il basso piuttosto seria. Davanti a questo scenario, “qualcuno” e con “qualcuno” indicherei generalmente le mani forti del mercato, ha trovato sui numeri di CISCO l’occasione di lanciare un rally irresistibile per succhiare dentro il maggior numero di gente possibile e avere in tal modo un’ultima chance per scaricare grossi volumi a prezzi che stavano diventando già un amaro ricordo. Per ora resta solo una provocazione, verrà confermata dalla direzione dei prossimi giorni, ma già vedo, tante, anzi troppe azioni chip del nasdaq quotare sotto i prezzi pre fuochi d’artificio, a parziale conferma di quanto detto. Francesco

HUMOUR - gzibordi  

  By: GZ on Venerdì 10 Maggio 2002 15:20

Un nuovo studio ha dimostrato che allattare al seno rendi i bambini più intelligenti. Questo è ironico, considerando che fissare dei seni istupidisce un uomo. L'ex-presidente Bill Clinton è stato invitato a un viaggio diplomatico per la pace a East Timor, un posto lontanissimo e talmente piccolo che nessuno sa neanche dove si trovi. Clinton è stato con delle assistenti della Casa Bianca più grosse di Timor.

La FED non è ingenua. - massimo  

  By: massimo on Venerdì 10 Maggio 2002 11:56

Mercoledì oltre ad avere +7% il nasdaq abbiamo avuto +300 punti di dow e secondo me questo è uno dei casi in cui se in passato più volte si è avuto bear market dopo 300 punti di dow, non è significativo, perchè bisogna anche vedere se si sono avuti dopo un lungo calo degli indici o dopo un lungo rialzo che potrebbe significare il rialzo finale, quindi è più importante vedere QUANDO abbiamo il forte rialzo, che se dopo questi rialzi in passato si è avuto un mercato toro o orso. Dimostrazione pratica: il 24 o 25 settembre abbiamo avuto +300 punti di dow, il nasdaq non ricordo ma deve essere stato forte anche lui, e dopo abbiamo avuto il forte rialzo degli indici per ben TRE mesi, quindi dopo i 300 punti avuti mercoledì, vista la grossa presa di beneficio avuta dopo il rialzo autunnale, direi che per il punto in cui è caduta la giornata è più probabile avere un rialzo come quello dopo il 24 25 settembre, perchè in entrambi i casi veniamo da un lungo calo degli indici, ciao massimo peppe

Dietrologia : E' Stata La Fed A Comprare - Gaetano Evangelista  

  By: Missing4 on Venerdì 10 Maggio 2002 11:19

Se così fosse, si rivelerebbe un tantino ingenua. Nelle altre 7 circostanze, in questo bear market, in cui il Nasdaq ha chiuso con un rialzo del 7% o superiore, il seguito non è stato molto incoraggiante...

HUMOUR - Gzibordi  

  By: GZ on Venerdì 10 Maggio 2002 03:50

E’ uscito un nuovo studio ufficiale che ha trovato che il governo spreca il denaro dei contribuenti. Lo studio ha richiesto 8 anni ed è costato un miliardo e mezzo La settimana scorsa il papa ha convocato tutti i cardinali a Roma. Non volevano mancare la performance dei ragazzini del coro dell'opera di Vienna E’ uscito un altro video di Usama Bin Ladin. Non ho fatto a tempo a vederlo, ma vediamo se indovino: è seduto in un grotta o dietro una grossa roccia e minaccia una strage. Ci sono andato vicino ? La settimana scorsa il papa ha convocato tutti i cardinali a Roma. Volevano mettersi d'accordo per dare tutti la stessa versione dei fatti Yasser Arrafat ha finalmente lasciato il suo bunker ieri dopo due mesi di blocco. E’ stato un momento toccante mentre alzava la mano ai prossimi candidati kamikaze. C’è stato un nuovo annuncio in Vaticano, il Papa ha dovuto ordinare un nuovo set di comandamenti. Un esibizionista è stato arrestato in inghilterra per essersi esposto mentre passava la limousine della regina Elisabetta. E’ stato condannato a un anno di osservazione forzata della regina mentre è nuda La National Science Society ha annunciato che il 70 percent degli Americani non comprende la scienza. L’altro 30 percento non capisce cosa significhi 70 percento La fiducia è quella sensazione calma, rassicurante che si ha prima di cadere a faccia in giù Modificato da - gzibordi on 5/10/2002 1:58:26

dietrologia : e' stata la fed a comprare - Gzibordi  

  By: GZ on Venerdì 10 Maggio 2002 02:25

c'è chi sospetta che dietro al rally di ieri a wall street ci possa essere stata la FED cioè che sia intervenuta direttamente sul mercato comprando titoli Indizi ? i) il rally si è svolto senza nessuna pausa, nemmeno minima, nonostante si sia sentito di diversi grossi operatori che a metà giornata vendevano (solo la FED ha questo tipo di potere d'acquisto per spazzare il mercato) ii) sono stati colpiti in modo scientifico con acquisti tutti i titoli su cui le % di scoperto erano maggiori, uno per uno (questo ricorda molto bene la tecnica che le banche centrali usano sui cambi per fargli cambiare direzione e qui direi che qualcosa sembra anche a me vero per quello che ho visto diverse volte sullo yen ad es.) ------------------------------------------------- This kind of a rally was extraordinary ... so extraordinary that I have to consider buying power outside of the bounds of the usual technical, short-covering bear market rally variety," he said. "And I can't help coming to the conclusion that covert Fed intervention may have been present today." As I said late Wednesday in RealMoney's Columnist Conversation, that's a delicious conspiracy theory because, like all great conspiracy theories, it can't be proved or disproved. But as the minutes of the FOMC's Jan. 29-30 meeting revealed, the Fed has discussed "unconventional" steps it could take in a zero or very low interest rate environment. Theoretically, these steps could entail open market purchases of equity futures in an effort to give the market a lift and compel short-sellers to cover. Maybe they decide to "test" them Wednesday? "Whoever or whatever was buying yesterday targeted the shorts in the equity and futures markets, which reminded me of my days as a prop foreign exchange trader ... when the Federal Reserve or the Bank of Japan, or the Bundesbank entered the [foreign exchange] market to support or 'redirect' their currency by relentlessly driving the shorts out of their accumulated large positions," recalled Michael Paulenoff, founder of 2MStrategies.com. "My gut tells me that yesterday's relentless action hinted at that kind of buying power -- and lord knows, the up move came at a very vulnerable time for U.S. stocks, the U.S. dollar and the U.S. economy." Paulenoff denied having any knowledge of such activities, but noted there was nary a "hiccup to the downside" Wednesday even though many traders claimed to be selling into the rally. Fed officials don't speak to the press during weeks of FOMC meetings, so they're not talking -- not that they would ever admit to such activities if it were true. But if there is "any grain of truth" to theory, and "the 'powers that be' are intent on keeping the upside pressure intact," Paulenoff expects "to see tail winds from yesterday's advance propel stocks higher for a while, until more of the huge short position is knocked out." Edited by - gzibordi on 5/10/2002 1:36:27

Fondo Africano - gzibordi  

  By: GZ on Mercoledì 08 Maggio 2002 15:00

è stato chiesto per mail ( e forse anche nel forum ma non l'ho visto) notizie del fondo Morgan Stanley Africa, uno dei due unici fondi comuni suggeriti (in febbraio, vedi ^E l'AFRICA ?#http://www.cobraf.com/abbonati/articolo.asp?id=6257^) Il fondo il 23 aprile è stato tolto dal listino, e Bridge mi dice che ha cambiato simbolo e ora è sotto X.AFF non so il motivo, non lo seguo come un titolo e in questo caso occorre controllare sul sito di Morgan Stanley non ci sono problemi da quello che si vedeva dalle quotazioni fino al 23, anzi, ma non è più quotato al nyse e occorre informarsi direttamente da Morgan Stanley per le modalità di riscatto o altro

Negativo su SUN - gzibordi  

  By: GZ on Martedì 07 Maggio 2002 22:55

questo è un commento molto perspicace sul perchè SUN stia crollando in sostanza JAVA che hanno creato sta cannibalizzandoli e sempre più gente li vede in via di sparizione Jim Seymour Sun: Did They Do It to Themselves...? 5/07/02 11:23 AM ET Smart comments in an e-mail from RealMoney.com subscriber and frequent correspondent John Heilbronn: "Here's a thought for you: Which company created a product intended to dislodge a tough competitor, only to have it boomerang and destroy its own business? I think may be watching the end of SUNW. They don't make much money from Java, and it, combined with Linux, is taking more market share from SUNW than MSFT. What happens to Java if SUNW collapses? Who will own it, and allow modifications? Java will become a platform managed by committee... I am willing to guess that business magazines and books will offer interesting commentary on how SUNW created its own monster, which ultimately destroyed the company, courtesy of Linux. The top execs see it coming, which is why they are leaving, IMHO."

Ultime notizie da Bin Laden - gzibordi  

  By: GZ on Lunedì 06 Maggio 2002 01:20

di tutto quello che si può trovare in giro sul terrorismo www.stratfor.come e www.debka.com (che ha come fonte l'intelligence israeliana) sono quelle che sembrano esser state più informate. Le ultime notizie convergono nel rilevare che Bin Ladin è nel kashmir musulmano e che chi lo ha aiutato sono quelli che lo avevano sempre appoggiato negli ultimi anni, cioè elementi dei servizi segreti pachistani, e che sono gli stessi che poi hanno ingannato a Tora Bora gli americani facendolo uscire indenne dall'attacco. Sembra che dopo la purga dei servizi segreti pachistani che Musharraf ha fatto su spinta dell'america questo mese alcuni di questi elementi siano passati direttamente con Bin Ladin in Kashmir. Come diceva Warren Buffet oggi alla convention annuale del suo fondo a Omaha parlando delle assicurazioni, occorre prepararsi a altri attentati ------------------------------------------------------ May 5: Osama bin Laden, his deputy, Ayman Zawahiri, and their top lieutenants were reportedly sighted last month at different places between the Little Pamir panhandle of northeastern Afghanistan, the Hunza region of Pakistani northwest Jammu and Kashmir, and the north Pakistani Karakoram Mountains further to the south – according to DEBKA-Net-Weekly’s exclusive intelligence sources. Despite the fierce campaign waged against him – notably in the Tora Bora cave complex of Afghanistan last December – the world’s most wanted terrorist appears to be alive and kicking. Those sources stress that bin Laden has in no way changed his appearance. The wanted terrorist chiefs appear to have established a new territorial base in these inaccessible regions, aided by the very Pakistani ISI intelligence officers whom President Pervez Musharraf purged earlier this year at US insistence for their pro-Taliban proclivities. Those ex-officers manned Pakistan’s Inter-Service-Intelligence’s Afghanistan Desk, which the United States demanded dismantled, accusing its staff of frustrating the US-led anti-terror campaign in Afghanistan and sabotaging every attempt to seal off the Afghan-Pakistan escape route. Some of the fired men were re-assigned to army units in remote parts of Pakistan; 500 were forced into early retirement – and many hired themselves out to bin Laden. They have now set up for the al Qaeda chiefs a mobile operational command center that affords them control of the terrain and safety from hostile incursion by, say, US special forces. Intelligence sources in Kashmir who spoke with DEBKA-Net-Weekly on condition of anonymity said these officers used their good connections in Pakistan and with tribal and village leaders to set up Bin Laden’s new base in north Kashmir and Little Pamir. It cannot compare with the formidable system of camps and facilities al Qaeda commanded in central and western Afghanistan under the Taliban. On the other hand, the Saudi-born terror leader now holds sway over a weighty strategic asset, daunting to fight over or even access. Till now, the US war effort in Afghanistan focused on toppling the Taliban and taking control of the main towns as well as the routes linking them. Bin Laden and his command level have consistently eluded pursuit. Now that he has put down new roots in one of the most forbidding and rugged areas in the world, our sources say that to go after bin Laden, the Americans would need the help of at least four governments of the countries abutting on his retreat – Russia, China, Pakistan and India. Those nations have disparate interests in the area.

SuperSettore - massimo  

  By: massimo on Domenica 05 Maggio 2002 12:54

Scusate la freddezza, ma la borsa deve essere affrontata con freddezza. L'anno scorso per via della recessione sono andate bene auto usate perché la gente deve pur viaggiare, case funerarie e prigioni perché sottovalutate e per l'aumento delle persone che non possono spendere e non si curano o diventano criminali. ORA con la ripresa dovevano andar bene altri settori più positivi moralmente, ma non succede perché la ripresa é a scatti, quindi la cosa che ne può trarre più beneficio sono GLI ALCOLICI E SUPERALCOLICI per via dello stress e l'incertezza dei mercati finanziari , dei posti di lavoro e delle attività varie, quindi la totalità della popolazione é affetta dall'incertezza e l'aumento del consumo dei superalcolici é scontatissimo, specie in USA dove sono molto popolari. La riprova é il grafico di BUD produttore della famosa birra, ho cercato di trovare il jack daniels ma non ci sono riuscito, conoscete il nome dell'azienda e se é quotato??? Trovate un po' di titoli di alcolici e fatemeli conoscere che faccio un po' di ricerche. grazie ciao massimo

Grafico Dollaro - Ale  

  By: Ale on Mercoledì 24 Aprile 2002 18:37

Grafico.

Gurada in alto...no ora guarda i telefoni. - massimo  

  By: massimo on Mercoledì 24 Aprile 2002 11:32

A volte meglio la recessione come l'anno scorso, almeno si sapeva di dover comprare settori che vanno bene con quello scenario. Ora invece abbiamo la ripresa ma i difensivi calano perchè sono saliti troppo, e gli altri perchè la ripresa è lenta. A me sembra di ricordare uno scenario di molti decenni fa quando ci fu il boom delle compagnie aeree negli USA, cioè per le grandi distanze ci fu uno sviluppo enorme delle compagnie aeree e tutti ne compravano i titoli per gli scenari di crescita illimitata, ma nonostante gli usa hanno un enorme territorio alla fine le compagnie erano troppo anche per tutte le loro distanze e cominciarono a dover fare talmente tanti sconti che molte fallirono e quelle che sono sopravvissute sono rimaste con una quota pro capite di mercato piccola sebbene nel totale il mercato dei trasporti aerei in USA è enorme e in continua crescita, quindi anche oggi, a distanza di decenni dalla selezione, grosse perfomance da questo settore come erano abituatio decenni fa non sono possibili. QUINDI mi viene un dubbio, e se con le telecomunicazioni fossimo davanti allo stesso scenario?? La risposta alla storia, ma di certo che anche a volersi sviluppare all'infinito, le telecominicazioni, per quanto ci siano nuovi prodotti e opportunità di crescita, queste non bastano per il grosso numero di operatori e perchè il ricambio tecnologico cammina ad una velocità moltissimo più lenta che l'innovazione come è stato per la diffusione di internet, quindi il famoso bottom in cui tanti ci cimentiamo nella ricerca per prendere ai minimi aziende buone, potrebbe essere lo ZERO su molte di esse, e le altre potrebbero cominciare a crescere solo quando il falliomento di alcune potrebbe lasciar loro spazio libero, oppure se sopravvivono tutte la crescita sarà modesta ancora per molto e pur in presenza di una ripresa che possiamo individuazre nella piccola distanza del DOW dai massimi, per la sua larga rappresentanza di old economy, poi il netto totale della crescita potrebbe dar ragione ai pessimisti per via del danno fatto dalle telecomunicazioni. Quindi come è vero che dopo l'11 settembre si diceva: se vuoi guardare a dove va la borsa guarda in alto, perchè se vanno benen le compagnie aeree che sono state le più danneggiate il resto volerà, ora si dovrà guardare a cisco nortel lucent per vedere dove andrà la borsa,perchè queste possono frenare i listini o rilanciarli ciao massimo peppe

la strategia "Being There" ("esserci") - gzibordi  

  By: GZ on Martedì 23 Aprile 2002 02:59

Ho ricopiato nel forum il pezzo del solito James Glassman (tiene la colonna di finanza del "washington post", ha scritto diversi libri di investimento ecc...) -------------------------------------------------------------- James K. Glassman Sunday, April 21, 2002; Everyone's favorite high-tech energy company goes bankrupt. Oil prices rise. The Middle East erupts. Housing starts drop. The federal surplus turns to deficit. Skeptics target the world's most valuable corporation. The New York attorney general claims massive fraud by stock analysts. What a mess! Yet on Tuesday, with no warning, the Dow Jones industrial average shoots up 208 points, its biggest gain in seven months. The tech-heavy Nasdaq, Japan's Nikkei, Britain's FTSE, South Korea's Kospi and practically every other market in the world score handsome increases as well. Why? Pundits point to a few decent earnings reports ("Better-than-expected results at General Motors and Sprint goosed the blue chips," indelicately wrote Igor Greenwald of SmartMoney.com), apparent Mideast progress and scattered upbeat economic numbers. But pay no attention to these attempts at explanation. No one can consistently predict the short-term ups and downs of stock prices. Even at the end of a day like Tuesday, it's rare that anyone can explain why the value of the tens of thousands of companies listed on the world's exchanges rose, on average, by about 2 percent. "I never have the faintest idea what the stock market is going to do in the next six months, or the next year, or the next two," the most successful investor of the 20th century wrote in Fortune magazine last December. And if Warren Buffett hasn't the faintest idea, why do you think you do? Don't despair. The short-term unpredictability of the market dictates a simple and effective strategy for small investors. I call it "Being There." Since, by their nature, stocks are prone to dramatic, unexpected moves, the trick is to stay invested all the time. Jumping in and out of the stock market -- even during periods when you might think shares are overvalued or the world stage is overwrought -- is a sure recipe for poor performance. The most powerful evidence for Being There is a study called "Quantitative Analysis of Investor Behavior," updated every June by Dalbar Inc., a Boston research firm. Using a sophisticated computer model, the study looks at cash flows into and out of mutual funds and determines the real-life returns achieved by small investors. The study, says the firm, "was the first to investigate how mutual fund investors' behavior affects the returns they actually earn." The results are heartbreaking. Between 1984 and 2000 (the most recent figures), stock-fund investors achieved average returns, including dividends, of just 5.3 percent a year. But investors who simply bought and held the stocks of the Standard & Poor's 500 index, a proxy for the market as a whole, achieved average returns of 16.3 percent a year. In other words, over the 17-year period, the typical investor's initial $10,000 grew to $24,000 while $10,000 invested in the S&P grew to $140,000. Why the gigantic difference? Bad market timing, pure and simple. The problem was not that investors picked the wrong mutual funds but that they jumped in and out of the market -- and weren't around when the biggest gains were made. "Investors follow the trend in an intuitive way," Louis Harvey, president of Dalbar, told me. "They start piling their money in when markets are up, and they tend to stop piling it in when things are soft, as they are now." Actually, Harvey said, the data show that investors are getting better. "As a group, they have become more tolerant" of risk, he said. Still, the results since 1984 are truly abysmal. The average frenetic investor would have done better by simply stashing money in Treasury bills, which returned 5.8 percent annually during the period. Professionals who employ market timing as an investment strategy don't do much better than amateurs. Timer Digest, a newsletter edited by Jim Schmidt, follows the actual buy-and-sell recommendations of newsletters that provide their readers with market-timing advice. For the 10 years that ended Dec. 31, 2000, only one newsletter out of the 112 that Schmidt follows managed to beat the S&P 500 benchmark. That newsletter was the Blue Chip Investor, edited by Steven G. Check of Check Capital Management in Costa Mesa, Calif. And Check, who beat the S&P by only a few tenths of a percentage point annually, writes in his utterly sensible list of seven "Realities and Expectations" for clients: "We aren't in the business of forecasting the economy or short-term market moves. The future is never clear. We don't buy or sell stocks based on what the market may do." Does Check sound like a certain sage from Omaha? It's no coincidence. According to Check Capital's Web site (www.checkcapital.com), the company "manages your assets under an investment philosophy like that of investment giant Warren Buffett." In fact, Check is not really a market timer at all, which means that the final score is Market 111, Timers 0. Okay. If the Being There strategy is so effective, then shouldn't all investors just buy a bunch of index mutual funds, instruct their banks to feed new money into those funds every month or quarter, and then just relax and rake in the profits? Well, yes. Another choice is buying exchange-traded funds, which are portfolios that are bought and sold just like individual stocks on major exchanges. Each ETF tracks an index. For example, Standard & Poor's Depositary Receipts (which trade on the American Stock Exchange under the symbol SPY and are nicknamed "Spiders") track the S&P 500, as do iShares S&P 500 (symbol: IVV). Diamonds (DIA) mimic the 30 stocks of the Dow Jones industrial average and trade at 1 percent of the price of the Dow (when the Dow is 10,300, a share of DIA costs about $103). There are ETFs that track the small-cap Russell 2000 index (IWM) and ETFs that track the S&P Europe 350 (IEV) or the global MSCI EAFE index (EFA). A major appeal of these ETFs -- as well as of many index mutual funds -- is their low expense ratio. They charge investors an average of about 0.2 percent, or 20 basis points -- compared with 140 basis points for the average fund managed by a real human being. That's a huge difference for long-term investors. The Securities and Exchange Commission offers a handy calculator on its Web site (www.sec.gov/investor/tools/mfcc/get-started.htm) that figures total mutual fund expenses over time. For example, I assumed an investor started with $10,000 and got returns of 11 percent annually (the historic average) for 10 years. With yearly expenses of 1.4 percent, the $10,000 grew to $24,660, but with expenses of 0.2 percent, it grew to $27,831 -- or 13 percent more. Don't forget, however, that you have to pay your broker a commission to buy an ETF while you can go directly to a firm such as Vanguard to purchase an S&P 500 index fund with a low expense ratio. (Both Spiders and Vanguard Index 500 charge 18 basis points in expenses.) Also, be aware that, while ETFs and index funds are attractive, they will never beat the indexes -- which is a feat that good mutual fund managers can accomplish. After accounting for expenses, over the five years ended March 31, the Vanguard Index 500 fund returned an annual average of 10.1 percent, but such core funds as Torray (14.1), Janus (10.3 percent), Legg Mason Value Trust (15.1 percent), Fidelity Growth (12.7 percent), T. Rowe Price Capital Appreciation (13.7 percent) and Vanguard's own Growth & Income (11 percent) did even better. The third choice is your own portfolio of stocks. The trouble is that you need to buy at least 30 different companies, spread across a dozen or more sectors, to get safety through adequate diversification. For most small investors, that's far too many. My advice is to do what I do: Own about a dozen stocks plus a few ETFs or index funds plus managed funds. But mind these two rules: • Invest in stocks, ETFs and stock funds only if you can keep your money in the market for at least five years. Equities are too volatile for periods that are shorter. • Stay invested the entire time. Yes, you should sell a stock if the underlying business has deteriorated. But quickly replace it with another stock. The times you are out of the market are far more dangerous to your wealth than the times you are in it. Just last week, I received a newsletter from Franklin Templeton Investments that underlined, once more, the importance of Being There. Over the 10 years ended Dec. 31, 2001, the S&P returned an annual average of more than 12 percent. But an investor who missed merely the 10 best days out of the approximately 2,500 trading days during that period would have achieved returns of just 8 percent. An investor who missed the 20 best days, about 4 percent; the 30 best days, less than 2 percent. No one can tell in advance which days these will be, so the best strategy is to own a diversified portfolio of stocks during each and every one of them. James K. Glassman's new book is "The Secret Code of the Superior Investor."

Tassi di interesse a breve e lungo - polipolio  

  By: polipolio on Lunedì 22 Aprile 2002 00:18

Togliendo il colore mi pare che dica 1. le imprese si sono indebitate a breve, o con i soliti strumenti (commercial paper, scoperto di conto etc) o con gli interest swaps 2. Per questo sono a rischio tassi 3. Per proteggere l'economia reale G. sarà cauto ad alzarli 4. Quindi la curva dei rendimenti resterà ripida, il mercato toro dei titoli long term è finito, il $ sarà debole e se si vuole guadagnare qualcosa si devono cercare gli spread (emerging mkts etc.) io però commenterei ai singoli punti così: 1. sarebbero idioti se avessero fatto diversamente. (perché pagare il 6/7% quando si può pagare l'1.75?). Inoltre in un periodo non felice per l'autofinanziamento e per la raccolta sul mercato primario uno che fa a parte che indebitarsi? 2. Vero, ma è anche vero che se i tassi dovessero crescere quanto è previsto dai rendimenti impliciti nella curva, bisognerebbe immaginare o un problema SERIO sulle materie prime o un economia che gira a 1000. In questo secondo caso i vantaggi sul reddito sarebbero presumibilmente tali da controbilanciare abbondantemente l'effetto costo del debito. E' ovvio d'altronde che l'economia, come sistema dinamico, non premia e non punisce tutti secondo la MEDIA ma CON FORTI DIFFERENZE rispetto alla media 3. E chi ha detto che i tassi alti sono un bene? Piuttosto c'è da capire perché i tassi a lunga restano alti 4. le conclusioni mi sembrano invece da condividere: se i tassi l/t non sono scesi finora perché dovrebbero farlo? Il $ -su base tase tassi- non può apprezzarsi e i tassi a breve non sono remunerativi, finora.

Lettura Consigliata per il weekend - gzibordi  

  By: GZ on Domenica 21 Aprile 2002 03:22

Ogni volta che Bill Gross pubblica il suo Outlook occorre leggerlo. Gross gestisce PIMCO, il più grosso fondo del mondo, 240 miliardi di dollari in obbligazioni, un fondo che ha reso in media sul 9% negli ultimi 20 anni. In pratica, assieme a Warren Buffett, è al momento il personaggio più importante nel mondo in finanza. Con un suo commento negativo ha fatto cedere General Electric del 15% questo mese. Qui sotto dice una cosa molto importante per le obbligazioni e le borse ------------------------------------------------------------- William H. Gross , PIMCO------------------------- ................Mr. Immelt (GE CEO)...... said the following: “And so while, you know, a move into long-term debt will increase our funding costs slightly,…it has nothing to do with the spread between commercial paper and long-term debt because we swap into matching funds. So you know the incremental cost is de minimus.” De minimus? How could moving $11 billion from 13/4% commercial paper to 61/2% debt be “de minimus?” At first blush, it appears to be an annual increase in interest expense of about $500 million dollars, which as Everett Dirksen might have said is “real money.” But Immelt could be right if in fact they “swap” that long-term debt back into short-term floating rate paper - but only he and his Treasurer know that. This stuff is complicated folks, so I will go no further down this “swappy” trail other than to say that GE’s actual increase in interest expense might temporarily be limited to say $70 or 80 million not $500 million – if in fact they’re using interest rate swaps. And that is where I came upon what might be another brandie – and this too is where I shall leave the GE saga and move on to the broader context of Corporate America which is what I intended to do in the first place. The fresh idea (although it’s been lying in the grass for years now) was that if lots of corporations were doing the same thing, then the short-term Fed Funds rate is driving the economy. Now that of course is no brilliant observation, it has been thus for eight decades or so with a temporary disconnect in the 1940s for wartime finance. But when a creation of the last 10 years – the interest rate swap – makes it possible for Corporate America to term out their debt and still pay near commercial paper rates, then that’s a revelation – or better yet, a revolution. It means that short-term rates are even more critical to the profitability of Corporate America - to the level of the stock market - to the growth rate of the American economy than ever before. It means that Alan Greenspan dare not raise interest rates too much or risk sinking the stock market and the economy once again; it means that because his ability to raise short rates is limited, that ultimately inflation may be higher than it otherwise would be in a still near deflationary world; it means that bond investors should do certain things and not do others. And that, dear readers, is a bagful of brandies – not in the creek, but lying half-hidden in the tall grass. Explain please. Well, explanations should include proof but when it comes to the interest rate swap/derivatives market, the evidence is nearly impossible to come by. According to recent data by the Bank for International Settlements (BIS), worldwide swaps outstanding (mainly U.S.) total over $43 trillion. That’s a hunk-a-hunk of love folks: love for derivatives that in the corporations’ case may serve to reduce interest rate costs in the short run, but increase exposure/risk in the long run. Try finding these swaps detailed by amount and purpose in a 10K or annual report though. Even Sherlock Holmes couldn’t find something that wasn’t there. So I sleuthed in a different way. The following two charts show nonfinancial corporate debt and nonfinancial corporate interest expense – both as a function of annual corporate cash flow. It seems reasonable to me that if recent debt levels have risen to record highs while interest expense remains well below 1990 peaks, then corporations have got to be loaded with lots of short-term debt exposure even as they supposedly “term out” their commercial paper. Short rates have dropped from 8% to 2% since 1990 while long rates have only declined 200 basis or so. The dampening influence which permits corporate interest expense as a percentage of cash flow to appear so benign in Chart 2 has got to have come from lower short, not long rates, which in turn have resulted from large amounts of commercial paper/bank debt/ or – which is the hidden link - long-term debt “swapped” back into floating. Corporate interest expense truly does appear to be “de minimus” and probably because of swapped liabilities into the front-end of the yield curve. De minimus is as de minimus does, or better yet, de minimus is as long as short rates stay low. But corporations, which load up on the short side with visible CP, bank debt, or invisible swap lines, are truly taking an open-ended risk of loss. Swaps hold no magic really – if short rates move up, one side loses while the other gets paid and if corporations with short-term liabilities are on the losing side of that trade then profits, the stock market, and the economy all feel it when the Fed marches upward. An increase of 175 basis points in short rates from 1999 to the fourth quarter of 2000 was a factor in causing a mild recession in 2001. Does Greenspan dare do more in this next tightening cycle? Nay – he will do less once the 9/11 emergency reductions have been taken back to a more normal 3% or so. Too many big time “players” on the short side. The systemic risk is certainly anything but de minimus. And because Greenspan must keep short rates relatively low, the risk of inflation in future years will be greater than otherwise, the yield curve will remain more positively sloped than otherwise, and the dollar will ultimately be weaker than otherwise. Bond investors should therefore continue to emphasize the front-end of the yield curve, avoid long-term bonds and keep durations close to index levels. As explained in the January Investment Outlook, the bond bull market is over and “spread” strategies employing mortgage, corporate and emerging market debt should dominate near term. These are the brandies of the moment. Intelligent investors will know how to cash them in, but the price these days has moved far beyond the fifty cents standard of my vanished youth.

siamo in troppo pochi a essere ansiosi - gzibordi  

  By: GZ on Sabato 20 Aprile 2002 00:08

allo scopo di ridurre la volatilità del portafoglio VENDO BRCM a 38$ ---------------------------- io vendo titoli nasdaq e compro argento persino Beppe vende la sua solita Broadcom con la scusa della volatilità per fortuna che ci siamo noi due a raffreddare un poco il sentiment perchè qui invece se si guarda il portafoglio di suggerimenti del forum qua a sinistra si va ancora per il 70% su titoli nasdaq senza mai scoraggiarsi (con lodevoli eccezioni come imagine e banshee) inoltre nessuno più fa l'orso menagramo pessimista (solo un poco rael sul fib30 mi sembra) e addirittura qui si compra Microsoft dopo che wall street l'ha pompata oggi a sfinimento, per compensare i risultati poco brillanti annunciati speriamo bene, ma siamo in troppo pochi a essere ansiosi e scettici

Il meno previsto è lo zero percento - gzibordi  

  By: GZ on Venerdì 19 Aprile 2002 15:16

è un calcolo matematico l'intervallo di valori (per il rendimento dell'S&P 500 nel 2002) PREVISTO DAL NUMERO PIU' BASSO DI STRATEGISTI DI WALL STREET è quello che ha più probabilità di verificarsi per il 2002 è quello di -5% +5% CIOE ZERO PERCENTO