By: traderosca on Martedì 28 Aprile 2015 11:50
Italia: derivati ci sono costati 17 miliardi. Regalo alle banche e non è finita! Buco
clamoroso. Tutto in gran segreto senza poter idenfiticare responsabili. Tra i gestori
che si sono succeduti Draghi, Siniscalco, Amato e Tremonti.
Negli ultimi quattro anni i derivati sono costati all'Italia
16,9 miliardi. E non è finita qui: si profila un salasso ancor più elevato in futuro,
che non è condiviso dal debito pubblico di altri paesi.
È quanto denuncia la trasmissione Report.
Nel solo 2014 i contratti derivati, strumenti di finanza 'creativa', hanno pesato
negativamente sul bilancio pubblico per circa 3,6 miliardi, secondo i dati Istat.
Per entrare nell’euro, secondo il patto di stabilità e crescita (PSC) sottoscritto nel
1997 dagli stati membri dell'Ue, bisognava avere un deficit del 3%.
In Italia - che non era la sola a sforare il tetto - era del 7,4%. Uno dei metodo
utilizzati per poter rientare nei paramentri è stato il ricorso all'uso di contratti
derivati, comprati per esempio da Morgan Stanley.
Ancora oggi e nel prossimo futuro lo stato dovrà pagare con miliardi di euro gli effetti
collaterali di contratti stipulati a partire dagli Anni 90.
"Secondo le voci rassicuranti dei nostri ministri - dice il programma Rai - si tratta
solo di un'assicurazione sul nostro debito (i titoli derivati in fondo servirebbero a
questo )". Ma la situazione non è così sotto controllo come si vuol far credere.
Come ha portato alla luce il giornalista investigativo Claudio Gatti in un'inchiesta
pubblicata sul Sole 24 ore, l'operazione è di fatto "un favore alle banche d'affari
internazionali, un buco clamoroso per le nostre casse" al suon di miliardi pagati ogni
anno.
Nell'articolo si parla anche di ministri e vice responsabili dello scandalo, che dopo
aver sbagliato tutte le previsioni su Pil e crescita "girano la porta e trovano un posto
di lavoro presso le stesse banche".
"Le banche avevano esperti abituati a strutturare e valutare derivati molto complessi,
mentre il Tesoro era alle prime armi".
Insomma, dice l'inchiesta del Sole, è stata fatta "una scommessa altamente rischiosa,
resa ancora più imprudente da una clausola che concedeva alle banche la chiusura
anticipata" dei contratti.
A parte l'errore enorme, emerge che tutto è stato fatto in segreto e senza che sia
rintracciabile un responsabile: "I contribuenti hanno pagato operazioni finanziarie
fatte dai gestori del debito senza essere mai state rese note, né tanto meno spiegate"
e le decisioni sono avvenute "senza un vero titolare», cioè da dirigenti e tecnici che
rispondevano solo al direttore generale o al ministro del Tesoro in carica".
Il Sole elenca chi si è succeduto nei posti al Tesoro nel periodo durante cui i contratti
sono stati firmati: Mario Draghi, Domenico Siniscalco, Giuliano Amato, Carlo Azeglio
Ciampi, Giulio Tremonti e Tommaso Padoa-Schioppa.
Quest'ultimo oggi è deceduto, Draghi è supergovernatore a Francoforte, Siniscalco è
vicepresidente proprio di Morgan Stanley (curioso), Amato è alla Consulta, Ciampi e
Tremonti non hanno più cariche.
Uno di loro (o forse più di uno) è il responsabile politico di questo massacro ai danni
degli italiani. Ma "nessuno di loro si è mai fatto carico delle scelte tecniche fatte
dai gestori del debito".
Dopo le polemiche e i sospetti, il Tesoro ha annunciato un cambio di strategia che
consisterà nella ristrutturazione o chiusura graduale di alcune posizioni rivelatesi
troppo costose con il forte ribasso dei tassi di interesse.