By: gianlini on Sabato 20 Agosto 2016 14:43
Bisogna dire una cosa.
A Milano gli stranieri sono ormai il 25 % della popolazione, e stante il fatto che un altrettanto 25 % è fatto da vecchi pensionati, sostanzialmente si ha a che fare quotidianamente una volta su 3 o anche una volta su 2 con immigrati e non italiani.
Questo probabilmente fuori Milano non capita, e i vari Nello, Shera, Bull hanno molto meno contatti di me o di Anti.
Il barista che mi ha servito il caffè stamattina nella pasticceria Marchesi di via Montenapoleone, era di colore, efficiente ed educato come qualsiais altro barista.
L'edicolante che mi ha venduto i biglietti dell'ATM in piazza San Babila era un peruviano (quasi tutte le poche edicole rimaste sono in mano a sudamericani ora)....
L'autolavaggio dove porterò il taxi più tardi a pulire è gestito da rumeni, un po' rudi forse, ma efficienti.
Se fumassi e volessi comprarmi delle sigarette, con tutta probabilità mi dovrei rivolgere ad un tabaccaio cinese, oggi, che sicuramente è aperto.
Questo fa sì che quello che per noi è "normale", e cioè avere a che fare con un senegalese, o un marocchino o un rumeno, o un indiano, o un cinese, sia per loro ancora un po' un'eccezione o che riguardi ambiti molto ristretti. Noi ci rendiamo conto che nella stragrande maggioranza dei casi sono persone normalissime, come tutti noi. Loro hanno ancora quest'impressione che sia gente strana.
Per questo facciamo così fatica a capirci.