Tasse sul reddito

 

  By: gianlini on Giovedì 25 Aprile 2013 11:05

ma la colpa è dell'Olanda, mica dell'Italia o della Gran Bretagna e storicamente l'Olanda è stata sempre molto liberale dal punto di vista religioso, accogliendo personaggi piuttosto attaccati ad una certa origine storica.....

 

  By: Trucco on Giovedì 25 Aprile 2013 11:00

I politici dell'Aspen Institute, i funzionari pubblici che presenziano al Bilderberg, insomma gli infiltrati che fanno il lavoro sporco come il nuovo presidente del consiglio, ricevono dei compensi anche diretti o solo indiretti (tipo pressioni perché vengano fatti nominare ministri o presidenti?). Giovanni esisterà il modo di conoscere le tasse che (non) pagano le multinazionali come Google in % del reddito prodotto in Italia? Trovassimo la maniera di conoscere le % esatte di 10 multinazionali come Google e divulgarle potrebbe essere una bomba. Stupisce che a Grillo non sia neppure venuta l'idea... O forse no?

 

  By: Moderatore on Giovedì 25 Aprile 2013 02:30

Il CEO di Google ammette che in Inghilterra su 2.6 miliardi di sterline di utili Google non paga praticamente tasse, solo 6 milioni: ^"We pay £6m tax on £2.6bn UK profits, but that's OK"#http://www.independent.co.uk/news/uk/home-news/we-pay-6m-tax-on-26bn-uk-profits-but-thats-ok-because-we-help-startups-google-boss-eric-schmidt-under-fire-over-comments-on-corporate-tax-8582605.html^ Non paga tasse legalmente, usando lo stratagemma delle multinazionali, far passare gli utili in Inghilterra alla sussidiaria di Google in Olanda, la quale a sua volta li gira alla sussidiaria di Google nella Antille Olandesi dove non si pagano tasse (la legge olandese consente di trasferire i soldi alle multinazionali pagando meno dell'1% dell'importo trasferito) Il CEO di Google Eric Schmidt nell'intervista oggi ammette che non pagano tasse, ma dice che lavorando in Inghilterra (e in Europa) con le loro pubblicità online indirettamente sono utili all'economia..."..We power literally billions of pounds of start-ups through advertising networks and so forth...". Sicuro, chiunque lavori e faccia qualcosa è utile all'economia in generale...peccato che questo non sembra applicarsi a lavoratori e piccole imprese, solo alle multinazionali, i cui CEO fanno parte dei club ^Bildeberg, Commissione Trilateral o Aspen, in cui invitano la gente come Enrico Letta#http://cobraf.com/forum/coolpost.php?topic_id=5604&reply_id=123522643^ Ma in Italia succede lo stesso, anche qui Google genera almeno due o tre miliardi di euro di utili e non paga tasse e lo stesso succede con dozzine di multinazionali estere. Almeno i giornali e i politici inglesi ora ne cominciano a parlare, da noi non c'è nessuno (a parte questo sito...) che dica che molte multinazionali che operano e guadagnano in Italia evadono legalmente le tasse

 

  By: hobi50 on Lunedì 22 Aprile 2013 18:20

Ecco il motivo per cui il cittadino deve interessarsi della cosa pubblica. Altrimenti il potere di tassare ,prerogativa dello stato,può comportare spiacevoli conseguenze. In Italia la "cosa pubblica " è un concetto molto distante dal cittadino. Hobi

 

  By: gianlini on Lunedì 22 Aprile 2013 18:10

osacr, non mi interessa se uno è povero o ricco o nemmeno la percentuale di prelievo, se del 10 o del 90 % intererssa il principio, per cui lo stato può operare sulla tua ricchezza, sia in termini di reddito, che di patrimonio, come gli pare e piace senza barriere, limitless....

 

  By: traderosca on Lunedì 22 Aprile 2013 17:57

Gianlini,capito il discorso,però vi è un'altra persona che non paga nè il 50% né tasse sul patrimonio e quello è un ricco......

 

  By: gianlini on Lunedì 22 Aprile 2013 17:45

Oscar, forse l'allusione era troppo blanda intendo dire che come lo stato si arroga il diritto di prendermi il 50 % di quanto guadagno per saldare i suoi debiti verso i fornitori (fra i quali i dipendenti pubblici), così non vedo di cosa ci si debba scandalizzare se si arroga il diritto di prendermi parte del mio patrimonio per saldare i suoi debiti verso i detentori di titoli di stato

 

  By: traderosca on Lunedì 22 Aprile 2013 17:34

"mi stupisce che qualcuno lo possa avere qualche volta pensato....non esiste barriera fra il reddito che io produco e il numero di dipendenti pubblici che mi tocca mantenere...." Gianlini,Hobi,attenzione di non fare le statistiche dei polli,tu manterrai due dipendenti pubblici,ma altri con lo stesso reddito non ne mantengono neppure uno,anzi tu dovrai mantenere gli asili,scuole,ecc.ecc.per i loro figli.........quando il berlusca e tremonti dicevano che gli italiani sono ricchi,si riferivano a quella tipologia di italiani......perché quelli che mantengono i dipendenti pubblici ed altro...non sono ricchi......

 

  By: hobi50 on Lunedì 22 Aprile 2013 17:17

Gianlini ,stavamo o no parlando di somari ? Lei ed io ci tiriamo fuori ma ,ricordo,una buona parte dei berlusconiani ha avuto un sussulto di orgoglio quando Tremonti ha tirato in ballo la storia della ricchezza degli italiani e della seconda manifattura d'Europa. D'incanto le pezze al *** sono scomparse, lo spread non esisteva e ....il debito pure . Hobi

 

  By: gianlini on Lunedì 22 Aprile 2013 16:36

la separazione del debito dello stato italiano con il patrimonio degli italiani non può costituire una barriera sempre invalicabile. ---------- mi stupisce che qualcuno lo possa avere qualche volta pensato....non esiste barriera fra il reddito che io produco e il numero di dipendenti pubblici che mi tocca mantenere....perchè mai dovrebbe esistere invece fra debito e attivo?? boh...!

 

  By: hobi50 on Lunedì 22 Aprile 2013 16:15

Gianlini, era Tremonti non Berlusconi. Naturalmente siccome Tremonti non è stupido quando lo diceva sapeva di mentire, perché in quel momento il suo scopo era quello di tranquillizzare la moltitudine di somari per i quali la crisi era solo "psicologica ". Dicendo poi che "noi italiani eravamo ricchi " e che l'Italia era la "seconda manifattura d'Europa" ,portava "biada all'intelligenza dei somari ", per i quali stavamo gioiosamente percorrendo la via "berlusconiana alla felicità " in cui la crisi era psicologica e l'economia tirava alla grande con ristoranti ed aerei strapieni. Ed ovviamente il popolo di somari era ,ed è, lontanissimo dall'intuire che la separazione del debito dello stato italiano con il patrimonio degli italiani non può costituire una barriera sempre invalicabile. Anzi qualcuno riesce anche a stupirsi che ,in senso lato ovviamente , la ricchezza degli italiani è in qualche modo ipotecata ! Hobi

 

  By: gianlini on Lunedì 22 Aprile 2013 14:58

Roberto, sai che scoperta.....! eppure lo diceva anche Berlusconi, che essendo noi ricchi, i titoli di stato italiani erano sicuri... si è sempre saputo che la ricchezza era a garanzia del debito! solo Gano vorrebbe separare le due voci....

 

  By: Roberto964 on Lunedì 22 Aprile 2013 14:42

L'impagabile Paolo Cardenà fa notare COSA i nostri politici che vanno in mano con il cappello elemosinando investimenti in giro per il mondo, promettono a garanzia di tali investimenti: i nostri e vostri patrimoni. In mancanza di pagamento delle "rate", così come si fa per un qualsiasi mutuo NON onorato, si addiviene al "pignoramento" delle garanzie...che voi abbiate dato l'assenso o no, LORO, i nostri politici, hanno ceduto delle garanzie a nostro nome, promettendo che i debiti saranno pagati. <Quindi, in un certo qual modo, il patrimonio degli italiani, seppur in mancanza di un atto formale idoeno a costituire “ipoteca” o “pegno”, viene posto a garanzia dei prestiti che gli investitori concedono allo stato. Ciò è possibile grazie all’autorità che lo stato può esercitare nei confronti della popolazione. Mentre il reddito prodotto degli italiani costituisce il flusso di ricchezza che permette il pagamento degli interessi agli investitori. Quindi, lo Stato, forte della sua autorità che gli consente -attraverso l’imposizione fiscale- di considerare il patrimonio dei singoli cittadini a garanzia degli investitori, trasforma la ricchezza nazionale in una garanzia per gli investitori pronta ad essere escussa grazie all’autorità di cui lo stato stesso dispone e che si manifesta proprio nel prelievo fiscale, sia ordinario che straordinario in caso di imposte patrimoniali straordinarie.> http://finanzanostop.finanza.com/2013/04/22/italia-e-crisi-economica-prepariamoci-ad-una-patrimoniale/

 

  By: Roberto964 on Lunedì 22 Aprile 2013 13:43

<Ai tempi pensavo che l'Italia, guidata da Prodi-Amato-Ciampi avesse accettato un cambio Lira-Euro a 1936,...anziche' 1 a 1 come per il marco....> scusa Bertoldo, il marco cambiò grosso modo come noi: 2 marchi per euro

 

  By: bertoldo on Lunedì 22 Aprile 2013 01:37

Premetto che personalmente sono favorevole ad una uscita dell'euro e da questa europa in maniera pilotata nell'arco di 6 mesi. Tuttavia quando sento quelli che vogliono piu' Europa provo a dire loro OK! Sarebbe un sogno per qualsiasi imprenditore italiano potere avere un fisco unico, europeo, possibilmente tedesco! Dovremmo come prima cosa ABROGARE tutte le normative fiscali italiane ed ADOTTARE in toto quelle tedesche con relative PERCENTUALI DI TASSAZIONE. Visto che il costo della manodopera orario, in Germania e' superiore a quello italiano, otterremmo subito un vantaggio competitivo. Ora mi domando se a Napoli, in Campania, non si mettono in regola con la spazzatura, viene loro comminata una multa europea, sarebbe altrettanto giusto comminare multe europee a chi non adegua gli standard fiscali, giuridici, militari........ a quello che vorrebbe l'EUROPA!!!!! Chi non vuole unificare l'Europa dopo che ci e' STATO IMPOSTO IL GIOGO DELL'EURO? Chi si diverte a comminare multe a destra e a manca senza perseguire un disegno unitario? Chi ci sta prendendo per il C...LO? Sarebbe semplicissimo, visto che la Germania comanda, visto che e'la MIGLIORE, visto i suoi risultati, procediamo al semplice ANNULLAMENTO di tutte le LEGGI vigenti in ogni Stato ed adottiamo le LEGGI TEDESCHE!!! Un anno di rodaggio e via alla unificazione TOTALE Debiti e Crediti, Fisco Polizia, esercito... Ai tempi pensavo che l'Italia, guidata da Prodi-Amato-Ciampi avesse accettato un cambio Lira-Euro a 1936,...anziche' 1 a 1 come per il marco perche' avevamo piu' debito pubblico, che il medesimo confluisse tutto sull'Europa, unitamente a quello di tutti i paesi aderenti. Non ci venne mai raccontata la verita' circa il rapporto di cambio. Faccio notare che ai tempi dell'unificazione tedesca, il marco dell'est venne cambiato in parita' 1 a 1 con il marco dell'ovest (anche se ai tempi, sui mercati un marco ovest quotava circa 5 marchi est) Ma la nostra Lira allora valeva meno del marco dell'est? Ah quei birichini di Prodi-Ciampi... Stiamo a vedere cosa ci combineranno dopo il Napolitano bis? C'e' da stare ottimisti... Saluti Bertoldo