le italiane devono fare più figli, e gli immigrati devono tornare a casa - giorgiofra
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By: giorgiofra on Martedì 22 Ottobre 2013 13:24
Gianlini, forse non ti è chiaro il discorso: le italiane devono fare più figli, e gli immigrati devono tornare a casa loro, dove sono liberi di fare quel che gli pare.
Occorre che la popolazione italiana resti stabile, e non lo faccia attraverso l'immigrazione ma attraverso il giusto numero di figli per coppia.
Mi farebbe piacere che i miei eventuali nipoti possano ancora festeggiare il Natale a scuola, così come tutte le altre feste della tradizione italiana, e magari fare anche il presepe in classe. E questo non per un fatto religioso, ma per perpetuare quelle tradizioni senza delle quali un popolo perde la propria identità.
Ma noi italiani stiamo dimostrando la nostra intelligenza facendo in modo che i giovani con le palle vadano ad arricchire l'economia e la cultura di altri paesi, mentre li sostituiamo con una massa di individui senza istruzione, senza qualifica e, spesso, senza civiltà, nel modo in cui noi la intendiamo.
I figli, caro Gianlini, sono un investimento, sia da parte dei genitori che della collettività. Formare un giovane di 25 anni, istruito, preparato, educato e sano comporta una spesa considerevole. E questo, da che mondo è mondo, viene fatto perchè poi quei figli ricambino lavorando per noi quando saremo anziani. Ci si aspetta che rendano ciò che hanno ricevuto, così come abbiamo fatto noi per migliaia di anni.
Invece stiamo buttando al vento il nostro investimento, scambiando i nostri giovani, che lasciano l'Italia, con giovani dequalificati e senza legami morali verso coloro che un giorno saranno anziani. Chi paga i contributi lo fa anche perchè sa che quel denaro serve a pagare la pensione dei propri genitori, e non solo perchè esiste un obbligo di legge.
Se il sistema pensionistico dovesse saltare, dubito che i giovani immigrati saranno disposti a sostenere un welfare dedicato ad una popolazione che sentirebbero estranea.
Perchè il più potente welfare era e rimane la solidarietà familiare, immune a qualunque catastrofe finanziaria. Nel momento in cui confidiamo esclusivamente nello stato, ne diveniamo a tal punto dipendenti che se lo stato dovesse saltare ci trascinerebbe con se.
Però il contadino che vive a Roccaspinalveti, con una buona dose di autosufficienza, e membro di una famiglia allargata di vaste dimensioni, se la caverebbe comunque. Vorrà dire che i figli, come avvenuto da millenni, si prenderanno cura dei genitori, ad un costo che sarebbe una frazione di quello che sostiene il welfare pubblico.
Per il resto sostengo che gli immigrati, sopratutto africani e musulmani, debbano essere rimandati a casa loro, ed anche con una certa urgenza. Spero molto in Marine Le Pen, e sul fatto che il suo movimento cresca e riesca a dare una forte spallata all'idiozia dei popoli europei. Fra qualche anno potrebbe essere troppo tardi.