By: lu.luke on Sabato 01 Settembre 2001 13:15
Io sono un onesto investitore (id est: niente insider trading) e un modesto analista (id est: colgo al 30/40% i segnali del mercato).
Un contributo umile, perciò il mio.
Le avevo chiesto Zibordi che cosa ci salvò nel 1998.
Lei non mi ha risposto e chi ha cercato di farlo non mi ha convinto.
Ero al mare, nell'agosto del 1998 e tagliai TUTTO l'azionario e mi potei godere (davvero...) il tracollo di settembre ed il -5% sul Dow in una seduta di ottobre.
Ma per te mesi fu un continuo scendere e dire che a luglio eravamo sul doppio max a 25.500 (se non erro, discendente comunque).
La discesa finì a 17000 e qualcosa (-35% o giù di lì) in pochi mesi, niente male no?
Ma cosa salvò l'azionario?
Certo molto volle dire Greenspan con la sua mossa a sorpresa sui tassi, molto influì la psicologia della gente che si rifiutò quasi di vedere la recessione nella crisi russa e asiatica.
Molto però volle dire anche la crisi del mercato obbligazionario.
Con il tracollo dei bond emerging, dovuto alla crisi russa, gran parte del denaro circolante si riversò nei titoli del debito pubblico a scadenze brevi, deprimendo i rendimenti con una velocità esponenziale (io avevo tutto in p/t lo ricordo bene).
Cosicchè quasi quasi conveniva tenerli liquidi, i soldi, depositati sul c/c perche in fondo la remunerazione era molto sottile su qualsiasi strumento monetario. Il mio fondo su obbligazioni a breve termine rese MENO del 2% annuo in quel periodo, anche questo dato lo ricordo bene.
L'obbligazionario corporate non era così ipertrofico, anche questo rammento con sicura memoria.
I bond russi precipitarono del 75% del loro valore, averli acquistati allora si sarebbe diventati miliardari, ma la Russia era la Russia, comunisti, ex comunisti, gente da cui diffidare insomma...
L'FMI li avrebbe finanziati, ma ad una serie di condizioni da stordire anche un cavallo come Varenne.
In queste condizioni la ripresa a "V" sui mercati delle stocks fu favorita da una enorme massa di liquidità in parcheggio, a rendimenti zero che consentì un aumento dell'esposizione sui capitali di rischio dovuta al fatto che il rischio rispetto ad altri impieghi era piuttosto limitato.
Oggi le condizioni, come noterà, sono sensibilmente diverse.
Se lei dà un'occhiata al mercato bond emerging, noterà che i prezzi si conservano alti, altissimi: la crisi argentina è diversa da quella russa, siamo in un bacino filo-americano e l'FMI si accontenta di assicurazioni sulla parola (o quasi) e finanzia un fallimento quasi annunciato.
Tutti corrono a vendere DT sul mercato, ma tutti sono altrettanto pronti a sottoscrivere i bond della suddetta senza timore delle squalifiche delle agenzie di rating.
I dati dell'M3 sono chiarissimi, la liquidità, quella che rimane si sta scaricando tutta sugli strumenti finanziari a scadenze brevi (fino a due anni), anche perchè aumentando i declassamenti,il rendimento si mantiene sempre su livelli tali da consentire una remunerazione superiore a quella del parcheggio sul c/c (ed in effetti la liquidità "pura" non aumenta granchè).
Ecco, IMHO, fino a quando non si saranno venute a creare le condizioni per un tracollo del mercato obbligazionario - su cui, guarda caso, TUTTI I GESTORI raccomandano ancora il sovrappeso - non ci sarà alcuna ripresa dell'azionario.
Forse la prossima bancarotta dell'Argentina, unita ad un default sempre possibile del Brasile potrebbe creare le condizioni per un bottom, una fuga dall'obbligazionario seguita da parcheggio e da ritorno sullle stocks, ma fino ad allora... temo non ci sia nulla da fare.
Quello che vediamo sul Nasdaq ogni giorno è un'autentico sciopero dei compratori: si fa scendere l'indice, poi si compera, poi si liquida in quasi chiusura e negli ultimi dieci minuti si compera di nuovo, non si sa mai, alla riapertura...
Gli oscillatori di brevissimo sono molto chiari in questo senso.
Ma gli indicatori di money-flow sono altrettanto chiari: il denaro ESCE dal mercato, punto e basta.
Segnali di inversione nessuno e neppure di accumulazione.
Investire o restare investiti, adesso, è come condannarsi a guardare ogni dieci minuti il terminale per vedere se è arrivato il momento dello stop-loss o, al contrario di vendere sul tp di brevissimo.
E intanto c'è molta gente che compera bond argentini, confidando che QUESTO sia l'affare del momento.
Aspettiamo il crash dell'obbligazionario, questo è il mio giudizio.
Ecco cosa ci salvò nel 1998.