Parmalat

Il più grande crac italiano - gz  

  By: GZ on Venerdì 19 Dicembre 2003 12:55

Dopo circa 20 mila miliardi di vecchie lire sfumate con i bond argentini e dopo altri 2-3 mila (ora non ricordo se più due o più tre) con Cirio abbiamo ora circa 10-12 mila miliardi di obbligazioni di Parmalat che spariscono. Probabilmente Parmalat da anni non guadagnava e quindi stava truccando i conti da chissà quanto attraverso gli artifici consentiti dalla massa di acquisizioni in sudamerica, australia, nordamerica e poi sempre di più usando dei derivati esotici offshore e in questo modo dava l'illusione alle banche e agli analisti di essere solida Poi come è successo anche a Enron, una volta invischiatasi nella giungla delle transazioni offshore può aver ceduto alla tentazione di fare complicate speculazioni su derivati esotici per cercare di tirare fuori dei soldi, abbia perso ulteriormente anche lì e alla fine abbia perso anche il controllo della situazione. Ovviamente può anche darsi che siano stati fatti sparire molti soldi, ma forse solo alla fine perchè Callisto Tanzi era il padrone di parma e il quinto industriale italiano dopo agnelli, berlusconi, benetton, del vecchio e il suo potere ora è finito, lui ha cercato di tenere su la baracca fino alla fine. Bisognerebbe ricostruire ora come Tanzi ha messo assieme il suo impero perchè sembra che sia stata sempre un impresa di tipo truffaldino dall'inizio, bisognerà scavare su cosa faceva negli anni '80 quando era sempre al fianco di De Mita e lo portava in giro sul suo aereo... ---------------------------------------------- PARMALAT: BOND CROLLANO A 22 PUNTI; ANALISTI, COME ARGENTINA MA NON VEDONO PROBABILE CORSA ALLE VENDITE ROMA, 19 DIC - Obbligazioni Parmalat ai livelli dei 'Tango bond'. Dopo ormai giorni di rovinosa caduta, stamani i titoli Parmalat hanno toccato nuovi minimi, con quotazioni addirittura inferiori ai famosi bond che hanno travolto i risparmiatori con il default dell'Argentina. L'obbligazione decennale di riferimento con scadenza a settembre 2010, che aveva gia' aperto con un ulteriore ribasso rispetto a ieri - a 35 punti contro i 45 dell'apertura di ieri - e' crollata di oltre 10 punti dopo la notizia del nuovo buco nei conti della societa' di Tanzi e vale ora 22. ''Ormai e' un default, anche se per il momento solo ufficioso'', osserva Sergio Siotto di Banca Ponti secondo il quale tuttavia ''la convenienza a dichiarare default non ce l'ha nessuno, quindi e' probabile che le banche salveranno la Parmalat entrando nel capitale''. Alla luce di questa prospettiva, a parere dell'operatore non dovrebbe verificarsi una corsa alla dismissione dei titoli di quelli che ancora li hanno in portafoglio: ''chi non li ha ancora venduti, a questo punto porterebbe a casa un patrimonio talmente esiguo rispetto all'investimento, che preferisce aspettare''.

 

  By: panarea on Venerdì 19 Dicembre 2003 10:16

Siamo alla farsa, falso anche l'estratto conto presso Bank Of America. Si sta andando nel penale + cupo - - - - - - - - - Ennesimo colpo di scena nella vicenda Parmalat (Milano: PRFI.MI - notizie - bacheca) : con una nota diffusa stamani, la Parmalat Finanziaria Spa comunica che in data 17 dicembre 2003 la Bank of America N.A., New York Branch, ha informato la Grant Thornton, revisore della Bonlat Financing Corporation, società della Cayman Island facente parte del gruppo Parmalat, di non intrattenere “un conto” con la suddetta Bonlat. Inoltre la Bank of America (NYSE: BAC - notizie) ha disconosciuto l'autenticità di un documento del 6 marzo 2003 che attestava l'esistenza di posizioni in titoli e liquidità corrispondenti a circa 3.950 milioni di euro al 31 dicembre 2002 di pertinenza di Bonlat. Tale documento è stato preso a base della certificazione del bilancio Bonlat 2002. La lettera della Bank of America fa seguito ad una richiesta in pari data di Grant Thornton. Tali informazioni sono state fornite alla Parmalat dalla Consob nel tardo pomeriggio del 18 c.m.. A seguito di quanto sopra comunicato la società ha avviato le necessarie urgenti verifiche. La società di Collecchio comunica altresì che il presidente ha convocato per il tardo pomeriggio di oggi un consiglio di amministrazione straordinario con all'ordine del giorno “Comunicazioni del Presidente”.

Tutto quello che volevate sapere su Parmalat - gz  

  By: GZ on Mercoledì 17 Dicembre 2003 19:17

FONDAMENTALI i 500 milioni di valore del fondo epicurum forse li hanno persi giocando su chissà quali derivati e visto che hanno mentito in modo sfacciato su quello chissà poi sul resto ("...Si può supporre (ma non è chiaro dai documenti ) che nel patrimonio gestito da Epicurum ci siano quei titoli che gli ha conferito Bonlat, di cui non si conosce la natura e tanto meno il grado di liquidabilità. ...") ANALISI TECNICA I numeri di fibonacci come sempre accade quando il mercato è nel panico sono molto precisi e si può pensare che grazie a Bondi possa andare al 78.6% dopo aver toccato di precisione il 38.2% e il 61.8% quindi la vendi a 1.21 ?

 

  By: Moderatore on Mercoledì 17 Dicembre 2003 18:13

-----E dietro quel fondo Epicurum spunta la stessa società alimentare Mario Gerevini mgerevini@corriere.it ----- MILANO - È vero o non è vero che il fondo Epicurum, il casus belli della crisi Parmalat, è un mistero emerso solo nelle ultime settimane? Non è vero. È vero che l’avvocato della Parmalat, Gian Paolo Zini, ha avuto un ruolo marginale? Non è vero. È vero che la Bonlat, la cassaforte del gruppo domiciliata alle isole Cayman, ha il 10,5% del capitale di Epicurum? È vero. È vero che la direzione finanza ha rappresentato agli organi interni della società, fin quasi all’ultimo, una situazione rosea? È vero. Voci? No: carteggi, documenti riservati, contratti, lettere che da Cayman a New York e da New York a Collecchio ricostruiscono alcuni dei passaggi più enigmatici della vicenda Parmalat. Prima, però, occorre inquadrare il caso Epicurum: è un fondo delle isole Cayman nel quale il gruppo, tramite la controllata Bonlat, ha investito quasi 500 milioni di euro, una fetta consistente della (presunta) liquidità. Se n’è saputo qualcosa solo a inizio novembre per i rilievi mossi dai revisori sulla sua valutazione in bilancio. Poi i dubbi che fosse emanazione del gruppo, le smentite, l’annuncio di uscita ma Epicurum va in liquidazione e i 500 milioni sono congelati. CHI SAPEVA DI EPICURUM? - Lo sapevano pressoché tutti alla Parmalat di quello strano movimento alle Cayman: i revisori della Grant Thornton, che certifica Bonlat, ma anche quelli della Deloitte, il collegio sindacale, il consiglio di amministrazione e lo sapevano ben prima di chiudere il bilancio 2002. Ma in quel documento non c’è traccia di Epicurum se non in un’anonima voce contabile onnicomprensiva. Eppure a qualcuno in consiglio non piacque l’operazione che fu anche oggetto di un’istruttoria da parte dei revisori su richiesta del collegio sindacale. Si accese il faro su Epicurum ma i revisori non andarono a fondo per porsi il problema che, con un ritardo di sette-otto mesi, si è posta la Deloitte nella semestrale. ZINI «PADRE» COSTITUENTE - Un mese fa, quando venne alla ribalta il caso Epicurum, l’avvocato Zini s’affrettò a precisare che lui c’entrava poco. Sì, disse all’Ansa, «ho assistito Parmalat per l’investimento», precisando però che i legami di consulenza con il fondo furono successivi alla scelta del gruppo di investirvi. E, aggiunse, se la Bonlat ha lo stesso domicilio di Epicurum è solo un caso. Eppure ci sono svariati documenti interni del gruppo nei quali si dice che «l’avvocato Zini ha curato la costituzione del fondo Epicurum». E carteggi nei quali viene richiesto a Zini, in qualità di legale dei fondatori, un quadro giuridico sull’operazione. Per tutti era lui il depositario di informazioni chiave. IL 10,5% DI BONLAT - E poi c’è un altro elemento che rafforza il legame tra il gruppo e il fondo delle Cayman: Bonlat sottoscrisse il 10,5% del capitale Epicurum (50 milioni di dollari). Gli investimenti (quasi 500 milioni di euro) avvennero in tre tappe tra settembre e dicembre 2002. Con queste modalità: Bonlat girava al fondo titoli di varia natura che aveva in portafoglio e in cambio otteneva certificati azionari che rappresentavano quote del fondo. Si può supporre (ma non è chiaro dai documenti ) che nel patrimonio gestito da Epicurum ci siano quei titoli che gli ha conferito Bonlat, di cui non si conosce la natura e tanto meno il grado di liquidabilità. Se così fosse, avrebbe tutta l’aria di essere una partita di giro. C’è molto di Collecchio, molto più di quanto dichiarato ufficialmente, in questo fondo che «scotta». I SILENZI IN COMITATO - Alla Parmalat, fino a un mese fa, hanno dormito tutti? O hanno fatto finta di niente? O non hanno capito la gravità della situazione? Forse tutto insieme. Ma per capire il clima, prima della tempesta, c’è un’istruttiva riunione del comitato per il controllo interno (organo ristretto del consiglio) che a giugno chiama a rapporto Alberto Ferraris (allora direttore generale finanza) e Luciano Del Soldato (direttore generale amministrazione e controllo). Lo scenario è da mare piatto al tramonto. La liquidità? «Serve a far fronte alle scadenze finanziarie fino al 2005 ma nel frattempo sarà ridotta di 900 milioni». Operazioni speculative? Assolutamente no: «La gestione della finanza è esclusivamente al servizio dell’industria». Obiettivi? «Equilibrato rapporto mezzi propri-debiti finanziari, ridurre gli oneri finanziari, aumentare il valore dell’azione Parmalat in Borsa». Ad ascoltare, evidentemente rassicurati, Luciano Silingardi (presidente del comitato), Francesco Giuffredi e Fausto Tonna.

 

  By: pomponazzi on Lunedì 15 Dicembre 2003 23:28

Dunque dovrebbero andare in galera anche se vincessero e invece non ce li mette nessuno neanche quando perdono.

 

  By: GZ on Lunedì 15 Dicembre 2003 21:33

perchè sono soldi della società quotata Parmalat ottenuti vendendo le proprie azioni agli investitori presentandosi come società alimentare oppure presi a prestito dagli investitori obbligazionari presentandosi come società alimentare con i rischi relativi a un conglomerato del latte e yogurt e non a un veicolo di speculazione su derivati Se dici: faccio una società che va offshore a giocare sui derivati non ti fanno neanche quotare e nessuno ti presta soldi (a meno che mostri di essere soros)

 

  By: pomponazzi on Lunedì 15 Dicembre 2003 20:29

Ma quand'anche fossero short sul dollaro, se nessuno li disturba o li punisce, perché dovrebbero rimettere i loro gain nelle casse della parmalat?

 

  By: GZ on Lunedì 15 Dicembre 2003 10:37

per fortuna che c'è Parmalat a raffreddare un poco i mercati ormai sta venendo fuori che usavano il latte come facciata per farsi prestare 7 miliardi di euro dalle banche e dal mercato obbligazionario con i quali speculavano sulle valute, i tassi di interesse e chissà cosa altro offshore in pratica erano un "financial play con food interest" come scriveva un report, cioè un veicolo di speculazione finanziaria con un alcuni interesse nell'alimentare La cosa probabile è che speculando sui derivati (come facciamo anche noi qua) usando una leva finanziaria pesante abbiano perso dei soldi (forse erano al rialzo di dollaro) e non vogliano "chiudere la posizione" come fanno anche quelli che giocano sul fib30 che sono in perdita quando gli chiedono di chiudere perchè hanno ecceduto il margine

 

  By: Moderatore on Sabato 13 Dicembre 2003 23:30

da "MF"

 

  By: Moderatore on Venerdì 12 Dicembre 2003 19:15

PARMALAT: AGENZIA ENTRATE DISPONE RIMBORSO CREDITO FISCALE CHIESTO DA SOCIETA' (ANSA) - ROMA, 12 DIC - L'Agenzia delle entrate ha disposto il rimborso fiscale di un credito ''certo, liquido ed esigibile'' vantato da Parmalat. Il rimborso e' stato chiesto dalla societa' di Collecchio. Lo confermano fonti del Tesoro.

 

  By: Luigi Luccarini on Venerdì 12 Dicembre 2003 18:36

Questa volta se non arrestano qualcuno per aggiottaggio cadremo veramente nel ridicolo. Comunque, questa sera la Borsa italiana ha chiuso per sempre, almeno per me. La patata scotta davvero. Nella prossima settimana chiuderò tutti i TOL. Buona cena a tutti.

 

  By: Luigi Luccarini on Venerdì 12 Dicembre 2003 18:28

Nessun eco figurati. Adesso che hanno pagato il titolo risalirà come un razzo e dire che fino ad oggi pomeriggio sembrava che Bondi andasse a fare l'elemosina. E' il replay in grande stile della storia di febbraio.

 

  By: Bardamu on Venerdì 12 Dicembre 2003 18:23

Scusa Luccarini se ti ho fatto eco, hai postato mentre scrivevo e non ho visto il tuo intervento. Cque sono d'accordo che il probl non è nell'esposizione ma nei lacci e lacciuoli...che secondo me terranno, specie se il passero e il piccione si faranno da parte.

 

  By: Bardamu on Venerdì 12 Dicembre 2003 18:21

Capitalia x 393 mln, 198mln sono a "rischio pieno"

 

  By: Luigi Luccarini on Venerdì 12 Dicembre 2003 18:20

Cmq. ha pagato il bond (notizia delle 17.18). Solita storia no?