By: gianlini on Lunedì 26 Novembre 2007 08:51
gano, da spettatore esterno mi sembra che sotto yeltsin ci fosse un minimo di apertura al dialogo fra le parti, anche inteso come fucilate al piombo fra potenziali aspiranti oligarchi o imprenditori
sotto putin non si sparano più fra di loro, quelli antipatici a putin vengono defraudati direttamente dal governo dei loro poteri e gli altri sono liberi di arricchirsi senza più concorrenza
ecco perchè la borsa è salita
mi sai citare un nome, un solo nome, di "nuovo" ricco che sia emerso dopo il 2000?
se leggi le biografie degli oligarchi, tutti, ma dico tutti, affondano le loro ricchezze nella disordinata era Yeltsin.
nessuno è riuscito ad emergere dal 2000 in poi
(strano, no? se la borsa è salita dovrebbe essere avvenuto il contrario)
insomma, a me la storia della russia sembra un film western....un saloon, quattro tavoli dove dei rudi giocatori di poker, dopo aver buttato fuori tutti gli avventosi, si fregano per un po' a vicenda pistolettandosi se è il caso con il barista yeltsin che si frega le mani vendendo whisky dopo whisky
poi arriva barista "putin" che congela le poste, butta fuori un 20 % dei giocatori ancora vivi ridistribuendo i loro soldi agli altri, e poi affigge il cartello "Vietato giocare a poker a soldi", mettendosi dietro il bancone a servire il whisky con un mezza dozzina di calibro 38 puntate contro gli ex-giocatori, che possono continuare a giocare senza però più disputarsi dei soldi
la borsa è salita in considerazione della maggiore sicurezza "all'investimento" da parte sia di soggetti interni che soprattutto esterni
Putin vuole una Grande Russia, che vuol dire una forza Imperiale
Non è che gli desse fastidio di per sè che gli imprenditori si facessero fuori a colpi di Kalashnikov o di autobomba, semplicemente non era una gran bella immagine per l'esterno.
così ha dato un taglio alla cosa, ma questo non si è poi tradotto in chissà quale miglioramento a livello di microeconomia e della gente comune, mentre ad esserne penalizzate, a tutti i livelli, sono state le libertà