By: raman on Giovedì 11 Dicembre 2014 18:44
@Nevanlinna
#i#L'Italia non ci guadagna nulla comunque.#/i#
Su questo mi permetto di dissentire. Quando assegniamo i fondi per progetti di ricerca Horizon 2020 nel mio campo alla fine dò sempre un'occhiata alla quota che rientra, tramite aziende italiane, rispetto alla quota che l'Italia paga. La situazione è desolante, mi creda. In alcune call non si raggiunge neppure il 50%. Occorrerebbe impararare, contrariamente ad ogni aspettativa, dai Greci che hanno uno spirito di iniziativa invidiabile, anche se forse è solo questione di fame.
In Iter, invece, il bilancio è positivo e se ne avvantaggiano, tra i tanti, ad esempio ENEA e Ansaldo. E poi è un modo per tenere in piedi una scuola che altrimenti andrebbe dispersa [si veda la catastrofe del nucleare].
Nelle telecomunicazioni siamo praticamente spariti, a dispetto dei centri di eccellenza antichi; sto guardando più per diletto che per altro un nuovo filone di ricerca, che si chiama Compressive sensing. Per me, cresciuto con Shannon e Nyquist è stato un vero dramma anche se qualche problema quando insegnavo tali cose me lo ero posto. Ma non abbastanza lucidamente. [Dedicato a tutti quelli che sostengono che noi scettici siamo per la conservazione del paradigma: datemeno uno nuovo e me lo studio pure a 64 anni se penso che mi possa tornare utile e sia ragionevolmente sensato].
Nel Compressive Sensing, che rivoluzionerà come minimo le macchine fotografiche e le diagnostiche mediche, non c'è un nome italiano. Neppure di emigranti. Neppure nella FastICA, dove ho ampliato la prima iniziale on purpose. Il Bomba continui pure a parlare dell'articolo 18.