By: Cures on Domenica 20 Novembre 2011 06:13
Non basta vedere aperto l’accrocco, come dice Lmwillys, per rivelare il segreto. Bisogna analizzare la polverina. Che poi non sia più un segreto, questo non lo so. Resta il fatto che il Rossi è stato il primo a ottenere risultati pratici e in questo campo ha il diritto di primogenitura di aver fatto uscire dai laboratori una curiosità scientifica rendendola utilizzabile
In quanto al fatto della polvere di Gano, questa serve ad aumentare la superficie di reazione che può avvenire solo negli strati superficiali del reticolo cristallino.
La differenza con gli esperimenti di Pons e Fleischmann sta nel fatto che la loro era una cella elettrolitica mentre questa è a gas. Nella cella elettrolitica la temperatura non può superare quella di ebollizione del liquido della cella che è bassa. Viceversa, in quella a gas puoi fare salire la temperatura fino dove ti pare e la temperatura è un fattore chiave Inoltre, il passaggio di corrente elettrica nella cella elettrolitica od il riscaldamento con resistenze in quella a gas sono solo strumenti di innesco della reazione nucleare la quale, una volta avviata, può autosostenersi
Giusta l’osservazione di Gano circa i serbatoi di idrogeno. L’accrocco è un parente strettissimo dei serbatoi a idruri metallici studiati un po’ dappertutto al fine di trovare un modo sicuro di immagazzinare e trasportare idrogeno in modo da poterlo usare, per esempio, nelle fuel cells per autotrazione senza che ti scoppi il serbatoio sotto le chiappe mentre sei al volante
Fosse per me, pagherei al Rossi il diritto di primogenitura rilevando i diritti di sfruttamento e farei partire un programma nazionale di industrializzazione cooptando anche gli altri ricercatori in modo da far partire dall'Italia la rivoluzione energetica e mantenerla sempre in testa contro la inevitabile concorrenza
Ci sarebbe un bel boom industriale. Pensate solo ai motori per auto. Non sarebbe mica male se nel prezzo di acquisto fosse compreso un gentile omaggio di carburante per 300000 km di autonomia
Per quanto riguarda i brevetti in corso, questi devono essere concessi, anche senza rivelare il segreto industriale, se si fa una dimostrazione pubblica incontrovertibile basata su un protocollo di misura preventivamente accettato dalla comunità scientifica Non c'è ufficio brevetti che possa rifiutarne la concessione perché non avrebbe giustificazioni sostenibili