prosegue indefesso il rimbecillimento dei gretini:
Sabato 4 novembre, il Corriere della Sera ha dedicato la pagina 6 alle tempeste atlantiche (“Perché Ciaran ha travolto l’Italia. E quanto durerà”, P. Virtuani), col proposito di fornire informazioni sulle loro caratteristiche e sull’andamento temporale.
Tutto l’articolo è strutturato in modo da focalizzare l’attenzione sulla temperatura delle acque oceaniche, con l’evidente messaggio che vi sia una solida conoscenza scientifica in merito alla correlazione diretta fra tale parametro e l’intensità delle tempeste...
...Considerazioni conclusive – Siamo di fronte all’ennesimo esempio di una divulgazione che dovrebbe informare il lettore di questioni scientifiche e che invece pare votata a convincerlo di un’unica idea: l’incremento delle temperature sta procurando effetti devastanti. Nel caso delle tempeste atlantiche si è visto che non è affatto vero e che è probabile che non sarà così neppure nei decenni a venire. Quello che trovo particolarmente deprimente è il fatto che si ignorino i dati disponibili e che perciò, in relazione a quanto avvenuto per determinati fenomeni, si facciano affermazioni basate su teorie preconcette, invece che su valutazioni statistiche dei valori di grandezze misurate.