parlane con la tv di stato tedesca
La fine dell’innocenza “Green”
L’inchiesta della ZDF è un punto di svolta. Non perché sveli verità sconosciute ai critici del settore, ma perché segna il momento in cui il castello di carte della narrazione “verde a tutti i costi” inizia a vacillare anche agli occhi del grande pubblico. La transizione ecologica, presentata come una marcia trionfale verso un futuro sostenibile, si sta rivelando per quello che è: un gigantesco esperimento economico e industriale, pieno di contraddizioni, costi nascosti e pericolose esternalità negative.
mentre il denaro ebreo gode dell'imbecillità dei gretini, qcn osa alzare il velo:
La TV pubblica tedesca svela il lato oscuro dell’eolico: le pale delle turbine sono rifiuti tossici non riciclabili. Un’inchiesta shock mostra come, alla scadenza dei sussidi, tonnellate di materiali inquinanti finiscano in discarica, minacciando ambiente e salute.
Il problema, infatti, è duplice e riguarda sia il funzionamento sia lo smantellamento.
- L’Abrasione Silenziosa: Durante la loro vita operativa, le pale dei rotori, le cui estremità possono raggiungere velocità di quasi 400 km/h, sono soggette a un’erosione costante. Pioggia, grandine, polvere e persino insetti agiscono come una carta vetrata ad alta velocità, rilasciando nell’ambiente microparticelle di materiali compositi. Queste particelle, contenenti sostanze chimiche come il Bisfenolo A (BPA) e le famigerate PFAS (sostanze perfluoroalchiliche, note come “inquinanti eterni”), contaminano suolo e falde acquifere. Non è un caso se, come riportato nel documentario, in alcune aree della Germania si sconsiglia ai cacciatori di consumare il fegato dei cinghiali, proprio per l’accumulo di queste tossine. Il paragone con l’amianto non è affatto peregrino.
- Lo Smaltimento Impossibile: Il vero incubo inizia quando la turbina deve essere smantellata. Le pale, lunghe decine di metri, sono quasi impossibili da riciclare. La separazione dei materiali è economicamente insostenibile e tecnicamente complessa. La soluzione più comune? Tagliarle a pezzi e seppellirle in discarica, sperando che nessuno se ne accorga. A volte, come denunciato da comitati di cittadini, vengono segate direttamente sul posto, disperdendo polveri tossiche nell’area circostante.
Il Motore Economico: Il Circo dei Sussidi
Ci si potrebbe chiedere perché smantellare impianti che, teoricamente, potrebbero durare più a lungo. Ancora una volta, la ZDF fornisce la risposta, ed è una risposta che suona molto familiare a chi segue le dinamiche della spesa pubblica: i sussidi. Il servizio tedesco mette a nudo l’ipocrisia del sistema:
“L’approccio della Germania alle vecchie turbine eoliche […] esemplifica diversi sviluppi negativi. Una politica di finanziamento che si concentra solo sul ‘maggiore’ impiego, ma non sulle conseguenze […]. Nel campo delle energie rinnovabili, come in ogni altro settore economico, il profitto è spesso l’obiettivo più che l’impronta ecologica.”
Il meccanismo è semplice e perverso. Un parco eolico riceve generosi sussidi statali per i primi 20 anni. Scaduto tale termine, e con l’aumento dei costi di manutenzione, l’impianto smette di essere una miniera d’oro. La soluzione? Smantellare le “vecchie” turbine, spesso ancora perfettamente funzionanti, per sostituirle con modelli più nuovi e potenti, facendo ripartire da zero il ciclo dei sussidi. Un profitto garantito, pagato interamente dai contribuenti. La ZDF riporta le parole di un operatore del settore:
“Dopo 20 anni, il sussidio scade e i costi di manutenzione aumentano. Nuove turbine eoliche più potenti nella stessa posizione promettono al gestore maggiori profitti. L’anno scorso, l’azienda ha demolito 120 turbine eoliche; quest’anno prevede di demolirne 200.”
Un business che si autoalimenta, lasciando dietro di sé una scia di rifiuti tossici e costi di smaltimento che, quasi certamente, verranno socializzati.