W l'Italia...l'Italia che lavora (De Gregori)

Re: W l'Italia...l'Italia che lavora (De Gregori)  

  By: Bullfin on Venerdì 10 Agosto 2018 14:52

ok sulla sinistra, Gano, spiegati meglio....

Pero' sulla globalizzazione occorre fare un gran distinguo...la globalizzazione ha di certo portato piu' benessere che riduzioni del medesimo.

Come tutti i fenomeni colpisce qualcuno per far beneficiare in questo caso molti.

purtroppo l'Italia per svariate ragioni ha un saldo negativo rispetto a quasi tutto il resto del mondo il cui saldo è abbondantemente positivo.

perchè abbiamo avuto danni o comunque non abbiamo beneficiato della globaliz.?

a) abbiamo un alto debito pubblico creato DA NOI negli anni 70 e 80 (quindi zero problemi globalizzazione)

b) abbiamo produzioni a basso VA che cozzano contro quelle asiatiche

c) abbiamo un nanismo e una cecita' imprenditoriale che cozza contro il fenomeno della globalizzazione

d) finanziariamente le ns aziende si sono presentate malissimo nei mercati internazionali difese come erano da privilegi politici (Fiat), da mercati chiusi, etc.

e) la struttura finanziaria era ed è inadatta alla competizione (basti pensare che in Usa, Ger, etc. è follia pensare di avere aziende con meno di un decimo del capitale sul passivo...questo inoltre è stato mortale per i famosi rating bancari, Basilea, etc...

Come ben si capisce la globalizzazione non è danno, ma opportunita' che solo in parte abbiamo usufruito.

Tant'è che nonostante un cambio molto sopravvalutato (Euro) abbiamo record di export per l'Italia...

Quindi prima di dare retta ai B&B, ai ggigggini, ai salvini studiate e abbiate un lato pratico aziendale delle cose, poi parlate....

FULTRA 10 MARZO 2020: Qui sotto la fotocopia dal vero "cialtrone medio italico" : Antitrader. Fatene una copia del pensiero per i posteri e quando tra 50 anni vorranno capire perchè l' talia sia finita miseramente

Re: W l'Italia...l'Italia che lavora (De Gregori)  

  By: Morphy on Venerdì 10 Agosto 2018 14:39

Credo di non essere stato abbastanza chiaro nello spiegare la mia idea. Ho paragonato due periodi storici: quello appena seguente il secondo dopo guerra e quello attuale. Finita la seconda guerra mondiale c'è stata la ricostruzione ed in seguito il boom degli anni 60'. Il popolo era praticamente analfabeta ma con delle competenze di lavoro (per cui non erano ignoranti) che potevano essere facilmente impiegate nei processi produttivi degli stabilimenti nascenti. Così la scuola continuava (correttamente) ad avere come obiettivo quello di eliminare l'analfabetismo, ed era essenziale farlo per il progresso del paese. Per cui la scuola aveva un modello di un certo tipo, adatto allo scopo. Negli anni sessanta la vita era molto semplice, gli oggetti che ti circondavano erano semplici, pochi avevano la tv, pochi avevano l'auto e non so nemmeno se la gente aveva i conti correnti bancari, gli assegni li vedevi nei film e si compravano gli alimenti sfusi a credito facendo segnar eil conto sul libretto blu del bottegaio. Il mondo era semplice e "tutti" potevano capirlo. Se si rompeva la stufa a cherosene (penso fosse la cosa più tecnologica che avevamo), mio papà controllava lo stoppino, controllava se la cannuccia non fosse intasata e se il filtro fosse da pulire.

 

Oggi il quadro è cambiato, il mondo si è complicato molto e la maggior parte delle cose che possediamo non le capiamo. Rispetto al mondo in cui viviamo siamo diventati dei veri e propri ignoranti; in sostanza stiamo tornando ad essere degli analfabeti. E questo è un grave problema (che ci manderà a gambe all'aria) sia perchè abbiamo bisogno di "tecnici" per ogni stupidata che capita in casa, sia perchè le industrie non trovano sul mercato persone con le necessarie competenze. La scuola come affronta questo problema? Semplice non lo affronta perchè il modello è sostanzialmente rimasto quello di 80anni fa. Cambiare la scuola non sarebbe nemmeno semplice dato che non ci sono gli insegnanti preparati per il "nuovo mondo". Mancano all'appello almeno 40 mila docenti di matematica, figuriamoci per le altre cose.

 

Ma andiamo a vedere il conceto di cultura espresso in Wikipedia: Il termine cultura deriva dal verbo latino colere, "coltivare". L'utilizzo di tale termine è stato poi esteso a quei comportamenti che imponevano una "cura verso gli dei", da cui il termine "culto" e a indicare un insieme di conoscenze. Oggi si può dare una definizione generale di cultura, intendendola come un sistema di saperi, opinioni, credenze, costumi e comportamenti che caratterizzano un gruppo umano particolare; un'eredità storica che nel suo insieme definisce i rapporti all'interno di quel gruppo sociale e quelli con il mondo esterno.

 

E' in questo contesto che sostengo che oggi la vera cultura è (dovrebbe essere) quella scientifica. E il non capire questo (e oggettivamente non lo si è capito) porta a gravi effetti collaterali. Oggi la disoccupazione è composta principalmente da inoccupabili, persone cioè che non hanno le giuste competenze per essere assunti. Un po' di tempo fa la Svizzera cercava 50 mila programmatori perchè ovviamente erano sotto di numero. Due o tre anni fa Putin aveva fatto un incontro bilaterale con la Merkel proprio per fermare l'emorragia di programmatori dalla Russia alla Germania.

 

Le cose non andranno bene lo stesso ma certo però non si fa molto per migliorarle...

 

– Ho imparato a non fare lotta con i maiali. Ti sporchi tutto e, soprattutto, ai maiali piace...

 


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Re: W l'Italia...l'Italia che lavora (De Gregori)  

  By: muschio on Venerdì 10 Agosto 2018 14:11

L'analisi di Gano sulla Sinistra, negli ovvi limiti di uno spazio angusto quale quello di un blog, è condivisibilissima.

Re: W l'Italia...l'Italia che lavora (De Gregori)  

  By: Bullfin on Venerdì 10 Agosto 2018 13:40

???????????? grappe all'una del pomeriggio? quali fonti, quali verita'....

FULTRA 10 MARZO 2020: Qui sotto la fotocopia dal vero "cialtrone medio italico" : Antitrader. Fatene una copia del pensiero per i posteri e quando tra 50 anni vorranno capire perchè l' talia sia finita miseramente

Re: W l'Italia...l'Italia che lavora (De Gregori)  

  By: Tuco on Venerdì 10 Agosto 2018 13:36

Bull, visto che conosco le fonti di Gano, ti confermo che quel che dice è la verità.

SLAVA UKRAINII !

Re: W l'Italia...l'Italia che lavora (De Gregori)  

  By: Bullfin on Venerdì 10 Agosto 2018 13:34

certo certo...dopo aver cambiato 6 volte il post...certo....non capisco niente....

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Re: W l'Italia...l'Italia che lavora (De Gregori)  

  By: Bullfin on Venerdì 10 Agosto 2018 13:27

Gano che cazzo dici.....i mercati hanno puntato contro giggino

 

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Re: W l'Italia...l'Italia che lavora (De Gregori)  

  By: pana on Venerdì 10 Agosto 2018 12:53

emergenza criminalita causa migranti

Mafia: confiscati beni per 400 milioni a un ex deputato siciliano

 

INDOVINATE con quale partito era diventato deputato ??

dai dai  non e difficile

beni per un valore stimato di 400 milioni di euro sono stati confiscati dalla Dia all'ex deputato regionale siciliano Giuseppe Acanto, 58 anni, ritenuto legato ai vertici del clan mafioso di Villabate (Palermo).

Russian Forces Storm U.S. Military Base In Niger; Pentagon Confirms Big Move Of Putin's Men - YouTube

Re: W l'Italia...l'Italia che lavora (De Gregori)  

  By: lutrom on Lunedì 06 Agosto 2018 12:38

Ottimo, Gano!

Morphy, cerca di non fare l'elogio dell'ignoranza (del somaro) come fa Anti.

Poi stiamo attenti a parlare di gente che sa Aristotele a memoria (o cose del genere): un tempo dalle facoltà di lettere si usciva di solito con una ottima preparazione, oggi invece escono spesso dei somari all'ennesima potenza, che altri ignoranti come Anti rtitengono che sanno a memoria Aristotele ma in realtà non sanno un capz (l'università è diventata una azienda -a cazz. aggiungo io-, quindi per attirare clienti tende a promuovere cani e porci). Altra conseguenza è che si è riempito di laureati in lettere e materie uminisctiche che non sanno e non servono ad un capz: se gli studi fossero seri e severi come dovrebbe essere, avremmo pochi laureati che servono effettivamente (insegnanti, qualche giornalista, qualche avvocato, ecc.).

Per fare un esempio un medico senza una buona formazione umanistica di base, non può essere un bravo medico. Il discorso sarebbe troppo lungo,  ma mente pancia e corpo sono legati in modo strettissimo, e per la mente serve l'umanesimo (un esempio; stanno vedendo -ma a voi non lo dicono- che il glutine non di rado influenza anche malattie della mente e la psicologia-),  Bisogna trovare la causa, mentale e/o fisica e/o alimentare e/o di carenze, ecc., spesso le cose si sovrappongono. Ma la maggior parte dei medici ti danno solo la pasticchina per esempio per la pressione (e le case farmaceutiche brindano -alla faccia dei rettiliani alla anti-), ma dovresti fare attività fisica, risolvere problematiche psocologiche, curare l'alimentazione (invece vi dicono solo di mangiare senza sale, altra strunzata, in realtà ci sono altri squilibri: io prima mangiavo senza sale e avevo pressione alta da pasticchina, adesso mangio salato risolvendo i problemi veri e la ho bassa).

Lo sapete per esempio che pochissimi medici illuminati alle persone con problematiche mentali fanno fare prima analisi accurate (non quelle che vi dà il medichicchio dell mutua), poi dicono di curare l'alimentazione, e solo così si hanno miglioramenti anche del 20-30% delle problematiche. Ma la storia sarebbe lunghissima, sintetizzo perché non ho tempo, però io ci ho messo centinaia di ore per cercare di iniziare a comprendere (ed evitare i grandi dottoroni che conoscono solo pasticchina e 150 euro a visita -tipo zoccola- Ma tanto lo so, la pasticchina è così comoda da rpendere... L'uomo per natura è pigro...). 


 Last edited by: lutrom on Lunedì 06 Agosto 2018 14:19, edited 3 times in total.

Re: W l'Italia...l'Italia che lavora (De Gregori)  

  By: Morphy on Sabato 04 Agosto 2018 13:02

Gano nel dopoguerra avevi gente che non sapeva ne leggere ne scrivere, e che dai campi migrava nelle fabbriche. C'era il boom economico per cui la cultura umanistica contava molto perchè oggetivamente serviva negli uffici amministrativi. Nei decenni non ci siamo accorti che il concetto di cultura cambiava, gli oggetti intorno a noi cambiavano e c'era il bisogno di allineare la nostra conoscenza (la nostra cultura) proprio al mondo che ci circondava. Ancora oggi si crede che la cultura, quella vera, sia quella umanistica. E lo si crede non senza un pò di puzza sotto il naso. Oggi ti puoi trovare un acculturato che sa tutto di Aristotele ma che crede che la corrente elettrica sia una fonte di energia primaria che sgorga magari dai muri di casa. In sostanza un tonto...

 

– Ho imparato a non fare lotta con i maiali. Ti sporchi tutto e, soprattutto, ai maiali piace...

 

Re: W l'Italia...l'Italia che lavora (De Gregori)  

  By: Tuco on Sabato 04 Agosto 2018 12:44

<<

PS Marchionne ha fatto filosofia...

>>

 

Gano, prima viene l’Uomo, poi l’istruzione, che è solo un potenziamento di qualità innate.

Marchionne non lo ha fatto “Filosofia”, ma la sua biologia, poi sua madre e suo padre.

 

Io dico che bisogna stare attenti a raccomandare alle persone di pensare con la propria testa, ad avere opinioni...

Ben pochi hanno le qualità per pensare cose sensate o un po’ lungimiranti, e ne verrebbe fuori un patatrac.

Sono per le Elites, ebbene sì!

SLAVA UKRAINII !


 Last edited by: Tuco on Sabato 04 Agosto 2018 12:56, edited 1 time in total.

Re: W l'Italia...l'Italia che lavora (De Gregori)  

  By: Morphy on Sabato 04 Agosto 2018 11:30

Gianlini non sto parlando di cultura classica (che io proprio non ho) ma di cultura scientifica che è poi alla fine quella più conta sotto ogni aspetto. E in particolare conta la matematica perché questo poi significa essere ingegneri, chimici, informatici, fisici, etc. Capita la matematica, studiare poi fisica, per esempio, diventa una sorta di esercizio notarile. Ed è proprio sull'insegnamento della matematica che io critico la scuola, non per il resto. Adesso che ho un figlio che va alle medie vedo i programmi e capisco che sono non corretti. Sono troppe le materie, si cerca di fare tutto, per cui si fa tutto male. Anzi malissimo.

 

Io ogni giorno andavo a scuola fino alle superiori con non più di 3 chili di libri (mi ricordo avevamo una cinghia per tenerli). Mio figlio ci va con 12 chili (in media) messi in uno zaino da sherpa che deve essere molto resistente. Il MIUR, tra le tante, indica due regole particolari, una è che devi andare a scuola con 12 kg di libri e l'altra è che lo zaino di mio figlio non deve superare i 5 kg lordi. E questa la dice già lunga sugli effetti della "cultura" nella società. Scherzi a parte, ci si concentra troppo sulla quantità delle cose per cui si trascura la qualità.

 

Alla fine cosa succede? Che fino ai 18 anni la scuola genera studenti con una cultura media cioè dei mediocri. Poi vanno all'università con la testa intontita nel tempo e cercano di specializzarsi in qualcosa. Ma per il mondo del lavoro mediocre eri e mediocre rimarrai (salvo alcune eccezioni). Non lo dico io lo dice il mercato. Per esempio il problema principale delle software house  è proprio quello di non trovare abbastanza cultura informatica in giro. Lo diceva Zuckerberg in un intervista "il problema non è quanti ingegneri ci servono il problema è riuscire a trovare ingegneri capaci". Ho un amico che ha un'azienda informatica e in un'intervista gli chiedevano se gli studenti delle nostre scuole sono per lui preparati. Lui ridendo disse "vuole la risposta secca?". Ma basta guardare i dati, nel primo anno dopo la laurea c'è un tasso di disoccupazione intorno al 35% e c'è da dire che il 65% che lavora lo fa perchè prende una paga media di 1.100 euro e magari fanno lavori che nulla hanno a che vedere con gli studi fatti.

 

Allora, secondo me un uomo di buona cultura oggi deve sapere come si fa un impianto elettrico, come si smonta e ripara una lavatrice o un frigorifero, come si installa un impianto fotovoltaico, come si costruisce un pannello solare, come si toglie un virus dal pc, come si installa un sistema operativo, come si intalla un sistema di videosorveglianza. Se uno sa tutte queste cose un posto di lavoro lo trova e magari anche ben pagato. Insomma mancano gli occupabili e la scuola non aiuta. E se la scuola non aiuta allora che cultura sta insegnando?

 

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Re: W l'Italia...l'Italia che lavora (De Gregori)  

  By: gianlini on Sabato 04 Agosto 2018 08:30

C'è un abisso fra le scuole delle città principali del centro-nord e le altre.

I migliori licei di Milano, Torino, Bologna, Firenze e forse (ma non ne sono sicuro) Roma sono ancora molto formativi, Morphy.

Certo se fai il classico a Crotone, come una mia inquilina, finisci poi che scrivi "dellucidazioni" o "lascierò".....per non parlare poi di fare il calcolo di una semplice percentuale....


 Last edited by: gianlini on Sabato 04 Agosto 2018 08:31, edited 1 time in total.

Re: W l'Italia...l'Italia che lavora (De Gregori)  

  By: Morphy on Sabato 04 Agosto 2018 01:25

Gano: "Forse da ragazzi basta farsi il vero bucio di culo studiando..."

 

Studiare non è come caricare sacchi su un carretto. Se per caricare il carretto sopportare lo sforzo è essenziale, per lo studio lo sforzo non conta molto, anzi è deleterio. Ma si... se ti fai il buco del culo (come dici tu) un posto lo trovi... ma sai poi che soddisfazione lavorare in linea per una multinazionale a svolgere lavori di routine! Il problema della scuola oggi è che non ha le capacità per riconoscere l'intelligenza per cui alla fine (la scuola) non serve ad un caz. Ma si ti danno il diplomino e tu ti illudi di essere intelligente... ma alla fine, spesso, la vita poi ti tratta come una mezza calzetta.

 

Il male della scuola è che è diventata uno stipendificio e non un posto "della cultura". Stipendificio significa luogo dove si sviluppano affari, posti di lavoro sindacalizzati, assunzioni, libri venduti, gite scolastiche, compagnie di trasporti che fanno affari. Le scuole sono diventate un luogo di business molto articolato. E alla fine poi dai... chi se ne fotte della cultura: gira la pila per cui zitti e mosca. Agli insegnanti frega na sega di insegnare davvero. Hai genitori frega na sega della cultura per i propri figli, a loro interessa che siano promossi e che la scuola li accudisca per il maggior tempo della giornata.

 

La matematica? 100 ore di corso universitario. Interessante. E io dovrei fidarmi di uno che esce con 100 ore di corso? Ma in 100 ore non impari nemmeno a fare una pizza. Un apprendita artigiano idraulico dopo 100 serve più o meno per prenderi calci nel sedere. Se vai a lavorare in una cucina di un ristorante lavi piatti per almeno 1500 ore prima di mettere mano anche ad un solo uovo sodo. E noi diamo un diploma ad uno che fa 100 ore di corso.

 

Gano le scuole non funzionano più.

 

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Re: W l'Italia...l'Italia che lavora (De Gregori)  

  By: pana on Venerdì 03 Agosto 2018 13:10

emergenza razzimo fantasia della stampa..si si...

PISTOIA. Spari nella notte contro un migrante ospite della parrocchia di Vicofaro, in provincia di Pistoia. A raccontarlo è il parroco, don Massimo Biancalani , che un anno fa fu duramente attaccato da Matteo Salvini sul tema accoglienza, con un post su Facebook. "

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