di giocare quei quattro soldi con il Fib30 e il Nasdaq ? - gz
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By: GZ on Martedì 28 Settembre 2004 02:11
Carlog nel 1950 l'eta media degli italiani era 31 anni. Ora e' 39 anni e si avvia a passare i 40 anni. E' la prima volta nella storia che la gente di mezza eta' e gli anziani siano la stragrande maggioranza di una popolazione.
Con il calo demografico ogni lavoratore deve mantenere ora un pensionato. Cosa significa ?
Che chi ha oggi meno di 40 anni e lavora nel Privato come Dipendente in base alle leggi Amato, Dini e loro successori di pensione ricevera' il 40% del suo ultimo stipendio. Gli autonomi anche meno (gli statali conserveranno circa il 75%).
Cosa faranno quando se ne accorgono ? Cercheranno di giocare quei quattro soldi con il Fib30 e il Nasdaq ?
Gli Scandinavi ?... Chissa' perche si prendono sempre a modello un gruppo di 10 milioni di persone che vivendo sottozero hanno sviluppato un senso di cooperazione unico nella specie umana (in mezzo al ghiaccio se non ti aiuti a vicenda crepi facilmente)
In Scandinavia non c'e' la giungla infinita dei privilegi, esenzioni, sussidi, elusioni ed evasioni, "galleggiamenti" e mille altri marchingegni in cui si consuma il denaro pubblico da noi. Che in qualche modo poi va finanziato da qualcuno e tocchera' a quelli che ora hanno meno di 40/45 anni, lavorano nel privato e non riescono a evadere.
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....^Il piano per disinnescare la mina del contratto dei pubblici dipendenti ......#http://www.panorama.it/economia/capire_economia/articolo/ix1-A020001026990^
CONTRATTI DI CARTA, STIPENDI REALI
Grazie a scatti, passaggi automatici e altri marchingegni, da dicembre 2001 a maggio 2004 gli aumenti contrattuali sono stati sulla carta del 5,2 per cento. Quelli reali del 7,9. Mentre l'inflazione è aumentata del 5,3. Dal 1997 al 2004 gli aumenti contrattuali hanno ufficialmente messo in busta paga il 16,6 per cento di incremento. In realtà è entrato il 21,8 (a fronte di un'inflazione del 15).
Il centrodestra non è stato meno comprensivo dell'Ulivo: nel 2002, dopo un anno di governo di Silvio Berlusconi, l'aumento contrattuale era di un misero 0,6 per cento, ma in tasca è andato quasi sei volte tanto: il 3,4.
UN COLABRODO, MA PROGRAMMATO
I contratti sembrano fatti apposta per essere bucherellati. Per il governo tratta l'Aran, agenzia pubblica che ha sede nell'ex centrale romana del Psi in via del Corso. Gli interlocutori sono Cgil, Cisl, Uil e qualche sindacato autonomo. Negli uffici che furono di Bettino Craxi si svolgono trattative e firma. E la partita assomiglia a un gioco dell'oca: ci mettono bocca governo, Parlamento, Aran, Corte dei conti, Unioncamere, conferenze, comitati tecnico-scientifici, consulenti e sigle di ogni tipo. Alla fine dovrebbero uscirne patti blindati, tanto più che i documenti sono di centinaia di pagine. Invece fioccano le richieste di interpretazione autentica: «140 solo dal ‘98 al 2001» sospirano alla Funzione pubblica. E comincia il balletto degli allentamenti di massa. Se accolti, i ricorsi di sindacati o singoli estendono i miglioramenti a tutti. Un esempio? Il 20 maggio 2004 Aran e sindacati hanno esaminato il ricorso di Elisabetta A., infermiera di Brescia: aveva frequentato un corso di qualificazione ottenendo un'indennità temporanea istituita «per ragioni di flessibilità e professionalità». La tesi del ricorso, accolta: «L'acquisizione di tecniche innovative rimane un patrimonio professionale del dipendente del quale l'azienda può beneficiare sempre». Risultato: il premio flessibile è diventato stipendio fisso. E adesso vale per tutti.
TODOS CABALLEROS
Un altro marchingegno con effetti di massa riguarda la carriera. Per consuetudine o per contratto integrativo i passaggi di qualifica scattano a raffica, automatici, con corsi di riqualificazione o nuovi inquadramenti. Così, il contratto sanitario del 2001 ha consentito la promozione di un infermiere su due. Ma gli esclusi ora stanno ottenendo l'avanzamento grazie agli accordi nelle singole Asl.
COME GALLEGGIA LA TOGA
Poi ci sono trattamenti più esclusivi. La magistratura, a stipendi molto più pesanti dei comuni ministeriali, somma il «galleggiamento»: ogni anno l'Istat rileva l'aumento reale di tutte le retribuzioni pubbliche e questo poi si trasferisce ai magistrati. In più se in un ufficio entra un collega con stipendio più alto, tutte le buste paga si rivalutano. Al trattamento dei magistrati è legata l'indennità dei parlamentari. Ma tutti i dipendenti del Parlamento, del Quirinale e delle authority costituiscono un caso a parte: all'Isvap, forse l'agenzia meno ricca, si va dai 58 a 134 mila euro l'anno.
I MEDICI PREMIATI DUE VOLTE
Altro caso monstre? L'Ulivo impose ai medici di scegliere tra lavoro per lo Stato e libera professione. Chi optò per le Asl ottenne un generoso aumento. Il centrodestra ha smantellato l'esclusiva, ma l'aumento è rimasto sommandosi ai benefici della libera professione.
IN DIVISA CON L'AIUTINO
I militari non in missione percepiscono stipendi contenuti. Ma poi si scoprono tante agevolazioni. Come l'«ausiliaria»: quando un militare va in pensione smette di lavorare. Formalmente, però, continua a figurare al suo posto: una specie di riserva. Dopo cinque anni, miracolo: la pensione è ricalcolata come se il servizio fosse stato effettivo.
LA BEFANA DELLE REGIONI
I collaboratori di Francesco Storace, governatore del Lazio, snocciolano compiaciuti i benefici concessi ai dipendenti «per la sua ferma volontà»: «Asilo nido fino a 3 anni; navetta da e per la metropolitana; ristorante interno free-flow, bellissimo; servizio hostess per accompagnare i visitatori negli uffici della presidenza; giardini esterni rifatti con piante del Lazio; cappella interna in metallo e cristalli; soggiorni estivi e buoni libro per i figli; disponibilità enoteca regionale in via Frattina». Infine: «Festa della Befana con regalo a tutti i figli dei dipendenti fino a 12 anni».
La manica larga riguarda tutte le regioni di destra e di sinistra. Quelle a statuto speciale, di più. Il «virtuoso» Trentino ha 7 mila dipendenti, uno ogni 64 abitanti. Costo annuo medio, 80 mila euro lordi. Ma sul bilancio grava anche un proliferare di «corsi professionali» gratuiti: da quello per diventare detective offerto a un nutrito gruppo di dipendenti, forestali inclusi, fino al «corso per piercing e tatuaggi» aperto agli operatori del settore.
SICILIA SUPERSTAR
È il trionfo del privilegio: 15 mila dipendenti, più 6 mila negli enti collegati: dall'Istituto della vite e del vino fino alla Resais, società in cui confluisce il personale degli enti dismessi. Il solo assessorato al Lavoro, 2.500 dipendenti e 3.800 precari, supera l'intero Lazio ed è pari alla Lombardia. E tutti guadagnano di più che nel resto d'Italia. Dei 15 mila dipendenti, 2.315 sono dirigenti, gli altri funzionari o quasi grazie a un avanzamento di massa deciso nel 2001. La Corte dei conti ha fatto fuoco e fiamme: «L'altissimo numero di dirigenti porta aberranti conseguenze». Che fare? Le promozioni sono diventate virtuali. La posizione rimane la stessa, gli aumenti invece corrono.
ASSICURAZIONE E TESSERA, PAGA LA REGIONE
Oltre a godere di stipendi d'oro, manager e dirigenti siciliani sono al riparo da responsabilità personali: tutti sono assicurati a spese della collettività. Ogni polizza costa 258,23 euro. Se poi il dipendente è iscritto a un ordine professionale, non paga la quota annuale: grazie a una circolare ci pensa sempre la regione. Nel 2003 il governo di centrodestra guidato da Totò Cuffaro ha portato a compimento una «riforma» avviata dalla precedente giunta di centrosinistra: gli organici degli uffici di gabinetto sono passati da 156 a 600 persone. Il costo complessivo è salito da 4,4 milioni di euro l'anno a 41,5.
LE BABY PENSIONI
Fino al 2000 in Sicilia si poteva andare in pensione con 25 anni di servizio (20 le donne sposate), prendendo il 108,3 per cento dell'ultimo stipendio. Quando la regione decise di adeguarsi alla legge statale aprì un'ultima finestra per i baby pensionati. Risultato, quasi 5 mila richieste che Cuffaro ha scaglionato in sei tranche fino al 2005. In 609 ce l'hanno fatta. L'ennesima sfuriata della Corte dei conti ha congelato gli altri 4.020. A luglio, nuovo colpo di scena: la Corte costituzionale ha dato ragione alla regione. I baby pensionandi attendono. Fiduciosi