I palestinesi mi fanno pena, perché si sono trovati -senza averne nessuna colpa- in una situazione in cui girano interessi molto più grandi di loro. Detto questo, la mia impressione è che ci sia stato chi li ha manovrati per usarli come pedine di giochi geopolitici che trascendono di gran lunga l'area geografica e perché non si giungesse ad un accordo di pace.
La soluzione "due popoli due stati" è l'unica possibile. E mi sembra giusto che Gerusalemme sia riconosciuta come la capitale di Israele. E penso anche che senza assegnare Gerusalemme come la capitale di Israele non si potrà mai arrivare ad un accordo di pace, e alla fin dei conti chi ne farebbero veramente le spese sarebbero proprio i palestinesi.
Gli equilibri di forza in medio oriente sembrano cambiati, e chi a Riyhad e in altre parti del mondo arabo soffiava sulla rivolta palestinese è stato "convinto" ad adoperarsi per il processo di pace. Forse solo la Turchia di Erdogan continua a soffiare sul fuoco, forse per cercare di mantenere l' egemonia nella regione, forse per risentimento personale di Erdogan verso gli USA che hanno cercato -così almeno pensa lui- di rovesciarlo. Ma la Turchia è un giocatore secondario e soprattutto non ha tutti i miliardi di dollari che gli altri avevano per corrompere la dirigenza palestinese.
A questo punto però mi aspetto che il processo di pace avvenga per davvero. Trump si è esposto, e Putin gli ha dato una mano tenendo a freno l'Iran.
Fra l'altro se ho capito qualcosa di Trump (è una personalità più complessa di come ce la mostrano), per tutta una serie di situazioni, anche familiari, una delle sue ambizioni forse la maggiore è di essere ricordato nella storia come colui che ha portato una pace giusta fra Israele e Palestinesi.
PS. Guardate cosa trovo ora e rileggete quanto ho scritto stamattina: Abbas lacks important Arab support against Trump’s recognition of Jerusalem