Stiamo tornando al 1992 - gz
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By: GZ on Domenica 25 Novembre 2007 23:15
Nel 1992 un lunedì di settembre l'Italia si sganciò dalle altre monete europee (il serpente monetario che era il precursore dell'euro) e la lira perse il -30%.
Il motivo è che nel 1991 era iniziata una recessione in europa ed america. Questa fu l'ultima recessione degna di questo nome che si conosca perchè quella del 2001-2002 fu smorzata subito sul nascere dal taglio dei tassi di interesse USA all'1% e quelli europei al 2% che fece lievitare la bolla immobiliare e del debito del consumatore
La recessione ora è inevitabile, anche solo per il motivo banale che ogni tanto deve esserci ed è dal 1992 appunto che i governi e le banche centrali hanno fatto l'impossibile per evitarla manipolando i tassi di interesse
L'Italia rispetto al 1992 è messa peggio perchè al debito statale si è sommato quello delle famiglie che nel 1992 era minimo, perchè il petrolio costa 98 dollari e allora ne costava 20, perchè l'Asia e la Cina fanno una concorrenza feroce in particolare a paesi come l'Italia a basso contenuto tecnologico di export e infine anche perchè la società italiana si è indebolita con il calo demografico e l'immigrazione
Entro un anno con l'america e poi l'europa in recessione vera e ripeto che è dal 1992 che non se ne vede una, è matematico che o l'euro ritorna a 1 dollaro e 100 yen oppure l'Italia è costretta ad uscire dall'euro per poter svalutare del 30 o 40%
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....Negli ultimi 5 anni, secondo una ricerca della Cgia, l’associazione degli artigiani di Mestre, l’indebitamento nei confronti del sistema bancario è aumentato in media per ogni nucleo familiare dell’81,5%. In termini assoluti il debito della famiglia tipo è oggi pari a 14.800 euro. In crescita anche il fenomeno dell’usura: tra il 2000 e il 2006, le persone denunciate per questo tipo di reato sono passate da 852 a 1.135. «È probabile che ci sia una correlazione molto stretta tra i due fenomeni», commenta Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre.
«L’aumento dell’esposizione debitoria delle famiglie potrebbe aver favorito il ricorso a forme di prestito illegali per fronteggiare le difficoltà economiche che stiamo vivendo». Se poi l’attenzione si focalizza su commercianti, artigiani, esercenti e piccoli imprenditori la sentenza è altrettanto chiara e sconfortante: «Il tributo pagato per la lievitazione del capitale e degli interessi applicati dagli usurai a queste categorie - prosegue Bortolussi - oscilla, a nostro avviso, tra i 15 e i 20 miliardi di euro l’anno. Una stima molto spannometrica, viste le difficoltà oggettive che non ci consentono di dare le esatte dimensioni di un fenomeno così sommerso come l’usura».