Certo, sarà poi all'università che sceglieranno cosa fare. Non solo, ai figli gli va fatto anche un discorso piuttosto chiaro. Non vuoi studiare? Io ti aiuto, ma se insisti nel rifiuto allora andrai a fare l'operaio o il cameriere. Questo è bene che ce lo abbiano chiaro in testa. Non vanno giustificati facendogli credere che sia possibile tirare avanti senza studiare. E' bene che le angosce ce le abbiano ora da piccoli, piuttosto che a 30 anni, perché a 30 anni è tardi per rendersene conto
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Oohhhh, finalmente uno che ragiona (Gano)!
Oggi le scuole sono piene di nullafacenti perditempo: il problema non è tanto che non apprendono (non a tutti piace studiare, non tutti possono essere obbligati -un'altra strunzata del politicamente corretto- a studiare Leopardi o la trigonometria) ma il fatto che la cosa sia PDROFONDAMENTE diseducativa.
Il ragazzo deve sapere che se non studia, non mangia: non gli piace il liceo, va alle professionali (ma DEVE studiare), non gli piace il professionale, allora va a fare il manovale dai muratori, ecc. ecc.
Purtroppo oggi i suddetti nullafacenti sono appoggiati da genitori dementi e da docenti e presidi che vogliono conservare il loro posto di lavoro e che non consiglieranno al ragazzo di andare in un altro corso di studi o a lavorare, perché QUALCOSA DI SERIO DEVI FARE, zappare o riparare motori, ecc.
Poi alcuni genitori SBAGLIANDO dicono: beh, mio figlio ha sei, quindi poco ma qualcosa fa. La realtà è che è pieno di docenti che ormai mettono i voti da sei in su, quindi la scuola è diventata troppo spesso un sistema per passare il tempo (io faccio finta che tu vali sei, tu fai finta che studi e mi conservi il posto). Io, che ancora qualche rara insufficienza la metto, dico lo stesso ai genitori che loro DEVONO esigere almento sette, da sette i su, altrimenti il loro ragazzo sta perdendo tempo, lo stanno non educando ma diseducando.
In poche scuole preesidi con gli attributi per esempio mandano gli indisciplinati o ritardatari cronici a fare lavori di pulizia o nell'orto: questo è meritorio (ma sono eccezioni). Il reclutamento dei presidi (raccomandati a parte) è peggiore anche di quello dei docenti: concorsi di pura speculazione metafisico-filosofica, per un lavoro tremendamente pratico: è come se facessimo fare il chirurgo a gente che non ha mai visto una goccia di sangue!!!
Per quanto riguarda Morphy, io non sono fissato per il liceo, secondo me lo studio è solo una PARTE di ciò che si deve fare per crescere (e non vedo neanche male, Anzi, il fatto che alcuni vadano a lavorare, facciano studi alternativi, ecc.). So benissimo che la vita spesso è più importante della scuola, però Morphy fai un ragionamento troppo pro somari (un po' alla anti): non puoi trasformare tuo figlio in un nullafacente, non puoi dire che tutti i docenti dovrebbbero motivare i ragazzi (bello, la vita è sacrifici, lo studio è sacrificio, studiare spesso è palloso; vieni tu ad animare una classe di 30 persone e poi ne parliamo...). Con ciò non voglio dire che non pochi docenti sono somari, reclutati a vita con concorsi solo teorici ed incapaci di fare gli insegnanti. Però tuo figlio deve imparare a fare il suo doevere, fosse anche zappare o fare il presidente della repubblica.
Poi, per quanto riguarda l'elogio della somaraggine: io, grazie alla laurea in lettere e grazie al fatto che USO le mie competenze in maniera trasversale, sono stato capace di risolvere gravi miei problemi di salute (in parte da solo in parte SAPENDO da chi andare -il mondo è pieno di ciarlatani che insegnano all'università), informandomi, leggendo, sapendo dove stava la truffa e dove no: non è facile, molti non sono capaci, non sanno distingure, non capiscono i vocaboli, non comprendono l'importanza della CULTURA (ma non tanto nel senso del sapere il latino, ma nel senso di commprendere, avere flessibilità mentale, capire che le teorie cambiano, che le verità di oggi saranno le fesserie di domani, che la laurea non fa il medico, che sapere è sapere di non sapere, ecc. ecc,).