By: Andrea on Mercoledì 09 Marzo 2011 14:47
Gano > Penso che bisognerebbe vedere le statistiche. Uno puo' dire
Gano > che i compagni delle figlie sono di famiglie di 4 o 5 e un
Gano > altro che sono tutti figli unici, magari perche' abita 1000 Km
Gano > piu' in la' o semplicemente in un altro quartiere.
Più semplicemente qui (Florida, Bible belt) hai famiglie senza figli e famiglie con "molti" figli in misura maggiore che famiglie con un figlio o due.
Ovviamente a scuola le famiglie di primo tipo non le incontri (cosa ci verrebbero a fare?) pertanto è ovvio che non puoi formarti un'opinione rappresentativa del tutto ma solo di un sottoinsieme.
Quello che volevo dire, però, era che a facilitare o meno l'immigrazione sono, credo, più le considerazioni legate a:
1. regole
2. usanze
3. lingua
4. possibilità
5. benessere
6. ecc ecc ecc
che non di natalità o meno.
Negli USA ci sono regole che "facilitano" l'immigrazione, l'immigrato riesce a cavarsela bene perché non è una mosca bianca ma parte di un "movimento" significativo pertanto anche le questioni più burocratiche e noiose sono calibrate in modo tale che anche lui ce la faccia, la lingua è accessibile e semplice, le possibilità per sfangarla ci sono, ancora c'è un certo benessere (diciamo che, dal punto di vista materiale, mediamente ce n'è più qui che in qualsiasi altra parte del mondo? sempre mediamente, si intende), ecc.
La denatalità la soffrono anche i giapponesi ma mancano lo spazio, l'accoglienza, la lingua semplice, ecc.
Lo spazio ce l'hanno e pure tanto in Siberia ... ma forse mancano altre cose ...
Ecc. ecc. ecc.
Mi sembra più un impasto di fattori che altro.
Magari tra gli Inuit la natalità e bassa ma non vedo la fila di tunisini pronti ad andare ad abitare in quellle lande ghiacciate.