In termini strettamente matematici combattere l’evasione fiscale non serve a nulla.
Se anche, come per incanto, tutti pagassero le tasse fino all’ultimo centesimo, ne deriverebbe un equivalente contrazione dei consumi, e quindi di redditi e di relative tasse, che alla fine condurrebbe ad un gettito fiscale grossomodo identico a quello attuale.
Per dire, se io grazie all’evasione risparmio 1000 euro di tasse a gennaio, non potrò spendere i 1000 euro evasi interrompendo la filiera di tasse (iva, irpef ecc…) generata nel corso dell’anno dalle molteplici tranzazioni che i 1000 euro “sopravvissuti” comportano.
In definitiva, i 1000 euro di gennaio finiti allo Stato per la mia “onestà”, si tramuterebbe in mancati introiti fiscali nei mesi a venire con sostanziale compenso.
Se così non fosse non si spiegherebbe perché in epoche ad altissima evasione (anni 50, 60 e 70) l’Italia ha goduto di una forte crescita economica e di un benessere diffuso.
Ugulmente illusorio è l’altro dogma in voga, della pressione fiscale che andrebbe ridotta per lasciare più risorse alle imprese e alle famiglie.
Poiché lo Stato spende sempre tutti i soldi delle tasse - sia che le tasse siano alte che basse - alla fine, in entrambe le situazioni, cittadini e imprese hanno gli stessi soldi di prima.
Se così non fosse non si spiegherebbe perché i Paesi storicamente ad alta pressione fiscale (i paesi scandinavi) godono di un benessere collettivo maggiore di altri.
La Politica Fiscale non dovrebbe mirare (come invece avviene) alla sola esigenza di colmare con le tasse il fabbisogno di spesa.
Le Tasse sono il sale della politica ed è attraverso le scelte di natura fiscale che si puo decidere, cosa promuovere o scoraggiare in ambito pubblico e privato secondo un disegno di medio e lungo termine.
Il tanto o il poco dovrebbe dipendere esclusivamente dall’idea di Stato che si ha: di “destra” se si confida maggiormente nel privato e nell’economia capitalista di libero mercato (e servono meno soldi); di “sinistra” se si privilegia il pubblico e si vuole “controllare” l’economia capitalista di libero mercato (e servono più soldi)
Oggi i partiti sono tutti di destra e sono pure inconsapevoli di esserlo, e solo i gonzi che li votano credono che vi siano partiti di destra e di sinistra.