By: Bullfin on Giovedì 06 Ottobre 2016 10:54
TOH SOMARI IMPARATE UN PO'....ALLAH AKBAR! :)...
Convegno Nazionale UNGDCEC - 06 Ottobre 2016 Ore 06:00
La finanza islamica a sostegno di Italia e Europa
Paolo Pietro Biancone - Università di Torino
Linteresse europeo per la finanza islamica è ormai evidente. Dal 2009, infatti, lutilizzo di prodotti finanziari islamici in Europa è cresciuto in media del +16% annuo: alla fine del 2015 gli asset finanziari islamici valevano circa 2 trilioni di USD. LItalia è ancora indietro su questi aspetti. Sotto il profilo fiscale una delle problematiche che maggiormente potrebbe inficiare lespansione della finanza islamica in Italia risiede nella doppia imposizione. Le soluzioni possono essere trovate su scala nazionale ma, per accrescerne lefficienza, sono opportuni una condivisione e un coordinamento anche a livello sovranazionale. Di questo tema si parlerà nellambito del Convegno Nazionale UNGDCEC Internazionalizzazione ed Innovazione: le leve di successo nell'attuale scenario globale per Professionisti ed Imprese, ad Arezzo da oggi fino all8 ottobre 2016.
L'ambiente finanziario internazionale, che continua ad essere caratterizzato da ricorrenti crisi, sta richiamando sempre più l'attenzione su un sistema alternativo e nello stesso tempo complementare di intermediazione meno orientato all'indebitamento, alla speculazione e al rischio.
Il sistema finanziario islamico rappresenta unalternativa valida.
Questo è un sistema finanziario in cui i principi guida delle sue operazioni e attività sono basati sui precetti e sui dettami della Sharia che costituisce la legge islamica e deriva la sua origine direttamente dal Corano, ossia un sistema di fede, giustizia, equità, moralità alla base di tutte le relazioni tra gli uomini che disciplina ogni campo di attività quale quello politico, economico, sociale.
La nozione di finanza islamica sta quindi ad indicare l'insieme di attività finanziarie che sono conformi ai principi della Sharia.
Le regole etico religiose che maggiormente influenzano la finanza islamica sono il divieto di applicare interessi (riba), quello di mettere in atto iniziative aleatorie che presentino una quota elevata di rischio e di incertezza (gharar) e la proibizione di attività speculative o di azzardo (maysir).
È in particolare il divieto di corrispondere e ricevere interesse ciò che differenzia la banca islamica da quella occidentale, detta comunemente convenzionale. Per ovviare alla mancata corresponsione degli interessi, le istituzioni finanziarie islamiche sono ricorse a pratiche diverse per remunerare la propria attività di intermediazione: la più importante e tipica è la partecipazione ai profitti e alle perdite (PLS).
Una banca islamica non richiede interessi ma partecipa ai risultati dell'uso dei fondi erogati.
A loro volta i depositanti partecipano ai profitti realizzati dalla banca ad un tasso di ripartizione predeterminato.
Si genera, così, una sorta di partnership tra la banca e i clienti che necessitano denaro per investimenti da un lato, e la banca e i clienti depositanti dall'altro.
Lorigine della finanza islamica e la connessa attività delle banche risale ai primi del 1930 quando i membri del Muslim Brotherhood tentarono di istituire un sistema bancario islamico in India, fallendo nel loro intendimento; ma il decollo del sistema avviene negli anni 70 con il sorgere di banche islamiche nei paesi della lega araba.
Negli ultimi anni è trasformata da settore embrionale in uno dei più efficaci ed efficienti modelli alternativi di intermediazione finanziaria grazie anche alla crescita economica dei Paesi del Medio-Oriente (quali ad esempio Emirati Arabi Uniti, Bahrain, Iran) e ai forti fenomeni di migrazione della popolazione musulmana verso i paesi occidentali.
Il primo impulso allo sviluppo si è avuto nei Paesi arabi a seguito della crisi petrolifera, il cui conseguente forte aumento del prezzo del petrolio, ha creato in quei Paesi importanti liquidità da collocare, scenario che si è riprodotto allinizio dellultima crisi finanziaria.
L'espansione si è poi estesa ad altri Paesi del sud est asiatico a religione musulmana accompagnata dalla loro crescita economica che in questi ultimi anni si sta sviluppando con un ritmo accelerato. Il sistema bancario islamico, presentato come theological dream sogno teologico, è divenuto ormai una realtà operativa e accettata in tutto il mondo: con una presenza attuale in 75 paesi e un totale di attività gestite stimato di circa 3 miliardi di dollari americani, la finanza islamica sta occupando un ruolo sempre più importante sul piano internazionale con tassi di crescita annui tra il 15 e il 20%.
Anche se gli studi finora condotti sulla relazione esistente tra presenza di musulmani e crescita economica non sono concordi, le aspettative di sviluppo del settore finanziario islamico trovano fondamento da un lato sulla considerazione che i musulmani nel mondo sono oltre 1,5 miliardi (di cui gli arabi rappresentano solo il 15-20%), aperti a schemi finanziari aderenti al loro taglio religioso, e dall'altro lato sulla diffusione nel mondo occidentale di una maggiore attenzione agli aspetti etici, molto vicini ai principi della finanza islamica.
La recente crisi finanziaria, pur avendo colpito in maniera meno forte le banche islamiche rispetto alle tradizionali, ha creato loro qualche difficoltà costringendo gli istituti finanziari islamici ad apportare modifiche alla propria attività economico-finanziaria. Sono, però, da considerare positivamente gli effetti costruttivi, che hanno indotto gli studiosi e i manager di banche islamiche a riflettere sulle strategie alla base della propria azione, sul funzionamento dei loro modelli operativi e sulla gamma dei prodotti e servizi offerti. Un quadro di regolazione internazionale esiste da qualche anno, ma deve essere rinforzato per sfruttare appieno il proprio potenziale di sviluppo e divenire competitivo a livello internazionale.
La finanza islamica e i suoi principi
La finanza islamica è basata su principi etici che sono, sotto diversi aspetti, molto differenti da quelli della finanza dei sistemi economici occidentali. Si tratta di un sistema finanziario che si ispira alla Sharia cioè la legge islamica, derivando da questa la proibizione di maturare e pagare interessi (in arabo riba). La legge islamica vieta, inoltre, di trattare prodotti finanziari rischiosi, poiché considerati alla stregua di giochi d'azzardo, e di investire in attività considerate illecite, quali la vendita di alcool, di carne di maiale o produrre film e media anti islamici. I
l precetto religioso centrale che guida la finanza islamica è l'idea che l'interesse sia illecito. Ad un primo esame, potrebbe sembrare che questo concetto sia in contrasto con molti aspetti della finanza moderna ma, sebbene la legge islamica vieti la creazione di denaro dal denaro, essa ammette che il denaro sia utilizzato per acquistare attività tangibili e intangibili che possano generare un profitto. Di conseguenza i prodotti finanziari islamici sono progettati per creare attività che generino profitti per gli investitori idealmente, ripartendo rischi e utili.
Sotto certi aspetti la finanza islamica potrebbe rientrare nel movimento di finanza etica che si sta sviluppando nel mondo occidentale sotto diverse terminologie (investimenti socialmente responsabili, sviluppo sostenibile, etc.) e che costituisce una branca specifica della finanza occidentale o convenzionale.
Di fatto, la finanza etica rifiuta lo sviluppo di alcune attività economiche e cerca di indirizzare l'economia in un percorso più legato a valori individuali e collettivi (morale, religione, difesa dell'ambiente) che, secondo il suo pensiero, potrebbero comunque tornare di vantaggio all'attività economica.
Questo legame tra finanza etica occidentale e finanza islamica evidenzia il fatto che non esiste più da un lato una finanza occidentale avulsa da principi morali, ma semmai una finanza convenzionale che si tinge di etica e che in qualche modo trae una parte del suo sviluppo da considerazioni etiche e dall'altro la finanza islamica fondata su regole morali religiose, ma vi è un avvicinamento tra i due concetti.
Quindi, la finanza islamica può apparire ormai come un caso di specie della finanza etica di cui rappresenta un esempio di sintesi con la finanza tradizionale.
FULTRA 10 MARZO 2020: Qui sotto la fotocopia dal vero "cialtrone medio italico" : Antitrader. Fatene una copia del pensiero per i posteri e quando tra 50 anni vorranno capire perchè l' talia sia finita miseramente