By: gerry10 on Mercoledì 06 Dicembre 2023 12:18
In spregio delle più comuni regole di prudenza ho fatto violenza a me stesso e stamane ho acquistato “La Stampa” per vedere se all’indomani dei funerali di Giulia Cecchettin, il giornale degli Agnelli si fosse affrancato dalla misandria che domina la narrazione sui femminicidi.
Pensavo che il cambio alla direzione del giornale potesse condurre ad una lettura equilibrata e oggettiva dei fatti, senza nulla concedere all’improponibile tesi che indica nella cultura patriarcale la causa prima della violenza di genere.
Macchè.
Il giornale consegna il commento alle esequie, alle menti febbrili della Cuzzocrea e della Viola, veri pilastri dell’informazione mainstream.
Entrambe, per timore di offuscare il vero colpevole – il patriarcato -, non si curano dell’omicida, salvo evocarlo per bocca della sorella della vittima quale “il vostro bravo ragazzo è il figlio sano del patriarcato”.
La Cuzzocrea, nella chiosa finale, stabilisce una improbabile continuità fra la battaglia degli anni 60 per la cancellazione del matrimonio d’onore con quella odierna per sconfiggere l’inesistente patriarcato.
Che pena.
Il resto del giornale è come sempre.
Tifa sempre per il clan del centrosinistra (la vera destra) in odio agli inesistenti fascisti.