Il Club alpino riceve l’altolà dai carabinieri forestali. Zannini: «Ma riaprirli è fondamentale per la sicurezza in montagna»
FELTRE
Stop ai lavori di sgombero dei sentieri in quota bloccati dalle piante schiantate per il maltempo: quello è legname del Demanio e mettendo mano a quei tronchi il Cai rischia di vedersi contestare di causare un danno erariale.
L’altolà ai volontari del Cai Feltre impegnati a fare a pezzi e a rimuovere le piante cadute sui sentieri è arrivato, con una telefonata al presidente Ennio De Simoi, dal comando di Belluno dei carabinieri forestali. E i volontari Cai, sia feltrini sia arrivati a Feltre da tutta la regione per dare una mano dopo il maltempo, hanno dovuto prendere atto, increduli, e fermare le motoseghe.
«La nostra attività è iniziata subito dopo il maltempo, ci siamo mossi immediatamente per riaprire il sentiero che porta al rifugio Dal Piaz e alcuni sentieri in Val Canzoi», spiega Stefano Zannini, responsabile della commissione sentieri del Cai Feltre, che con un post su Facebook ha voluto spiegare a volontari e appassionati di montagna che la sezione si è dovuta fermare. «Ma ci è stato detto di interrompere immediatamente l’attività».
«È importante che si sappia che la nostra scelta dei sentieri da riaprire è stata fatta con obiettivi precisi», spiega Zannini, «ovvero riaprire le vie di percorrenza delle principali strutture ricettive – i rifugi Dal Piaz e Boz e il bivacco Feltre – utilizzate dagli escursionisti anche in periodo autunnale e invernale ma anche, obiettivo non meno importante, riaprire le vie principali di accesso alla montagna feltrina utilizzate dal soccorso alpino in caso di intervento. È importante farlo perché se quest’autunno o quest’inverno o anche a primavera dovesse arrivare una chiamata al soccorso alpino e le squadre non riuscissero ad avvicinarsi in elicottero o in macchina, percorrere quei sentieri a piedi diventerebbe l’unica opzione. E il fatto di poter percorrere dei sentieri aperti permette di ridurre sensibilmente il tempo di intervento e di soccorso alle persone in difficoltà».
Non bastasse questo, spiega Zannini, il Cai ha un ruolo ufficiale nella gestione della sentieristica di montagna. «La legge regionale identifica e titola il Cai come l’istituzione incaricata di tracciare, sistemare e mettere in sicurezza i sentieri di montagna», dice Zannini. «Sentieri che sono identificati con precisione da un decreto regionale e messi in una lista ufficiale, il catasto regionale dei sentieri di montagna. Ci fa specie che dopo decenni in cui il Cai ha sempre svolto questa attività di manutenzione ogni anno, proprio questa volta che i bisogni sono maggiori e maggiore è anche lo sforzo messo in campo ci venga ingiunto di smettere di operare».
Dal Cai non c’è comunque contrapposizione con i forestali, spiega Zannini, ma si reclama chiarezza sulla situazione. Perché, dice, «da più giorni stiamo cercando di avere un colloquio chiarificatore e ancora non ci è stato concesso».
A questo punto il Cai Feltre ha deciso di reindirizzare i propri sforzi altrove, su zone non demaniali: oggi ad esempio i volontari saranno a Lamon, ad operare su un’area di proprietà comunale, d’intesa con il Comune.
«Ma se non dobbiamo più intervenire sugli altri sentieri», dice il resposabile della sentieristica Cai, «vogliamo indicazioni chiare e precise. Per ogni uscita abbiamo venti-trenta persone impegnate, feltrine ma anche da Venezia, Treviso, Castelfranco, Montebelluna, Cittadella, Padova. Tutti appassionati di montagna, soci Cai e non, accomunati dall’amore per la montagna e dal desiderio di far risollevare il nostro territorio, e che lo fanno a titolo gratuito. Ed è giusto che tutte le persone che frequentano la montagna sappiano perché non possiamo intervenire a mettere in sicurezza i sentieri e permettere che la gente vada in montagna in piena sicurezza». —