By: lutrom on Martedì 04 Agosto 2015 14:27
Non sono "contro" i gay.
Sono contro l'affermazione dell'omosessualità come identità politica e comunitaria.
L'omosessualità non rende speciali, non rende "più sensibili" (Gianlini fra un po' a suon di stereotipi e sentito dire ci propinerà quella dell'invertito che ti arreda casa e sa abbinare i calzini alla cravatta), non rende nemmeno più interessanti.
Sei maschio ma ti piace il battacchio?
Mi spiace, ma al 95% sei esattamente come tutti gli altri: mediocre, se non futile.
C'è chi reagisce a questa consapevolezza (che in realtà tutti hanno) semplicemente battendosene i coglioni e chi deve per forza crearsela questa "diversità", questo essere "speciali", questa "eccezione".
Ed allora ecco i finocchi che checcheggiano (la mia compagna usa questa espressione, non so se esista), che si atteggiano, che ci tengono tantissimo a farti sapere che loro sono diversi, che loro sono così, che il mondo non li capisce.
Da qui il comunitarismo, l'idea di "fare branco", di avere i "nostri spazi", il nostro brand (costosissimo), le nostre feste, le nostre ricorrenze, le nostre movenze (ma perché un omosessuale deve gesticolare come Bolle? Pasolini non mi risulta parlasse così), i nostri codici, i nostri controvalori.
è questo che trovo ridicolo: l'ultima volta che mi è capitato che un tale conosciuto per lavoro dopo scarsi 5 minuti che ci conoscevamo ci ha tenuto tantissimo a farmi presente che era gay, sono sbottato e gli ho detto: "io invece sono musulmano".
Silenzio di tomba.
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Bellissimo intervento, MR!!