Genesi di un crash

 

  By: andreax66 on Giovedì 11 Ottobre 2007 20:27

Questo è giusto per fare ancora un pò il pessimista, visto che non lo fa quasi più nessuno...tanto per bilanciare un pò!

 

  By: Pitagora on Giovedì 11 Ottobre 2007 19:49

Seguo questo signore, perchè non è stupido per niente. Ho letto un libro suo, molto bello (E' anche pratico e concreto). In effetti abbiamo una situazione simile all'anno scorso. Proprio in ottobre quando molti si aspettavano il solito scrollone stagionale. Adesso molte posizioni in derivati, sono in sofferenza perchè non c'è stata mai l'occasione, dopo agosto, per un aggiustamento. Soffrono verso l'alto ovviamente e servirebbe un calo anche moderato per risistemare. Ma dato che il problema è diffuso, appena storniamo un pò, scattano gli aggiustamenti, che altro non sono che operazioni al rialzo. E il rialzo procede. Con qualche zero virgola magari, ma persevera e fa male.

 

  By: Parigino on Giovedì 11 Ottobre 2007 19:36

Non sono d'accordo con... quello che sorride. Non trovo significativi i confronti con un anno fa visto che è passato un altro anno e quindi ci si avvicina sempre più al rallentamento del ciclo economico (o recessione). Su questo penso non ci siano dubbi. Penso che sia più confortevole avere qualche put in portafoglio, non si sa mai... La percezione del rischio che era riapparsa ad agosto per ora sembra già sparita ma ritornerà presto ai primi storni

 

  By: Pitagora on Giovedì 11 Ottobre 2007 14:53

Il VIX che cala, ma non troppo ... con l'indice che cresce, ma non troppo ... segnalano che il rialzo può continuare senza alcun intoppo. E' così facile da capire !

 

  By: Esteban on Giovedì 11 Ottobre 2007 11:34

Ciao FOG, Crisi mondiale 2008/9 ? (Da crisi giappone) Le politiche fiscali e monetarie espansionistiche, adottate dal governo nel 1986 e nel 1987 per incrementare la domanda di investimenti, riuscirono a scongiurare una recessione ma portarono anche ad un'eccessiva ed incauta espansione del credito. I nuovi prestiti furono utilizzati in prevalenza per investimenti immobiliari ed azionari ai quali le società, le famiglie e gli speculatori si rivolsero sia per investimento che per opportunità di guadagni. Ciò provocò una spettacolare rivalutazione dei prezzi degli immobili e dei valori delle azioni dando vita al fenomeno conosciuto come Heisei boom o bolla economica. Purtroppo il governo mantenne troppo a lungo le politiche espansionistiche e non ne controllò adeguatamente gli effetti. Quando, nel maggio 1989, la Banca del Giappone finalmente intervenne alzando il tasso ufficiale di sconto, i valori delle azioni e degli immobili iniziarono una rapida discesa, culminando nei primi anni '90 nello scoppio della bolla. E' la stessa situazione solo che anzichè alzare il tasso ufficiale di sconto, come pensavamo sino a poco tempo fa,lo hanno abassato ... contribuendo a rilanciare la bolla ... Ora tagliano i tassi per salvare banche e hedge, e continueranno a farlo sino a quando hanno risanato le "loro finanze" ... Quando poi li rialzeranno i tassi ... cosa devono fare le persone ? Cercarsi sin da ora un ponte ove trasferirsi ? Vedi tenda blu , modello giapponese ?

 

  By: Mr.Fog on Giovedì 11 Ottobre 2007 10:45

Si parla di utili, di crescita, di mercato globale, di...questa volta e' diverso; ricordarsi quello che e' capitato negli ultimi 100 anni puo' parere uno stupido gioco. I mercati evolvono ma a muoverli sono sembre le solite due forze: debito e speculazione. L'economia...beh quella va bene per le discussione sui forum. Crisi economica del 1873-1895 Era la prima manifestazione di una crisi economica moderna. Mentre infatti le crisi dell' ancien regime si manifestavano sotto forma di carestie (quindi crisi da sottoproduzione), il nuovo tipo di crisi che il mondo andava sperimentendo era una crisi di sovrapproduzione. L'indice più vistoso della crisi fu la caduta dei prezzi. La crisi può essere spiegata grazie a tre fattori: - progresso tecnologico - ampliamento dei paesi industrializzati - imposizione di bassi salari. Crisi del 1929 « "Le banche avevano ritirato improvvisamente dal mercato diciottomila milioni di dollari, cancellando le aperture di credito e chiedendone la restituzione" » L'economista John Kenneth Galbraith ha individuato almeno cinque fattori di debolezza nell'economia americana responsabili della crisi: - Cattiva distribuzione del reddito - Cattiva struttura delle aziende industriali e finanziarie - Cattiva struttura del sistema bancario - Eccesso di prestiti a carattere speculativo - Errata scienza economica Crisi energetica del 1973 Fu dovuta principalmente ad un’improvvisa e inaspettata interruzione del flusso dell’approvvigionamento di petrolio dai paesi appartenenti all’Opec Crisi energetica del 1979 Si intende il brusco rialzo che si verificò nel mercato internazionale del petrolio a seguito della rivoluzione iraniana del 1979. Il rovesciamento del regime dello scià Reza Pahlavi bloccò la produzione petrolifera del paese innescando forti movimenti speculativi. Il petrolio arrivò a quotare 80$/barile (valore riportato a dollari 2005) creando grandi difficoltà di approvvigionamento energetico in tutto il mondo occidentale. Giappone 1990 Le politiche fiscali e monetarie espansionistiche, adottate dal governo nel 1986 e nel 1987 per incrementare la domanda di investimenti, riuscirono a scongiurare una recessione ma portarono anche ad un'eccessiva ed incauta espansione del credito. I nuovi prestiti furono utilizzati in prevalenza per investimenti immobiliari ed azionari ai quali le società, le famiglie e gli speculatori si rivolsero sia per investimento che per opportunità di guadagni. Ciò provocò una spettacolare rivalutazione dei prezzi degli immobili e dei valori delle azioni dando vita al fenomeno conosciuto come Heisei boom o bolla economica. Purtroppo il governo mantenne troppo a lungo le politiche espansionistiche e non ne controllò adeguatamente gli effetti. Quando, nel maggio 1989, la Banca del Giappone finalmente intervenne alzando il tasso ufficiale di sconto, i valori delle azioni e degli immobili iniziarono una rapida discesa, culminando nei primi anni '90 nello scoppio della bolla. Messico-Russia-Argentina Motivi simili in contesti assai diversi:L'aumento del debito estero, pubblico e privato, Asia 1997 La crisi asiatica è stata soprattutto una crisi finanziaria, con una riduzione massiccia ed improvvisa di flussi di capitali dall'estero combinata ad un deflusso rapido di capitali in fuga. La fragilità di un insieme di sistemi economici locali la cui crescita era sostanzialmente fondata sul credito e sulla continua circolazione di capitali è emersa con tutta chiarezza e i fattori che avevano alimentato la crescita veloce sono diventati fattori di blocco: corruzione, aleatorietà del sistema legale, esposizione del settore bancario, indebitamento delle imprese, perverso intreccio di potere tra politici, imprenditori e banchieri. 2000-2001 Ciò che ha provocato la recessione è stato un crollo della domanda di investimenti. L’investimento non immobiliare – la domanda di stabilimenti e macchinari da parte delle imprese – in quell’anno è diminuito del 4,5%. Nella seconda parte degli anni Novanta, le imprese erano state estremamente ottimiste circa il futuro, e di conseguenza il tasso di investimento aveva raggiunto livelli molto elevati. Tra il 1995 e il 2000, il tasso di crescita medio annuo degli investimenti aveva superato il 10%. Tuttavia, nel 2001 era divenuto evidente che le imprese erano state eccessivamente ottimiste e avevano investito troppo. Ciò le ha portate a tagliare gli investimenti, causando un calo della domanda e, attraverso il moltiplicatore, un calo del PIL. La pericolosità della crisi è stata percepita in ritardo. Il ciclo espansivo più lungo di tutti i tempi aveva fatto diffondere nell'economia trainante, gli Stati Uniti, e di conseguenza nel mondo, una visione miracolistica, che celebrava l'avvento di una nuova era di crescita continua, e la fine del concetto stesso di ciclo economico, grazie alla rivoluzione della cosiddetta nuova economia: su tali basi, la recessione non poteva essere prevista. Le tappe sono state quelle tipiche delle crisi di sovrapproduzione così frequenti fino alla prima metà del secolo. Un'ondata di innovazioni tecnologiche ha consentito la riorganizzazione radicale della struttura economica, con l'accelerazione della produttività, specialmente negli Stati Uniti. La diffusione su scala planetaria del pc e di internet hanno dato l'illusione dell'avvento di una nuova era. Contrariamente alla visione dominante, il libero mercato non ha mostrato alcuna capacità di autoregolarsi. Si è invece generata, per un effetto imitativo, legato alla paura di restare fuori dal gioco, una corsa senza precedenti agli investimenti in nuova tecnologia, nella quale le nuove iniziative costituivano la clientela degli attori precedenti, in una sorta di catena di Sant'Antonio dell'hi-tech. Centrale, nel circolo vizioso, il ruolo di una borsa che ha continuato a drenare capitali anche quando la sua valutazione aveva ampiamente superato ogni criterio ragionevole.

 

  By: Pitagora on Mercoledì 10 Ottobre 2007 21:31

Ecco il risveglio delle put. Il p/c ratio si sveglia deciso ....

 

  By: valido on Mercoledì 10 Ottobre 2007 17:56

Anche il Sentiment in USA è a livelli abbastanza elevati ! Potresti darmi il link su yahoo dei dati che hai inserito , così li posso consultare anche in futuro ? Grazie

 

  By: gianlini on Mercoledì 10 Ottobre 2007 01:07

Dal sito di Yahoo....a meno che non siano tutti gli orsi a votare..... sembra un dato di sentiment ottimista Finance Poll With the Dow hitting the 14,000 mark what target will we see next? 15,000 59% 13,000 42% 206817 Votes to date

 

  By: tkopf on Mercoledì 10 Ottobre 2007 00:46

Nei primi sei mesi del 2007 in Europa decolla il mercato del buy-out -1 Finanzaonline.com - 9.10.07/10:55 Quando la crisi dei mutui subprime era ancora nascosta sotto la polvere, in Europa girava a mille il mercato del buy-out. Nel Vecchio Continente nel primo semestre questo settore ha toccato il cielo con un dito totalizzando nella prima parte dell'anno operazioni per un valore totale di 91,8 miliardi di euro, ossia una crescita del 15% rispetto al primo semestre del 2006. E' quanto emerge da dati annunciati oggi dal CMBOR, il principale Centro di Analisi sulle operazioni di buy-out realizzate in Europa e Gran Bretagna, fondato da Deloitte e da Barclays Private Equity.

 

  By: Pitagora on Martedì 09 Ottobre 2007 20:34

Non c'è molto che faccia pensare ad un down per ora. L'unico è il put/call ratio che si trova molto basso, proprio come fece nella seconda metà di luglio quando si raggiunsero i massimi.

 

  By: Pitagora on Martedì 09 Ottobre 2007 19:00

Quando in tanti si preparano per il crash, è il momento meno probabile che si verifichi. Frase banale, capisco, .... ma è così.

 

  By: valido on Martedì 09 Ottobre 2007 18:51

Cliccando su questo collegamento http://www.bloomberg.com/apps/news?pid=20602003&sid=aKIRaKrHXSLI&refer=world_indices si puo' vedere un articolo apparso ieri su Bloomberg di Jeff Kearns and Michael Tsang , di cui riporto qui la prima parte.... Avranno ragione ? U.S. Stock Market Stumble Presaged by S&P 500 Options (Update3) By Jeff Kearns and Michael Tsang Oct. 8 (Bloomberg) -- Skittishness over the U.S. stock market's record-setting rally is reaching a crescendo among options traders who are preparing for a crash. Investors are paying the most ever to protect against a drop in the Standard & Poor's 500 Index, data compiled by Morgan Stanley show. The gap between the price of so-called put options on the benchmark for U.S. equity and the cost to wager on further gains has averaged about 8 percentage points since August. That's more than the previous high in July 2001, before the index dropped 34 percent and fell to the lowest this decade.

 

  By: Pitagora on Lunedì 08 Ottobre 2007 21:33

Vola in salita con indici quasi in pari. In effetti c'è aria di bruciato. Oppure molti si vogliono parare, visto il mese critico e visti i massimi storici !

 

  By: GZ on Lunedì 08 Ottobre 2007 19:19

la domanda di put è molto forte in termini di volatilità implicita o come costo medio delle put rispetto alle call, era dal 2000 che non si vedevano numeri del genere secondo Morgan Stanley qui ci sono due modi di vederlo ovviamente, uno che è un elemento di "sentiment contrarian" estremo e quindi da qui esplodi in su l'altro che gli operatori che si posizionano con opzioni in senso contrario alla direzione dei titoli sono più esperti della media e se pagano tanto le put nonostante il mercato ai massimi intuiscono qualcosa ---------------- ..Since Aug. 15, the implied volatility of put options that lock in gains should the S&P 500 drop at least 10 percent in six months has averaged 24.08 percent, according to data from Morgan Stanley, the second-largest U.S. securities firm by market value after New York-based Goldman Sachs Group Inc. The implied volatility on puts is 8.1 percentage points higher than for call options, enabling investors to profit if the index rises at least 10 percent in the same period. The so-called implied volatility skew climbed as high as 8.53 points since mid- August. That's ^steeper than 99 percent of all readings since the start of the decade, Morgan Stanley said#http://www.bloomberg.com/apps/news?pid=20601087&sid=asA5932BWDPU&refer=home^. The median difference is 5.9 percentage points. ... The implied volatility on puts is 8.1 percentage points higher than for call options, enabling investors to profit if the index rises at least 10 percent in the same period. The so-called implied volatility skew climbed as high as 8.53 points since mid- August. That's steeper than 99 percent of all readings since the start of the decade, Morgan Stanley said. The median difference is 5.9 percentage points. The gap shows there's ``an awful lot of nervousness,'' said Mason. ``A lot of investors don't want to get caught out.'' The last time the skew steepened as much was in July 2001, when it touched 8.24 percentage points, according to Morgan Stanley's data. In the following 15 months, the S&P 500 tumbled as the U.S. economy suffered its first recession in a decade.