I conti non tornano

 

  By: hobi on Lunedì 12 Febbraio 2007 10:47

Io la penso un po diversamente. In Europa si continua a dare troppo valore all' M3 come spia dell'inflazione. Abbiamo assistito negli ultimi 20 anni ad una progressiva mutazione della composizione qualitiva del M3 nella parte alta. I profitti ,come evidenziato dalle statistiche, sono cresciuti oramai fino a quasi il 10% del Pil negli Usa e sono i principali responsabili della crescita del M3. Peccato che questi profitti in crescita e questo M3 in crescita non impatti minimamente sui consumi. I consumi dei "ricchi" sono anelastici. La crescita del M3 è semmai responsabile dei prezzi degli asset. La Fed ha smesso di guardare l'M3( ma non per certe motivazioni dietrologiche). Semplicemente perchè non è una spia dell'inflazione. In Giappone la massa monetaria è spaventosa. Eppure l'inflazione è zero. Ed il perchè lo conosciamo tutti. La massa mnetaria serve ad alimentare i carry trade ,non i consumi. Hobi

 

  By: GZ on Lunedì 12 Febbraio 2007 02:34

Draghi dice al G8 che ci sono rischi per l'inflazione perchè ....il credito e la moneta, intesa come aggregato M3, continuano a crescere a tassi superiori al 10%" .... e la crescita deve essere sostenuta anche dalle riforme strutturali,il credito e la moneta, intesa come aggregato M3, che continuano a crescere a tassi superiori al 10%". La pensiamo allo stesso modo. I gestori di borsa invece dicono che l'inflazione è contenuta e la crescita economica non ha problemi ------------ seri rischi che nei prossimi mesi i prezzi possano crescere", ha affermato il Governatore di Bankitalia Mario Draghi, in conferenza stampa al termine della riunione del G7. ....Draghi ha spiegato che i rischi sono legati a diversi fattori: il prezzo del petrolio, una crescita costantemente superiore al potenziale, ed "il credito e la moneta, intesa come aggregato M3, che continuano a crescere a tassi superiori al 10%". Sono questi i motivi per cui, spiega Draghi riprendendo le parole del governatore della Bce, Jean-Claude Trichet, bisogna essere "strongly vigilant", ovvero vigilare in modo deciso. Tra l'altro per quest'anno, "non ci sono particolari indicatori che ci dicono che l'inflazione è in rallentamento". Per quanto riguarda la crescita potenziale della nostra economia, non è "un dato statico" ma deve essere sostenuta anche dalle riforme strutturali, "e non drogata o pompata dal troppo credito", ha detto Draghi

 

  By: Mr.Fog on Venerdì 09 Febbraio 2007 21:01

Io lo dico spesso. Riporto le agenzie non per operatività in sè ma per dimostrare quanto possano essere bastardi in ogni dichiarazione, a cui spesso segue un evento che va nella direzione opposta! --------------------------------------------------- Io sono abituato a leggere le notizie all'inzio della giornata ed alla fine. Difficilmente mi lascio influenzare, ma ormai i nervi sono troppo scoperti e basta poco. Fortuna ho guardato i bond; cmq siamo ancora qui. Deve chiudere sotto 1444 di S&P e sotto 806 per il russell e sotto 12500 per il DJ e sotto 2450 per il nasdaq e sotto..... OK, OK....vediamo.

 

  By: corcas on Venerdì 09 Febbraio 2007 20:49

Io lo dico spesso. Riporto le agenzie non per operatività in sè ma per dimostrare quanto possano essere bastardi in ogni dichiarazione, a cui spesso segue un evento che va nella direzione opposta!

 

  By: Mr.Fog on Venerdì 09 Febbraio 2007 20:27

Corcas, non bisogna piu' credere a questi della fed. Sono bastardi-dentro. Questa e' la notizia che mi aveva portato a chiudere 1/2 posizione

 

  By: corcas on Venerdì 09 Febbraio 2007 20:13

Bah, non si sa più a chi credere allora... ---------------------------------------------------- Usa, potrebbero essere necessari tassi più alti - Pianalto (Fed) Reuters - 09/02/2007 18:32:49 WASHINGTON, 9 febbraio (Reuters) - Il presidente della Federal Reserve del Cleveland Sandra Pianalto ha detto di non essere ancora convinta che il trend dell'inflazione core negli Stati Uniti si muova al ribasso e potrebbero essere necessari altri rialzi dei tassi. "Il quadro dell'inflazione nazionale non è stato limpido negli ultimi anni per l'interferenza della volatilità dei prezzi dell'energia, delle "materie prime e delle case" ha detto Pianalto in un intervento alla Speakers Assembly of Southwest Florida. "Quando si normalizzeranno avremo un quadro più chiaro dell'inflazione sottostante, potremmo vedere che restano alcuni rischi inflattivi". "In quel caso, potrebbero essere necessari alcuni correttivi al rialzo di poitica monetaria -- in relazione ovviamente della crescita e dell'inflazione" ha detto.

 

  By: GZ on Venerdì 09 Febbraio 2007 20:05

il fatto che hanno stimato un aumento ed è invece risultata una diminuzione secca degli acquisti che vanno nelle scorte indica che le aziende sono pessimiste, non riempiono i magazzini e contraddice l'idea dell'economia che cresce bene ma basta vedere ieri Whirlpool quella delle lavatrici e elettrodomestici vari, un disastro guarda anche Jim Cramer oggi che è super-toro ma dice che occorre un taglio dei tassi urgente ------------------------------------ ^Domestically, we are in pretty bad shape#http://jimcramer.rmblogs.thestreet.com/entry.aspx?q=6ead8a24-08ec-45ad-b417-98d0006cf48c^. If you don't agree with me, if you want to argue that I'm simply cheering the Fed on to cut, go over the conference call from Whirlpool (WHR - commentary - Cramer's Take). There, in one call, you can hear everything that is wrong in this country: slowing demand across the board. No, remodeling did not make up for housing starts. Remodeling was just as bad. Oh, so maybe you think it is share-take? I don't think so. Whirlpool and Maytag together have, if anything, too much share. Business is so weak that a fabulous international business couldn't mask this country's decline. If you are paying attention, Fed, you would say, "We are killing housing. We are killing those poorer people who can now no longer afford to get a loan, and we are making life very difficult for anyone in the auto business." Is that what the Fed is supposed to be doing? I don't think so. If companies had not successfully diversified out of this country in the past two decades, you would be seeing major disappointments from the S&P.

Il PIL non è quello che sembra - gz  

  By: GZ on Venerdì 09 Febbraio 2007 19:25

Per borse, dollaro e bonds la settimana scorsa il "dato" importante che ha mosso i mercati è stato il PIL americano, uscito con un bel +3.5% per l'ultimo trimestre del 2006 (annualizzato). Leggevi che si comprava il tale titolo italiano o tedesco o il dollao perchè "...la crescita americana è robusta...". Due giorni fa è stato rivisto uno dei dati che vanno nel calcolo del PIL, hanno ri-stimato le scorte ed erano -0.5% invece che +0.5% per cui il famoso PIL è in realtà +2.5%, ma nessuno ci ha fatto caso.... Eh...va beh, sono gestori e dei report economici leggono il titolo il momento che escono poi hanno altro da fare...aspettiamo quando esce il prossimo dato oppure quando Morgan o Goldman segnalano la cosa Guarda ora i numeri. Il trimestre scorso c'è stato un crollo delle costruzioni e un bel calo degli investimenti (queste aziende che fanno tanti profitti non investono, preferiscono comprare azioni in borsa di altre aziende o se stesse). Il PIL si è salvato lo stesso (+2.5%) perchè il governo ha speso ancora, l'import è calato per il cedimento da 70 a 55 del petrolio e il consumatore ha sparato un +4% (annualizzato) che in Italia non succede dai tempi di Craxi e in Germania dal crollo del Muro e in America è routine. In Italia o Germania o Giappone ogni tanto hai che esce un dato di CONSUMI circa zero come variazione o persono IN DIMINUZIONE, in America non succede dal 1993 (non esagero). Questo perchè gli americani si indebitano di più e importano più di quello esportano bla bla bla... Cosa succederà ai mercati finanziari se per solo un trimestre, per la prima volta in 13 anni, il consumo non farà il suo +4% ? Il PIL USA infatti è costituito per 8.100 miliardi di consumi su 12.000 totali e sono aumentati del 4% cioè di 370 miliardi anche nel 2006. Supponiamo che anche per un solo trimestre non aumenti, in base al resto (spesa pubblica contenuta, crollo delle costruzioni, investimenti negativi, deficit estero) avresti un -1% di PIL invece del +3% che ci si aspetta Perchè come nota questo grafico della FED in fondo pagina dal 2001 il consumatore ha preso a prestito da 500 a 800 miliardi l'anno OLTRE AI MUTUI, cioè ha "estratto contanti" dal valore (in aumento) della sua casa. Ora che le case non aumentano è diventato più difficile andare in banca e farsi dare una parte del valore della propria casa in liquidi. I due terzi o forse tutto l'aumento di PIL degli ultimi 4 anni è stato finanziato così. Ora che questo escamotage non è più possibile è logico aspettarsi dati di PIL molto brutti, con effetti su dollaro e borse (la tabella sotto è di lombardresearch che stima un PIL di 1.7% circa la metà del consensus, ma a mio avviso sono anche prudenti)

 

  By: GZ on Mercoledì 28 Dicembre 2005 20:25

Se in Italia da un 99% di italiani "autoctoni" come eravamo nel 1990 passassimo a un 60% di "italiani doc" e 40% di filippini, albanesi, marocchini, algerini, egiziani, russi, rumeni, cinesi... la "Distribuzione del Reddito" diventerebbe più disuguale ? Avrebbe senso non menzionare questo dettaglio nel parlare dei "meccanismi sociali" sbagliati ? La cosa ridicola è leggere discorsi sulla disuguaglianza del reddito in America senza menzionare che vi sono arrivati negli ultimi 30 anni 40 milioni di emigrati e c'è ora già una prima generazione dei loro figli per cui la composizione ETNICA della popolazione è cambiata radicalmente. Negli Stati Uniti in totale i "bianchi" oggi sono il 61-62%, i "neri" il 14-15%, i "latinos" il 16-17%, poi ci sono indiani americani, iraniani, coreani, giapponesi, cinesi, vietnamiti.... Ai tempi di John Kennedy i bianchi erano il 90% circa invece. Questo è un cambiamento enorme e la stragrande maggioranza dei neri caribici, dei messicani, sudamericani ed asiatici che sono arrivati o che hanno figliato negli USA negli ultimi 30 anni partono da una base di reddito, di istruzione, di attitudini verso il risparmio e il lavoro diversi da quelli di origine europea Ci sono oggi 300 milioni di persone in totale in USA di cui circa 35 milioni, forse 40-43 milioni, sono "latinos" (messicani, ecuadoriani, cubani...). Gli immigrati clandestini sono stimati a circa SETTE MILIONI in USA oggi, di qui l'incertezza nel numero esatto ma diciamo che tutte le stime convergono nel dare al 15-17% circa i latinos e i "neri" (sia africani che caribici) al 14%. Le tabelle di Xtol non tengono conto dei clandestini che sono milioni per cui sono errate per difetto intanto. Ma sono sospette comunque perchè danno 15 milioni di emigrati dal sudamerica e come spieghi che sono 40 milioni di "latinos" nei censimenti oggi ? sono tutti arrivati dopo ? sono tutti nati in America ? Determinare decennio per decennio la dimensione del fenomeno e il suo effetto sulla distribuzione del reddito è complicato perchè devi tenere conto di tante variabili. Ma è ovvio che se oggi i "latinos" sono 40 milioni e nel 1965 erano 2 milioni questo è un cambiamento fondamentale della società. Nella mentalità progressista invece si fa finta che non esistano le differenze etniche, gli algerini della banlieue risultano vittime di meccanismi economici come i francesi da dieci generazioni e i messicani appena arrivati sono identici come problemi e attitudini dei discendente di scozzesi del 1700 Esempio. Un tabù, un argomento che non troverai mai sul Corriere o Repubblica è che in America ci sono più poveri che in Europa perchè il 30% dei maschi neri hanno una fedina penale, hanno commesso reati, sono stati in galera e di conseguenza hanno quale problema nel mondo del lavoro. Se in Italia il 15% della popolazione diventasse di origine africana avrebbe un impatto sulla distribuzione del reddito ? Se gli albanesi aumentassero fino ad essere il 15% della popolazione dell'Italia dato che almeno 1/3 di loro finisce in galera, le statistiche mostrerebbero un Italia più violenta e con più disuguaglianze sociali no ? Il fenomeno andrebbe spiegato parlando solo della "società italiana", dell'economia di mercato, della globalizzazione, della federal reserve e la sua politica di espansione monetaria, del centrodestra e del suo conflitto di interessi... ?

 

  By: polipolio on Mercoledì 28 Dicembre 2005 18:21

"Il bottom quintile (negli USA ma anche qui) è quello più esposto alla concorrenza dei paesi poveri ------------------poli--------------- nonsense, stiamo parlando degli anni dal '70! -------------Xtol --------------------" Sarà che stiamo parlando degli anni '70, ma le statistiche sono 80-'02 (fino all'80 incluso non c'è forbice tra classi). La concorrenza dai paesi poveri è data essenzialmente attraverso il commercio internazionale. "---------------------------------------- C'è inoltre un effetto demografico, legato soprattutto all'immigrazione -------------------poli------------------ ri-nonsense, un aumento significativo della percentuale di immigrati sulla popolazione comincia 20 anni dopo (vedi grafico) ------------------ X --------------------" Legato soprattutto. Significa che bisognerebbe calcolare i tassi di crescita (i.e. natalità, mortalità e saldo immigrazione emigrazione) di ciascuna delle classi di reddito. In absentia, dando per scontato che il 20%-30% (almeno) di nuova popolazione (proveniente dall'immigrazione) sia sempre nel bottom quartile si crea un gap di crescita REALE di 1-2% all'anno, basandosi sui dati che hai postato. Su 22 anni sono circa 25-50% di crscita totale reale. Uh, ma forse così crescono più del top 20% (X, sta' attento ai numeri che posti, ti possono dare torto...)

 

  By: gianlini on Mercoledì 28 Dicembre 2005 16:16

sono perfettamente d'accordo! peraltro conosco degli impiegati in banca con casa di proprietà, (mutuo ventennale al 1,7 %), vacanze invernali in montagna (Alto Adige), al mare (sharm, cuba, Sardegna), auto di proprietà, TV a LCD e videotelefonino che probabilmente se la passano meglio di un miliardario di fine ottocento...

 

  By: Moderator on Mercoledì 28 Dicembre 2005 16:13

Non voglio dimostrare niente ,però i miliardari di oggi sono più ricchi(meno classse?) di un Rockefeller che magari ha molta più rinomanza, dopo tanti anni , di un Paul Allen odierno.Così un Vanderbilt rispetto ad un Kluge. C'erano meno miliardari e molti più poveri ed erano ammantati di un'aura che magari oggi non c'è . Come un James Stuart ,un Humphrey Bogart ,un Cary Grant ,quei miliardari erano dei miti che hanno resistito al tempo.

 

  By: gianlini on Mercoledì 28 Dicembre 2005 15:52

norton quello che vuoi dire è che un Micheli qualsiasi oggi è ben più ricco del nababbo del 1850 americano?? è anche una questione di accumulo di capitale e assenza di fenomeni di distruzione (guerre, rivoluzioni, 12 figli, ecc.ecc.)

 

  By: Moderator on Mercoledì 28 Dicembre 2005 15:41

Visto che si parla di ricchi metto ,come passatempo pausa-pranzo ,un grafico della ricchezza dei principali miliardari americani dal 1831 ,con valore dollaro del 2002.

 

  By: gianlini on Mercoledì 28 Dicembre 2005 15:30

Xtol, l'evidenza dei fatti osservati dice che i poveri nel mondo stanno diminuendo (per lo meno in proporzione al resto della popolazione), che ovunque (tranne in Russia) le prospettive di vita sono migliorate (tant'è che c'è boom demografico) e non si è mai stati bene come adesso poi i numeri ti diranno che i ricchi ora sono un po' più ricchi (forse e solo su base puramente monetario-numerica) rispetto ai poveri di quanto non fossero 50 anni fa... pazienza....l'importante è che i poveri 50 anni fa morivano di fame anche in Europa e ora solo in qualche paese dell'Africa, i primi 50.000 euri di ricchezza sono relativamente un po' più importanti dei 500.000 euri fra i 4.000.000 e 4.500.000 di un patrimonio, o sbaglio? anche se sulla carta i 500.000 valgono 10 volte tanto. coi primi ti procuri da vivere, coi secondi il superfluo o stra-superfluo