By: Andrea on Lunedì 30 Agosto 2004 11:57
"Con questo", niente. Come ho scritto, non cambia le cose. Il ragazzone è morto facendo una cosa che credeva giusta, per qualcuno è un eroe, per qualcun'altro un coglione, per altri ancora un giovane idealista morto. Immagino ci siano milioni di opinioni diverse al proposito, quasi tutte rispettabili.
Non intendevo prender posizione contro le posizioni di alcuno.
Mi sono limitato a scrivere ciò che ho scritto per alcune ragioni.
La prima è che forse qualcuno si chiede come mai un esempio come il suo, che sarebbe così utile alla propaganda, non venga utilizzato. La ragione è quella. Gli ha sparato un commilitone alla schiena. E dirlo non fa onore a nessuno.
La seconda è che se qualche azienda troverà mai un sistema per limitare i danni da fuoco amico è prevedibile che venga inondata di soldi. Quindi è meglio tenere gli occhi aperti. In fondo siamo tutti qui per cercare aziende su cui investire, no?
Ho un amico a Santa Clara che continua a mungere soldi al DARPA proprio per quello. E sono in molti a farlo. Il primo che trova la soluzione vince ...
Non ho idea di quanti soldati statunitensi e inglesi siano morti in battaglia rispetto a quelli uccisi in imboscate ecc.
L'ultimo conteggio che ricordo era di circa 300 caduti USA in battaglia nella "sola" operazione in corso da marzo 2003 in Irak. Il 25% significherebbe 75 persone vive ... non poche.
Infine sono d'accordo con lei che il contratto di chi si arruola non prevede la gloria eterna conquistata cadendo nella (vittoriosa) battaglia finale. Ma forse ricorderà i carristi inglesi esultare dopo aver fatto saltare un carro "nemico", vituperando i "sons of a bitch" che c'erano a bordo ecc. Bhè, si rivelò un carro della stessa coalizione. Secondo me ai soldati un po' rode sapere che se cadono in battaglia non è affatto escluso che sia stato un commilitone a colpirli e, magari, li ha anche presi per il didietro ... È un rischio del mestiere, certo, ma ne farebbero a meno, ne sono sicuro.
Sono solo alcune considerazioni sul caso specifico, non entro nel merito della guerra in Irak, dell'eroismo dello sportivo prestato all'esercito, ecc.