By: lutrom on Giovedì 04 Aprile 2013 21:26
Non sapevo dove mettere questo mio "lacrimevole" intervento, questi miei malinconici ricordi e pensieri, speriamo qui vada bene... Naturalmente liberissimi di non leggere (forse, anzi, è meglio se non leggete).
Qualche giorno fa sono stato contattato da un mio ex compagno di liceo (uno dei pochissimi con cui mi sento o vedo ogni tanto) che mi ha detto che a fine mese alcuni stanno organizzando una cena tra tutti quelli della nostra classe al liceo classico più le altre due classi parallele alla nostra. Io ho aderito con entusiasmo (apparente), ma sinceramente sotto sotto me ne starei a casa: mi rivedrò con gente (ex ragazzi, oggi abbiamo circa 44 anni...) con cui spesso non mi vedevo più da circa 25 anni! Purtroppo sarà l'occasione, non sempre ma troppo spesso, per vedere quale è stato il "tremendo bacio della vita" sul volto di un gruppo di ex ragazzi: certo, qualcuno ha fatto anche carriera e magari è soddisfatto della sua vita privata, ma già so di un paio di ragazze (un tempo carine, di quelle che manco mi cacavano...) che adesso sono diventate bruttine, grassocce, separate, con problemi vari e con figli handicappati... Poi vedrò la triste fine che hanno fatto i molti sogni della maggior parte dei miei compagni di classe... Che pena...
Poi oggi mi son quasi commosso risentendo ^la sigla di Goldrake#http://video.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/goldrake-35-anni-fa-la-prima-puntata-in-italia/124368/122856?ref=HRESS-7^, uno dei cartoni della mia infanzia: purtroppo tanti anni sono passati e, se torno indietro con la mente, vedo la mia testa popolarsi di morti, ma vivi quando vedevo Goldrake (mio padre, i miei nonni, zii, cugini, amici, ecc. ecc.).
Certe volte abbiamo una grande passione per le foto, e questa è una cosa bella, per certi aspetti; le foto come "strumento di ricordo di massa" permetteranno -ed in parte già stanno permettendo- per la prima volta da millenni, alla gente non ricca (e siamo la maggior parte nel mondo) di vedere le proprie origini. Per esempio io vengo da una famiglia dell'altissima nobiltà contadina (nel senso che andando indietro per secoli, tra i miei antenati diretti, non ce ne è uno che non abbia fatto il contadino: una così alta ed antica nobiltà farebbe impallidire anche un Asburgo!!!). Infatti nelle famiglie come le mie (dove causa miseria non c'era certo gente che si faceva fare il ritratto come nelle famiglie nobili), gli antenati diventavano ben presto degli sconosciuti, se ne perdeva anche il nome, per non parlare del volto: io, per esempio, non ho neanche le foto di tutti i miei bisnonni, per quanto riguarda i trisavoli ho la foto di due soli miei trisavoli (e di trisavoli, com'è logico, ne ho 16!).
In futuro, invece, potremo conservare foto (ma anche filmati, ecc.) dei nostri antenati, per secoli magari anche grazie alle memorie digitali, anche nelle famiglie povere; però quanta pena c'è in tutto questo: ad esempio l'album di foto del matrimonio dei miei genitori ormai è inguardabile, è diventato un insieme di "foto cimiteriali", la stragrande maggioranza delle persone che stanno in quelle foto sono morti (a cominciare da mio padre)...
Beh, SCUSATE LO SFOGO che non è certo dovuto alla depressione, però sono cose a cui pensiamo... Ed ora mia aspetta la cena coi miei ex compagni di classe... Mi ricorderanno quello che vedo quotidianamente nelle classi dove insegno: amori "eterni" che nascono -ma quasi sempre destinati a finire-, speranze ed illusioni a bizzeffe (il ragazzo tontolone che vuole fare l'attore, la ragazza cretinotta che spera in un grande avvenire ma al più potrà andare a pulire le scale -detto con il massimo rispetto per chi fa questo lavoro-, sogni sogni sogni, speranze speranze speranze, spesso destinate a naufragar nel mare burrascoso della vita...).
...
"Il sabato del villaggio"
La donzelletta vien dalla campagna
in sul calar del sole,
col suo fascio dell'erba; e reca in mano
un mazzolin di rose e viole,
onde, siccome suole, ornare ella si appresta
dimani, al dí di festa, il petto e il crine.
Siede con le vicine
su la scala a filar la vecchierella,
incontro là dove si perde il giorno;
e novellando vien del suo buon tempo,
quando ai dí della festa ella si ornava,
ed ancor sana e snella
solea danzar la sera intra di quei
ch'ebbe compagni nell'età piú bella.
Già tutta l'aria imbruna,
torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre
giú da' colli e da' tetti,
al biancheggiar della recente luna.
Or la squilla dà segno
della festa che viene;
ed a quel suon diresti
che il cor si riconforta.
I fanciulli gridando
su la piazzuola in frotta,
e qua e là saltando,
fanno un lieto romore;
e intanto riede alla sua parca mensa,
fischiando, il zappatore,
e seco pensa al dí del suo riposo.
Poi quando intorno è spenta ogni altra face,
e tutto l'altro tace,
odi il martel picchiare, odi la sega
del legnaiuol, che veglia
nella chiusa bottega alla lucerna,
e s'affretta, e s'adopra
di fornir l'opra anzi al chiarir dell'alba.
Questo di sette è il più gradito giorno,
pien di speme e di gioia:
diman tristezza e noia
recheran l'ore, ed al travaglio usato
ciascuno in suo pensier farà ritorno.
Garzoncello scherzoso,
cotesta età fiorita
è come un giorno d'allegrezza pieno,
giorno chiaro, sereno,
che precorre alla festa di tua vita.
Godi, fanciullo mio; stato soave,
stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo'; ma la tua festa
ch'anco tardi a venir non ti sia grave.
Leopardi
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Tramontata è la Luna
Tramontata è la luna
e le Pleiadi a mezzo della notte
anche giovinezza già dilegua,
e ora nel mio letto resto sola.
[...]
Saffo
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Quando morta giacerai...
Quando morta giacerai, mai più
si ricorderanno di te, per sempre:
più non vedrai le rose della Pieria,
ma oscura ti aggirerai nelle case di Ade
aleggiando tra i morti neri...
Saffo
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Le dolcissime offerte
Quale vita, che dolcezza senza Afrodite d’oro?
Meglio morire quando non avrò più cari
gli amori segreti e il letto e le dolcissime offerte,
che di giovinezza sono i fiori effimeri
per gli uomini e le donne.
Quando viene la dolorosa vecchiaia
che rende l’uomo bello simile al brutto,
sempre nella mente lo consumano malvagi pensieri;
né più s’allieta guardando la luce del sole;
ma è odioso ai fanciulli e sprezzato dalle donne:
tanto grave Zeus volle la vecchiaia.
Mimnermo
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Al modo delle foglie
Al modo delle foglie che nel tempo
fiorito della primavera nascono
e ai raggi del sole rapide crescono,
noi simili a quelle per un attimo
abbiamo diletto del fiore dell’età
ignorando il bene e il male per dono dei Celesti.
Ma le nere dee ci stanno sempre a fianco,
l’una con il segno della grave vecchiaia
e l’altra della morte. Fulmineo
precipita il frutto di giovinezza,
come la luce d’un giorno sulla terra.
E quando il suo tempo è dileguato
è meglio la morte che la vita.
Mimnermo
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Terrore della vecchiaia
Subito a rivi giú per le membra mi scorre il sudore,
e tremo, se contemplo di giovinezza il fiore,
pur cosí bello e soave: ché viver piú a lungo dovrebbe.
Ma breve tempo dura la cara gioventú,
simile a sogno; e sopra la fronte ben presto si aggrava
la tediosa informe, la nemica vecchiezza,
priva d’onore, che l’uomo non piú conoscibile rende,
lo avviluppa, gli offusca lo sguardo ed il pensiero.
Mimnermo
...
^Vanitas Vanitatum (di Carissimi)#www.youtube.com/watch?v=ZN-EFh-lbUI^