Sui ribassisti / catastrofisti e la situazione attuale

 

  By: GZ on Mercoledì 19 Novembre 2003 02:23

Fossero solo i tassi di interessi a essere manipolati dal governo Rispetto al pensiero degli economisti classici come Mises al giorno d'oggi siamo al 70% nel socialismo perchè le autorità decidono come deve essere la tua pensione, la scuola, la sanità, della tua casa, di chi può gestire il risparmio, se devi tenere accesi i fari di giorno, se devi assicurare il cane, se devi assumere un estetista per tenere le lampade al quarzo in palestra..... Il sistema finanziario ad es. in italia è in mano a Fazio governatore di Bankitalia e alle fondazioni di nomina politica. Se si ritrovano in otto a cena "pianificano" quello che succede alle maggiori banche italiane come in russia (una volta) perchè non sono azionisti privati, ma rappresentano lo stato (bankitalia) e le fondazioni (enti locali) Comunque anche se la FED non avesse abbassato i tassi di interesse che controlla (a 3 mesi) quelli a lungo termine che sono quelli che contano per i mutui immobiliari e per le aziende non sarebbero cambiati di molto. Basta guardare come si sono mossi: per tutto il 2001 e 2002 la FED ha tagliato i tassi più che ha potuto ma i tassi di interesse a lungo sono scesi poco. Poi nel 2003 hanno finalmente cominciato a scendere veramente in modo netto. Infatti l'economia e le borse hanno reagito di più all'andamento dei tassi a lungo che a quello che faceva la FED. Quindi ha un peso il tagliare i tassi a breve da parte della FED, ma solo fino a un certo punto, è il mercato che decide quelli a lunga che sono quelli che contano Adesso ad es i tassi di interesse sono alti ? sono bassi ? boh...sono mesi che non contano più di tanto se non come pretesto per fare il trading

i tassi di interesse sono alti ? sono bassi ? - gz  

  By: GZ on Mercoledì 19 Novembre 2003 02:22

 

  By: Sandro Cecconi on Mercoledì 19 Novembre 2003 00:18

Hai tempo per diventarlo, Polipolio; sono convinto che sei sulla strada giusta. Traggo questa considerazione dal concetto che hai voluto esprimere dopo la lettura di questo post molto interessante di Banshee, in cui l'autore ha cercato di sintetizzare molto bene l'attualità economica mondiale. S.Cecconi

 

  By: polipolio on Martedì 18 Novembre 2003 23:37

Banshee, e pensare che io credevo di essere liberista... Si vede che quando uno, come me, supera i vent'anni non riesce più ad essere un estremista per quanti sforzi faccia...

 

  By: banshee on Martedì 18 Novembre 2003 22:03

Un po' di didattica......... Tassi di interesse e calcolo economico Uno dei maggiori contributi di Ludwig Von Mises nel campo delle scienze economiche riguarda l’impossibilità del calcolo economico in una economia socialista. Come predetto da Mises già nel 1920 con il trattato Die Wirtschaftsrechnung im sozialistichen Gemeinwesen, tradotto in inglese solo nel 1935 con il titolo Economic Calculation in the Socialist Commowealth, e come dimostrato poi dagli eventi storici a distanza di molti anni, il socialismo costituiva un esperimento tanto sociale che economico clamorosamente destinato al fallimento. Mises aveva infatti dimostrato che in una economia socialista, priva di quel meccanismo spontaneo di formazione dei prezzi che è il libero mercato, non era possibile effettuare alcun calcolo economico. Qualunque commissione per la pianificazione centralizzata, quindi, non avrebbe potuto prendere alcuna decisione economica razionale. Le scelte compiute nell’ambito di tale sistema si sarebbero rivelate del tutto arbitrarie e caotiche, volte cioè al fallimento. La storia ha ampiamente dimostrato la tesi di Mises, ponendo fine a un lungo dibattito che si era trascinato per diverse decadi. (Si veda a tal proposito il saggio di Rothbard “The End of Socialism and the Calculation Debate Revisited”, reperebile al sito del Mises Institute in formato pdf). Purtroppo negli ultimi decenni, anche nelle economie occidentali, è emersa, tra tante, una forma di socialismo che col tempo è diventata sempre più ampia e influente. Sebbene essa riguardi una area di interesse circoscritta, essa è, a nostro avviso, altrettanto fallace nelle sue premesse come lo era il socialismo analizzato a suo tempo da Mises. Consideriamo la generale definizione di Socialismo riportata da Jesús Huerta De Soto nel suo libro Socialismo, Cálculo Económico y Función Empresarial, Unión Editorial, (pag.92): “Per socialismo si intende quel sistema di coercizione o di aggressione, avente carattere sistematico e istituzionale, che restringe il libero esercizio della funzione imprenditoriale in una determinata area sociale e che viene condotto da un organo dirigista incaricato di svolgere nella medesima area i necessari compiti di coordinamento sociale”. La forma di socialismo che desideriamo analizzare in questa sede è quella che fa capo alla pianificazione centralizzata, di natura come vedremo coercitiva, esercitata dalle banche centrali nell’ambito del mercato del denaro e del credito. Tale forma di pianificazione è emersa e si è sviluppata, a differenza delle due istituzioni rappresentate dalla moneta e dal mercato, non tanto in maniera spontanea quanto piuttosto come risultato di una attività bancaria, e successivamente finanziaria, incapace di mantenersi solvibile senza un prestatore di ultima istanza. Osservando quanto accaduto negli ultimi tre anni, potremmo dire che tale forma di controllo e pianificazione abbia oggi raggiunto una delle proprie massime realizzazioni. Gli interventi realizzati negli ultimi anni per contrastare le naturali forze correttive imposte all’economia e alle variabili economiche dal libero mercato non trovano infatti alcun precedente storico. Essi, peraltro, si sono innestati in una situazione strutturalmente già compromessa, originata da un boom economico di natura creditizia, ben coerente con l’analisi teorica del ciclo economico della teoria economica austriaca. Abbiamo già esposto come l’obiettivo della crescita sia stato raggiunto nell’ultimo trimestre solo a livello quantitativo ma non a livello qualitativo. Negli interventi di pianificazione, prevalentemente di natura monetaria, non si è presa in considerazione infatti la realizzazione di un efficiente coordinamento tra imprenditori e consumatori, le cui decisioni sono state ampiamente distorte dall’intervento dell’ingegnere economico. La mancanza di tale coordinamento tuttavia non è l’unica distorsione causata dalla pianificazione centralizzata attraverso gli strumenti di politica monetaria. Una “disconnection” altrettanto importante è quella che si è realizzata tra coloro che risparmiano e coloro che prendono a prestito. Di fatto la politica monetaria della FED in primo luogo, e sullo stesso esempio quella delle altre banche centrali, può essere letta come una vera e propria guerra al risparmiatore e allo stesso tempo un ingiustificato sostegno alle possibilità di indebitamento di una più vasta categoria di attori economici, siano essi imprenditori che consumatori. In una economia di libero mercato, i risparmiatori da una parte, e i debitori dall’altra, costituiscono due categorie di attori economici che continuamente si impegnano in una transazione volontaria. Per mezzo di essa i risparmiatori prestano i loro fondi ricevendo in cambio come remunerazione un tasso di interesse. I debitori prendono invece a prestito pagando un tasso di interesse per la risorsa scarsa che viene loro fornita. In un libero mercato la transazione si completa a quel livello di interesse che da un lato soddisfa adeguatamente i risparmiatori per avere ceduto i loro risparmi, e che dall’altro soddisfa il fabbisogno dei debitori che utilizzano quel denaro come mezzo per il raggiungimento dei loro fini soggettivi. L’accordo, come tutte le transazioni volontarie, ha luogo solo e perché entrambe le parti riconoscono un vantaggio soggettivo nell’effettuare lo scambio. Lo transazione, pertanto, genera un mutuo beneficio economico di cui godono entrambe le parti coinvolte. Tuttavia, nel moderno mercato della moneta gestito da un coordinatore unico, la banca centrale si interpone tra risparmiatori e debitori fissando arbitrariamente il prezzo del denaro. In tal modo essa fa saltare il meccanismo spontaneo di scambio volontario che lega risparmiatori a debitori e che permette la transazione dei capitali dai primi ai secondi al tasso di interesse determinato dalle mutue preferenze. Come Adam Hamilton scrisse con tanto colore, e con forte spirito provocatorio, tempo fa: “Così come avveniva nel vecchio Politburo sovietico, la commissione centrale comunista per la pianificazione economica, anche presso la Fed un gruppo di banchieri privati, non eletti dal popolo, si incontrano come mafiosi in stanze segrete e piene di fumo con l’intento manifesto di manipolare in maniera sfacciata i liberi mercati. Essi manipolano apertamente il prezzo del denaro, ovvero i tassi di interesse, e pochi nella comunità finanziaria battono ciglio di fronte alla natura completamente ipocrita e contraria al libero mercato di questo esercizio”. Nell’atto arrogante di un qualsivoglia pianificatore economico che ritenga di essere onnisciente, e nonostante il mercato da più tempo stia cercando di forzargli la mano, la Fed continua a promettere tassi bassi per un periodo considerevole di tempo. Tuttavia, sia il processo di abbassamento dei tassi di interesse fino a livelli così bassi, che il mantenimento della attuale posizione di politica monetaria, si traducono di fatto in un potere coercitivo nei confronti del risparmiatore. Questi ultimi, in altre parole, sono costretti ad accettare non tanto la giusta remunerazione legata alla effettiva scarsità dei loro fondi, quanto piuttosto una remunerazione estremamente bassa, e diremmo quasi ridicola, fissata arbitrariamente dall’onnisciente organo dirigista. Non è un caso che come conseguenza di questo potere coattivo esercitato a restrizione delle “funzione imprenditoriale” del risparmiatore: - il tasso di risparmio negli USA sia il più basso di tutti i tempi: non ha alcun senso infatti risparmiare se il capitale risparmiato, come differenza tra reddito maturato e consumi effettuati, non riceve adeguata remunerazione da un libero mercato che di fatto non esiste; - i capitali spinti dalla disperata fame di rendimenti continuino a muoversi verso elevati profili di rischio; - il dollaro abbia subito la forte caduta nell’ultimo anno e mezzo, caduta che sarebbe stata ancora più violenta se non fossero intervenute di concerto le principali banche centrali mondiali a difenderlo. Se la ripetuta frequenza di crisi finanziarie negli ultimi 7-8 anni è a nostro avviso la manifestazione del corollario, applicato al mercato del denaro e del credito, della legge dell’impossibilità del calcolo economico in una economia socialista come sviluppata originariamente da Mises, gli sviluppi che seguiranno i recenti provvedimenti di pianificazione economica e che interesseranno le economie e i mercati finanziari non saranno affatto felici. L’inevitabile mancanza di coordinamento tra i vari attori economici (imprenditori e consumatori dal lato delle scelte più strettamente economiche, risparmiatori e debitori dal lato delle scelte più strettamente finanziarie) dovuta all’intervento coercitivo della banca centrale nella fissazione del tasso di interesse, ripete infatti nel settore bancario e finanziario, e per estensione in tutta l’economia, gli stessi errori a suo tempo commessi dai pianificatori centrali delle economie socialiste. L’assenza di un vero libero mercato dei tassi di interesse, reso possibile dallo scambio volontario degli attori economici che hanno per oggetto il credito e il denaro, preclude infatti il corretto funzionamento dei processi economici, e parimenti impedisce che lo sviluppo economico possa avvenire in maniera coordinata e armoniosa secondo le umane possibilità. Fonte: Usemlab.com

 

  By: Sandro Cecconi on Domenica 16 Novembre 2003 23:34

Grazie per la sua puntuale risposta, Zibordi.

 

  By: GZ on Domenica 16 Novembre 2003 22:16

...Caro Zibordi, solo una semplice domanda: siamo sicuri che la metodologia di pesare tutti i titoli in egual misura sia corretta e che corrisponda ad una realtà economica sottostante?.... ----------------------------------- Caro Cecconi, ho solo mostrato una cosa banale, ma che non sembra essere notata molto in Italia e cioe' che se si prescinde dai 30 o 40 mega-titoli come Microsoft, Intel, Dell, Sun, Oracle, Coca Cola, McDonald, Pfizer, Merck, Exxon....il resto del mercato americano in realta' e' risalito molto, anzi la MEDIA dei titoli e' salita quasi il doppio degli indici come gli S&P e Nasdaq. E IN MEDIA i titoli americani sono tornati al livello del 2000. Se uno guarda gli indici come l'S&P non se ne accorge, ma se uno INVESTE IN AZIONI e non solo negli indici o nei mega-titoli se ne accorgeva e come perche' faceva dei soldi nel 2003 E' un fatto tangibile e pratico, se compravi un paniere di titoli americani e non ti concentravi solo sulle solite mega multinazionali andavi molto bene nel 2003 e anche facendo una media degli ultimi 5 anni ad esempio non eri veramente in perdita. La stessa cosa non si puo' dire dei titoli europei, dove le societa' medio-piccole hanno fatto meglio delle grandi nel 2003, ma restano ben lontane in media dai massimi del 2000. Se si guarda solo agli indici non si capisce cosa e' successo e dato che la maggioranza degli investitori NON COMPRA GLI INDICI, MA I TITOLI le cose non andavano cosi' male, perlomono a New York. (I fondi comuni invece cercano di comprare un paniere di titoli simile agli indici e per loro le cose sono andate male)

 

  By: fabrizio maiocco on Domenica 16 Novembre 2003 19:10

breve storiella di ordinaria profezia verso la fine del 2000 ho seguito un corso di AT. Al termine di ogni lezione, chi più chi meno, ogni "docente", tolti i panni di analista tecnico e sollecitato dal pubblico,alle varie domande proposte cercava di offrire risposte che avessero in questo caso una motivazione economica. ( questo perchè quasi tutti lavoravano per i vari centri studi di primarie istituzioni o ne avevano a disposizione tutti i dati in tempo reale) alcune perle di saggezza: -valore del comit nel 2001 a 2480 -dollaro a medio termine a 3000 lire - seat a 2 euro era l'affare del secolo. Morale Sprovveduti?? incapaci?? incalliti ribassisti che speravano nell'onda rialzista scatenata da un uditorio di 30 persone per poter servire il mondo?? Penso più probabilmente parole, soltanto parole

 

  By: Sandro Cecconi on Domenica 16 Novembre 2003 18:52

Caro Zibordi, solo una semplice domanda: siamo sicuri che la metodologia di pesare tutti i titoli in egual misura sia corretta e che corrisponda ad una realtà economica sottostante? Mi permetta di esprimere tutti i miei dubbi e soprattutto le mie preoccupazioni per il sistema valutativo delle azioni con siffatto modo. Infatti ritengo che così facendo si sia usciti di senno di nuovo e pertanto il mercato è ancora più drogato di quello del 2000. Ovviamente spero e mi auguro che i compratori strategici di azioni (ce ne sono?) in questi mesi lo abbiano fatto facendo altre considerazioni altrimenti avremmo oltrepassato nuovamente la soglia della follia. S.Cecconi

Sotto il vestito.......Niente! - banshee  

  By: banshee on Domenica 16 Novembre 2003 17:12

Sto parlando del fatto che ..... i 100 TITOLI MAGGIORI DEL NASDAQ hanno SUPERATO I MASSIMI DEL 2000 _______________________________________________________________ ABBIAM0 CAPITO!!! E noi le stiamo dicendo che, economicamente parlando, sotto sotto non c'e' assolutamente niente, tranne un alluvione di credito, soprattutto in dollari americani, di cui non si serba traccia a memoria d'uomo, e che sta assumendo dimensioni metafisiche. Tra un po' avremo bisogno dell'M12 per conteggiarla...... In tali condizioni, riteniamo prudente astenersi dal prendere in mano titoli del Nasdaq, tanto per fare un esempio, ma estenderei la prudenza a quasi ogni azione quotata in America (e non solo). Del resto Orso e' una definizione troppo semplicistica. Io sono Orso per quanto riguarda il mercato azionario, americano in particolare, ma sono Toro sulle commodity. Sono Orso riguardo i bond e le obbligazioni in generale, ma sono Toro sui titoli minerari ed energetici. Sono Orso all'ennesima potenza riguardo al dollaro americano, ma sono Toro su quello canadese ed australiano, e sull'euro. Sono Orso riguardo le proprieta' immobiliari americane e dei Paesi sviluppati, ma sono Toro su quelle che si trovano in altri posti, tipo l'Europa dell'Est (mi limito a quello che conosco). Sono Orso sul sistema economico, soprattutto americano ancora una volta, ma sono Toro al cubo sull'oro, e sull'argento rasento addirittura il fanatismo bullish (mi basta sentire la parola "argento", e devo di corsa assumere del valium). Ed anche all'interno dei mercati azionari, opero dei distinguo non da poco. Per esempio, mi sentirei di azzardare che il Mib30, per come e' composto, potrebbe risentire meno di altri indici quando Babbo Orso verra' fuori dalla tana, cosi' come ha festeggiato con maggior compostezza l'orgia al rialzo degli ultimi mesi. La stessa cosa la direi per il Mibtel. Anche adesso, dopo rialzi piu' che sostanziosi, all'interno di quest'indice posso tirar fuori una decina di titoli con P/E inferiore a 15 ed uno yeld superiore al 4%. Abbastanza per un portafoglio, se proprio uno deve stare investito in azioni, con qualche possibilita' di sopravvivenza a Babbo orso. Ma se lei vuole comprare Amazon, che ha bisogno di qualcuno che gli regali 1,25 mld di dollari per riuscire a valere ZERO, si accomodi pure. Siamo in democrazia!

 

  By: Kurtinaitis on Domenica 16 Novembre 2003 14:53

Usemlab scusa, vorrei porti una domanda: tempo fa nel tuo sito riportavi (se non sbaglio) la previsione che con l'oro sopra 325 dollari sarebbero iniziate le fibrillazioni, mentre con il raggiungimento dei 350 qualche istituzionale grosso sarebbe dovuto saltare per via delle posizioni mostruose assunte sul metallo con i derivati otc. Comunque, se anche non era tua, era una previsione cui si attribuiva una certa credibilità. Ora siamo quasi a 400 però i conti delle varie Jpm, Citigroup ecc mi sembrano sempre piuttosto tonici. Allora mi piacerebbe sapere da te come vedi questa situazione, cioè se quello dei derivati sull'oro era un falso allarme. Bada bene che il mio intento non è polemico, ricordo per esempio come sul tuo sito si sia parlato di declino del dollaro in tempi non sospetti in cui la valuta americana era ancora molto forte. Però vorrei capire appunto cosa pensi di questa situazione, grazie e buona giornata.

Celebriamo pure le "bolle" - usemlab  

  By: usemlab on Sabato 15 Novembre 2003 20:33

Bene il sig Zibordi ci ha dimostrato quindi che la bolla del 2000 era una barzelletta rispetto a quella in corso attualmente. Non che ci fosse bisogno di quel grafico per accorgersene. Caveat Emptor. Del resto mi bastano le raccomandazioni degli amici americani, vedi le ultime: Buy EAG (valeva 0.70 dopo 3 gg sopra 2), buy INAP )stava a 1.80... il gg dopo, cioè ieri mi pare sopra 2.30). Celebriamo le bolle e l'abbondanza ma attenzione a coloro che con tali celebrazioni negano in maniera subdola la vera scienza economica. Riporto da Human Action: "In the doctrine of Karl Marx and his followers scarcity is a historical category only.... There is in the vast flood of Marxian writings not the slightest allusion to the possibility that a communist society in its “higher phase” might have to face a scarcity of natural factors of production". "Then there are the radical inflationists as represented, for example, by Proudhon and by Ernest Solvay (e io aggiungo così a caso: Mr Keynes, Friedman, Magoo, McCaulley di Pimco e il signor Zibordi). In their opinion scarcity is created by the artificial checks upon credit expansion and other methods of increasing the quantity of money in circulation.." "Such is the myth of potential plenty and abundance". Marx da una parte e gli inflazionisti radicali dall'altra, tutti figli dello stesso errore. Che strana coincidenza. E chissà se i risultati saranno anche gli stessi... un sempre più divertito F.

Ancora sui 100 titoli del Nasdaq (ma non il solito Nasdaq) - gz  

  By: GZ on Sabato 15 Novembre 2003 17:37

Se uno metteva tutti i suoi soldi negli ultimi due anni solo in societa' che fanno trattori e macchine movimento terra e in societa' di cargo e tankers marittimi guadagnava molto. E cosi' se uno comprava solo titoli auriferi. O solo societa' di costruzioni immobiliari americane. E allora ? Non sto parlando del fatto che un piccolo settore di nicchia come l'Oro o i Trasporti Marittimi o i Trattori e Macchinari Agricoli (settori che capitalizzano lo 0.3% delle borse mondiali) sono saliti. Sto parlando del fatto che siamo invece a fine 2003 e, ad esempio, i 100 TITOLI MAGGIORI DEL NASDAQ hanno SUPERATO I MASSIMI DEL 2000, ma sembra che quasi nessuno se ne sia accorto, sia su questo forum che nei media finanziari italiani. Sembra leggendo questi post qui sotto che le lancette dell'orologio siano ferme al 2002. Sto mostrando che comprando un paniere a caso tra i 100 titoli importanti del Nasdaq ritornavi al livello del marzo 2000, purche' non ti ostinassi a comprare solo le solite Microsoft, Yahoo, Sun, Intel e Dell, ma comprassi anche titoli meno conosciuti e che pero' capitalizzano miliardi di dollari (titoli del Nasdaq 100). E' normale che i giornalisti si accorgano un anno dopo di quello che succede veramente, ma dei privati che hanno un interesse diretto nel proprio portafoglio dovrebbero essere liberi di riconoscere questi fatti quando sono evidenti. Evidentemente ci si affeziona alle proprie convinzioni di borsa come accade con quelle sportive e politiche a detrimento dell'obiettivita' di giudizio. Una reazione piu' normale davanti a questo tipo di dati mi sembra sarebbe chiedersi come in questa mail: ---------------------- mail ricevuta-------------------------- "...Sarebbe interessante conoscere il ritorno di questa semplice strategia nel periodo 1995-2000....." (il grafico mostrato sotto va dal 1999 al 2003 quindi copre 4 anni. manca solo il 1998 e dato che non l'ho elaborato io non sono in grado di estenderlo, ma si vede bene che il rendimento era nettamente positivo anche dal 1998)

E chi sta sistematicamente al ribasso?? - banshee  

  By: banshee on Sabato 15 Novembre 2003 11:17

quando invece indicheranno quello che si accorda coi propri pregiudizi torneranno a essere rilevanti). ------------------------------------------------------------ I "pregiudizi" sono stati ampiamente motivati e rigorosamente analizzati. Basta saper leggere, conoscere la lingua italiana, e possedere moderate capacita' intellettive. La prova contraria contro i "pregiudizi" invece si limita all'osservazione empirica che i mercati sono al rialzo da marzo scorso. Ma guarda un po'? Un bear feroce come me conduce comunque la classifica per quanto riguarda i portafogli America. E senza comprare un solo titolo del Nasdaq, per giunta. Un fondo orso come PrudentBear (che addirittura shorta le azioni) e' comunque in guadagno nel periodo. Quindi, l'assioma orso=investitoresistematicamentealribassoe perdentequandogliindicisiinflazionano ha la stessa base scientifica e logica delle sue analisi economiche e monetarie; si approssima allo zero insomma! Ma si consoli: e' in buona compagnia, insieme al 95% degli attuali "economisti". Solo che magari il non-ciabattino potrebbe astenersi dal cimentarsi con suole e sopratacchi. Io non mi sogno nemmeno di mettermi a discutere dei conteggi di DeMark o delle onde elliottiane o delle linee di Gann.

 

  By: usemlab on Sabato 15 Novembre 2003 02:41

Purtroppo qua si parla sempre due lingue diverse. Una è quella del trader e una è quella dell'economista. E non ci si capisce. Chiaramente. Per questo lasciai i discorsi ai trader (qua dentro), e quelli di economia cominciai a farli con altri (altrove) dove ne valesse veramente la pena. Ne riparleremo forse. quando gli insegnamenti di Keynes e Friedman (e le applicazioni pratiche di mr magoo chiaramente) avranno fatto più danni di quelli causati dai deliri di Marx. Se non sarà troppo tardi. E soprattutto se ce lo permetteranno. Di nuovo buona notte