By: uomoscarpi on Giovedì 24 Marzo 2011 00:00
Questo uno dei tanti annunci di chi stà scappando dai quartieri malfamati, pieni di immigrati dove i residenti hanno paura di uscire la sera, un mese fà hanno fatto una manifestazione, quartieri che fino a 15 anni fa, oltre ad essere posti all'ingresso della città era pure ambiti per andarci a vivere visto che in 5 minuti sei in centro sotto la basilica.
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SAN LAZZARO – interno quartiere appartamento con cucina, soggiorno, due camere, terrazzi, garage. Completamente ristrutturato. Euro 125.000,00.
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Vicenza. Gli ingredienti sono tutti lì, sulla pagina di Google. Basta digitare: Vicenza, viale San Lazzaro. E con un clic spunta la "foto" della porta ovest della città. Alquanto arrugginita: appartamenti in vendita, o meglio in svendita; banche, tante banche; un albergo; annunci di escort, già note come prostitute; e poi bar e locali gestiti da stranieri: il primo che appare sul web è il ristorante giapponese, aperto da qualche mese. Ma c'è pure il Balkan bar.
La foto virtuale ricalca maledettamente quella reale. Ma è nel viaggio "fisico" lungo il viale, di giorno e soprattutto di notte, che si respira la vera atmosfera di San Lazzaro. Vent'anni fa era una delle zone in espansione della città. Oggi passa alle cronache come "il viale della prostituzione". È una zona dalla quale i vicentini scappano: le famiglie e pure i negozianti. Ci sono vuoti che vengono riempiti, spesso da immigrati; altri vuoti che invece restano.
IN FUGA. Al civico 89 lo scenario si commenta da solo. Lì dove c'erano le Poste, dove c'erano negozi di mobili, associazioni di categoria, l'ex sede del Giornale di Vicenza e altri esercizi, oggi non c'è (quasi) più nessuno. Resta il negozio di abbigliamento sportivo in un mega-complesso commerciale svuotatosi in una manciata d'anni
Càpita, di tanto in tanto, che un anziano si presenti con una raccomandata in mano, con su il timbro: «Ritirare in viale San Lazzaro», anche se l'ufficio postale è chiuso da 4 anni.
Sull'altro lato della strada, campeggia il cartello "affittasi spazi commerciali": è lì da settimane, chissà quanto ci rimarrà. I negozi chiudono perché l'area si è degradata? O l'area si è degradata con i negozi che hanno chiuso? È un circolo vizioso, iniziato anni fa.
UN'AREA STRAVOLTA. «In dieci anni questa strada è stata stravolta». Lo dicono senza tentennamenti Paolo Pilan e la moglie Lilly, titolari del bar osteria Piccolo Piemonte. Due memorie storiche di viale San Lazzaro. «Una quindicina d'anni fa parcheggiavamo l'auto davanti al bar e capitava di lasciarla lì tutta la notte, con la porta aperta e le chiavi sul cruscotto». Da almeno dieci anni non se lo sognano nemmeno. «È cambiato tutto, è cambiata la gente, il clima: è brutto da dire ma quest'area si è degradata giorno dopo giorno».
LUCCIOLE. O forse notte dopo notte. Prima di arrivare alla sparatoria di giovedì tra nomadi e albanesi, prima di arrivare a certe frequentazioni, c'è una storia ultradecennale di prostituzione sul marciapiede e, più di recente, in appartamento. Ormai sono loro, le lucciole, il poco invidiabile biglietto da visita di questa strada. Se viale Milano è zona di ragazze africane, San Lazzaro è la vetrina delle romene. Spuntano sul calar della sera (ma sono al lavoro pure in pausa pranzo), in piccoli gruppi; scendono dagli appartementi, adescano i clienti. E se l'ordinanza anti-prostituzione ha scoraggiato alcuni "incontri", sono spuntate le contromosse: il cliente parcheggia l'auto, raggiunge a piedi la prostituta, contratta e poi se ne vanno a piedi. Niente intralcio al traffico, niente multa da 500 euro.
E PAPPONI. Ma soprattutto c'è il sesso in appartamento. La strada serve per adescare, poi si consuma in camera. Il Campiello, il residence al civico 108, è l'arcinoto palazzo dove vivono e "ricevono" molte ragazze, oggetto di numerosi blitz della polizia e di un faticoso cammino di "riqualificazione". Ma non è l'unica alcova.
Strada o camera, c'è sempre chi gestisce il business dall'alto. Papponi e sfruttatori controllano a vista le ragazze. Secono le forze dell'ordine sono quasi tutti albanesi o romeni. E il loro metodo è semplice: passeggiano o si concedono una birretta al bar, in uno dei locali sulla strada. Da quegli sgabelli non sfugge nulla.
BANCHE E... CINESI. In viale San Lazzaro reggono le banche, anzi, le filiali crescono. Tengono i distributori di benzina, spesso involontario ma comodo "parcheggio" notturno delle lucciole. E crescono gli esercizi pubblici gestiti da stranieri. Ci sono i bar dai nomi etnici - Balkan bar - ma anche venetissimi - Magna e tasi - che sono stati aperti da immigrati (l'ultimo ha cambiato gestione). E in viale San Lazzaro c'è anche un ristorante giapponese (gestione cinese) e sta per essere inaugurato il mega-bazar cinese, vicino alla rotatoria di viale Crispi. Almeno loro, i cinesi, a quanto pare ci credono.
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EVVIVA IL MELTIN POT....spero tanto che chi applaudiva al "crogiolo di razze" abiti in quegli appartamenti che ora svendono....