By: Moderatore on Lunedì 19 Maggio 2003 12:33
Piccole regine crescono
Merloni, Saeco, Logitech, Miquel y Costas sono i nomi di nicchia più apprezzati
Piccolo è sempre bello. Anche quando la stagione di Borsa torna a privilegiare i giganti. Che, in ogni caso, godono di indiscussi vantaggi di visibilità. «Le small cap devono sempre fare parte di un portafoglio azionario - spiega Nathalie Degans , gestore di Morgan Stanley specializzato in titoli "piccoli" -. Indipendentemente dai cicli. E una saggia politica di diversificazione consiglia di mantenere una quota non inferiore al 10-20% del totale investita in questa categoria azioni». Certo investire nelle capitalizzazioni minori spesso non è facile: «le small cap si trovano quasi sempre in situazioni molto differenziate ed è difficile applicare a queste azioni una logica di tipo settoriale, come si può fare con le blue chip», osserva Francesco Agnès , gestore specializzato sulle piccole capitalizzazioni italiane in Ersel sgr . «Senza contare che le small cap sono meno reattive delle grandi società alla ripresa dei cicli di mercato», ricorda il gestore.
Oggi quindi, se è vero che un miglioramento dell’economia è vicino, le small cap rischiano di finire un po’ in secondo piano. Anche se, assicurano gli esperti, il loro potenziale di crescita è sempre interessante. L’importante, come sempre, è sceglierle con intelligenza. E in misura adatta alle proprie esigenze di portafoglio.
Chi ha puntato, nel recente passato, su gruppi italiani come Merloni oppure su titoli leader nella propria nicchia di mercato, come la svizzera Logitech , il principale produttore mondiale di mouse per pc, o ancora su aziende legate al settore del tabacco come la spagnola Miquel y Costas non ha certo subito delusioni. «Il mercato delle small cap è caratterizzato da società giovani e molto dinamiche, dotate di un potenziale di crescita superiore a quello delle grandi aziende e capaci di offrire un rendimento superiore nel lungo termine», osserva Andy Brough , gestore del fondo europeo small cap della britannica Schroders . «E quel che più conta le società europee di piccole dimensioni offrono spesso valutazioni più contenute rispetto ai gruppi maggiori», conclude il gestore.
L'importante, secondo Schroders, è saper scegliere società competitive, attive in comparti caratterizzati da una crescita di lungo periodo, dotate di un management di capacità elevate e in grado di finanziare la crescita con risorse interne.
Quante società in Italia hanno queste caratteristiche? I nomi secondo Agnès non mancano. Oltre a Merloni, che nonostante il raddoppio delle quotazioni nel corso degli ultimi 12 mesi mantiene un rapporto prezzo/utili (p/e) inferiore a 10 per il 2003, ci sono altre buone aziende industriali che operano con prodotti di nicchia. Tra questi Saeco, GranitiFiandre, Permasteelisa, De Longhi.
«Saeco , leader nella produzione di macchine da caffé, è una società poco esposta verso il mercato americano e caratterizzata da tassi di crescita del fatturato del 10% annuo. Il p/e di 13 volte gli utili del 2003 è leggermente più elevato rispetto ad altri gruppi industriali di piccole e medie dimensioni, ma in questo caso si pagano gli elevati tassi di crescita», nota Agnès. De Longhi , con un p/e di circa 8,5 ha subito una significativa correzione dai massimi di dicembre, quando quotava 4,5 euro e all'attuale prezzo di 3,2 euro appare interessante. Analoghe considerazioni di convenienza nel rapporto tra prezzi e crescita valgono per GranitiFiandre e Permasteelisa . «Mentre Autogrill , un titolo molto penalizzato dai timori della guerra e dal rischio Sars si sta rivelando capace di integrare con successo il gruppo americano Hms, da poco acquisito», conclude Agnès.
Qualche nome italiano rientra anche tra le preferenze del gestore di Morgan Stanley, soprattutto sulle mid cap. «Mondadori è un gruppo ben gestito e molto presente nel comparto dell'editoria, meno ciclico rispetto ad altri. Il titolo è valutato a 20 volte gli utili 2003 ma è una buona opportunità per scommettere sulla ripresa del settore», osserva Nathalie Degans. Il cui portafoglio è investito per quote significative anche nel gruppo Interpump (buoni utili e tassi di crescita stabili) e Campari (una società stabile e con un marchio molto forte).
Guardando verso altri listini europei Andy Brough di Schroders ricorda Anglo Irish Bank , un gruppo ben gestito e caratterizzato da una redditività superiore a quella della media delle banche europee, e la società belga Colruyt , il terzo gruppo del paese nella grande distribuzione e che continua a incrementare la propria quota di mercato.
Tornano i nomi italiani di Parmalat e Benetton in un recente report di Merrill Lynch. Ma per entrambe le società, sebbene il giudizio sulla qualità della gestione resti favorevole, pesano le incognite legate a una situazione finanziaria poco definita (Parmalat) e alle scelte di sviluppo di lungo periodo promosse dal nuovo management (Benetton). Meglio allora, secondo la banca d'affari americana un nome come Euronext , la società che gestisce le Borse di Parigi, Amsterdam e Bruxelles, un titolo verso il quale il giudizio è un «buy» deciso.
E ancora, secondo il gestore di Morgan Stanley, un buon titolo small cap per il lungo periodo è Miquel y Costas , che produce carta per sigarette. «Un modo per entrare nel settore ad alto reddito del tabacco senza incorrere nei rischi delle cause legali», osserva Degan. Oppure il gruppo francese Neopost , leader europeo nella produzione di macchinari per gli uffici postali, caratterizzato da una crescita costante e virtualmente privo di concorrenti. O ancora il gruppo finanziario britannico Cattles , specializzato nell'erogazione del credito a quella clientela che non viene servita dalle banche perché priva di requisiti minimi di reddito. «E' un settore molto remunerativo e il successo di un'azienda come Cattles rispecchia la debolezza del welfare britannico, che costringe i cittadini a minor reddito a individuare forme alternative di copertura e di finanziamento», conclude Degans.
Nel comparto tecnologico, infine, Goldman Sachs sceglie di puntare ancora su aziende di nicchia di elevata qualità e solidità di bilancio. Come la svizzera Logitech .