By: Nevanlinna on Giovedì 10 Ottobre 2013 23:05
@GoKatto
La prego, lasci perdere "Le benevole". Avrei molte cose da dire, e sui tedeschi e sull'autore del libro, ma non voglio sembrare il Pietro Citati della situazione [il Citati racconta che, quando studiava alla Normale [è stato allievo di Giorgio Pasquali, il massimo filologo classico italiano del '900], i comunisti lo tormentavano; devo dirle che in linea di principio sono contrario a tutto quello che viene brillantemente concepito in Piazza dei Cavalieri, ma questa volta no - i "comunisti" facevano bene, e mi dispiace che non abbiano fatto meglio].
Dunque, ... sembrare quel Citati che è esperto di tutto [ha scritto anche sul "Male assoluto" [400 pagine di tortura dell'ovvio]], e che alla fine induce a dire: ma chi se ne frega delle sue opinioni, così come delle idee di Calasso o dei saggi di Magris [e vai di Tolstoj, e di Baudelaire, e di Benjamin, e di Mitteleuropa ... uffa, ma che intelligenti questi intellettuali e come macinano, e macinano - li leggi e credi di sollevarti, e invece sei sempre lì, conficcato per terra].
Sappia, comunque, [si tratta solo di due righe], che il libro l'ho buttato in un accesso di rabbia, quando ho intuito che l'autore mi stava fregando con mostruose cattiverie omo-nazi-germaniche. I francesi sono così, non hanno avuto Cartesio a caso, si mettono a tavolino e costruiscono macchine di menzogna eleganti e velocissime, le centoventi giornate di Sodoma in dieci-minuti-dieci, e ti accorgi del furto con destrezza solo alla fine.
Ho dovuto compensare rileggendo i sermoni antinazisti del Cardinale August Von Galen:
"... non dobbiamo essere martello, ma incudine e, se resisteremo ai colpi dell'ingiustizia e dell'inganno, troveremo allora il nostro futuro".
Tenga conto che parlava nel '44 dal pulpito del Duomo di Münster in Vestfalia, che è regione mineraria, e martello e incudine erano nella giornata di molti fedeli.
Perché i tedeschi, oltre ad essere quei piccoli borghesi che gassano con lo stesso prodotto i pidocchi e gli Ebrei [dicono che gli è stato ordinato, e gli ordini non si discutono], sono anche questo: figure morali senza compromessi [rispetto ai sì, beh, forse dei latini] e giganti del pensiero.
Il motto del Cardinale era "Nec Laudibus nec Timore" e lui i nazisti li aveva sul sagrato, davanti alla chiesa, mica in fotografia, come invece li ha visti quel vagheggino parigino aspirante al Goncourt tramite scandalo, vero furbo e cialtrone del tempo corrente.