By: Lo_Spinoso on Venerdì 25 Settembre 2015 21:54
Libertà di ricerca non fa rima con libertà di ingannare - non è l'oggetto della ricerca, in questa storia, che è esecrabile, ma il modo in cui le ricerche che sembrano portare scoperte miracolose vengono condotte e ripetute.
Al di là dei casi di errore alla Mizuno, ci sono i seriali come Celani, gli imbonitori come Rossi, i pennarellisti come Parkhomov: crede che non si siano inventati i risultati?
Newton ha creduto nell'alchimia, ma, per esempio, coi suoi prismi per scomporre e ricomporre la luce di alchimia non ne faceva. Riguardi a quegli esempi di tutto l'ottocento che citava: quanti inizialmente eretici poi nel giusto, rispetto al totale degli eretici, sono stati 25 anni a fare ricerche e annunci di miracoli mentre il grosso della scienza nemmeno si opponeva ma semplicemente li ignorava?
Ma soprattutto, per tornare esattamente a Rossi, quanti sono quelli che hanno costruito l'invenzione del secolo che fosse realmente tale e poi hanno passato ANNI a dire che l'avrebbero commercializzata nel giro di qualche mese, mentre scansavano qualsiasi test realmente indipendente?
Qui siamo nel pieno degli imbrogli, e sollevare obiezioni alla Melchior ("ci sono ladri peggiori"), alla Pagnini ("non puoi sapere quindi l'improbabile al limite dell'impossibile potebbe essere una verità quotidiana nei sotterranei di Rossi presso l'Area 51") o alla passeracea ("dipende da fortunosi eventi che accadrebberro per congiunzione astrale una volta ogni 10 o 20 milioni di anni, ma in alcuni laboratori anche a giorni alterni, ralstonie permettendo") non è molto convincente, soprattutto di fronte al fatto che ogni volta che si sia potuto guardare da vicino per davvero è emerso un trucco o un errore talmente marchiano da far scegliere tra estrema incompetenza o voluta furberia.
C'è poco da invocare la libertà di ricerca: dopo anni e con simili soggetti e risultati, stupisce che qualcuno ancora finanzi qualcosa agli stessi tomi o ai loro allievi.