Il blog

Vendono le Put e si massacrano - gz  

  By: GZ on Mercoledì 25 Settembre 2002 19:41

aveva venduto una tonnellata di put su se stessa e quando ha dato il profit warning e ha perso il 40% in borsa simultaneamente le put vendute sono andate tutte in denaro e su quelle perde altri 100 o 200 milioni di dollari tu pensi che facciano software e invece speculano con derivati sul titolo Anche Dell ha perso un mucchio di soldi vendendo put su se stessa, ma per ora ha tenuto abbastanza, se cominciasse a cedere Dell ha un pericolo simile

Royal Dutch dice che il greggio crolla - gz  

  By: GZ on Mercoledì 25 Settembre 2002 17:21

questo è il grafico della maggiore società petrolifera europea, Royal Dutch Shell, su base settimanale. Suggerirebbe che sta per crollare il petrolio, non oggi perchè il grafico è settimanale, diciamo entro un mese o due, ma è impossibile trovare un grafico più pericoloso al ribasso, con 5 tentativi di sfondare la linea di supporto. A volte l'analisi tecnica da indicazioni sui conflitti in corso, ad es questa estate il grafico delle borse indiane e pakistane ha ricominciato a salire nel momento in cui la tensione nel kashmir era al massimo

La crisi in europa arriva ora - gz  

  By: GZ on Domenica 22 Settembre 2002 03:17

A Modena la crisi è quest'anno che si sente veramente per quello che posso sentire. Sembra prematuro dire che i bonds e Bund hanno finito il loro ciclo e continueranno un altro poco a rendere (in termini di apprezzamento).... Qui sul corriere ad es c'è Benetton oggi: "...Guardi che la crisi che si percepisce in giro è forse più dura di quanto si possa credere. E se c’è crisi le aziende fanno meno ricavi e meno utili. Pagheranno meno tasse. I conti pubblici ne soffriranno ...." E copio sotto il pezzo di Steven Roach sull'europa di oggi. Il senso è anche quello che stavo sottolineando questo mese e cioè che la sorpresa di quest'anno e in particolare degli ultimi mesi, è che l'europa è l'anello debole della catena. Per quanto riguarda la ripresa si affida totalmente agli Stati Uniti da quello che Roach e Wien hanno ricavato incontrando 1,300 investitori europei per Morgan Stanley questo mese. "....Suddenly, Europe looks like one of the weakest links in the global growth chain. In my view, that’s one of the biggest surprises to emerge in this summer’s global slowdown. For former Euro-skeptics like myself, this is a huge disappointment. Like many, I had become hopeful that EMU was the answer to Eurosclerosis. Those hopes may now be drawn into serious question. Over the past couple of weeks, Byron Wien and I met with about 1,500 European investors. They were as despondent a lot as I have ever seen. They’ve given up on the idea that Europe can shape its own destiny. Their only hope is that a US-led cyclical revival jump-starts an externally driven Euroland economy..." --------------------Benetton oggi---------------- ....Fino a qualche settimana fa sembrava che l’Italia potessse evitare quanto stava accadendo nel resto d’Europa. Vale a dire un rallentamento della crescita che imponeva delle scelte. Mentre alcuni Paesi europei rivedevano al ribasso le proprie stime sullo sviluppo, in Italia si continuava a mantenere previsioni ottimistiche di una crescita attorno all’1,3%». Non più. Ora il governo ha cominciato a fare delle scelte. Tanto è vero che le decisioni annunciate hanno spinto il presidente della Confindustria a parlare di stangata sulle imprese. Non è poco. «Anche qui, qual è l’effetto di togliere o rimodulare come si dice la Dual income tax (una forma di tassazione che agevola il rafforzamento di capitale delle aziende)?». Me lo dica lei. «Al di là delle conseguenze puramente contabili che si potranno valutare attentamente in seguito, è importante che non si tratti di un provvedimento isolato ma che faccia parte di un programma realizzabile che tenga conto anche dello sviluppo. Altrimenti quello che si crea è la sensazione di varare una misura sulla spinta di un’urgenza che non si era compresa prima». Ma l’emergenza esiste. Tanto che un premier imprenditore vara un provvedimento che le aziende giudicano ostile. Del resto anche Schröder ha deciso di rinviare la riduzione delle tasse... «E’ vero. Ma si metta nei panni degli italiani che fino a pochi giorni fa sentivano parlare ancora di riduzione delle tasse. D’accordo essere ottimisti. Tutti gli imprenditori lo sono e devono esserlo. Ma si deve anche al tempo stesso essere realisti. E proporre a questo punto un cambio di rotta con obiettivi davvero possibili». Una cosa è certa: da ieri si è capito che la situazione è difficile. «E a maggior ragione si devono dare certezze. Si deve indicare la traccia che il governo intende seguire, così come si è fatto in Germania, così come fa Aznar in Spagna». Ma Tremonti è stato più volte esplicito: non è colpa del governo se si è manifestato un rallentamento della crescita superiore alle attese. O se c’è stato l’11 settembre. «Ci mancherebbe altro. E’ chiaro che il governo oggi si trova a dover agire in un contesto completamente diverso da quello di due anni fa. Ma proprio avvenimenti come l’11 settembre, e addirittura prima, quando l’economia americana era già chiaramente in frenata, con ripetuti interventi sul tasso di sconto, forse dovevano spingere a una revisione dei propri programmi in anticipo affinché il Paese potesse confermare la fiducia che ha dato a questa maggioranza. Una fiducia che non va sprecata, che ha garantito una stabilità di governo per 5 anni». Una fiducia data però su un programma che prevedeva a esempio la riduzione delle tasse. Non è facile fare marcia indietro, soprattutto se ridurre le tasse significa aiutare la ripresa. «Già, ma in certi casi è meglio essere realisti. Guardi che la crisi che si percepisce in giro è forse più dura di quanto si possa credere. E se c’è crisi le aziende fanno meno ricavi e meno utili. Pagheranno meno tasse. I conti pubblici ne soffriranno e allora non serviranno provvedimenti tampone. Meglio essere schietti. Il governo non sia timoroso, ha davanti a sé ancora 4 anni, li usi al meglio per il Paese». --------------------------------------------- Global: Europe Is Giving Up on Itself Stephen Roach (New York) These past two weeks in Europe have been sort of an epiphany for me. The hopes and promises of the European Monetary Union (EMU) are now ringing hollow. Eleven cities later -- on the Continent and in the UK -- and there can be no mistaking the sense of despair that is gripping this region. Europe has lost its way. And with a deep sense of resignation, the Europeans know it. The summer of 2002 unmasked the fault lines in the "new" Europe. Three critical flaws emerged -- the first being Euroland’s lack of autonomous support from domestic demand and a concomitant hypersensitivity to the ups and downs of external demand. The 2Q02 GDP report said it all: Domestic demand accounted for a mere 0.1 percentage point of pan-regional GDP growth (not annualized); believe it or not, that actually represents an improvement from the relatively stagnant conditions in the preceding three quarters. In the spring period, a modest rebound in private consumption was almost completely offset by yet another contraction in fixed investment. Given this anemic growth in domestic demand, the Euroland growth story is now more dependent than ever on the US-led global trade cycle. While the external sector (net exports) also added 0.1 percentage point to Euroland GDP growth in the second period, there is good reason to believe that this contribution diminished over the course of the summer. That’s certainly the verdict from the sharp recent fall-off in business surveys across the region. And it also makes sense in the context of weakening demand in America, as underscored by July’s 1.0% drop in US imports -- the first such decline of the year. And the lagged effects of this year’s appreciation in the euro can only reinforce this trend. All it took was a double-dip scare in America for growth in the euro-zone to screech to a virtual standstill. Lacking in domestic demand, disturbances in the broader global economy have been magnified insofar as their impact on pan-European growth is concerned. Can you imagine what would have occurred had there actually been a full-blown US double dip? Or what might happen if there is one in the not-so-distant future? Wrong-footed stabilization policies are a second fault line that is crimping Euroland growth. Given the covenants of the Stability Pact -- deficit constraints of 3% (as a share of GDP) -- the region is unable to jump-start its economy through fiscal stimulus. By our forecasts, Germany, France, and Italy could all violate this constraint during the next year. In large part, this outcome is a painful legacy of several years of fiscal lenience that preceded this year’s slowdown. But it also reflects a potentially fatal flaw in the Stability Pact itself: Rather than seek to achieve a target of budgetary balance at "full employment," fiscal targets are not adjusted for the ups and downs of the business cycle. By Eric Chaney’s reckoning, Euroland may well have to impose outright fiscal retrenchment in order to hit the 3% deficit target (see his 3 September dispatch, "The Arithmetic and Politics of Fiscal Policy"). In economists’ jargon, that’s tantamount to a "pro-cyclical" policy stance -- a policy thrust that, in this case, actually reinforces the downside of the euro-zone growth cycle. A similar case can be made for the monetary policy stance of the European Central Bank. With backward-looking European inflation hitting 2.1% in August -- violating the upper limit of the ECB’s 0-2% definition of price stability -- Joachim Fels believes that any monetary easing is all but out of the question over the next several months. That leaves the central bank in a very tough place -- unwilling and/or unable to adapt a counter-cyclical policy stance in an increasingly shaky growth climate. In my view, the increasing threat of global deflation suggests that the ECB needs to be more forward-looking and anticipatory in setting its inflation target. If it were to do so and come to the conclusion that the balance of risks on the price front has shifted from inflation to deflation, then it would be better able to break the shackles of its pro-cyclical policy stance. The chances of that are slim, or next to none, in our view. Hence, with both levers of stabilization policies -- fiscal and monetary -- decidedly anti-growth as cyclical deterioration now intensifies in the real economy, the possibility of a euro-zone double dip is suddenly very real. Euro-politics is the third flaw to get unmasked this summer. This is the least surprising of the three setbacks. Political risk has long been perceived as the Achilles' heel of EMU. Unfortunately, there have been numerous recent examples of politically inspired setbacks on the road to reform that threaten Euroland productivity and its long-term potential growth rate. The most recent, of course, was German Chancellor Gerhard Schroeder’s election-eve bailout of MobilCom -- a job-saving ploy that, in my opinion, can only perpetuate the capacity excesses that Germany and Europe need to rationalize. The same can be said with respect to state-sponsored support of France Telecom. Meanwhile, German labor unions have just warned of major work disruptions in the event of a victory by conservative Edmund Stoiber. At the same time, the electorates in Germany, France, and Italy have all cast their most recent votes in favor of large-scale tax cuts -- actions that would only deepen Europe’s fiscal conundrum. And, for the sake of the Stability Pact, Germany recently postponed tax cuts in order to fund its flood emergency program. Taken to its limit, the risk is that these political tensions could boil over into a more serious anti-Maastricht backlash that could shake the very foundations of EMU. I doubt if that’s the endgame, but the odds of such a tailspin are undoubtedly higher today than they were a year ago. All this is a lethal combination for Europe. The lack of domestic demand leaves the region’s destiny in the hands of others -- in effect, a captive of a US-led global trade cycle. If I’m right and a post-bubble US economy remains dip-prone for some time to come, Europe’s externally led growth dynamic is a recipe for trouble. Nor can counter-cyclical stabilization policies be counted on to fill the void. Both monetary and fiscal policy settings are aimed in decidedly anti-growth directions. So, too, is the euro. Although currency appreciation has stalled recently, the euro has still appreciated about 10% versus the dollar over the course of this year. As if that’s not enough, anti-reform politics are in the ascendant in this election season -- hardly surprising in an economic climate of cyclical distress. Suddenly, Europe looks like one of the weakest links in the global growth chain. In my view, that’s one of the biggest surprises to emerge in this summer’s global slowdown. For former Euro-skeptics like myself, this is a huge disappointment. Like many, I had become hopeful that EMU was the answer to Eurosclerosis. Those hopes may now be drawn into serious question. Over the past couple of weeks, Byron Wien and I met with about 1,500 European investors. They were as despondent a lot as I have ever seen. They’ve given up on the idea that Europe can shape its own destiny. Their only hope is that a US-led cyclical revival jump-starts an externally driven Euroland economy. Needless to say, I didn’t offer much encouragement on that count. Modificato da - gz on 9/22/2002 17:29:7

Il Greggio e la Recessione - gz  

  By: GZ on Sabato 21 Settembre 2002 16:37

Il costo del petrolio è una tassa e da febbraio è salito da 21-22$ circa a 29-30$, un +30%. Febbraio è quando è iniziata l'ondata degli attacchi suicidi in israele e la decisione americana di puntare a rovesciare Saddam (come ho spiegato le due cose sembrano legate). L'Europa spende il 1.5% del PIL per l'energia, il Giappone l'1.4% e gli USA l'1.0% (questi ultimi producono il 45% circa del loro petrolio contro un 2% ad es del giappone ). Quindi il petrolio che sale del 30% da febbraio taglia uno 0.5% dal PIL europeo. Se raddoppiasse (dai livelli di inizio anno) fino a 40-45$ al barile taglierebbe un 1.5% dal PIL. Specificamente è l'industria in particolare che sente di più l'effetto del caro-petrolio. All'epoca dell'invasione del Kuwait (agosto 1990) il petrolio schizzò su di quasi VENTI DOLLARI e arrivò a 40$ (per poi tornare giù in gennaio 1991) . Le stime sono che al momento dell'attacco a Saddam da 29-30$ possa salire sui 45$. Dato che Giappone e Europa sono in recessione al momento e gli USA appena appena in crescita questo provocherebbe una recessione globale sicura e sta già pesando sulle economie (e arricchendo i produttori di greggio). Le borse sono schiacciate sui minimi degli ultimi 4 anni e non reagiscono ai tassi di interesse bassi soprattutto per questo al momento (una volta assorbiti gli effetti della bolla tecnologica ovviamente). L'america è il paese industrializzato dove il settore manifatturiero pesa di meno, la Germanaia o Giapppone molto di più e così le "tigri asiatiche". Quindi in caso di balzo del petrolio a 40$ l'america è quella che lo sentirà di meno e probabilmente giappone e cina di più. L'Iraq produce circa 1.2-1.3 milioni di barili al giorno (questo da anni, per cui tra l'altro la storia dei bambini irakeni è pura propaganda), ma può arrivare a 2.5-3.0 milioni senza restrizioni e con investimenti. ==> Se Saddam viene attaccato il greggio va a 40$ e le economie occidentali perdono da 1 a 1.5% di PIL. Il mercato sta GIA' PREZZANDO QUESTO EFFETTO al momento. ==> Se Saddam poi viene rovesciato il greggio torna di colpo a 20$. Il mercato NON sta ancora prezzando questo effetto, perchè ovviamente l'esito è incerto. Questi sono i fatti che occorre sapere per il petrolio e la recessione. ------------------ da Stratfor.com ------------------------- The Profits and Pitfalls of War in Iraq 20 September 2002 Though it is too early to predict the exact economic effects of a war against Iraq, it is clear that the ramp-up to hostilities will send oil prices soaring. That, in and of itself, will have a dramatic effect on the global recession. Analysis While the global energy picture has changed much since 1990, one thing is certain: Once it becomes apparent that Washington will settle for nothing less than the ouster of Iraqi leader Saddam Hussein, oil prices will spike. During Desert Shield, Brent crude shot up more than $20 from its levels on Aug. 1, 1990 -- the day before Iraq invaded Kuwait. And in February 2002, just before the Bush administration commenced its warmongering against Iraq and suicide bombings began to surge in the Middle East, Brent prices were clustered around the $20 mark. A return to $40 per barrel is highly likely considering Washington's steady march back toward the Middle East. High energy prices affect different economic players in different ways. OPEC states -- excluding Iraq, of course -- will be among the biggest winners in the near term. Nearly all OPEC members have monochromatic economies that would wither and die without oil. Such economies, like other extraction-based economies, are unstable and inefficient. For example, the Energy Intelligence Group estimates that the bureaucracy of Saudi Arabia is so bloated that the country falls into deficit whenever oil prices dip below $25 per barrel -- even though Saudi oil is among the cheapest in the world to bring to market. In the short term, therefore, a war with Iraq will be a huge boon to OPEC producers. Even the threat of war is serving them well: Without Washington's stream of bellicose statements, prices would be about $5 per barrel cheaper than they are now. Last year's global recession, combined with this year's sluggish growth and a rapid increase in non-OPEC oil supplies, should have left prices relatively flat, but anything that keeps Washington's threats going or actually leads to war will minimize Iraq's presence in the market and maximize oil prices. The situation is even brighter for non-OPEC producers. Though their economies certainly are addicted to oil, most of them do not rely upon it as wholly as those of OPEC states. These non-members rarely face systemic collapse when prices dip, but they certainly enjoy the windfall when prices rise. Examples are Norway and Russia: Norway invests all of its oil proceeds in its national retirement fund; Russia -- despite sustaining a severe economic hit during the 1997-1998 oil crash -- retained both its relative social stability and its government. Venezuela and Indonesia, both OPEC members, were not so lucky. The Gulf states of OPEC have survived only because of their large savings accounts and small populations. Unlike the quota-bound OPEC states, however, non-OPEC producers have little reason to rein in production. Instead of spending their windfall on overhead, most of them will invest in fresh production. For oil importers, the prospect of a war with Iraq is not so positive, but the impact of the ensuing high oil prices varies widely among these states. Those who suffer the most will be states that depend on heavy industry and those whose consumers have low levels of disposable income. Heavy industry is very energy-intensive, and consumer and industrial energy demands tend to be inelastic. Therefore, any increase in energy prices translates into a direct hit on the pocketbooks of industrialists and consumers. The knock-on effect from consumers is particularly sharp, since it reduces the amount of money consumers spend in all areas. The end result is that the non-energy sector is starved of sales and, therefore, funds. In short, high energy prices slam purchasing power across the board, lowering both standards of living and national output. That means that developing states stand to be hurt the most by a war with Iraq. Almost all of the world's poorer states are deeply dependent upon heavy industry or have little to no disposable income -- or, in many cases, both. Within the developed world, the United States will suffer least. It enjoys the highest level of disposable income of all the major developed states, and its dependence on heavy industry withered years before the dot-com boom materialized. The United States also has four other critical buffers. First, it is the fastest-growing of the major economies, having racked up relatively steady -- if modest -- growth since the fourth quarter of 2001. During that time, Europe and Japan have remained in recession. Second, as a proportion of national output, the United States spends less on energy consumption than do other industrialized states. Net imports account for about 1 percent of U.S. GDP, versus 1.5 percent for the European Union and 1.4 percent for Japan. The Organization for Economic Cooperation and Development estimates that the recessionary effect of high oil prices hits the EU approximately one-third harder than the United States. Third, the United States is a major energy producer as well as importer. It produces 41 percent of its own oil; Japan, by comparison, produces 2 percent of its domestic demand. Finally, and perhaps most important, U.S. dollars dominate the oil market. Since the dollar tends to do well in times of international crisis, other countries will suffer disproportionately. For example, while oil prices tripled in dollar terms from the beginning of 1999 to the end of 2000, they quadrupled in euro terms. Modificato da - gz on 9/21/2002 16:58:34

Solo per conforto - gz  

  By: GZ on Sabato 21 Settembre 2002 01:28

Oggi parlavo con un avvocatessa che ha appena iniziato a lavorare nel 2000 e che ha messo i soldi in un PAC, cominciando allora e quindi è giù del 50% almeno. Prima esperienza di borsa, ma essendo giovane e contando sul reddito da lavoro non lo toglie. Cosa si può dire in questi casi ? E a me stesso che sono toro qui in mezzo ? Questo è il grafico ANNUALE, con inizio però in ottobre e non in gennaio, dal 1960, quindi sono qui 42 anni di borsa (americana). Ci sono stati solo DUE casi di DUE anni consecutivi negativi, nel 1973-1974 e nel 2001-2002 (sullo S&P 500). Questo includendo tutto il mercato orso del 1966-1981, quindi non parlando di mercato toro solamente. Statisticamente c'è quindi una probabilità su 11, basandosi sul campione di dati degli ultimi 42 anni, che due anni consecutivi siano negativi (matematicamente ci sono 22 coppie di anni di borsa in 42 anni e 2 due casi su 42 di due anni...). E sugli ultimi 42 anni la probabilità che TRE anni consecutivi (iniziando a ottobre i 12 mesi) siano negativi è più o meno zero.

Solo oro, il petrolio, birra, acqua e de - gz  

  By: GZ on Sabato 21 Settembre 2002 00:45

Solo l'oro, il petrolio e gas, l'acqua, i detersivi e la birra funzionano (come titoli) in questo mercato dove tutto frana (vedi: (^Clorox#^, ^Cadbury Schweppes#^, ^Heineken#^, ^Interbrew#^...). Forse perchè, come dice JJ Cramer qui, sono gli unici settori in cui i prezzi possono essere aumentati dai produttori. In tutto il resto i prezzi o collassano come quelli dei chips (ho messo un Athlon 1600 512 ram, 60 MB top scheda video con 900 euro) o calano o al massimo sono fermi (all'ingrosso). E quindi ci sono meno utili. Nessuno da noi può notarlo perchè abbiamo l'euro che ha trasferito reddito al settore del commercio al dettaglio che ha gonfiato i prezzi e perchè abbiamo 15 tariffe diverse dal'autostrada al gas che salgono. Ma nell'industria e e servizi inclusi quelli finanziari i prezzi non li aumenta nessuno. Se volete un esempio clamoroso guardare Natuzzi con i suoi occhiali e il grafico in borsa. Salvo nelle materie prime non industriali e in particolare petrolio, gas naturale (anche acciaio) e in cose tipo acqua, detersivi, birra dove i produttori riescono a aumentare ------------------- Industrial America Faces Pricing Power Pain By James J. Cramer 09/20/2002 10:54 AM EDT Gold, oil, water, bleach and beer. Those are about the only things in the whole world that seem to be holding a modicum of pricing power these days. What a turnabout. Pricing power is simply invisible these days in almost every sector it used to exist in. Make no mistake about it -- pricing power, the ability to maintain or raise prices, is what is ailing most companies these days. A lack of pricing power is why so many stocks are being drawn inevitably to their 52-week lows. Some would say that I am being polite in talking about "pricing power." What we really have is price deflation, and in a deflationary scenario most companies are going to make less money next year than this year. Lack of pricing power has hurt industrial corporate America for years. Take Alcoa No matter who it bought -- and it bought pretty much everybody -- it couldn't get so much market share in aluminum that it could raise prices. Now, two quarters after the GDP bottomed, aluminum prices still are going lower. That's unheard of. The textbooks say it shouldn't be happening. It is a disaster for Alcoa just when it should be nirvana for Alcoa. Or take tobacco and soft drinks. These two industries not only had pricing power, they were downright invincible, immune to whatever the price they charged. Or at least that's what we thought, until New York showed that there is a price that people won't pay for cigarettes and that price is $7 a pack. It is no secret out there that the reason Philip Morris has receded here is that it has had to cut prices for its priciest brands. Why? The products aren't moving. Or look at the number trims in Coke and Pepsi That industry, which many thought had some sort of pricing peace -- perhaps a "pax Americana" -- now seems to be going through another tortured round of discounting. Financial services always seemed pretty immune to pricing, too. But one look at what is going on in the mutual fund industry shows you that the margins are about to fall, if only because there simply isn't much else to compete on given how poor performance is. So, where is their pricing power? Gold and oil obviously, because of tension. Water, because of its short supply. Bleach, because of the nice duopoly in pricing. And beer, because of increasing Anheuser-Busch dominance. Of course, pricing power doesn't always yield higher stock prices. The pricing power in oil right now is working only for the producers at the pump. But I think that eventually will yield to higher margins for the integrateds. Yet when I survey the landscape of what's worth buying, the simple hand of gold, oil, water, bleach and beer makes more sense than most themes because at least there is some hope that the pricing power in the industry will lead to higher estimates for the companies. And that's why I continue to buy Philadelphia Suburban , Royal Dutch, Clorox (on weakness after a nice run) and Barrick Gold and why I sure as heck wish that BUD would come back to earth so I could add it to my portfolio. Edited by - gz on 9/22/2002 21:39:34

Tony Saliba Opzioni Put - gz  

  By: GZ on Venerdì 20 Settembre 2002 18:42

Dato che oggi sono infortunato (nel senso che l'attrezzatura è giù) come riempitivo copio qui il report di oggi di uno dei "market Wizards" (vedi la sezione del sito dove abbiamo copiato diverse interviste) Tony Saliba il mago delle PUT Saliba è molto orso e non fa altro che raccomandare combinazioni di put sui titoli americani, notare in particolare su Amgen ora Si vede dal report che usa sempre combinazioni di put, ad es la Put 30 comprata e la put 25 venduta oppure la ottobre comprata e la novembre venduta raramente le put "nude" -------------- da Tony Saliba Options ---------------- 09/20/02 Open A Bounce (Sell It!) It looks as though we are going to start triple-witching day with a slight bounce on the back of some good news from Qualcomm (QCOM) which said yesterday that it expected ship 20 million chis this quarter, up from previous estimates of 18 to 19 million. In Europe, where a triple-witching day is already under way, the market has been very volatile with rumors of a trading error in the FTSE 100 futures that caused a nearly 7% jump in the price of the index from the lows at one point. Intra-market arbitrageurs took the rest of Europe higher with it, and I'm sure we'll hear more about this trade as the day wears on. In Europe, the FTSE 100 is currently up 98.60 points or 1.46%, the DAX is higher by 70.94 or 2.35%, and the CAC 40 is up 16.92 points or .58%. In Asia, the Nikkei dropped 188.54 points or 1.95%, and the Hang Seng fell 99.57 points or 1.06%. Currently, DJI futures are 52.0 better, the S&P futures are 7.80 higher, and the Nasdaq 100 futures are 11.50 higher. Interest rate futures are lower, the dollar is higher, and crude oil is roughly unchanged as is gold. With that in mind, and given the explosion back up in the various volatility indicators, we are preparing to gradually take some profits, please see the recommendations below. Although some of our bearish positions are just now making some money (I was too early, as usual), we have to be ready with profit targets, because as you may remember from late July, when redemptions occur, they are violent and quick, and we must have our orders in the market ahead of time. Watch for easing chatter to surface ahead of next Tuesday's FOMC meeting. Also, keep your eyes open for intervention. As long as we are imitating Japan, we might as well go all the way and begin manipulating stock prices. Expiration is the best time to do it. The best way to detect intervention is by watching the currency and bond markets. If you see the dollar suddenly strengthening, or interest rate futures suddenly collapsing, there is probably some sort of gov. sponsored program about to be launched. Volatility Well, I might be made a liar on my prediction that we have seen the highs for this year in volatility. Yesterday the VIX exploded up to 46.16, a 5.27 point gain, the VXN rose 3.43 to 62.76, and the QQV was up 2.64 to 53.63. These are new highs for the month of September, and we are set to inspect the August highs. Update: Thursday (09 /19/ 02) Nothing today. New Recommendations: AMGN - Sell half of the January 30 /40 put spread at $5.00. CCU - Bid $1.50 for another 25% of the January 40 calls. WAG - Sell the January 35 puts at $4.00. Working Orders (Old Recommendations): AHC - Liquidate the October 65 / 70 put spread at $3.00, and use a $71.00 closing only stop. BP - Buy the January / October 40 put calendar spread (buy the January 40 put, sell the October 40 put) for $1.15 (25%). MMM- Still working a $5.00 offer on another 25% of our October 110 /120 put spreads, now us a $122.50 closing only stop. Recap of open trades: -------------------------------------------------------------------------------- Long-term Reverse Collars: CIEN - Long the January 2.5 / 5 reverse collar at $.40 (25%). Buy-writes: HAL -long the January 15 buy-write at $12.05 (100%). Proxy buy-writes: DYN - long the January 15 calls at $3.20 - left over from proxy buy-write (50%). Left for dead. Complex Strategies: None Directional Positions: AMGN - long the January 30 /40 put spread at $2.50 (50%). BAC - Long the January 50 / 60 put spread at an average price of $2.50 (75%). IBM - Long the January 50 /60 put spread at $2.00 (50%). KSS - Long the January 60 /70 put spread at $3.00 (25%). S- Long the January 35 /45 put spread at $3.00 (25%). TGT- Long the January 35 puts at $2.50 (25%). WAG - Long the January 35 puts at $2.40 (25%). -------------------------------------------------------------------------------- Short-term -------------------------------------------------------------------------------- Call Positions: CCU (2) - Long the January 40 calls at $2.50 (25%). Call Spread Positions: DJX - Long the September 86 / 90 1:2 ratioed call spread at $.50 (50%). QQQ - Long the September 23 / 26 1:2 ratioed call spread at $.50 (50%). Put Positions: None Spread Positions: AHC - Long the October 65 / 70 put spread at $1.50 (25%). C - Long the December / September 30 put calendar spread at $.975(50%). Sold half at $2.20 on 9/16/02. C - Long the January / September 30 put calendar spread at $1.20(50%). Sold half at $2.45 on 9/16/02. MMM - Long the October 110 / 120 put spread at an average price of $2.65 (100%). Sold 25% at $4.00 on 9/17/02. -------------------------------------------------------------------------------- Stops AHC - $71.00 stop, close only. MMM- $122.50 stop, close only.

EDS colpisce per "analogia" - gz  

  By: GZ on Venerdì 20 Settembre 2002 16:42

EDS è ha perso il -50% in borsa ieri dopo aver annunciato che invece di 72 centesimi di utile farà (se ricordo bene) 12 o 13 centesimi Dato che EDS fa consulenza di Information technology (hardware e software) di conseguenza tutti i titoli del settore da IBM in giù, intendendo tutte le società che hanno una parte del business, anche minoritaria nell'IT consulting, sono state liquidate. ^KPMG#^ è come Arthur Andersen (ex) e fa consulenza e certificazione di bilancio, di organizzazione e poi anche di IT e quindi è caduta nel panico generale Per quello che so il CEO di EDS ha continuato a mantenere stime di utili da due anni invariate a dispetto del calo del business e poi di colpo si è smentito due giorni fa facendo crollare il titolo. In sostanza ha illuso il mercato riguardo a EDS. A me sembra che sia un problema di credibilità di EDS e solo in piccola parte una notizia nuova sul business dell'IT. In altre parole se non l'avessi comprata già KPMG la comprerei ora. Il titolo è stato analizzato molto bene da Arnie Alsin a cui rimando, io ho aspettato che scendesse dal prezzo a cui lo ha inserito Alsin, col senno di poi potevo aspettare ancora, ma non vedo come possa cambiare l'analisi della società ora per via di EDS. A conforto di quello che dico posso citare il crac di JP Morgan in luglio quando cadde più in basso di quanto sia oggi e dissi di approfittarne per comprare titoli del settore sbudellati "per simpatia" ( o per analogia) come Citigroup In genere conviene semmai andare contro il panico che colpisce titoli simili solo per analogia Modificato da - gz on 9/20/2002 14:46:33

C'è un "Tappo" politico sull'oro - gz  

  By: GZ on Mercoledì 18 Settembre 2002 23:29

berta (ma dove li trovate i nomi, non basterebbe "pablo" ?) è verissimo che sono le società minerarie stesse i "commercials" sull'oro così come sul cacao la Nestlè o sulla soya Cargill o sul rame le grandi smalterie o miniere cilene Tutte queste società pubblicano il dato di quanto hanno venduto short ovvero della loro "hedge" e per quello che vedo stanno tutte RIDUCENDOLA. Per cui penso che qui siano JP Morgan o Citicorp che agiscono magari per conto delle banche centrali In altre parole è plausibile che le banche centrali e i governi vendano short l'oro oltre a venderlo anche sul mercato contante sistematicamente per comprimere il prezzo per ragioni politiche perchè l'oro appunto è una valuta alternativa a quelle di carta e in argentina tutti rimpiangono di non aver avuto oro invece di pesos ecc... Il dato del COT sui commercials a mio parere, se confrontato con il fatto che NEM o ABX o AngloGold dicono di avere ridotto lo short indica che queste vendite sono fatte forse per ragioni politiche dai governi Per questo non credo che per ora l'oro possa salire molto Modificato da - gz on 9/18/2002 21:33:45

il Trade del O la Va o la Spacca - gz  

  By: GZ on Mercoledì 18 Settembre 2002 23:23

worldcom ha un business in europa che NON è soggetto alla bancarotta, su cui c'era un articolo ieri sul financial times ad es e che potrebbe essere venduto molto bene appena le cose smettano di peggiorare sempre personalmente credo che come ha detto anche JJ Cramer 2 settimane fa se uno butta un poco di soldi su CINQUE (non uno però) di questi titoli telecom distrutti e anche solo uno riemerge dalle ceneri perde i soldi su quelli che fanno bancarotta ma quello che sopravvive da mezzo dollaro va a 10 dollari i candidati sono : ^Lucent#^, ^JDSU#^, ^Worldcom#^ forse, ^Nortel#^ ^Corning#^ ^Jazztel#^ in europa, ^Ebiscom#^ in italia bisogna pensare bene il momento in cui buttarsi (ad es Lucenti ha perso molto ancora da quando Cramer ha messo il trade) e bene i titoli (ad es Ebiscom continua a mantenere e superare sistematicamente tutte le proiezioni che fa) ma alla fine o crolla il mondo oppure alcuni devono rimanere in vita per forza perchè senza fibre ottiche o network non si campa (per così dire) Modificato da - gz on 9/18/2002 21:24:22

Carta, Cellulosa e Foreste - gz  

  By: GZ on Mercoledì 18 Settembre 2002 16:05

Il settore "Carta, Cellulosa e Foreste" in generale mi sembra uno di quelli non solo non vulnerabili, ma persino con un potenziale di rialzo. Avendo raccomandato ieri un titolo del settore approfitto qui per copiare l'analisi che fa Odette Galli su realmoney: è riferita a titoli diversi da quello che mi sembra migliore, ma riporta i dati su questo settore e il perchè dovrebbe fare bene ------------------------------------------------- Paper Stocks Are Carrying Bargain Price Tags By Odette Galli 09/17/2002 10:53 AM EDT This so-called economic recovery has been anything but typical. Sure, consumers have been a key source of strength, as was the case in previous upturns. But so far, the collateral benefit to the manufacturing sector has largely been absent. Making matters worse, the sustainability of consumer spending is now in doubt. So it's no surprise that cyclical stocks have had a tough time gaining any traction this year. Recently, the paper stocks in particular have seen their year-to-date outperformance dwindle. Since January, the Dow Jones forest products and paper index was down 11.6%, 400 basis points better than the 15.6% decline in the Dow Jones Industrial Average. But in the past month, the paper index has given up 9%, compared to just a 2% decline in the market. Solid Values Despite the unconvincing recovery, these stocks still represent good values, particularly if you believe in the likelihood of stronger economic growth in 2003. Although the recovery hasn't played out as I had hoped, it's too soon to throw in the towel. The paper sector is still indicating a recovery rather than another dip. The latest news on the economic front has been anything but robust, and recent data from the paper industry have weakened as well. The first bad sign was the 160,000 metric-ton increase in July pulp inventories, above the historical average increase of 145,000. Although July shipments rose 1% from June and 7.6% from last year, this brought the shipment-to-inventory ratio down to 1.25, the first decline since January. According to Merrill Lynch's paper analyst Anna Torma, a declining ratio typically suggests pulp prices are at risk. Preliminary data for August indicate that inventories rose 112,000, also well above the 85,000 historical average. Pulp shipments for the month rose 2.9% year over year, but slid 3% sequentially from July. Although August pulp prices of $510 per metric ton are still comfortably ahead of their lows earlier this year, most analysts, including Torma, now think that if demand doesn't strengthen in September, pulp prices could slip again. Indeed, the spot and futures prices of pulp have already dropped $50 per ton, giving back about half of their gain since March. Newsprint, while still depressed, seems to have more solidly turned the corner. July shipments rose 2.7% from June and 4.7% from last year. Inventories also increased slightly higher than normal in July to 1.6 million tons, but still remain at historically tight levels. Although still close to their cycle lows, newsprint prices of $455 per ton appear poised for a solid price increase this month. Producers also recently announced a $50 per-ton price increase that reportedly is being phased in during this quarter. Better Trends Ahead A newsprint recovery may be a slow one, but there's evidence that the worst is over. While total advertising revenue growth is still declining, it is doing so at decreasing rates, partly because comparisons start to get much easier over the next few months. Advertising spending was already falling at a double-digit rate before Sept. 11, 2001, but the declines accelerated afterward, bottoming at a 15.6% decline in January. Since then, the declines have abated significantly. The first quarter as a whole was down 6.2% and the second quarter was down just 1.8%. July advertising spending fell just 0.4%. This improving trend and the prospect of easier comparisons lend credence to forecasts like that of UBS Warburg analyst Brian Shipman, who thinks advertising spending is "on the verge of breaking into positive territory," according to a recent report. For this reason, I still think Canadian newsprint producer Abitibi-Consolidated (ABY:NYSE) looks like a good idea, particularly with the stock around $7, below where I originally highlighted it last December. Based on its share of total capacity, Abitibi is North America's top newsprint producer by a wide margin, with 35% of the market compared to Bowater (BOW:NYSE) , the next largest producer with a market share of 22%, according to Morgan Stanley's Matt Berler. Berler estimates that every $40 per-metric-ton increase in newsprint prices adds about 30 cents per share to Abitibi's earnings. Although the stock may not look cheap on this year's earnings estimate of 48 cents per share, Abitibi could earn more like $1 next year if a recovery in newsprint strengthens. That could be just the beginning. Berler has a per-share earnings estimate of $1.89 for Abitibi for 2004. I admit it's tough to get excited about cyclical stocks right now. But if you're hunting for bargains, this is one of the few places you'll find them. Edited by - gz on 9/18/2002 14:6:16

Il Problema è l'Europa - gz  

  By: GZ on Mercoledì 18 Settembre 2002 13:42

Oggi la germania fa notizia bucando il minimo degli ultimi 4 anni e mezzo. Il DAX da 8.100 di massimo nel 200 è sceso oggi a 3.100 (8.100 - 3.100)/3.100 = 61.8% (che tra l'altro è la % di fibonacci !!) La Germania ha perso quindi il 61.8% l'S&P da 1.550 di massimo nel 2000 è sceso oggi a 870 (1.550 - 870)/870 = 43.8% L'America ha perso quindi il 43.8% Quindi la Germania ha perso ora dal massimo ben 17-18 punti percentuali più dell'America. Il resto d'Europa è un poco meglio della germania, ma hanno tutte perso sul 55%. L'impressione è che il vero peso che schiaccia le borse sia l'Europa (e il Giappone) (vedi sotto DAX e S&P a confronto: la linea rossa indica più o meno il livello del DAX a cui l'S&P dovrebbe cadere per essere equivalente) Edited by - gz on 9/18/2002 11:46:24

Nessuno più paga per Tiscali - gz  

  By: GZ on Mercoledì 18 Settembre 2002 13:07

Gli istituzionali sono scesi a meno del 2% del flottante !!! Forse va in bancarotta (oppure sbagliano alla grande), in ogni caso tutti scappano dal titolo -------------------------- (ASCA) - Milano, 17 set - Lehman Brothers sospende la copertura di Tiscali a seguito della fuga dal titolo dei grandi investitori internazionali. In una breve nota il broker fa notare che la quota in mano agli investitori istituzionali e' di recente scesa al di sotto del limite del 2% del flottante di Tiscali, pari al 47% circa del capitale totale. Come spiega a Market View Italia Tarek Robbiati, l'analista di Lehman che aveva sin qui seguito il gruppo sardo, ''noi guadagniamo con le commissioni pagate dai nostri clienti, e cioe' gli investitori istituzionali che fanno trading. Se loro vengono a mancare, non ci convienepiu' seguire il titolo.'' Prima della sospensione, il rating di Lehman su Tiscali era di Underweight (sottopesare) con un target di 4 euro Edited by - gz on 9/18/2002 11:10:28

Perchè gli istitizionali vendono oro - gz  

  By: GZ on Martedì 17 Settembre 2002 21:00

I titoli auriferi salgono, ma l'oro non tanto nonostante le borse siano franate di nuovo o sul punto di franare e ci sia una guerra in medio oriente probabile Ho controllato a quanto era l'oro quando saddam invase il kuwait: da 350 $ - 360 $ salì fino a 415 $. Oggi siamo a 318 $, quasi 100 dollari di meno!. La cosa impressionante è che solo il pubblico lo compra, se guardo il trader report gli istituzionali hanno venduto questa settimana quasi 20 mila contratti short addizionali e sono ora short 110 mila e long 49 mila contratti. Il dollaro sale da un mese e l'oro viene venduto dagli istituzionali ("commercials" ), mentre al tempo del Kuwait nel 1991 era il contrario esatto. O le banche centrali a differenza del 1991 si incaricano per interposta persona di vendere short tutti questi contratti, oppure i "commercials" capiscono qualcosa che non è chiara ancora a tutti Modificato da - gz on 9/17/2002 19:4:54

Analisti Europei di Oggi: - gz  

  By: GZ on Martedì 17 Settembre 2002 16:56

Buone notizie soprattutto riguardo ad ^Aegon#^, la mega assicurazione olandese, che vende il 25% delle azioni sul mercato per diventare libero dal controllo del gruppo che ne aveva il 51%. Arrivano diversi upgrade. Un esempio per l'Italia, basta pensare a ^Generali#^ Anche Givaudan, il gruppo svizzero ha un bel buyback. Breakingviews ha un giudizio positivo sulla situazione in Irak (nota che si è ricreata la coalizione del 1991). Telefonica positiva ------------------------------------------------------- ZURICH--Swiss Life's (Z.RNT) still too risky, says Pictet a day before troubled insurer reports 1H results. Bank predicts net loss of CHF231M, excluding any goodwill writedowns. Pictet wants to hear how company will use proceeds from capital increase. "We would continue to avoid the shares." They're now up 3.9% at CHF166.25. (BAK) LONDON--Unattractive media sub-sectors for Merrill Lynch are; Music, negative growth with limited consolidation and cash generation; Financial Information, rising price pressure and competition in a moribund market, limited cash generation; Consumer Books, solid but unexciting. (CHP) LONDON--Particularly attractive media sub-sectors for Merrill Lynch are; Radio, attractive on most criteria but risky if an economic downturn, for the bulls; Market Research, solid secular growth, reasonable cash generation, evergreen growth; Below the Line, growing at expense of traditional advertising, mixed cyclical and growth; Directories, solid and cash generative in uncertain times, the Steady Eddies. (CHP) LONDON--WestLB Panmure cuts Axon Group (U.AXO) to outperform from buy and sees target price at 85p after poor 1H results suggest the recovery won't be seen until '03 and a lack of positive near-term share catalysts. Cuts forecasts on the back of the results. Trades flat at 65p. (NPF) LISBON--SCH predicts ^SAG#^ SGPS (E.SAU) will post 12% drop in net profit to EUR9.2M, 5% rise in sales to EUR246M for 2Q '02. Sees sales +22% in 2Q from 1Q on increase in volume sales and distribution business. Eyes on interim dividend, expects EUR0.056 per share, a yield of 3.2%, to be paid in mid-Oct. Results due Wed. Shares +0.6% at EUR1.76. (NSR) LONDON--Breakingviews, the online commentary service, says: "Technicality blights ^France#^ Telecom (FTE) rights plan. It is doubtful that the group can sell equity at less than the E4 nominal value of its shares. That mucks up the maths of a rights issue and scares off underwriters." (MMD) LONDON--Breakingviews, the online commentary service, says: "Iraqi move good for markets. The risk of war has reduced even if it has not vanished. Moreover, any war that does erupt is likely to have broad international backing. That cuts the risk faced by investors. (MMD) LONDON--Breakingviews, the online commentary service, says: ^Tesco#^ (U.TSC) performs in tougher climate. The UK retailer's sales grew by 11% while earnings rose 15%. But how long can Tesco continue to deliver? The UK is slowing down and risks remain regarding its emerging markets business.(MMD) LISBON--SCH sees Ibersol (E.IBS) posting 1H '02 net profit of EUR1.36M, -9%, while sales seen +21% at EUR53.5M. Says sales boosted by full consolidation of Pizzamovil. Expects decreasing net financial debt on delayed investments and stronger revenue growth in 3Q on improving performance of outlets opened in '01. Results due between Sep 18-25. Shares unchanged at EUR2.90.(NSR) LONDON--Goldman Sachs upgrades ^Aegon#^ (AEG) to market outperformer from market performer following restructuring announcement. Also raises '02 and '03 EPS estimates by 2% and 4% to reflect reduced interest charges. Says restructuring strengthens Aegon's capital base and increases flexibility, removes overhang issue on stock and leaves it trading on attractive fundamental valuation. Shares -1.7% at EUR10.81.(NPB) ZURICH-- Givaudan 's (Z.GIV) share buyback plan will reduce the risk it might make an acquisition, Zuercher Kantonalbank says. Bank has stock on overweight, expecting shares to outperform the stock market as a whole. Shares +2.7% at CHF681. (BAK) MADRID--^Telefonica#^ (TEF) up sharply in liquid trade, as it attempts to take out psychological, technical resistance at EUR9. "Telefonica has been underperforming lately so I'm not surprised to see a lot of people coming in around EUR9," says trader. Over 15M shares traded, "on track to do a good day's volume," surely exceeding 24M traded Mon. Shares +3.8% at EUR8.98. Modificato da - gz on 9/17/2002 15:24:30

Senza l'Iraq saremmo più in alto - gz  

  By: GZ on Martedì 17 Settembre 2002 03:07

Basta un immagine per capire tutto. Gli S&P hanno sono schizzati su di 18 punti, a mercato chiuso, nel momento in cui è passata su reuters la notizia che l'iraq ha scritto a Kofi Annan per accettare gli ispettori ONU. La domanda è allora : quanti punti (o punti %) varrebbe la soluzione definitiva del problema ? Ovvero di quanto sono giù le borse causa tutto questo ? Ora, sono 11 anni che l'Iraq fa venire gli ispettori, poi li blocca, poi non gli fa trovare niente, poi dilaziona ecc.. Intanto ad es oggi l'ex capo del progetto nucleare irakeno dichiara alla TV che mancano pochi mesi percchè Saddam abbia 3 atomiche (vedi sotto). Quindi il mercato sa che è solo una dilazione e e entro qualche giorno si è da capo. (Ad es è quasi sicuro che gli irakeni siano andati short il petrolio future e con questa manovra abbiano fatto un mucchio di soldi (sono 10 anni che l'iraq è uno dei maggiori operatori sul future del greggio e manovra le notizie per speculare)). Lo stesso l'S&P 500 schizza (per fortuna) stanotte subito a 908 (era a 885 quando il fib ha chiuso oggi). Questo vuole dire che senza l'Iraq sarebbe più alto e di parecchio. Modificato da - gz on 9/17/2002 1:23:18

Senza l'Iraq saremmo più alti - gz  

  By: GZ on Martedì 17 Settembre 2002 03:03

Intanto ad es oggi l'ex capo del progetto nucleare irakeno dichiara alla TV che mancano pochi mesi percchè Saddam abbia 3 atomiche (vedi sotto). ------------------------- Iraqi Nuke Chief: Saddam Has Enough Uranium for 3 Bombs The one-time head of Saddam Hussein's nuclear weapons program said Saturday that the Iraqi dictator now possesses enough uranium to construct three workable nuclear bombs. "[Iraq] already has a stockpile [of uranium], something like ten tons, and some of it's likely enriched uranium," Dr. Khidir Hamza told Fox News Channel's Geraldo Rivera. "The stockpile itself is already enough for three nuclear weapons," Dr. Hamza contended. "What I'm afraid of is the production of the fissile material in Iraq is of more danger than just Iraq getting enough fissile material for one or two bombs, because then Iraq would be a major nuclear power," explained the former Iraqi nuke scientist, who defected to the U.S. in 1994. Although the nuclear weapons expert said he still believed Saddam was still two years away from perfecting a nuclear bomb, others say the capacity to produce enriched uranium could considerably shrink that time frame. "We certainly believe he has the ability to put together a nuclear weapon very quickly, in a matter of months," the International Institute of Strategic Studies' John Chipman told the BBC earlier this week. Chipman is the author of the highly respected think tank's report on Iraq's weapons of mass destruction program. The British weapons expert said that in order for Saddam to perfect the bomb that soon he would have to "obtain fissile material from abroad, steal it or buy it in some way," since he didn't think the Iraqi madman had developed the capacity to produce enriched uranium. But if Dr. Hamza's report to Fox News is accurate, Saddam "likely" already has the key nuclear component. Modificato da - gz on 9/17/2002 1:9:48 Modificato da - gz on 9/17/2002 1:10:20

Brokers On Line - gz  

  By: GZ on Lunedì 16 Settembre 2002 23:31

Stock: Ameritrade, Interactive Brokers, TradeStation

Lettura consigliata di supporto Questo pezzo è uscita solo stasera verso le 21:00 italiane è di Moreland, un esperto di insiders : ^www.insiderinsights.com #www.insiderinsights.com^ ----------------------------------------------------- Inside Activity Insiders actually started buying Ameritrade shares a few months ago, but I had more or less discounted the 81,000 shares purchased in June by director Robert Slezak and Vice President Anne Nelson when they were finally recorded at the Securities and Exchange Commission in mid-July. The main reason: I was still bearish on the market then. However, last month's purchases were harder to dismiss. Insiders bought more than 10 times the amount of shares in August than they did in July, and I had covered my bets against the market. Getting into Ameritrade is only conceivable if you think, as I now do, that U.S. equities are finally ready to act a bit better in the near term. Even so, I decided to hold off on highlighting Ameritrade until its merger with Datek won approval with both boards. Both parties confirmed the merger just this past week, and they haven't yet given specific guidance, but the deal should prove to be quite beneficial. The Synergies Both companies generated similar commission from clients, so customer attrition shouldn't be a problem. (Merged companies often lose clients when pricing structures change.) Moreover, Datek's customers are more frequent traders, averaging 21 trades a month, vs. 12 trades on average for Ameritrade customers. Management thinks the pro forma monthly trading figure will be around 15. At that level, Ameritrade can start rebuilding profits. In recent months Ameritrade has barely eked out a profit as trading levels stayed in a funk -- but at least it stayed profitable. The company had executed an average of 150,000 trades a day in the first four months of 2000. That metric dropped to just 68,000 by this past June. Tellingly, the figure jumped back up to 82,000 in July, the first sequential rise in five months. Although we'll see a slight dropoff in August, that's typical for that seasonally slow month. Ameritrade should post much more robust figures after that if the market continues to scramble higher. The combined Ameritrade/Datek entity should easily top 120,000 daily trades, and that should provide a great deal of leverage on the high-fixed-cost trading platform. Investors may also be overlooking one other key data point. Ameritrade added an impressive 17,000 net new customers in July (the last month for which data are available), more than double the number of additions for June. Again, August will likely have been a slow month on the activity front, but the newly combined entity plans an aggressive marketing campaign that should boost the subscriber base. With Ameritrade's future earnings potential largely a function of market activity, nailing down specific earnings forecasts for the company is difficult. But I do feel that Ameritrade is now positioned to be nicely profitable on a modest upswing in trading volumes. We don't even need to see another bull market trading frenzy for this business model to work. If trading volumes return to a merely normal pace in the coming years, then Ameritrade will likely emerge as one of the strongest -- and most profitable -- of all e-brokers. Edited by - gz on 9/16/2002 21:41:14

La supestizione più tenace di tutte - gz  

  By: GZ on Lunedì 16 Settembre 2002 16:21

questa è una delle superstizioni più tenaci dopo che è stato confutata quello della terra piatta da Copernico e Galileo se fosse vero che gli armamenti rendono un paese più ricco allora i paesi che spendono il 25 % del PIL nella difesa militare come faceva la povera ex-URSS o quasi tutti i paesi del medio oriente sarebbero ricchi E la germania e il giappone che hanno speso per 50 anni meno di qualunque altro paese del mondo a causa dei trattati di pace sarebbero poveri. Ci ha mai pensato ? Gli anni della guerra del Vietnam invece di avere portato all'inflazione e stagnazione dei primi anni 70 avrebbero creato un boom. La borsa americana ebbe un mercato toro che iniziò nel 1946 circa e terminò nel 1968, cioè esattamente quando la guerra del Vietnam e lo sforzo militare raggiunsero il loro massimo (l'impegno militare si ridusse solo nel 1972-1973). Viceversa il crollo dell'URSS nel 1989-1990 consentì agli USA di tagliare DELLA META' la spesa militare nei primi anni 90, dal 6% circa al 3% del PIL circa, molto di più alla fine quanto fosse stato l'aumento negli anni 80. E questo lanciò un boom di borsa tra le altre cose negli anni 90. Produrre delle bombe e assumere dei sergenti non aggiunge niente alla ricchezza di un paese, devi aumentare le tasse pagarli (o indebitarti e aumentare i tassi di interesse), alla fine è solo spesa pubblica e improduttiva e va pagata. Per pagarla riduci il reddito delle imprese e delle famiglie tramite tasse o interessi più alti. E questi soggetti a loro volta riducono investimenti e consumi in altri servizi e beni ecc.... (mi spiace ma un intervento così generico e non motivato come il suo non posso metterlo in home page) Modificato da - gz on 9/16/2002 14:28:54

Quanto costa la guerra ? 200 mld di $ - gz  

  By: GZ on Lunedì 16 Settembre 2002 15:04

contrariamente a una superstizione popolare ( "...le guerre si fanno per sostenere l'economia...") le guerre sono, con pochissime eccezioni, costano all'economia Il capo dei consiglieri economici della casa bianca stamattina stima per il WSJ il costo del rovesciamento di Saddam in 200 miliardi di dollari. Le borse sono animali irrazionali a volte, ma alla fine tendono a anticipare i fatti economici. Quando i governi europei hanno venduto le licenze del 3G per i cellulari alle società telecom per la cifra pazzesca di circa 100 miliardi di euro il mercato, dopo un momento di pausa attonita, ha cominciato a declinare. Questi 200 miliardi di costo sono probabilmente già entrati da qualche mese nei calcoli del mercato in qualche modo e possono spiegare forse meglio il cedimento attuale. ----------------- Bush Economic Aide Says the Cost Of Iraq War May Top $100 Billion By BOB DAVIS Staff Reporter of THE WALL STREET JOURNAL WASHINGTON -- President Bush's chief economic adviser estimates that the U.S. may have to spend between $100 billion and $200 billion to wage a war in Iraq, but doubts that the hostilities would push the nation into recession or a sustained period of inflation. Lawrence Lindsey, head of the White House's National Economic Council, projected the "upper bound" of war costs at between 1% and 2% of U.S. gross domestic product. With the U.S. GDP at about $10 trillion per year, that translates into a one-time cost of $100 billion to $200 billion. That is considerably higher than a preliminary, private Pentagon estimate of about $50 billion. In an interview in his White House office, Mr. Lindsey dismissed the economic consequences of such spending, saying it wouldn't have an appreciable effect on interest rates or add much to the federal debt, which is already about $3.6 trillion. "One year" of additional spending? he said. "That's nothing." At the same time, he doubted that the additional spending would give the economy much of a lift. "Government spending tends not to be that stimulative," he said. "Building weapons and expending them isn't the basis of sustained economic growth." Administration officials have been unwilling to talk about the specific costs of a war, preferring to discuss the removal of Mr. Hussein in foreign-policy or even moral terms. Discussing the economics of the war could make it seem as if the U.S. were going to war over oil. That could sap support domestically and abroad, especially in the Mideast where critics suspect the U.S. of wanting to seize Arab oil fields. Mr. Lindsey, who didn't provide a detailed analysis of the costs, drew an analogy between the potential war expenditures with an investment in the removal of a threat to the economy. "It's hard for me to see how we have sustained economic growth in a world where terrorists with weapons of mass destruction are running around," he said. If you weigh the cost of the war against the removal of a "huge drag on global economic growth for a foreseeable time in the future, there's no comparison." Other administration economists say that their main fear is that an Iraq war could lead to a sustained spike in prices. The past four recessions have been preceded by the price of oil jumping to higher than $30 a barrel, according to BCA Research.com in Montreal. But the White House believes that removing Iraqi oil from production during a war -- which would likely lead to a short-term rise in prices -- would be insufficient to tip the economy into recession. What is worrisome, economists say, is if the war widens and another large Middle East supplier stops selling to the U.S., either because of an Iraqi attack or out of solidarity with Saddam Hussein's regime. Mr. Lindsey said that Mr. Hussein's ouster could actually ease the oil problem by increasing supplies. Iraqi production has been constrained somewhat because of its limited investment and political factors. "When there is a regime change in Iraq, you could add three million to five million barrels of production to world supply" each day, Mr. Lindsey estimated. "The successful prosecution of the war would be good for the economy." Currently, Iraq produces 1.7 million barrels of oil daily, according to OPEC figures. Before the Gulf War, Iraq produced around 3.5 million barrels a day. Mr. Lindsey's cost estimate is higher than the $50 billion number offered privately by the Pentagon in its conversations with Congress. The difference shows the pitfalls of predicting the cost of a military conflict when nobody is sure how difficult or long it will be. Whatever the bottom line, the war's costs would be significant enough to make it harder for the Bush administration to climb out of the budget-deficit hole it faces because of the economic slowdown and expense of the war on terrorism. Mr. Lindsey didn't spell out the specifics of the spending and didn't make clear whether he was including in his estimate the cost of rebuilding Iraq or installing a new regime. His estimate is roughly in line with the $58 billion cost of the Gulf War, which equaled about 1% of GDP in 1991. During that war, U.S. allies paid $48 billion of the cost, says William Hoagland, chief Republican staffer of the Senate Budget Committee. This time it is far from clear how much of the cost -- if any -- America's allies would be willing to bear. Most European allies, apart from Britain, have been trying to dissuade Mr. Bush from launching an attack, at least without a United Nations resolution of approval. But if the U.S. decides to invade, it may be able to get the allies to pick up some of the tab if only to help their companies cash in on the bounty from a post-Saddam Iraq. Toppling Mr. Hussein could be more expensive than the Persian Gulf War if the U.S. has to keep a large number of troops in the country to stabilize it once Mr. Hussein is removed from power. Despite the Bush administration's aversion to nation-building, Gen. Tommy Franks, commander of U.S. troops in the Middle East and Central Asia, recently said that the U.S. troops in Afghanistan likely would remain for years to come. The same is almost certain to be true in Iraq. Keeping the peace among Iraq's fractious ethnic groups almost certainly will require a long-term commitment of U.S. troops. During the Gulf War, the U.S. fielded 500,000 troops. A far smaller force is anticipated in a new attack on Iraq. But the GOP's Mr. Hoagland said the costs could be higher because of the expense of a new generation of smart missiles and bombs. In addition, the nature of the assault this time is expected to be different. During the Gulf War, U.S. troops bombed from above and sent tank-led troops in for a lightning sweep through the Iraqi desert. A new Iraq war could involve prolonged fighting in Baghdad and other Iraqi cities -- even including house-to-house combat. The Gulf War started with the Iraqi invasion of Kuwait in August 1990, which prompted a brief recession. The U.S. started bombing Iraq on Jan. 16, 1991, and called a halt to the ground offensive at the end of February. With Iraq's invasion, oil prices spiked and consumer confidence in the U.S. plunged. But Mr. Lindsey said the chance of that happening again is "small." U.S. diplomats have been trying to get assurances from Saudi Arabia, Russia and other oil-producing states that they would make up for any lost Iraqi oil production. In addition, Mr. Lindsey said that the pumping equipment at the nation's Strategic Petroleum Reserve has been improved so oil is easier to tap, if necessary. Both the Bush and Clinton administrations, he said, wanted to "make sure you can pump oil out quickly." On Thursday, Federal Reserve Chairman Alan Greenspan said he doubted a war would lead to recession because of the reduced dependence of the U.S. economy on oil. "I don't think that ... the effect of oil as it stands at this particular stage, is large enough to impact the economy unless the hostilities are prolonged," Mr. Greenspan told the House Budget Committee. "If we go through a time frame such as the Gulf War, it is unlikely to have a significant impact on us." The U.S. economy also has become less dependent on oil than it was in 1990, said Mark Zandi, chief economist at Economy.com, an economic consulting group in West Chester, Pa. A larger percentage of economic activity comes from services, as compared with energy-intensive manufacturers, he said. Many of those manufacturers also use more energy-efficient machinery. Modificato da - gz on 9/16/2002 13:29:59

Generali è 17esima - gz  

  By: GZ on Lunedì 16 Settembre 2002 01:06

Questo è il sunto della situazione di Generali che fa Penati sul Corriere. Ineccepibile come al solito, cita tutti i numeri importanti e deduce quello che c'è da dedurne. Il tono è quindi negativo, ma la domanda che mi farei è : Generali è 17esimo nel risparmio gestito, ha un ritorno sul capitale investito dell'11% contro una media del settore del 22% e ha una raccolta premi in calo contro altri come Ras in forte crescita. Bene, anzi male, evidentemente con tutte le lotte interne in cui sono impegnati per via di mediobanca non hanno tempo da dedicare alla gestione. Ma se fosse primo nel risparmio gestito, avesse il ritorno massimo del settore e una raccolta premi fortissima allora che potenziale di apprezzamento ci sarebbe ? La percezione del mercato è difficile da stabilire e si guarda per quella il grafico. Ma se parliamo dei fondamentali, a parte i casi di società sull'orlo del collasso o dove tutto il business è in crisi, è meglio una dove le cose possono migliorare di una dove sono sono già al massimo ---------IL MERCATO di ALESSANDRO PENATI Piazza Affari e i conti amari del Leone ferito ----------------- Una volta il titolo Generali si comprava e si dimenticava nel cassetto. Faceva sempre meglio dell'indice. Un euro investito a Piazza Affari agli inizi degli anni '70 si sarebbe decuplicato in 25 anni; ma, puntato sul Leone di Trieste, si sarebbe moltiplicato per 45. Non più: dal 1996 le Generali hanno perso cumulativamente il 43% rispetto all'indice di Borsa. L'ultimo poi, è stato un vero annus horribilis: oltre 50% del valore andato in fumo. Il problema è in parte comune al settore assicurativo; ma Generali ci ha aggiunto del suo. Da anni l'attività tradizionale delle assicurazioni non genera più profitti: per remunerare gli azionisti, le compagnie hanno dovuto ricorrere alla gestione finanziaria. Ma negli ultimi tempi i loro bilanci hanno subito tre colpi micidiali. Il crollo delle Borse ha falcidiato il rendimento degli investimenti che avevano rappresentato la principale fonte di reddito. E la contemporanea discesa dei tassi a lunga ha reso difficile raggiungere i rendimenti minimi che molte assicurazioni vita devono garantire. L'attentato alle Torri gemelle e le alluvioni in Europa, infine, graveranno per almeno 50 miliardi di euro, recuperabili con un aumento dei premi solo in futuro. In questo scenario già difficile le Generali sembrano un gigante addormentato. Nel ramo danni, sinistri e costi pagati rappresentano il 104% dei premi incassati: un rapporto in linea coi grandi gruppi europei, ma superiore di circa 7 punti a quello medio delle compagnie italiane, che da tre anni lo hanno costantemente migliorato. Anche nel ramo vita, la raccolta premi non è entusiasmante (»4% nel primo semestre 2002): al passo di quello dei colossi europei, ma che le fa perdere vistosamente quote in Italia, il suo mercato principale: nel primo semestre, il tasso di crescita medio di Ras, Fideuram e Mediolanum ha superato il 50%. Pur essendo il più grosso gruppo finanziario italiano, le Generali occupano a casa loro soltanto il 17° posto nella classifica dei fondi di investimento. Primegest, comperata dal Leone nel 1996, quando era l'ottava società di gestione con il 4,3% del mercato, si è ridotta allo 0,7%. E gli immobili assorbono ancora 12 miliardi di euro del patrimonio delle Generali. Il risultato è un rendimento del capitale (prima di tasse e poste straordinarie) che, anche escludendo le svalutazioni, non va oltre l'11%, contro una media europea di settore del 22%. Per svegliare il gigante addormentato non servono grandi strategie o il girotondo dei presidenti, ultimo episodio l’incredibile giubilazione di Gutty: ma un management che tagli i costi e rilanci la rete di vendita. Nell'attesa del risveglio, non si può neanche dire che Generali sia a buon mercato: a 18 volte gli utili attesi per il 2003 è valutata dalla Borsa in linea con la media del settore. Modificato da - gz on 9/15/2002 23:22:9

Container con radiazioni: da Gioia Tauro - gz  

  By: GZ on Domenica 15 Settembre 2002 00:06

Per chi ama i gialli. O perlomeno, per chi vuole leggere qualche cosa sulla crisi internazionale in corso centrata sul medio oriente, che non siano le solite vuote elucubrazioni contorte che trovi sulla stampa. i) Il 9 settembre un container partito dal libano e che aveva fatto scalo a Gioia Tauro è arrivato a New York. I contatori geiger hanno individuato un livello basso di radiazioni e il container, chiamato "Palermo Senator" (!), è stato fatto allontanare di alcune miglia dalla costa e l'FBI lo ha preso in consegna. Non si sa altro per ora. (vedi sotto la storia completa) Questa notizia va incrociata con quelle precedenti sulle atomiche tascabili o le bombe cosiddette "sporche" (che emettono radiazioni). i) il generale Alexander Lebed, governatore della Siberia, in precedenza ai vertici delle forze armate e del consiglio di sicurezza con Yeltsin in diverse occasioni aveva dichiarato che 5 o 6 bombe atomiche "tascabili" (delle dimensioni di una valigia) risultano mancanti dagli arsenali russi. Era stato smentito da Putin e i vertici, ma se cercate su internet trovate che ha continuato a sostenere la sua versione. Dico "aveva" perchè il generale Lebed è morto in un incidente due mesi fa, il suo elicottero è caduto per avaria. La notizia ha destato interesse pari a zero benchè Lebed fosse il secondo personaggio più popolare in russia e il prossimo candidato presidenziale contro Putin. Era stato già candidato alla presidenza della Russia contro Yeltsin arrivando terzo 5 anni fa e all'epoca i giornali italiani ne parlavano. ii) Tre anni fa in Florida due lituani sono stati arrestati mentre cercavano di vendere una bomba atomica tascabile. Non si sa se la bomba fosse perfettamente funzionante. Esiste persino una versione romanzata e comica del fatto in ^"Big Trouble"#www.amazon.com/exec/obidos/ASIN/0425184129/qid=1032049973/sr=2-2/ref=sr_2_2/102-9304305-3858546^ di David Barry da cui è stato tratto un film (all'epoca in cui queste cose sembravano bizarre) ----------------------- da Debka ----------------------------- The Strange Case of the “Palermo Senator” The searches that Geiger counter-packing FBI agents conducted on the Liberian-registered freighter Palermo Senator that steamed into New York on Monday, September 9, left no doubt that the United States has strong suspicions or credible information - that Iraq or the al Qaeda terrorist organization – or both - have nuclear weapons. Only recently have US port authorities taken to examining incoming merchant vessels for radiation. On September 12, members of the US Nuclear Emergency Security Team – NEST and Navy SEALS were still clambering over the decks and holds of the Palermo Senator, which was marooned off-shore, south of Long Island, guarded by Coast Guard vessels and US Navy warships. They faced the task of searching through 2,600 20-ft-long containers. Suspicion was first aroused when unexplained noises issued from several cargo holds after The Palermo Senator docked in New York. The ship was diverted to Port Newark, New Jersey, to be checked for stowaways. When low radiation traces were detected, it was escorted six miles (10 kilometers) out to sea for further examination. DEBKA-Net-Weekly ’s counter-terrorism and maritime sources report that US authorities became alarmed when they learned that the ship had taken on its container cargo for the United States at the Italian hub port of Gioia Tauro on August 25. This port, situated on the southern Italian coast near the Straits of Messina, has long been on the “high risk” watch list of US counter-terrorism agencies and the US Coast Guard. Small container ships from the Black Sea, Mediterranean,Middle East, North Africa and Italy use the port, which has the distinction of having been revealed as the preferred transit point for al Qaeda fighters, senior commanders, weapons and nuclear, chemical -- and possibly biological – materials on the move. On November 30, 2001, DEBKA-Net-Weekly broke the story that, a month earlier, a 43-year-old Egyptian stowaway named Rigk Amid Farid had been caught at Gioia Touro port aboard the German vessel Ipex Emperor. He was ensconced in a container that had been converted into a luxurious suite complete with a comfortable bed, small kitchen, cellular telephones and enough food, water and batteries for three weeks. Canadian passports and entry permits for security men and mechanics to New York’s Kennedy airport, Newark airport and O’Hare airport in Chicago were also discovered in his suite. An investigation showed the container-suite had been loaded on the Ipex Emperor at Egypt’sPort Said and painted over to disguise it as the property of the giant Danish Maersk Sealand container company, which it replaced. With Europe still asleep at the wheel five weeks after the September 11 attacks in New York and Washington, an Italian court ordered the stowaway released on bail. He disappeared without a trace, denying authorities a golden opportunity to discover how al Qaeda’s human cargo container scheme worked. When the same sort of unexplained noises emitted from containers aboard thePalermo Senator, the FBI agents’ first thought was that they had finally found the 40-man al Qaeda terrorist squad reported heading for Los Angeles by ship and never traced. The decision to order the ship to Port Newark and call up NEST was taken to ward off any risk of a mega-terror attack on New York during the 9/11 commemoration ceremonies. Modificato da - gz on 9/15/2002 2:43:45

Dividendi troppo bassi => borse giù - gz  

  By: GZ on Venerdì 13 Settembre 2002 21:17

I dividendi sono in media l'1.5% circa al momento ad es in america (in europa un poco più alti). Dato che la media storica era tra il 3 e 4% è impossibile che le azioni tornino a essere un investimento di lungo periodo fino a quando non si ritorni a pagare un 3.5% come negli anni 70. Questo è l'argomento di molti ed è stato fatto nel pezzo citato sotto da Bill Gross, il puù grande gestore obbligazionario del mondo. Gross ha fatto sensazione facendo la previsione che il Dow Jones deve scendere a 5000 e gli indici di borsa dimezzarsi prima che siano un investimento ragionevole. Ovvero: visto che non possono pagare ora il 3.5% occorre che si dimezzino di prezzo in modo che il rendimento raddoppi. Vero o Falso ?. Il pezzo che ho messo in home page sulla "Forbice" tra Obbligazioni e Azioni confuta l'argomento di Gross mostrando che in realtà se lo avesse applicato alle obbligazioni di cui è gestore la "valutazione" attuale sarebbe pure assurda, molto di più delle azioni. Qui sotto ricopio anche la confutazione completa, fatta da Arnie Alsin un gestore che usa l'analisi di bilancio piuttosto bravo ------------------------------------ The Fundamental Flaw in Bill Gross' Message By Arne Alsin TheStreet.com 09/13/2002 Doomsday scenarios abound in the midst of bear markets. There's no shortage of doom-and-gloomers today, ranging from the absurd, like Robert Prechter's call for Dow 400, to the reasoned and respectable, such as bond fund manager Bill Gross' case for Dow 5000. Many of Gross' assertions (which can be reviewed at pimco.com) are solid, if not already well known: that corporations have excessively diluted equity ownership with stock options and that earnings have been "phonied up" at many companies. The crux of Gross' argument is that stocks are too expensive at current levels to generate a high rate of return. Much of his case revolves around the low dividend yield in the market. He said, "The market needs to yield close to 3.5% before it approaches fair value, and that means Dow 5000." When valuation is appropriately low enough, he will "admit that [stocks] will outperform the bond market." The Problem in the Message While the message "Dow 5000" demands attention when it's delivered by an esteemed money manager, this particular message has a fundamental flaw: Dividend yields don't determine value. Dividends, viewed in isolation, are irrelevant as a determinant of value. Many companies enter bankruptcy while paying dividends, sometimes at a high rate. And many very valuable companies, such as Microsoft (MSFT:Nasdaq - news - commentary) , don't pay any dividend at all. Earnings, cash flow and net assets are the principal sources of value in a business, not dividends. To fully understand the point, think like a controlling shareholder: You aren't going to ask about dividends when you're buying a controlling stake in a company. Instead, you'd want to know anything and everything about earnings, cash flow and net assets. A controlling shareholder can always implement a dividend if he or she needs the cash flow, but dividend policy isn't going to affect his or her valuation of the company. For noncontrolling shareholders -- representing most investors in publicly traded businesses -- the issue revolves around return on capital. If a company can reinvest income at a high rate of return, then shareholders are better off with little or no dividend. Dow components McDonald's (MCD:NYSE - news - commentary) , American Express (AXP:NYSE - news - commentary) and Home Depot (HD:NYSE - news - commentary) pay paltry dividends of 1% or less. All of these companies have the wherewithal to pay high dividends. If these companies can reinvest income at a high rate of return, the capital should be retained. The best example of this is non-Dow stock Berkshire Hathaway (BRK.A:NYSE - news - commentary) , which doesn't pay a dividend, but reinvests income at high rates of return. If a company cannot reinvest income at a high rate of return, the capital should be returned to shareholders in the form of a dividend. Dow components Eastman Kodak (EK:NYSE - news - commentary) , with a 6.3% yield, and General Motors (GM:NYSE - news - commentary) , at 4.4%, pay impressive yields when contrasted with fellow Dow components Microsoft, at 0%, and Wal-Mart (WMT:NYSE - news - commentary) , at 0.5%. Using the Bill Gross logic, the Dow would be more valuable if it had more companies like Kodak and GM instead of companies like Microsoft and Wal-Mart. Other Issues Let's assume that Gross is right, that dividend yield is a reasonable metric with which to value equities. This position still presents problems for the individual investor: Dividend yields are a poor timing device. Even if you believe that dividends are too low, that the Dow would yield 3.5% at 5000 (by the way, my calculations indicate Dow 5750 would yield 3.5%), this shouldn't keep you from investing in equities at today's prices. The low-dividend-yield argument has been around for at least 15 years. This tired song was sung in the '80s, when the Dow was below 2000. Yield growth may outpace earnings growth. To the extent there's a pendulum in dividend payouts, it may be beginning a swing in the direction of higher payouts. Investors know that corporations have misallocated capital to a painful degree. That capital is better distributed to shareholders, and with an invigorated shareholder base tracking the actions of management, higher yields may be on the way. Dividends should be assessed against the backdrop of interest rates. You have to go back 40 years to find an era when the Dow Jones yield -- currently at 2.4% -- was demonstrably higher than one-year T-bills. Although Bill Gross has steered his bond portfolio to returns ahead of the S&P 500 for the past few years, the irony is that the bond market may be more overvalued than the stock market at current levels. The bond market has had a breathtaking 20-year run, a rally without parallel in the last 100 years. There isn't a cloud on the horizon for the bond market. The herd is thundering out of equity funds and into bond funds. All that's needed now is a Business Week cover story heralding the safety and wisdom of investing in bonds. Modificato da - gz on 9/13/2002 21:43:2

E' il Medio Oriente ora - gz  

  By: GZ on Venerdì 13 Settembre 2002 20:41

In florida hanno arrestato dei sospetti di Al Qaeda e dice Bob Pisani parlando dalle grida del NYSE ora (Pisani è bravissimo e gratuito, solo che devi tenere CNBC accesa) che oggi parlano solo di questa cosa in Florida e non ad es dei dati usciti oggi che sembravano importanti. E poi parlano delle truppe inglesi in movimento o della risoluzione dell'ONU. C'è anche un articolo di Giavazzi sul corriere di oggi sull'economia di guerra e uno di Kevin Hasset su ^www.techcentralstation.com#www.techcentralstation.com^ sul perchè l'incertezza per la guerra stia ritardando le decisioni di investimento delle imprese e frenando la ripresa. In sostanza al momento sembra che al 60% o 70% il mercato si muova in reazione allo scenario mediorientale. La cosa curiosa è che il petrolio sta tornando su assieme al dollaro nel pomeriggio, mentre i titoli del settore erano a pezzi dopo il discorso di Bush stamattina. Forse ora hanno tutti letto Stratfor e hanno capito il senso del discorso, che non era affatto per dare all'ONU l'ultima parola Modificato da - gz on 9/13/2002 19:5:35

I Bonds hanno reso il 13% per 20 anni - gz  

  By: GZ on Venerdì 13 Settembre 2002 12:00

Stock: Note US Treasury 10 Year

c'è un pezzo di Caroline Baum, l'esperto di obbligazioni di Bloomberg : a) la correlazione tra obbligazioni (Bund e Treasury Bond ) e indici di borsa da un anno è del -92% cioè per ogni 100 punti in più dei bond ci sono -92 punti della borsa e viceversa b) le obbligazioni hanno reso dal 1982 al 2002 il 13.1% MEDIO ANNUO TOTALE se si considera ad es i treasury bond a 10 anni e si computa sia il capital gain che il rendimento pagato. Il rendimento medio annuo nei 20 anni precedenti invece era il 2.4%. In pratica c'è stato per 20 anni un mercato toro di proporzioni storiche nel reddito fisso e il rendimento medio è stato 4 VOLTE QUELLO MEDIO STORICO Mentre per la borsa si da per scontato che il mercato toro del 1982-2000 sia finito e che debba per diversi anni rendere poco o negativamente per compensare l'extra-rendimento (o bolla speculativa) degli anni anni precedenti per il reddito fisso, nonostante abbia avuto un mercato toro ventennale analogo, anzi abbia avuto un extra-rendimento maggiore di quello storico rispetto alla borsa, il consenso è che il mercato toro continuerà. Ma perchè ? Ned Davis che è una delle fonti di ricerca sulla borsa più note stima che, su base storica, la probabilità che il reddito fisso (non la liquidità diciamo tutto quello con scadenza maggiore di 1 anno) renda di più delle borse nei prossimi anni è circa zero. Ovvio che in teoria è possibile che ENTRAMBI possano entrare in un mercato orso decennale, se si verifica uno scenario di inflazione mista a recessione ad es tipo anni 70. Ma perlomeno in termini relativi la probabilità che le obbligazioni nei prossimi anni facciano meglio delle azioni è minima (per il semplice fatto che sono le obbligazioni che hanno avuto il mercato toro più "FUORI NORMA" su base storica ---------------------------------------------------- True, the two questions are opposite sides of the same coin. Treasuries have been trading inversely with stocks for several years. The post-9/11 environment just exacerbated the trend. In the last six months, the Standard & Poor's 500 Index has moved in the same direction as the 10-year note yield (opposite direction to prices) more than 92 percent of the time. The correlation between the S&P 500 and two-year note yield is 95 percent. Still, what's unique to this particular cycle is that no one contemplates an end to the Federal Reserve's extended period of low interest rates, which would be curtains for the bull market in Treasuries. Is anyone making a bearish bet on interest rates? ``We're not there yet,'' says Jim Capra, president of Capra Asset Management. ``But you can't make a lot of money from the long side.'' In order to do so, ``you have to believe the U.S. is going into a deflationary spiral like Japan.'' Complacency Plenty of folks do. The best-case scenario is an economy that struggles with sub-par growth for several more quarters. The worst case, as Capra suggests, is a double-dip recession or multiyear depression. In both cases, the Fed is viewed as out of the picture for the short, intermediate and, in some cases, long term. ``When I look at the June '03 eurodollar contract and see it trading at 2 percent, it seems the market is too complacent,'' says Paul DeRosa, a partner at Mt. Lucas Management Co. The implied yield on June eurodollar futures, which reflects expectations for three-month interest rates nine months from now, touched a low of 1.9 percent last week, which suggests the overnight federal funds rate will still be at its current 1.75 in the middle of next year. (Three-month rates key off the funds rate.) The fact that there is such a one-sided bet on interest rates should be a call to arms for contrarians, says Jim Bianco, president of Bianco Research in Chicago. Winning by Hiding ``There's a healthy debate on the stock market bottoming, with powerful evidence on both sides,'' Bianco says. ``There's no debate about the bond market. There's a universal view that there is no inflation, that yields are going down because stocks are going down.'' If the one-sided nature of the market isn't enough to energize contrarians, consider some historical facts. When the bull market in bonds started in October of 1981, with 30-year yields at 15.21 percent, ``the 20-year average rate of return for bonds was 2.4 percent,'' says Paul McCrae Montgomery, a money manager and market analyst at Legg Mason Wood Walker in Newport News, Virginia, citing data from Ned Davis Research. In November 2001, with bond yields at 4.79 percent, ``the 20- year total return was 13.1 percent,'' he says. ``People are used to good returns from a safe place to hide from the stock market. But bonds are going to be a poor investment going forward.'' Risk to Bonds? Economists recognize that interest rates are at levels inconsistent with a healthy, growing economy. It's the ``healthy'' and ``growing'' that are missing. It might not feel like it, but ``the economy is growing at 3 percent,'' says Jim Glassman, senior U.S. economist at J.P. Morgan Chase. ``The economy is much more resilient than anyone thought, given all the shocks. When the shocks fade, interest rates will be found to be too low for a healthy functioning economy.'' Over time, the funds rate has tended to track nominal gross domestic product, DeRosa says. ``Unless inflation is zero, you have to think nominal GDP will be about 4 percent. In due course, the funds rate will gravitate in that direction.'' Nominal GDP rose 3.2 percent in the second quarter from a year earlier. That's up from the year-over-year 2 percent in the fourth quarter but well below the 10-year average of 5.2 percent. The absolute level of interest rates makes a bullish bet a bad idea at this point. ``In a couple of months, stocks could be up 5 percent or down 5 percent, and the bond market could realize that there is no reason to have sub-3 percent five-year notes and sub-4 percent 10- year notes,'' Capra says. The realization will take some catalyst, after which the one- sided bets on lower interest rates will provide the tinder. ``When the historical odds since 1925 are 0 percent that bonds will outperform stocks over the long run, it suggests a considerable risk for someone making a long-term investment in bonds versus stocks,'' says Ned Davis, president of Ned Davis Research in Nokomis, Florida. Edited by - gz on 9/13/2002 11:9:37

Generali - gz  

  By: GZ on Giovedì 12 Settembre 2002 16:01

Le vicende dei grandi gruppi italiani sono tremendamente complicate e questo da solo dovrebbe indurre a starne alla larga. Ma ragionando a spanne: a) il grafico di Generali è disastroso, ma si nota una "flag" squadrata di 8 barre b) ci sono dei rumor che vanno oltre quello che dicono i giornali (e qui ognuno di noi ne sente di diversi, diciamo che si misura la frequenza e intensità dei medesimi non importa il contenuto esatto (che non lo è mai troppo) c) c'è un evidente lotta e possibile trasferimento di potere in atto (vedi i commenti e notizie) Quindi ? Mah... senza avere approfondito i meandri della politica che ci sta dietro perlomeno sembra candidato all'acquisto di opzioni ---------------- breakingviews----------------------- Mediobanca has long been the puppet-master pulling Generali's strings. Over the past four years, the investment bank has changed the Italian insurance giant's management twice. It is now preparing to do so for a third time. Mediobanca achieves all this via a stake of only 14%. One can understand that playing corporate politics may be fun for Mediobanca, demonstrating to itself that it has clung on to some of its old power. But this constant shuffling of the pack is destabilising for Generali itself and damaging for its other shareholders. Mediobanca's meddling has led to a lack of talent at the top. Except for Antoine Bernheim, the ancient Lazard banker who is expected to return as Generali's chairman, the insurer has unsurprisingly been unable to attract any high-quality new blood. After all, why would someone of international calibre and experience want to submit to the whims of a parochial Italian power-broker like Mediobanca? But the damage goes further than this. Mediobanca has tried to use its power to force through deals that would have benefited it at the expense of other shareholders. Indeed, one of the reported reasons why Mediobanca has grown weary of Gianfranco Gutty, the current chairman, is his reluctance to acquiesce to a merger between Generali and Ennio Doris's Mediolanum. Mediobanca wanted this deal, which would have strengthened its grip over Generali by bringing allies Berlusconi and Doris into the shareholding. But other Generali shareholders were less enthused - not least because a deal would have involved buying Mediolanum at an eye-popping 70 times forecast earnings. Such shenanigans have gone on for too long. Encouragingly, there is some sign of opposition in the form of the Bank of Italy - which owns 5% of Generali and, for once, is promoting good corporate governance. The other shareholders - who collectively account for 81% of the stock - should fall behind its lead. ------------------- Turani ----------------------------------- Mediobanca e l'ombra di Berlusconi La presenza di Capitalia e Unicredito nell'azionariato di piazzetta Cuccia ha i giorni contati. Adesso, gli uomini forti vicini a Maranghi sono Salvatore Ligresti e Ennio Doris, entrambi dello schieramento del premier. DI G.T. Milano. E' cominciata una rivoluzione della finanza italiana destinata nel giro di pochi anni a renderla del tutto irriconoscibile. Il punto da cui bisogna partire è la decisione della IntesaBci di Corrado Passera di unire le proprie risorse con quelle della Banca Lazard in Italia (diretta da Gerardo Braggiotti) nel settore banca d'affari. Date le dimensioni dei soggetti in gioco, i loro quarti di nobiltà e la storia (Braggiotti è stato fino a qualche anno fa uno dei massimi dirigenti di Mediobanca) è del tutto evidente che il concorrente diretto è appunto l'istituto di piazzetta Cuccia. E questo proprio in un momento in cui Vincenzo Maranghi, successore di Cuccia alla testa di Mediobanca, sta riscuotendo non pochi successi. IntesaBci e Lazard non sono azioniste di Mediobanca né intendono esserlo. Hanno deciso, semplicemente, di unire le proprie risorse e di lanciarsi sul mercato. Decisione trasparente e netta: dirà il mercato chi è il migliore. E nei prossimi mesi ci saranno molte operazioni. Il fronte delle banche d'affari, cioè, diventerà molto caldo, per non dire rovente. Ma, a questo punto, si complica un po' la situazione di Capitalia (ex Banca Roma) e di Unicredit. Le due banche sono i maggiori azionisti di Mediobanca, con oltre il 9 per cento a testa, e hanno entrambe proprie strutture di banche d'affari, anche piuttosto attive. E' del tutto evidente che si va configurando una sorta di maxi conflitto di interesse. Capitalia e Unicredit sono nel consiglio di amministrazione di Mediobanca, ma al tempo stesso sono sue concorrenti molto determinati sul mercato. IntesaBci-Lazard è anch'essa un concorrente di Mediobanca, ma non fa parte del suo consiglio di amministrazione. Non ci vuole molto per capire che questa situazione può essere considerata solo come transitoria. In realtà le strade di Capitalia e di Unicredit devono separarsi da quella di Mediobanca. Anche perché Mediobanca (a differenza di quanto avveniva negli anni Cinquanta) non ha più bisogno di queste due banche come azionisti. Mediobanca oggi, fra l'altro, sembra aver trovato nuovi sponsor dietro i quali si intravede la figura di Silvio Berlusconi. Salvatore Ligresti, da sempre molto vicino al premier, può oggi essere considerato come il terzo azionista di Mediobanca: oltre al 2 per cento custodito dalla Sai (insieme altre importanti partecipazioni) può contare anche sul quasi 4 per cento trovato dentro la Fondiaria (compresa la quota in Suisse Life). E poi c'è Ennio Doris (addirittura socio esplicito di Berlusconi). Se quest'area ha un po' arrotondato i propri pacchetti azionari di Mediobanca, probabilmente conta già su una quota vicina al 10 per cento. Senza trascurare che poi molti dei "piccoli" (si fa per dire) azionisti di Mediobanca sono sicuramente dalla parte di Berlusconi. In queste condizioni sono chiare due cose. La prima è che Mediobanca comincia a pendere molto dalla parte di Berlusconi. La seconda è che nel giro di qualche tempo sia Capitalia che Unicredito dovranno porsi il problema di lasciare Mediobanca. Certo, c'è il problema di trovare chi rilevi le loro quote (che valgono intorno ai 5 mila miliardi di lire, insieme). Ma a questo, quasi certamente, ha già pensato Maranghi, che non dovrebbe trovare difficoltà a mettere insieme un gruppetto di amici. (10 settembre 2002)

il Ciclo di borsa su tutti i titoli Italiani - gz  

  By: GZ on Giovedì 12 Settembre 2002 13:44

Dopo alcuni assaggi abbiamo messo per gli 80-100 principali titoli italiani un link al grafico del "Sequential-setup-combo", vedi sotto l'esempio di Unicredito. Per chi si collegasse in questo momento si tratta di un calcolo del "ciclo" giornaliero calcolato tramite un conteggio dei giorni ribassisti o rialzisti (per altri dettagli vedere la sezione di analisi tecnica "De Mark") In termini pratici, si guarda se il titolo ha un conteggio "completo" cioè è sun un "9" o un "13" (i numeri colorati sotto le barre). Si ipotizza che il titolo inverta la direzione in corrispondenza del ciclo completo. In casi più rari che accelleri iniziano un nuovo ciclo nella stessa direzione. Alcuni sicuramente avranno già Tradestation e questi indicatori, ma può essere utile confrontare la propria versione con quella che mettiamo perchè ci sono diverse opzioni nell'impostarlo. Inoltre per chi non abbia questo set di indicatori, che non sono compresi nei pacchetti di analisi tecnica standard, qua li si trova già applicati Edited by - gz on 9/12/2002 11:48:13

250 mld di $ per i consumatori - gz  

  By: GZ on Mercoledì 11 Settembre 2002 20:49

Ho già letto in tre posti diversi che ci sono circa 250 miliardi di dollari che dovrebbero finire nelle tasche dei consumatori americani da adesso a natale per effetto del "rifinanziamento" dei propri acquisti di case. Ovvero se facevi un mutuo un anno fa quando i tassi erano il 6% ad es per la casa e ora sono andati giù al 4.8% (una riduzione del 20% circa) tu rifinanzi il mutuo ora e paghi di meno. Ma non un 4% in meno, un 20% in meno rispetto a un anno fa perchè i tassi di interesse a lungo termine sono scesi molto. Nel 2001 erano scesi solo quella a 3 o 12 mesi e quelli a 10 anni erano rimasti fermi, quest'anno sono scesi molto anche quelli a lungo termine (e molto più che in europa). L'effetto era quantificato a 150 miliardi l'anno scorso e 250 miliardi minimo quest'anno. Sono soldi. Quella che segue è un analisi ben fatta. La conclusione ? Entro natale diversi titoli della distribuzione possono beneficiare di questo effetto ----------------------------- Surfing the Refinance Wave 09/09/02 11:29 AM EDT A great example of the many fundamental crosscurrents that are influencing this market comes to us in the form of consumer spending. I spent some time this weekend reading through several economic pieces regarding housing, refinances, consumer credit, and consumer spending. The one report that presented a non-consensus view was a piece from Paddy Jilek and his team from Credit Suisse First Boston. Based on their analysis of the mortgage refinance market, this year's refinance wave could be larger than any of the previous four major refinance waves ('86/'87, '92, '98, and '01). The reasons: historically low rates; this refi wave is refinancing "old" mortgages of properties with plenty of embedded appreciation; and there are a record number of mortgages being refinanced. The amount of money that could be cashed out of homes could well be larger than last year's $150 billion and could approach something like $250-$300 billion, with the bulk of that cash-out activity coming in the third quarter. Of course, consumers could choose to pay down their credit card debt (historically they have found that one-third of the cash-out from refis is used for this purpose). Or they could simply sit on it in checking accounts (check out the Fed's data series for MZM trends over the last few months). But given consumers' propensity to spend, the likely bet is that they spend most of that cash-out. Having said that, the back-to-school season for retail has clearly been less than robust. This could be the result of many factors, not the least of which is a tepid employment picture coupled with the negative wealth effect from the summer's stock market slide. The consumer spending that has been robust have been big purchase, financed items (cars and houses and to a lesser extent large appliances). So perhaps the current back-to-school retailer weakness isn't a great tell to the holiday season's retail sales, as the height of the mortgage refi activity will be in the third quarter and, clearly, consumers are willing (and confident enough) to spend on large ticket items. This setup is potentially very ripe for some stock picking: consumers are confident enough to purchase big ticket items, they could have a record amount of liquidity in their pocketbooks/checking accounts, they will be coming off a period of conservative back-to-school spending, and many of the stocks are at levels that reflect some real pessimism about fourth quarter retail sales. Keep in mind that retailers generally have difficult comparisons to meet from last year's sales, thanks to the 2001 mortgage refi activity. As well, the homes with the greatest amount of dollar appreciation are those in the top quintile of price, which suggests that there may be some real surprise in high-end retailing this Christmas. If the above conditions come to fruition, the names that make most sense to us (and are most leveraged to this new liquidity) are: Lowe's (LOW:NYSE), Home Depot (HD:NYSE), Best Buy (BBY:NYSE), Linens N Things (LIN:NYSE) and Circuit City (CC:NYSE) on the household/household products side with a positive demand backdrop given to the leading retailers out there like Wal-Mart (WMT:NYSE), Target (TGT:NYSE), Kohl's (KSS:NYSE). Of course, another way to play this without the single stock risk is via the Retail HOLDRS (RTH:AMEX) exchange-traded fund. Keep an eye on some of the above data series we mentioned for confirmation of this trend. Edited by - gz on 9/11/2002 19:45:19

Sintesi del Crash - gz  

  By: GZ on Mercoledì 11 Settembre 2002 18:39

Questa è una sintesi delle interviste che Bob Prechter ha tenuto di recente. Per chi si collegasse ora Prechter è stato negli anni 80 probabilmente il più influente con i suoi commenti di borsa avendo indovinato l'inizio esatto del mercato toro nel 1982 e il crash del 1987. Vendeva 30 mila del suo report nel mondo. Ha avuto un eclissi essendo andato negativo sulle borse nel 1994, ma ha insistito in modo coerente (o ostinato) che eravamo alla fine del ciclo iniziato DUE SECOLI FA che il crash in arrivo era così storico e epocale che non valeva la pena di fare altro che cominciare a proteggersi a tutti i costi. Come si vede leggendolo Prechter è ora al punto da offrire consigli su quali banche non falliranno e consiglia di evitare tutte le banche americane e usare solo alcune banche svizzere. Si tratta di un personaggio geniale che ha indovinato in modo incredibilmente esatto a volte e altre ha sbagliato completamente. Ma è ancora molto seguito e il suo libro sul crash è il best seller finanziario da due mesi in america. La cosa che mi impressiona sono questi seminari per spiegare in quali banche svizzere rifugiarsi per non essere travolti dal crollo delle banche mondiali che propone ------------------------------------------------------ Prechter has been doing a lot of interviews lately about the current market environment and his latest book, Conquer the Crash. The following excerpts are taken from four of Bob’s recent interviews with the following individuals: Robert Barker, Business Week; Jim Puplava, host of Financial Sense Newshour; Kathryn Welling of Weeden & Co. and John Dobosz, Forbes -------------- In your book you talk about depressions. When do depressions occur and what causes them? Well, a depression occurs when the economy contracts. That happens when there is decline in the demand for goods and services at current prices. In this case, we are facing exactly that sort of thing. Because when you have a situation where people can’t save, they’re spending more than they’re making, we know that they’re going to have to cut back on their spending eventually. When people are trying to pay off debts at a very high rate of interest and their income slips, which as we’ve been seeing unemployment has been edging up to new highs with each passing quarter, that means they’re going to do less spending as well. So I expect to see a decline in the demand for goods and services in this country. That is going to be the beginning of a depression. That’s why when I see these economists talking about these 3% and 5% growth rates for the economy in the 2nd half and then this miracle of corporate earnings going up 30% and 40%. You kind of wonder what are they looking at? I mean, do consumers go out and go into a –5% or –6% savings rate? I just don’t think that’s going to happen. I think most of that, although they would never admit it, is from hope. Because they say the only way the stock market can hold up – and the only way any of this debt can get paid off – is if corporate earnings start soaring and people’s incomes start soaring at some massive double-digit rate. So then now they’re saying, well I guess that’s what’s going to happen. I think the burden of debt is piled up so high that it’s not only impossible, but that is the reason why we need to be looking in the other direction. Isn’t there also a problem during the 90’s where many industrial companies – like IBM or General Electric – many of these companies morphed themselves into finance companies? They were making more money on finance than they were actually making things. Oh yeah. General Electric just really transformed itself from perhaps the premier manufacturing company in the world in the 1950’s and 60’s to what I call a house of cards right now. It’s all about manipulating credit, manipulating debt. They’re lending, they’re borrowing, they’re shifting money around, they’re shifting credit around. We put out a special chart on General Electric in the first couple days of October 2000. We said this Bull Market is over. It’s up 100 times from its low in 1974 and it’s over. It’s since been cut in half and I think it’s, frankly, just the beginning. They’re not Enron, but they have that type of financial company where, ultimately, the trend in investments and finance is going to be the trend in that company’s fortunes. It will be a slower decline than Enron and there’s certainly less in the way of accounting gimmicks, but they use them anyway and people have noticed it. I think it’s going to take a long time for them to return to a solid company that’s producing things that people really want. -------------------------------------------------------------------------------- Hasn’t most of the world already experienced some degree of deflation in this cycle? The worldwide trend began on the last day of 1989 in Japan and slowly spread across the globe. Southeast Asia had its deflationary collapse in 1997-98. That’s not over, either. South America is beginning to go through that now: Argentina collapsed last year into deflation. Uruguay is in trouble now. And the United States and Europe together are the blue-chips of the world in terms of their economies. And they are peaking last. Asset allocation might be a bit tricky when the value of everything is falling. What do you do with your money during a deflation? Step one is to get out of all of the investments that have traditionally gone down during a deflation. The first one is the stock market. The second one is the real estate market. The third is the market for risky bonds—bonds that have been issued by debtors who are less than pristine in terms of their long-term ability to pay the interest and the principal. Those are the areas that most people are invested in and are dangerous today. Some people are over-invested in fringe areas like collectibles and commodities, which also go down in deflations. Number two: get into safe cash in a safe depository. I think there are two primary depositories for most Americans. They are Treasury bills in a Treasury-only money market fund. Another option is one of the safer banks. I also think that U.S. banks in general are not as safe as some jurisdictions in the world, notably Switzerland and Singapore, so if you’re really serious about safety, you need to investigate those areas. Number three is only for certain people—people who really feel that they are seasoned investors or speculators and who understand risk and are willing to take it. Those people have been cleaning up in this bear market by being invested in instruments that make money on the downside. The amazing alchemy of a bear market and a deflation is that if you’re positioned properly, you’re making money at the same time the money itself is going up in value. It’s a double whammy. You can make money if you’re invested in, say, the Rydex Ursa Fund, which goes up as stocks go down, or a market-neutral managed fund that’s split between a bullish and a bearish manager, both exercising his stock-picking ability. So you see a crash as imminent – is that the right word? I think we’re in one now, but we’re in the very early stages. The same thing is true of a depression. People say, well, we’re not in a depression, and there are no bread lines and all that. But those are symptoms of the end. And the time to understand what’s coming is closer to the beginning, and that’s where I think we are. How should people invest then? The main message I would like to get across is get safe. Be safe. If you talk to virtually anyone else out there today, you will get [a message] that is, in a nutshell: Rush out and take a huge risk. [Stocks are] risky in normal times, but when you have a historical view of valuation, it’s close to financial suicide to be putting your money into a bull market that has already run its course, that is one of the biggest in history in terms of overvaluing shares.... [You] should be in something that’s very unpopular right now – cash. Why is cash important in the midst of deflation or a depression: Well, cash is the only thing that goes up in value during a deflation. The reason is the credit which is considered by most people to be money, although it’s actually credit, begins to decrease and therefore the total amount of purchasing power in the economy is going down. Anytime money supply (and I’m using that term loosely to include the credit supply, contracts) there’s less of it, people can understand when the government creates money and the Fed creates credit, and there’s more and more of it, we get what we call inflation. And the value of the dollar or the purchasing unit goes down. Therefore, prices of goods go up and up and up. People are used to that. They have to realize that it can work in the other direction. When the total amount of money and credit contracts, the prices of goods will actually start falling and that makes each unit of money, each unit of money or credit that survived that is, worth more. The key is to be in something that will not be destroyed. If you owned a bond of a corporation or a municipal government that defaults, you’re at zero. But, if you have money that does not disappear, then suddenly you have more buying power than you did before. And a lot of my book is to steer people into areas where they will be able to put their cash and keep it safe. And believe me, there aren’t many places in the world. A lot of places that people think their money is safe are anything but. Let’s talk about the positive side of all of this. If the crash takes place, which I believe is coming and the depression that follows it, those who are liquid are going to have some of the best buying opportunities of a lifetime. I can think of, Bob, the story of Warren Buffett’s 1968 meeting in La Jolla, California with Ben Graham. Ben Graham lost half his clients’ money during the stock market crash. They were looking at the stock market in the late 60’s and basically Ben told him to get out. Buffett went back, disbanded his partnership and stayed in cash. But when the ’73/’74 Bear Market came, he loaded up and bought, I think, what was it, 10% or 20% of the Washington Post for $10 million. He had the buying opportunity of a lifetime and much of the Buffett fortune was made as a result of that buying. That’s right. Then you have stories of the Kennedy’s and Bernard Barruch and people who did the same thing in 1932. That is when you can make money. If you’re going to buy a stock at $112 a share and hope it goes to $200 that may sound like big money to you, but it’s not. The real money is made when you can buy stocks at 25 cents, a quarter of a point, and watch them go up to $19. That’s real money and that’s the kind of money that the super rich people can make. But you can only do it if you’re in cash and you get out at the top and you protect that money all the way down. Then, when the last stock owner despairs, you’ll be his friend by buying those shares from him. At that point, when the market finally turns around, the multiples are unbelievable. That’s the massive magic wealth of wealth in the stock track record and I’d be happy to put it up against those. I follow my own advice. I don’t want to rope anybody into doing something they’re not comfortable with. I think they need to read the book, and as I say at the very end of the Foreword, read all the evidence, then the responsibility is yours. You make up your mind one way or another. The real estate boom has clearly encouraged people to continue to leverage up- I don’t understand it but, yes, people are taking out second mortgages to buy things that they want. For consumption, not investment. Yes, they are consuming their homes and turning over the ownership to the banks- At least that means the banks have some hard assets. Maybe. But now they are utterly dependent on the value of these real estate parcels that they own so much of, and that is dangerous. I think that real estate prices are going to go way down, very similar to the way they behaved in 1929-’33. Or 1835 –1842. I just don’t think banks should depend on those values-but they are. We will have to see what kind of decisions are made by banks in human terms. In other words, if the real estate market is falling, do they kick people out of their houses and try to sell them, or at what point do they decide that it is not worth it? -------------------------------------------------------------------------------- Your book makes specific suggestions about ways for investors to find shelter from the bear market/deflation/depression you see? Exactly. I don’t just say “go to cash,” because the questions today are what cash and where do you keep it? Two incredibly important questions. We know from history that at the bottom of major market crashes, they tend to close banks. Let me guess, you don’t suggest a safe deposit box in a New York City bank. No. The fireplace would be safer in the winter. In fact, the book lists the two safest banks in each state. Also, some of the safer banks in the entire country. None of the major money center banks made those lists. The safer banks tend to be small. They tend to be rather conservative. They tend to have a lot of Treasury bills in their holdings because, believe it or not, some bank managements actually are somewhat concerned and not willing to speculate in derivatives and lend out all of their money to questionable enterprises. I want to talk about safe banks. Certainly, people remember the bank holiday during the midst of the depression when the banks were closed. The first thing that comes to mind, Bob, is I look at some of the large bank portfolios, particularly the derivative books of our largest banks. They’re looking more like hedge funds than they are the safety of a prime bank. Absolutely. Do you know, it was actually shocking to me to find out, that for nearly two centuries, the courts in the United States have upheld an interpretation of deposits to mean, not money that you’ve delivered for safe keeping, but money that you have lent to your bank? That means that if they go under, it’s sorry Charlie. Well, you know you lent it. It was your risk. Too bad. You have no recourse. You can’t sue them. They didn’t promise to safe keep your money. They said thank you for the loan, now we’ll go out and lend it again and try to make more money than we’re paying you for it. Now, the key here is you need to have your money in a bank that isn’t about to go under because it’s loans are so at risk. Unfortunately, today in the United States, most banks by far have lent out a tremendous percentage of their deposits. In some cases, even more than 100% of what they have on deposit. The slightest run or demand by depositors could cause these banks to shut their windows. Now, we all know about the FDIC and we can talk about that too, but the point is these banks are lent out to the hilt. They lent your money out. The only way to get safe is to put your money either in a bank that has extremely high liquidity, and there are a few in the world, a few that exist only to safeguard your money. Or, and I think this would be the second best solution, is to take it out of the banking system and, at least for the time being, lend it directly to the U. S. government by buying treasury bills. (Editor’s Note: Average investors who’ve read Conquer the Crash and acted on it should now be satisfactorily positioned for the coming depression. High net worth individuals may wish to go a step further than the recommendations in Conquer the Crash. From September 30 to October 6, SafeWealth will provide first-class accommodations, multiple seminar-style presentations, meetings with CEOs and offices of ultra-safe depositories and other financial institutions in Switzerland and private discussions to suit your needs. The time to go is before the market crashes and the demand for such services skyrockets. The fee is $15,000 per couple. The maximum attendance is 25, and last I heard, there are several slots left. If you want to attend, clear your schedule and call the SafeWealth Group at (dial 011 from the U.S.) + 44-1753-554-461 between 9 and 5 London time, which is 4:00 a.m. to noon Eastern time and before 9 a.m. Pacific time. Or, you may email clientservices@safewealthgroup.ch. They will provide all the information you need. The sign-up deadline is September 16th, just a few days from today.) Edited by - gz on 9/11/2002 16:46:36

ItaloAmericani - gz  

  By: GZ on Mercoledì 11 Settembre 2002 17:31

Boffa, Bonanno, Bevilacqua, Bonsignore, Braca, Brandemarti, Bravo, Bucca, Buslo, Bustillo, Cachia, Cafiero, Caggiano, Calabro, Calcagno, Calvi, Cammarata, Candela, Cangelosi, Cannava, Cannizzaro, Capello, Caproni, Cardona, Carlino, Carlone, Carpeneto, , Casale, Casoria, Castano, Castrianno, Caterelli, Cefalu, Cesta, Chiarchiaro, Chiofalo, Chipura, Cilente, Cilura, Cirri, Coladonato, Colaio, Cordice, Costa.... Leggono tutti i nomi della gente perita al WTC in ordine alfabetico e sembra che su certe lettere come la "C" metà siano nomi italiani. Tenendo presente che tra gli italo-ammericani diversi hanno cambiato il loro nome per americanizzarlo, ad es Tom De Mark in realtà si chiamava in realtà "De Marco" o Katlhleen Tanzy si chiamava "Tanzi" o "De Vitt" che si chiamava De Vito e quello che ho visto a Manhattan dove specie a wall street i nomi italiani si sprecano direi che almeno un quarto delle vittime sono italo-americane. Oltre ai ristoranti e fruttivendoli ovviamente, ci sono i meccanici d'auto e gli elettricisti tradizionalmente italiani. Ma poi soprattutto i broker delle grida del Nyse perchè era un lavoro che non richiedeva nessun titolo di studio tipo master (gli italiani andavano poco all'università fino a pochi anni fa), è attaccato a Brooklyn che era praticamente italiana e poi corrisponde anche a alcune attitudini italiane di lavoro indipendente basato sulla rapidità e flessibilità. Ma in genere nei servizi finanziari a Manhattan ne trovi tanti, ad es tutti i tecnici e rappresentanti commerciali di Future Source che ho conosciuto, (ha la sede dietro al World Trade Center) hanno nomi italiani. Edited by - gz on 9/11/2002 15:37:38

Istruzioni per la vita (dal Dalai Lama via WTC) - gz  

  By: GZ on Mercoledì 11 Settembre 2002 03:31

Dall'11 settembre scorso non sono più in grado di leggere tutti i giorni uno dei commenti di borsa a cui ero abituato, quello di Bill Mehan su realmoney, causa il fatto che lavorava a Cantor Fitzgerald, al World Trade center. Era un commento che andava oltre la borsa e sempre istruttivo. Vedo che oggi hanno ripubblicato le sue "istruzioni per la vita" che ricordo Mehan diceva avere imparato incontrando il Dalai Lama. Se qualcuno le vuole tradurre in italiano... ma è un inglese piuttosto semplice. -------------- Bill Mehan --------------- Take into account that great love and great achievements involve great risk. When you lose, don't lose the lesson. Follow the three "R's": Respect for self, respect for others, responsibility for all your actions. Remember that not getting what you want is sometimes a wonderful stroke of luck. Learn the rules, so you know how to break them properly. Don't let a little dispute injure a great friendship. When you realize you've made a mistake, take immediate steps to correct it. Spend some time alone every day. Open your arms to change, but don't let go of your values. Remember that silence is sometimes the best answer. Live a good, honorable life. Then when you get older and think back, you'll be able to enjoy it a second time. A loving atmosphere in your home is the foundation for your life. In disagreements with loved ones, deal only with the current situation. Don't bring up the past. Share your knowledge. It's a way to achieve immortality. Be gentle with the Earth. Once a year, go someplace you've never been before. Remember that the best relationship is one in which your love for each other exceeds your need for each other. Judge your success by what you had to give up in order to get it. Approach love and cooking with reckless abandon. And, I'll end with one (or is it two?) of my own rules: Concern yourself only with the things you can change, and remember that you can always change how you perceive any difficulties. Edited by - gz on 9/11/2002 1:35:17

911 - gz  

  By: GZ on Mercoledì 11 Settembre 2002 01:55

Stasera gli S&P 500 hanno chiuso esattamente a 911 (ovvero 9/11 che in america sta per 11/9 ovvero 11 settembre)

Il concetto più importante della borsa - gz  

  By: GZ on Martedì 10 Settembre 2002 22:40

Ad esempio ho impiegato 5 o 6 anni a capire questo concetto, sottolineato sotto da Paul Tudor Jones CHE NON HA NESSUNA IMPORTANZA A CHE PREZZO SONO ENTRATO, conta solo se OGGI, rispetto all'ultimo prezzo (quello di IERI) IL MERCATO STA SALENDO O SCENDENDO Ancora oggi faccio fatica a assimilarlo. Un titolo mi prende una legnata per qualche cosa che non ho capito o previsto e immediatamente, istintivamente penso alla % di cui sono sotto. Ma non ha nessuna importanza !!! Che sia sotto del 59% o del 2% l'unica cosa che conta è se OGGI penso che debba scendere o salire. Questo è un concetto difficile da capire e assorbire e soprattutto applicare --------- da Paul Tudor Jones -------------- ) Non preoccuparti troppo su dove entrare in una posizione. La sola domanda rilevante è se sei toro o orso nella posizione quel giorno. Pensa sempre del tuo punto di entrata come chiusura della notte precedente. Riesco sempre a riconoscere un trader novellino perchè mi domanda ''Sei short o long?.'' Se io sono short o long non dovrebbe avere alcuna influenza sulla sua opinione del mercato. Poi domanderà ( ammettendo che io gli avessi risposto che sono long) ''Da dove sei long?.'' Che importanza ha da dove sono long. Non ha nessun influenza sul fatto che l'ambiente del mercato è toro o orso proprio adesso, o sull'equilibrio rischio/guadagno di una posizione long in quel momento. Modificato da - gz on 9/10/2002 20:41:14

Picchi di Volume a New York - gz  

  By: GZ on Martedì 10 Settembre 2002 21:25

Lo screening in tempo reale basato sul volume dei titoli americani funziona. Ovviamente "funziona" significa che seleziona in media titoli che fanno meglio dell'indice. Ad es negli ultimi 5 giorni l'S&P è salito da 885 a 905, un +2.2%. La selezione di titoli ha fatto molto meglio (vedi sotto, il peggiore +2.2% e il migliore +8.5%). Ogni giorno viene selezionato un solo titolo tramite uno screening automatico basato sul volume. E mostriamo la variazione % dal momento esatto della segnalazione (intorno alle 16 di ogni giorno) degli ultimi 5 titoli. *************** Nota Bene : quanto sopra è una pubblicità per attirare l'attenzione sullo screening pubblicato ogni giorno qui in home page come parte del servizio per le azioni americane ********************** Edited by - gz on 9/10/2002 19:29:0

Zignago: grafico fatto in casa - gz  

  By: GZ on Martedì 10 Settembre 2002 19:57

se posso qui spezzo una lancia contro l'analisi tecnica applicata a società (o mercati) poco liquiditi e manipolabili Mi sembra impossibile guardare i grafici Zignago e Marzotto e dire che in qualche modo si poteva capire quello che poi è successo dall'analisi tecnica. I grafici indicavano come nota kurtinaitis (discendenza greca ? da dove viene il nome ?) il contrario esatto di quello che è successo. Ma questo è logico. Sui titoli e mercati manipolabili completamente i grafici li fa il tizio che controlla l'azionariato. L'analisi tecnica funziona bene dove esiste mercato non un paio di famiglie che si riuniscono a cena e spostano del 40% un titolo il giorno dopo Modificato da - gz on 9/10/2002 18:0:56

CAFFE' - gz  

  By: GZ on Martedì 10 Settembre 2002 18:43

UN INTERVISTA voi bravi del caffè che avete indovinato il mercato del mese (finora ?) quale la ragione del vostro successo nel cogliere questa esplosione ?

Analisti Europei - gz  

  By: GZ on Martedì 10 Settembre 2002 18:12

Cosa notare qui ? Che tra i titoli che raccolgono più consenso in termini di raccomandazioni c'é Finmeccanica nonostante sia uno dei peggiori del mib30 e che tra quelli più disprezzati tuttora Pirelli mentre Tim e Telecom sono ancora tra i più lodati

MACD Settimanale non sbaglia - gz  

  By: GZ on Martedì 10 Settembre 2002 16:14

Guardando i segnali del MACD secondo Appel sono davvero sbalordito! Mi riferisco alla sezione analisi tecnica del Bridge -------------------------- è verissimo ad es qui sotto in fondo alla pagina su Benetton si vede bene anche solo con i colori quando il segnale passa da negativo a positivo e sembra perfetto Se parliamo di un intervallo temporale di diverse settimane, quindi ragionando su 3 o 4 segnali all'anno, non 3 o 4 al mese, gli indicatori di MOMENTUM come il MACD o lo Stocastico funzionano bene. Sono rimasto sbalordito anche quando ho fatto dei test numerici completi scrivendo un paio di sistemi di questo genere su un centinaio di titoli italiani. Quest'anno in particolare questo tipo di sistema avrebbe fatto 2 o 3 volte meglio di me sui titoli italiani con un ottica di PORTAFOGLIO. Se lei guarda il ^report con il Momentum Settimanale che ho applicato ad es#A:8840^ usando lo stocastico a 100 titoli italiani (ma sarebbe lo stesso con il Macd perchè usano lo stesso concetto ) i segnali sono buoni. E sono anche scritti come sistema automatico a differenza di Bridge. Anzi, dato che Bridge non costa affatto poco, se vuole questo tipo di segnali e vuole spendere però 1/10 di Bridge si scarica i dati di fine giornata e applica l'indicatore di Appel in Tradestation. O ancora meglio lo scrive come sistema automatico con alert automatici. Unica nota di cautela è che gli stessi indicatori applicati su intervalli di tempo più brevi funzionano molto meno bene. Perchè ? Perchè le serie finanziarie dei prezzi sono più "casuali" su intervalli brevi di tempo (meno autocorrelate) per cui tutti vedono il Macd o Stocastico a medio termine e si entusiasmano, ma poi lo applicano a breve e non va così bene Modificato da - gz on 9/10/2002 14:29:52

Tatò a HDP: un progresso - gz  

  By: GZ on Martedì 10 Settembre 2002 12:49

---------------- sandro cecconi ----------- .....(Provera, Passera, Facchin)..questi tre managers da me nominati hanno fatto da apripista ad una stagione, la cui durata a me non è dato sapere, tesa a dimenticare le idiozie prodotte dal 1998 in poi. E prima avverà prima riusciremo a risolleverci anche se le risorse finanziarie destinate agli aumenti di capitale nell'immediato saranno al sostentamento dei corsi azionari. Ma questa è l'unica via percorribile per le società quotate e non: la ricapitalizzazione ---------------------------- A proposito di notizie positive sulla aziende italiane, oltre a quelle citate da Sandro Cecconi forse ora occorre menzionare il fatto che finalmente a capo di HDP non ci sarà più solo il figlio di Romiti che da anni è considerato da quasi tutti (tutti meno i famigliari stretti) un fattore negativo. Arriva Tatò e il passaggio dal figlio di chi ha avuto l'HDP in regalo dagli Agnelli per ragioni ancora non troppo chiare e quello che bene o male è uno dei pochi managers di cui non ci si può lamentare in Italia è un progresso. Quindi alcune cose che migliorano si cominciano a vedere ora in italia -------------------------------------------------------DJ Italy's HdP -2: IntesaBCI Blocked Mediobanca's Ligresti ------------------------------ Ligresti's attempt to join the pact might have affected Corriere's editorial policy, industry watchers said. HdP's shareholding pact, which controls 44.9% of the company's stock, is comprised of Italy's business elite, including Giovanni Agnelli's Fiat SpA (FIA), Maurizio Romiti's father Cesare throughhis stake in Gemina SpA (I.GEM) and Marco Tronchetti Provera's Pirelli SpA (I.PIR). Italy's biggest insurer Generali SpA (I.ASG) and largest bank IntesaBCI (I.ITB) are also part of the pact. Ligresti's entry would have tilted the pact's balance of power towards Mediobanca and its allies, including Generali, as part of a strategy to exert pressure on Corriere to take a pro-government stance, industry watchers said. Opposition to Ligresti's entry was spearheaded by IntesaBCI, Mediobanca's rival, which has close ties with French merchant bank Lazard LLC (X.LZD). IntesaBCI Chairman Giovanni Bazoli told HdP's key shareholders he didn't want new members joining the pact and his stance was supported by representatives of Fiat and Pirelli, Italian media reported. Meanwhile, the decision by members of the shareholding pact to appoint Tato as chairman, a manager credited with cost-cutting skills, was seen by industry watchers as a move to restore profitability at the loss-making company. Tato is expected to take the helm of the company to reverse Chief Executive Romiti's costly and unprofitable foray, a few years ago, into the fashion business.

Aggiornamento Medio Oriente - gz  

  By: GZ on Lunedì 09 Settembre 2002 20:35

copio qui l'ultimo riassunto della situazione rispetto all'iraq perchè fornisce il retroterra di informazioni che poi servono un poco per tutto, gli indici azionari, le obbligazioni, l'euro e dollaro, l'oro, l'energia e i titoli energetici... A seconda che si pensi a) che non succede niente b) che succede qualcosa a1) che succede qualcosa tra iraq e Usa-UK e va a finire male a2) che succede qualcosa tra iraq e Usa-UK e va a finire bene (relativamente a eventi militari ovviamente) si hanno conseguenze molto diverse sui mercati finanziari. Quindi lo scenario descritto qui sotto da Debka.com è utile (o perlomeno è quello che sembra più probabile) Sintesi: gli anglo-americani vanno avanti e hanno già occupato assieme ai Kurdi il 15% dell'iraq e distrutto la contraerea verso sud e verso nord ------------------------------------------------------- September 9: The importance of the massive US-UK air raid over Western Iraq Friday night, September 6, cannot be exaggerated. Although the Bush administration is bidding hard for broad international support for the US offensive against Saddam Hussein and his weapons of mass destruction, DEBKAfile ’s military sources report that, since last month, a combined American-British air blitz has been proceeding to systematically knock out the first line of Iraq’s air force and air defenses. This week, the limelight moves to New York, where President George W. Bush prepares to address the UN General Assembly Thursday, September 12, the day after ceremonies marking the anniversary of the terrorist atrocities that struck New York and Washington. He is expected to give Saddam Hussein the option of accepting UN arms inspectors unconditionally or facing action against him, as well as warning unsupportive governments that American will go ahead on its own. Sunday, September 8, British prime minister Tony Blair, on his return from seeing Bush at Camp David, declared “total determination” to deal with Iraq. US and European diplomats in New York are working on a joint draft resolution to put before the General Assembly, calling for a coercive UN inspection force to go into Iraq escorted by an international military force and be given a deadline for establishing finally whether or not Iraq has developed weapons of mass destruction. However, Iraqi spokesmen have already rejected UN arms inspections without the lifting of sanctions, while Arab League Secretary Amr Mussa, has declared the whole Arab world supports Iraq’s position. On Saturday, September 7, he said no Arab government would brook outside interference in Iraq, even by the world body. The diplomatic flurry and the White House bid for support at home effectively post-date the start of the US offensive against Iraq, which took place three months ago - not with a bang but by cautious, prefatory steps. Unlike the softening-up air blitz against Afghanistan’s Taliban and al Qaeda last year, US forces have been quietly filtering into Iraq (as DEBKAfile informed its readers). To date, American and allied Turkish special forces have gained control of some 15 percent of Iraqi soil – mostly in the north. They are poised at a point 10-15 miles from Iraq’s two northern oil cities of Mosul andKirkuk, together with pro-American Kurdish and Turkman paramilitary groups, with no Iraqi force in the way of their advance, if ordered to occupy the two towns. The massive US-UK air raid last Friday, September 6, by 100 fighter-bombers, reconnaissance and air tanker craft against the Iraqi air base cluster known as H-3 and the al Baghdadi air installation was Strike Number Two against the first line of Iraqi air and air defense command structures, the tactical prelude to any US offensive. It was also the first blow to systems for deliveringIraq’s weapons of mass destruction. Strike Number One was carried out on August 5, when American and British bombers and fighter craft demolished the Iraqi air command and control center at al-Nukhaib, in the desert between Iraq and Saudi Arabia, 260 miles southwest of Baghdad. This strike disposed of Iraq’s southern air defense line and left central Iraq including Baghdad vulnerable to US air, missile and ground attack from Saudi Arabia,Kuwait, Qatar,Oman and Bahrain. Strike Number two last week completed the destruction of Iraq’s air defenses in the west, leaving the Saddam regime exposed to attack from the south, the southeast, the west and the north, as well as a US troop presence actually inside northern Iraq. DEBKAfile ’s military sources sum up American tactical gains in Iraq thus far: A. Hitting the H-3, site of the bulk of the ground-ground-missile batteries and air defense installations threatening Israeli, Jordan and US Eastern Mediterranean forces, as well as al Baghdadi, cleared the way for US special forces to be flown by helicopter across the border into Iraq from the West. Nothing now stops them from reaching as far as Tikrit, Saddam Hussein’s tribal stronghold northwest of Baghdad, where the Iraqi ruler is believed to be hiding underground with his family and top officials. There too he has concentrated the bulk of the loyal units of the Iraqi army. The first mission for the US units crossing in from Jordan will be, according to DEBKAfile’s military sources, to capture the bombed air installations and prepare them quickly for the use of US air force units and for more US and Jordanian special forces landings. H-3 is designated their jumping off base for the next stage of the campaign. B. Since August 5, the way for an American advance into Iraq is also clear from the south. Therefore, the general contours of the next US steps begin to take shape: 1. A combined US-Turkish force, backed by local groups, will complete the capture of northern Iraq and its oil cities. 2. The combined US-Jordanian force will advance on Baghdad and Tikrit. 3. The heavy military and armored units massed on the Kuwait-Iraq frontier will advance north in two heads – one forking off to the east and heading for Basra, while the other makes for the Shiite towns of Najef and Karbala on the Baghdad highway. C. Our sources report that the air strike against H-3 and al Baghdadi destroyed some of Saddam’s ground-to-ground missiles, reducing the missile threat to Israel,Jordan and US East Mediterranean forces, though not eliminating it. Also destroyed were some of the Czech-manufactured LA-29 trainer planes sighted at al Baghdad in recent months, with aerosols fitted to their wings that are capable of spraying poison substances on the ground like anthrax. Some of the LA-29 have been adapted for kamikaze missions. D. No less important politically,DEBKAfile’s military sources stress, is that some of the US assault craft took off from and returned to the Saudi Prince Sultan air base, 35 miles northeast of Riyadh, as well as from Kuwait, Bahrain and Qatar. As DEBKA-Net-Weekly reported in its last issues, the Bush administration is resolved to brush aside the public objections of Saudi leaders to the use of the kingdom’s bases against Iraq. American generals do not propose to heed the public declarations of rulers of lands where US bases are located, but to use them according to American military exigencies. Modificato da - gz on 9/9/2002 18:58:7

Analisti Europei - gz  

  By: GZ on Lunedì 09 Settembre 2002 14:25

Il flusso di notizie da parte degli analisti non è affatto buono oggi, con l'eccezione di Nokia e Vivendi, si vedono downgrade e sell: JP Morgan taglia ^Telecom Italia#^ a Underperform che è come dire Sell e mette 8.80 target Merril Lynch di discosta dagli altri ed è scettica sui ricavi di ^Nokia#^ (che altri vedono in crescita) Dresdner Kleinwort Wasserstein negativa su ^ABB#^ per via del debito Sempre DKW dice che ^Vivendi#^ può beneficiare della vendita del business media e ottenere cassa Se Stoiber vince venderà quote di ^Deutsche Telekom#^ e questo pesa sul titolo CSFB parla bene dei titoli legati al carbone e dice che c'è un minimo ciclico per il settore, attribuisce il rimbalzo dell'oro agli shorts -------------------------------------------------------- MILAN--JP Morgan cuts Telecom Italia (TI) ordinary shares to market underperform vs market perform and saving shares to market perform vs overperform on "the prospect of increasing uncertainty and risk over ownership simplfication." Notes, "there is no simple and obvious route to simplify the TI ownership chain" of interlocking holdings. It also cuts target to EUR8.80 from EUR9.20 for ordinary shares and to EUR6.60 from EUR6.90 for saving shares. Finally, it "modestly reduced" 02-05 forecasts after fair value estimates and forecast changes at TIM (I.TIM) LONDON-- ^ABB#^'s (ABB) credit rating is "significantly too high", even if it's downgraded by one notch to A-, DrKW's Rik Fennema says. Market reaction to ratings cut should be limited, as market's been pricing ABB as sub-investment grade for a while, Fennema says.(NMK) LONDON-- ^Vivendi#^ Universal Publishing is valued at about EUR5.8B-EUR6.0B, says Hank Forsyth of Dresdner Kleinwort Wasserstein. If Vivendi Universal can get that price for all its publishing assets, it would be a good deal, alleviating its immediate cash problems, he adds. "The most important is to alleviate the funding worries and focus on the cash-generative businesses." Vivendi Universal +0.9% at EUR13.33. (SAL) FRANKFURT--DaimlerChrysler's (DCX) expected bundling of truck operations with Mitsubishi Motors (J.MOT) and possibly Hyundai (Q.HMC) makes sense, could boost synergies, says MM Warburg on recent press reports. However, says it's too early to determine the impact on Daimler's financial outlook. Rates Daimler buy with EUR62 target. Shares -1.8% at EUR41.30. (BGD) MADRID--Caja Madrid keeps ^Altadis#^ (E.ATD) at sell, despite company's 1H earnings being slightly above CM's forecasts. Keeps target of EUR22.76. Says stock supported by 150,000 distribution points in Spain, France and Portugal, but that the privatization of Italy's ETI - expected within next 3 months - could affect sector prices. Shares -1.9% at EUR23.78. (RSD) FRANKFURT--Deutsche Telekom (DT) -3.3% at EUR10.35. Shares down after conservative party's shadow labor and economics minister says he will focus more heavily on selling off state's DT stake, should CDU form new government after Sep 22 elections. "That was key," says trader. Other state-owned company Deutsche Post (G.DPW), -4.9% at EUR10.42, also hurt by comments.(CHE) DUBLIN--NCB Stockbrokers cuts '02, '03 operating profit forecasts for Irish Life & Permanent (U.IRP) post 1H results last week. New forecast is for EUR217M, EUR327M vs previous EUR279M, EUR369M. "The '02 downgrade principally reflects a higher variance (in management fees) and higher losses from general insurance," says John Kelly. "The '03 downgrade reflects the impact of unwinding its existing life business due to weak markets." New operating EPS for '02, '03 are EUR0.781, EUR1.21 vs EUR1.00, EUR1.37. Shares -0.8% at EUR12.25. (DLM) STOCKHOLM--Analysts expecting ^Nokia#^ (NOK) to reiterate guidance for 3Q sales of EUR7.2B-EUR7.6B and EPS of EUR0.15-EUR0.17 during update Tue, though some say it may guide to upper end of EPS range on market share gains. Merrill Lynch sees 3Q sales at EUR6.95B, saying reports from suppliers suggest 3Q phone industry sales may not meet Nokia's expectations. Shares -0.8% at EUR14.12 in Helsinki.(LCK) FRANKFURT--Just because German auto demand may be bottoming out, as signaled by Aug sales, it doesn't mean a real recovery is around the corner, says Sal Oppenheim's Patrick Juchemich. "Sentiment on car shares might stay rather dull," he says. BMW (G.BMW) -0.3%, DaimlerChrysler (DCX) -2.2%, VW (G.VOW) -1.9%. (BGD) LONDON-- British Energy (BGY) -75% at 20p after resuming trading following agreement with government on short-term GBP410M loan facility. Attention is now likely to turn to the longer-term restructuring the company must try to put together by the end of the month. "The government has now prevented whole thing collapsing in the short term," analyst says. "It now has to go away and see if it can solve the whole thing on its own." (AXC) LONDON-- Knowledge Support Systems (U.KLS) report weak 1H results after failing to capitalize on opportunities in the non-petrol price management division by focusing on retail areas, says Investec Securities. Analyst Gareth Evans says decision to offer other services in the pricing area is a rational move. Says FY sales forecast of GBP3M may be difficult to achieve but cash balance of GBP22M supports hold rating. Trades -3.2% at 15p. (NPF) LONDON--CSFB says speculative shorts are shifting short-term base metals price vulnerability to the upside. However if widespread concerns of a double-dip global economy are realized spot metals prices could fall further. Says copper is the best supported of the base metals. Despite the weaker industrial outlook iron ore volumes remain strong and spot thermal coal prices are now recovering off cycle lows. Anglo American (AAUK) +2.8% at 776p, Rio Tinto (U.RTZ) +1.7% at 1083p.(MMD) Modificato da - gz on 9/9/2002 15:13:2

Benetton - gz  

  By: GZ on Lunedì 09 Settembre 2002 02:49

Benetton ha perso un -15% negli ultimi 4 giorni e non è un semiconduttore o ha esposizione al risparmio gestito Semplicemente continua con la politica per cui i grandi gruppi non riflettono nei loro conti la realtà. Sembra normale, ma non lo è affatto che un gruppo che ora si occupa in prevalenza di distribuzione, autostrade e telecom non lo rifletta nei suoi conti (vedi l'ottimo Muchetti sotto) Ad ogni modo questo è un caso da da manuale in cui UBS Warburg taglia le stime (il 5 settembre mattina) e ^Benetton#^ frana -------------- da massimo muchetti - espresso --------- Gli affari di Edizione Holding sono arrivati a una svolta. E non tanto perché l'utile netto consolidato crolli da 1.347 a 45 milioni di euro: fenomeno che si spiega con l'eccezionalità del 2000, esercizio benedetto dalle plusvalenze sui supermercati Gs e la scuderia di Formula Uno. E nemmeno perché il 2001 sia nettamente inferiore al "normale" '99. Anche questa caduta ha le sue ragioni. La partecipazione in Blu, per esempio, toglie 81 milioni di euro: considerando anche l'effetto su Autostrade, una provincia dell'impero anch'essa azionista di Blu, l'avventura nelle telecomunicazioni si mangia quasi tutto l'utile del Benetton Group di pertinenza di Edizione. Le partecipazioni in Autostrade e in Autogrill, poi, causa gli avviamenti e gli oneri finanziari sui mutui accesi per finanziarne l'acquisizione, gravano per 69 e 13 milioni di euro. Infine, il Benetton Group guadagna 11 milioni in meno nella gestione corrente. Il punto più importante è un altro: il baricentro degli investimenti si è spostato verso attività - Autostrade e Olivetti-Telecom - che il bilancio di Edizione non consente più di leggere bene. Eppure assorbono mezzi propri per 1.685 milioni, il 60 per cento del patrimonio netto consolidato di Edizione. Il giro d'affari sul quale i Benetton esercitano la loro influenza è dunque assai più ampio dei 5.428 milioni di euro ufficialmente registrati. Autostrade è una vera e propria controllata. Edizione possiede il 60 per cento della società Schemaventotto alla quale fa capo il 30 per cento di Autostrade, che viene integralmente consolidata da Schemaventotto. Ci si potrebbe dunque aspettare che Edizione faccia altrettanto, così da offrire una piena visibilità sul vero perimetro dei suoi interessi: crediti, debiti, autofinanziamento. Questo non accade. Edizione consolida Schemaventotto con il metodo del patrimonio netto. Pazienza, il titolo Autostrade regge, e almeno l'effetto su patrimonio e utile netto di Edizione è chiaro. Meno chiara, invece, è la rappresentazione dell'impegno nelle telecomunicazioni. Edizione detiene il 20 per cento di Olimpia, che possiede il 28 per cento, e cioè il controllo di fatto di Olivetti. La partecipazione è legata a quella di Pirelli con un patto di sindacato. Olimpia non consolida Olivetti. E i due soci Pirelli e Benetton, che pure assieme hanno l'80 per cento di Olimpia, non consolidano nemmeno quella, nemmeno pro quota. Poiché il controllo sarebbe congiunto, si dice, non comanda nessuno; e nessuno si sente quindi tenuto a far vedere nei propri conti non solo i debiti del sistema Olivetti-Telecom ma neppure i 3,5 miliardi di Olimpia, nemmeno pro quota. Trattasi di partecipazione di minoranza, si osserva. Però di una minoranza abbastanza speciale da non adeguarne il valore di carico a quello di Borsa, che pure è inferiore di quasi tre volte. Miracoli consentiti dalle leggi italiane. Detto questo, il gruppo Edizione appare tuttora solido: ha debiti per 2,4 miliardi di euro, contro mezzi propri e di terzi pari a 3,4 miliardi. Edited by - gz on 9/9/2002 0:52:1

Capire se stessi o seguire le Regole ? - gz  

  By: GZ on Domenica 08 Settembre 2002 15:58

Non so se l'introspezione sia così utile. Diceva Steve Martin (l'attore comico) che per anni si è analizzato e fatto analizzare e poi un giorno si è stufato e si è messo a lavorare come un matto e dopo un poco non si è più nemmeno ricordato dei problemi che lo frenavano. Credo che esistano delle regole che quelli che hanno successo seguono nel trading e che siano più o meno simili per tutti. E' come imparare qualunque mestiere, ci sono delle regole e con l'esercizio costante piano piano entrano in testa e diventano persino automatiche. Io cerco di rileggere periodicamente ad es le interviste ai "market wizard" (alcune delle quali ho messo sul sito tradotte in italiano) come se fossero la bibbia, fare dello sport per stare in forma e basta. ---------------------- Paul Tudor Jones - intervista -------------------------------- Quali sono le regole del trading in cui tu credi?. i) Non lasciar crescere mai le perdite. Fai scendere il tuo volume di trading quando stai facendo trading con difficoltà, aumentalo quando il trading è favorevole. ii) Non fare mai trading in situazioni di cui non hai il controllo. Ad esempio, io non rischio quantità significative di denaro di fronte a rapporti chiave, perchè quello è scommettere, non fare trading. iii) Se hai una posizione di perdita che non ti fa sentire a tuo agio, la soluzione è molto semplice: esci, perchè puoi sempre rientrare. Non c'è niente di meglio di una nuova partenza. iv) Non preoccuparti troppo su dove entrare in una posizione. La sola domanda rilevante è se sei toro o orso nella posizione quel giorno. Pensa sempre del tuo punto di entrata come chiusura della notte precedente. Riesco sempre a riconoscere un trader novellino perchè mi domanda ''Sei short o long?.'' Se io sono short o long non dovrebbe avere alcuna influenza sulla sua opinione del mercato. Poi domanderà ( ammettendo che io gli avessi risposto che sono long) ''Da dove sei long?.'' Che importanza ha da dove sono long. Non ha nessun influenza sul fatto che l'ambiente del mercato è toro o orso proprio adesso, o sull'equilibrio rischio/guadagno di una posizione long in quel momento. v) La regola più importante del trading è di giocare con una grande difesa, non con una grande offesiva. Ogni giorno io penso che ogni posizione che ho è sbagliata. So dove i miei punti di stop del rischio saranno. Lo faccio in modo da poter definire il mio massimo possibile di perdita. Per fortuna, passo il resto della giornata godendo delle posizioni che vanno nella mia direzione. Se vanno contro di me, allora ho un piano di gioco per uscire. Non essere un eroe. Non avere un ego. Fatti sempre delle domande e fattele sulla tua abilità. Non sentire mai che sei molto bravo. nel momento in cui lo fai, sei morto. Jesse Livermore, uno dei più grandi speculatori di tutti i tempi, si dice che abbia detto che, alla lunga, non si può mai vincere i mercati. Era una affermazione terribile per qualcuno come me, che era appena entrato nel business. L'idea che non si possa battere il mercato è una prospettiva paurosa. Questo spiega il perchè della mia filosofia-guida: giocare stando molto sulla difensiva. Se fai un buon trade, non pensare che sia successo perchè hai qualche sconosciuta intuizione. Mantieni sempre la fiducia in te stesso, ma tienla controllata. Modificato da - gz on 9/9/2002 0:17:23

Stratfor: Usama non c'è più - gz  

  By: GZ on Domenica 08 Settembre 2002 12:07

In un intervista ieri su Barron's George Friedman, il direttore di ^www.Stratfor.com#www.Stratfor.com^, uno dei servizi di strategia globale più in voga, spiega che è probabile che Bin Ladin sia morto. Dato che Al Qaeda da settembre scorso è riuscita a fare un solo vero attentato, quello alla sinagoga a Tunisi (che ha ucciso 21 persone per lo più turisti tedeschi) amettere che Bin Ladin non ci sia più è impossibile per l'organizzazione. Più passa il tempo senza fare attentati (al di fuori dell'afganistan) e più si indebolisce il morale e il prestigio di Al Qaeda. A questo punto far vedere almeno un video di Bin Ladin sarebbe il minimo che dovrebbero fare. Il fatto che non succeda indica che probabilmente Bin Ladin non è sopravvissuto ai combattimenti. (Stratfor finora ha sbagliato semmai per eccesso di pessimismo prevedendo che avrebbero fatto sicuramente attentati dopo l'11 settembre e che i talibani avrebbero resistito bene per mesi a kabul quindi questo giudizio ora ha più valore) --------- da Barron's di ieri ----------- George Friedman, a political scientist and head of the Austin, Texas intelligence firm Stratfor.com, to get his assessment of the geopolitical situation. Friedman was the subject of a Barron's cover story last October in which he discussed the likelihood that al Qaeda "sleeper cells" in the U.S. would mount follow-on operations on American soil in the months ahead ("The Shadow CIA," Oct. 15, 2001). He expressed relief that he and other experts who "cried wolf" have so far been proven wrong. The bombing of the synagogue in Tunisia, which killed 21 people, is the only attack that has been tied directly to al Qaeda since Sept. 11, and despite the lamentable loss of life there, it was comparatively low-tech and small in magnitude. "The anti-al Qaeda campaign in the U.S., Europe and elsewhere in the world has been far more effective and coordinated than I or anyone else might have imagined," Friedman avers. "Cells have been rolled up, funding networks eliminated and, most important, planned operations like the holiday bombing in Strasbourg, France, foiled." There's still a chance al Qaeda will try to pull off a major attack in the near future, Friedman worries. Maximum public-relations value would be achieved by an operation around the anniversary of Sept. 11 or before the U.S. November elections. Moreover, a Friedman source inside the U.S. intelligence establishment has reported a notable increase in message traffic between suspected al Qaeda operatives in recent weeks, similar to the communication buildup before Sept. 11. He also notes that Arab illegals have been showing up in greater numbers of late, trying to sneak into the U.S. from Mexico. The Canadian border used to be al Qaeda's preferred entry point, but security there has been tightened. As for bin Laden, Friedman suspects he is either dead or seriously incapacitated, despite claims by sympathetic sources that the leader is merely lying low and will surface after al Qaeda's next successful operation. "The clock is clearly ticking for al Qaeda, and the morale of its cells around the world has to be at a low ebb," Friedman theorizes. "All bin Laden would have to do to fire up the organization again is drop another tape of himself off for broadcast by Al Jazeera. The fact he hasn't done so is significant." Friedman concedes he was overly pessimistic last fall about the difficulty of subduing Afghanistan. The U.S. has surely succeeded there in its basic mission of unseating the Taliban and robbing al Qaeda of its government-protected sanctuary. Nonetheless, he insists Afghanistan could still prove something of a tar baby for U.S. foreign policy. Friedman expects Taliban and al Qaeda attacks on U.S. personnel in country to pick up. Afghan President Hamid Karzai has been guarded by U.S. troops after his vice president was assassinated several months ago. With good reason: On Thursday, Karzai survived an assassination attempt by an Afghan security guard. And the various warlords who dominate the country, such as Abdul Rashid Dostum, are about as trustworthy as Mafia dons and are capable of unspeakable savagery, Friedman contends. Fortunately, says Friedman, the U.S. has been smart in keeping its presence in the country to a minimum.

I Dividendi aumentano (ma non in Italia - gz  

  By: GZ on Sabato 07 Settembre 2002 02:55

Negli ultimi 50 anni come negli ultimi 100 le società quotate in tutti i paesi del mondo hanno pagato dividendi CRESCENTI. A differenza dei buoni del tesoro o altro reddito fisso si suppone che gli utili e quindi i dividendi delle aziende aumentino nel tempo. Ovvero che se anche il dividendo è solo il 2% del valore del titolo poi però ogni anno tenda a aumentare. Questa è la ragione per preferire nel tempo le azioni come investimento al reddito fisso. Ma non in italia, giappone e danimarca. Gli unici paesi in cui i dividendi non aumentano, anzi calano (da ^www.pimco.com#www.pimco.com^)

difese aeree in Irak KO - gz  

  By: GZ on Venerdì 06 Settembre 2002 12:03

Ieri e stanotte più di 100 aerei angloamericani hanno colpito e sembra che le difese aeree irakene siano eliminate ------------------------------------------------------------- In Massive Air Raid, 100 US-UK Fighter-Bombers and Other Planes Wipe out Surface Missile Batteries and Air Defense Installations at Iraqi H-3 Airfield Cluster 240 m W. of Baghdad Opposite Jordanian Border Air Strike with Reconnaissance and Tanker Aircraft Support Was Carried Out after Thursday Midnight from Air Bases in Saudi Arabia, Kuwait and Bahrain Loss of H-3 Leaves Iraqi Air Space up to Baghdad Wide Open for US Special Forces Helicopter Landings from Jordan and More Major Air Raids US Central Command Spokesman: Any Iraq Targets Not Destroyed Will Be Attacked Again DEBK Afile Reported Consistently that US Will Use Saudi Sultan Air Base to Attack Iraq – Despite Saudi Denials In Further War Move, US Moves Huge Stores of Heavy Armor, Ammo, Other Equipment from Qatar to Kuwait Bush and Blair Meet Saturday at Camp David to Review Opening Stage of War against Iraq Modificato da - gz on 9/6/2002 10:4:35

Intel riassume tutto - gz  

  By: GZ on Venerdì 06 Settembre 2002 11:41

Ho fatto rifare tre pc e ne ho comprato uno e ho usato solo degli Athlon1600 della AMD e non i pentium di Intel. La gente con cui ho parlato concorda che al momento gli AMD costano leggermente meno e fino a quando Intel non esce con la nuova versione equivalgono i suoi pentium. Ma AMD ha un grafico persino peggiore di Intel per quello che vedo. Per cui non è nemmeno una questione di nuove società che tolgono quota di mercato alle vecchie come Intel. Ad ogni modo qui sotto c'è l'analisi della conference call di Intel su realmoneypro.com. Il problema non è nei numeri che sono annunciati in termini di stime che deludono, perchè ormai tutti hanno tagliato le stime di Intel all'osso, ma nel fatto che alla fine di tutte le chiacchere ^Intel#^ dovrebbe guadagnare 54 centesimi per azione. Al momento costa 15.2 $. Quindi costa sui 28 volte gli utili. Ma nel 2001 ha guadagnato 19 centesimi per azione. E invece nel 2000 aveva guadagnato 1.52 centesimi per azione. Non sono errori di stampa qui. Nel 1999 aveva fatto 1.05 $ per azione. O se volete , ragionando sul totale nel 1997-1998-1999 (quindi escludendo il 2000 anno boom) aveva fatto un utile netto di 7 miliardi in media. E nel 2001 ha guadagnato solo 1.3 miliardi !!!!! Dovrebbe tornare a guadagnare 5 o 6 miliardi se la domanda ritorna. Il motivo per cui tanta gente testardamente si è fatta massacrare su Intel o STM o Infineon o Chartered o Texas è che tutti hanno in mente i 10 miliardi di utile del 2000 o anche solo i 7 miliardi di utile del 1998 (!!) e non capiscono come sia possibile che ora Intel guadagni solo 1.2 miliardi -------------------Somaney is a partner and fund manager with TSG Capital Partners, a hedge fund based in Beverly Hills, Calif., and Plano, Texas. ------------------------------------------- Call just began. Andy Bryant, CFO is not on the call, as he is on vacation. The company says that revenues will be in the $6.3 billion to $6.7 billion. Let's call that $6.5 billion. Gross margins are expected to be in the 51% range, give or take a point or two. Expenses will be $2.1 billion and the company will take a loss of $25 million on investments et al, D&A remains unchanged at $1.2 billion. Gross margin will stay at 51% for the rest of the year. CAPEX for the year will be approximately $5.1 billion. Tax rate will be 28.4% for the year. Company says that the year is tracking as per expectations. (Yeah right. Then why lower the range, tough guy?) Q&A begins. Short INTC. Call Preview 09/05/02 04:31 PM EDT Intel just announced that revenues for the third quarter will be slightly below earlier expectations in the range of $6.3 billion to $6.7 billion, lowering the high end of the range by $200 million. Microprocessor unit sales are lower than expectations and the flash business is in line with expectations. Demand for communications products remains weak. Stock is up in the aftermarket, up forty cents per share as investors are more than likely relieved that the guide down was not greater. Call will begin in approximately 65 minutes. Stay tuned. Q: Last quarter you sold a larger than expected number of low-priced Celerons, is this the same this quarter as well? A: We stated that we gained some market share in the low end and that trend continues and we continue to make gains in low-end processors. (Stock is now up sixty cents in after-market activity as investors are hearing good things, which I am afraid I am not. At least as yet I am not.) Q: In the current quarter, is September traditionally a strong month? A: We are not counting on September being unduly changed from previous Septembers. What we have seen a week into the month, we have seen very good distributor sales so far. That gives us confidence about the guidance we just gave you earlier. It is at the low end of the seaonal range that we have seen in prior quarters. . Q: Is there any seasonality associated with Q4? A: We cannot discuss seasonality issues at the moment. We will discuss when we realize earnings. Q: Are gross margins at 51% plus or minus 100-200 bips more closer to less or more? A: We are just going to say that we will keep the range. Q: Can you comment on the manufacturing efficiencies? A: We have very aggressive cost controls that are now beginning to take effect. Q: How is pricing holding up in the chip sector? A: Continues to be aggressive. (Again read, they continue to see pricing pressure). Q: Can you provide more color on the communications business? A: Kind of flattish on a lower level. (Read as still declining folks.) . They closed the call fairly quickly. I missed the last couple of questions while writing my response to Doug K's question over on Traders Talk, but my thoughts are that after a possible short covering/relief rally INTC will head lower. Management went out of their way to assure investors that this was not a preannouncement, but just an update. (Oh yeah, an update that led to lowering revenue expectations? Sounds like a preannouncement to me, mate.) Over and out from Big D, where I have to take an online defensive driving course tonight. Edited by - gz on 9/6/2002 9:51:31

A volte è l'Europa che conta (in negativo) - gz  

  By: GZ on Venerdì 06 Settembre 2002 03:24

mi dico ecco che gli americani, come spesso accade, si ricomprano i futures e aprono più o meno invariati, invece niente all'apertura : si vende (ma perchè, dico io, se la sera prima compravano e non era accaduto nulla??) ------------------------------------ nell'80% dei casi i mercati americani sono indipendenti dai mercati esteri e sono questi ultimi a prendere il la dai primi ma nel 20% dei casi non è così ed è wall street a sentire il peso di quello che avviene nella notte a Tokio o al mattino a Londra e Francoforte Cosa c'è di strano ? Dopotutto l'economia giapponese e europea messe assieme sono più grandi di quella americana Quando le notizie europee e giapponesi sono entrambe molto cattive Wall Street ne risente Basta andare a sentire le conference call delle società tecnologiche che sono uscite negli ultimi giorni: lamentano tutte che l'europa non compra computers, servers, cellulari, networks. Il quadro che esce dalla call di Intel, Novellus, National Semi, Siebel e simili è che in europa non si vende e che è molto peggio che in patria. Le stime ultime per la Germania sono che il PIL deve crescere dello 0.5% circa. Per quello francese parliamo di 1.3%. Per l'Italia 0.8%, ma probabilmente scende al livello della Germania. Le stime per la crescita del PIL americano sono per un +2.5% circa. Sono due punti interi di differenza con la Germania !. Non è così normale. Qui tutti pensiamo sempre all'america, ma il problema sta diventando sempre di più l'europa. Modificato da - gz on 9/6/2002 1:37:49

Stop Kyoto Now - gz  

  By: GZ on Giovedì 05 Settembre 2002 22:29

(Nota: centra con i mercati finanziari Kyoto ? francamente al momento le preoccupazioni sono molto più a breve termine. Ma a lungo termine ricordarsi che ogni volta che la campagna per la ratifica per gli accordi di Kioto fa dei passi avanti è un guaio potenziale molto grosso per l'economia e i mercati) -------------------------accademia delle scienze americana... --------------------------- ..........Surface temperature measurements recorded daily at hundreds of locations for more than 100 years indicate that the Earth's surface has warmed by about 1 degree Fahrenheit in the past century..... ------------------------------------- UN GRADO IN UN SECOLO OK ? (..about 1 degree Fahrenheit in the past century...). La temperatura della terra in questo secolo è aumentata di un grado in media. Quindi Kyoto chiede di tagliare del 5% il PIL europeo e del 6-7% quello americano, da adesso al 2009, per reagire al fatto che nei cento anni precedenti la temperatura della terra è aumentata di UN GRADO Il rapporto da cui è presa la citazione (grazie a un gentile lettore del forum) è quello che tutti i giornali italiani hanno citato a sfinimjento come prova che occorre limitare le emissioni industriali e in particolare quelle di CO2 e imporre dei costi che, solo per gli USA, sono stimati in 60-70 miliardi di dollari (e per l'Europa appena più bassi). Diversi scienziati che hanno redatto il rapporto dell'accademia delle scienze hanno scritto articoli di protesta ad es sul Wall Street Journal per l'uso che i giornali ne hanno fatto sparando titoli di scatola sull'effetto serra e per le implicazioni e manipolazioni politiche che lo hanno accompagnato. Ma anche leggendolo con calma si vede che NON DICE CHE QUESTO GRADO (UNO) in più in 100 anni sia dovuto solo o esclusivamente all'industrializzazione. E non dice che nei prossimi 30 o 50 anni la temperatura possa aumentare di un altro mezzo grado se non si limita questo o quello sviluppo industriale. Chi legga poi qualche cosa di più scoprirà che negli anni 60 e 70 la temperatura era leggermenta CALATA cosa molto strana se veramente dipendesse solo dall'industrializzazione no ? E i verdi negli anni 70 parlavano di bloccare l'industrializzazione (il tema del Club di Roma allora era "i limiti dello sviluppo") per evitare il raffredamento della terra. L'aumento di UN GRADO in 100 anni è avvenuto a ondate, con periodi anche di 20 anni in cui la temperatura non aumenta, anzi cala leggermente. Molti politici europei parlano dell'inondazione di Praga per legarla all'effetto serra (un grado in più in un secolo provoca la piena del Danubio) e vengono presi sul serio dai giornali. Gli americani (e ripeto che tutti i deputati e senatori dal primo all'ultimo sono opposti a Kyoto anche Clinton e Gore) pensano che forse è poco saggio distruggere milioni di posti di lavoro e mandare in recessione per 3 o 4 anni l'economia mondiale sulla base di di questo tipo di considerazioni. Modificato da - gz on 9/5/2002 21:17:34

La parola d'ordine è "Goldfinger" - gz  

  By: GZ on Giovedì 05 Settembre 2002 21:37

Scusate, ma che necessità c'era di far aprire il nas a -2,50 % e il dow a -2?? proprio non l'ho capito qualcuno me lo sa spiegare? ------------------------------------- Ma si voleva accumulare meglio no ? Mi sono collegato in conference call alle 14 con gli Gnomi di Zurigo (0041-34-328874 per farsi riconoscere la parola d'ordine è "Eolo") ho provato a dire se si poteva fare l'apertura bassa e poi tenerlo giù un oretta per potere raccogliere qualche titolo Poi il piano era il solito: far circolare il rumor che domani tagliano i tassi e che sull'iraq si scherzava, fare il rimbalzino, scaricare i titoli domani e fare il weekend a montecarlo come al solito Mi hanno detto che l'apertura bassa sì, ma poi avevo solo 20 minuti per prendere i titoli. A proposito domani per vendere poi bisogna che mi ricordi del solito messaggio di mail in codice. La parola d'ordine di questa settimana è " Goldfinger" Modificato da - gz on 9/5/2002 20:57:5