Il blog

Stanno esagerando ora - gzibordi  

  By: GZ on Domenica 19 Maggio 2002 12:57

Stanno esagerando ora con queste cose ed è uno dei motivi per cui ci potrebbe essere un "minimo" degli indici Su Business Week della settimana scorsa il titolo di copertina era qualcosa come :" La CORRUZIONE A WALL STREET...". Quando si arriva a questo punto e i giornalisti e i professori si buttano è quasi finito. Tengo accesa CNBC come sottofondo da anni e la Bartiromo menziona in genere i titoli su cui ci sono GIA' delle notizie di altro genere, come tutti i giornalisti arriva DOPO la notizia e i titoli di cui parlare li sceglie tra quelli che quella mattina già si muovono per un motivo o un altro per cui in molti casi il volume è già aumentato prima che lei arrivi in TV a parlarne. Questi professori devono anche loro fare notizia in qualche modo. Ad es hanno controllato nel loro studio se i titoli di cui la Bartiromo parla hanno avuto in apertura già delle notizie di utili o altro genere? Il caso più grosso al momento è quello del procuratore di NY, Leo Spitzer che ha seguestrato 40 mila email scambiate tra i trader, analisti e banchieri di Merril Lynch negli ultimi 4 anni ed è andato in TV diverse volte a dichiarare che erano prova di un comportamento penale della Merril (che ha perso di conseguenza il 20% in borsa). Ora si è scoperto che ha citato pezzi delle mail e ne omesso altri passaggi (anche della stessa mail), ad es. dove all' analista veniva scritto: "... in ogni caso potete scrivere quello che volete e siete indipendenti...". La sua causa contro Merril si sta sgonfiando e sembra sempre di più che Spitzer voglia lanciare la sua carriera politica. E' un buon sintomo che si arrivi a questo punto e che la corruzione della borsa sia sulle copertine dei giornali

HUMOUR - gzibordi  

  By: GZ on Sabato 18 Maggio 2002 22:48

Star Wars, secondo episodio: "L'attacco dei Cloni" ha finalmente appena aperto nei cinema. I fans più fanatici in america hanno atteso il primo spettacolo accampandosi di fronte ai cinema già da un paio di settimane. La parte migliore del film sembra sia la prima scena. La peggiore è finire seduto di fianco a uno di quelli che da dieci giorni erano accampati davanti al cinema.

Dove comprano gli Insider - gzibordi  

  By: GZ on Sabato 18 Maggio 2002 14:27

se guardi a come funzionano gli acquisti di insiders vedi che la correlazione con il prezzo è sempre parecchio "ritardata" che se comprano in novembre poi il prezzo sale (se sale, perchè non è mai certo) in gennaio o febbraio più che altro va tenuto presente che in marzo le vendite degli insiders superavano gli acquisto di quasi 5 a 1 in america ! Il rapporto peggiore degli ultimi 10 o 15 anni. Quindi il solo fatto che un titolo abbia un rapporto invece favorevole agli acquisti rispetto alle vendite è buono. Stavo guardando questi HMO (ospedali insomma, come PHSY) ultimamente e vedo che sono l'unico settore assieme all'energia in cui in genere gli insider comprano più di quanto vendano Se prendi gli altri titoli del settore vedi che gli acquisti sono a prezzi anche più alti di quelli attuali, ma quello che conta è se il saldo degli ultimi 6 mesi è positivo o negativo (un esempio Cardinal Health)

Arch Crawford dice che oggi è il giorno - gzibordi  

  By: GZ on Venerdì 17 Maggio 2002 16:05

giro qui l'ultimo aggiornamento di Arch Crawford, l'analista tecnico e astrologo finanziario da 20-25 anni più letto a wall street. E' uno dei servizi di consulenza che durano da più tempo sulla borsa americana e benchè usi anche i pianeti è un analista tecnico competente che ha lavorato per istituzioni dal 3 gennaio è andato short sugli indici come raccomandazione e questo è l'ultimo aggiornamento --------------------------------------------------------------------------- Consulting Clients: THIS is the day we have been highlighting as the Most Important since March 31. That was the day of greatest threat to peace, with 2 suicide bombings on that day for a total of 6 in 6 days, while Monday, April 2 was the temporary high in the OIL and GOLD! Stock Markets were not much affected, however. TODAY, we have the most planets in the smallest arc of Longitude. In addition, the MOON actually covers the face (occultation) of Saturn, Mars and Venus at varying times during the day. VERY RARE EVENT! WE said in the May letter that this is "Another TOP indication." The NASDAQ-100 hourly cash index (chart) shows triple resistance in the 1300-1330 level. It is typical of the other Major Indices (see S&P chart). 1. The Downtrendline from the March 11 Top (1320's) 2. The 200-Bar Moving Average (1307.52) 3. The Fibonacci 38.2% Retrace of decline from mid-March (1307) 4. Previous short term low in mid-April (1323) Either markets will Stop at these relative points, or will Spike through briefly. We are sceptical of further continuation after today or tomorrow! We will GO HOME SHORT TODAY FOR TRADERS! WE REMAIN 200% SHORT IN OUR NEWSLETTER (using Full Margin) Utilize STOP Orders just above these critical areas in whatever you're trading to Cover or add to Long Positions for very short-term trades or for protective hedging! The June GOLD contract (Hourly chart) has formed a Head-and-Shoulders TOP pattern, and may correct into the 298 support area. We sent you a Trading SELL for May 1, which was in the Left Shoulder of the S-H-S. THat remains active to date. The next important date is probably one of the Most Powerful for many Years! It is reminiscent of the chart for the attack by Hussein on Kuwait! (2Aug90) The June 10 Solar Eclipse, conjoins Saturn & Moon's Node (+Uranian HADES) and opposes Pluto, with Uranus at half-aspects (75/105) to the other major players. Let us pray that it is Not nuclear! Arch Crawford CRAWFORD PERSPECTIVES

Arch Crawford dice che oggi è il giorno - gzibordi  

  By: GZ on Venerdì 17 Maggio 2002 16:00

giro qui l'ultimo aggiornamento di Arch Crawford, l'analista tecnico e astrologo finanziario da 20-25 anni più letto a wall street. E' uno dei servizi di consulenza che durano da più tempo sulla borsa americana e benchè usi anche i pianeti è un analista tecnico competente che ha lavorato per istituzioni dal 3 gennaio è andato short sugli indici come raccomandazione e questo è l'ultimo aggiornamento --------------------------------------------------------------------------- Consulting Clients: THIS is the day we have been highlighting as the Most Important since March 31. That was the day of greatest threat to peace, with 2 suicide bombings on that day for a total of 6 in 6 days, while Monday, April 2 was the temporary high in the OIL and GOLD! Stock Markets were not much affected, however. TODAY, we have the most planets in the smallest arc of Longitude. In addition, the MOON actually covers the face (occultation) of Saturn, Mars and Venus at varying times during the day. VERY RARE EVENT! WE said in the May letter that this is "Another TOP indication." The NASDAQ-100 hourly cash index (chart) shows triple resistance in the 1300-1330 level. It is typical of the other Major Indices (see S&P chart). 1. The Downtrendline from the March 11 Top (1320's) 2. The 200-Bar Moving Average (1307.52) 3. The Fibonacci 38.2% Retrace of decline from mid-March (1307) 4. Previous short term low in mid-April (1323) Either markets will Stop at these relative points, or will Spike through briefly. We are sceptical of further continuation after today or tomorrow! We will GO HOME SHORT TODAY FOR TRADERS! WE REMAIN 200% SHORT IN OUR NEWSLETTER (using Full Margin) Utilize STOP Orders just above these critical areas in whatever you're trading to Cover or add to Long Positions for very short-term trades or for protective hedging! The June GOLD contract (Hourly chart) has formed a Head-and-Shoulders TOP pattern, and may correct into the 298 support area. We sent you a Trading SELL for May 1, which was in the Left Shoulder of the S-H-S. THat remains active to date. The next important date is probably one of the Most Powerful for many Years! It is reminiscent of the chart for the attack by Hussein on Kuwait! (2Aug90) The June 10 Solar Eclipse, conjoins Saturn & Moon's Node (+Uranian HADES) and opposes Pluto, with Uranus at half-aspects (75/105) to the other major players. Let us pray that it is Not nuclear! Arch Crawford CRAWFORD PERSPECTIVES

Il Misterioso Trader X - gzibordi  

  By: GZ on Giovedì 16 Maggio 2002 11:29

Aaron Task non è uno stupido nel suo commento giornaliero: ieri si è messo a citare questo famoso e misterioso "TRADER X" di cui non si può citare il nome e che vede il minimo del nasdaq dell'anno il 7 maggio ------------------------------------------------------------ da Aaron Task ieri su realmoney --------------------- But one source adamantly declared yesterday that "the bottom last week is THE bottom, [and] now is the time to buy tech aggressively." The source, who trades for a private firm and "is not looking to drum up business," shall remain anonymous. I have dubbed him Trader X, because of his somewhat mysterious ways (a la Racer X in the old "Speed Racer" cartoon series) and incredible self-confidence, bordering on hubris: "I have never met anyone as good as me," he deadpanned. Trader X believes the June Nasdaq 100 futures' May 7 low of 1144 "will not be seen again" and forecast the NDX will "challenge and easily take out" its December highs" of 1738 by year-end. (NDX June futures settled up 8 to 1320.50.) "Everyone is going to look back and feel very foolish that they were not fully invested in technology, he said. "When the [S&P 100] closes above 600 is when the recognition phase will begin." (The OEX fell 0.7% to 542.02 after trading as high as 549.41.) "The rally is real, all pullbacks must be bought," he declared. "Tech is the absolute place to be." Notably, Trader X didn't jump on the Applied Materials bandwagon after the firm's better-than-expected quarterly results, or the big gains it registered Monday and Tuesday in anticipation. Last Thursday, Trader X emailed to say he was "buy [ing] Applied Materials with both hands," an admonition he repeated Friday. Other favorites he mentioned included Jabil Circuits (JBL:NYSE - news - commentary - research - analysis), which was up 9.6% today, and LookSmart (LOOK:Nasdaq - news - commentary - research - analysis), a "wild card" that rose 17% today. He also suggested the spike in the one-day Arms Index late last week, in conjunction with the NDX testing 1210 and positive readings on the NYSE "tick" -- which measures up vs. down volume pressure -- were "extremely bullish" and presaged big gains early this week. (Remember, he wrote that late last week.) That prescient call compelled me to inform readers of Trader X's ongoing tech bullishness earlier today. Predictably, those comments generated catcalls from some readers who've become reflexively bearish on tech -- and understandably so, given what's transpired. (For those concerned about the anonymity, I ask that you trust me when I say there's good reason for it. Plus, he's not a public persona so his name wouldn't be familiar to most readers anyway.) Just as predictably, Trader X was enthused when I told him of reader feedback, which reflected the "incredible skepticism" evident in the one-day Arms Index, which jumped to 1.42 today from 0.56 yesterday. "Obviously today was harder to trade than the last two," he emailed, citing the options expiration as a mitigating factor. But "I continue to put the pedal to the metal and disagree with all that think this rally will die. The bottom is absolutely in, and tech is the place to be."

Small Cap + Giappone =banzai - Gzibordi  

  By: GZ on Giovedì 16 Maggio 2002 03:18

Sì il JOF essendo un fondo solo di società small cap, come tutti i fondi di questo genere ha beneficiato negli ultimi 3 mesi del boom del settore small cap. In più, in giappone il listino generale è andato bene, per la prima volta da anni, per 3 mesi di fila. Sommando le due cose, Small Cap + Giappone il risultato è stato che il JOF ha fatto un quasi un 30% da quando l'ho indicato un paio di mesi fa. Quindi il JOF va ancora benissimo, ma quello che mostravo era una chiamata più generale sugli asset giapponesi. Ecco il JOF, questo sì banzai banzai Modificato da - gzibordi on 5/16/2002 1:19:2

Tira la Trendline e non pensarci più - gzibordi  

  By: GZ on Martedì 14 Maggio 2002 21:09

se fosse una cosa semplice e facile e bastasse tirare una linea su un grafico trovato gratuitamente su internet non rimarrebbe più nessuno a lavorare in officina o in ufficio sono 20 anni che si grida al lupo al lupo tirando qualche linea come questa a fine settembre la trendline del Dow, Nyse e S&P era rotta (tra gli altri l'ottimo riccardo ronco lo fece notare qui sopra) probabilmente il mercato scenderà del 30% o 40% a causa di questo solo tremendo fatto, che un angolo di tot gradi di una linea è un poco più alto o poco più basso oppure l'economia si riprende, i debiti vengono in qualche modo ripagati e anche il grafico poi miracolosamente si raddrizza la storia della borsa americana è questa qua sotto

C'è poco da manovrare - gzibordi  

  By: GZ on Martedì 14 Maggio 2002 15:30

"ciclo intermedio" al rialzo ? chi "manovra il mercato" non passa attraverso i siti internet indipendenti e alla fine poi nessuno manovra il mercato. Se fosse manovrato sarebbe ancora sui massimi del 2000 perchè l'interesse degli attori principali è di farlo salire. In giappone e a hong kong il governo è intervenuto per anni direttamente e indirettamente (obbligando le banche a comprare azioni) e non è servito. Chi manovra ? i mega fondi pensioni olandesi, inglesi, americani da 100 mila miliardi l'uno ? le banche giapponesi sempre piene di liquidità e sempre disperate di recuperare le perdite ? i desk di trading con capitale proprio di goldman, lehman, morgan, prudential, jp morgan chase, merril lynch ? le banche europee che operano con proprio capitale e/o i fondi comuni europei ? i 3- 4 mila hedge funds che investono soldi di ricchi arabi, europei, americani e banche europee ? le multinazionali che vendono milioni di put sul proprio titolo o ricomprano miliardi di euro di proprie azioni ai prezzi del 2000 ? Gli attori sono migliaia, tutti manovrano e manipolano e si compensano tra loro per cui alla fine nessuno manipola il mercato per più di 2 o 3 giorni. Il mercato alla fine va sempre dove deve andare come spiegano i traders di "market wizard". La manipolazione è su singoli titoli ad es quelli italiani di medie dimensioni, abbastanza liquidi perchè ne valga la pena per delle banche e fondi e abbastanza piccoli per poterli manipolare senza troppe interferenze esterne come Ducati, Merloni, Class, Aedes, Campari, Cir, Benetton, Pop. Novara, Fondiaria, Autogrill (insomma i titoli tipo Midex e Star) c'è evidente manipolazione, nel senso che spesso 4 desk si mettono d'accordo e lo portano su del 15% e poi lo mollano.

Il crollo dei fondi comuni - gzibordi  

  By: GZ on Martedì 14 Maggio 2002 13:37

mi è capitato qualche giorno fa di sentire un amico dei tempi del master che ora fa il direttore commerciale di un grossa di rete di fondi e di sentirlo piuttosto pessimista sul "business" poi leggo questi dati qui sotto (-86%!!) e li metto a confronto anche con il boom degli immobili (come alternativa) e direi che qui è un intera industria che è in crisi. Non a caso ennio doris è tornato a riempire le pagine dei giornali a tappeto di pubblicità. ----------------------------------------------- ...nel mese di aprile con i Fondi di investimento italiani. La raccolta netta dei Fondi, infatti, è crollata a appena 224 milioni di euro, circa 500 miliardi di vecchie lire. Il mese precedente, quando tirava un'aria migliore, e i Fondi avevano performance più decenti, la raccolta netta totale era stata di quasi 2 miliardi di euro, insomma quattro mila miliardi di vecchie lire: in aprile, appena 500 miliardi. Il crollo è stato dell'88,6 per cento. Una condanna, insomma, quasi senza attenuanti. Con dentro un disastro di enormi proporzioni. Se i Fondi azionari se la sono cavata (con 300 milioni di euro di raccolta netta), quelli obbligazionari sono finiti dritti all'inferno con di riscatti pari a 2,5 miliardi di euro. Poiché già in marzo i Fondi obbligazionari avevano perso quasi 2,3 miliardi di euro, se ne ricava che in appena due mesi ci sono stati riscatti (risparmiatori in fuga) per quasi 5 miliardi di euro, cioè dieci mila miliardi di vecchie lire. Una piccola Finanziaria. Edited by - gzibordi on 5/14/2002 11:38:26

Inflazione sulla trendline - gzibordi  

  By: GZ on Martedì 14 Maggio 2002 01:19

quello che conta sono i trend su 5-10-15 anni che si possono vedere a occhio nudo su un grafico non c'è bisogno di sapere l'economia ! Ad es 1) quello dei tassi di interesse sui bond a 10 anni come i bund, btp o treasury 2) o quello della differenza tra questi ultimi e le obbligazioni aziendali 3) o quello delle materie prime, specie metalli come alluminio, rame, zinco, argento, platino 4) o quello del dollaro se uno guarda i trend degli ultimi 10 anni di questi 4 mercati capisce il grosso di quello che c'è da capire dell'economia. Poi ovviamente tradurlo in un acquisto esatto di un titolo e non di un altro non è immediato, ma l'economia la si vede tutta lì Ad es il trend degli ultimi 20 anni dei treasury bond americani per ora resta positivo. Siamo 101 e la trendline è a 95 e 25/32 per cui per ora non c'è problema di inflazione.

10 persone hanno l'80% della borsa italiana - gzibordi  

  By: GZ on Domenica 12 Maggio 2002 17:10

Penati fa due conti e trova che, se si sottraggono ENI, Italgas e ENEL che sono ancora sotto controllo statale e si sottraggono le banche indirettamente controllate da Banca d'Italia, governo e fondazioni in mano ai politici, il resto della borsa Italiana è per l'80% in mano a 10 persone, che controllano, ai prezzi di mercato, 286 miliardi di euro (554 mila miliardi di lire ovvero il 24% del prodotto interno lordo italiano). La cosa che distingue l'Italia è che questi 286 miliardi di euro di capitalizzazione sono controllati con un investimento di 4 (quattro) miliardi di euro. Numeri che parlano da soli come si suol dire. ----------------------- IL MERCATO di ALESSANDRO PENATI Effetto holding, più finanzieri che imprenditori ------------------------------------- In articoli precedenti ho analizzato otto holding. Ciascuna di queste ha una figura di riferimento: Mediobanca ha Maranghi; Cofide-Cir , De Benedetti; Gemina , Romiti, Calta girone Holding , Caltagirone; Ifi-Ifil , Agnelli; Camfin-Pirelli , Tronchetti Provera; Premafin , Ligresti; e Italmobiliare , Pesenti. Aggiungendo quelle non quotate di Benetton ( Edizione ) e Berlusconi ( Fininvest ) si hanno dieci persone (alcune con famiglia) che esercitano congiuntamente il controllo su attività economiche valutabili, ai prezzi di mercato, 286 miliardi di euro (554 mila miliardi di lire): il 24% del prodotto interno lordo italiano. Per farlo, ai dieci basta un investimento complessivo di 4,1 miliardi, grazie a piramidi societarie, limiti ai diritti di voto, patti di sindacato, ragnatele di partecipazioni e ricorso al debito (una leva di 70 volte). Le società quotate che fanno capo a queste dieci holding rappresentano il 40% della capitalizzazione totale della Borsa; ma l'80% se si escludono le banche (dove Banca d'Italia agisce da azionista di riferimento) e le aziende ancora in mano pubblica. In generale, la sproporzione tra il capitale investito e il potere decisionale incentiva politiche gestionali volte a creare benefici per chi controlla, ma che non aumentano necessariamente il valore delle aziende: non tanto il corporate jet, ma soprattutto strategie di impresa che privilegiano potere e prestigio personali. Un costo che grava prevalentemente sugli altri investitori. In Italia, poi, la concentrazione della proprietà offre un ulteriore vantaggio: in quale altro Paese i grandi imprenditori sono popolari come le stelle dello spettacolo e dello sport? Oltre al controllo, la struttura delle holding facilita la diversificazione settoriale, disperdendo attenzione e capacità manageriali: difficile eccellere in tutto. Una diversificazione che dimostra come i nostri dieci siano più interessati a fare affari che a far crescere un'azienda; dunque, più finanzieri che imprenditori. La struttura societaria delle holding e la divergenza tra gli interessi del controllo e quelli del mercato, disincentiva l'investimento in questi gruppi: così i titoli delle holding in Borsa valgono molto meno delle partecipazioni che detengono; le azioni di risparmio meno delle ordinarie; e spesso, le società operative alla base delle piramidi sono sottovalutate rispetto ad analoghe aziende europee. Per gli azionisti è un danno grave. Leggi e regolamenti hanno già fatto molto per limitarlo. Potrebbero essere ancora migliorate; ma è dal mercato che deve venire la sanzione più severa a questa inefficienza del capitalismo nostrano.

Ipervenduto ? Indica solo un Mercato debole - gzibordi  

  By: GZ on Sabato 11 Maggio 2002 03:03

interpretazione settimanale di Louise Yamada, capo analista tecnica di Solomon Smith Barney (una delle migliori del momento ha anche un libro "Market Magic"). Molto molto negativa. Mostra il TRIN degli ultimi 3 anni e dice che se è così estremo meglio non fidarsi. Anzi che un mercato che resta su livelli così bassi del TRIN per così tanto tempo è debole strutturalmente Anche qua, dal suo grafico si vede che solo a marzo 2001 era allo stesso livello raggiunto ora, ma per Yamada nell'insieme, mettendo assieme questo grafico con quello del dollaro e delle spread tra corporate e treasury, oro e così via "...we have not seen so much long term technical evidenve of structural reversals since 1981-1982.." insomma 1388 Nasdaq come minimo lo si raggiunge Di buono : estrazione di energia e "packaged food and meat" (kellog Heinz ecc...) (nel grafico è rovesciato rispetto all'uso solito)

HUMOUR - gzibordi  

  By: GZ on Venerdì 10 Maggio 2002 15:20

Un nuovo studio ha dimostrato che allattare al seno rendi i bambini più intelligenti. Questo è ironico, considerando che fissare dei seni istupidisce un uomo. L'ex-presidente Bill Clinton è stato invitato a un viaggio diplomatico per la pace a East Timor, un posto lontanissimo e talmente piccolo che nessuno sa neanche dove si trovi. Clinton è stato con delle assistenti della Casa Bianca più grosse di Timor.

La Montagna dei Derivati sulle Telcom - gzibordi  

  By: GZ on Venerdì 10 Maggio 2002 13:52

c'è una somiglianza tra il crac delle telecom attuale e quello della Russia e del Long Term Capital del 1998 ma l'ammontate di denaro coinvolto è molto maggiore ora. Lo scenario veramente negativo non ha niente a che fare con l'economia reale nel senso di inflazione, occupazione, pil, utili aziendali ecc... ma con l'implosione della montagna di speculazione e di indebitamento che si è accumulata nel 1996-2000 sul settore telecom-tecnologico (e non solo) In particolare ha a che fare con l'esplosione dei derivati usati per "assicurare" contro il rischio. Se uno ha la pazienza di leggere Doug Nolan qui sotto ad esempio ha una descrizione di questo possibile scenario. Ci sono 918 miliardi di dollari "credit swaps" al momento in essere. Sono derivati creati per assicurare il rischio di credito delle aziende in particolare telecom. All'epoca della Russia c'erano derivati sul rublo. Bloomber citato dice che solo in inghilterra ci sono 400 miliardi di dollari di debito assicurati tramite derivati In sostanza le BANCHE TRASFERISCONO IL RISCHIO DEL POSSESSO DEL DEBITO CORPORATE a "società di assicurazione", entità basate offshore che creano derivati e li vendono poi sul mercato non regolamentato dei derivati Questo dei derivati che assicurano dal rischio di credito è una zona "grigia" le cui quotazioni non si vedono sui giornali ma che si notano quando ci sono dei rumor di guai di qualche banca o assicurazione o improvvisi downgrade o fallimenti come enron, global crossing o worldcom In sostanza il debito è aumentato tanto anche perchè è stato "assicurato" con derivati (circa un trilione di dollari al momento) che vengono trattati su un mercato non regolamentato Se i titoli telecom e i loro bond continuano a scendere "costano meno", ma si crea una spirale in cui le perdite su questi derivati si accumulano presso le banche o le stesse aziende se hanno fatto accordi o creato entità strane offshore come quelle di enron o dynegy o global crossing o tanti altri --------------- da Credit Bubble bulletin di Doug Nolan ----------- From the International Swaps and Derivatives Association (ISDA) April 17, 2002: “Notional principle outstanding amounts for interest rate swaps and options and currency swaps were $69.2 trillion at the end of 2001 compared with $57.3 trillion at mid-year and $63 trillion at the end of 2000. These numbers represented a 20% increase since the Mid-Year Survey... Among the top dealers, volume increased 20% from $34.7 trillion at the end of 2000 to $43 trillion at the end of 2001; virtually all of the increase occurred during the second half... Credit default swaps, which ISDA began to survey at mid-year 2001, grew 45% to $918.9 billion from the $631.5 billion reported in June. ‘The credit derivative numbers show impressive growth during a difficult period,’ said Keith Bailey, Chairman of the Board of ISDA. ‘This is testimony to the value that these products bring to market participants in managing risk in times of volatility and uncertainty.” Outstanding Credit derivatives have increased more than five fold in four years. There is a fascinating dynamic that appears to be an inherent feature of contemporary finance, and specifically involves the interplay of Credit creation, speculation, and derivative trading: In the simplest terms, Credit growth engenders economic expansion. This expansion - in the contemporary financial world of unharnessed Credit and extraordinary speculative impulses - sets in motion self-feeding Credit and speculative excess. During the boom, derivatives play a critical role in the perception of enhanced risk management, which occasions risk-taking and heightened general Credit availability. Derivatives also play a major role in fostering financial sector leveraging and speculative trading, instrumental factors fueling the unsustainable Bubble demand for securities, while over time creating acute financial fragility. Derivatives greatly accentuate the boom, only later to play an instrumental role in exacerbating the bust. Importantly, and we saw this dynamic throughout SE Asia, Russia, Argentina and elsewhere, right when the boom appears to be at its most vulnerable stage there tends to be an exponential (and terminal) rise in derivative activity. It is almost as if there is one final flurry of derivative trading that amounts to a mad scramble of “Bundling” risk created during the boom and placing it with weak hands. I have mentioned before a Financial Times article in early 1998 that illuminated what had been an explosion in currency derivatives positions in Russia. It presaged the coming financial crisis. Ruble derivative protection was in integral aspect of speculator strategies incorporating leveraged holdings in high-yielding securities with currency derivative “insurance”. Ironically, as Russian rates began to rise (in a sign of developing systemic risk) during the first half of 1998, this only stoked speculative impulses, although players were keen to try to offload ruble risk. Throughout the boom, and especially during the speculative blowoff, derivative trading and the accumulation of ruble hedging positions were part and parcel of destabilizing speculation in the Russian securities markets. There are myriad and complex forces involved. But certainly during the life of a protracted boom an entire infrastructure evolves where supposed “risk management” and speculative trading combine to create a nebulous derivative market as a key repository of systemic risk. Then, with the final flurry of activity, the concentration of risk (“Bundling”) becomes untenable, although this harsh reality is not readily apparent because the market has seemingly functioned flawlessly throughout the boom. This dynamic has repeated itself in the murky world of Credit derivatives. It is no coincidence that last year’s enormous increase in Credit derivatives was a harbinger for this year’s telecom debt collapse and general U.S. corporate bond market dislocation. First of all, it is important to recognize that a market for Credit protection alters lending and speculating behavior. During the telecom and corporate debt Bubble, players were heartened by the burgeoning market in defaults swaps and Credit derivatives. The perception of cheap and readily available “insurance” played a significant role in nurturing lending excess, with the residual a wildly maladjusted technology sector, a mountain of unstable debt structures, and, hence, the accumulation of momentous risk left to be “mitigated” at some point down the road. The problem, however, is that when Bubbles burst there is simply no way of “hedging” the risk of an enormous maladjusted industry/market/economy. There is simply no escaping collapse, and all that aggressive Fed accommodation accomplishes is to ensure that similar dynamics spread to other sectors and it evolving into a more problematic systemic issue. As was experienced in SE Asia and Russia, it is precisely when the risk of a bursting financial Bubble begins to manifest (in their cases with higher interest rates and increased “premiums” for writing Credit and currency “insurance) that a booming speculative market takes hold between those looking to off-load risk accumulated during the boom and the captive audience of speculators believing they can profit handsomely by taking the other side of these trades (the hefty premiums available from insuring against risk). It is this final “Bundling” of untenable risk in weak hands that sets the stage for eventual collapse. The unfolding telecom debt collapse is an historic development and, alarmingly, the amount of debt involved dwarfs the Russian debacle. And while it has received virtually no attention in the general or financial media, the past two weeks has witnessed what appears a major dislocation in the Credit derivatives area. And since we hear nothing about this development, we are left to fear that U.S. market participants do not appreciate the significance of recent developments. In this regard, this is uncomfortably reminiscent of the SE Asia and Russia crises. At the same time, it appears that currency markets do have a keen appreciation of the seriousness of unfolding U.S. risk. First of all, there is major problem when an enormous industry (or economy) is comprised of negative cash flow companies. Recently, as Credit derivative players have been forced to scramble to sell short telecom bonds to hedge their escalating exposure to industry defaults, already scant liquidity quickly evaporates. Faltering liquidity then sees the next marginal company lose access to finance, with default then a likely possibility. The domino collapse gains momentum, and it becomes a panic for those that have been merrily pocketing premiums for writing default insurance. With the market for default protection in increasing dislocation, the debt market that is the life-source for the (hopelessly cash-flow deficient) telecommunications industry quickly grinds to a halt (too many sellers and few buyers). For leveraged players in need of finance, this is the kiss of death. Sinking equity prices are a consequence of industry illiquidity, and it should be appreciated how stock market disarray further augments general industry collapse. Derivative players that were selling default protection for pennies on the dollar (believing their derivative book was diversified, that only a fraction of industry debt would eventually default, and that recoveries from these limited number of bankruptcies would be significant), are now faced with a much different equation: A general industry collapse and the possibility of upwards of a dollar of loss on a dollar of insurance written (as opposed to pennies!). Credit loss models can be thrown out the window as potential losses quickly grow exponentially. As we have highlighted previously, Credit losses are not an insurable event, and this fact is now coming back to haunt the thinly capitalized players that relied on flawed models and dynamic hedging strategies to hedge the “insurance” they sold. Over the past week or so, the prices of default protection have surged for the likes of Worldcom, AT&T, Nortel, Alcatel, Eriscsson, and for global telecommunications companies across the board. The cost of WorldCom default protection has skyrocketed from about 3 cents on the dollar in March, to 8 cents in April, to 15 cents this week. The cost of hedging against defaults for companies such as AOL, Motorola, and JPMorgan have risen appreciable as well, with major borrowers like IBM and GE impacted. Somewhere, enormous losses have been suffered, with recent mark-to-market declines in Credit derivatives seriously compounding an already precarious situation. It has become a systemic problem. A story today from Bloomberg caught our eye. “U.K. financial regulators are considering making companies disclose more information about credit derivatives after insurance companies used the instruments to assume as much as $400 billion in risk from banks. Companies use the $1 trillion credit-derivatives market to juggle the risk of owning a bond or loan. Buying the instruments offers protection against missed payments, and sellers can use the derivatives to profit from bonds or loans without buying them... Banks are transferring the risk of owning corporate debt to insurance companies based in less-regulated countries, the FSA said. The financial watchdog found that insurers have a 20 to 25 percent share of the credit-derivatives market. About half of all trades take place in London... Credit derivatives are the fastest-growing part of the $1.4 trillion-a-day derivatives market...” We absolutely cringe at the thought of offshore insurance companies as major players in Credit derivatives, and just hope this has not been a replay of the Russian fiasco where speculators calling themselves banks comprised the heart of the ruble derivative marketplace. We hope offshore derivative players are not just calling themselves “insurance companies,” but nothing would surprise us. All the same, we have now crossed the threshold into a vital market reaching dislocation, and if history is any guide this will prove a catalyst for domino impairment of related markets (where these derivative players are active). This dislocation does have troubling similarities to the Russian crisis, so it may be helpful to remind readers of the timeline of the Russian collapse and its reverberations throughout U.S. and global markets. It took some time for the marketplace to fully appreciate the seriousness of what was unfolding. Russian dislocation commenced with interest rates rising noticeably in May 1998. Players initially saw higher rates as an opportunity, and there was seemingly no fear of default. The following are analysts’ quotes from the first week of June 1998 (indicative of a complete lack of appreciation for the nature of the unfolding crisis): “There’s no comparison to Mexico. Mexico had fundamental reasons to have a cheaper currency. It had a balance of payments problem and a current account problem. Russia doesn’t. Russia has a trade surplus and a current account that, at worst, will run a modest deficit in 1998... Currency crises are balance-of-payments driven. A currency is overvalued when exports can’t compete anymore.” Participants were absolutely oblivious to the nature of the unfolding crisis, which is exactly the type of environment vulnerable to panic. That same week Goldman Sachs underwrote a 5-year Russian Eurobond issue at a spread of 650 basis points to Treasuries. These spreads quickly widened to 1000 basis points by the end of June. With the IMF coming forward with major financial assistance in mid-July, sentiment remained that Russia was experiencing only short-term troubles, and spreads narrowed to 870. Participants remained stubbornly convinced that global authorities would never allow a Russian collapse. But by the end of July spreads had surged to almost 1200 and the ruble was under pressure. In the U.S., complacency reigned supreme, with the stock market generally buttressed by declining interest rates. There was seemingly no recognition that events in Russia could impact U.S. markets, although the apparent resolution to the Russian problem in mid-July saw U.S. bank stocks in a strong rally. Amazingly, in the face of a serious unfolding financial crisis, bank stocks rallied about 10% from mid-June to mid-July to a new record high. By the end of August Russian debt spreads had widened to 4,000 basis points and only then did global markets begin to appreciate the seriousness of the unfolding dislocation. It was, however, not until October that U.S. financial markets experienced a serious liquidity crisis. The key to recognizing the great U.S. risk developing in Russia back in 1998 was to appreciate the unfolding impairment of the leveraged players, how a vulnerable leveraged speculating community irreparably linked various markets, and that these players had become instrumental to the liquidity position of U.S. securities markets. A serious impairment of the speculators in one market became a problem for all markets, and posed especially acute risk for the dollar and the grossly over leveraged U.S. Credit market. We think this dynamic holds true today, but in a somewhat different form. We fear the dangerous leverage (and link) today is not as much gross LTCM-type leveraging in securities markets, but a similarly dangerous “leveraging” of risk in global derivatives markets. Especially post-WTC, there are impaired financial players throughout the global “insurance” industry, and additional losses in Credit derivatives holds the clear possibility of pushing some into insolvency (if they are not already there). We see a problematic situation where Credit risk has been “Bundled” in especially weak (and rapidly weakening) hands. The enormity of the problem immediately raises the issue of counterparty risk, and any time counterparty exposure becomes a major issue there becomes clear and present danger to systemic stability. Problems in “Bundled” risk in Credit derivatives has linked “Bundled” risk in various derivative markets. For good reason, the analytical focus for much of the discussion of systemic risk has been on the unfathomable size of interest rate derivative positions, and the ramifications for the marketplace in the event that derivative players were forced to hedge risk in a rising rate environment. The Fed clearly recognizes this risk, and is responding accordingly. The market knows the Fed knows, and complacency runs high. The thought seems to be as long as rates remain low, there’s no problem. And as far as interest rate derivatives go, they have a point. Unwittingly, however, the Fed and markets have only been accommodating the serious escalation of the other two critical derivative risk components: Credit and dollar risk. To appreciate the dynamics involved, recall how it was the Fed’s aggressive rate cuts and GSE liquidity operations post-Russia/LTCM that fueled the parabolic explosion in telecom debt and technology speculation. The ongoing collapse of this Bubble will result in unprecedented Credit losses. As we have been following, this round of Fed and GSE “reliquefication” is directing Credit and speculation predominately to consumer and mortgage debt. We’ll go on the record and predict that real estate Credit losses – particularly in the precarious California housing Bubble – will eventually significantly surpass telecom losses. Fed policies and resulting market dynamics are, regrettably, ensuring this outcome. With market perceptions that the Fed will hold rates low, speculative finance is providing unlimited cheap Credit to this sector. As conspicuous as this Bubble has become, Wall Street “research” departments are busy creating propaganda arguing against the Bubble hypothesis. And with speculative interest and resulting Credit excesses in high gear, Wall Street is heartened with the reality that this mortgage finance Bubble has room to run. This also buttresses general market complacency. So this brings us to the key issue of dollar risk. Our hunch is that this is precisely where the wildness lurks, and recent market action supports this view. I sense that there is not much appreciation for the character of the most recent Fed/GSE “reliquefication” or its ramifications. The post-Russia/LTCM systemic bailout (and Credit Bubble), of course, ushered in an historic technology Bubble. This, importantly, acted as a magnet for global speculative financial flows, perversely imparting strength to a dollar that should have been vulnerable in the face of unprecedented and reckless domestic Credit excess. The bursting of the tech Bubble, ironically, later supported the dollar, as speculators recognized that Greenspan would respond by aggressively cutting rates. Although not readily apparent, today’s inflationary manifestations are nonetheless profoundly different. While the scale of domestic Credit creation remains enormous, no longer do we see much of a “magnet” to attract global finance (recycle dollars). Sure, we witnessed a flurry of speculative finance rushing to U.S. securities during the fourth quarter to play more aggressive cuts, but that’s fully run its course. Moreover, with consumer and mortgage finance at the epicenter of Credit and speculative excess, there is every reason to believe that imports – and the consequent global deluge of dollars – could finally become a problem. Moreover, with lenders and speculators favoring the U.S. consumer over the lowly producer, the prospect of a marked deterioration in the U.S.’s overall trade position appears virtually assured. 2002 is no 1999. The halcyon days of the Fed enjoying the luxury of a strong dollar have ended. The near and longer-term risks emanating from Fed policies and U.S. financial sector practices are clearly with the dollar. And while a case can be made that the telecom debt collapse is a global phenomenon and not a U.S. dollar issue, we are not so sure. The Russian collapse was transmitted to the U.S. securities markets through the hedge funds and global speculators. Today, we fear that the transmission mechanism may prove to be through the derivative players comprising the global swaps market. We have conjectured that a significant portion of the enormous inflows from the financial centers of London and Japan were likely more speculative “hot money” flows than true long-term investment. We have also highlighted repeatedly the troubling circumstance that has had a significant portion of foreign financial flows into U.S. securities emanating from the Cayman Islands and other offshore financial centers. We don’t believe it is coincidence that these flows emanate from the very same locations that are the bastion of unregulated hedge funds, “special purpose vehicles,” and “insurance” companies that have become key derivative players. We don’t believe it is coincidence that the accumulation of unprecedented U.S. foreign liabilities (the creation of dollar risk) has corresponded with the enormous accumulation of derivative “swap” positions (the Bundling of this risk). We see a problem It is certainly our belief that Credit derivatives written by offshore financial players have played an instrumental role throughout U.S. structured finance (transforming risky loans into “safe” money and highly-rated securities). It has been demand for these top-rated securities (at least partially financed with foreign-sourced borrowings) that has buttressed the dollar, and any development that impairs the writers of these derivatives would pose risk to dollar stability. There is also the issue of offshore “special purpose vehicles” as repositories for Credit default swap agreements. If these types of structures begin to “blow up,” the upshot could be further waning demand for U.S. securities and likely a forced liquidation of leveraged vehicles. Such vehicles have played a significant role in “recycling” Bubble Dollars back to U.S. securities markets, and we would expect any disruption in this arena to reverberate to the dollar. Our greatest fear, however, is that the same players that have been writing Credit swaps (insurance against default) are also major players in currency swaps (insurance against a decline in the dollar). This is where things could get especially dicey. If this proves to be the case, the losses these players have suffered in Credit and equity derivatives leave them with even less wherewithal to absorb any risk from a declining dollar. We fear that the Bundling of dollar risk with swaps players creates various serious problems. Again, the specter of counterparty risk becomes an issue. At the minimum, there is clearly enormous currency derivative exposure outstanding that incorporates dynamic hedging trading strategies. Such trend following trading dynamics (increased buying/selling to hedge exposure to a rising/declining market) certainly fed dollar overvaluation on the upside, while now posing a threat of dislocation with the trend having reversed. If a significant portion of “the market” has hedged its dollar exposure in the swaps market, we are now faced with the prospect of a serious market dislocation. It is not hyperbole to say that the derivatives industry is looking increasingly like a basket case, or at the minimum a potential accident. In an example of how the complexion of risk has changed of late, the Wall Street firms are now faced with the indefinite prospect of scores of attorneys licking their chops from an ever-lengthening list of misdeeds. Wall Street must now manage its various risks especially carefully. They have become “weak hands.” There is also what must be a festering issue of enormous losses lurking out there somewhere in equity derivatives. Adding insult to injury, the gold derivative market has also turned rather inhospitable to any derivative player short bullion or gold stocks. And then there are hints of unfolding tumult and losses in the obscure world of convertible arbitrage. Convertible bonds, down 1.4% in April, were the worst performing sector in fixed- income for the month, and recent telecom bond problems augers poorly. It is worth noting that “convertible arbitrage” – the top performing hedge fund strategy last year – experienced negative returns during February and March. We’ll be monitoring hedge fund performance closely going forward. More weak hands? There is also this curious collapse in dollar swap spreads, agency spreads, and the TED spread. Since these spreads traditionally widen in the face of heightened systemic risk, we will interpret the fact that they have done the exact opposite as a further development aggravating the lives of derivative players. If writers of Credit derivatives were using the liquid dollar swap market in their hedging operations, these hedging strategies have been a dismal failure. And it is the failure of one strategy that leads to the liquidation that exacerbates market disorder and strategy failures elsewhere. Dislocation begets greater dislocation. That’s where we stand today. It certainly appears that the recent rally in the Treasury market is a flight to safety, and is increasingly indicative of derivative trading running amuck. This is conjecture, but it is consistent with what we view as a serious unfolding market dislocation. At this point, a 1998-style panic into Treasuries, and the resulting dislocation in various sophisticated leveraged strategies looks like an increasingly possibility. And with the dollar’s recent swoon appearing to have caught players unprepared, it seems rather obvious we have now entered an especially dangerous market environment. That these lower yields are playing right into the hands of today’s “hot game” - the consumer and mortgage finance Bubbles - makes this period even more precarious. We are witnessing a dysfunctional system having set course for a serious financial accident.

DUCATI - gzibordi  

  By: GZ on Venerdì 10 Maggio 2002 12:14

bullish, lo stavo guardando comprare un titolo del genere dopo che è su del 4.5% oggi è dura se non sei convinto anche del business il grafico è molto bello, uno di quelli da comprare sui cedimenti

HUMOUR - Gzibordi  

  By: GZ on Venerdì 10 Maggio 2002 03:50

E’ uscito un nuovo studio ufficiale che ha trovato che il governo spreca il denaro dei contribuenti. Lo studio ha richiesto 8 anni ed è costato un miliardo e mezzo La settimana scorsa il papa ha convocato tutti i cardinali a Roma. Non volevano mancare la performance dei ragazzini del coro dell'opera di Vienna E’ uscito un altro video di Usama Bin Ladin. Non ho fatto a tempo a vederlo, ma vediamo se indovino: è seduto in un grotta o dietro una grossa roccia e minaccia una strage. Ci sono andato vicino ? La settimana scorsa il papa ha convocato tutti i cardinali a Roma. Volevano mettersi d'accordo per dare tutti la stessa versione dei fatti Yasser Arrafat ha finalmente lasciato il suo bunker ieri dopo due mesi di blocco. E’ stato un momento toccante mentre alzava la mano ai prossimi candidati kamikaze. C’è stato un nuovo annuncio in Vaticano, il Papa ha dovuto ordinare un nuovo set di comandamenti. Un esibizionista è stato arrestato in inghilterra per essersi esposto mentre passava la limousine della regina Elisabetta. E’ stato condannato a un anno di osservazione forzata della regina mentre è nuda La National Science Society ha annunciato che il 70 percent degli Americani non comprende la scienza. L’altro 30 percento non capisce cosa significhi 70 percento La fiducia è quella sensazione calma, rassicurante che si ha prima di cadere a faccia in giù Modificato da - gzibordi on 5/10/2002 1:58:26

dietrologia : e' stata la fed a comprare - Gzibordi  

  By: GZ on Venerdì 10 Maggio 2002 02:25

c'è chi sospetta che dietro al rally di ieri a wall street ci possa essere stata la FED cioè che sia intervenuta direttamente sul mercato comprando titoli Indizi ? i) il rally si è svolto senza nessuna pausa, nemmeno minima, nonostante si sia sentito di diversi grossi operatori che a metà giornata vendevano (solo la FED ha questo tipo di potere d'acquisto per spazzare il mercato) ii) sono stati colpiti in modo scientifico con acquisti tutti i titoli su cui le % di scoperto erano maggiori, uno per uno (questo ricorda molto bene la tecnica che le banche centrali usano sui cambi per fargli cambiare direzione e qui direi che qualcosa sembra anche a me vero per quello che ho visto diverse volte sullo yen ad es.) ------------------------------------------------- This kind of a rally was extraordinary ... so extraordinary that I have to consider buying power outside of the bounds of the usual technical, short-covering bear market rally variety," he said. "And I can't help coming to the conclusion that covert Fed intervention may have been present today." As I said late Wednesday in RealMoney's Columnist Conversation, that's a delicious conspiracy theory because, like all great conspiracy theories, it can't be proved or disproved. But as the minutes of the FOMC's Jan. 29-30 meeting revealed, the Fed has discussed "unconventional" steps it could take in a zero or very low interest rate environment. Theoretically, these steps could entail open market purchases of equity futures in an effort to give the market a lift and compel short-sellers to cover. Maybe they decide to "test" them Wednesday? "Whoever or whatever was buying yesterday targeted the shorts in the equity and futures markets, which reminded me of my days as a prop foreign exchange trader ... when the Federal Reserve or the Bank of Japan, or the Bundesbank entered the [foreign exchange] market to support or 'redirect' their currency by relentlessly driving the shorts out of their accumulated large positions," recalled Michael Paulenoff, founder of 2MStrategies.com. "My gut tells me that yesterday's relentless action hinted at that kind of buying power -- and lord knows, the up move came at a very vulnerable time for U.S. stocks, the U.S. dollar and the U.S. economy." Paulenoff denied having any knowledge of such activities, but noted there was nary a "hiccup to the downside" Wednesday even though many traders claimed to be selling into the rally. Fed officials don't speak to the press during weeks of FOMC meetings, so they're not talking -- not that they would ever admit to such activities if it were true. But if there is "any grain of truth" to theory, and "the 'powers that be' are intent on keeping the upside pressure intact," Paulenoff expects "to see tail winds from yesterday's advance propel stocks higher for a while, until more of the huge short position is knocked out." Edited by - gzibordi on 5/10/2002 1:36:27

Il COT della settimana - gzibordi  

  By: GZ on Giovedì 09 Maggio 2002 21:20

i numeri che vedo nel COT non sono questi parlo di quello del 30 aprile però per cui oggi è già cambiato e il nuovo numero esce oggi lei ha già visto il nuovo numero di oggi ? comunque usando l'ultimo che vedo c'è sempre da mesi la stessa enorme posizione al rialzo dei NON REPORTABLE che sarebbero il "pubblico" ma in realtà sono operatori anche da 10-20-30-40 contratti di S&P regolare cioè gestioni o hedge fund piccoli o locals il vero pubblico è quello degli E-Mini S&P e qui siamo 73 mila short e 29 mila long inoltre il grosso della speculazione viene fatto con opzioni in borsa e in particolare le opzioni sull'OEX o S&P 100 per cui non so se il COT sia così utile per gli S&P

I Commenti del Dopo Partita - Gzibordi  

  By: GZ on Giovedì 09 Maggio 2002 02:40

J.J. Cramer bene o male è uno dei commentatori che contano in america (si può pensare che sia un fesso, ma quando tiene una conferenza l'ingresso costa minimo 350 $ con sala piena imballata e ha i più alti indici di ascolto sia su tre siti internet e altri dieci siti sindacati più la TV ). Inoltre come gestore di hedge fund che ha avuto successo per 12 anni. Ieri ha scritto e ripetuto 3 volte che non "era troppo tardi per vendere i titoli nasdaq..", che Cisco sarebbe stato deludente, che non era d'accordo con chi comprava sul fondo.... E di tutti i commentatori del suo sito, che leggo in qualche modo più o meno tutto, non ce n'era uno che avesse il minimo sentore del fatto che il Dow e il Nasdaq oggi avrebbero fatto il balzo più grosso dopo quello del 16 settembre. E oggi Cramer come se niente fosse scrive che "....oggi è già troppo tardi per comprare.." e che bisognava farlo "...when they are bad.." (cioè quando i titoli sono a pezzi, cioè ieri, cioè quando diceva che era assurdo farlo) Ho letto e ascoltato praticamente quasi tutto quello che si diceva in giro ieri e non ne ho visto uno, sia su CNBC, Bloomberg o realmoney, cbsmarketwatch ecc... che dicesse : "go! buy!..." Oggi vedo gente che dice che domani, forse "... se sale ancora, con volume..." allora diventa comprabile e questi sono quelli che ti mandano al suicidio e ti fanno comprare Broadcom, Intel, Checkpoint, Siebel, Beas, Cisco nel punto esatto in cui il rimbalzo è finito. Questi sono i peggiori. Ma quelli come Cramer (che ha fatto i soldi per cui non è un fesso), che ieri, 7 maggio, dichiarava che non bisogna toccare nemmeno con le molle i titoli nasdaq e oggi, 8 maggio, dice che "è già troppo tardi ora!" come faccia tosta fanno invidia Questi sono meglio dei primi, perchè quello che scrive Cramer oggi è vero, ma resta che IERI qualcuno ha deciso di spingere OGGI Sun Microsystem del 12% Qlogic del 26%, Rational del 21%, PSFT del 19% ecc....e leggendo quello che c'è in giro sembrerebbe che sia gente taciturna che decide di fare l'esatto opposto di quello che trova raccomandato dappertutto Edited by - gzibordi on 5/9/2002 0:42:35

Corrispondenza con gli Scocciatori - Gzibordi  

  By: GZ on Mercoledì 08 Maggio 2002 23:56

Lei negli ultimi due anni è stato SEMPRE toro. E ha sbagliato. Questo è un dato. Nessun problema, TUTTI sbagliamo, ma basterebbe un semplice "ho sbagliato". Renderebbe più onore alla sua indubbia intelligenza. E' tanto difficile dirlo? Questo suo post denota che lei ha totalmente perso controllo e consapevolezza. Mi dia retta, stacchi e si riposi un pò. Tutti i trader lo fanno ogni tanto (me compreso). Oggi sto perdendo soldi, e nemmeno pochissimi. Ma vengo da una settimana di riposo e vedo le cose con distacco, sono rilassato e so che mi rifarò. Ho la mente "svuotata" (nel senso positivo). ------------------------------------ Nel pezzo c'era scritto solo che il rally degli S&P, che quel giorno avevo indovinato usando le notizie TV sulla palestina, valeva 20 o 30 punti ed era quasi finito. Se lei non sa cosa c'è scritto e legge solo il titolo perchè parlare a vanvera ? Per la "mente riposata" non occorre grazie, mi basta prendere nota dell'immancabile pezzo di Rosenkrantz che ogni 3 mesi, se le borse sono giù e legge un titolo che gli sembra rialzista dice : "ah ah!.." e si diverte a dare la lezione. Assieme a lui poi ci sono sempre altri 3 o 4 aficionados dell' "Ah ah...l'avevo detto io". Aspetto sempre quel giorno compro e faccio comprare tutti i future e i titoli nasdaq più aggressivi e in due giorni si fa la performance del trimestre. Una tecnica come un altra. Provare per credere (o guardare il nasdaq oggi, siete degli orologi ragazzi). Non ho letto tutto il suo post solo le prime righe perchè ce n'è d'avanzo ma faccia così : provi a mettere qualche idea qui così vediamo se il fatto di non capire la logica più elementare si riflette o meno nelle sue raccomandazioni di borsa, chissà magari lei ha intuito per la borsa ed è solo quando si esprime che non sembra capire mai quello che legge Lei come tanti altri che frequentano questo forum, ha il vizio di leggere un TITOLO di un pezzo di cui non ha l'accesso tramite password, oppure dei pezzi FREE, che costituiscono solo delle discussioni, come dice la parola, "free" e quindi non impegnative di raccomandazioni ( lei tiene sempre a precisare che non è abbonato se non erro) e da un titolo come "Rahmalla Rally" tranciare giudizi su raccomandazioni operative che mostra di non conoscere Io ho fatto un ragionamento su dei titoli americani o dei future (il pezzo che lei cita si riferisce a questi e solo a questi ed è a pagamento) quindi con un ragionamento che lei non ha letto, e su argomenti di cui lei non ha la più pallida idea perchè, come ha sempre detto qui sul forum, non tratta e non segue e in ogni caso non ha mai dato uno straccio di un idea su questi mercati Per essere preciso, lei ha sempre detto che compra titolini italiani com trading dall'oggi al domani e non ha mai dimostrato in decine di interventi su questo forun di seguire e di avere suggerimenti da dare su futures e azioni americane Fa benissimo a occuparsi di questi titoli italiani in questo modo ovviamente, la costituzione protegge il suo diritto, ma allora perchè desume, usando da un titolo o da un pezzo di discussione free, quindi senza conoscenza di merito e su argomenti che non segue (da quello che si può vedere qui), di sbrodolare di giudizi il prossimo ? La domanda è : qual'è il complesso inconscio la induce a non avere mai detto mezza parola sulle centinaia di operazioni buone che ho suggerito (il motivo per cui certi incoscienti pagano da anni anni questi suggerimenti è che molti sono giusti e che il SALDO è positivo ( Saldo, mai sentito questa espressione ? sarebbe la somma delle perdite e degli utili di 100 operazioni ad esempio, un concetto nuovo) ? E invece riempe paginate intere di atttacco personale quando vede che qualcuno si lamenta di suggerimenti che LEI NON CONOSCE (perchè non li riceve) ? E per di più su argomenti dove la sua credibilità è nulla in questo forum per quello che si può giudicare ( trattasi di futures S&P e Nasdaq su cui lei si è sempre distinto per l'assenza) A chi la conosce psicologicamente meglio di me la risposta. A marzo invece mi è rimasto impresso un suo intervento nel forum che annunciava che dopo mesi di trading stretto in cui non piantava chiodo, finalmente era tornato a prendere posizioni di portafoglio sui titoli italiani, a occhio un buon 7 mesi dopo il minimo di settembre, non male come tempo di reazione, diciamo il bacio della morte al mercato. Non ho il diritto di dire che lei, (noto trader che da 10 anni vive speculando in borsa...) è andato toro 7 mesi dopo il minimo e sul punto esatto in cui il MIB ha cominciato a cedere ? Non conosco la sua operatività ? E lei allora perchè rompe le #@$%&?^ a me dopo aver letto solo un titolo di un pezzo che dice il contrario di quello che lei immagina ? CONCLUSIONE Ho iniziato questo forum con l'idea di fare una cosa mezza utile a me e mezza anche, come dire, nuova e interessante di per sè, per il gusto di fare qualcosa di intrinsecamente valido Ultimamente ho perso interesse: c'è una quantità di gente che usa il fatto che questo è l'unico servizio di consulenza di borsa che accetta il confronto pubblico per sfogarsi senza vergogna e senza cognizione contando sull'anonimato. Fatelo se non ne potete fare a meno, immagino sia come una piccola droga, ma compatibilmente con il tempo la risposta che riceverete non sarà sempre gentile. Modificato da - gzibordi on 5/8/2002 22:10:36

Gavellli vuole fare come un hedge - gzibordi  

  By: GZ on Mercoledì 08 Maggio 2002 15:22

è giusto quello che dice Gavelli, ma è un "di più" di lavoro che si deve fare e se indico dei future "a compenso" delle azioni come parte di un portafoglio azionario 2 persone su 3 non fanno future e per loro gli eventuali risultati non sono più realistici o comunque lo sono molto meno di ora che sono solo azioni e basta in termini pratici, possiamo rifarci a come la gente gestisce il denaro in un fondo hedge (e ce ne sono 5 o 6 mila per cui si parla di qualcosa di reale) parlo dei fondi hedge perchè per "statuto" devono essere non solo al rialzo, ma anche fare una "hedge" e cioè compensare l'esposizione in azioni con posizioni ribassiste bene, in genere comprano ad es RAS e vendono short Pirelli o viceversa oppure comprano Coca Cola e vanno short IBM altrimenti comprano put sugli indici e vendono future "quando pensano che il mercato ceda" (in genere più le put che i futures ) La chiave è : "quando pensano che il mercato ceda" perchè vanno da -30% o -50% short a +200% long in genere In questo caso uno dovrebbe mettere a fianco dei vari titoli in portafoglio una posizione sull'S&P o FIB che a volte è nulla e a volte è pari al 100% o anche al 150% del portafoglio e non coinciderebbe con le operazioni "pure" in future in cui cerchi di prendere le oscillazioni dal punto di vista pratico è un lavoro, nel senso che ad es succede che ALLO STESSO TEMPO DEVI a) decidere quali titoli comprare e quali vendere e quanti (se il 30% o il 95% della liquidità) b) decidere quali e quanti future S&P e FIB vendere short e quando chiuderli e riaprirli in PROPORZIONE ai titoli di cui al punto a) per cui se sei esposto al 30% puoi vendere short solo per il 30% oppure per il 60% se vuoi essere aggressivo ecc... c) mentre continui con le operazioni "pure" in future in cui cerchi di prendere le oscillazioni a breve per cui sei ad es al rialzo di FIB30 sulla sezione c) e al ribasso nella sezione b) E' giusto usare questa ottica, ma è più complicata, ad es io tra gennaio e aprile ho tagliato buona parte dei titoli nasdaq e tech e comprato small cap e titoli in settori come i camion o i dentifrici o i coloranti alimentari o le petroliere cioè titoli non correlati con gli indici se è stato fatto misura sufficiente e con tempismo adeguato lo si vede alla fine, 8 giorni fa sembrava sufficiente e ora sembra che sia stato insufficiente come protezione se avessi venduto short dei future come protezione o peggio comprato put in dicembre e gennaio o anche febbraio forse era meglio ? dipende a che prezzo, sugli S&P sì, sul FIB30 forse no in ogni caso questo è quello che fanno gli hedge fund ed è ottimale come cosa pratica visto che ora Fineco lo consente posso inserire dei titoli italiani short ? non so, quanti poi vendono S. Paolo short ?

Fondo Africano - gzibordi  

  By: GZ on Mercoledì 08 Maggio 2002 15:00

è stato chiesto per mail ( e forse anche nel forum ma non l'ho visto) notizie del fondo Morgan Stanley Africa, uno dei due unici fondi comuni suggeriti (in febbraio, vedi ^E l'AFRICA ?#http://www.cobraf.com/abbonati/articolo.asp?id=6257^) Il fondo il 23 aprile è stato tolto dal listino, e Bridge mi dice che ha cambiato simbolo e ora è sotto X.AFF non so il motivo, non lo seguo come un titolo e in questo caso occorre controllare sul sito di Morgan Stanley non ci sono problemi da quello che si vedeva dalle quotazioni fino al 23, anzi, ma non è più quotato al nyse e occorre informarsi direttamente da Morgan Stanley per le modalità di riscatto o altro

Negativo su SUN - gzibordi  

  By: GZ on Martedì 07 Maggio 2002 22:55

questo è un commento molto perspicace sul perchè SUN stia crollando in sostanza JAVA che hanno creato sta cannibalizzandoli e sempre più gente li vede in via di sparizione Jim Seymour Sun: Did They Do It to Themselves...? 5/07/02 11:23 AM ET Smart comments in an e-mail from RealMoney.com subscriber and frequent correspondent John Heilbronn: "Here's a thought for you: Which company created a product intended to dislodge a tough competitor, only to have it boomerang and destroy its own business? I think may be watching the end of SUNW. They don't make much money from Java, and it, combined with Linux, is taking more market share from SUNW than MSFT. What happens to Java if SUNW collapses? Who will own it, and allow modifications? Java will become a platform managed by committee... I am willing to guess that business magazines and books will offer interesting commentary on how SUNW created its own monster, which ultimately destroyed the company, courtesy of Linux. The top execs see it coming, which is why they are leaving, IMHO."

Ultime notizie da Bin Laden - gzibordi  

  By: GZ on Lunedì 06 Maggio 2002 01:20

di tutto quello che si può trovare in giro sul terrorismo www.stratfor.come e www.debka.com (che ha come fonte l'intelligence israeliana) sono quelle che sembrano esser state più informate. Le ultime notizie convergono nel rilevare che Bin Ladin è nel kashmir musulmano e che chi lo ha aiutato sono quelli che lo avevano sempre appoggiato negli ultimi anni, cioè elementi dei servizi segreti pachistani, e che sono gli stessi che poi hanno ingannato a Tora Bora gli americani facendolo uscire indenne dall'attacco. Sembra che dopo la purga dei servizi segreti pachistani che Musharraf ha fatto su spinta dell'america questo mese alcuni di questi elementi siano passati direttamente con Bin Ladin in Kashmir. Come diceva Warren Buffet oggi alla convention annuale del suo fondo a Omaha parlando delle assicurazioni, occorre prepararsi a altri attentati ------------------------------------------------------ May 5: Osama bin Laden, his deputy, Ayman Zawahiri, and their top lieutenants were reportedly sighted last month at different places between the Little Pamir panhandle of northeastern Afghanistan, the Hunza region of Pakistani northwest Jammu and Kashmir, and the north Pakistani Karakoram Mountains further to the south – according to DEBKA-Net-Weekly’s exclusive intelligence sources. Despite the fierce campaign waged against him – notably in the Tora Bora cave complex of Afghanistan last December – the world’s most wanted terrorist appears to be alive and kicking. Those sources stress that bin Laden has in no way changed his appearance. The wanted terrorist chiefs appear to have established a new territorial base in these inaccessible regions, aided by the very Pakistani ISI intelligence officers whom President Pervez Musharraf purged earlier this year at US insistence for their pro-Taliban proclivities. Those ex-officers manned Pakistan’s Inter-Service-Intelligence’s Afghanistan Desk, which the United States demanded dismantled, accusing its staff of frustrating the US-led anti-terror campaign in Afghanistan and sabotaging every attempt to seal off the Afghan-Pakistan escape route. Some of the fired men were re-assigned to army units in remote parts of Pakistan; 500 were forced into early retirement – and many hired themselves out to bin Laden. They have now set up for the al Qaeda chiefs a mobile operational command center that affords them control of the terrain and safety from hostile incursion by, say, US special forces. Intelligence sources in Kashmir who spoke with DEBKA-Net-Weekly on condition of anonymity said these officers used their good connections in Pakistan and with tribal and village leaders to set up Bin Laden’s new base in north Kashmir and Little Pamir. It cannot compare with the formidable system of camps and facilities al Qaeda commanded in central and western Afghanistan under the Taliban. On the other hand, the Saudi-born terror leader now holds sway over a weighty strategic asset, daunting to fight over or even access. Till now, the US war effort in Afghanistan focused on toppling the Taliban and taking control of the main towns as well as the routes linking them. Bin Laden and his command level have consistently eluded pursuit. Now that he has put down new roots in one of the most forbidding and rugged areas in the world, our sources say that to go after bin Laden, the Americans would need the help of at least four governments of the countries abutting on his retreat – Russia, China, Pakistan and India. Those nations have disparate interests in the area.

Giornata "O la va o la Spacca" domani - gzibordi  

  By: GZ on Venerdì 03 Maggio 2002 02:46

In particolare finora la liquidazione si è concentrata sul nasdaq e S&P 100, ma gli indici più ampi, incluso in qualche modo l'S&P 500, hanno tenuto dei supporti. Anche il nasdaq nonostante la distruzione totale del settore telecom e i danni subiti da software e biotech è ancora un 10% sopra i minimi di settembre grazie ai semiconduttori che tengono ancora. E questo è un poco un mistero visto che i semiconduttori vanno nelle telecom e nei pc e se questi settori cedono poi anche questi semiconduttori chi li utilizza ? Ad ogni modo i semiconduttori sono al limite stasera, anzi appena sotto il limite e come dice FLeckenstein dipende da loro se all'ultimo momento c'è una diga

Dynegy aggiornamento - gzibordi  

  By: GZ on Martedì 30 Aprile 2002 23:32

ultime notizie ------------------------------------------------------- Dynegy closed a $900 million revolving credit line Tuesday, and while that was $300 million less than the original agreement, it still means the company has $1.4 billion of total resources with which to operate the business. "At the end of the day, traders don't care as long as you're able to post collateral," said President and Chief Operating Officer Stephen Bergstrom. Companies with investment-grade ratings aren't usually required by their counterparties to provide collateral when making a trade, but firms with a lower credit rating are required to do so in order to assure payment. Trading and marketing activities account for about 35% of Dynegy's earnings, according to estimates by Salomon Smith Barney. Standard & Poor's downgraded Dynegy's long-term debt ratings last week, placing them two notches above "junk" status. Moody's Investors Service has also cut Dynegy's credit rating to one rung above junk. Transformer Dot Mathews, an analyst at CreditSights, said that while the company probably would be able to survive in the event of another downgrade, it might not survive as the company it is today. Related Stories Dynegy Fell 32% Last Week In Dynegy's Case, Boring Ads Would Sell Better Dynegy may have the collateral to back up trades, but it's possible that counterparties would simply shy away from doing business with the firm, she said, adding that the company may have to scale down its trading operations "an awful lot." One major advantage that Dynegy has right now is its relationship with Chevron Texaco, according to Mathews, although Chevron remains "the wild card." "There's always a chance they could go the Enron route," she said, referring to the bank-run style loss of confidence that precipitated the Houston firm's insolvency. Valuation Still, Thomas Hamlin, an analyst at Wachovia Securities, raised his rating on the stock Tuesday, after downgrading it just last week. "With the stock being off about 30% since our downgrade, the risks of further downside were outweighed by the value to the upside," he said. He also downplayed concerns about an SEC inquiry into Project Alpha -- Dynegy's five-year gas-supply contract with ABG Gas Supply. The deal provided an $80 million tax benefit in 2001 and resulted in about $300 million in net cash flow during 2001. During a conference call, Dynegy officials apologized for the events that led to a huge drop in share price last week. "As chairman and CEO and as a major shareholder, it is difficult to describe how disappointed I am about recent events," said CEO Chuck Watson. This was "clearly management's responsibility, and we accept it." Dynegy, which almost bought Enron last year, reported a first-quarter loss of $140 million, or 41 cents a share compared with a profit of $139 million, or 41 cents a share, last year. Excluding charges, the company reported a profit of $173 million, or 41 cents a share, which was a penny above analysts' estimates. Revenue for the quarter fell to $8.9 billion from $14.2 billion last year. The company also reaffirmed its lowered 2002 recurring earnings estimate of $2 to $2.05 a share. Thomson Financial/First Call estimates that the firm will make $2 a share. As for 2003, the company said it expects 15% growth from "normalized" 2002 earnings, which exclude losses from the telecom and Northern natural gas units. "Losses beyond 2002 will not be tolerated," Watson said on the call.

DYNEGY - Gzibordi  

  By: GZ on Sabato 27 Aprile 2002 17:29

Dynegy si sta comportando come una seconda Enron negli ultimi giorni piombando giù dai 30-31$ di marzo ai 22 $ di giovedì mattina quando il wall street journal ha pubblicato una storia negativa e si è avuto notizia di una inchiesta della SEC su alcuni aspetti della contabilità ai 15$ di ieri sera E' una storia molto complicata e può succedere di tutto, può finire sugli 11 dollari sul panico (supporto di lungo periodo del 1998) e può tornare a 20-25$ se la SEC non trova niente oltre a quello già indicato dalla società stessa nella conference call e su CNBC ieri l'analisi a cui ho fatto riferimento per Dynegy finora è stata quella di StocksatBottom e la ricopio qua aggiornata a ieri assieme al pezzo di Jim Cramer ------------------- Jim Cramer su Dynegy ------------------------ I've screwed up as much as the next guy, but one thing I am proud of: I have hated this energy trading game. With a passion. I hated Enron, despised Calpine (CPN:NYSE - news - commentary) and even risked the wrath of Dynegy (DYN:NYSE - news - commentary) by saying over and over that none of these companies was worth a warm bucket of spit. In particular, I have sat here and hurled epithets at Dynegy for its bogus attempt to link mom-and-pop figures, real-life people, with that energy trading pabulum that stinks as a business. How many of you got excited because you saw some nut-job woman move plates of food around or some crazy guy at a the supermarket take somebody else's groceries and rearrange them at the checkout to demonstrate the mindless activity that Dynegy does? This is one the worst ad campaigns I have ever seen. Fortunately, in each television spot, there were "grownups" who recognized that the people who worked at Dynegy -- at least in these silly ads -- had lost their marbles. The mother and the neighbor both react with sheer incredulity at the looniness of pushing around energy, a truly low-margin business. I hope Dynegy scraps that ad campaign. Today. Then, at least, the shorts will cover. Dynegy ought to replace these ads with ones that feature people who say "we are a pipeline company, an unflashy business, that over time might make you some money." That's what I want to hear. And nothing more than that. -------------------------------------------------- ------------------ DA STOCKSATBOTTOM su Dynegy ieri sera ----------------------------------------- Dynegy is now completely caught up in a world of its own. The company yesterday came out with a statement which included a downward revision of their earnings forecast for next year. They told the Street yesterday that they would earn about $2.00 to $2.05 this year, down from their previously published number of $2.26 plus. We believe the number is very real. The 2003 number is $2.40, which is reduced from $2.60 per share. Let’s assume that we are right, and the numbers are real. At $16 or $17 per share, the stock is selling at 8 times earnings. Folks, steel companies sell at 8 times earnings. Car companies sell at 8 times earnings. Fantastic companies that compound themselves at 39% per year do not sell at 8 times earnings. It boils down to a couple of things In early April the Wall Street Journal came out with a negative article on Dynegy challenging what is called the Project Alpha transaction. The transaction involved the creation of a five year gas supply contract. The contract was created in April, 2001. Follow closely now what we are saying. Project Alpha had the effect of increasing Dynegy’s cash flow in 2001 by $300 million. As you know everything has ramifications. The $300 million than generated about $85 million in tax savings. It also accelerated about $300 million in cash. The Securities Exchange Commission did not like the way this transaction was presented in the Cash Flow statements published by Dynegy and certified by their auditing firm which is a Big Five firm. Dynegy had it on the cash flow statement as "cash from operations". The SEC felt it should have been "cash from financing". Dynegy wisely said, "Hey, we will reclassify, big deal we do $30 billion a year." Now with the item reclassified, the Wall Street Journal and others are still jumping down Dynegy’s back. In our opinion the Journal article completely misstated what was really going on, but guess what? The Journal has more readers than we do and so the stock was taken down in price, big time. We believe that the selling should dry up today, but in this market you can’t be sure. The only truth we know is that with $2 plus of earnings still intact, the stock has no business being at $15, $16, or $17 per share. A few more points After what happened at Enron, the rating agencies are getting very jittery about companies in general. Look at Tyco, WorldCom, and any number of other companies that have sizable amounts of debts that they deal with. The agencies such as Moody’s and S & P do not want to get caught with their pants down after the Enron debacle. With this in mind Moody’s has stated that they are reviewing the ratings for Dynegy with respect to a possible downgrade. Right now Dynegy is rated Baa3. This is still investment grade but one level above junk status. Moody’s has used the $300 million reclassification on the cash flow statement regarding Project Alpha has its reason. Moody’s did not like the move from operating cash flow to financing, and the impact this has on the 2001 coverage ratios that Dynegy now has. The concentration for Moody’s has been on sustainable levels of cash flow and they are ignoring Dynegy’s growing balance sheet in our opinion. Hey folks, if you look at cash flow and the reclassification, what happens is that there’s a positive impact on the coverage ratios as the years go by. IT HELPS DYNEGY, NOT HURTS THEM. If Moody’s downgrades the debt, this HURTS. The reason is that Dynegy as you know is an energy trading firm for the most part. If you downgrade, then it hinders the ability of Dynegy’s trading partners to write the contra side of the agreement with Dynegy. There could even be instances where the contra party could require a collateralized transaction before the transaction occurs. Collateral means incremental interest expense. More interest means less cash flow, which hurts coverage ratios and earnings. WE DON’T THINK THIS IS GOING TO HAPPEN. The stock is down here on hysteria and the remote possibility that it does happen. Today, Dynegy has access to over $ 2 billion in bank lines. You have a fully diluted everything in the number "debt to capital ratio" of 54%, which isn’t bad. By year end 2002, the ratio drops below 50%. This is a big improvement over 2001. You also have the ChevronTexaco connection. Remember ChevronTexaco has a 27% interest in Dynegy. This giant blue chip company called ChevronTexaco has a very big interest in making sure that Dynegy does okay. The way the deal is structured is that Chevron must maintain under a 40% ownership interest in Dynegy. With the potential conversion of the convertible preferred owned by Chevron, the ownership interest would go to 37%, which is close to the 40% barrier. If it came down to it, ChevronTexaco could issue what is called a "comfort letter" to Moody’s that would put Moody’s at ease. In other words, Chevron could literally throw the weight of their monster sized financial statements in support of Dynegy, to give Dynegy added credibility during this period. Moody’s knows this and should take note. Whether Moody’s does or not, is another story. Dynegy’s energy trading business is booming. The earnings downgrade was the result of bleeding occurring in their communications business which is a start-up venture for them. We believe that the communications business segment is completely under control at this time, and not an issue long term. Conclusion We also believe if Moody’s downgrades the company, then Dynegy would come to the public markets, and raise capital almost immediately. It would be costly since the stock is at a multi-year low, but this is still better than other alternatives. No matter what scenario we look at, we can’t justify a stock price in the mid teens. With the 2003 number out there and this ridiculous price earnings ratio, this stock is way more than a double. You have to place your bets at some point with regard to any stock. Dynegy is being very adversely affected by being in the same industry as Enron. We have watched this stock move strongly higher several times in the last several months as each rumor has been blown off. We feel strongly at StocksAtBotttom.com that Dynegy will very shortly blow off the aforementioned problems and speculations. It trades like a steel company, when in fact it is one of the great growth compounding money machines of this generation of stocks. The chairman is a class act and a complete winner. It will be interesting to watch this stock work out over time. Edited by - gzibordi on 4/27/2002 15:30:36

Helene Meisler chiama un Break - gzibordi  

  By: GZ on Mercoledì 24 Aprile 2002 22:45

Helene Meisler che bene o male come analista tecnica è una delle più seguite oggi è stranamente decisa e chiara a chiamare una rottura al ribasso dei supporti. Tutti gli indici americani importanti, il Nazz in particolare sono appesi a un filo sul supporto ultimo a cui restano aggrappati da tre giorni Helene Meisler dice che l'unica chance del mercato di fare un rimbalzo deciso e di non continuare a scivolare piano piano è di rompere ora con molto rumore i supporti e fare un bel "Break" che impressioni e spaventi tutti, un classico sciacquone. -------------------------------------------------------- Many of the comments I read Tuesday echoed the same view: The market was doing just fine until Middle East rumors surfaced in the final hour. Let's face it: The market is not doing just fine. It stinks. The worst part is that the three major averages are once again right back at their "lines in the sand" levels. Why does that bother me? I want those levels to break. I want those levels to be violated. I want people to be saying things like, "They didn't hold, so now we'll now test the September lows." I want that kind of sentiment. Instead, if the averages bounce from here, we'll get the same old nonsense: a rally that lasts a few days at most before reversing course. When a Washout Could Happen When I mentioned the put/call ratio Tuesday and its potential to give us some sort of positive sign later this week or early next week, I wrote that in the context of the big three averages breaking their levels -- not holding them. I've said it before and I'll say it again: I want the Dow Jones Industrial Average to break 10,000, the Nasdaq to break 1700 and the S&P 500 to finally crack 1100 like it means it. If the indices can do that, then we have the possibility for a washout. We'll have the potential for fewer stocks to make new lows while the averages break. The market will then have the potential to reach an oversold reading that's higher than the previous one, thus giving us a positive divergence in momentum. And then the put/call ratio might get to the level that says it's rally time. But if we hold here, then it'll just be like last summer, when we kept coming down to support and rallying, each time getting folks more and more "confident" in that support level. But each time, the rallies off the support levels were less and less. I believe it's Gary B. Smith who wisely says that each time we hit a support level and bounce, it actually weakens the support level. We don't want that. If we get that and keep on getting that, then when we do get the break, it'll be far more dramatic than any break we can get now. (I'm sure I don't need to show you the chart of the August/September decline again.) This is no different than Microsoft's (MSFT:Nasdaq - news - commentary) chart, either. I have stated many times that Microsoft needs to hold $54 to be OK. So what did it close at yesterday? $53.99. Oh c'mon! Is that a break or isn't it? That's the hallmark of this market: Stocks come to the edge only to be saved. Who cares if Microsoft holds $54 or not? If it's gonna keep pecking away at $54 and have mediocre rallies from that level, then it will break eventually, whether it's right now or after another rally. If it truly wanted to hold, it would have stayed up after its earnings announcement. But I'm not too concerned about Microsoft or most of the tech names because they're in the give-up phase of their bear markets. That's when we don't get these huge whooshes down; it's when people actually know why they're selling and do so at every opportunity. That's, of course, why I don't expect rallies -- even ones that come from positive divergences and better sentiment readings -- to get very far. Selling the Solid Stocks I'm much more concerned with the stocks that have been up, those that until a few weeks ago were still making appearances on the new high list. We are losing those stocks. One by one, they are rolling over. I recently showed the chart of Air Products (APD:NYSE - news - commentary) when it was only two or three bucks off its high. As of Tuesday's close, it's now $8 lower, and it did so on a gap and broke support, too. That's where the selling is coming from now: the ones that folks have profits in, not the ones that have been down for so long. We saw Boeing (BA:NYSE - news - commentary) and United Technologies (UTX:NYSE - news - commentary) do this last week, and now I see DuPont (DD:NYSE - news - commentary) has broken its uptrend line as well. We're beginning to see early signs of it in the semi-equipment names, too. They didn't react to Tuesday's better-than-expected book-to-bill news, much in the same way Novellus (NVLS:Nasdaq - news - commentary) forgot to make a new high on its good news. The stocks that are still up at or near their highs are most vulnerable in here. So if we get a rally off these well-publicized support levels, I'll complain loudly once again. If we can get a break to the downside that's accompanied by positive divergences and more bearish sentiment, then I would at least look for a (better) rally back to the upper end of the trading range.

Meglio Esserci già quando arriva l'onda - Gzibordi  

  By: GZ on Martedì 23 Aprile 2002 20:26

questo qua sotto è il grafico degli S&P futures, che hanno la simpatica caratteristica di essere sempre aperti per cui puoi cambiare idea quando vuoi anche di sera o di mattina presto c'erano 10 movimenti da più di 18-20 punti (equivalenti a un 1.3-1.5%) in due mesi che sono circa mille dollari per Mini-S&P e 5 mila per S&P grande questi movimenti sono in qualche modo più comprensibili di quelli da 4 o 5 punti no ? e usando un margine di 10 mila dollari sul mini sono dei +/- 10% ognuno per coglierli però bisogna "esserci" cioè essere dentro quando arriva l'onda ed è più facile essere già dentro che ogni volta indovinare entrata e uscita esatta ad es nel caso del movimento da +100 punti di febbraio bene o male "c'ero" già perchè ero già dentro da giorni (soffrendo un poco)e quando è arrivata l'onda mi ha portato con sè e mi ha anche sorpreso parecchio ovvio che se ora arriva l'onda in giù e sono ora posizionato al rialzo occorre cambiare posizione in fretta ma è difficile essere sempre esatti nelle entrate e uscite due-tre volte al giorno è meglio decidere la direzione, cercare di tenerla, quando sembra di avere torto girarla e cercare di esserci sempre quando arriva la prossima onda Modificato da - gzibordi on 4/23/2002 18:30:15

Worldcom da 50 $a 3$ - gzibordi  

  By: GZ on Martedì 23 Aprile 2002 19:55

anche su PHSY ha funzionato e Bipop.... ma non bisogna viziarsi comunque direbbe domani e ricordo la regola dei tre giorni: quando un titolo ha un crash del 20-30% meglio comprare al terzo giorno Perchè al terzo ? Non so, ma anche nella bibbia è un numero molto usato in ogni caso qualche timore che vada in bancarotta occorre averlo no ?

la strategia "Being There" ("esserci") - gzibordi  

  By: GZ on Martedì 23 Aprile 2002 02:59

Ho ricopiato nel forum il pezzo del solito James Glassman (tiene la colonna di finanza del "washington post", ha scritto diversi libri di investimento ecc...) -------------------------------------------------------------- James K. Glassman Sunday, April 21, 2002; Everyone's favorite high-tech energy company goes bankrupt. Oil prices rise. The Middle East erupts. Housing starts drop. The federal surplus turns to deficit. Skeptics target the world's most valuable corporation. The New York attorney general claims massive fraud by stock analysts. What a mess! Yet on Tuesday, with no warning, the Dow Jones industrial average shoots up 208 points, its biggest gain in seven months. The tech-heavy Nasdaq, Japan's Nikkei, Britain's FTSE, South Korea's Kospi and practically every other market in the world score handsome increases as well. Why? Pundits point to a few decent earnings reports ("Better-than-expected results at General Motors and Sprint goosed the blue chips," indelicately wrote Igor Greenwald of SmartMoney.com), apparent Mideast progress and scattered upbeat economic numbers. But pay no attention to these attempts at explanation. No one can consistently predict the short-term ups and downs of stock prices. Even at the end of a day like Tuesday, it's rare that anyone can explain why the value of the tens of thousands of companies listed on the world's exchanges rose, on average, by about 2 percent. "I never have the faintest idea what the stock market is going to do in the next six months, or the next year, or the next two," the most successful investor of the 20th century wrote in Fortune magazine last December. And if Warren Buffett hasn't the faintest idea, why do you think you do? Don't despair. The short-term unpredictability of the market dictates a simple and effective strategy for small investors. I call it "Being There." Since, by their nature, stocks are prone to dramatic, unexpected moves, the trick is to stay invested all the time. Jumping in and out of the stock market -- even during periods when you might think shares are overvalued or the world stage is overwrought -- is a sure recipe for poor performance. The most powerful evidence for Being There is a study called "Quantitative Analysis of Investor Behavior," updated every June by Dalbar Inc., a Boston research firm. Using a sophisticated computer model, the study looks at cash flows into and out of mutual funds and determines the real-life returns achieved by small investors. The study, says the firm, "was the first to investigate how mutual fund investors' behavior affects the returns they actually earn." The results are heartbreaking. Between 1984 and 2000 (the most recent figures), stock-fund investors achieved average returns, including dividends, of just 5.3 percent a year. But investors who simply bought and held the stocks of the Standard & Poor's 500 index, a proxy for the market as a whole, achieved average returns of 16.3 percent a year. In other words, over the 17-year period, the typical investor's initial $10,000 grew to $24,000 while $10,000 invested in the S&P grew to $140,000. Why the gigantic difference? Bad market timing, pure and simple. The problem was not that investors picked the wrong mutual funds but that they jumped in and out of the market -- and weren't around when the biggest gains were made. "Investors follow the trend in an intuitive way," Louis Harvey, president of Dalbar, told me. "They start piling their money in when markets are up, and they tend to stop piling it in when things are soft, as they are now." Actually, Harvey said, the data show that investors are getting better. "As a group, they have become more tolerant" of risk, he said. Still, the results since 1984 are truly abysmal. The average frenetic investor would have done better by simply stashing money in Treasury bills, which returned 5.8 percent annually during the period. Professionals who employ market timing as an investment strategy don't do much better than amateurs. Timer Digest, a newsletter edited by Jim Schmidt, follows the actual buy-and-sell recommendations of newsletters that provide their readers with market-timing advice. For the 10 years that ended Dec. 31, 2000, only one newsletter out of the 112 that Schmidt follows managed to beat the S&P 500 benchmark. That newsletter was the Blue Chip Investor, edited by Steven G. Check of Check Capital Management in Costa Mesa, Calif. And Check, who beat the S&P by only a few tenths of a percentage point annually, writes in his utterly sensible list of seven "Realities and Expectations" for clients: "We aren't in the business of forecasting the economy or short-term market moves. The future is never clear. We don't buy or sell stocks based on what the market may do." Does Check sound like a certain sage from Omaha? It's no coincidence. According to Check Capital's Web site (www.checkcapital.com), the company "manages your assets under an investment philosophy like that of investment giant Warren Buffett." In fact, Check is not really a market timer at all, which means that the final score is Market 111, Timers 0. Okay. If the Being There strategy is so effective, then shouldn't all investors just buy a bunch of index mutual funds, instruct their banks to feed new money into those funds every month or quarter, and then just relax and rake in the profits? Well, yes. Another choice is buying exchange-traded funds, which are portfolios that are bought and sold just like individual stocks on major exchanges. Each ETF tracks an index. For example, Standard & Poor's Depositary Receipts (which trade on the American Stock Exchange under the symbol SPY and are nicknamed "Spiders") track the S&P 500, as do iShares S&P 500 (symbol: IVV). Diamonds (DIA) mimic the 30 stocks of the Dow Jones industrial average and trade at 1 percent of the price of the Dow (when the Dow is 10,300, a share of DIA costs about $103). There are ETFs that track the small-cap Russell 2000 index (IWM) and ETFs that track the S&P Europe 350 (IEV) or the global MSCI EAFE index (EFA). A major appeal of these ETFs -- as well as of many index mutual funds -- is their low expense ratio. They charge investors an average of about 0.2 percent, or 20 basis points -- compared with 140 basis points for the average fund managed by a real human being. That's a huge difference for long-term investors. The Securities and Exchange Commission offers a handy calculator on its Web site (www.sec.gov/investor/tools/mfcc/get-started.htm) that figures total mutual fund expenses over time. For example, I assumed an investor started with $10,000 and got returns of 11 percent annually (the historic average) for 10 years. With yearly expenses of 1.4 percent, the $10,000 grew to $24,660, but with expenses of 0.2 percent, it grew to $27,831 -- or 13 percent more. Don't forget, however, that you have to pay your broker a commission to buy an ETF while you can go directly to a firm such as Vanguard to purchase an S&P 500 index fund with a low expense ratio. (Both Spiders and Vanguard Index 500 charge 18 basis points in expenses.) Also, be aware that, while ETFs and index funds are attractive, they will never beat the indexes -- which is a feat that good mutual fund managers can accomplish. After accounting for expenses, over the five years ended March 31, the Vanguard Index 500 fund returned an annual average of 10.1 percent, but such core funds as Torray (14.1), Janus (10.3 percent), Legg Mason Value Trust (15.1 percent), Fidelity Growth (12.7 percent), T. Rowe Price Capital Appreciation (13.7 percent) and Vanguard's own Growth & Income (11 percent) did even better. The third choice is your own portfolio of stocks. The trouble is that you need to buy at least 30 different companies, spread across a dozen or more sectors, to get safety through adequate diversification. For most small investors, that's far too many. My advice is to do what I do: Own about a dozen stocks plus a few ETFs or index funds plus managed funds. But mind these two rules: • Invest in stocks, ETFs and stock funds only if you can keep your money in the market for at least five years. Equities are too volatile for periods that are shorter. • Stay invested the entire time. Yes, you should sell a stock if the underlying business has deteriorated. But quickly replace it with another stock. The times you are out of the market are far more dangerous to your wealth than the times you are in it. Just last week, I received a newsletter from Franklin Templeton Investments that underlined, once more, the importance of Being There. Over the 10 years ended Dec. 31, 2001, the S&P returned an annual average of more than 12 percent. But an investor who missed merely the 10 best days out of the approximately 2,500 trading days during that period would have achieved returns of just 8 percent. An investor who missed the 20 best days, about 4 percent; the 30 best days, less than 2 percent. No one can tell in advance which days these will be, so the best strategy is to own a diversified portfolio of stocks during each and every one of them. James K. Glassman's new book is "The Secret Code of the Superior Investor."

Wall Street funziona per titoli leader - gzibordi  

  By: GZ on Lunedì 22 Aprile 2002 14:50

Wall Street funziona per titoli leader quando United Health e un paio di altri sono ripartiti si sono tirati dietro buona parte del settore ovviamente ci sono i fatti specifici e PHSY è un titolo che ha una "leva" enorme ma il segnale che lo ha sbloccato è arrivato soprattutto da un paio di leader di settore come UNH

SCAMBIO DATI minuto per minuto - gzibordi  

  By: GZ on Domenica 21 Aprile 2002 18:11

Causa un baco che al momento non siamo riusciti a risolvere la serie di dati del FIB30 minuto per minuto che usiamo per i test giovedì si è rovinata Avendo fretta, si propone uno scambio: se qualcuno ha il 2000 e 2001 del Fib30, minuto per minuto, un BUON stato (con pochi buchi) in formato XPO, Metastock o Ascii lo scambiamo con una serie completa del Nasdaq futures, minuto per minuto, continua, aggiustata per il gradino dal 1997 all'agosto 2001 formato Ascii leggibile da TS 5.0 ovviamente (quindi quasi 5 anni di dati, manca solo l'aggiornamento degli ultimi mesi, una serie storica perfetta per testare sistemi di trading sul Nasdaq future intraday) grazie per l'attenzione

Lettura Consigliata per il weekend - gzibordi  

  By: GZ on Domenica 21 Aprile 2002 03:22

Ogni volta che Bill Gross pubblica il suo Outlook occorre leggerlo. Gross gestisce PIMCO, il più grosso fondo del mondo, 240 miliardi di dollari in obbligazioni, un fondo che ha reso in media sul 9% negli ultimi 20 anni. In pratica, assieme a Warren Buffett, è al momento il personaggio più importante nel mondo in finanza. Con un suo commento negativo ha fatto cedere General Electric del 15% questo mese. Qui sotto dice una cosa molto importante per le obbligazioni e le borse ------------------------------------------------------------- William H. Gross , PIMCO------------------------- ................Mr. Immelt (GE CEO)...... said the following: “And so while, you know, a move into long-term debt will increase our funding costs slightly,…it has nothing to do with the spread between commercial paper and long-term debt because we swap into matching funds. So you know the incremental cost is de minimus.” De minimus? How could moving $11 billion from 13/4% commercial paper to 61/2% debt be “de minimus?” At first blush, it appears to be an annual increase in interest expense of about $500 million dollars, which as Everett Dirksen might have said is “real money.” But Immelt could be right if in fact they “swap” that long-term debt back into short-term floating rate paper - but only he and his Treasurer know that. This stuff is complicated folks, so I will go no further down this “swappy” trail other than to say that GE’s actual increase in interest expense might temporarily be limited to say $70 or 80 million not $500 million – if in fact they’re using interest rate swaps. And that is where I came upon what might be another brandie – and this too is where I shall leave the GE saga and move on to the broader context of Corporate America which is what I intended to do in the first place. The fresh idea (although it’s been lying in the grass for years now) was that if lots of corporations were doing the same thing, then the short-term Fed Funds rate is driving the economy. Now that of course is no brilliant observation, it has been thus for eight decades or so with a temporary disconnect in the 1940s for wartime finance. But when a creation of the last 10 years – the interest rate swap – makes it possible for Corporate America to term out their debt and still pay near commercial paper rates, then that’s a revelation – or better yet, a revolution. It means that short-term rates are even more critical to the profitability of Corporate America - to the level of the stock market - to the growth rate of the American economy than ever before. It means that Alan Greenspan dare not raise interest rates too much or risk sinking the stock market and the economy once again; it means that because his ability to raise short rates is limited, that ultimately inflation may be higher than it otherwise would be in a still near deflationary world; it means that bond investors should do certain things and not do others. And that, dear readers, is a bagful of brandies – not in the creek, but lying half-hidden in the tall grass. Explain please. Well, explanations should include proof but when it comes to the interest rate swap/derivatives market, the evidence is nearly impossible to come by. According to recent data by the Bank for International Settlements (BIS), worldwide swaps outstanding (mainly U.S.) total over $43 trillion. That’s a hunk-a-hunk of love folks: love for derivatives that in the corporations’ case may serve to reduce interest rate costs in the short run, but increase exposure/risk in the long run. Try finding these swaps detailed by amount and purpose in a 10K or annual report though. Even Sherlock Holmes couldn’t find something that wasn’t there. So I sleuthed in a different way. The following two charts show nonfinancial corporate debt and nonfinancial corporate interest expense – both as a function of annual corporate cash flow. It seems reasonable to me that if recent debt levels have risen to record highs while interest expense remains well below 1990 peaks, then corporations have got to be loaded with lots of short-term debt exposure even as they supposedly “term out” their commercial paper. Short rates have dropped from 8% to 2% since 1990 while long rates have only declined 200 basis or so. The dampening influence which permits corporate interest expense as a percentage of cash flow to appear so benign in Chart 2 has got to have come from lower short, not long rates, which in turn have resulted from large amounts of commercial paper/bank debt/ or – which is the hidden link - long-term debt “swapped” back into floating. Corporate interest expense truly does appear to be “de minimus” and probably because of swapped liabilities into the front-end of the yield curve. De minimus is as de minimus does, or better yet, de minimus is as long as short rates stay low. But corporations, which load up on the short side with visible CP, bank debt, or invisible swap lines, are truly taking an open-ended risk of loss. Swaps hold no magic really – if short rates move up, one side loses while the other gets paid and if corporations with short-term liabilities are on the losing side of that trade then profits, the stock market, and the economy all feel it when the Fed marches upward. An increase of 175 basis points in short rates from 1999 to the fourth quarter of 2000 was a factor in causing a mild recession in 2001. Does Greenspan dare do more in this next tightening cycle? Nay – he will do less once the 9/11 emergency reductions have been taken back to a more normal 3% or so. Too many big time “players” on the short side. The systemic risk is certainly anything but de minimus. And because Greenspan must keep short rates relatively low, the risk of inflation in future years will be greater than otherwise, the yield curve will remain more positively sloped than otherwise, and the dollar will ultimately be weaker than otherwise. Bond investors should therefore continue to emphasize the front-end of the yield curve, avoid long-term bonds and keep durations close to index levels. As explained in the January Investment Outlook, the bond bull market is over and “spread” strategies employing mortgage, corporate and emerging market debt should dominate near term. These are the brandies of the moment. Intelligent investors will know how to cash them in, but the price these days has moved far beyond the fifty cents standard of my vanished youth.

E i titoli "mancati" ? - Gzibordi  

  By: GZ on Sabato 20 Aprile 2002 19:44

Comprare in trend mi pare sia caratteristico di mercati toro e non ho l'impressione di viverne uno ---------------------------------- sicuramente in media era meglio comprare solo su correzioni e quando i titoli cedevano e non nei momenti di forza. Se uno guarda ora l'andamento oscillante di molti titoli. Ma i titoli "mancati", quelli che si sono visti, segnalati e discussi come buy e su cui si è "..aspettato uno storno.." ? In questo periodo ce ne erano più del solito. Il problema è quello delle opportunità perse in questo modo, che non si vedono a bilancio perchè appunto non esistono, sono andate perse e uno vede solo i titoli che ha e dopo un poco non ricorda più quelli "mancati". Ci sono infatti diversi esempi a contrario, dove comprare "sulla forza" avrebbe funzionato come MPS, Bipop e Pop Milano suggeriti di recente, AFCI segnalato al nasdaq martedì o i titoli auriferi come Agnico Eagles Mines, (AEM) BVN, PAAS, SIL Questi sono tutti titoli che ho segnalato diverse volte nel trading track e anche indicato in articoli in home page e però ho esitato a mettere nei portafogli appunto perchè mi sembravano troppo "tirati". Col risultato che sono salite assai, ma sono rimasti suggerimenti di trading e non di portafoglio per questa timidezza nel comprare sul trend e nel cercare lo storno. Inoltre, più in generale, sui titoli piccoli e medi ci sono dei trend definiti e forti e ricordo che l'indice americano dei titoli medio-piccoli S&P 400 (non l'S&P 500!) ha superato il massimo assoluto QUESTO MESE ! Modificato da - gzibordi on 4/20/2002 21:23:11

Quanto Costa lo "scivolamento" di prezzo - Gzibordi  

  By: GZ on Sabato 20 Aprile 2002 19:02

E' una questione molto grossa quindi (anche se già affrontata diverse volte). Per ogni gestione che si avvicini alle 100 operazioni l'anno, i COSTI sono molto importanti. Molti sistemi e molti "consulenti" sono buoni solo sulla carta e non nella realtà. Quello che si può fare è: 1) cercare di non andare sopra le 80-100 operazioni per anno, per ogni 100 mila euro investiti come regola "a spanna" 2) cercare di comprare anche quando scende ( e di vendere quando sale) e non sempre il contrario (come fanno tutti) 3) scegliere il più possibile titoli liquidi e se si va su titoli poco liquidi stare molto attenti al momento esatto di acquisto(su un cedimento preferibilmente) Dappertutto si pubblicizza: "... +38% all'anno dei suggerimenti del portafoglio BlueStarDeltaBest !! ...". Ma questo 38% è stato fatto con 200 operazioni quasi tutte soggette a forte "scivolamento" negativo nell'esecuzione ? Oppure con 70 operazioni di cui molte in controtendenza (comprando quando scende e viceversa) e quindi a volte con scivolamento "positivo" ? La consulenza è di due generi: quando l'onere dell'esecuzione è sutto sull'utente e quando si cerca di simulare in tutto e per tutto la realtà di chi riceve i suggerimenti. Facciamo l'esempio della Popolare Milano citato da un altro signore oggi come un vero errore (una differenza mi sembra dell'1.3% rispetto al prezzo effetivo a cui era possibile acquistare al momento dell'SMS) Lo stesso titolo era stato suggerito nel Trading Track due giorni prima, a un prezzo più basso, come "trading". Ogni giorno nel "Track" c'è un suggerimento "veloce", cioè per comprare e tenere il titolo uno o due giorni. Qui il problema dello "scivolamento" è demandato all'utente che decide lui se, data l'ottica a breve valga la pena o meno. In questi casi NON si manda un SMS e si pensa che chi lo legge si arrangi un poco da solo, nel senso che la logica del trading track è di dare diverse indicazioni a chi si collega durante il giorno e vuole fare operazioni rapide. E dato che si indica anche la tendenza del mercato in generale in pratica uno invece di comprare il fib3 (se non fa futures) compra Bipop o la Pop. Milano o Advanced Fiber Comunications suggerite in parallelo a Fib30 e S&P. E viceversa può utilizzare l'indicazione sulla tendenza del mercato in generale per uscirne. Ma non lo misuriamo perchè sono troppi segnali e troppo veloci. Con questo a mio avviso è utile, io sono abbonato a 5-6 report a rotazione tutto l'anno e quasi tutti sono di questo genere, lasciano a me l'onere dell'esecuzione. Per i Portafogli invece c'è sempre un SMS e le % aggiornate e misuriamo tutto. In media ci sono 80-90 operazioni all'anno al massimo e se guardate sotto "report week" (in home page) vedete che è raro che le perdite e guadagni siano del 3% o 4%, ma sono quasi sempre a due cifre. Quindi se uno entra con un 1% di differenza rispetto al prezzo indicato in peggio non fa molta differenza. A volte vale nei due sensi, perchè ho indicato ad es di vendere 4 titoli americani giovedì e se uno non lo faceva subito (perchè era sera tardi e due linee cellulari non andavano) ma il giorno dopo in media in apertura venerdì erano uguali o più alti di giovedì sera. Non c'è dubbio che ci sia un deterioramento, ma questo succede anche quando si fa un analisi in proprio, si vede a monitor un segnale e poi si cerca di eseguirlo. In ogni caso per i portafogli se la differenza è superiore al 2% almeno rispetto al prezzo di SMS allora magari uno aspetta e spera in un piccolo storno. Sotto il 2% direi di no, perchè per gli SMS si spera sempre che siano posizioni da tenere settimane. Modificato da - gzibordi on 4/20/2002 18:7:1

siamo in troppo pochi a essere ansiosi - gzibordi  

  By: GZ on Sabato 20 Aprile 2002 00:08

allo scopo di ridurre la volatilità del portafoglio VENDO BRCM a 38$ ---------------------------- io vendo titoli nasdaq e compro argento persino Beppe vende la sua solita Broadcom con la scusa della volatilità per fortuna che ci siamo noi due a raffreddare un poco il sentiment perchè qui invece se si guarda il portafoglio di suggerimenti del forum qua a sinistra si va ancora per il 70% su titoli nasdaq senza mai scoraggiarsi (con lodevoli eccezioni come imagine e banshee) inoltre nessuno più fa l'orso menagramo pessimista (solo un poco rael sul fib30 mi sembra) e addirittura qui si compra Microsoft dopo che wall street l'ha pompata oggi a sfinimento, per compensare i risultati poco brillanti annunciati speriamo bene, ma siamo in troppo pochi a essere ansiosi e scettici

Commento perfetto - gzibordi  

  By: GZ on Venerdì 19 Aprile 2002 18:47

Questo è un esempio perfetto di analisi stamattina tutta Wall Street ha fatto muro e si è precipitata a dare nuovi Buy su Microsoft per paura che facesse franare il mercato e questo ha rovinato l'apertura sarebbe stato molto meglio una bella apertura bassa e poi una lenta risalita ora magari tocca scendere a causa di questa manovra stupida ----------------------------------------------------------- The analysts did a good job of messing up what would have been some good trading this morning. If they hadn't come out with their knee-jerk upgrades and positive comments on Microsoft (MSFT:Nasdaq) and a few other stocks we would have gapped down and then worked our way back up. Instead we get this rather lame positive open and are struggling to stay in the green. The Microsoft support -- by the institutions that have to love it -- is simply too transparent for the market to be fooled for very long. There is a lot of talk about how the market has held up well despite a barrage of bad news. We tested the February lows and held that area well. We need to build some momentum and put together a couple positive days to put a new trend in place. The semiconductors are trying to stay in positive ground. Retail and biotechnology are looking OK but I'm not seeing a lot of big gainers on good volume. We are drifting down and looking for some footing. I think the makings of a rally are starting to brew but it is still early. When more individual stocks start popping up on my screens I'll put more money to work.

Il meno previsto è lo zero percento - gzibordi  

  By: GZ on Venerdì 19 Aprile 2002 15:16

è un calcolo matematico l'intervallo di valori (per il rendimento dell'S&P 500 nel 2002) PREVISTO DAL NUMERO PIU' BASSO DI STRATEGISTI DI WALL STREET è quello che ha più probabilità di verificarsi per il 2002 è quello di -5% +5% CIOE ZERO PERCENTO

Powell In Medio Oriente - gzibordi  

  By: GZ on Giovedì 18 Aprile 2002 23:16

----------- da stratfor.com ------------------------- Powell's Middle East Trip Not a Failure 17 April 2002 Summary U.S. Secretary of State Colin Powell's visit to the Middle East has widely been called a failure. But Washington was less concerned with ending the impasse in Israel than with building a coalition of consensus among its Arab neighbors, and on that score Powell likely succeeded. Analysis U.S. Secretary of State Colin Powell's 10-day Middle East peace mission, which is wrapping up in Egypt April 17, has been called a failure by most of the international press. Powell left Israel after failing to secure a cease-fire deal between Israel and the Palestinians, calling such an agreement irrelevant at the moment. There is no question that Powell's efforts to break the impasse between Israeli Prime Minister Ariel Sharon and Palestinian leader Yasser Arafat were unsuccessful. But that does not necessarily mean his trip was a failure. All the evidence suggests that calming the situation in Israel was a secondary priority, while Powell's main mission was to gain cooperation from the region's Arab states to keep the conflict contained. On that score, Powell seems to have succeeded. Washington sent Powell to the region as a salve for growing anti-U.S. and anti-Israeli protests in Arab states triggered by the Israeli offensive in the West Bank. The purported purpose of the visit was to bring about a cease-fire and restart peace negotiations between Israel and the Palestinians. But there were no indicators that either side was interested in talks, and in fact the Israeli offensive suggested the exact opposite -- that no negotiations would be possible. Powell also took a week to arrive in the region, suggesting no urgency in the U.S. agenda. Sharon's government did finally offer a timeline for a limited withdrawal from the West Bank. But that was hardly a victory for Powell, since at the start of the now three-week-old offensive, the Israel Defense Forces said the campaign would take about three to four weeks. At the same time, Powell concentrated his efforts on keeping the conflict contained within Israel and advancing the U.S. efforts toward long-term stability and Arab cooperation on issues like al Qaeda and Iraq. The secretary of state traveled to Morocco -- where he met with Saudi Crown Prince Abdullah as well -- Egypt, Spain and Jordan before heading to Israel late last week. Even after finally arriving in Israel, he took a side visit to Lebanon and Syria and ended his trip with another stop in Cairo. Overall, Powell spent as much time in neighboring Arab states as in Israel itself. What agreements and assurances he received from Arab leaders are unclear. Little emerged from Powell's meeting with Syrian President Bashar Assad. Yet his visit, coming after several months of shuttle diplomacy and back-channel talks between Washington and Damascus, suggests that Powell did not come away empty handed. And the relative calm along Lebanon's southern border -- following weeks of cross-border attacks by militants in southern Lebanon -- indicates that neither Damascus nor Beirut wants the conflict in Israel to spread north. Cooperation with Egypt and Jordan is assured -- at least to some degree. Both nations want Washington to pressure Israel to withdraw from the territories and re-enter talks. But at the same time, neither is willing to risk hostilities with Israel or their relations and financial aid from the United States. Powell's visit to Cairo did end on a sour note when Egyptian President Hosni Mubarak cancelled a meeting scheduled for April 14. But that does not signal a refusal to ally with Washington to keep the conflict in Israel boxed up. Indeed, Syria, Egypt, Jordan and Lebanon are all likely to continue some level of cooperation with the United States regarding Israel for the simple reason that none of them at this moment wants the conflict to spread.

Da Voi A Milano cosa si dice ? - gzibordi  

  By: GZ on Giovedì 18 Aprile 2002 20:08

i mercati mondiali sono andati nel panico per due minuti sulla notizia di un aereo sul Pirellone a Milano

Dollaro-petrolio-oro-bond incastrati - gzibordi  

  By: GZ on Giovedì 18 Aprile 2002 17:47

però il grafico del dollaro è molto netto al momento sarà perchè era da due settimane che lo aspettavo la cosa bella però è che è tutto incastrato anche il petrolio e il bond hanno un punto critico per cui se il dollaro oggi in chiusura tiene e l'S&P non fora il minimo di ieri hai uno scenario in cui gira tutto dollaro, S&P e petrolio e bond e hai 4 trade

La previsione 2002 probabile - gzibordi  

  By: GZ on Giovedì 18 Aprile 2002 16:56

Il metodo per prevedere l'esito della borsa nel 2002 più bello è quello di Ken Fisher basato sul principio cardine della teoria finanziaria moderna e cioè che per definizione la borsa non può andare nella direzione in cui la maggioranza degli operatori importanti è già posizionata quindi se si prendono gli strategisti più importanti delle case di investimento e le loro previsioni per il 2002 l'esito finale, indipendemente dal fatto che i singoli strategisti siano più o meno intelligenti, è dato da dall'"affollamento" delle loro previsioni. Se molti prevedono un +10% questo stesso fatto impedisce che si realizzi ad es Questo procedimento non ha niente a che fare con il fatto che si "sbaglino" uno per uno. Quello che conta è che non può salire se la maggioranza gente ha comprato ad es e non può scendere se la maggioranza ha già venduto Non è un concetto semplice da comprendere, ma quando si impara a usarlo è molto utile e Ken Fisher ad es ha avuto molto successo con la sua previsione annuale basata sugli strategisti Ecco il risultato 2002, ritagliatelo e conservatelo e a natale 2002 vediamo (ho dato un occhio a quesi calcoli per vari anni e il 2001 in particolare mi ha molto stupito e convinto)

Put e Call Sbilanciate - gzibordi  

  By: GZ on Giovedì 18 Aprile 2002 15:28

in effetti siamo a 32.600 e su maggio la call 33.500 costa 480 la put "simmetrica" 31.500 costa 228 e la call 34.000 costa 320 la put "simmetrica" 31.000 costa 164 un ratio di 2:1 non è molto incoraggiante

Merril Lynch LT Buy = Immondizia - Gzibordi  

  By: GZ on Giovedì 18 Aprile 2002 03:53

Merril Lynch è nei guai dopo che hanno sequestrato le mail interne degli analisti ecco la differenza tra il consiglio ufficiale di Merril sul tiolo e quello che dicevano gli analisti internamente nelle mail del titolo traduzione: "piece of crap" = sterco o immondizia "piece of S--t" = sterco "junk" = immondizia Edited by - gzibordi on 4/18/2002 10:30:5

Possibile che non lo noti nessuno ? - gzibordi  

  By: GZ on Mercoledì 17 Aprile 2002 17:26

massimo ragiona sul lungo periodo per il dollaro altri nel post trading future vanno al ribasso del dollaro canadese possibile che sia solo io a vedere una grossa frana del dollaro USA su TUTTE LE VALUTE e che fa guadagnare se solo si vende dollaro su qualunque valuta ? sono pieno come un uovo di valute di tutti i genere contro dollaro e c'è solo l'imbarazzo della scelta al momento (salvo il peso !!) ecco qua il canadese che ho raccomandato (contro dollaro sul forum 3 giorni fa)

Nessun pasto è gratis - Gzibordi  

  By: GZ on Mercoledì 17 Aprile 2002 14:08

contrariamente a quello che si pensa esistono attività Non Profit in Italia e il forum qui sotto ne è un nobile esempio la perdita di partecipanti al forum può essere un fatto triste per chi aspira a giocare in borsa rischiando milioni attingendo a opinioni di altri senza spendere una lira, ma qualcosa mi dice che guadagnare milioni di lire (migliaia di euro) senza fare un serio lavoro in proprio e copiando pareri altrui solo perchè gratuiti (l'albero della cuccagna insomma) non esiste contrariamente a quello che lei immagina dal mio punto di vista "gestore forum/sito " c'è un costo in termini di tempo e fastidi non proporzionato al beneficio su questo forum c'è chi ha invitato a denunciarmi alla FTC americana, chi alla guardia di finanza indicando anche l'indirizzo a cui scrivere, chi ha passato l'estate a dirmi di chiudere baracca, chi ha chiesto 8 volte alla giorgia di cancellargli la password per poi risorgere miracolosamente coma lazzaro (non lei che è solo arrivato a 2 o 3 riapparizioni) chi si lamenta in pubblico di segnali pessimi dopo che per mesi non aveva aperto bocca per quelli ottimi (martedì scorso c'era allegra animazione sul forum quando ho sbagliato un fib30 e oggi che ne ho chiuso uno da 1.300 punti + analogo S&P atmosfera fiacca) nei riguardi di maiocco che conosco e ho incontrato personalmente diverse volte, oltre a avere grossi interessi finanziari in comune (nella forma di 60 euro mensili) ha dato i segnali per l'italia di migliori (e su titoli liquidi ) e a differenza di quasi chiunque altro firma con nome e cognome nonostante ciò si cerca di non essere parziali ma nel merito, parlando da "utente del forum" aveva solo ragione Comunico che chi voglia di nuovo rivolgersi alla giorgia per chiedere di cancellare, ripristinare e ricancellare la propria password o nickname e simili d'ora in poi incorrerà nel costo di euro 19. Nessun pasto è gratis come diceva Friedman. E mi sono scocciato aggiungo io. Modificato da - gzibordi on 4/17/2002 12:12:20

mediolanum è una call sul MIB30 - Gzibordi  

  By: GZ on Mercoledì 17 Aprile 2002 12:41

mediolanum non è semplicemente una call sul MIB30 ? quando pensi che il MIB30 salga hai due alternative, comprare call MIBO o comprare Mediolanum... tuttavia al momento Mediolanum tira meno del mib30 per cui forse convengono le semplici call sul Mib30 senza contare che mediolanum è lo short ideale di lungo periodo del mib30

Giocate in borsa e dateci un taglio - Gzibordi  

  By: GZ on Mercoledì 17 Aprile 2002 00:07

Ho notato che da parte di diverse persone, una volta deciso le antipatie o anche i pregiudizi ideologici, vengono ignorati anche suggerimenti clamorosamente profittevoli e le beghe personali pesano in quello che scrivono nel forum più dei soldi per cui hai il fenonemo curioso che se uno del tuo "partito" o "gruppo affine" suggerisce una cosa anche mediocre la citi e discuti e se uno del partito avverso ti mette in mano un OPA lo insulti per giorni e giorni Lo so anche io da tempo, perchè ad es quando il 20-22 febbraio io ho indicato un mega segnale di acquisto sul minimo esatto, (quasi unico in italia strano ma vero) con sui faceva un sacco di soldi il gruppo dei partito avverso si è offeso e molti sono emigrati in settembre-ottobre ho fatto un colpo simile insistendo che era il punto in cui andare tutto in azioni ecc.. idem Quando ho sbagliato alla grande in luglio e agosto viceversa il forum era animatissimo e toccava i massimi di traffico di gente che me ne diceva di tutti i colori per cui che ci sia traffico o meno conta fino a un certo punto, anzi forse poco e niente Come mai ? La spiegazione è probabilmente che queste persone non giocano più di tanto in borsa e la usano come passatempo. Non voglio essere scortese, ma leggendo i post si capisce chiaramente chi suda quando i prezzi si spostano e chi ne parla come se fosse la partita di calcio che è bella perchè consente di fare tante chiacchere e sfogarsi un poco. Il motivo per cui chi fa casino è in genere non abbonato è semplicemente che pagare qualcosa è un sintomo di un qualche impegno reale (ovvio che ce ne sono altri come comprare un attrezzatura adeguata o altri report e servizi ecc.. ) prego di credere che il tempo mio e di chi collabora con me sarebbe speso con più profitto a fare una contabilità esatta e evidente dei soldi guadagnati con i segnali inviati di recente, che sono parecchi che non a cancellare i post di questo o a rispondere a quello ci sarà pure un motivo per cui nessun servizio di consulenza si prende la briga di tenere un forum per quanto mi riguarda è completamente indifferente che esista o meno se devo perdere tempo come oggi a fare da baby sitter ai piagnistei di gente che parla solo di se stessa, dei suoi amichetti del cuore e dei suo orribili nemici virtuali che li minacciano Modificato da - gzibordi on 4/16/2002 22:8:18