Re: God bless America ¶
By: XTOL on Martedì 20 Dicembre 2022 22:46
Last edited by: XTOL on Martedì 20 Dicembre 2022 22:47, edited 1 time in total.
By: XTOL on Martedì 20 Dicembre 2022 12:36
sei proprio scemo, eh?
quella è una traduzione, ce la fai a capire queste che per i normali sono ovvietà?
Quella che segue è la traduzione integrale della settima puntata dei TwitterFiles. Finora il capitolo senza dubbio più esplosivo di tutta la saga dei TwitterFiles. Michael Shellenberger lo dedica interamente alla storia del laptop di Hunter Biden e a come essa è stata screditata non solo su Twitter, ma su tutte le piattaforme social e i principali media americani. L’FBI e la comunità dell’intelligence hanno iniziato a screditare l’ormai famoso articolo del New York Post addirittura prima che esso venisse pubblicato il 14 ottobre 2020. Per usare le parole di Shellenberger, vi fu “uno sforzo organizzato da parte della comunità dell’intelligence per spimgere Twitter e altre piattaforme” a screditare la credibilità dell’articolo, insinuando che si trattava di un’operazione di “hack and leak”, ossia in pratica di materiale “piantato” intenzionalmente nel portatile di Hunter Biden o frutto di una campagna di disinformazione russa. In realtà, non vi era alcuna informazione di intelligence che inducesse a pensare ciò e gli stessi dirigenti di Twitter per diverso tempo hanno smentito di aver individuato la presenza di qualsiasi influenza straniera sulla propria piattaforma. Ma alla fine Twitter ha ceduto alle pressioni dell’FBI, anche perché “a partire dal 2020, c’erano così tanti ex funzionari dell’FBI che lavoravano a Twitter che avevano creato il loro canale Slack privato e un modello di accoglienza per dare il benvenuto ai nuovi arrivati dall’FBI”. Dunque, l’FBI era in possesso da più di un anno del materiale inviatole dal riparatore di computer del Delaware, fingendo di lavorarci sopra, quando in realtà cercava solo di insabbiarlo. Quando ha saputo che il New York Post avrebbe reso pubblica la notizia, ha agito su tutte le piattaforme social e i media che controllava per fare in modo che la notizia venisse censurata o screditata.
By: antitrader on Martedì 20 Dicembre 2022 12:33
Mo' giubbe rosse mo' ?
Pirla ! Cancella martino, i libertari (e la sterminata collezione) e abbonati a questo:
(costa anche meno), almeno un tentativo di decazzarizarsi e tornare nel mondo civile no eh ?
By: XTOL on Martedì 20 Dicembre 2022 12:16
Quella che segue è la traduzione integrale della settima puntata dei TwitterFiles. Finora il capitolo senza dubbio più esplosivo di tutta la saga dei TwitterFiles. Michael Shellenberger lo dedica interamente alla storia del laptop di Hunter Biden e a come essa è stata screditata non solo su Twitter, ma su tutte le piattaforme social e i principali media americani. L’FBI e la comunità dell’intelligence hanno iniziato a screditare l’ormai famoso articolo del New York Post addirittura prima che esso venisse pubblicato il 14 ottobre 2020. Per usare le parole di Shellenberger, vi fu “uno sforzo organizzato da parte della comunità dell’intelligence per spimgere Twitter e altre piattaforme” a screditare la credibilità dell’articolo, insinuando che si trattava di un’operazione di “hack and leak”, ossia in pratica di materiale “piantato” intenzionalmente nel portatile di Hunter Biden o frutto di una campagna di disinformazione russa. In realtà, non vi era alcuna informazione di intelligence che inducesse a pensare ciò e gli stessi dirigenti di Twitter per diverso tempo hanno smentito di aver individuato la presenza di qualsiasi influenza straniera sulla propria piattaforma. Ma alla fine Twitter ha ceduto alle pressioni dell’FBI, anche perché “a partire dal 2020, c’erano così tanti ex funzionari dell’FBI che lavoravano a Twitter che avevano creato il loro canale Slack privato e un modello di accoglienza per dare il benvenuto ai nuovi arrivati dall’FBI”. Dunque, l’FBI era in possesso da più di un anno del materiale inviatole dal riparatore di computer del Delaware, fingendo di lavorarci sopra, quando in realtà cercava solo di insabbiarlo. Quando ha saputo che il New York Post avrebbe reso pubblica la notizia, ha agito su tutte le piattaforme social e i media che controllava per fare in modo che la notizia venisse censurata o screditata.
By: pana on Venerdì 16 Dicembre 2022 12:00
dai dai dai...
sentiamo le urla di dolore dei libertari nocensura bous
dai dai sentiamo lo sdegno di quelli che "twitter ha bannato trump perche temuto outsider...ahahah"
musk banna i giornalisti che hanno seguto il takeover di twitter
Former MSNBC host Keith Olbermann, The New York Times’ Ryan Mac, CNN’s Donie O’Sullivan, Mashable’s Matt Binder, and journalist Aaron Rupar were also suspended Thursday evening. Many of the reporters regularly covered Musk’s takeover of Twitter in recent months.
Twitter just banned prominent journalists who cover Elon Musk with no warning | TechCrunch
assordanti silenzi dei no censura boys
By: pana on Giovedì 15 Dicembre 2022 13:05
oi oi oi oi trapo sdengh
perderebbe contro ron de santis
Republican support for 2024 Trump bid falling, poll shows (nypost.com)
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