VACCINI e MORTI IN ECCESSO

 

  By: traderosca on Martedì 15 Gennaio 2013 01:09

"Oscar, anche io ti voglio bene, ma sono preoccupato nel vedere quanto profondamente sei scollegato dalla realtà. E' incredibile come sei incapace di collegare in modo logico gli argomenti. Ti si postano numeri e rispondi con assurdità senza senso. Amen." Pablo,ma tu forse hai qualche problema!!!ho fatto una cronostoria di 50 anni del nostro paese,sicuramente per problemi di sintesi non perfetta,ma se interroghi la stragrande maggioranza di economisti penso che siano d'accordo con la mia esposizione..... Propongo a questo punto anzichè guardare al passato di fare proposte di come risolvere il problema drammatico in cui ci troviamo consultando i tuoi colleghi qui sotto,dubitando per ovvi motivi in una soluzione positiva......... buona notte

 

  By: lutrom on Martedì 15 Gennaio 2013 01:03

Giorgio, devo dirti che secondo me hai ragione?? E' come nella scuola (attenzione, in campo scolastico sono un tecnico, veramente, e non come in economia dove sono un semplice lettore: con due lauree, diversi corsi di perfezionamento ed un master, quattro diverse abilitazioni all'insegnamento, vicepreside per diversi anni, qualche pubblicazione): ebbene, nella scuola frotte di sommi tecnici-docentoni universitari si interrogano su cosa insegnare e sui metodi di insegnamento; sono stati capaci di sparare le maggiori czpzzatt-e di tutti i tempi (insegnamento per competenze, per moduli, didattica breve, ecc. ecc.). La realtà è che, tranne alcune novità, vi è ben poco di nuovo sotto il sole (la verità spesso è semplice!!): lo studente deve sudare per apprendere, lo studente non deve solo imparare a memoria ma anche comprendere, il docente deve farsi capire, il docente non deve trasmettere solo nozioni ma deve anche aiutare il ragazzo a crescere, deve aiutarlo a guardarsi dentro, se sei solo un secchione io ti dico di guardare fuori dai libri perché il mondo è grande, devo richiamare lo studente che non studia, ecc. ecc. Purtroppo le maree di cavolate partorite dai sommi somaroni docentoni tecnici (che io paragono a Rigor Mortis, mutatis mutandis) hanno contribuito a rovinare la scuola: ci sono docenti veramente depressi perché si sentono inadatti in quanto "irretiti" dalle maree di cavolate che leggono proveniente dai grandi somaroni-docentoni-tecnici universitari. Giuro su quanto segue: nella mia scuola è venuto uno di questi sommi docentoni (famosissimo nelle scuole italiane ed ormai quasi ottantenne,che vive facendo soldi su soldi con corsi del genere!!!) a fare un corso di aggiornamento per i docenti insieme ad alcuni cretini docenti universitari che lo aiutavano: ebbene, GIURO, una sola docente ( su una quarantina) ha detto che questo corso è stato utile (infatti gli studenti la odiano, nessuno dei suoi studenti apprende, lei spiga cose che neanche lei capisce), TUTTI gli altri docenti hanno detto che questo corso è stata solo una marea di cavolate!!! Qui c'è da riflettere, e molto: se in economia abbiamo degli individui del genere (non tutti, magari, infatti sono sufficienti alcuni) come sommi esperti alla guida di governi ed organismi internazionali (per le scelte in campo economico), qui rischiamo veramente una guerra mondiale o il ritorno al Medioevo!!!! Anche la Madonna è preoccupata (e ci dice che il demonio complica le cose per ingannarci): ^clicca qui...#www.medjugorje.ws/it/^

 

  By: giorgiofra on Martedì 15 Gennaio 2013 00:33

Lutron, ci sono domande elementari che richiedono risposte semplici, che purtroppo i tecnici non danno. Esistono merci in abbondanza, ed esiste una grande capacità produttiva sottoutilizzata. Esistono infrastrutture, fabbriche, tecnologia, conoscenze, esperienze. Ma che kazzo di crisi è questa? Esiste una quantità di debito immensa, con la conseguenza che esiste una quantità di crediti altrettanto immensa. Si può sapere chi sono i creditori, e come hanno fatto a prestare questa immensa quantità di denaro? Sappiamo che la percentuale più ricca della popolazione sta aumentando la propria ricchezza, mentre il resto della popolazione si sta impoverendo. Perchè accade questo? Si tratta di un processo inevitabile? La tecnologia aumenta a tal punto la produttività che, con il tempo, la quasi totalità delle produzioni di beni e di servizi saranno automatizzate, producendo una immensa disoccupazione di massa. Ma se la maggioranza della popolazione non avrà reddito, a chi venderanno i beni ed i servizi? Si parla di un grosso problema per le pensioni. Ma perchè è un problema se il lavoro del 10 per cento della popolazione sarà in grado di produrre più ricchezza di quella che produceva il lavoro del 50 per cento della popolazione? Se i debiti pubblici sono impagabili, e sono sostenibili esclusivamente con un aumento costante della ricchezza, non ci troviamo in un sistema folle in cui non è possibile fermarsi? E l'obbligo della crescita continua non è una prigione? A queste semplici domande nessuno mi da una risposta, apostrofandomi con sufficienza come un idiota incapace di capire i misteri dell'economia e gli arcani della finanza. La mia esperienza mi insegna che quando le cose sono complicate o non funzionano o sono false. Ero e rimango convinto che si tratti di una grande, immensa truffa.

 

  By: Lelik on Martedì 15 Gennaio 2013 00:27

>Sta per aprire bocca Brancaccio su la7 Peccato, ma io ho spento. Non riuscivo più ad ascoltare Giannino & company. Rischiavo di svegliare il bimbo e spaccare la TV. Mi è venuta pure una bella rabbia. L'ho sfogata scrivendo un post polemico sul sito finanza e lambrusco dove un solito disinformato ha scritto un articolo tutto disinformazione sulle colpe di noi italiani e sul rigore dei bravi tedeschi che ci hanno concesso di "imporci" l'Euro. Chissà mai se lo pubblicano. Non c'è via d'uscita... Però io Lmwillys non voglio il game over che tu auspichi. A quel punto, non c'è ritorno. Non rinasce l'araba fenice. Ci si scannerà per il poco che c'è. Ci daremo la colpa tra di noi come vecchi dementi (e già ci sono i segni in tal senso in questo forum). E non ci sarà nulla di speranza per mio figlio, se non l'emigrazione. Io non vorrei quell'epilogo, ma lo temo veramente; non vedo luce in fondo al tunnel.

 

  By: lutrom on Martedì 15 Gennaio 2013 00:27

Pablo, ok, giusto, ma se tu con un dito indichi il cielo ma alcuni si ostinano a vedere SOLO il dito, allora c'è poco da fare...

 

  By: pablo on Martedì 15 Gennaio 2013 00:15

Io non credo che sia esattamente così Giorgio. Penso invece che i tecnici necessitino di guide "illuminate" perché il loro lavoro, sempre in bilico fra paradiso e inferno, giunga a buon fine. L'umanista è chiamato a vedere ciò che di buono fa il tecnico, mentre non accade quasi mai il contrario. Questo perché il tecnico è chinato sulla materia, e la materia permette di ottenere grandi risultati ma corrompe, ingloba in sé. L'umanista invece deve muoversi al di sopra della materia, in un mondo di significati ideali che per il tecnico non hanno valore (estremizzo ovviamente), o ne hanno in misura inferiore rispetto a ciò che è materiale. L'umanista deve vedere la struttura e poi, come un buon orologiaio, piazzare ogni ingranaggio così da fare in modo che il meccanismo funzioni. Il tecnico invece deve fornire ingranaggi ben oliati, ma non è necessariamente tenuto a conoscere il funzionamento di tutto il meccanismo, o meglio, non è portato per capire le conseguenze che il meccanismo ha sulla vita degli uomini. Il compito del tecnico è di far sì che la macchina funzioni. Il compito dell'umanista è di fare in modo che la macchina sia messa al servizio dell'umanità, e di intervenire se ciò non accade (o non accade più). Per questo, di fronte a una crisi epocale e sistemica, il tecnico si pone di fronte al sistema che implode come un naturalista si porrebbe di fronte a un vulcano che erutta improvvisamente: non gli viene in mente che il sistema economico è una creazione degli uomini e perciò gli uomini possono cambiarlo a loro piacimento, quando vogliono, sia pure con la necessità di un tempo di assestamento. Il tecnico invece pensa che il sistema sia irreversibile, lo "deifica", e non gli passa per la testa che possa essere sostituito con qualcosa di anche diametralmente opposto, se necessario. (Ci sono anche tecnici-umanisti, ma questo è un altro discorso, anche perché nei tecnici umanisti alla fine la ragione prevale sull'istinto materiale). Un perfetto esempio di questa ossessione-dicotomia fra spirito e materia, che spesso porta a squilibri clamorosi, è dato dagli avari, dagli accumulatori di denaro. Per solito, si tratta di persone ossessive e ossessionate dai soldi. all'inizio magari per motivi che accomunano tutti (ricerca del benessere, di una sicurezza ecc.). Poi però alcuni sviluppano una vera e propria sindrome, che li porta ad "adorare" il denaro. Per queste persone il denaro (materia) finisce per rappresentare il fine ultimo, accumularlo è la fonte di un piacere morboso e malsano, sino a che, nei casi più gravi, il denaro accumulato è IL fine e non più un mezzo per vivere bene.Per cui diventano avari, ne hanno a tonnellate ma non lo spendono. Non rendendosi conto di diventare, insieme ai loro soldi, polvere. Polvere inerte e senza vita mentre sono ancora in vita. Non li usano, non restituiscono loro valore. Li polverizzano accumulandoli e lasciandoli lì. Quando le pulsioni materiali non sono guidate dalla saggezza spirituale, ciò che ne deriva è uno squilibrio, una patologia. Nella società, nel sesso, nell'accumulo di denaro, nel lavoro, in ogni cosa.

non è una vera crisi, manca solo la moneta - lutrom  

  By: lutrom on Martedì 15 Gennaio 2013 00:02

Ok, sarà tutto giusto quello che dicono i tecnici, ma secondo me le vere crisi c'erano nel Medioevo (insomma nel passato), quando mancava il cibo, mancavano le cure, insomma c'era crisi perché le cose MANCAVANO, la crisi era INEVITABILE. Leggo tante belle storielle di storici sul Medioevo, storici che danno addosso ai feudatari, alla Chiesa, ecc. ecc.: avranno pure ragione, ma il punto è che, se mancava il grano, se c'era una siccità tremenda, se le pecore morivano tutte di peste, ecc. ecc. i feudatari, l'imperatore e la Chiesa (magari corrotta) NON POTEVANO CREARE IL CIBO DAL NULLA; certo, se avessero mangiato un po' meno qualche povero in meno sarebbe morto di fame, ma il problema era fondamentalmente IRRISOLVIBILE (nella maggior parte dei casi), quindi dare addosso a quei potenti è giusto ma fino ad un certo punto!! Poi, quegli stessi storici (che si occupano magari anche di storia economica), invece ti dicono che oggi dobbiamo seguire alla lettere quello che dice Rigor Mortis ed il FMI, che l'euro è inevitabile (ma -queste cose le ho lette e non le invento- per la storia del passato dicevano che se l'Europa fosse stata assoggettata da un solo imperatore, come ad esempio Carlo V, allora sarebbe stato negativo per la nostra civiltà che non si sarebbe sviluppata come è avvenuto poi grazie alla diversità tra i paesi, invece oggi dovremmo eliminare tutte le diversità, anche rispetto al resto del mondo perché c'è la globalizzazione) poi questi storici-economisti dicono che le banche sono società per beneficenza e fondazioni, che le imprese devono essere grandi, multinazionali e non le piccole imprese italiane, ecc. ecc.; però i tizi -e molti qui dentro che hanno la pancia piena- dimenticano che oggi non conosco una sola attività che stia in crisi perché manca qualcosa (pane, ecc.), tutte sono in crisi perché non riescono a vendere, producono ma nessuno compra. Secondo alcuni, i potenti di un tempo avevano colpe perché la società era ingiusta e non c'era democrazia (però resta il fatto che le cose mancavano quindi non so come avrebbero potute crearle...), invece i potenti di oggi, nonostante le cose ci siano in grande abbondanza (eppure la gente sta sempre peggio!!), non avrebbero colpa perché siamo in democrazia (aahhh, ha ragione Giorgio, è tutta una megatruffa questa democrazia finta: se le tecnologie non avessero fatto i passi in avanti enormi che conosciamo, qui la gente morirebbe di fame, altro che democrazia). Quindi oggi le crisi sono da sovrapproduzione, ma pochi comprano perché non ci sono soldi... Non vi sembra (io sono un umanista quindi ignorante) che ci sai qualcosa che non va, che insomma queste siano crisi "strane"??... (scusate se il mio intervento non fila molto, ma vado di fretta, comunque il "succo" mi sembra chiaro)

 

  By: giorgiofra on Lunedì 14 Gennaio 2013 23:57

Ho l'impressione, Pablo, che umanisti e tecnicisti parlino lingue diverso o, cosa ancora peggiore, pur guardando la stessa cosa, vedano cose diverse. Con la conseguenza che gli uni non comprendano le ragioni degli altri, e viceversa.

 

  By: pablo on Lunedì 14 Gennaio 2013 23:10

Concordo con te Giorgio. faccio notare che si sta discutendo a partire da un post in cui io non avevo postato nemmeno mezza opinione personale, ma solo link e citazioni di numeri sui quali non ci possono essere discussioni, in quanto appunto numeri. Vorrei approfondire il discorso "umanisti-tecnici": il succo è abbastanza semplice. Gli umanisti mettono davanti a tutto il "fattore umano", quel calderone magico e misterioso fatto di bisogni, desideri, sentimenti, razionalità, istinto, anima stomaco e cuore. Perciò quando cercano di capire e valutare un sistema economico (e politico), lo fanno mettendo avanti a tutto i bisogni più profondi dell'essere umano. Il benessere degli uomini. E se un sistema crea ingiustizia suprema, dolore, crisi, privazione, l'umanista pensa una cosa semplicissima: che i sistemi economici, come tante altre cose al mondo, sono una costruzione degli uomini, e possono essere cambiati a piacimento degli uomini che li hanno inventati. Un sistema economico non è una legge naturale! E' un mezzo creato dagli uomini per il benessere degli uomini e per il funzionamento di una società. Se un sistema implode, come sta accadendo al nostro, va corretto e cambiato per salvaguardare le persone. I tecnici, invece, sono bravissimi a maneggiare il "sistema" e a capirne i meccanismi. Il problema è che dopo un po' la loro mente si adegua al sistema e lo sostituisce all'umanità, lo trasforma in una specie di totem intoccabile al quale bisogna - chissà poi perché - inchinarsi. Il tecnico alla Morphy, infatti, dichiara solennemente che il sistema non può essere toccato perché se no crolla peggio di come sta crollando adesso. Quando dice questa cosa, erge il sistema stesso a semi-dio. Non si sa perché, anziché interrompere i processi "mortali" e sostituirli con altri migliori, bisognerebbe continuare eternamente a subire. Subentra una sorta di dogmatismo religioso nei tecnici, siano essi economisti o anche scienziati. Non c'è nessuno più irrazionale e violento di uno scienziato che si trova ad affrontare il proprio inevitabile fallimento di fronte a una teoria nuova e più avanzata che scalza e sostituisce la sua. Per questo i tecnici devono essere i manovali e gli umanisti devono essere gli "architetti" della società. Altrimenti formule e teoremi sostituiscono il cuore umano e il mondo diventa, passo dopo passo, un antro infernale. Un luogo in cui le macchine inventate da uomini senza buon senso divorano l'umanità.

 

  By: pablo on Lunedì 14 Gennaio 2013 22:55

Oscar, anche io ti voglio bene, ma sono preoccupato nel vedere quanto profondamente sei scollegato dalla realtà. E' incredibile come sei incapace di collegare in modo logico gli argomenti. Ti si postano numeri e rispondi con assurdità senza senso. Amen. Morphy, al mondo ci vogliono sia gli umanisti che i tecnici. Fra le due categorie però c'è una differenza: mentre gli umanisti, se si impegnano, possono diventare all'occorrenza degli ottimi tecnici, è rarissimo che i tecnici possano diventare umanisti. Quando un tecnico si improvvisa umanista vengono fuori post agghiaccianti come il tuo. Quando un tecnico dichiara l'inutilità degli umanisti e del buon senso, vengono fuori periodi di atroce crisi umana, economica e spirituale come quello che stiamo vivendo. Su una cosa hai ragione: finché le cose andranno "alla tua maniera", il buon senso non servirà a nulla. Infatti questo è tempo di tenebre.

 

  By: lmwillys on Lunedì 14 Gennaio 2013 22:48

sta per aprire bocca Brancaccio su la7 vabbè ... mò c'è un'altra superkazzola prematurata con triplo scappellamento a destra di vendola ... ma dopo prima o poi arriva

 

  By: Bullfin on Lunedì 14 Gennaio 2013 22:36

Si caro Robom, poi vi fu la liberalizzazione dei movimenti di capitale.... Poi il problema non è il debito pubblico ma quello privato e faccio un copia incolla da Bagnai che meglio di lui non sa spiegarlo.... "Se il problema fosse il debito pubblico, dal 2008 la crisi avrebbe colpito prima la Grecia (debito al 110% del Pil), e poi Italia (106%), Belgio (89%), Francia (67%) e Germania (66%). Gli altri paesi dell’eurozona avevano debiti pubblici inferiori. Ma la crisi è esplosa prima in Irlanda (debito pubblico al 44% del Pil), Spagna (40%), Portogallo (65%), e solo dopo Grecia e Italia. Cosa accomuna questi paesi? Non il debito pubblico (minimo nei primi paesi colpiti, altissimo negli ultimi), ma l’inflazione. " E aggiunge (ATTENZIONE BAGNAI è DI SINISTRA PERCHè VUOLE L'INTERVENTO STATALE E VUOLE LE TASSE...LUI SI CHE è UNO VERO DI SX NO BERSANI, PRODI, ETC.....) Secondo commento: inutile dire che questo punto (la rilevanza del debito privato) è passato inosservato. Anche qui il motivo è politico. A tutti, ma soprattutto alla “sinistra”, fa comodo liquidare il problema come un problema di debito pubblico, perché così ne può dare la colpa al governo precedente. Il problema è invece di debito privato, la colpa è dell’euro, e il governo precedente ha tenuto i conti in ordine, mantenendo il fisiologico incremento del debito durante la recessione nell’ambito dei 10 punti di Pil. Certo, questo ci ha riportato indietro di dieci anni come rapporto debito/Pil, ma in Europa, con una crisi simile, solo la Germania ha fatto marginalmente meglio di noi, potendo però contare su una crescita drogata dalla nostra domanda. Quindi Berlusconi non era un problema macroeconomico, l’euro sì, e i fatti lo dimostrano

FULTRA 10 MARZO 2020: Qui sotto la fotocopia dal vero "cialtrone medio italico" : Antitrader. Fatene una copia del pensiero per i posteri e quando tra 50 anni vorranno capire perchè l' talia sia finita miseramente

 

  By: lmwillys on Lunedì 14 Gennaio 2013 22:35

Io sono fermamente convinto che siamo prossimi al collasso generale, e che il mondo successivo si ricostruirà secondo paradigmi diversi, nei quali l'umanesimo sarà il comune denominatore. ---------- già ... dallo schiavismo odierno sarebbe un bel progresso ... eppure c'è chi invece di mettere in fresco una bottiglia di quello buono si preoccupa :-)

 

  By: robom1 on Lunedì 14 Gennaio 2013 22:30

Detto questo, cittadini che avete acquistato bot al 20% e banche aguzzine, restituite i soldi (interesse composto) a riduzione del debito.

 

  By: robom1 on Lunedì 14 Gennaio 2013 22:28

L'acquisto di titoli al 20% da parte della banca d'italia non comporta niente in quanto la banca d'italia, dopo le imposte, versa l'utile netto allo stato derivante in massima parte dal signoraggio. Se per ipotesi tutti i titoli al 20% fossero stati comprati dalla banca d'italia, il reddito da signoraggio sarebbe stato tassato (a favore dello stato) ed il reddito netto devoluto allo stato a riduzione del disavanzo. Gli interessi al 20% che si sono comprati i cittadini non hanno fatto nient'altro che gonfiare il debito da una parte (stato) e gonfiare parallelamente le tasche (dei cittadini) e dei loro conto correnti. Gli interessi al 20% per le banche italiane per le quali era stato tolto l'obbligo di acquisto a basso tasso dei titoli di stato italiano ha contribuito allo spostamento della ricchezza dall'industria alle banche.