Il "mercato dell'arte" è quello che ha rovinato l'arte - GZ
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By: GZ on Lunedì 13 Giugno 2011 00:07
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....Senza rigiri filosofici,l'arte prima dell'arte moderna rappresentava il bello per
ragion di stato ed era un fatto quasi matematico,l'uomo,la natura dovevano assomigliare
il più possibile alla realtà......nell'arte moderna arrivi al bello attraverso
al brutto è questa la grande rivoluzione,la denuncia che esiste anche il brutto
nell'umanità ed è per quello che regimi come quello comunista o nazista l'hanno
combattuta apostrofandola arte degenerata.....è sufficiente l'aneddoto di Picasso
per chiarire la questione:..
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Secondo te Leonardo Da Vinci, Goya, Caravaggio, Prassitele, Fidia e tutti quelli che hanno costruito le diecimila basiliche, cattedrali, cappelle, chiese che attirano turisti dai quattro angoli del mondo erano costretti a seguire la "ragion di stato" e invece i marpioni di oggi che fanno arricchire la cricca dei "mercanti d'arte" e si arricchiscono con opere "concettuali" sono liberi da influenze esterne all'arte ?
Gli artisti occidentali che negli ultimi 2500 anni hanno costruito il Partenone, la Cappella Sistina o Notre Dame o St. Paul non hanno mai potuto esprimersi veramente e solo nel XX secolo finalmente dopo 2 mila anni l'artista ha potuto finalmente esprimere e dire quello che sentiva ? Goya o Leonardo seguivano la ragion di stato, a differenza dei furbacchioni di oggi che sono liberi da vincoli di stato e fabbricano le porcherie che deturpano le nostre povere città diventando milionari ?
Ma ti sei bevuto il cervello ? Leonardo ha lavorato per trenta committenti diversi, aveva l'alternativa di farsi commissionare da principi, vescovi, papi, re, signori, mercanti, duchi, banchieri, da tutta europa, quale "ragione di stato" seguiva che c'erano tanti committenti privati e pubblici in venti stati, ducati e regni diversi per i suoi lavori ? Bach secondo te ha lavorato per il governo prussiano che andò alla corte del re di Prussia e lo mandò a quel paese perchè se lo poteva permettere e sai perchè ? Perchè non cercava di arricchirsi, era contento di fare il musicista e basta. Michelangelo era sottoposto al Papa e non poteva esprimersi... (se fosse così allora conviene tornare al governo del Papa di corsa)... ? Caravaggio ad esempio che ha commesso omicidi e violenze, era omosessuale e dipingeva temi omosessuali ed era difficile come soggetto, aveva come patroni il cardinale Del Monte e il Marchese Giustiniani all'inizio che erano dei signori tra le centinaia di signori in concorrenza con altri signori per accaparrarsi degli artisti. Ma sempre senza scopo di lucro perchè le opere di Caravaggio NON LE RIVENDEVANO E NON CI SI ARRICCHIVANO. Per secoli e secoli i signori di vario genere, ecclesiastici e non, che commissionavano arte erano già ricchi e non lo facevano per arricchirsi, lo facevano per prestigio, amore dell'arte, vanità, senso della tradizione.... quello che ti pare. MA NESSUNO COMMISSIONAVA MICHELANGELO O CARAVAGGIO E POI RIVENDEVA LE OPERE PER MILIONI PER ARRICCHIRSI come fanno oggi
Nella Grecia antica come nel Rinascimento come nell'800 chi commissionava l'artista per una chiesa o un palazzo lo pagava di tasca sua e poi basta, non ci faceva dei milioni promuovendolo presso una rete internazionale di critici e galleristi amici, rivendendo la scultura e la pittura sul "mercato" globale dell'arte a 20 volte il prezzo di acquisto come fanno oggi, L'arte non è mai, dico mai, stata una speculazione finanziaria come è diventata dall'inizio del '900. Il cardinale Del Monte e il Marchese Giustiniani che commissionarono i primi lavori di Caravaggio non si sono arricchiti rivendendoli come fanno ora i fratelli Saatchi, Ralph Lauren, i Guggenheum o la famiglia della moglie di Strauss Khan ( sono diventati miliardari rivendendo Picasso a 10 volte quello che lo avevano comprato)
Ma come 'azzo fai a non renderti conto che l'arte oggi è una speculazione finanziaria, in cui promuovi "opere" che non richiedono spesso particolare abilità, ma che vengono riconoasciute da alcuni criciti come di genio per i "concetti" nascosti e impliciti (non visibili a occhio nudo dalla plege) e che quasi nessuno capisce. E bam... ecco che le opere che valevano 40 mila dollari se va bene, una volta sponsorizzate dalla mafia dei critici-galleristi-curatori passano a 5 milioni miracolosamente e i grandi "collezionisti" le rivendono con profitti che persino in finanza a Wall Street ci si sogna
NON E' MAI ESISTITO per duemila anni UN "MERCATO DELL'ARTE" in cui ti arricchisci promuovendo qualcuno, pompandolo tramite critici e curatori di musei pubblici tuoi amici e poi facendo lievitare le quotazioni da 100mila a 10 milioni di dollari come succede ora. Il motivo per cui l'arte occidentale è magnifica ed unica e che c'erano al contrario migliaia di principi, cardinali, vescovi, signori, mercanti, conti, re, papi, banchieri che commissionavano gli artisti, in concorrenza uno contro l'altro, pagando loro di tasca propria, ma non a fini di lucro
Ma non solo. L'arte contemporanea è invece anche di "di stato", finanziata dai governi coi soldi dei conbribuenti, tenuta su da soldi pubblici prelevati a tutti i cittadini, senza il loro consenso, vedi la Biennale e ogni singola mostra che avviene a Roma come a New York e ogni singolo museo, catalogo, esposizione, corso universitario.
La cosa peggiore però è un "sistema" globale e centralizzato con base a New York, Londra, Los Angeles, Parigi dove lo stesso identico gusto, autori, correnti e mode vengono istantaneamente imposti in modo omogeneo dall'alto ovunque. Quando Hirsch o Munch o Warhol o Manzoni vengono decretati autori "in" a New York dalle tre grande riviste di arte e dai dieci critici e collezionisti di punta basati a Londra, New York, Ginevra poi nel giro di qualche anno ogni singola mostra, esposizione, biennale e musero da Seattle, a Monaco a Bologna si adegua ed espone i suddetti marpioni usando soldi pubblici. E arricchendo i loro sponsor. Esiste un monopolio da parte di una piccola elite o cricca di critici, collezionisti e sponsor, basati prevalentemente a New York-Londra, che dettano legge ovunque e lo vedi, basta girare anche online e noti che tutti presentano gli stessi autori ovunque da Napoli a Buenos Aires. Mentre i tantissimi pittori, scultori, architetti che vorrebbero rimanere nel solco classico vengono sistematicameente ignorati e se non vieni menzionato dai critici, curatori, galleristi del circuito globale internazionale non esisti
Nel Rinascimento, al tempo dei Greci, nel Medioevo, ai tempi di Canova o Caravaggio e per tutto l'800 era il singolo "signore" (barone, mercante, vescovo, città stato greca, patrizio romano, singola piccola corte feudale francese o tedesca, signoria, vescovado) che commissionava lavori artistici. Chiaro che c'erano Papi, imperatori e regnanti che commissionavano tante opere, ma data l'enorme frammentazione dell'Europa di allora c'era la scelta tra 200 diversi governi grandi e piccoli
Qui tutto quello che si sa della storia dell'arte e della cultura sembra siano gli anedotti (inventati) su Picasso e l'ufficiale nazista. Picasso era un personaggio terribile a livello personale, che ha causato, come mostrato in ogni sua biografia seria, il suicidio di mogli, amanti e parenti a catena, indifferente ai figli, un mentitore spudorato, un personaggio maligno e invidioso in modo paranoico contro tutti i colleghi, di un avidità senza fini che ne ha fatto uno degli uomini più ricchi d'europa, un opportunista totale allineatosi ai comunisti per tutta la vita, un genio della pubblicità di cui devi scontare tutto quello che dice che non sia corroborato da due testimoni. Buona parte della sua fama, come quella di Neruda, Brecht e tanti altri è dovuta al fatto che si è scherato politicamente con il comunismo quando era in ascesa e si è messo al servizio della propaganda staliniana quando dominava il mondo culturale. L'aneddoto citato è una delle classiche balle che Picasso ha raccontato per tutta la vita e che la propaganda comunista ha riciclato incessantemente per crearne il mito. Nella realtà sotto l'occupazione tedesca Picasso, come Sartre e tanti altri, se ne è stato tranquillo a Parigi, si goduto i soldi e le donne come ha sempre fatto, nessuno lo ha infastidito e non ha mosso un dito contro i tedeschi o i franchisti
'azzo, ma citare Pablo Picasso come esempio morale di eroe coraggioso che sfida i malvagi nazi vuole proprio dire non aver mai letto due libri che siano due in vita....
La storia del suo quadro di Guernica comuque è clamorosa e ora la racconto nel post a fianco perchè è l'esempio di come si possa falsificare e darla a bere a milioni di persone impunemente