..Poi mi spiazza con un pensiero forte ....." - gz
¶
By: GZ on Sabato 05 Novembre 2005 15:00
"...Poi mi spiazza con un pensiero forte ....."
leggere come il giornalista/intellettuale italiano comincia ora timidamente a intuire vagamente la verità
Per adesso c'è solo un piccolo lampo e lo affida alla bocca di un droghiere algerino perchè ovviamente si tratta di un tabù e avrebbe timore di esprimerlo in prima persona
----------------------------------------
^Nei quartieri della rivolta
dove il nemico è la polizia#http://www.repubblica.it/2005/k/sezioni/esteri/periparigi/merloparigi/merloparigi.html^
di FRANCESCO MERLO www.repubblica.it
...palazzi che sono tutti uguali e tutti diversi, a tre piani, a sette piani, a dodici piani, facciate decrepite con le finestre senza più colore, e qualche volta persino murate, luoghi che sembrano fatti apposta per smarrirsi. Forse oggi anche Teseo si perderebbe nei quartieri delle banlieues che, a corona, circondano Parigi e certo la minacciano, ma magari anche la proteggono permettendole di restare quel che è, una delle città più belle, più sicure e più assediate del mondo, un po' come quelle città della rivoluzione cinese che, spiegò Lin Piao, erano assediate dalle campagne, e i maoisti si chiedevano se era la campagna che avrebbe conquistato la città o se, viceversa, era la città che avrebbe conquistato la campagna.
Forse è vero che neppure "i poliziotti di prossimità", ma solo i giovani topi di banlieues sanno orientarsi tra questi anfiteatri di cemento perché fiutano la tana. Se per esempio si entra in una portineria e si attraversa l'androne, subito ci si ritrova in un corridoio basso che corre a zigzag, largo appena da farci passare due persone affiancate, e dopo un po' si sbuca da un'altra parte che però è uguale a quella di partenza, dove la strada diventa un po' parcheggio e un po' piazza. Proprio qui, in questo slargo, due anni fa, una trentina di adolescenti uccisero a pugni e a calci un padre di famiglia che si era messo in testa di difendere il figlio regolarmente sottoposto ad arroganze e vessazioni dai suoi coetanei.
Bruno e forte, una massa di capelli crespi, butteroso e impassibile, Djamel, che non deve avere venti anni, mi racconta quel linciaggio come si rievoca un pubblico spettacolo di virilità e di ragione. Per assistervi, lui si era piazzato là in fondo, contro il muro. Gli dico che io al suo posto mi sarei sentito male, tanto la cosa era trista, ma lui mi risponde con un fremito delle grosse narici e una frase che non capisco e che probabilmente significa che bisogna avere fegato o forse solo che non è un tipo da perdersi in smancerie.
Ma è appunto solo con l'archivio criminale, e con la guida di un banlieusard, che ci si può raccapezzare quando si è intrappolati nel cemento, prigionieri nel labirinto della modernità. Non è certo con la ragione di Cartesio né con quella di Weber o di Aron che ci si orienta qui a Mantes-la-Jolie, perché la ragione non è fatta per girare in banlieue. Eppure in questa "città" passo anche attraverso parchi e giardini con soffici tappeti di muschio e foglie gialle, fiori, panchine e fontane. E nel centro di La Corneuve, la città che Sarkozy vorrebbe "ripulire dalla feccia" e dove ci spostiamo nel tardo pomeriggio, il boulevard è uguale a quelli dei tanti quartieri multietnici di Parigi, con il supermercato, le lavanderie, il grande bar, la piazza, il municipio e la chiesa. Nella banlieues, in ogni banlieue, c'è una maggioranza silenziosa e operosa, ci sono piccoli commercianti, tassisti, edicolanti, impiegati, operai.
Parlo con un droghiere algerino che ha un figlio in galera: tredici anni per spaccio di eroina. Si chiama Farid ed è nato in una piccola città del sud, in pieno Sahara, vicino alla frontiera con il Marocco. Lasciò l'Algeria con la famiglia nel 1984 dopo avere lavorato come poliziotto ad Orano e come musicista. Mi racconta la sua storia e mi parla dei quattro figli, uno dei quali si è iscritto a Scienze Politiche ed è il suo orgoglio. Dice che la sua banlieue, alla quale è affezionato come a una patria, è piena di gente come lui, ricca di speranze e di progetti che troppo spesso i figli distruggono, e mi vengono in mente le generazioni dei pugni in tasca, la rabbia di vivere, i nostri indiani metropolitani, e quelli che godevano calandosi il passamontagna. Ma forse la sinistra classica non può capire questi ragazzi, e può solo equivocare: "Sono delinquenti e basta" sospira Farid.
E, lisciandosi i baffi sul viso tagliente e malinconico, parla degli stupri collettivi che qui chiamano "torunantes", dei furti, delle rapine, dello spaccio di droga, degli incendi, dei saccheggi, delle violenze nelle scuole. Poi mi spiazza con un pensiero forte che tuttavia non è un'invettiva: "^L'immigrazione va assolutamente fermata, prima che sia troppo tardi. E non per quelli che emigrano. Ma per i loro figli che nascono francesi senza mai diventarlo"...#http://www.repubblica.it/2005/k/sezioni/esteri/periparigi/merloparigi/merloparigi.html^