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Cugini di quinto grado - GZ  

  By: GZ on Venerdì 07 Novembre 2014 13:51

I rumeni, come i greci, i kosovari e macedoni e albanesi sono stati invasi dai turchi per circa due o tre secoli e avevano subito invasioni di Unni, Tartari e Mongoli in precedenza. Oltre a portarsi via centinaia di migliaia di slavi come schiavi #i# ("slave" e "Slav" hanno la stessa radice in quasi tutte le lingue#/i# ) turchi e altri arabi, siriani e altri che militavano con i turchi si sono quindi "mescolati" con la forza con le donne rumene, albanese e greche ...e di conseguenza oggi i loro discendenti sono un poco imparentati con loro. Queste relazioni di parentela tra popolazioni da una quindicina di anni si possono però misurare con l'analisi di un campione di DNA. Il servizio a cui ho mandato il mio campione di DNA, ^23andme#https://www.23andme.com/you/relfinder/^ che appartiene alla moglie del fondatore di Google, mi indica ad esempio periodicamente dei #F_START# size=3 color=blue #F_MID#lontani parenti, cioè cugini fino al sesto grado e sono tutti di di origine europea#F_END# , nel mio caso ne noto parecchi slavi dell'Est Europa. #ALLEGATO_3# Due europei tra tra loro sono lontani cugini. Un europeo e un cinese, un europeo e un indiano americano, un europeo e un africano invece no. Un italiano di antenati italiani ha una grado di parentela, in media: 1) con altri ITALIANI (che non conosce...) di antenati italiani che va dal cugino di terzo grado a quello di quinto grado 2) con altri EUROPEI di antenati europei che va dal cugino di terzo grado a quello di sesto grado 3) con altri NON-EUROPEI invece non rilevabile #F_START# size=3 color=blue #F_MID#Il grado di parentela in senso largo, cioè fino ai cugini di sesto grado, è quello che definisce gli europei#F_END#. O gli asiatici. O gli indiani. O gli africani. Tra loro. (poi ci sono aree come il medio oriente e l'asia centrale dove sono tutti più mescolati). Ma gli asiatici NON sono cugini fino al sesto grado con gli europei. Gli africani NON sono cugini fino al sesto grado con gli asiatici.... Come lo so io che non sono uno scienziato ? Perchè ripeto oggi in realtà è facilmente rilevabile se solo mandi un campione di saliva! Se ad esempio invece hai "sangue turco" o arabo (...haplogruppo tipico e prevalente in quella regione...) oggi lo rilevi in modo sempre più preciso man mano che si allargano i campioni e si affinano le tecniche di analisi del genoma. In parole povere ti trovano relazioni di lontana parentela appunto, con gente del medio oriente. Oppure non le rilevano. Ti arrivano le segnalazioni via mail (se ti interessa) ad esempio che "XY...abitante in Turchia o di cognome turco... è tuo cugino di sesto grado". #F_START# size=3 color=blue #F_MID#Gli europei sono "lontani cugini" tra loro#F_END# e basta iscriversi ad un servizio di analisi genealogica del DNA per verificarlo. Così come cinesi, coreani e giapponesi sono lontani cugini tra loro. Così come i vari popoli amerindi discendenti da indiani, aztechi, maya, inca sono cugini tra loro. Così come gli africani sub-sahariani sono cugini tra loro... L'importante è però dire chiaro sempre che "le razze non esistono". Solo gli ignoranti lo pensano. Le persone istruite invece dicono che esistono relazioni di parentela fino al sesto grado che definiscono.... quello che si è sempre comunemente inteso con questo concetto ora tabù...

Salvini è neo-liberista e la LePen è socialista (in economia) - Moderatore  

  By: Moderatore on Giovedì 06 Novembre 2014 18:43

Matteo Salvini è su nei sondaggi, quasi al 9% nonostante prenda voti solo al nord, sembra ^il leader del centro-destra più popolare e a livello nazionale è secondo solo a Renzi#http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/11716398/Matteo-Salvini---Mi-prendo.html^.. incredibile ma vero negli ultimi sondaggi supera anche Grillo oltre che stracciare Berlusconi. Che cosa propone allora in materia economica il potenziale leader del centrodestra ? Sull'Euro ripete parola per parola quello che scrive Bagnai, il quale non si rende conto di come funziona il sistema finanziario e parla solo ossessivamente della svalutazione per esportare... (ma questo lo si è ^discusso qui#http://www.monetazione.it/blog/defaultEconomia.php?topicGroupID=1&idr=123564931#123564931^ in abbondanza ed è il problema minore). Sulla macroeconomia ? #F_START# size=3 color=darkgreen #F_MID#"...un drastico taglio delle tasse per ridare fiato alle imprese. Non a caso il 13 dicembre abbiamo in programma un evento con l’inventore della Flat Tax, l’economista Alvin Rabushka (sostenitore dell’aliquota unica al 15%, ndr)...."#F_END# Ora che Borghi è il responsabile economico della Lega sembra gli suggerisca #F_START# size=3 color=blue #F_MID# la ricetta "alla Reagan", "alla Hayek" alla "Boldrin", neo-liberista, pro-globalizzazione#F_END#, che si risolve nel tassare di meno la rendita e i miliardari. Quella predicata da questo Alvin Rabushka Ridurre le tasse suona bene, ma in realtà questo Alvin Rabushka, che Salvini ingenuamente invita a Milano, dal 1985 sostiene questi schemi "flat tax", per il quale ^una famiglia che guadagni un milione in capital gain, interessi e speculazioni immobiliari paga di tasse quanto o di meno di una famiglia che guadagni 40 mila con due stipendi#http://books.google.it/books?id=KZ-VCFhjGrgC&pg=PT240&lpg=PT240&dq=Alvin+Rabushka+lega&source=bl&ots=oH5BWZ-vxD&sig=gNeO4yZB5YwCYEOKSBXln6Ew6i4&hl=en&sa=X&ei=laVbVIPYDcjKaKmGgPgP&ved=0CFoQ6AEwCQ#v=onepage&q=Alvin%20Rabushka%20lega&f=false^ (come spiega bene nel suo classico testo sulle tasse in America David Cay Johnson, in ^"Perfectly Legal"#http://www.amazon.com/Perfectly-Legal-Campaign-Rich-Everybody/dp/1591840694^) Sia Reagan che la Thatcher non capivano molto di economia e si circondarono di consiglieri astuti che usarono il loro sincero impeto populista con cui prendevano voti a valanga per ridisegnare l'economia a favore della finanza globale, della globalizzazione, della rendita immobiliare e dell'arricchmento oscendo dei miliardari. Questo perchè i loro astuti consiglieri li avevano convinto che erano ricette "liberali". #i# (Ma gli askenazy non hanno un quoziente medio di intelligenza di 130 per niente (vedi Renzi che tra ^Davide Serra#http://www.monetazione.it/forum/coolpost.php?topicGroupID=1&topic_id=2168&reply_id=123568799^ e ^Yoram Gutgeld#http://www.monetazione.it/forum/coolpost.php?topicGroupID=1&topic_id=3011&reply_id=123569579^ segue la stessa strada. E così Clinton, Blair, tutti hanno consiglieri economici askenazy. perchè questi costituiscono il 70% degli economisti noti e tutti finiscono per spingere la globalizzazione, il mercato finanziario... )#/i# Il bello è che Salvini è alleato della Le Pen che invece è meno ingenua ed è veramente populista-socialista-nazional-popolare come ricetta economica. Marine LePen si ispira a Maurice Allais, il premio Nobel francese che era abbastanza socialista, Salvini si sente populista come la LePen, ma si lascia intortare sull'economia dai neoliberisti ----- ^Matteo Salvini: "Mi prendo il centrodestra, pronto un nuovo soggetto politico"#http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/11716398/Matteo-Salvini---Mi-prendo.html^ Un sondaggio di Nando Pagnoncelli appena pubblicato dal Corriere della Sera spiega che il secondo leader politico di cui gli italiani si fidano di più, dopo Renzi, è Matteo Salvini. Il dato è notevole: 28% di consensi. E in effetti il momento è più che propizio, per il segretario della Lega Nord. Anche il suo partito cresce. Un altro sondaggio, realizzato da Demoskopea per Otto e mezzo, quota il Carroccio al 9%. Una cifra incredibile, se si pensa che nel febbraio scorso lo stesso istituto lo dava al 3,8%. Salvini, si è parlato molto nei giorni scorsi di «Lega dei popoli» e di apertura a Sud. Ci dice quali sono i suoi obiettivi? «Vogliamo avere la maggioranza in Italia, non mi interessa crescere di due punti percentuali. Noi ci stiamo preparando al futuro. Dopo Renzi non ci sarà il diluvio, ma la ricostruzione. Per questo stiamo ripensando tutto. L’idea della Lega dei popoli è nata prima delle elezioni, quando la Lega era al 4%. Ora c’è una scommessa più grande. La Lega Nord rimane la Lega Nord, sta qui e continua a crescere. Domani, fra l’altro, farò una conferenza stampa con Zaia e Maroni per parlare di questo disastro che è la manovra di Renzi. Da Roma in giù lanceremo un nuovo punto di riferimento per tutto il centrodestra, che non è necessariamente la Lega dei popoli». Che struttura avrà? «La struttura più veloce e agile possibile. Io ogni giorno ricevo centinaia di richieste da tutta Italia. Non penso che ci si debba rinchiudere nella forma partito. Preferisco individuare una serie di punti fondamentali: no all’immigrazione; no alle moschee; sì a un drastico taglio delle tasse per ridare fiato alle imprese. Non a caso il 13 dicembre abbiamo in programma un evento con l’inventore della Flat Tax, l’economista Alvin Rabushka (sostenitore dell’aliquota unica al 15%, ndr). E poi un no deciso a questa Europa, che è quella della sinistra. Dobbiamo riappropriarci della sovranità nazionale e monetaria. E non dimentichiamo i valori, su cui oggi il centrodestra viaggia in ordine sparso: la famiglia, la cittadinanza, lo Stato sociale…Non mi interessa un centrodestra che sia una sommatoria di Lega, Forza Italia, Ncd... Mi interessano i contenuti». La Lega cresce, ma il suo consenso personale di più. «A me le personalizzazioni non piacciono, le lascio a Renzi. E infatti mi inorgoglisce che la Lega stia crescendo. È vero che il mio consenso personale va anche oltre, intorno al 28% (addirittura il 33%, secondo gli esperti russi incontrati nel viaggio a Mosca, ndr)». Potrebbe quindi nascere un soggetto politico nuovo incentrato sulla sua persona? «Sì, potrebbe. Dove non c’è la Lega, attorno al segretario della Lega - che non è un passante - e attorno a quella “carta dei valori” di cui ho parlato prima, potrebbe nascere un nuovo soggetto, un’alternativa a Renzi. Del resto lo abbiamo visto da che parte sta il premier: sta con Confindustria, ha scelto i grandi. Noi scegliamo i piccoli». In sostanza, pensa a un cartello elettorale. «Non è un cartello elettorale. Anche perché le elezioni non so quando si faranno, dipende da Renzi, non da me. Il mio è un progetto culturale. Al centrodestra, adesso, manca una prospettiva. Eppure ci sono tanti intellettuali che possono contribuire. E approfitto anche di Libero per chiamarli a raccolta. Da Pietrangelo Buttafuoco a Massimo Fini. Anche quelli politicamente scorretti. Anzi, più scorretti sono e più ci piacciono. Il nostro obiettivo è sfidare Renzi, siamo un’alternativa moderna a questo centrosinistra». E l’idea di Salvini che fa il sindaco di Milano mentre Giorgia Meloni prova a prendersi Roma? «Io ho Milano nel cuore, è la mia città. Però se l’emergenza è nazionale credo che Milano possa aspettare, anche perché dal governo dipendono pure i destini della città. E Renzi nel frattempo ci sta impiccando». Quale nome avrà questo nuovo soggetto? «Sul nome stiamo lavorando, ci interessava di più elaborare i contenuti. Il mio nome potrebbe anche esserci, vedremo». Come sono i rapporti con Fratelli d’Italia? «I rapporti sono buoni. Il mio problema è quello di non scadere nella nostalgia, nei rimpianti di quello che è stato prima. Io voglio guardare al futuro, non al passato. Chi ci sta è con noi». Anche CasaPound? «Guardi, chi è d’accordo con i quattro o cinque princìpi che ho espresso prima, è il benvenuto. Ieri ho incontrato degli elettori di Pisapia che la pensavano come me, dunque... Noi spaziamo». Apriamo il capitolo Berlusconi. «Berlusconi pensa a una nuova edizione di Forza Italia, però il mondo è cambiato. Il popolo che non è di sinistra ha bisogno di idee chiare, anche a livello internazionale. Faccio qualche esempio. La Turchia deve entrare in Europa? Assolutamente no. L’islam? È un problema. Bruxelles? L’Europa di oggi è l’Unione Sovietica. Anche su questi temi bisogna avere una posizione chiara. Io sabato sarò a Pescara per partecipare a un convegno col professor Alberto Bagnai sul dopo-Euro. O ci leviamo da questa gabbia o soffochiamo». Forza Italia può stare dentro al suo progetto? «Io credo che ci stiano gli uomini e le donne di Forza Italia. Quelli che l’hanno votata. Penso che il nostro progetto politico piaccia anche a loro, che ci siano tante cose in comune. Per quanto riguarda Berlusconi, glielo chiederemo, vedremo… Ma il soggetto che lanciamo va al di là delle forze politiche esistenti. Ecco, quello che mi rifiuto di fare è di mettermi seduto a un tavolo a trattare con i vari Cicchitto, Casini, Alfano… Io non patteggio niente». Mi pare che così ci si allontani dal centro. «Qualcuno del centro andrà con la sinistra, ma non è una novità: la realtà è che sono già con la sinistra. Io credo ce ne siano anche altri che si riconoscono in una destra moderna. Destra liberale ma anche destra sociale. Questi decideranno: non si può tenere il piede in due scarpe». Che differenza c’è tra il soggetto che ha in mente e la Casa delle libertà? «La differenza è che noi riusciremo a concretizzare. La Cdl aveva un progetto buono, ma per mille motivi non è riuscita a portarlo a termine. Io penso che invece, in questo momento storico, sia possibile farlo. La situazione è cambiata. Lo vedo per esempio sui temi dell’autonomia e del federalismo. Dieci anni fa il Sud probabilmente non era pronto ad affrontarli. Ora invece c’è fermento, questi argomenti vengono discussi e approfonditi, c’è una sensibilità diversa». A proposito di Sud. Circolano tanti nomi in questi giorni, per esempio quello di Adriana Poli Bortone. «Le richieste ci arrivano da sindaci, consiglieri regionali... Certo, non mi interessa chi sale sul carro e si accoda per avere un posticino o una poltroncina. Cercheremo di fare un mix di esperienza e novità. Anche l’esperienza può riverlarsi utile e importante per questo soggetto politico che presenteremo il 24 novembre». Lei si sta impegnando per le elezioni in Emilia Romagna, andrà al Sud: si dà da fare. Ma anche Flavio Tosi sta girando parecchio... Che ne pensa delle sue posizioni? «Penso che tutte le energie positive servano. Se il suo progetto è allargare i confini della Lega... beh, è anche il mio». In realtà non sembrano così coincidenti, i vostri progetti... Lei pare un po’ meno moderato. «Sì, l’aggettivo che meno mi si addice è “moderato”. Ma credo che anche la borghesia, diciamo così, sia stanca di essere “moderata”. Ecco, diciamo che a dialogare con Passera proprio non mi ci vedo...».

L'Italia ha una bomba atomica - Moderatore  

  By: Moderatore on Giovedì 06 Novembre 2014 16:44

Come ha detto ieri Padoan in parlamento ^la pressione fiscale aumenterà nel 2015 di uno 0,4% del PIL#http://phastidio.net/2014/11/05/padoan-il-sessantottino/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+phastidio%2Flhrg+%28Phastidio.net%29^ quindi di (0,4 X 1560 di PIL = ) 6 miliardi e rotti. Non diminuirà, ma aumenterà. I 18 miliardi di riduzione di imposte di cui parla Renzi saranno più che compensati da altre tasse. Per fortuna all'estero leggono il Financial Times che spara in prima pagina: ^Gutgeld: "L'Italia ha una bomba atomica per la ripresa"#http://www.repubblica.it/economia/2014/11/06/news/gutgeld_l_italia_ha_bomba_atomica_per_la_ripresa-99899731/^ In un'intervista al Financial Times il consigliere economico di Renzi spiega la portata dei tagli alle tasse sul lavoro con vantaggi per dipendenti e imprese: "Non hanno eguali in Europa". Taglio al cuneo fiscale da 700 euro... #ALLEGATO_1# #F_START# size=3 color=blue #F_MID# prego notare che Yoram è laureato in logica a gerusalemme , poi business e finanza e poi era dirigente McKinsey per cui i numeri sono il suo pane e a differenza di Saccomanni, Monti e altri bolliti sa esattamente quello che dice. Anzi è una delle persone più intelligenti che ho mai conosciuto (studiavo sui suoi appunti...). E dichiara al Financial Times, che lo mette in prima pagina, che in un economia da 1,560 mld come la nostra, una riduzione di tasse di 18 (-1,1%), in realtà compensata da aumenti di tasse per più di 26 miliardi, è una "bomba atomica". Trattandosi di persona molto intelligente l'unica spiegazione di questa mossa è che devono tenere su i btp e le banche italiane sui mercati a tutti i costi... bluffano... costi quello che costi..#F_END# MILANO - "E' una bomba atomica": così Yoram Gutgeld, consigliere economico di Palazzo Chigi, commenta in un'intervista al Financial Times la "massiccia riduzione delle tasse", un provvedimento che "avreste difficoltà" a ritrovare in qualsiasi altro Paese in Europa. La legge di Stabilità varata dal governo, infatti, prevede una riduzione delle imposte da 18 miliardi di riduzione con una larga fetta destinata al taglio dell'Irpef, 9,5 miliardi, e un'altra per la riduzione dell'Irap, altri 5 miliardi. In aggiunta ci sono sgravi per le partite Iva e minori contributi per le nuove assunzioni. Al quotidiano londinese Gutgeld, ex senior partner di McKinsey definito "la mente economica di più alto profilo" dietro Matteo Renzi, porta l'esempio pratico di taglio del cuneo fiscale per un lavoratore che guadagna 20.000 euro l'anno - il reddito medio certificato dal Fisco -: la differenza tra il costo azienda e il salario netto mensile scenderà dagli attuali mille euro a 300 euro con un beneficio per imprese e lavoratori. "Lo stipendio netto - spiega Gutgeld - salirebbe da 1.200 a 1.350 euro al mese, mentre il costo per il datore di lavoro scenderebbe da 2.200 a 1.650 euro", abbastanza per rilanciare consumi e assunzioni secondo il consigliere economico del premier che scommette su una crescita spinta dalla leva fiscale più che dai tagli di spesa. In questo modo si potrebbe mobilizzare "una capacità di spesa e d'investimento che non si sta materializzando. La vera scommessa - dice al Ft - è che noi continueremo a fare le cose giuste, e ad un certo punto la gente si accorgerà che le cose stanno cambiando e che il futuro è diverso". Un cambio di prospettiva cui contribuirà, secondo Gutgeld, anche la riforma dell'articolo 18: "Stiamo cercando di rendere più semplice assumere, e avere regole prevedibili per i licenziamenti". Anche in questo caso, con la riforma del Lavoro contenuta nel Jobs Act, l'esecutivo punta a un superamento definitivo dell'articolo 18 inserendo tutele sociali e nuovi ammortizzatori ai dipendenti - anche atipici - rimasti senza impiego. Una riforma che dovrebbe allineare l'Italia al resto d'Europa.

E' in arrivo un grande ribasso? - duca  

  By: duca on Giovedì 06 Novembre 2014 12:24

Oggi azzardo una previsione e come tutte le previsioni sono consapevole che rischio. Ma vorrei discuterne apertamente con voi. Penso che ieri Wall Street abbia raggiunto un top molto importante e che ora cominci la discesa, quella vera. Provo a spiegare il perchè. Sitazione Grafici 1) Cominciamo dai grafici Il ND per esempio sta rifacendo la configurazione quasi identica a quella dell'autunno 2007: massimo il 19 luglio 2007 poi ritracciamento del 14% fino al minimo del 16 agosto, ultima sparata fino al 1 Nov con ultimo massimo (poi 5/6 giorni di tenntennamenti e giù come un mattone. Ora è quasi identico Massimo 19 sett, minimo il 16 ottobre (-10%) e ora nuovo massimo del 3 Novembre. Stessa stagionalità, stesso percorso precedente, con anni e anni di rialzi continuati, una retta verso il cielo. 2) Gli indici europei: Il Dax nel 2007 ha fatto un massimo 16 Luglio, poi un minimo 17 Agosto, poi una serie di 4 massimi tra ottobre e dicembre 2007 e poi sboom. 3) L'indice Italiano invece nel 2007 aveva anticipato tutti con un massimo assoluto in maggio, minimo ad agosto e massimo (inferiore al precedente) in ottobre. La conformazione dell'indice Italiano nel 2007 è molto simile alla conformazione del DAX oggi che sta facendo già dei massimi decrescenti. Situazione Politica 1) Obama detronizzato e Repubblilcani al potere contrari a QE e super liberisti (non do giudizi, semplicemente non mi sebra che ci sia molta propensione a supportare ancora i mercati) 2) QE in USA finito e tassi che non possono più scendere. 3) Europa ingessata che non vuole prendere il testimone della crescita 4) Giappone che ha già annunciato tutto il possibile e di più e che con una svalutazione competitiva non aiuterà certo l'Europa e gli USA 5) Cina e Bric che vengono da anni ed anni di sviluppo e cominciano ad avere sempre più spesso colpi di tosse. Materie prime e noli marittimi: 1)Le quotazioni del petrolio sono invece diverse rispetto al 2007 (allora oil era sui massimi e continuò a salire anche dopo il crollo ed iniziò il crollo solo l’anno dopo. 2)Idem anche il future sui noli marittimi, il Baltic Dray è ai minimi mentre allora era sui massimi di sempre. EUR/USD 1) Cambio Euro USD nel nov 2007 era attorno a 148, e veniva da un grande rialzo, rialzo continuato fino ad agosto 2008 con il massimo a 1.60 poi fortissima inversione. La domanda è.... Cosa può sostenere ora ulteriori rialzi? Le borse scontano il futuro, quindi quali possono essere le future good news che il mercato non ha ancora scontato. Si sa che i mercati non stanno fermi e senza good news scendono. Cosa ne dite? Quali good news future ho dimenticato, datemi motivi per cui il mercato debba salire? A voi la parola……. Un caro saluto a tutti. Duca

il PD porta l’industriale a cena - Moderatore  

  By: Moderatore on Mercoledì 05 Novembre 2014 22:46

^"Il Pd punta su 2 cene da mille euro a persona per finanziare il partito Raccolti già un milione di euro. Tanti i nomi celebri che si sono già prenotati. Tra gli sponsor Nestlè e Cantine Ferrari"#http://www.corriere.it/politica/14_novembre_05/pd-punta-2-cene-mille-euro-persona-finanziare-partito-7509c060-64ca-11e4-8b92-e761213fe6b8.shtml^ di Monica Guerzoni, Corriere della Sera, Mille euro minimo per lanciare la «start up» del nuovo Pd, come amano dire al Nazareno. E la novità, alla vigilia della cena milanese di domani, è che la corsa a finanziare il «partito della nazione» di Renzi ha superato le attese più ambiziose. «Non me lo aspettavo, dovrò chiudere i cancelli» gongola il tesoriere Francesco Bonifazi, che ha già sfondato il muro del milione di euro e punta al milione e mezzo. Star della due-giorni di auto finanziamento il premier e un bel po’ di ministri: Maria Elena Boschi, Maurizio Martina, Marianna Madia. A forza di aggiungere un posto a tavola, per la cena al The Mall di Porta Nuova sono previsti oltre 600 coperti, tra gli invitati Dolce&Gabbana (che non andranno) e i big di Confcommercio, che hanno chiesto un tavolo per 10. Tra i nomi più in vista Beniamino e Marcello Gavio, «re» delle autostrade del Nord. Attesi anche Valerio Saffirio, fondatore della società di digital design Rokivo, Alessandro Perron Cabus (ad della Sestrieres Spa), Pietro Colucci di Kinexia (energie rinnovabili), Roberto De Luca di Live Nation Italia, Flavio Paone di Dreamcos Cosmetics. Tutta gente che ha una gran voglia di far sapere da che parte sta. In cambio di cosa? Bonifazi risponde confermando è al lavoro per una legge sulle lobby, «uno strumento che mi consenta di interloquire col mondo della finanza senza ambiguità». Molti commensali sono esponenti delle piccole e medie imprese, ma al Nazareno stanno cercando personaggi dello spettacolo e un calciatore di grido. Nei bicchieri verranno versati acqua minerale Norda, succhi di frutta Nestlé, vini Allegrini e Ferrari (a Milano) e Santa Margherita e Bertani (a Roma). E ogni marchio, sottolineano gli organizzatori, certifica l’adesione dei rispettivi produttori o manager. Il Pd cambia pelle anche così, tra un antipasto di mare e un dolcetto di Palombini, il catering dell’evento romano di venerdì al Palazzo delle Fontane dell’Eur. Bonifazi sogna in grande: «Parte una campagna totalmente innovativa di crowdfunding all’americana, che condurremo senza abbandonare la tradizione e che farà del Pd il partito più moderno d’Europa». I marchi della «ditta» saranno valorizzati attraverso la fondazione EYU, che sta per Europa , Youdem , Unità . E qui il tesoriere si concede una botta di orgoglio per aver raggiunto il pareggio di bilancio della Festa dell’Unità, dopo anni di perdite. «Il Pd ha in mano un tesoro e finalmente siamo riusciti a metterlo a regime» rivendica Alessia Rotta, che in segreteria ha la delega alla Comunicazione e che sta ragionando su una app in stile Obama per fare il pieno di donazioni. Bonifazi punta a chiudere in parità anche il bilancio del Pd dopo la chiusura del 2013 «con 10 milioni di perdite» e se fa di conto, giura, «non è per fare polemica con Bersani». Ma le cene di Renzi agitano la sinistra. Giorni fa, durante un’assemblea per chiedere ai parlamentari di darsi da fare, Bonifazi ha registrato le preoccupazioni della minoranza, che si sarebbe espressa con interrogativi come questo: «In che mani ci vendete? Questa non è la nostra gente». Ma il presidente del Lazio Nicola Zingaretti si è attaccato al telefono e così hanno fatto Fioroni e il lettiano Galperti. Molti bersaniani invece si sono smarcati. A cominciare dall’ex segretario, che diserterà entrambe le cene . PARTECIPA ALLA DISCUSSIONEcaratteri rimanenti: 1500 NolanRoss5 novembre 2014 | 21:35 ai compagni i dindi sono sempre piaciuti molto, macché comunismo, consumismo. dodi565 novembre 2014 | 21:34 Ci spiace ma noi pensionati non possiamo permetterci neanche una pizza! Mica sarà per questo che incontra sempre gli industriali e li agevola in tutti i modi con leggi ad hoc? Non era riuscito al PAPI in 20 anni, ora le leggi contro il popolo che paga le tasse alla fonte fino all’ultimo centesimo, le fa Matteo (da sinistra!!!!!) Tanto questi poverini (che hanno i soldi nei paradisi fiscali) non evadono... Una leggina anche per farglieli rientrare, come fece B. è quasi pronta. Grazie RENZI scandalizzato5 novembre 2014 | 21:30 Dopo 30 anni di annunci invece che una legge sul conflitto di interessi faranno una legge pro lobby ... pazzesco 1Asca5 novembre 2014 | 21:13 Vuoi vedere che con 1000 euro e qualche selfie con la Boschi, gli industriali riusciranno ad avere da Renzi, più di quanto ottenuto in 20 anni da Berlusconi!!!! vespertino5 novembre 2014 | 21:09 Una cosa è certa, a fine anno ci sarà un assedio al decreto milleproroghe dove lobby, fondazioni, associazioni vorranno indietro questi euro con tanto di interessi e guarda caso a pagare alla fine sono sempre e comunque i soliti fessi. Lettore_60262785 novembre 2014 | 21:04 Chiara evoluzione attuale dell’ex partito dei lavoratori , che ne rispecchia la reale natura e palesa gli odierni destinatari della sua politica: dalle salamelle e vino alla spina alle bollicine firmate e pesce fresco...... mass1q5 novembre 2014 | 21:02 Il Pd da finto partito della sinistra è diventato il partito della pura casta, della gente che conta a colpi di 1.000€ amiavalle5 novembre 2014 | 20:50 Proprio così. Nessuno finanzia gratis. Tanto vale lasciare il finanziamento pubblico, è più trasparente. Lettore_9835146 Vedi la discussione > 3Lettore_98351465 novembre 2014 | 20:31 saranno poi ricompensati con appalti e consulenze pessimopopulista5 novembre 2014 | 20:22 aspettate, arrivano anche i miei........ Gabrin5 novembre 2014 | 20:20 Il partito dei lavoratori!!! Lettore_82559955 novembre 2014 | 20:07 E i benefattori in cambio che vogliono ?? Yanko Rusev5 novembre 2014 | 20:00 Queste cene sono emblematiche: ti danno 80 euro, ma ne vogliono 1000. Eppure c’è ancora qualcuno che pensa di aver fatto un affare a votare PD per 80 euro..... cuba595 novembre 2014 | 19:40 Si vogliono spartire anche queste Vittorio Nordeste Vedi la discussione > 3email5 novembre 2014 | 19:36 continuate a votare per questa gente. Com’è terribile la verità, quando la si apprende troppo tardi.Il

I paraculi che distraggono gli italiani e si arricchiscono - Moderatore  

  By: Moderatore on Mercoledì 05 Novembre 2014 21:35

2 giugno 1992. Sul Panfilo Britannia si tiene la riunione finale sulla distruzione della Repubblica Statalista italiana, e sulla consegna del Paese alla speculazione internazionale, alle privatizzazioni selvagge e alla soppressione della sua Sovranità costituzionale, nazionale e monetaria. L’Italia viene consegnata alla più devastante rapina della sua ricchezza da sempre, per mano delle tecnocrazie europee e del sistema bancario formale e informale. Il danno al PIL del Paese, alla disoccupazione, la spoliazione del Paese nei suoi DIRITTI, supererà (ad oggi) di almeno 12 volte il danno di corruzione e Mafie assommati, cifre della Banca d’Italia alla mano. Mario Draghi partecipa per 15 minuti alla riunione del Britannia. Dal 1992 a oggi due giornalisti organizzano la più massiccia e frenetica campagna mediatica di DISTRAZIONE DI MASSA della Storia Occidentale. Sono Marco Travaglio e Peter Gomez, con codazzo assortito. Si dovevano distrarre 60 milioni di italiani dalla pianificazione franco-tedesca dell’apocalisse finanziaria, economica, produttiva e democratica che i Trattati Europei da Maastricht in poi ci avrebbero portato. Travaglio e Gomez creano un fenomeno di isteria di massa, senza precedenti nel mondo, contro Silvio Berlusconi e soci e il malaffare mafioso di cui si sarebbero serviti. Grillo si associa. Risultato: il 50% dei fagiani italiani si schiera con i due giornalisti, che nel frattempo incassano fortune finanziarie, e un altro 50% di cefali italiani si schiera dalla parte opposta. Nessuno in Italia si accorge cosa intanto accade a Bruxelles, a Francoforte, in JP Morgan, Goldman Sachs, Black Rock, all’Aspen Institute, nel Bilderberg, al Bruegel, nella City di Londra e a Wall Street, al G30, all’IIF, ecc.., i nostri Veri Padroni, il Vero Potere. E come tutto ciò ci devasterà come mai dal 1948. * (^si legga Il Più Grande Crimine#www.paolobarnard.info^) NESSUNO. Il resto è Storia, che riassumo con una frase degli economisti Jamie Galbraith, Alain Parguez, e Warren Mosler: “La distruzione di una civiltà”, l’Europa e la nostra Italia. Ma tutti dietro ai ladri di polli dei libri fotocopia di Travaglio, Gomez, e codazzo. Loro ci hanno incassato fortune, voi avete perso l’Italia. Congrats. La rottura fra Grillo, il M5S e i due sopraccitati divi crea per un istante la speranza che un grande movimento popolare italiano possa finalmente alzare lo sguardo sopra agli italici ladri di polli della ‘Casta’, e puntare le armi contro il Vero Potere che ci divora. Poi arriva Casaleggio e i grillini si squagliano al sole. Fine delle speranza. Congrats anche a voi. ^da Paolo Barnard#http://paolobarnard.info/pb/il-ruolo-di-travaglio-e-gomez-nella-distruzione-ditalia/^

Il debito pubblico è necessario? - Moderatore  

  By: Moderatore on Martedì 04 Novembre 2014 12:10

^Il debito pubblico deve esistere per forza (parte prima)#http://www.retemmt.it/economia/item/303-il-debito-pubblico-deve-esistere-per-forza-parte-prima^ di Alessandro de Salvo (Rete MMT) Tizio compra del pane da Caio, spende 2 Euro. Il saldo del conto di Caio s’incrementa e quello di Tizio diminuisce della stessa cifra (2 Euro). Questa è una transazione come tante che avviene tra privati. Da tale semplice operazione possiamo però ricavare un principio economico fondamentale e cioè che alla spesa di qualcuno corrisponde necessariamente il reddito di qualcun altro. Se non c’è spesa non c’è nemmeno reddito. Vi è di più, l’acquisto di Tizio non genera ricchezza finanziaria, semplicemente la sposta verso Caio. Per cittadini e imprese complessivamente considerati (il settore privato) la consistenza della ricchezza finanziaria non cambia dopo l’acquisto di Tizio, la stessa rimane infatti invariata. Come fanno allora cittadini e imprese nel loro insieme a procurarsi la ricchezza finanziaria necessaria a risparmiare? Attraverso la spesa del settore pubblico che si traduce in reddito privato. E’, per esempio, il caso della costruzione/manutenzione di scuole, ospedali, strade, piuttosto che gli stipendi di medici, giudici ed insegnanti. Tuttavia lo Stato (il soggetto più importante di tutto il settore pubblico) oltre a spendere incassa e lo fa tramite la tassazione attraverso la quale, in buona sostanza, sottrae al settore privato la liquidità che gli ha accreditato in precedenza, al momento della spesa. Lo Stato spende per primo, dopo riscuote tassando. Se lo Stato spende più di quanto incassa realizza un deficit che diventa il surplus del settore privato, cioè ricchezza per cittadini ed imprese. Il debito pubblico, essendo la somma dei deficit annuali di bilancio dello Stato, esprime essenzialmente la consistenza della ricchezza finanziaria di cittadini ed imprese. Se non vi fosse debito pubblico non solo non esisterebbe alcuna ricchezza finanziaria privata ma nemmeno lo stato sociale, reso possibile proprio dalla spesa pubblica. Il debito pubblico, quindi, deve esistere, per forza. Moltissimi, però, affermano che il debito pubblico non debba essere troppo grande. Scopriremo nella parte seconda se tale opinione è corretta. ^Il debito pubblico deve esistere, per forza (parte seconda) #http://www.retemmt.it/economia/item/337-il-debito-pubblico-deve-esistere-per-forza-parte-seconda^ di Alessandro de Salvo (Rete MMT) (MA QUANTO PUÒ ESSERE GRANDE?) Quanto può essere grande un debito pubblico? c’è un livello di sostenibilità dello stesso? Proviamo a ragionare. Concettualmente un debito è sostenibile se il debitore ha la piena capacità di onorarlo. Siccome il debito pubblico è, fondamentalmente, il debito degli Stati (in realtà delle amministrazioni pubbliche nel loro insieme), dovremmo domandarci se gli stessi, singolarmente considerati, abbiano la materiale possibilità di adempierlo. Ma come si fa ad adempiere un debito pubblico? Per rispondere bisogna osservare che il debito pubblico è formato principalmente da obbligazioni, i titoli di Stato (Bot, Btp, Cct, etc… nel caso dell’Italia). Ogni Paese deve rimborsare annualmente i titoli di Stato che giungono a scadenza, si tratta di centinaia di miliardi (mld) di Euro, p. es. l’Italia nel 2014 deve rimborsare 334 mld di titoli in scadenza. Ma gli Stati dove trovano tutti questi soldi? Essenzialmente ricorrono ai mercati finanziari, vuol dire che emettono altre obbligazioni che vendono ad investitori/risparmiatori privati. Con il collocamento del titolo, un soggetto facente parte del settore privato alloca nel titolo una porzione del proprio risparmio, e il settore pubblico acquisisce la disponibilità della liquidità necessaria a rimborsare i titoli in scadenza. In pratica gli Stati rifinanziano di continuo il loro debito. E se non si trovano investitori disponibili ad acquistare i titoli di Stato cosa succede? Qui viene il bello, le ipotesi sono due: o lo Stato esercita sovranità monetaria oppure fallisce. In tale ipotesi la sovranità monetaria può anche esplicarsi attraverso l’intervento di una banca centrale, in funzione di agenzia governativa, che acquista, creando la moneta in cui è denominato il debito, i titoli di Stato di nuova emissione. In realtà accade che la sola possibilità che la banca centrale possa intervenire in tal senso, esplicitata normativamente, consente ad uno Stato di godere della fiducia degli investitori in quanto quello Stato, dotato di tale potere sovrano, non può tecnicamente fallire essendo in grado, all’occorrenza e comunque in ogni momento, di generare la moneta necessaria a saldare ogni suo debito. La sostenibilità di un debito pubblico, pertanto, non dipende dalla sua consistenza, bensì dal fatto che sia denominato nella valuta che lo Stato può emettere nell’esercizio del suo potere di monopolio sulla stessa. --- #F_START# size=3 color=blue #F_MID# [Giovanni Zibordi] Empiricamente: l'Australia, la Norvegia, Singapore, Taiwan operano quasi senza debito pubblico..l'Australia lo aveva ridotto a ZERO alcuni anni fa,.l'Argentina stessa, dopo il crac del 2001 ha tenuto il debito pubblico a livelli minimi...dal punto di vista del meccanismo monetario perchè dite che è l'unico modo di accumulare ricchezza finanziaria ? Se lo stato aumenta il deficiti SENZA AUMENTARE IL DEBITO la gente si ritrova soldi, saldi di conto corrente invece che Bot. E si comprerà terreni agricoli, terreni fabbricabili, case, uffici, obbligazioni societarie, oro, azioni, quote si società....La ricchezza finanziaria o ricchezza tout court aumenta lo stesso!#F_END# _____________________________________________________________________________________ #F_START# size=3 color=green #F_MID# [Daniele Basciu] Qui è molto importante definire con esattezza debito pubblico e risparmio privato. Ad esempio come debito pubblico (dell'amministrazione pubblica) per l'Italia ora, la RGS considera "biglietti, monete e depositi, titoli diversi dalle azioni, esclusi gli strumenti finanziari derivati, e prestiti; per cui "i soldi" sono essi stessi una passività finanziaria per il settore pubblico. Se il settore governativo spende "creando pezzi di carta" sono comunque una passività. La gente si ritrova soldi, Pubblico annota una passività. Mentre sembra che qui invece GZ intenda per "debito" solo ed esclusivamente i titoli. Il settore privato in aggregato può avere un surplus solo se o il settore pubblico o estero hanno un deficit. Ipotizzando che "estero" non abbia deficit, se "privato" in aggregato risparmia, "pubblico" deve necessariamente fare deficit. E proprio l'esempio dell'Australia è utile, se si guardano i suoi saldi finanziari. Infatti quando l'Australia ha fatto zero deficit annuo (anzi ha fatto il surplus) il settore privato aggregato è andato in deficit. Questa non è una situazione sostenibile a lungo. Tra l'altro proprio su quanto accaduto in Australia ha scritto pagine e pagine Mitchell, ed anche Keen (pur non essendo mmter), che abbiamo tradotto qui: http://www.retemmt.it/.../251-perche-il-surplus... Nell'attività economica la riduzione della spesa e del passivo pubblico fu compensata da un aumento dell'indebitamento privato. Norvegia, Singapore e Taiwan erano esportatori netti, e questo spiega il dato aggregato (cmq tu stesso noti "quasi" senza debito pubblico) Questo è semplicemente un vincolo aritmetico a cui non si sfugge. Però a me pare che in realtà qui il punto sia: "è meglio che lo Stato emetta titoli oppure no?" e Giovanni sostiene che non va fatto per non aumentare il debito. E' una scelta politica, in realtà già da anni Mosler ha proposto (e noi condividiamo senza dubbio, e abbiamo scritto molto sul perchè) la spesa del settore pubblico come accredito di crediti fiscali (attività per il privato, passività per il monopolista emettitore, il sett. pubblico) non accompagnata da emissione di titoli, e politica dei tassi di interesse a zero (dove andrebbe l'interbancario in assenza di emissione di tds). Quello che viene speso in più rispetto a quanto viene rimosso con le tasse, resta come attivo per il privato, ed è passivo per il pubblico. E' il deficit, e la somma anno dopo anno è il debito. Il resto sono rapporti di debito/credito fra privati, non rilevano per questo aspetto. A me pare che sia un punto psicologico. C'è talmente tanto terrorismo sulla parola "debito", che anche un'evidenza contabile si preferisce non nominarla così, ma si tratta di intendersi con esattezza sulla parola, e su cosa comprende, e non averne paura. #F_END# #F_START# size=3 color=blue #F_MID#IL DEBITO PUBBLICO INGRASSA LA RENDITA (e quella estera) [Giovanni Zibordi] Come ricorda spesso Giulio Salierno Alietta su “MF”, in Italia si sono pagati cumulativamente circa 1,700 miliardi di interessi sui titioli di stato da quando è stato firmato il trattato di Maastricht (1992). E da quando si è imposto allo stato di finanziarsi solo sui mercati (1981) questo ha pagato più di 3,000 miliardi di interessi (traslati in euro di oggi), per cui si può dire che il debito pubblico attuale è il risultato del cumularsi di interessi. #ALLEGATO_3# Quante sono state le tasse addizionali che dal 1992 ad oggi famiglie e imprese italiane hanno pagato? Se oggi esistessero le stesse aliquote e tipi di imposte del 1992, il carico fiscale che è oggi di circa 760 miliardi l'anno sarebbe più basso di almeno 100 miliardi all'anno. I calcoli esatti possono essere mostrati in altra sede, ma la cifra totale cumulativa delle tasse addizionali pagate dal 1992 è quasi identica a quella degli interessi cumulativi pagati sul debito pubblico da allora. La situazione è peggiorata, contrariamente a quanto si dice, con l'Euro perchè mentre fino a metà anni '90 solo gli italiani compravano BTP, da quando gli investitori esteri hanno visto che sarebbero stati pagati in una valuta "germanica, si sono buttati a comprarli arrivando a detenerne più del 40%. Dato poi che gli investitori esteri compravano i BTP e gli italiani (in prevalenza) Bot e CCt che rendono meno perchè non hanno oscillazioni di prezzo, il risultato è che con l'Euro la maggioranza degli interessi sono finiti all'estero. In sintesi, si può dire che la stragrande maggioranza degli italiani che lavorano sono stati dissanguati per pagare interessi alla rendita finanziaria. E’ un fatto ben noto nel mondo finanziario che i titoli di stato italiani hanno fatto la fortuna dei grandi fondi e banche (“remember that there were huge capital gains on Italian debt after it became clear that it would be allowed to join the euro area. …” Thomas Sargent, Premio Nobel per l’Economia, intervista, 26/9/2010). Comprare BTP dall’estero prima dell’arrivo dell’Euro è stata forse la più grande speculazione finanziaria della storia moderna (data la dimensione enorme del mercato del debito italiano e il fatto che ha funzionato per quasi venti anni, dal 1995 circa ad oggi). Dall’estero hanno comprato BTP quando rendevano sull’8% ed erano in lire e con l’euro si sono ritrovati un investimento che da 0,90 (sul dollaro) è salito a 1,50 (e anche adesso è a 1,26) e la cui quotazione è salita per effetto del calo del tasso di interesse anche del 40% (se il rendimento scende dall’8% al 4% il prezzo sale del 50% circa e per la speculazione è questo che conta). In più ha sempre pagato ottimi interessi, confrontati con quelli del resto del mondo. Da quando è stato firmato il trattato di Maastricht ed è iniziato il processo (a suon di finanziarie e “sacrifici”) per far entrare l’Italia nell’Euro, i titoli di stato italiani sono stati l’investimento sicuro, che rendeva bene, faceva guadagnare sul capitale e in più era in una valuta che si apprezzava. Peccato solo che per far guadagnare queste fortune agli investitori esteri per venti anni l'economia italiana sia stata soffocata dal peso crescente della tassazione più asfissiante del mondo industriale. Anche se non se parla mai, nel mondo finanziario internazionale intere fortune sono state costruite da metà anni ’90 sui titoli di stato italiani. Ogni volta che scoppiano ci sono crac dovuti ad eccesso di leva finanziaria scopri sempre che si scommetteva soprattutto sui titoli italiani (ad esempio quando scoppiò la crisi del mega fondo Long Term Capital nel 1998 risultò poi che la sua posizione maggiore era sui BTP e quando di recente c’è stato un altro scandalo quello di MF Global nel 2011 è risultato che avevano una posizione enorme sui BTP). Questo ultimo aspetto aiuta a comprendere perché il mondo finanziario sia così interessato a che l’Italia “rispetti i vincoli”: ogni volta che i BTP hanno avuto oscillazioni di prezzo negative sui mercati grandi fondi e banche che vi investivano con leva finanziaria rischiavano enormi perdite. L'importante è notare però sempre che fa molta differenza che il debito pubblico costi un 3% più dell'inflazione come negli ultimi trentanni o un -3% meno dell'inflazione come era fino agli anni '80 #F_END# #ALLEGATO_2#

commenti che danno la nausea e commenti privi di senso - Moderatore  

  By: Moderatore on Lunedì 03 Novembre 2014 20:46

[Vincenzo]#i# Leggere in questa sezione i post più o meno velatamente razzisti, soprattutto quelli del Mod, mi provoca sempre un po' di nausea. Soprattutto perché sono scritti da "italiani medi" ovvero da persone che ormai non sanno più cosa significhi il termine "solidarietà umana" ma che contemporaneamente cercano sempre l'aiuto di mamma-stato per risolvere i propri problemi, non importa per che via lo cerchino, posto pubblico o stamperia pubblica. Venerdì scorso, quando ho posteggiato la macchina, ho dimenticato le quattro frecce accese (eh sì, per fare manovra a marcia indietro mi tocca accenderle perché altrimenti nessuno si rende conto che sto facendo manovra e immediatamente mi si attacca dietro e poi inizia a strombazzare il clacson). Ovviamente sabato mattina avevo la batteria a terra. E, altrettanto ovviamente, il meccanico dietro l'angolo era chiuso. Beh, pensavo, non è poi un grosso problema: chiedo a qualcuno la cortesia di fermarsi un attimo, collego con gli appositi cavi le batterie e riparto. Ero un inguaribile ottimista. La mia macchina è piuttosto grossa, quindi era necessario che chi mi prestava soccorso avesse una macchina altrettanto grande in modo che la batteria avesse l'amperaggio sufficiente. Alla prima che passa sembra che la fortuna mi assista: si ferma un signore, italiano, con una Espace. Peccato che lascia il motore al minimo perché "altrimenti gli si surriscaldava il motore" (in 2 minuti?), e quindi nessun successo. Dopodiché i seguenti tentativi hanno avuto come risultato le seguenti risposte "c'ho fretta", "c'ho il bimbo in mezzo alla strada", "non so come si fa" (guardi che lo faccio io), "la macchina non è mia" (perché, te la mando in panne?), "siamo a fine turno di lavoro" (dipendenti dell'AMA su un camioncino; sì, proprio l'AMA, quella simpatica municipalizzata che dovrebbe essere al servizio del cittadino tenendo le strade di Roma pulite e che invece, nonostante uno paghi ogni hanno una fortuna, le tiene come una discarica). Chi si è fermato? Un cinese, ma purtroppo la batteria della sua auto era in una posizione che non potevo raggiungere, e un rumeno (o moldavo) che aveva un piccolo furgoncino con batteria sì potenziata ma comunque insufficiente. Risultato? Ho dovuto scucire 60 euro a un pronto soccorso stradale. E poi vi domandate perché le aziende assumono gli immigrati?#/i# ----- il primo commento che ispira questo post è che ho abitato a Roma e non avrei perso tempo a chiedere alla gente di fermarmi perchè (in media e con le dovute eccezioni) è diffidente o menefreghista o indifferente verso sconosciuti e mi chiedo come mai alla sua età Vincenzo non se ne sia ancora accorto. Per fortuna non tutta l'Italia è così, qui in Emilia invece hai il problema opposto, se ti metti a chiedere aiuto perchè l'auto è in panne poi si affolla troppa gente ansiosa di aiutare. Quello che la gente ha smesso di fare invece qui è di intervenire quando vede delle risse, perchè teme che gli immigrati che le provocano abbiano qualche arma da taglio e perchè l'età media dei modenesi è di 44 anni e quella degli immigrati la metà esatta per cui temono di avere la peggio. Avrei diversi aneddoti sulle differenze tra romani ed emiliani che risparmio passando al secondo commento sul fatto che degli albanesi ieri l'altro hanno cercato di rubare in casa di mia madre qui di fianco verso le 19. Come so che erano albanesi visto che non sono stati presi ? I poliziotti dicevano che questi furti intorno alle 19 li fanno gli albanesi, ce ne sono stati dozzine di recente qui intorno, mentre i rumeni vengono di notte... Sono entrato ovviamente in questo modo in una campo minato in quanto sembra cataloghi gruppi di persone senza tenere conto dei casi in cui si incontra il romano che ti aiuta e l'emiliano che se ne frega, ma potrei salvarmi razionalizzando con la differenza tra metropoli e città piccola (a Latina è meglio che a Roma ?) e poi menzionare fatti storici del tipo che gli emiliani hanno creato il fascismo e se fosse stato per loro nel 1948 doveva venire Stalin e non gli americani. Cioè gli emiliani sono più efficienti e collaborativi, ma sono un poco come i tedeschi e quando si mettono tutti in una direzione sono pericolosi... Avendo abitato a Roma (due anni), a Napoli (un anno), a Milano (tre anni), molti anni a Modena, a New York e Los Angeles e avendo passato i cinquanta per cui mi sento più mortale di quando ero giovane e scrivendo su internet e non su giornali, me ne frego e non ho problemi a affermare urbi et orbi che esistono tipologie medie diverse di comportamento al mondo...#F_START# size=3 color=blue #F_MID#...cioè che la realtà esiste, anche se per motivi ancora da esplorare bene, sembra che nella cultura recente sia diventato necessario negare che esista...#F_END# E' possibile però che, avendo accettato che i diversi gruppi di persone (uomini e donne, del nord e del sud, cinesi e africani ecc...) in media comportamenti diversi gli immigrati rumeni e cinesi siano (in media) più solidali e civili dei romani a Roma come rileva Vincenzo ? Cioè che sia più probabile trovare un comportamento civile da parte loro che da parte di italiani (a Roma) ? La semplice logica dice che se questo fosse il caso, allora anche i loro paesi di origine, Romania e Cina, sarebbero più civili dell'Italia, in quanto appunto abitati da persone più civili degli italiani...Ma da quando in qua la semplice logica aiuta su temi del genere ? Fino a qui sono riuscito a trattare il tema senza provocare nausea ? #i# ("...i post più o meno velatamente razzisti, soprattutto quelli del Mod, mi provoca sempre un po' di nausea...")#/i# o è bene che mi fermi in modo che Vincenzo possa riprendersi dai miei commenti ?

dollaro a 200 yen - Moderatore  

  By: Moderatore on Lunedì 03 Novembre 2014 17:59

Stock: Yen

Quando Gundlach a settembre ^ha detto che il dollaro / Yen sarebbe andato a 200 yen#http://www.businessinsider.com/gundlach-the-yen-is-going-to-200-2014-9^ forse non scherzava... Ok, non subito subito (...Gundlach said that over the long term, the yen's value will continue to erode as Japan continues to get slammed by long-term economic headwinds like an aging demographic and a need to import much of its energy. When asked for a timeframe, Gundlach said less than ten years, and maybe more like 3 to 5 years....)

i Giapponesi sono intelligenti. Gli Italiani sono coglioni. - GZ  

  By: GZ on Venerdì 31 Ottobre 2014 11:29

Questa notte si è verificato un piccolo evento storico: in Giappone ogni mese il governo emette 50 miliardi di titoli di stato e da oggi ne fa comprare alla Banca Centrale per 60 miliardi. Cioè i giapponesi dimostrano nella pratica che il debito pubblico è una finzione. (October 31, 2014 5:24 ^"BoJ stuns investors by expanding monetary easing programme"#http://www.ft.com/intl/cms/s/0/a8706cfe-60bc-11e4-894b-00144feabdc0.html?siteedition=intl#axzz3Hfs4yrCp^) La Banca Centrale del Giappone ha aumentato a 6,600 miliardi di yen (che sono circa 60 miliardi di euro) al mese e quasi 700 miliardi di euro l'anno gli acquisti di titoli di stato. Da inizio anno ne comprava per 50 miliardi al mese e ora è salita a 60 miliardi al mese Avendo come noto un debito pubblico doppio dell'Italia pari al 200% e rotti del PIL e mantenendo un ampio deficit annuale, lo stato giapponese deve emettere circa 50 miliardi al mese di titoli di stato. Ma se ne fotte, giustamente. Perchè in altre parole la Banca Centrale non solo finanzia lei tutto il deficit e si compra tutti i titoli di stato in scadenza, ma da oggi si è messa anche a ricomprare quelli che circolano In parole povere i giapponesi dimostrano, in modo macroscopico e plateale, a tutto il mondo che il DEBITO PUBBLICO NON E' VERO DEBITO, E' UNA PARTITA DI GIRO TRA GOVERNO E BANCA CENTRALE, CHE LO STATO COSI' COME LO EMETTE SE LO PUO' RICOMPRARE Conseguenze terribili di questo "stampare moneta" ? L'inflazione in Giappone è tra l'1% e l'1,5% e la disoccupazione al 3,5%. Nella foto_ la disoccupazione che queste politiche dissennate di stampa di moneta hanno portato, pari al 3.5% #ALLEGATO_1# I giapponesi monetizzano tutto il deficit pubblico e in più si ricomprano il debito pubblico esistente. I Giapponesi sono intelligenti. Gli Italiani finanziano tutto il deficit sul mercato finanziario pagando interessi reali oltre il 4% l'anno e si ammazzano di tasse per pagarli. Gli Italiani sono coglioni. ---- dal Financial Times di oggi --- #i# ...The bank has committed to buying Y6.6tn of bonds of up to five years’ maturity each month, for example – more than the Y5.5tn issued by the finance ministry. “Maybe the BoJ will deny it, but this is complete monetisation,” said Yusuke Ikawa, a debt strategist at UBS in Tokyo....#/i#

Chi è oggi il "vero nemico" ? - Moderatore  

  By: Moderatore on Giovedì 30 Ottobre 2014 17:42

Chi è oggi il "vero nemico" ? Ad esempio.... ^Davide Serra#http://it.wikipedia.org/wiki/Davide_Serra^, ex analista Morgan Stanley e ora gestore, quello che paga metà dei costi della Leopolda e da anni raccoglie fondi nel mondo della finanza per Renzi. Vuole abolire lo sciopero, tagliare la spesa pubblica e "reprimere l'evasione" per ridurre i deficit (il suo fondo è nelle Cayman), insiste che l'Italia continui ad indebitarsi, come stato, invece di stampare moneta, vuole abolire il contante..... Ora spinge per una legge tramite la quale le banche possano ^pignorare e prendersi la casa di chi non riesce a pagare il mutuo in tempi brevi#http://www.repubblica.it/economia/finanza/2014/10/30/news/serra_al_capezzale_delle_banche_lancia_un_fondo_sui_crediti_incagliati_e_suggerisce_una_legge_per_recuperarli-99354845/?rss^. Perchè ovviamente in questo modo lui e i suoi amici che hanno messo su un fondo che compra questi crediti incagliati li vedranno raddoppiare di valore (ah... e come tutti gli squali della finanza non è molto ideologico nelle sue scelte, "....oggi, visto il panorama, mi sembra ovvio che ^bisogna scegliere il nuovo. Oggi non ho dubbi a scegliere Monti"...."23/01/2013#http://www.huffingtonpost.it/2013/01/23/davide-serra-il-fondatore-algrebis-renzi-monti_n_2534704.html^ ) ---- da Repubblica di oggi ---- #i# Davide Serra con il suo nuovo fondo lussemburghese, Algebris Npl. Certo la sua presenza alla Leopolda era dovuta ad altro: coordinava un tavolo, uno dei più seguiti, su come finanziare le piccole e medie imprese. Tuttavia, tra una affermazione sullo sciopero (“limitarlo a un solo giorno per tutti”) o un'altra contro l’evasione fiscale (“aboliamo il contante come in Corea”) ha lanciato una proposta non del tutto disinteressata agli amici del governo Renzi. Serve una "norma a costo zero" che consenta alle banche di recuperare in tre anni una casa per il pagamento del mutuo non rispettato. "In Spagna - ha detto Serra - se tu non paghi il mutuo ci metti tre anni a recuperare la casa. Tre anni non sono pochi, pensiamo a qualcuno che per tre anni non paghi l'affitto. In Italia ne servono sette". Secondo Serra, "la banca che ti ha finanziato ogni anno perde automaticamente il 10% perché questo è quanto le costa in termini di liquidità e sofferenza, in dieci anni, come accade in Italia, una banca ci rimette tutto". “Nel momento in cui uno non paga più, la banca è morta, dato che può sbagliare un prestito su 100. Una casa che magari valeva 100, le banche aspettano 8 anni, la vendono magari a 30. Poi arriva la Bce, ti fa l'esame della prostata e - ha concluso Serra - ti dice di chiudere". Ora al capezzale della banca arriverà Algebris, forse non eseguirà l’esame della prostata, ma solo la “due diligence” (l’analisi dei conti, per i non anglofoni), comprerà i non performig loans con sottostante immobiliare e farà business, in attesa di una legge che consenta di recuperare, anche per lui, il credito più velocemente.#/i# -- ^"Davide Serra, il creatore del fondo Algebris che sosteneva Matteo Renzi ora sceglie Mario Monti"#http://www.huffingtonpost.it/2013/01/23/davide-serra-il-fondatore-algrebis-renzi-monti_n_2534704.html^ 23/01/2013

IL COSTO DEL DEBITO PUBBLICO E' 10 VOLTE MAGGIORE IN ITALIA CHE IN GIAPPONE - GZ  

  By: GZ on Giovedì 30 Ottobre 2014 13:22

Se la Banca Centrale del Giappone riesce da 15 anni a tenere il costo dei titoli pubblici tra 0% e 0,5% (0% le scadenze a 1 anno, 0,45% le scadenze a 10 anni...) non è la stessa cosa che annullasse il debito pubblico ? Anche perchè l'inflazione è ora sopra l'1% quindi a tenere titoli pubblici giapponesi perdi qualcosa ora. Che è un altro modo di dire che #F_START# size=3 color=blue #F_MID# in Giappone i titoli di stato NON COSTANO NIENTE ALLO STATO#F_END# La Banca Centrale del Giappone sta comprando debito pubblico giapponese, titoli di stato sul mercato al ritmo di più di 100 miliardi di dollari al mese... e in questo modo ha ottenuto che l'inflazione risalisse ora oltre l'1% e però i titoli di stato a lunga scadenza (10 anni) scendessero come rendimento alla metà dell'inflazione (0,45%). Cioè al momento tutti #F_START# size=3 color=BLUE #F_MID#i titoli pubblici giapponesi (delle varie scadenze) rendono da -0,5% a -1% AL NETTO DELL'INFLAZIONE#F_END# #i# (volendo essere precisi, al momento il costo medio del debito pubblico in Giappone è infatti intorno a 0,4% (perchè ci sono anche emissioni di anni precedenti con cedole un poco più elevate). Questo in termini nominali ovviamente, ma intanto l'inflazione è salita ed è più alta di un 1% circa...)#/i# In Italia invece al momento il costo medio del debito pubblicoè intorno al 4% (perchè ci sono anche emissioni di anni precedenti con cedole un poco più elevate...) QUINDI IL COSTO DEL DEBITO PUBBLICO E' 10 VOLTE MAGGIORE IN ITALIA CHE IN GIAPPONE (come rendimento). Tu dirai che però il debito totale in Giappone in % del PIL è quasi il doppio che in Italia per cui pagano poco ma su un debito enorme. E tu dirai una stupidaggine. Prima di tutto un 20% e rotti del debito giapponese è ora nella pancia della Banca Centrale che gira le cedole al governo Poi abbiamo parlato solo di rendimenti NOMINALI. L'inflazione in italia è ora negativa -0,3% circa, per cui al netto dell'inflazione, #F_START# size=3 color=blue #F_MID# il costo reale del debito pubblico italiano è del 4% circa. In Giappone il costo reale del debito pubblico è del -1% circa#F_END#, come si è appena mostrato sopra. C'è una fottuta differenza di CINQUE PUNTI PERCENTUALI TRA IL COSTO DEL DEBITO PUBBLICO IN GIAPPONE E IN ITALIA. Perchè 'azzo non lo dice nessuno ? Il Giappone ha un enorme "debito pubblico", ma è come se non esistesse perchè lo stato paga, in termine reali, NIENTE (anzi meno di zero) e in Italia invece lo stato paga in termini reali un 4% e rotti l'anno (e se l'inflazione continua a scendere al ritmo degli ultimi mesi paga un 5%). Grazie all'eurozona, l'euro, i trattati di Maastricht, il Patto Fiscale e tutto l'armamentario tossico in cui l'"Europa" ci ha imprigionato lo stato italiano si dissangua per pagare tra il 4 e 5% l'anno sul denaro (perchè i Bot e Btp sono in realtà denaro) che ha stampato... Il debito pubblico non è vero debito, sono crediti fiscali, è denaro che lo stato crea e su cui paga interesse. Il debito pubblico è semplicemente denaro già stampato, perchè è più sicuro del resto del denaro che esiste ed è in banca. Per cui non ha alcun senso che paghi rendimenti per generazioni e generazioni del 4% superiori all'inflazione, richiedendo tasse su tasse fino a quando l'economia muore... In realtà, lo stato creando Bot e BTP, fornisce un servizio ai cittadini, fornisce loro un modo per tenere il loro denaro al sicuro, più al sicuro che nel conto bancario, dove il denaro esiste solo nella finzione e in realtà è garantito solo dalla promessa che in caso di bisogno lo stato ne stamperà. Di conseguenza è logico fare come i giapponesi e farne comprare dalla Banca centrale in quantità tale da tenere il suo rendimento a zero. Il debito pubblico deve essere sicuro, cioè non oscillare di prezzo, e pagare più o meno zero. Come il denaro....in Giappone di fatto il debito pubblico è quindi denaro... ----#i# Oct 30 (Reuters) - Japanese government bond prices eased slightly on Thursday after U.S. Treasuries retreated on an upbeat economic assessment from the Federal Reserve. The 10-year JGB yield rose 0.5 basis point to 0.465 percent , from 1 1/2-year low of 0.460 percent hit earlier this month. The 30-year JGB yield rose 1.0 basis point to 1.635 percent. #/i#

il cornuto, il bastardo, il figlio di puttana! - Moderatore  

  By: Moderatore on Mercoledì 29 Ottobre 2014 22:10

#ALLEGATO_1# Ok, non si vuole rischiare il vilipendio di una figura istituzionale per cui dico subito che il titolo un attimo sopra le righe era un modo per attirare l'attenzione sul post, non si intendeva veramente offendere l'ottimo attuale Ministro dell'Economia. Anzi, come fanno sempre i politici, ritiro quanto ho appena detto e mi scuso con la famiglia Padoan però... insomma...'azzo... perlamadonna...ma si può prendere per il sedere gli italiani come fanno questi ? Renzi va in TV e spara promesse di meno tasse, più soldi, meno austerità, di andare a Bruxelles a difendere gli interessi dell'Italia.... intanto Padoan si impegna per iscritto ad altri tagli e tasse. "Caro Jirkis...." scrive Padoan, perchè su a Bruxelles sono tutti grandi amici. Jirkis è Katainen, un altro stron-zo finlandese che non si perchè è incaricato di vigilare sull'Italia. obbediscono come se l'Italia fosse una colonia, della Finlandia tra l'altro. ^Padoan offre miliardi delle nostre tasse all'Europa#http://www.nextquotidiano.it/padoan-offre-miliardi-delle-nostre-tasse-alleuropa^ Come ripete Santa Marina LePen lo scontro è tra chi difende il proprio paese e la propria gente e chi è globalista, mondialista, europeista e risponde a quello che gli chiedono a Bruxelle, Berlino, Londra, New York, cioè alla UE, alla BCE, al FMI, sui mercati finanziari mondiali.... "Stiamo assistendo a una ricomposizione della politica, ^destra e sinistra non esistono più, la vera differenza è tra mondialisti da una parte e difensori della sovranità nazionale dall'altra. Monsieur Renzi rappresenta una visione europeista, post nazionale, è dalla parte dei mondialisti. Se vuole cambiare nome al Pd gli suggerisco di chiamarlo: Partito della post nazione#http://www.ilnord.it/c-3684_MARINE_LE_PEN_A_TUTTO_CAMPO_SULLEUROPA_LA_FRANCIA_LA_UE_LA_LEGA_DI_SALVINI_E_SOPRATTUTTO_LA_FINE_DELLEURO^

c'è stato un minimo a metà ottobre... e ora c'è un massimo.... - Moderatore  

  By: Moderatore on Mercoledì 29 Ottobre 2014 19:11

c'è stato un minimo a metà ottobre... e ora c'è un massimo.... da qui ai primi novembre si può comprare volatilità (future di novembre dei VIX) ... e poi... #ALLEGATO_3# e vendere short gli indici, forse tutti oggi, forse 1/2 oggi e 1/2 entro venerdì. Con oggi finisce l'Alleggerimento Quantitativo e il rimbalzo del Nasdaq in particolare e dell'S&P ultimo degli ultimi quindici giorni è basato solo sul fatto che ora che va male l'Europa e mediocremente l'Asia i fondi non si rassegnano ad uscire e riversano i soldi in America, andando per esclusione. Non c'è altro motivo, perchè per il resto quasi tutto sta peggiorando

Bene il progresso sui matrimoni gay, ma ancora non basta - Moderatore  

  By: Moderatore on Mercoledì 29 Ottobre 2014 17:06

#i# Sei favorevole all'introduzione nel nostro ordinamento giuridico delle ^unioni civili fra persone dello stesso sesso?#http://www.beppegrillo.it/2014/10/consultazione_online_su_unioni_civili_e_convivenze.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+beppegrillo%2Frss+%28Blog+di+Beppe+Grillo%29^ Hanno partecipato alla votazione 25.268 iscritti certificati. 21.360 hanno votato sì. 3.908 hanno votato no. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato.#/i# (Blog di Grillo) --- Seguendo l'esempio di tutti i partiti e movimenti politici (occidentali) intelligenti, il M5S si è schierato ieri per il matrimonio gay. Ormai rischiava di rimanere indietro persino rispetto a Berlusconi, che questo mese ha dichiarato che #i# "...ius soli per immigrati e unioni omosessuali sono fatti ormai dovuti..."#/i# Spiace solo che rimanga ancora un grosso buco nei diritti dei diversi di diversa natura riguardo al matrimonio: ii diritti di chi non è eterosessuale, non è omosessuale, #F_START# size=3 color=blue #F_MID#ma si limita a masturbarsi e quindi vorrebbe poter sposarsi con se stesso#F_END# (giustamente e logicamente) Già alcuni serial americani come ad esempio ^"GLEE, serie 3"#http://en.wikipedia.org/wiki/Glee_(season_3)^ accennano alla problematica, con le nozze di Sue Sylvester (la temibile direttrice della scuola...) con se stessa. Per ora sono spunti purtroppo ancora in tono ironico perchè anche in America i tempi non sono ancora maturi e i pregiudizi sono duri a morire. Come si è visto però per matrimonio e adozioni gay, il progresso in questa direzione può essere molto rapido, per cui chi si trova bene solo con se stesso per il sesso non deve disperare. Questo sito ad esempio è crediamo il primo in Italia a spezzare una lancia a loro favore. Ai cattolici retrogradi, leghisti baluba o veterofascisti che potrebbero riempire di commenti ignoranti questa discussione va innanzitutto ricordato quante volte si sono ritrovati a farsi solo delle seghe. Perchè devono obiettare ai diritti dei loro concittadini che, per qualsivoglia motivo, abbiano fatto dell'autoerotismo una scelta di vit ? Hanno anche loro diritto ad una cerimonia che sancisca il loro status pubblico, a non doversi più naascondere. E ovviamente, quando i tempi siano maturi, ad adottare bambini che possano essere orgogliosi del fatto il loro padre (o la loro madre) siano sposati con se stessi

Mosler sull'Euro (può risalire... prima di crollare) - Moderatore  

  By: Moderatore on Mercoledì 29 Ottobre 2014 14:21

Stock: Euro

analisi di un paio di giorni fa di Warren Mosler che predice un Euro forte nei prossimi mesi, in base ai fondamentali. Per Mosler i fondamentali di una valuta però sono soprattutto i flussi finanziari... Notare che la predizione non è "pro-Euro", Mosler predice una risalita sulla base dei flussi di capitale che si conclude con un crollo ("L'euro può ricominciare a salire.... fino al giorno in cui sparirà...") ---- ^"Euro vs $US" October 27, 2014 by WARREN MOSLER#http://moslereconomics.com/2014/10/27/euro-vs-us/^ The euro is up vs the $US today in spite of near universal positioning for it to fall, including technical indicators pointing to further declines. I see lots of positives for the euro and one negative. Positives: 1. $US went up/euro down due to portfolios buying/selling for the ‘wrong’ reasons (for example- Turkey sold 12 billion euro of reserves) a. end of Fed QE- this entirely psychological, as QE in the first instance functions as a tax that removes interest income from the economy b. potential for Fed rate hikes- this is backwards as well- 0 rates are a deflationary/contractionary bias c. negative ECB rates function as a tax removing net euro financial assets from the economy d. proposed ECB asset purchases would remove additional euro interest income from the economy 2. The EU overall is running a trade surplus, which in the first instance reduces the rest of worlds net euro financial assets 3. The deflationary forces have depressed wages for exporters, tipping wage ppp in their favor. 4. EU proactive deficit reduction, assisted by the lower rates on govt. securities, continues (albeit at a slower pace) to reduce the supply of net euro financial assets in the non govt. sectors of the economy. 5. Lower energy prices help EU more than the US due to higher US domestic energy output. The major negative is the possibility that the ECB is selling euro through it’s Belgium branch, which has been reporting large increases in $US Tsy holdings. If the ECB is selling euro it can keep it down to any level it desires. It’s a political choice. Market forces are not applicable. Best I can tell, however, the selling has not been from the ECB, but I have no first hand knowledge. Therefore I see the ‘fundamentals’ aligned for a strong euro that can potentially go back through the highs, with any proposed further action by the ECB further strengthening it, whether they know it or not. However, those forces strengthening the euro are also further damaging the economy, which puts more political stress on the EU overall. And this political stress that will intensify as the euro rises has the potential to end the current institutional arrangements and cause the euro to cease to exist. That is, I can see the euro going up in value until it becomes worthless. Reminds me of the saying: “A man chases a woman until she catches him” ;) And what I don’t know is whether the portfolio shifting that has driven the euro down for the ‘wrong’ reasons has run its course. If there is more to come it could sell off further until the underlying fiscal and trade flows cause it to reverse.

POSTULATO DELLA TORTA - giorgiofra  

  By: giorgiofra on Martedì 28 Ottobre 2014 21:00

Stock: S.S. Lazio

Alla festa del paese c'era una bella torta dalla quale si potevano ricavare 12 porzioni soddisfacenti, e poiché i partecipanti erano 12 tutti furono certi che sarebbe bastata per tutti. Si scoprì, invece, che qualcuno rimase senza la sua porzione, mentre qualcun altro ne ebbe giusto un assaggio. Fu allora che il capo del villaggio prese la parola: "amici" disse, "è evidente che la torta non basta per tutti. La prossima volta occorre farne una più grande." Infatti la volta successiva fu fatta una torta più grande. Ciò nonostante anche in quella circostanza qualcuno ne rimase senza e qualcun altro ne ebbe appena un assaggio. Per placare il serpeggiante malumore il capo del villaggio prese nuovamente la parola: "è evidente, cari amici, che la torta è insufficiente per tutti. E questo accade perché lavoriamo poco, e non produciamo abbastanza ricchezza per fare una torta adeguata a soddisfare le esigenze di tutti." I villani, allora, si impegnarono a lavorare di più, e questo consentì di produrre una torta ancora più grande. Ma anche in questa circostanza, nonostante che la dimensione della torta fosse abbastanza grande da poterne garantire 2 fette a persona, alcuni ne restarono senza, mentre altri ne ebbero appena un assaggio. Allora uno dei villani, abbastanza sveglio da dubitare delle parole del capo del villaggio, dopo profonde meditazioni, arrivò alla conclusione che, se qualcuno riceveva una porzione di torta troppo piccola, qualcun altro ne riceveva una troppo grande. Pensò quindi di sentire il parere di un vecchio che viveva lontano dal villaggio, e che passava per una persona molto saggia. Quando fu al suo cospetto gli espose i fatti, ed aspettò trepidante le parole del vecchio saggio. "Figliolo" gli disse "è ora che tu apprenda il primo postulato della natura umana." PER QUANTO GRANDE POSSA ESSERE LA TORTA, CI SARA' SEMPRE QUALCUNO CHE NE AVRA' POCHISSIMA, E QUALCUN ALTRO CHE NE AVRA' TROPPA. E QUELLI CHE NE AVRANNO TROPPA TI IMBROGLIERANNO, RACCONTANDOTI CHE OCCORRE LAVORARE DI PIU', SEMPRE DI PIU'. E PIU' LAVORERAI, E PIU' GRANDE SARA' IL DIVARIO TRA LA TUA PARTE DI TORTA E LA LORO.

Michael Hasenstab di Templeton spiega il suo segreto - Moderatore  

  By: Moderatore on Martedì 28 Ottobre 2014 16:38

Michael Hasenstab di Templeton, il migliore gestore obbligazionario del mondo assieme a Jeff Gundlach (di DoubleLine) spiega oggi sul Financial Times come ha operato negli ultimi due anni e e cosa fa attualmente ritagliare o copiare e leggere parola per parola il succo è che nel mondo obbligazionario di oggi l'unico sistema è scegliere il singolo paese, non puoi più investire in fondi generici con dentro tanti paesi, emergenti, USA, europa, junk bonds.... devi sceglierti tre o quattro paesi buoni e basta Quali ? Malesia, Messico, Ungheria, Polonia secondo lui ^"panic and volatility offer opportunities for unconstrained investors" Oct 28^, 2014#http://blogs.ft.com/beyond-brics/2014/10/28/guest-post-panic-and-volatility-offer-opportunities-for-unconstrained-investors^ --- A key dynamic that we have observed during 2013 and 2014 is periods of short-term panic and contagion followed by longer periods of differentiation. These periods of volatility are often characterized by an inability to understand differentiation between countries; however, they offer unique opportunities for truly unconstrained global investors to generate strong returns. We are definitely not strangers to contrarian trades – our views are anchored by a combination of fundamental bottom-up research, deep country analysis and macro modelling which allows us to identify these high-conviction investment opportunities. We look for countries that have compelling medium to long-term stories – essentially, we are opportunistically bullish in a handful of countries that we think are well-positioned for the next three to five years. Such countries typically have strong growth prospects, control of fiscal accounts, and healthy external balances. One such example is our investment thesis for Hungary. Viktor Orban is seen as a controversial and somewhat polarizing figure. Nonetheless, under his leadership Hungary has put into place much-needed fiscal consolidation and structural reforms. We started investing in Hungary a number of years ago when the market was very bearish on the fundamental outlook for the country. We saw long-term potential even though we recognized that in the short term, Hungary faced a difficult period. Thus, we made sizeable investments there, and last year we saw some of that potential realized. The local fixed-income market in dollar terms was one of the best-performing emerging markets — up over 10 per cent in 2013 — and market continues to do well into this year. Hungary and Poland, another of our preferred positions, represent examples of how we look at emerging markets. Individual countries will continue to differentiate themselves both through robust fundamentals and through policy makers who are able to stay ahead of the curve regarding fiscal, monetary and financial policy. There are a number of countries that we think are well-positioned for the next couple of years – not just in Europe but in other places as well: countries such as Malaysia and Mexico. Looking back again to the summer of 2013, we had already positioned ourselves to benefit from a rising interest rate environment, with our portfolios positioned with extremely low duration. Given that performance divergence between the best and worst emerging markets was almost 44 percentage points, 2013 was clearly not a year where you could invest in emerging markets simply as an asset class. You needed to pick carefully. Based on our bottom-up research, we increased active exposure in markets such as Mexico and avoided markets such as Turkey and South Africa where we did not see solid fundamentals. Our current growth outlook for both Malaysia and Mexico remains compelling. Malaysia’s economy has been well-supported by the combination of a diversified export base and positive responses from Malaysian policy makers, while Mexico’s economy has benefited from strong fundamentals, improving competitiveness and recent structural reforms amid the US recovery. More generally, we think while equity investors have long recognized the need to go global and add to returns and better diversity risks, fixed income investors are still at the initial stages of internationalizing their portfolios. So while there is much talk about “the great rotation” from fixed income to equity or vice-versa, we actually think the more interesting rotation is from traditional core fixed income to unconstrained global. This is especially true since the ability to generate positive returns in core fixed income markets is pretty limited given historically low rates. Given the rotation towards more alpha-seeking fixed-income, it is now more pertinent than ever to sift through noise from market panic or geopolitical tensions and analyse country fundamentals. In fact, we believe that the recent market panic is quite overstated. As this dynamic continues into 2015, we remain excited about the rewards for investors who seek out these countries, understand the underlying fundamentals and capture opportunities in these periods of panic. Michael Hasenstab is CIO Global Bonds, Franklin Templeton Fixed Income Group

Prodi firma il piano "PADRE"! (cioè stampare moneta e darla ai creditori) - GZ  

  By: GZ on Venerdì 24 Ottobre 2014 19:43

il Manifesto, quotidiano comunista della grande finanza, si entusiasma assieme al resto del popolo di sinistra per ^Prodi che firma l'appello dei 340 economisti del piano "PADRE" per ridurre il debito#http://ilmanifesto.info/e-anche-prodi-firma-lappello-per-una-nuova-bretton-woods/^ pubblico in Europa. La sigla "PADRE" sta per (tradotta) "Ristrutturazione del Debito Politicamente Accettabile", cioè è un piano disegnato apposta per piacere ai politici come Prodi. Di conseguenza i politici come Prodi lo accettano. #ALLEGATO_1# Il piano "PADRE" suona complicato se provi a leggerlo, ma si può sintetizzare in modo molto semplice: a) #F_START# size=3 color=blue #F_MID#i detentori di titoli pubblici non devono perdere una sola lira#F_END# ....e per ottenere questo risultato... b)#F_START# size=3 color=blue #F_MID#.... la BCE stamperà moneta e la userà per rimborsare loro i bonds quando scadono e per pagare loro tutte le cedole#F_END# Non sto scherzando. ^Il piano PADRE#https://www.google.it/webhp?sourceid=chrome-instant&ion=1&espv=2&es_th=1&ie=UTF-8#q=padre%20plan%20debt^ è esattamente questo (se non riuscite a leggerlo e a capirlo poi ovviamente si farà lo sforzo di descriverlo in dettaglio, ma è solo un paio di pagine e non è difficile). Questo è in linea con tutto quello che le Banche Centrali occidentali stanno facendo da anni che consiste in: #F_START# size=3 color=blue #F_MID# stampare moneta e darla ai creditori, alle banche e agli investitori in bonds#F_END# , a chi presta soldi insomma. E ^i "cheinesiani" nostrani si entusiasmano#http://keynesblog.com/2014/10/15/appello-per-una-bretton-woods-europea/#more-5796^ per la politica di mettere lo stato al servizio della finanza Nel piano "PADRE" è scritto esplicitamente che "in questo modo non si crea moneta", perchè appunto le passività che la Banca Centrale Europea si assume vanno a comprare bonds, quindi il denaro creato esce dalla BCE e va sul mercato finanziario, ma non nell'economia reale. Quindi chi ha comprato BTP non deve mai più temere niente, la BCE gli fornisce ora un suo bond equivalente. Dietro tutte queste politiche delle Banche Centrali che senti sui giornali che sembrano complicate c'è un idea semplice: le Banche centrali stampano moneta e la danno a quelli che prestano soldi, per evitare che debbano mai soffrire delle perdite e per garantire loro sempre un rendimento sopra l'inflazione. Cioè il business di prestare soldi deve essere senza alcun rischio e con un rendimento garantito sempre e dallo stato, il quale stampa moneta per pagarli quando i debitori non ce la facciano #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Chi ha un impresa agricola, commerciale, di servizi, industriale o qualunque altra attività individuale può fallire e perdere soldi. Chi lavora come dipendente può perdere il lavoro. E lo stato non deve intervenire stampando moneta per evitare loro la perdita del loro reddito. Ma quando si tratta degli "investitori", del "mercato finanziario", di chi detiene bonds e delle banche, di chi presta soldi insomma, allora si stampa tutta la moneta che si vuole e la si usa per garantire loro il rimborso delle rate e il pagamento di tutte le cedole. #F_END# Diciamo che si è fatta molta strada dai tempi in cui Shakespeare, trattando dell'attività degli "investitori" nel debito (Shylock), prevedeva invece che subissero delle perdite (nel "Mercante di Venezia", se ricordi, chi presta soldi al mercante che subisce un rovescio e non può pagare alla fine non riscuote alla fine il suo credito. E' la storia di un "default") #i#(il tasso di interesse sarà però più basso ? sicuro, se sono garantiti dalla BCE pagheranno una via di mezzo tra i Bund e i BTP. Ma visto che questo piano prevede che in questo modo poi aumenti la spesa pubblica perchè ti sei liberato, dal punto di vista dei singoli stati, di 4500 miliardi di debito, ovviamente l'inflazione dallo 0% salirà ad esempio al 3% e quindi anche i nuovi bonds dovranno pagare i soldi 2 punti sopra l'inflazione, cioè il 5%. E come faranno le nazioni europee a garantire in eterno questi rendimenti sicuri e sopra l'inflazione ? Stampando moneta. Ovviamente una volta si capisca che in Eurozona la BCE garantisce lei tutto il debito pubblico per questa via e che il debito pubblico aumenta e anche l'inflazione e i rendimenti ci sarà un flusso di capitali verso l'eurozona che sosterrà il cambio dell'euro...i paesi del sudeuropa ovviamente con gli aumenti di spesa pubblica e di inflazione andranno tutti in deficit con l'estero, i crediti "Target" del nord-europa verso il sud-europa esploderanno di nuovo...la Germania se anche avesse accettato per miracolo il Piano andrà fuori dai gangheri...Il risultato finale sarà un aumento di debito, un aumento di spesa pubblica e la rottura dell'euro. La quantità di bonds sul mercato aumenterà in modo esponenziale facendo felice la grande finanza e la rendita finanziaria. Ma sicuramente per un paio d'anni si avrebbe sollievo dalla crisi... cioè si sposterebbe in avanti il momento della resa dei conti )#/i# ----Comitato promotore: Leonardo Becchetti (Università di Roma Tor Vergata) Roberto Cellini (Università di Catania) Paolo Pini (Università di Ferrara) Alberto Zazzaro (Università Politecnica delle Marche) Primi firmatari: Alessandrini Piero (Università Politecnica delle Marche) Ardeni Pier Giorgio (Università di Bologna) Bagella Michele (Università Roma Tor Vergata) Baglioni Angelo Stefano (Università Cattolica del Sacro Cuore) Baravelli Maurizio (Università Roma La Sapienza) Belussi Fiorenza (Università di Padova) Boitani Andrea (Università Cattolica del Sacro Cuore) Bollino Andrea (Università di Perugia) Brondoni Silvio (Università Milano Bicocca) Camagni Roberto (Politecnico di Milano) Capasso Salvatore (Università Napoli Parthenope) Cappellin Riccardo (Università Roma Tor Vergata) Carillo Maria Rosaria (Università Napoli Parthenope) Ciciotti Enrico (Università Cattolica del Sacro Cuore, Piacenza) Corniani Margherita (Università Milano Bicocca) Corsi Marcella (Università Roma La Sapienza) Costabile Lilia (Università di Napoli Federico II) Cozzi Terenzio (Università di Torino) D’Adda Carlo (Università di Bologna) Danielis Romeo (Università di Trieste) De Arcangelis Giuseppe (Università Roma La Sapienza) Del Monte Alfredo (Università di Napoli Federico II) Destefanis Sergio (Università di Salerno) Dosi Giovanni (Scuola Superiore S. Anna Pisa) Ferri Giovanni (Università Roma LUMSA) Fratianni Michele (Università Politecnica delle Marche) Frey Marco (Scuola Superiore S. Anna Pisa) Gallegati Mauro (Università Politicnica delle Marche) Giannola Adriano (Università di Napoli Federico II) Giunta Anna (Università Roma 3) Gnesutta Claudio (Università Roma La Sapienza) Granaglia Elena (Università Roma 3) Leon Paolo (Università Roma 3 e CLES Roma) Lucarelli Stefano (Università di Bergamo) Marelli Enrico (Università di Brescia) Mutinelli Marco (Università di Brescia) Paci Raffaele (Università di Cagliari) Papi Luca (Università Politecnica delle Marche) Pareglio Stefano (Università Cattolica Sacro Cuore) Perrotta Cosimo (Università di Lecce) Piga Gustavo (Università Roma Tor Vergata) Porta Pierluigi (Università Milano Bicocca) Rizzi Paolo (Università Cattolica del Sacro Cuore) Romano Roberto (CGIL Regionale Lombardia e Università di Pavia) Roncaglia Alessandro (Università Roma La Sapienza) Rullani Enzo (Venice International University) Saltari Enrico (Università Roma La Sapienza) Salvadori Neri (Università di Pisa) Salvati Michele (Università Statale di Milano) Santarelli Enrico (Università di Bologna) Saraceno Francesco (OFCE, Observatoire français des conjonctures économiques) Scalera Domenico (Università Sannio Benevento) Simonazzi Annamaria (Università Roma La Sapienza) Stirati Antonella (Università Roma 3) Terzi Andrea (Università Cattolica del Sacro Cuore) Travaglini Giuseppe (Università di Urbino) Valletti Tommaso (Università Roma Tor Vergata) Valente Marco (Università dell’Aquila) Vitale Marco (Fondo Italiano d’Investimento – LIUC)

la proposta di 340 economisti: diamo aria ai denti, scopriamo l'acqua calda e poi facciamoci delle seghe - Moderatore  

  By: Moderatore on Venerdì 24 Ottobre 2014 00:30

#F_START# size=3 color=blue #F_MID#I professori di economia in Italia non sono mai stati così bene in vita loro. i) hanno tutti ancora il posto, in quanto impiegati statali e prendono sempre il loro stipendio che grazie alla crisi e alla deflazione vale di più, se comprano un auto, un frigo, dei mobili e così via costa tutto meno ii) mentre prima nessuno se li filava tanto ora sono diventati più importanti, vengono intervistati spesso in TV e le loro dichiarazioni finiscono sui giornali Di conseguenza per loro la "crisi" potrebbe anche durare per altri dieci anni e si sforzano di farla durare, proponendo di dare aria ai denti, scoprire l'acqua calda e farsi delle seghe (mentali) #F_END# ----------- ^L'appello dei 340 economisti al premier: «Serve una nuova Bretton Woods»#http://www.avvenire.it/Politica/Pagine/appello-dei-340-economisti-al-premier.aspx^ Il Comitato promotore: Leonardo Becchetti (Università di Roma Tor Vergata), Roberto Cellini (Università di Catania), Paolo Pini (Università di Ferrara), Alberto Zazzaro (Università Politecnica delle Marche). Ci aspettiamo che il governo italiano capisca la gravità del momento e non si accontenti di negoziare deroghe, ma proponga con forza un momento di verità chiedendo la convocazione di una conferenza per una nuova macroeconomia civile nell’Unione Europea. I temi fondamentali di discussione su cui costruire un nuovo accordo dovrebbero essere i seguenti: 1. Un ruolo molto più attivo della Bce sul modello di quanto fatto dalle banche centrali di Stati Uniti e Regno Unito che si spinga fino alle politiche di acquisto di titoli pubblici e privati. 2. È inutile costruire un’unione monetaria se non si sfrutta e capitalizza appieno il potere della sua banca centrale che è potenzialmente superiore a quello delle banche centrali nazionali. Da questo punto di vista si dovrebbero seriamente discutere progetti come il piano PADRE, che prevede un’operazione di ristrutturazione dei debiti dei paesi membri dove la Bce ne acquista la quota eccedente il 60% convertendola in titoli senza interesse che saranno ripagati negli anni dalle risorse da signoraggio spettanti a ciascun paese. Liberando di fatto importanti risorse oggi destinate al pagamento degli interessi e producendo un formidabile stimolo alla domanda interna di tutti i paesi. Con vantaggi per tutti, Germania inclusa, che vedrebbe aumentare l’acquisto dei propri beni importati dagli altri paesi membri. Piani di questo tipo potrebbero essere avviati in via sperimentale su porzioni più piccole dei debiti pubblici per verificarne gli effetti. 3. A fronte di questi vantaggi macroeconomici i paesi membri devono essere posti nelle condizioni di poter realizzare riforme di struttura sui principali assi di modernizzazione delle loro economie (infrastrutture digitali, politica industriale e di innovazione tecnologica ed organizzativa del lavoro, efficienza ed efficacia della pubblica amministrazione e della amministrazione della giustizia, protezione sociale per coloro che sono esclusi dal lavoro, contrasto alle disuguaglianze economiche e sociali divenute insostenibili e che compromettono la crescita dei sistemi economici). 4. Si procede nel frattempo alla costruzione di meccanismi in grado di contrastare le asimmetrie dell’area euro. In primis penalità non solo per paesi in deficit ma anche per paesi in surplus con obbligo a realizzare politiche di rilancio della domanda interna per contrastare le asimmetrie. In secondo luogo un sussidio europeo di disoccupazione come forma di stabilizzatore automatico che preveda in cambio prestazioni sociali o formazione per la rioccupazione per i beneficiari e sospensione in caso di non accettazione di posto di lavoro. 5. Varo di una concreta e non solo annunciata politica fiscale Ue espansiva per realizzare su scala europea investimenti pubblici e realizzare infrastrutture fisiche e digitali nei paesi membri, puntando ad un bilancio comunitario con risorse proprie ben oltre l’1% attuale (tra il 3% ed il 5%). 6. Un forte impegno verso l’armonizzazione fiscale e la riduzione delle forchette eccessive nelle aliquote nazionali sulle imprese che producono elusione fiscale ed spostamento dei profitti alterando le stesse statistiche sulla crescita. Paradisi fiscali interni all’unione non potranno essere più tollerati e le pratiche più aggressive andranno considerate alla stregua di aiuti di stato (come sembra iniziare ad essere l’orientamento comunitario in alcuni recentissimi casi). 7. Un forte impegno verso forme di unificazione politica e di partecipazione attiva dei cittadini europei alla nomina democratica dei propri rappresentanti nelle istituzioni europee non più esclusivamente su base nazionale, in maniera tale che il benessere di tutti i cittadini europei e non dei cittadini di ciascun paese membro sia posto al centro del processo decisionale in sede europea».

le obiezioni dei professori (.. bisogna creare moneta con un "escamotage"...yes) - GZ  

  By: GZ on Martedì 21 Ottobre 2014 03:53

^Il prof. Claudio Gnesutta#http://www.sbilanciamoci.info/Chi-scrive/Claudio-Gnesutta-1795^ dell'università di Roma sulla nostra proposta di ridurre le tasse creando moneta, rispondendo a Grazzini (30 anni fa insegnava a me a Modena, non ricordo più bene ora cosa. Provo ora correggere qualcosa anche io al mio ex-prof...in blu) ---- Caro Enrico, non ho letto il libro di Cattaneo-Zibordi e quindi mi scuso se interpreto male il loro pensiero (di cui comunque ho qualche notizia nel tempo). Mi permetto di far loro alcune osservazioni attraverso il testo che mi hai sottoposto perché ritengo che possa chiarire la mia personale freddezza alla loro proposta. Con queste osservazioni non voglio coinvolgere l’intera redazione. Innanzitutto, le motivazioni della proposta mi trovano più che pienamente d’accordo: qualsiasi intervento che riesca veramente ad allentare il vincolo fiscale è una essenziale e urgente. Nessun dubbio su questo, come del resto sostengo e sosteniamo costantemente. Due sono però le considerazione critiche che il tuo testo solleva. (1) La prima formale, ovvero la validità dell’affermazione “La soluzione dei CCF sarebbe giuridicamente ineccepibile”. Mi sembra che così si trascuri che l’emissione di carta moneta sia monopolio della banca centrale (europea) e che le esperienze di moneta complementare sono “tollerate” in quanto realtà (molto) locali; non credo che lo sarebbero se fossero generalizzate a un’intera nazione. Non devi trascurare che, per la nostra politica economica europea, il controllo della moneta è altrettanto stringente quanto il controllo fiscale (e non facciamoci abbagliare da Draghi). #F_START# size=3 color=blue #F_MID# E' difficile dire se emettere crediti fiscali, differiti nel tempo per il loro incasso, non possa essere impugnato in qualche sede legale a livello europeo. Il motivo però per cui sono stati pensati come crediti "differiti" (che incassi solo due anni dopo) è per evitare, per i primi due anni, che risultino in un deficit. Fino a quando non sono incassati esistono solo come certificato in tasca a qualcuno. Lo stato deve lo stesso però segnarli nel suo bilancio fin da ora in qualche modo ? Non è facile stabilirlo, quello che è certo è che non creano esborsi di cassa per due anni. Dopo due anni l'enorme stimolo che darà all'economia ridurre le tasse del 30% a chi lavora farà aumentare, probabilmente, il PIL molto più della riduzione di tasse iniziale. Non è certo, è probabile. In termini del vincolo del 3% di deficit dopo due anni può essere che il deficit aumenti in % del PIL (perchè parte del denaro non viene speso o investito, ma usato per ripagare debiti..). E in quel caso il governo italiano dirà alla UE: "..ci spiace, la previsione non era del tutto esatta, il deficit alla fine è salito oltre il 3%, sapete com'è però, le previsioni non sono mai una cosa certa.... Intanto l'economia italiana si è ripresa alla grande...Quindi non stiamo a recriminare, quello che è stato è stato...". In altre parole, devi giocare a poker con questa gente e bluffare un poco...ma per vincere devi anche avere delle carte in mano e noi cerchiamo di spiegare quali sono le carte che l'Italia può giocare #F_END# (2) Dal punto di vista sostanziale, sono d’accordo che lo stato italiano (e altri stati in difficoltà) possano emettere un “titolo” variamente definito (tasso nullo, rimborso delle imposte, ecc.) come quello previsto dai nostri due autori; ma questo non significa che sia comunque un titolo di debito e vada ad aggiungersi al debito pubblico – alla stessa stregua dei “BTP dovrebbero essere accettati dallo stato al loro valore nominale per pagare le tasse” – e quindi ricadere sotto la mannaia del fiscal compact. Per questo non comprendo le ragioni dell’affermazione che l’emissione di 200 miliardi di CCF implichi che il “rapporto deficit pubblico/PIL sarebbe positivo” In sostanza, sostenere una tale proposta può avere effetti distorsivi nel conflitto di politica economica in atto poiché fa ritenere che con qualche artificio formale sia possibile trovare una rapida soluzione alla questione sostanziale (il mix consapevolmente recessivo della politica economica europea), ma questo è un mio giudizio.. #F_START# size=3 color=blue #F_MID# non so neanche io qui cosa intendesse Grazzini o Cattaneo parlando del deficit, ma la questione è quella descritta al punto precedente: si cerca di rispettare formalmente per due anni il vincolo del 3% con un escamotage. Perchè vergognarsene o averne paura ? La UE e la BCE sono sei anni che mettono in piedi "fondi salva-stati" e "programmi di liquidità" che sono degli escamotage. E non funzionano perchè si risolvono nel dare soldi alle banche o al mercato finanziario. Il nostro funzionerà perchè, spiace per il populismo qui, darà soldi alla gente direttamente. Sembra di fare ingegneria finanziaria, trucchi contabili, escamotage di bilancio ? E in che cosa consiste tutto il gioco delle Banche Centrali che ora governa il mondo... Bisogna solo giocare al gioco per vincerlo #F_END# Alcune questioni al margine. Devo ammettere che, se potesse funzionare, sarei del tutto favorevole alla proposta (personalmente ritengo che qualcosa di simile dovrebbe essere adottato nel caso dovessimo uscire dall’euro, ma questo è un altro discorso). Tuttavia due considerazioni che mi lasciano perplesso. Hanno pensato Cattaneo e Zibordi che se i BTP fossero accettati (al valore nominale!) per pagare le tasse occorrerebbe emettere altri titoli (al valore di mercato!) per coprire il deficit pubblico? #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Una volta che lo stato decreti che i BTP (o come regola permanente o come clausola da invocare in caso di bisogno) sono accettati per pagare le tasse e sempre al loro valore iniziale NON TE NE IMPORTA PIU' UN FICO SECCO DI QUANTI BTP DEVI VENDERE. Perchè il loro valore si inchioda intorno alla parità, cioè un BTP emesso a 100 quoterà anche sul mercato intorno a 100 se la gente sa che può consegnarlo sempre a 100 all'Agenzia delle Entrate. Tutti i BTP quoteranno anche a Londra o Francoforte solo con un piccolo sconto rispetto al prezzo che lo stato italiano paga, cioè 100 (quello di emissione) #F_END# Inoltre, quale significato sostanziale di politica economica assume la proposta di “assegnare gratuitamente … ai lavoratori dipendenti e autonomi … e ai datori di lavoro del settore privato” parte sostanziosa di quei 200 miliardi. Una sorta di Renzi-beneficienza al quadrato, quando il problema è l’occupazione che il settore privato non riesce a garantire; non comprendono forse che al fondo della politica economica europea è la convinzione che il settore privato (e solo lui) sia il motore della crescita e che al fondo della politica di Renzi è la sicurezza (di fatto, non a parole che quelle ne dice tante) che lo Stato nulla può fare per l’occupazione. Ma anche questo è un altro discorso. #F_START# size=3 color=blue #F_MID# In Italia le imprese e gli autonomi pagano dal 60 al 70% di tasse (se le computi tutte) e i lavoratori ricevono meno del 50% dello stipendio che paga l'azienda. In Asia e presso le multinazionali le tasse sono sul 20%-25% per le imprese e fuori dall'europa le tasse sul lavoro sono circa la metà che in Italia. I costi di fare qualunque cosa in Italia sono elevati soprattutto perchè ci sono tasse ovunque specie sull'energia. Perchè non tagliarle dai 750 miliardi attuali a 600 miliardi, una volta che ci si liberi dal tabù della moneta, cioè si ridia allo stato il potere di crearne (e non solo alle banche come adesso) ? Lo stato deve però avere un ruolo maggiore nell'economia, assolutamente. Deve nazionalizzare le banche invece di "salvarle", deve tornare a dividerle in tante banche locali con l'antitrust, deve imporre che le banche abbiano non il 5% di capitale come adesso (e 95% di debito), ma almeno 30% e meglio ancora 50% di capitale in modo che non ricattino più tutti con le loro crisi dovute solo all'eccesso di leva finanziaria. Deve controllare la Banca Centrale (quando sarà possibile nell'euro e altrimenti quando si possa tornare alla nostra valuta) e imporre che questa imponga i "plafond" di credito alle banche, dirigendo il credito verso i settori produttivi e non come adesso per il 75% agli immobili, al credito consumo e ai derivati. Lo stato deve imporre far pagare tasse alle multinazionali come google, apple, yahoo, amazon che non pagano niente...Deve mettere restrizioni al commercio con la Cina. Deve fermare l'immigrazione di massa che riduce il potere contrattuale dei lavoratori... Deve anche tassare la terra e la ricchezza finanziaria cumulata e non il reddito prodotto...Lo Stato deve fare molto più e deve essere molto più forte. L'unica dannata cosa deve fare di meno è prelevare come adesso due terzi del reddito delle imprese e più di metà di quello dei lavoratori! #F_END# Per quanto mi riguarda, non ho preclusioni contro alcun strumento che possa essere utilizzato per realizzare l’obiettivo di una occupazione più ampia e più stabile, ma credo che lo si debba sempre valutare con il riferimento al contesto in cui si opera e alla sua specifica efficacia (rispetto all’obiettivo). A mio avviso – ma in queste cose gli errori sono sempre possibili – la proposta non mi sembra tenga conto né del contesto politico e istituzionale in cui si inserisce, né, laddove dovesse (con molta improbabilità) trovare applicazione, in grado di raggiungere gli obiettivi (che io ritengo rilevanti). Mi scuso per la lunghezza del mio commento e, sempre con stima per il tuo impegno, ti saluto con molta cordialità. Claudio

Una riduzione di tasse funziona solo se è PERMANENTE - GZ  

  By: GZ on Martedì 21 Ottobre 2014 03:34

come tradurre in pratica i concetti economici (quelli corretti, non le solite palle sul debito e l'euro che vedi sui giornali) ? Ridurre le tasse innanzitutto. Come, che non abbiamo le risorse, i soldi, e poi il debito... ? Ehi... sveglia, lo sai che lo stato avrebbe il potere di creare moneta ? (tramite la banca centrale se ce l'ha, oppure creando crediti fiscali, oppure nazionalizzando delle banche e facendole prestare allo stato...) Questa è la risposta corretta in prima battuta, ma in seconda battuta è una risposta #F_START# size=3 color=blue #F_MID#"statica"#F_END# , mentre in realtà l'economia e la vita sono #F_START# size=3 color=blue #F_MID#dinamiche#F_END# , si muovono nel tempo con effetti cumulativi e dipendono anche dalle aspettative o idee che la gente si fa, ad esempio sulle intenzioni del governo e il pubblico (perlomeno quello con del denaro) cerca di anticipare l'inflazione, la svalutazione o il default, complicando così le cose e dando motivo di scrivere papers di economia. Negli ultimi 30 anni in economia si sono infatti vinte le cattedre e pubblicati papers e libri studiano queste due cose: gli effetti dinamici e le aspettative. La visione Keynesiana standard e naive, che basta fare deficit e aumentare la spesa pubblica facendo così aumentare la domanda per tenere su l'economia è stata criticata a fondo perchè non terrebbe conto della #F_START# size=3 color=blue #F_MID# dinamica delle aspettative#F_END# (e del debito). (Non che interessi qui, ma la conseguenza di questa critica è che i "keynesiani" noti di oggi, tipo Krugman, se guardi i loro modelli in realtà non seguono più Keynes ...) Andiamo al pratico: se il governo fa deficit sempre maggiori e accumula debito e poi tassa sempre di più e le famiglie e imprese pure accumulano debito... quando per la prima volta provi a ridurre un poco le tasse scopri che non funziona come pensi. Perchè la gente non usa i soldi per spendere e investire, ma li risparmia o usa per ripagare i debiti... Come si deve fare allora ? Ok, noi proponiamo innanzitutto di ridurre le tasse non di mezzo miliardo come Renzi con il bonus famiglie di ieri, ma di 150 o 200 miliardi. C'è una soglia oltre la quale il denaro che circola nell'economia di nuovo è sufficiente a restituire la fiducia e la gente lo spende. Il problema comunque esiste. Supponiamo che un nuovo governo riduca di 150 mld nel 2015 le tasse, emettendo 150mld di crediti fiscali, differiti al 2017 come incasso (la proposta dei CCF). L'effetto sul PIL nell'anno successivo può essere di far aumentare il PIL solo di 100 miliardi ("moltiplicatore fiscale, come si sul dire, < 1"). Questo perchè le famiglie e le imprese italiane, che hanno accumulato circa 2,000 miliardi di debiti ora, quanto lo stato, e hanno sofferto sei anni di depressione, non si fidano all'inizio a spendere e investire i soldi che si ritrovano. E' possibile e sarebbe comprensibile che quando un nuovo governo annunci questo clamoroso taglio delle tasse le famiglie e le imprese non credano del tutto a quello che viene promesso . Per cui gli italiani preferiscano utilizzare buona parte dei soldi che si ritrovano grazie alla mega riduzione di tasse di 150 miliardi, per ripagare debiti o anche risparmiare. Questo è più o meno quello che è successo in Giappone, dove si sono fatti enormi deficit pubblici, finanziati a tassi di interesse vicini a zero, ma l'effetto "moltiplicativo" sull'economia è stato debole. Supponiamo che questo accada anche in Italia e accada più o meno anche il secondo anno, nel 2016 (perchè la riduzione di tasse di 150 mld che si propone non è una tantum, è permanente, quindi sia nel 2015 che nel 2016) Bene, in questo caso, l'effetto di emettere 150 mld di crediti fiscali in un anno, non sarà sufficiente per riportare l'economia al livello di produzione e occupazione che si ipotizzava e quando i 150 mld di crediti emessi nel 2015 vanno all'incasso, cioè la gente li utilizza per pagare le tasse nel 2017, in quell'anno, il 2017, si aprirà un buco nel bilancio, un deficit pubblico molto maggiore di quello ipotizzato, diciamo ad esempio di 90 miliardi di euro, invece dei 45 miliardi circa attuali. Che male c'è ? Nei confronti della UE questo ovviamente sarà un problema, ma solo di facciata. Il governo italiano dirà che #F_END# #F_START# size=3 color=blue #F_MID#:"oops... ci spiace tanto, ma il taglio delle tasse non era sufficiente come dimensione o più probabilmente non si è riusciti a convincere il pubblico che è un taglio di tasse permanente, per cui gli italiani temendo che non si ripetesse l'anno dopo e non fidandosi, hanno usato i soldi per ripagare debiti o li hanno risparmiati in percentuale maggiore di quella prevista...Dite che ora il deficit pubblico è al 6% ? Fateci controllare...Beh è vero.... ma di previsioni non esatte però anche voi della UE e BCE ve ne intendete parecchio, no ? finora non ne avete mai azzeccata una... per cui non metteteci in croce ora per un piccolo scarto di deficit... Non vedete che l'economia però è migliorata di colpo ? Fidatevi di noi....basta che insistiamo e vedrete che una volta che gli italiani si convincono che il taglio delle tasse è permanente e non verrà cancellato questi soldi verranno utilizzati...fidatevi..."#F_END# Nei confronti del mercato finanziario invece il problema sarebbe più serio, perchè questi lupi mannari potrebbero vedere nel 2017 (o prevedere fin da adesso) deficit pubblici dell'8% o 10% del PIL per l'Italia e scatenare un attacco speculativo ai BTP. Ma come si è spiegato, abbiamo la contromossa pronta: lo stato italiano avrà anche dichiarato per decreto che i BTP sono accettati alla pari per ripagare le tasse, per cui la loro quotazione non di discosterà di molto dalla parità. E se non bastasse, lo stato italiano può nazionalizzare un paio di banche, ritirandole dalla borsa e far comprare loro titoli di stato, contando sul fatto che questo non richiede, per le regole di Basilea, di mettere da parte più riserve o più capitale. Cioè in pratica una banca pubblica (non quotata in borsa) può comprare titoli pubblici senza vincoli, perchè le vengono conteggiati a bilancio come "asset" a rischio zero e che di conseguenza non richiedono più capitale o riserve. E se la nazionalizzi te ne puoi infischiare delle "reazioni del mercato" perchè non è più quotata in borsa. Bisogna mettersi in testa che SE I BTP E I TITOLI BANCARI NON FLUTTUANO DI PREZZO ALLORA TE NE PUOI FREGARE DI QUELLO CHE DICONO ALL'ESTERO E per l'economia reale italiana, se il primo o secondo annno il mega taglio di tasse da 150 mld viene usato in buona parte per ripagare debiti e risparmiere vuole solo dire che devi insistere, che devi continuare, forse anche aumentarlo, ma soprattutto devi convincere la gente che è una riduzione di tasse permanente. Tra parentesi, la differenza tra quello che propongono Giavazzi e Tabellini ora quando dicono di fare deficit pubblici addizionali di 80 miliardi e rotti facendoli finanziare dalla BCE non è solo che la loro idea è utopistica (la BCE non lo farà...). Se li leggi, vedi che da bravi economisti ortodossi, dicono che è una riduzione di tasse TEMPORANEA, non permanente. E quindi non ha molto senso, perchè la gente la userà più che altro per ripagare debiti e risparmiare un poco di soldi, sapendo che poi dopo un paio di anni si ritorna all'oppressione fiscale attuale Conclusione: è ovvio che una drastica riduzione di tasse, la prima tra l'altro della storia dell'Italia moderna, sarebbe un fatto i cui effetti sono difficili da prevedere perchè appunto NON ESISTONO PRECEDENTI NELLA STORIA o quasi. Finora tutti gli aumenti di moneta dello stato finivano in spesa pubblica, erano più graduali e la gente non era indebitata come adesso. Può benissimo essere che nel primo o secondo anno l'effetto sulla produzione, reddito e occupazione sia attenuato dal fattore di aspettative, dal pessimismo della gente. Ma questo significa solo appunto che devi essere convincente ed insistere e spiegare che si tratta di un aumento di moneta PERMANENTE

Se riduci le tasse di 150 miliardi il reddito nazioale aumenta di più di 150 miliardi ? - GZ  

  By: GZ on Martedì 21 Ottobre 2014 02:03

IL nostro amico ^Enrico Grazzini#http://www.ilfattoquotidiano.it/blog/egrazzini/^ si chiede:#F_START# size=3 color=verde #F_MID# " come assicurare i nostri interlocutori che "il moltiplicatore fiscale è davvero maggiore di uno" in modo che i CCF non si trasformino in debito? Questo è ovviamente un altro grande punto critico, forse il maggiore..."#F_END# [traduzione dal gergo economico all'italiano: #b#se riduci le tasse di 150 mld, ma il reddito nazionale non aumenta di più 150 mld, allora il deficit pubblico aumenterà in % del PIL. Ma non hai promesso che invece tagliando le tasse il PIL aumenta tanto da coprire il deficit ?...] #/b# La risposta sintetica sarebbe che NON HA NESSUNA IMPORTANZA, perchè #F_START# size=3 color=blue #F_MID#come dice Warren Mosler i titoli di stato sono solo "crediti fiscali non spesi"#F_END# . Se riduci le tasse emettendo crediti fiscali differiti (non spendibili subito), stai creando in pratica "moneta", ma anche i BTP in pratica sono "moneta". Bisogna spiegare la radice dell'imbroglio: perchè 'azzo lo stato deve andare a trovare denaro per ripagare i BTP, quando in realtà sono loro stessi "denaro" ? Cosa si intende con questo ? Che il denaro che hai in banca vale sempre 100 quando ne depositi 100 solo perchè sotto sotto lo stato "garantisce" le banche. Altrimenti i tuoi 100 euro in banca possono valere 50. Ma i titoli di stato pagano interesse... EHI... #F_START# size=3 color=BLUE #F_MID#TI SEI ACCORTO CHE IN TUTTO IL MONDO ORA I TITOLI PUBBLICI NON PAGANO INTERESSE O QUASI ? SAI PERCHE' ? PERCHE' CI SI E' RESI CONTO CHE SONO MENO RISCHIOSI CHE TENERE IL DENARO IN BANCA !#F_END# Ma in realtà i 1,4000 miliardi di soldi in banca (nei conti correnti) in Italia sono una finziona contabile che mantiene il suo valore di 1,400 miliardi solo perchè si suppone che in qualche modo in caso di bisogno lo stato li fornisca alle banche. E prima della crisi era solo una teoria, ora si è visto che è una realtà. Di conseguenza la gente non chiede più interessi in pratica sui titoli di stato dei paesi che hanno una banca centrale. E ne chiede un poco sui titoli pubblici di paesi come l'Italia solo perchè non hanno più una banca centrale Cioè lo stato alla fine garantisce sia i BTP che il tuo saldo in banca. Perchè nel caso non lo avessi ancora capito i tuoi soldi una volta depositati in banca non ci sono più, sono stati prestati in giro... L'unico denaro vero sono i contanti, poi i titoli pubblici e ultimi i saldi in banca. La cosa ridicola è che con i saldi del conto in banca si suppone che finanzi lo stato !!!! 'azzo, il tuo saldo in banca mantiene il suo valore solo perchè c'è dietro lo stato... Se, come proponiamo noi, lo stato emette 150 mild l'anno di crediti fiscali differiti come nuovo tipo di "euro" ("euro-italiani"), lo stato è come se avesse emesso BTP. BTP di tipo speciale, che mantengono sempre il loro valore iniziale, emessi a 100 valgono sempre 100, ma non pagano interesse e non fluttuano di prezzo. Se allora lo stato dichiara che anche i BTP veri e propri mantengono sempre il loro valore, perchè li accetta per pagare le tasse alla parità, allora hai chiuso il cerchio. #F_START# size=3 color=red #F_MID#Finanzi i deficit con moneta#F_END#, cioè una finzione contabile che mantiene sempre il suo valore iniziale per lo stato, emessa a 100 vale sempre 100 (in Italia per lo stato) e non fluttua di valore. E non paga interessa. Ehi... #F_START# size=3 color=red #F_MID#vogliamo che si emetta moneta e non debito! OK ? Moneta e non Debito#F_END#. Stiamo solo inventando dei modi per creare moneta all'interno della struttura dell'Euro!

NON ESISTE UN MOMENTO GIUSTO IN CUI LA FED AUMENTI IL TASSO DI INTERESSE! - Moderator  

  By: Moderator on Lunedì 20 Ottobre 2014 12:29

di #b#Warren Mosler#/b# - da ^ReteMMT.it#www.retemmt.it^ #b#Introduzione#/b# Io respingo la convinzione che l’economia sia solida e che stia operando a un livello prossimo alla piena occupazione. Rifiuto inoltre la convinzione che una politica di tassi 0% sia inflazionistica, supporti la domanda aggregata, o indebolisca la valuta, o che tassi più elevati rallentino l’economia e riducano l’inflazione. In aggiunta, rifiuto il punto di vista mainstream secondo il quale l’economia sta concretamente migliorando, la perdita di produzione è in corso di recupero, e l’inflazione sta aumentando e riavvicinandosi al target della FED. Ciò che sto sostenendo è che la FED e il mainstream vedono alla rovescia il modo in cui i tassi di interesse interagiscono con l’economia. Hanno idee sottosopra riguardo lo stato di salute attuale dell’economia e l’inflazione e, di conseguenza, la loro discussione sulla politica monetaria appropriata è totalmente confusa e inapplicabile. Inoltre, anche se io sono conscio del fatto che innalzare i tassi di interesse rafforza sia domanda aggregata che inflazione, mi oppongo categoricamente all’innalzamento dei tassi di interesse per ottenere questo risultato. Piuttosto, propongo di rendere permanente la politica del tasso di interesse a zero, e di sostenere la domanda aggregata con una totale sospensione dell’imposizione della tassazione FICA [Federal Insurance Contributions Act ]. E perche ci sia un prezzo àncora più solido dell’attuale politica della disoccupazione, propongo un lavoro di transizione finanziato a livello federale per coloro che vogliono lavorare e sono in grado di farlo, per facilitare il passaggio dalla disoccupazione all’occupazione nel settore privato. Queste proposte congiunte supportano livelli di occupazione ben più elevati e la stabilità dei prezzi. Quindi qual è il momento adatto per innalzare i tassi di interesse? Io dico mai. Al contrario, occorre lasciare il tasso FED a zero per sempre, per legge, e utilizzare l’intervento fiscale per sostenere la piena occupazione. #b#Analisi#/b# Il mio primo punto di contestazione al mainstream è la loro presunzione che bassi tassi di interesse siano di supporto alla domanda aggregata ed inflazione attraverso una varietà di canali di trasmissione, incluso il credito, le aspettative, e i canali di scambio estero Il problema con il canale del credito nella visione mainstream è che si fonda sull’assunto che bassi tassi incoraggino l’indebitamento destinato alla spesa. A un livello micro questo pare plausibile – le persone prenderanno più prestiti per acquistare case ed auto, e le imprese prenderanno più prestiti per investire. Ma si infrange al livello macro. Per ogni dollaro preso in prestito c’è un dollaro risparmiato, così ogni riduzione nei costi da interesse per coloro che prendono i soldi in prestito corrisponde a un’identica riduzione per i risparmiatori. L’unica strada per la quale un taglio ai tassi possa avere successo nell’incremento dell’indebitamento è che la propensione alla spesa di coloro che prendono i soldi in prestito ecceda quella dei risparmiatori. L’economia, ad ogni modo, è un vasto risparmiatore netto, essendo lo Stato in pari misura un pagatore netto d’interessi sul proprio debito in corso. Di conseguenza, un taglio dei tassi riduce la spesa dello Stato e il reddito netto del settore privato dell’economia. E guardando a oltre due decadi di tassi a zero e QE in Giappone, 6 anni negli USA e 5 anni di tassi zero ed ora negativi nell’UE, anche i dati mi dicono che abbassare i tassi non supporta la domanda, la produzione, l’occupazione, o l’inflazione. Difatti, gli unici argomenti che portano avanti sono controargomentazioni – l’economia sarebbe stata peggio senza la riduzione dei tassi – oppure sostengono che occorre semplicemente più tempo. Come conseguenza logica, i tassi a zero e il QE ci hanno anche protetto dall’essere schiacciati dagli elefanti (senza però riuscire ad impedire che si piazzassero in ogni stanza). Il secondo canale sono le aspettative d’inflazione. Questo presuppone che l’inflazione sia causata da aspettative d’inflazione, con coloro che si aspettano prezzi più elevati che accelerano acquisti e rivendicazioni per salari più elevati, e presume che tassi più bassi incrementeranno le aspettative d’inflazione. Io non sono d’accordo. Primo, essendo la valuta di per sé un semplice monopolio pubblico, come passaggio logico il livello dei prezzi è necessariamente funzione dei prezzi pagati dal Governo quando spende (e/o dei collaterali richiesti quando concede prestiti), e non dipende dalle aspettative d’inflazione. E il reddito perso per l’economia a causa dei ridotti pagamenti d’interessi effettuati dal Governo opera nel senso di ridurre la spesa, a prescindere dalle aspettative. Né esiste evidenza di sforzi collettivi necessari perché aspettative di prezzi più elevati si trasferiscano in salari più elevati. Al massimo, rivendicazioni di salari più elevati prendono forma ben dopo la caduta della quota salari nel PIL Si presume inoltre che tassi più bassi siano di supporto attraverso il canale del cambio estero, causando deprezzamento della valuta che rinforza la “competitività” attraverso costi reali di salario più bassi per gli esportatori in linea con un incremento nelle aspettative d’inflazione per i consumatori di fronte a prezzi per l’import più elevati. Oltre a respingere l’idea del canale delle aspettative inflattive, rifiuto anche il presupposto per cui tassi più bassi causino deprezzamento della valuta ed inflazione, così come fa la maggior parte delle ricerche empiriche. Ad esempio, dopo due decadi di politiche di tassi a 0 lo Yen è rimasto problematicamente forte e l’inflazione altrettanto problematicamente bassa. E lo stesso accade per l’euro e il dollaro USA dopo molti anni di politiche di tassi quasi-zero. Di fatti, la teoria e l’evidenza mettono in luce il contrario – tassi più elevati tendono a indebolire la valuta e sono di sostegno a livelli d’inflazione più elevati. C’è un altro aspetto riguardo il canale di cambio con l’estero, tassi di interesse e inflazione. Il prezzo spot e quello a termine per una commodity non deperibile comprendono tutti i costi di stoccaggio, incluso il costo dell’interesse. Di conseguenza, con una politica permanente di tassi a zero, ed assumendo che non ci siano altri costi di stoccaggio, il prezzo spot di una commodity è il medesimo del suo prezzo per la consegna in qualsiasi momento nel futuro. Ad ogni modo, se i tassi fossero, diciamo, 10%, il costo per la consegna futura di queste commodities sarebbe maggiorato del 10% (annuo). Che significa che un tasso del 10% implica un incremento continuo del 10% nei prezzi, che è la definizione di inflazione dai libri di testo! È la struttura a termine dei tassi privi di rischio di per sé che rispecchia la struttura a termine dei prezzi che alimenta sia i costi di produzione così come la capacità di prevendita a prezzi più elevati, determinando di conseguenza, per definizione, l’inflazione. Infine, io vedo che il gap di produzione mancante è molto più sostanzioso di quanto non veda il maistream. Mentre il numero totale di persone registrate come occupate è aumentato, così come ha fatto la popolazione. Per adeguare l’analisi a questo fattore guardate alla percentuale di popolazione occupata, ed ha avuto un andamento alquanto piatto dal 2009, mentre in ogni ripresa precedente è aumentata con un buon balzo una volta che le cose hanno riniziato a mettersi in marcia. Il mainstream sostiene che questa caduta sia ampiamente strutturale, intendendo che la popolazione è invecchiata o che altrimenti non ha avuto intenzione di lavorare ed è uscita dalla forza lavoro. I dati mostrano chiaramente che in una buona economia questo non accade, e di certo non a questo livello così accentuato. Piuttosto ciò di fronte a cui ci troviamo è una massiccia carenza di domanda aggregata. #ALLEGATO_2# #b#Conclusione#/b# Non esiste il momento giusto perché la FED aumenti i tassi. L’economia continua ad andar male, e la politica monetaria non è in grado di risolvere il problema. Piuttosto il tasso dei fondi FED dovrebbe essere stabilizzato permanentemente a zero (con l’ulteriore implicazione che il Tesoro metta in asta solo titoli trimestrali), lasciando che il Congresso utilizzi le manovre fiscali per raggiungere gli obiettivi di mandato di occupazione e stabilità dei prezzi.

"Ara és l'hora" (Sono emigrato a Barcellona) - Moderatore  

  By: Moderatore on Lunedì 20 Ottobre 2014 11:39

#F_START# size=3 color=blue #F_MID#il nostro "Defilstrok" è emigrato a Barcellona [estratti di un email appena ricevuta...]#F_END# ------- ...Ti scrivo da Barcellona!!... Le mie vicissitudini....HO fatto armi e bagagli per portare via i miei figli e, visto che non c'era tempo per avvisarli e ridurre un poco il trauma, ho scoperto che a Barcellona c'è una scuola italiana del Ministero e così li ho iscritti al liceo scientifico, dal momento che a Malta Alessio avrebbe sperperato i 4 anni di scientifico fatti in Italia. Ora che ho finito di installarli, ricomincerò a fare la spola con XXXXX.... Ma in Italia non torno più. E adesso ti spiego perché e vedrai che è anche collegato al "manifesto". Arrivati a Barcellona, con l'auto stracarica di vestiti e libri, ho avuto la prima sorpresa. Da febbraio, se non hai il NIE (Numero de Identification de Estranjero) sei fottuto! Per questo non vedi neanche un extracomunitario in giro! E' una specie di Green Card, tutt'altro che facile da ottenere dal momento che occorrono almeno 40 giorni solo per ottenere la "previa cita" (l'appuntamento on-line per richiederne il rilascio). Senza NIE: non ti danno una casa; non ti puoi abbonare alla Metro neanche per un mese; non ti danno un numero di telefono spagnolo, con la sola eccezione di Vodafone che te lo assegna per un massimo di tre mesi e con una capacità di traffico ridotta ai minimi termini. Ottenuto il NIE, se vuoi ad esempio aprire una linea telefonica o internet con Orange, devi presentargli, oltre alla CdI anche il Passaporto! Cioé: in Italia diamo 47 euro al dì agli extracomunitari, ma nella vicina Spagna l'Unione Europea è solo quella monetaria, te ne rendi conto? Quel che mi piace di qua, oltre all'architettura e al clima, è la spensieratezza delle persone che, almeno a Barcellona, sono assai lontane da quell'atteggiamento di afflizione, depressione e rassegnazione e rabbia trattenuta che respiri in Italia. Inoltre hanno due altre caratteristiche: a) sono assolutamente semplici, cioé destrutturate, libere dalle mode e dalla schiavitù dei marchi; b) hanno un senso della collettività che noi abbiamo smarrito. Lo respiri nelle strade, dove non cè bar o ristorante, in centro come in periferia, che non sia affollato da persone e grandi nuclei familiari; ma lo senti anche nel grande senso di appartenenza alla comunità catalana: anche oggi (come nei giorni e nelle settimane passate) migliaia di persone, in ogni punto della città, indossano la maglietta giallorossa con scritto: ^"Ara és l'hora"(adesso è il momento)#https://www.araeslhora.cat/ca^ e, in più di una conversazione, sono stato guardato con un certo disprezzo, o quanto meno disappunto, lo stesso che hanno manifestato anche i francesi: in una parola trovano inconcepibile che, non paghi di un ventennio berlusconiano, siamo ormai al quarto anno (e per la terza volta) che ci facciamo governare da un Primo Ministro non eletto. Sia qui che in Francia mi hanno puntato il dito contro, dicendo che, se solo protestassimo anche noi come in Spagna e Francia, anziché sonnecchiare, subire e limitarci a qualche blablabla sulla Rete, con Spagna, Francia e Italia ad alzare la voce assieme l'euro e la troika sarebbero già un ricordo. #ALLEGATO_1# Ecco: sulla base di queste osservazioni testate personalmente (che spiegano l'importanza strategica, per i vertici, sulla subalternità e rassegnazione supina degli italiani) io non posso che dirti, francamente, con immutata stima e amicizia: Giovanni, sei una gran testa, i tuoi scritti sono sempre interessantissimi e continuerò a leggerli (come sai ho comprato e letto anche il tuo libro), ma secondo me nutri troppa fiducia che si possa uscire da questa situazione di declino sperando che qualcuno (?) un giorno (?) decida, ad esempio di adottare qualcosa che assomigli ai Certificati di Credito Fiscale. Quand'anche fosse, il destino dell'Europa sarebbe comunque ^quello tracciato da Deutsche Bank (l'EuroGlut#http://www.ilsussidiario.net/News/Denaro-Lettera/2014/10/10/SPY-FINANZA-Euroglut-la-nuova-minaccia-per-Ue-e-Italia/540434/^ o ^qui#http://vocidallestero.blogspot.it/2014/10/lammissione-shock-di-deutsche-bank.html^) e, con quello che è capitato all'Italia, retrocessa economicamente di vent'anni mentre gli altri partner hanno continuato, se non a crescere, quanto meno ad ammodernarsi tutelando, nel frattempo gran parte del tessuto industriale nazionale, il recupero è diventato ormai impossibile. Voglio dire che hai fatto e fai bene a divulgare le tue osservazioni e il tuo pensiero: ma anche se da domani venissero promossi i CCF, migliorerebbe la situazione, ma il recupero è impossibile. E lo sanno. E lo vogliono.

Il problema degli aplogruppi - Moderatore  

  By: Moderatore on Domenica 19 Ottobre 2014 02:32

Il problema è che quando traducono in italiano Darwin omettono sempre il sottotiolo del suo famoso libro #i# ("la preservazione delle razze favorite nella lotta per la sopravvivenza") #/i# #ALLEGATO_1# Gli italiani di sinistra si sentono obbligati a fingere che italiani, nigeriani, marocchini, pakistani, egiziani, cinesi, ecuadoregni, filippini, somali, moldavi siano tutti uguali in quanto tutti parte della stessa "razza umana". E quindi si sentono obbligati a dire che è la stessa cosa se Italia sarà composta di 50 milioni di italiani e 10 milioni di gente di tutte le altre etnie oppure sarà composta di 10 milioni di italiani e 50 milioni di gente di tutte le altre etnie Con gli italiani di sinistra devi provare a spiegare che esistono diverse etnie, popolazioni, ceppi etnici, ^aplogruppi#http://it.wikipedia.org/wiki/Aplogruppo_M_(mtDNA)^, chiamali come 'azzo vuoi, ma insomma i cinesi sono diversi dai nigeriani e i marocchini sono diversi dagli ukraini (perchè per la teoria dell'evoluzione della specie di Darwin se ti evolvi per 20mila anni separatamente diventi una "specie" diversa). Con loro non devi fare l'errore di menzionare mai neanche per sbaglio il termine "razza", perchè ^reagiscono come Steve Martin nel film "Il Mistero del cadavere scomparso" quando sente la parola "donna delle pulizie"#https://www.youtube.com/watch?v=4OyA3jdXW4s^, cioè hanno una reazione isterica e tentano di strangolarti. Puoi provare come faccio io a dirgli che esistono diversi "aplogruppi", che suona scientifico (ed equivale a dire che esistono diverse razze) e poi ti godi la loro faccia confusa #ALLEGATO_2# Gli italiani di destra in genere nutrono dubbi sul dogma dell'unica razza umana, ma si sentono obbligati a dire che senza gli immigrati non ci sarebbe abbastanza manodopera e l'economia ne soffrirebbe Con gli italiani di destra devi soprattutto provare a spiegare che se la manodopera è scarsa vorrà dire che la pagherai di più e ^non c'è niente di male#http://www.cobraf.com/forum/coolpost.php?topic_id=6198&reply_id=123567550&topicGroupID=1^ (eccetto appunto per i ricchi)

di quale disturbo della personalità soffrono ? - GZ  

  By: GZ on Domenica 19 Ottobre 2014 01:27

Ieri la Lega ha portato ^40mila persone in piazza contro l'immigrazione di massa#http://www.lastampa.it/2014/10/18/italia/politica/lega-nord-migliaia-in-piazza-contro-i-migranti-JEgw8Q7FJ9YuUIJKwNXm3K/pagina.html^. La Lega è l'unico partito (rilevante) che manifesta contro l'invasione dell'Italia da parte di milioni di africani, cinesi, arabi, nordafricani, pakistani, ecuadoregni e ogni altra etnia del pianeta che si sta riversando sulla nostra penisola. Gli italiani che invece ieri hanno manifestato assieme ad africani, cinesi, arabi, nordafricani, pakistani, ecuadoregni... sotto sigle come ^"Milano Meticcia e Antirazzista"#http://www.ilgiorno.it/milano/manifestazione-antirazzista-milano-meticcia-1.315186^, di quale disturbo della personalità soffrono ? Bisogna essere più precisi: gli italiani CHE#F_START# size=4 color=black #F_MID# PUR NON ESSENDO RICCHI#F_END#, invece manifestano assieme agli africani, cinesi, arabi, nordafricani, pakistani, ecuadoregni... a favore dell'immigrazione di massa di quale sindrome o disturbo soffrono ? Perchè se sei ricco, se ad esempio impieghi molte persone per servizi domestici o per il tuo business, il fatto di avere a disposizione in abbondanza di manodopera di tutte le razze fa sì che li puoi pagare quattro euro all'ora. Se non ci fosse l'immigrazione ci sarebbe meno manodopera a disposizione e dovresti pagarla di più. Se sei ricco e vuoi arricchirti ancora è quindi comprensibile che tu sia a favore dell'immigrazione #ALLEGATO_3# Il problema è che l'Italia (e l'occidente) sono sotto il dominio di mass media che ripetono ogni giorno che senza immigrati manca la manodopera e l'economia ne soffre... Se provi a studiare la storia economica scopri che alla fine del 1300 la peste nera ridusse di un terzo la popolazione in Europa e quindi ridusse di un terzo e improvvisamente la manodopera disponibile. La malattia uccideva le persone ma non distruggeva il capitale e gli storici hanno rilevato che di conseguenza i salari aumentarono in modo drammatico in Europa dalla fine del 1300 alla fine del 1400, prima che la popolazione tornasse ad aumentare e la scarsità di manodopera creata dalla peste nera si attenuasse. #i#(se guardi ad esempio questo studio in Inghilterra vedi ^aumenti medi dell'80% dei salari dal 1350 in poi a causa della scarsità di manodopera#https://politicalscience.stanford.edu/sites/default/files/workshop-materials/cp_peters.pdf^, tabella 5).#/i# Come tutti dovrebbero sapere il 1400 fu l'epoca del "Rinascimento" forse il periodo più fortunato e felice che l'Italia ad esempio abbia mai conosciuto. Per cui non sembra che la scarsità di manodopera e il conseguente aumento dei salari (per la legge della domanda e dell'offerta) sia una disgrazia. Quindi ripetiamo la domanda: gli italiani CHE PUR NON ESSENDO RICCHI, invece manifestano assieme agli africani, cinesi, arabi, nordafricani, pakistani, ecuadoregni... ecc... a favore dell'immigrazione di massa di quale sindrome o disturbo soffrono ? Il Masochismo sicuramente, questo è ovvio, ma il masochismo va contro la legge dell'evoluzione della specie, una specie che si comporti in modo masochista scompare. Quindi resta l'interrogativo: è possibile che una maggioranza di una specie umana si comporti in modo masochista e voglia inconsciamente la propria autodistruzione ? #ALLEGATO_1# #ALLEGATO_2#

Giornalista tedesco vuota il sacco - DOTT JOSE  

  By: DOTT JOSE on Sabato 18 Ottobre 2014 17:43

[#F_START# size=2 color=blue #F_MID#Moderatore Paul Craig Roberts, che è stato sottosegretaro al Tesoro sotto Reagan, di recente scriveva che un alto funzionario in pensione dei tempi in cui era al governo gli diceva che gli USA hanno sempre influenzato direttamente la politica europea. Come ? Risposta: con il sistema più semplice, comprando i singoli politici e giornalisti con soldi]#F_END# Lunga intervista al famoso giornalista tedesco, ^Udo Ulfkotte#http://en.wikipedia.org/wiki/Udo_Ulfkotte^, ex editorialista del Frankfurter Allgemeine Zeitung :^"Per 17 anni sono stato pagato dalla Cia. Quelli dei servizi ti vengono a trovare e ti chiedono di scrivere un articolo...."#http://www.imolaoggi.it/2014/10/13/video-il-piu-famoso-giornalista-tedesco-mi-dettava-tutto-la-cia-siamo-di-fatto-una-colonia/^. --- Famoso giornalista tedesco: Udo-Ulfkotte, 13, ottobre, 2014, RT TV #ALLEGATO_1# Ha appena pubblicato un libro per raccontare come funziona (^"Gioranalisti comprati, come i politici, l'alta finanza e e i servizi di intelligence comandano i media"#http://www.amazon.it/Gekaufte-Journalisten-Geheimdienste-Deutschlands-Massenmedien/dp/3864451434/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1413789806&sr=8-1&keywords=Udo+Ulfkotte^ Kopp, Rottenburg am Neckar 2014) «Per 17 anni sono stato pagato dalla Cia». Udo Ulfkotte è il più famoso giornalista della Germania, vincitore di tanti premi internazionali. «Io e altri centinaia abbiamo lavorato per favorire la Casa Bianca». Ulfkotte è stato uno dei più importanti corrispondenti esteri del più prestigioso quotidiano tedesco, “Frankfurter Allgemeine”. Il reporter ha messo nero su bianco le sue confessioni in un libro, dal titolo eloquente: “Giornalisti comprati”, di cui abbiamo parlato qui >> “I media tedeschi e americani stanno cercando di portare la guerra in Europa e di portarla in Russia. Siamo a un punto di non ritorno e io voglio alzare la voce e dire.. che non è giusto quello che ho fatto in passato, ho manipolato le persone e ho fatto propaganda contro la Russia.” “Sono stato corrotto da miliardari e dagli americani per non riferire la verità” Ulfkotte racconta che, in Europa e negli Stati Uniti, la maggior parte delle aziende di comunicazione, le cosiddette “non-official-cover”, lavorano per un’agenzia di intelligence. “Penso che sia, più di ogni altro, il caso dei giornalisti inglesi perché hanno un legame più stretto. È ancora il caso dei giornalisti israeliani e ovviamente di quelli francesi. È il caso di quelli Australiani, di quelli della Nuova Zelanda, di Taiwan.. ci sono molti paesi coinvolti” afferma Ulfkotte. Non è giusto quello che ho fatto finora…boicottare e screditare la Russia per alzare un muro per l’Europa. Non è giusto quello che ho scritto e quello che hanno scritto e scrivono i miei colleghi. Noi abbiamo spinto per entrare in guerra, io non voglio più guerre. Io sono diventato cittadino americano onorario dello stato dell’Oklahoma …perchè? Perchè ho scritto pro-USA… ero imbeccato dalla CIA come tutti. Gli iraniani sono stati gasati con agenti chimici tedeschi…io lo sapevo, avevo le prove. E’ inumano, criminale, e sono stato zitto. Io mi sento manipolato, non mi hanno permesso di dire quello che sapevo. Ci sono centinaia di migliaia di persone gasate con quel gas. Non sono un giornalista, sono un agente dei servizi americani, anche se la CIA non lo ammetterà mai. Il Frankfurter Allgemeine non riporta mai la verità. Non so cosa sarebbe successo se avessi scritto un articolo in favore di Putin per il mio giornale, io sono così dispiaciuto. Noi abbiamo un’informazione puramente americana, siamo di fatto una loro colonia. Tutti i giornalisti che scrivono per i media occidentali sono di fatto membri di questa organizzazione transatlantica… loro ti invitano a vedere gli USA, pagano tutto, ti riempiono di benefit, ti corrompono. Sono contatti non ufficiali, collaborazioni non ufficiali, ti dicono che sono “amici”, sono scambi di favori continui e il tuo cervello viene lavato. Ho molti contatti con i giornalisti britannici e francesi: hanno tutti fatto lo stesso percorso. Anche a Taiwan, in Australia, in Nuova Zelanda, in Oman….succede dappertutto la stessa cosa… Siamo tutti collaboratori della CIA, spesso vengono a trovarti in redazione, vogliono che scrivi un pezzo. Anche i servizi tedeschi sono venuti, mi hanno chiesto di scrivere su Gheddafi e la Libia, ma io non avevo informazioni… me le hanno date loro!! e io ho scritto sulla base delle loro fonti NON verificate. Ho detto che Gheddafi stava cercando di costruire una centrale segreta per la produzione di gas letali, ma io NON sapevo nulla di quello!! Me l’hanno detto loro! Un pilota di una squadriglia di elicotteri ha detto no ai servizi tedeschi, era degli Yellow Angels… gli hanno fatto perdere subito il lavoro perché non ha voluto collaborare. Io so cosa succede se non vuoi collaborare con loro. Per sei volte la mia casa è stata perquisita da cima a fondo perchè ero stato accusato di rivelare segreti di stato. Non mi interessa cosa succederà, non ho figli. Se qualcuno vorrà gettarmi in cella va bene, va bene affinchè venga ristabilita la verità.

10 febbraio 1947 MATERIALI DI RESISTENZA STORICA GIORNO DEL RICORDO FOIBE dieci febbraio | MILLENOVECENTOQUARANTASETTE

Il segreto del cazzaro - Moderator  

  By: Moderator on Martedì 14 Ottobre 2014 18:05

da ^econommt.com#www.econommt.com^ Abbiamo Renzi che va avanti a ruota libera, con montagne di balle senza contraddittorio, forse perchè spesso i giornalisti non prendono la briga di leggere i documenti ufficiali del Governo, come il ^DEF#http://www.mef.gov.it/doc-finanza-pubblica/def/2014/documenti/NdA_DEF_2014_PDF_UNITO_xon_linex_protetto.pdf^ Ieri ha dichiarato che ^taglierà le tasse per 18 mld#http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2014/10/13/renzi-a-bergamo-presidio-protesta-fiom-per-art.18_d34995f9-447d-437f-9a8d-df9b938ef93d.html^: #b#“La più grande riduzione” mai vista in Italia#/b#. Il segreto del cazzaro è la sicurezza quando si sparano le balle, contro ogni evidenza. Così per lui non è un problema la tabella del DEF da cui risulta che dal 2014 al 2015 #b#AUMENTERA’ LE TASSE DI 10 MILIARDI COMPLESSIVI !!!#/b# #ALLEGATO_1# Ed è incredibile che non ci sia mezzo giornalista che gli rida in faccia, quando le racconta. D. Basciu, originale ^qui#http://econommt.com/2014/10/14/renzi-il-segreto-del-cazzaro/^

"No Way" che riuscirete ad entrare in Australia - Moderatore  

  By: Moderatore on Martedì 14 Ottobre 2014 00:50

Ecco la pubblicità anti-immigrazione del governo dell'Australia (che appare sulle TV australiane) che avverte gli eventuali immigrati clandestini che arrivano coi barconi che non vale la pena di provarci. "No Way" che riuscirete ad entrare in Australia dal mare (i barconi vengono intercettati e i clandestini riportati subito indietro)

Io, Trucco e Kierkegaard - Trucco  

  By: Trucco on Giovedì 09 Ottobre 2014 14:37

Per quanto concerne il sondaggio, il sottoscritto ha fatto fatto il liceo scientifico. Gano sono in parte d'accordo con te quando dici che la filosofia dovrebbe essere obbligatoria in tutte le scuole superiori (ma io direi già alle medie...) e sono in parte d'accordo quando dici che la filosofia serve quando si forma la personalità. Secondo me ci sono controindicazioni a renderla una materia obbligatoria, su cui essere interrogati, su cui dover memorizzare in modo nozionistico dei concetti di una manciata di filosofi sviliti, senza mai che si legga un loro libro (MAI!), quindi sempre e solo il cervello dei filosofi bollito e ricucinato da altri (molto meno dotati), con il dover fare attenzione a mostrare al professore che si è capito quel filosofo nel modo in cui lo ha capito lui e che non si è capito nulla di più (per non ferire l'ego del professore e venirne punito). So di dire una cosa un po' controcorrente nel mondo competitivo di oggi, ma io direi che la filosofia andrebbe insegnata al pari di religione (io la ribattezzerei "teologia"), in modo discorsivo, con insegnanti che ne parlano senza mai interrogare nessuno, ma solo discutendo, insegnando con umiltà (solo un filosofo potrebbe davvero insegnare, non certo un insegnante laureato, se va bene, in filosofia, perché non si diventa mica filosofi all'università!), senza mai appioppare voti. Perché io vorrei che se i miei figli un giorno leggessero Platone, lo facessero per arricchirsi, non per ottenere un bel voto. E secondo è una bestemmia dire che dopo i 17 anni la filosofia, al pari del latino e del greco, si può mettere in soffitta. Anche se amo pensare che non fosse affatto questo il senso del tuo discorso. Io mi sto appassionando (solo ad alcuni filosofi, non tanto alla materia in sé per la verità) solo da qualche anno a questa parte e non credo che da adolescente potessi avere il tempo e la voglia di dedicarmici in modo analogo, anche se in effetti già allora mi ero letto qualcosa di Platone, Schopenauer, Nietzsche, Kierkegaard e soprattutto il mitico Stirner (finalmente uno col nome facile!). Però devo ammettere che se non mi avessero obbligato ad occuparmi di filosofia a 16 anni, forse oggi non ci sarei arrivato, già così mi sembra di fare qualcosa di troppo audace quando leggo "L'essere e il nulla" di Sartre (che tra parentesi è una bestia di 800 pagine e si capisce pure poco). A proposito di filosofia, ma qualcuno di voi ha capito cosa è l'io, dove sta l'io e in che tempo vive l'io? E a proposito di teologia, se esistesse Dio, potrebbe fare intenzionalmente il male? No? Quindi non potrebbe essere onnipotente? E potrebbe creare un altro Dio? Ma se potrebbe farlo e non lo fa, perché preferisce creare degli "io" piccolini, che gli somigliano giusto un po'? E prima di aver creato il primo io piccolino Dio è stato da solo per tutta l'eternità anteriore? La cosa buffa è che papa Francesco si è raccomandato al sinodo che tutti i partecipanti PARLASSERO LIBERAMENTE, eppure nessuno ha osato porre una domanda di quelle che ho posto io.

l'ISIS in Messico - Moderatore  

  By: Moderatore on Mercoledì 08 Ottobre 2014 09:28

L'ISIS ha decapitato finora in video mi sembra quattro uomini occidentali (più un francese decapitato in video in Algeria da qualche altro islamico). In Messico il cartello criminale dei "LosZetas" (che sono addirittura ex-poliziotti passati ai narcos!) hanno decapitato solo in questo video quattro donne, accusate solo di avere legami anche famigliari con membri di un altro cartello della droga. Nel video le donne messicane vengono picchiate, poi le si taglia la gola e le si decapita. #ALLEGATO_1# I criminali dell'ISIS in confronto non sembra picchino le loro vittime occidentali che sono tutti uomini. Come si sa, o meglio come si dovrebbe sapere se i media fossero meno filtrati, in Messico ci sono state CENTINAIA DI DECAPITAZIONI e i narcos hanno da anni l'abitudine di mettere in video le loro stragi, se uno si prendesse la briga di rintracciarli troverebbe che hanno dieci volte più video di decapitazioni dell'ISIS. Qual'è la reazione del governo USA, dei governi occidentali, dei media occidentali ai video di decapitazioni in Messico ? Zero, perchè i mass media americani, e di conseguenza quelli mondiali, censurano gli orrori del Messico. Mandano truppe, tengono basi militari, infiltrano, addestrano, armano e manipolano le varie fazioni e poi bombardano sempre in Medio Oriente che è dall'altra parte del mondo per l'America. Intanto hanno a pochi chilometri di distanza, al loro stesso confine dei selvaggi uguali a quelli dell'ISIS, ma non ne parlano mai. Il motivo è che sono controllati da una cabala che vuole l'immigrazione di massa a tutti i costi negli USA e se si pubblicassero o si parlasse in TV delle decapitazioni, torture e massacri delle varie "ISIS del Messico" diventerebbe più difficile continuare con la politica di immigrazione. Quindi continuano a bombardare e mandare eserciti in Medio Oriente, mentre incoraggiando l'immigrazione di massa dal Messico per cui tra una generazione anche negli Stati Uniti ci saranno i narcos che decapitano. Larry Fink il capo e proprietario di BlackRock (4 mila miliardi di dollari in gestione), dichiara che i giovani americani dovrebbero tentare la fortuna in Messico, il paese che offre più opportunità (^"Why Millennials Should Try Their Luck in Mexico" - BlackRock Chairman and CEO Larry Fink explains why, if he were starting his career today, he would try his luck in Mexico#http://www.blackrockblog.com/2014/06/18/millennials-luck-mexico/^.... It’s the ideal environment for both entrepreneurs and established companies. So if you’re beginning your career, do you want to make a mark? Do you want to be part of something exciting, dynamic, and big? Ve a México.)

E voi che sottovalutate Renzi - Moderatore  

  By: Moderatore on Mercoledì 08 Ottobre 2014 00:36

E voi che sottovalutate Renzi. Guarda qui invece da chi è seguito e consigliato per l'Economia, la sua eminenza grigia è una delle teste pensanti più sofisticate che ci sono in Italia, Yoram, direttore McKinsey, matematico dell'università di Gerusalemme, consigliere del Pentagono (e da quello che ricordo quando era al secondo anno di MBA anche impiegato allo ^Shin Bet#http://en.wikipedia.org/wiki/Shin_Bet^ per un poco) Come spiega ^questo articolo agiografico del Corriere#http://www.corriere.it/economia/14_ottobre_07/gutgeld-consigliere-matematico-bonus-80-euro-deciso-via-sms-f8a1ce9a-4dff-11e4-b38c-5070a4632162.shtml^ (in stile leccata e poi leccatona e poi ancora una leccata) dietro a Renzi,per l'economia c'è un vero cervello. Basta pensare che, come racconta il Corriere, è stato Yoram a suggerirgli gli 80 euro in busta paga e ora anche di versare metà TRF in busta in modo da dare il colpo di grazia alle aziende in difficoltà. Del resto a McKinsey hanno avuto in mano tutte le grandi banche per 20 anni e i risultati si sono visti (l'articolo dice che chi ha presentato Yoram a Renzi è stato Abravanel, sempre di McKinsey, che è stato il superconsulente di tutte le banche italiane)

il Bitcoin e il denaro più o meno sicuro - Moderatore  

  By: Moderatore on Martedì 07 Ottobre 2014 13:36

il Bitcoin è stato emesso a 1 dollaro (credo), è salito a 1,000 dollari e rotti e poi è crollato a 300 dollari e rotti, il tutto in un anno. Non so voi, ma io non lo userei come moneta di un paese e non lo definirei neanche "moneta" per ora. La cosa buffa è che viene raccomandato come moneta alternativa e più sicura dai siti ^che predicono catastrofi e di portare tutto in svizzera#http://www.rischiocalcolato.it/uomosovrano^ #ALLEGATO_1# Non è "una moneta complementare", cioè complementare a quella nazionale, perchè ha una natura totalmente diversa dal denaro che si usa oggi nel mondo (nel 99% dei casi) #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Il Bitcoin è un esperimento di creazione di una moneta MONDIALE simile all'oro, CON UN VALORE INTRINSECO#F_END# , "al portatore". IL valore intrinseco lo crea nel caso del Bitcoin l'algoritmo segreto che garantisce che non se ne creino più di tot milioni. In secondo luogo il Bitcoin è creato fuori da qualunque regolamentazione e istituzione statale e nazionale, fuori dalle banche e dalle banche centrali per cui gli stati non possono aumentarne o ridurne la quantità in circolazione (in questo senso è anche più "libero" dell'Oro). Il Bitcoin viene creato "dal niente", ma ci si è inventati un complesso sistema che rende costosa ugualmente la sua produzione come quella dell'Oro, per cui ha un costo di produzione crescente e se ne può produrre una quantità limitata. La "moneta" invece che si utilizza oggi in Italia come in America come in Giappone come in Canada come in Cina come in Germania, gli euro, i dollari, le sterline, gli yen, le peseta... è una #F_START# size=3 color=blue #F_MID#moneta NAZIONALE#F_END# (o "multinazionale" come l'Euro) cioè basata sullo stato, le banche, la banca centrale di un entità statale (o "multi-statale" come la EU). Questo perchè si tratta di una moneta #F_START# size=3 color=blue #F_MID#SENZA VALORE INTRINSECO#F_END# , basata solo sulla fiducia nello stato, anche quando viene creata dalle banche sotto forma di prestiti, perchè sotto sotto tutti si fidano dei soldi in banca solo perchè sono garantiti direttamente (fino a 100mila) e indirettamente (salvataggi...) dallo STATO. #F_START# size=3 color=blue #F_MID#Qual'è allora il problema del denaro che si usa oggi ? Che il denaro in senso stretto, quello vero, equivalente alle banconote che ti metti in tasca è circa 2-3mila miliardi e il denaro in senso lato, quello in banca e che è sempre una passività di qualcuno, è di circa 40-50 mila miliardi (in europa) #F_END# Con la crisi finanziaria globale ci si è accorti che questo sistema può crollare di colpo e si sta ora cercando di aumentare pian piano un poco il denaro vero, ma senza che la gente si accorga dell'imbroglio #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Il denaro in senso stretto#F_END# che oggi si usa viene creato dalla Banca Centrale "dal niente" e senza costi (salvo quello infimo di un poco di banconote e monete), in quantità potenzialmente illimitata. Come ? Quando questa compri titoli o presti alle banche, in modo tale che queste ricevono degli accrediti sul conto della Banca Centrale (che in teoria possono essere convertiti in banconote). Come fa la Banca Centrale ad accreditare miliardi alle banche ? Segnando le cifre che crea nel suo bilancio come debito, ma la Banca Centrale ha sopra di sè solo il governo a cui appartiene di fatto o di diritto e #F_START# size=3 color=magenta #F_MID#il governo fa le leggi e dichiara cosa è moneta e cosa no. #F_END#. Questo è il concetto essenziale che occorre entri nella zucca, nel mondo moderno (e forse anche in quello antico, ma lasciamo perdere le discussioni storiografiche) alla fine il valore del denaro dipende dalla fiducia nello Stato. #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Il denaro in senso lato#F_END# invece viene creato dalle banche, sempre "dal niente" e senza "costi di produzione", quando queste accreditano i clienti cifre che NON HANNO GIA'come prestiti. La differenza con la Banca Centrale però è che le banche devono farsi restituire la moneta che creano e se le imprese o le famiglie non gliela restituiscono poi le banche rimangono senza denaro "vero", che è solo quello che crea lo stato (contante o riserve presso la Banca Centrale) Alla fine della fiera il denaro, dato che è senza valore intrinseco e può essere creato senza costi in quantità illimitata, si basa sul fatto che lo stato gestisca l'economia in modo decente. Cioè lo stato non faccia andare in rovina l'economia privata come oggi in Italia e anche non esageri nell'indebitarsi all'estero e nello spendere di più di quello che incassi. (Dal punto di vista pratico, se non ti fidi della moneta dello stato di cui sei cittadino compra monete di altri stati amministrati meglio oppure della terra. L'oro, l'argento e i BiCoin sono degli strumenti finanziari speculativi, non sono "denaro". Nella foto: l'Argento che per migliaia di anni è stato la forma di denaro fisico più diffuso, ma oggi non funziona tanto bene come moneta perchè è un attimo instabile) #ALLEGATO_2# #i# Nota Bene Che il denaro si basi sulla fiducia nello stato e quindi ANCHE nel fatto che lo stato "non spenda troppo" può in apparenza suonare come eresia a chi abbia seguito le discussioni sulla MMT, Mosler, la moneta moderna, l'alleggerimento quantitativo e il nostro stesso libro che promette (nel titolo) di creare 200 miliardi di euro per risollevare l'economia italiana da un artificiale mancanza di denaro. Spero però che non ci si confonda e non si dimentichi il fatto ovvio: se è vero che il denaro si basa, anche quando è moneta in banca, sullo stato alla fine e se è vero che viene prodotto senza costi e non ha valore intrinseco è ovvio che è possibile abusarne. Perchè però il rischio di abuso della facoltà di creare denaro è oggi quasi inesistente ? Perchè i politici oggi sono controllati dalla grande finanza, dalle banche e dai banchieri o grandi istituzioni come JP Morgan o Blackrock o Paribas...e questi vogliono che il rapporto tra debito e denaro resti di 20 a 1#/i#

Alla Voce.Info.... - Moderatore  

  By: Moderatore on Martedì 07 Ottobre 2014 00:11

#i# Nota: Ho la netta sensazione che il conto alla rovescia per l'Italia e il suo debito pubblico sia iniziato per cui mi concentro sulla nostra proposta per risolvere la crisi a scapito di altro. Spiace per chi lo trovi noioso, ma presto lo troverà più interessante (quando ci sarà un piccolo panico finanziario...)#/i#. ^L'articolo citato#http://bastaconleurocrisi.blogspot.it/2014/09/chi-produce-la-moneta.html^ contiene qualche confusione, ma Marco si è concentrato sul meccanismo dei crediti fiscali, che si è inventato lui, scrivendo persino il decreto relativo. Non si è quasi occupato di banche o debito e in ogni caso ai fini del suo discorso dei CCF (crediti fiscali) non è rilevante. Il merito di Marco Cattaneo, e non è poco, è stato inventarsi un meccanismo finanziario a cui finora non aveva pensato nessuno, non si può fare tutto a questo mondo. Segnalo invece che tramite l'opera dell'indefatigabile Biagio Bossone ^abbiamo pubblicato un pezzo sulla rivista degli economisti italiani online, lavoce.info#http://www.lavoce.info/ricetta-per-eurozona-piu-pil-senza-nuovo-debito/^, dove per anni sono apparsi solo discorsi di austerità. Si stanno facendo progressi anche tra gli economisti! Di questo passo tra qualche anno arriveranno a convincersi di quello che c'è da fare.... quando l'Italia sarà bella e morta (ma si sa che i tempi dell'università non sono frenetici, del resto finora di professori di economia che hanno chiuso bottega o sono andati falliti non se ne sono visti) #F_START# size=2 color=blue #F_MID#[Nota Bene: il testo è scritto da Bossone, io non avrei insistito con il grafico del PIL della Germania ai tempi di Hitler, ma lui lo ha trovato non so dove e lo trova impressionante. Ed è vero, però poi sorgono sempre degli equivoci...]#F_END# ------ #F_START# size=3 color=black #F_MID#^"Ricetta per l’Eurozona: più Pil senza nuovo debito" 30 settembre 2014, Lavoce.info Biagio Bossone, Marco Cattaneo, Warren Mosler e Giovanni Zibordi #F_END# #i# Per uscire dalla stagnazione serve una soluzione che consenta di rilanciare la domanda nell’Eurozona, senza creare nuovo debito e senza coinvolgere la Bce. Come l’emissione di certificati di credito fiscale destinati a ridurre il cuneo fiscale. L’impegno ad accettarli per il pagamento delle tasse.#/i# COME SALVARE L’EUROZONA? Francesco Giavazzi e Guido Tabellini hanno lanciato una proposta per aiutare l’Eurozona a superare l’attuale, prolungata fase di stagnazione economica. Prevede una riduzione coordinata delle tasse pari al 5 per cento, un’estensione a tre o quattro anni del tempo limite per conseguire gli obiettivi di deficit di bilancio e l’emissione di debito pubblico a lungo termine finanziabile dalla Bce in assenza di sterilizzazione. La proposta segna un notevole passo in avanti rispetto alla via dell’austerità che a tutt’oggi domina il pensiero delle élite politico-economiche alla guida dell’UE, in particolare riconoscendo che la politica monetaria e quella fiscale devono usarsi congiuntamente se si vuole ottenere l’impatto di maggiore efficacia possibile sulla domanda aggregata in un’economia in cui i tassi d’interesse nominali sono vincolati dal limite inferiore di zero. Tuttavia, come gli stessi autori ammettono, l’ostacolo più impervio alla proposta è di natura politica: va contro il Trattato e verosimilmente Germania e alcuni altri Stati membri vi si opporrebbero. Condividiamo lo scetticismo degli autori. In realtà, i nostri dubbi vanno oltre l’ostacolo politico e riguardano il merito stesso della proposta: seppure fosse accettata, i margini di flessibilità che ne risulterebbero potrebbero essere insufficienti rispetto allo spazio fiscale di cui i paesi necessitano (si pensi all’Italia) per rilanciare la domanda interna e invertire le aspettative di cittadini, imprese e mercati. Inoltre, gli effetti della proposta graverebbero su situazioni debitorie già gravi, minando le prospettive di sostenibilità finanziaria dei paesi. Se la flessibilità utilizzata non riuscisse a imprimere uno shock sufficiente a far crescere il prodotto, il peso del debito sull’economia ne soffrirebbe. LA SOLUZIONE DEI CERTIFICATI DI CREDITO FISCALE I governi dell’Eurozona potrebbero invece perseguire una strategia alternativa, che consenta loro di stimolare in modo forte la domanda interna, senza creare nuovo debito e senza coinvolgere la Bce. Gli Stati potrebbero emettere certificati di credito fiscale (Ccf), denominati in euro, e attribuirli senza contropartita a imprese e lavoratori in funzione del costo del lavoro sostenuto dalle prime, e della retribuzione netta dei secondi. I Ccf sarebbero equivalenti a delle cambiali commerciali e non prevederebbero obbligo di rimborso da parte dello Stato. A due anni dall’emissione, tuttavia, lo Stato s’impegnerebbe ad accettarli per il pagamento di tasse e di qualsiasi altra obbligazione finanziaria (contributi pensionistici, previdenziali e sanitari, multe, eccetera). I percettori di Ccf potrebbero immediatamente convertirli in euro, vendendoli sul mercato finanziario a uno sconto presumibilmente simile a quello su un titolo di Stato zero coupon a due anni, e spenderli per l’acquisto di beni e servizi. I Ccf sarebbero una quasi-moneta (e, perché no?, potrebbero anche ricevere un tale gradimento dal pubblico da circolare come moneta a tutti gli effetti). I due anni di differimento servirebbero a dare all’economia il tempo di aumentare la produzione di beni e servizi in funzione dell’accresciuta domanda, generando incassi erariali che compenserebbero la diminuzione degli introiti in euro conseguente ai versamenti effettuati in Ccf. Le allocazioni di Ccf sarebbero destinate alla riduzione del cuneo fiscale, accrescendo il reddito disponibile dei lavoratori e abbattendo il costo del lavoro per le imprese. I maggiori redditi disponibili sosterrebbero i consumi, mentre la riduzione del costo del lavoro incoraggerebbe occupazione e competitività. La bilancia commerciale resterebbe in equilibrio, in quanto le maggiori esportazioni nette consentite dal recupero di competitività compenserebbero la crescita di import conseguente alla ripresa. Il flusso di allocazioni di Ccf e la non esigenza di copertura delle stesse attraverso futura tassazione darebbero luogo a consistenti effetti moltiplicativi della spesa sul Pil. Applicato, ad esempio, all’Italia, con un output gap pari a 300 miliardi di euro relativamente al trend pre-crisi, e ipotizzando stime conservative del moltiplicatore fiscale, si potrebbe chiudere il gap in tre o quattro anni emettendo Ccf per 200 miliardi all’anno (con un flusso peraltro modulabile in relazione alla risposta del Pil), senza mai eccedere il limite di Maastricht del 3 per cento sul budget e avviando a riduzione il rapporto debito/Pil. Il taglio al cuneo fiscale diverrebbe permanente, la ripresa della domanda giustificherebbe nuovi investimenti e le migliorate prospettive economiche riattiverebbero il circuito del credito. Peraltro, dato il volume di risorse attualmente inoccupate, la nuova spesa indotta dai Ccf non alimenterebbe l’inflazione, tenuto anche conto dell’effetto deflattivo dei Ccf sul costo del lavoro per le imprese. E comunque, se l’inflazione dovesse moderatamente ravvivarsi, ciò sarebbe coerente con gli obiettivi della Bce. I Ccf sono simili ai “Mefo bills” emessi dalla Germania nel 1933-1938 sotto la leadership del ministro dell’Economia e presidente della Reichsbank, Hjalmar Schacht. Permisero una formidabile ripresa economica dalla grande depressione, stimolando una rapidissima crescita del prodotto e consentendo il conseguimento della piena occupazione senza riaccendere l’inflazione. #ALLEGATO_1# Fonte: Mahe E., “Macro-economic policy and votes in the thirties: Germany (and The Netherlands) during the Great Depression”, Real-World Economics Review Blog, June 12, 2012. Nelle attuali condizioni di politica economica nulla può controbilanciare le pressioni deflazionistiche che affliggono le economie dell’Eurozona in maggiori difficoltà, dove la sfida è quella di trovare il modo di sostenere la domanda. I Ccf sono la risposta a questa sfida: rilanciano la domanda senza creare debito, poiché i governi che li emettono s’impegnano ad accettarli per il pagamento delle tasse, non a rimborsarne il valore a una qualche data futura. Questa soluzione consentirebbe la ripresa dell’output, rafforzerebbe la sostenibilità fiscale e contribuirebbe a creare un clima favorevole alle necessarie riforme strutturali.

Giorgio Ruffolo e Sylos Labini hanno avuto la stessa nostra idea (ispirandosi a Hjalmar Schacht nella Germania degli anni '30...) - GZ  

  By: GZ on Lunedì 06 Ottobre 2014 23:37

Alla BCE e alla UE NON PIACE PER NIENTE un piano con cui l'Italia crei 200 o anche 100 o anche solo 50 mld di moneta e vi si opporrà, citando qualche interpretazione della lettera o dello spirito trattati. Del resto, se non fosse così, la BCE e la UE avrebbero autorizzato già da tempo la creazione di moneta per finanziare deficit no ? Invece, come si è visto anche questo mese, autorizzano solo la creazione di moneta DA PRESTARE (da parte delle banche), cioè autorizzano in pratica solo più debito. E' esattamente perchè alla BCE e alla UE NON VA che un paese come l'Italia crei moneta che occorre inventarsi un sistema per farlo anche senza dover prima tornare alla lira e avere di nuovo Banca d'Italia in grado di creare lire. Il nostro libro illustra #F_START# size=3 color=blue #F_MID#come fare a creare moneta da parte dello stato italiano anche senza che la BCE e la UE siano d'accordo#F_END# . In che modo ? Beh... semplice, lo stato italiano può accettare come tasse quello che vuole e dato che lo stato assorbe di tasse metà del PIL, se lo stato riduce le tasse del 10% del PIL ha creato moneta... e se accetta i BTP per pagare le tasse ha creato moneta.... Questa moneta saranno "euro italiani", quotati ovviamente in euro, ma valevoli solo in Italia perchè con questi crediti fiscali e i BTP "a valenza fiscale" ci paghi le tasse in Italia e non li puoi usare per pagare un albergo a Parigi ad esempio #F_START# size=3 color=blue #F_MID#La STESSA IDEA nostra l'hanno avuta GIORGIO RUFFOLO E STEFANO SYLOS-LABINI due anni fa in un libro di Einaudi. #F_END#. Anche loro si sono ispirati al metodo adottato da Hjalmar Schacht nella Germania degli anni '30. Ruffolo (ex ministro socialista) e Sylos Labini (figlio del celebre economista Paolo) sono più noti di noi e lo stesso finora sono stati ignorati, tanto è vero che, pur leggendo parecchio, io mi accorto solo oggi del loro libro (perchè Enrico Grazzini, che ha scritto questa lunga recensione del "Fatto" sul nostro libro, me lo ha segnalato). Bisogna solo aspettare un altro poco che la crisi raggiunga il punto di cottura e poi si sarà costretti in Italia a trovare veramente una soluzione alla crisi economica e, a logica, #F_START# size=3 color=BLUE #F_MID#l'unica è CREARE MONETA PER RIDURRE LE TASSE#F_END# --- ^"E i Bot come moneta complementare per rilanciare l'economia ?"#http://www.huffingtonpost.it/daniele-scalea/e-i-bot-come-moneta-complementare-per-rilanciare-leconomia_b_4351960.html^, 28/11/2013 Huffington Post La contestazione più frequente in cui incappa chi critica l'attuale modello economico del capitalismo finanziarizzato (vedi qui e qui), è quella secondo cui non vi sarebbe comunque alcuna alternativa preferibile o misura concreta che si possa prendere per cambiare lo status quo. Non è così. Ad esempio #F_START# size=3 color=blue #F_MID# Giorgio Ruffolo e Stefano Sylos Labini #F_END# , nel loro Il film della crisi, pubblicato esattamente un anno fa da Einaudi, hanno accennato a una possibile soluzione basata sul concetto di moneta complementare. Andiamo però con ordine. La mutazione del capitalismo cui si riferisce il sottotitolo del libro è quella occorsa, tra gli anni '70 e gli anni '80 del secolo scorso, quando secondo gli Autori si ruppe l'intesa tra capitalismo e democrazia. Quell'intesa, che aveva garantito la ricostruzione postbellica e il più sostenuto ciclo di sviluppo economico della storia, si fondava su due compromessi. Il primo era che alla libera circolazione delle merci non corrispondeva la libera circolazione dei capitali, permettendo così allo Stato e al Lavoro di trattare alla pari col Capitale. Il secondo si sostanziava nell'interpretazione dell'impresa come ente socialmente responsabile. La mutazione ha dunque luogo nel ripudio di quei due compromessi da parte del Capitale. (Si potrebbe ricordare qui la celebre battuta di Warren Buffett, uno degli uomini più ricchi del mondo, secondo cui la lotta di classe c'è, ma la sta conducendo - e vincendo - la classe dominante). Forzando la mano alla Politica e stimolando un mutamento culturale profondo nella società, il Capitale è riuscito a ottenere la libera circolazione dei capitali e la deresponsabilizzazione delle imprese votate solo alla massimizzazione del valore per gli azionisti (e non più alla produzione di ricchezza reale). Di fronte alla crisi del modello finanziarizzato basato sul debito (descritto dagli Autori ma su cui qui non ci soffermiamo, avendone già parlato di recente), Ruffolo e Sylos Labini cercano nella storia un modello da cui trarre ispirazione. Vi fu infatti un paese che, in preda a una crisi finanziaria, economica e sociale apparentemente esiziale, riuscì in pochissimi anni a riprendersi, raggiungere la piena occupazione (dal 20% di disoccupati che aveva) ed affermarsi come una delle prime potenze produttive e tecnologiche del mondo. Purtroppo quell'esempio non è tra i più facili da proporre, trattandosi della Germania anni '30. Tuttavia, né Ruffolo (ex ministro socialista) né Sylos Labini (figlio del celebre economista Paolo) sono sospettabili di simpatie per l'estrema destra. Inoltre, come osservò Keynes proprio commentando questo caso, il fatto che un "un metodo sia stato usato a servizio del male non deve impedirci di vedere il vantaggio tecnico che offrirebbe al servizio di una buona causa". #F_START# size=3 color=blue #F_MID#Il metodo in questione è quello adottato da Hjalmar Schacht, ministro tedesco dell'economia tra il 1934 e il 1937#F_END# (per la cronaca, Schacht cadde poi in disgrazia agli occhi di Hitler, che lo fece anche imprigionare nel 1944, e fu assolto a Norimberga). La Germania doveva affrontare allora sia la recessione - disoccupazione al 20%, casse statali vuote - sia la crisi mondiale - fine degl'investimenti dall'estero, richiesta di pagamento delle riparazioni, attacchi speculativi sulla moneta - sia vincoli esterni - le potenze vincitrici avevano imposto a Versailles una serie di parametri finanziari che la Germania doveva rispettare. Sia per aggirare i vincoli imposti dall'esterno, sia per stimolare la domanda senza creare inflazione, Schacht ricorse alle obbligazioni MEFO. La MEFO altro non era che una compagnia statale di facciata, inesistente in realtà ma necessaria per emettere queste obbligazioni per conto della Banca Centrale. Le obbligazioni servirono a pagare commesse statali all'industria: grazie all'escamotage il programma d'investimento non richiedeva né di drenare risorse dall'economia, già depressa, con nuove tasse, né d'indebitarsi sui mercati finanziari internazionali. Grazie alla fiducia verso lo Stato, le obbligazioni MEFO furono anzi rinnovate alla loro scadenza e cominciarono ad essere usate dalle imprese per i pagamenti reciproci, alleviando così la carenza di liquidità. Schacht provvide anche a rendere inconvertibile il marco, sottraendolo alla speculazione (le obbligazioni MEFO erano già utilizzabili solo in Germania). Il commercio estero coi paesi fornitori di materie prime era comunque condotto in marchi (la crisi internazionale della domanda permetteva a Berlino di trattare da una posizione di forza), sicché i paesi che commerciavano con la Germania si trovavano poi a reinvestire i marchi (non convertibili) nell'acquisto di prodotti finiti tedeschi - un rapporto che si configurava come una sorta di baratto internazionale. Ispirandosi anche alla politica di Schacht in un contesto di forza lavoro inutilizzata, scarsità di moneta nell'economia reale e vincoli di bilancio imposti dall'esterno, Ruffolo e Sylos Labini ipotizzano di utilizzare i Bot come moneta complementare negli scambi e negli investimenti. Prerequisito è che il debito sia trasformato in debito interno, per non dipendere più dai mercati finanziari; una dinamica già in atto dal momento che la quota di debito pubblico italiano collocato all'estero sta crollando rapidamente. Che tale proposta sia davvero praticabile e risolutiva o meno, ciò che davvero colpisce è come le ricette alternative per uscire dalla crisi siano ad oggi ancora escluse dal dibattito pubblico. Quasi che le ricette ortodosse, che la crisi l'hanno provocata e continuano ad aggravarla, siano le sole mai formulate.

Micromega dice che la nostra soluzione è la più convincente e praticabile - GZ  

  By: GZ on Giovedì 02 Ottobre 2014 01:06

^Micromega#http://temi.repubblica.it/micromega-online/^, la rivista della sinistra intellettuale, che tra parentesi è parte di Repubblica, ha in prima pagina ^un lungo articolo di Enrico Grazzini#http://temi.repubblica.it/micromega-online/come-uscire-dalla-crisi-senza-uscire-dalleuro/^, giornalista economico e saggista che ha scritto sul Corriere e il Manifesto tra gli altri e ha ora un blog ora sul Fatto. L'articolo è dedicato al nostro libro e inizia dicendo: #i# "... la proposta avanzata nel libro “Soluzione per l'euro. 200 Miliardi per rimettere in moto l'economia Italiana” di Marco Cattaneo e Giovanni Zibordi (Hoepli) #F_START# size=3 color=black #F_MID#è forse la più convincente e praticabile finora suggerita#F_END#. Vediamo perché...."#/i# leggi qui l'articolo di Grazzini ------ ... La proposta dei Certificati di Credito Fiscale In tutta Europa, e in particolare nei paesi del sud Europa, c'è crisi di domanda e di liquidità. Per uscire dalla trappola della liquidità è necessario creare nuova moneta che arrivi all'economia reale, al mondo del lavoro e delle imprese. Secondo Cattaneo e Zibordi, lo Stato italiano dovrebbe riprendere almeno parte della sua sovranità monetaria confiscata dall'euro grazie ai poteri che gli rimangono nel campo della fiscalità: dovrebbe quindi emettere miliardi di Certificati di Credito Fiscale da far valere dopo un certo periodo di tempo ma con valore immediato come moneta (cioè come mezzo di pagamento). L'iniezione di liquidità servirebbe a contrastare l'austerità imposta dalla UE e dal sistema bancario. Infatti le banche – che creano il 95% della moneta in circolazione – hanno smesso di fornire liquidità. Solo la BCE cerca di dare ossigeno alla moribonda economia europea per salvare l'euro e sé stessa: ma la BCE distribuisce soldi solo alle banche. Il problema è che le banche trattengono i denari e li investono in titoli finanziari. In questo contesto è lo stato nazionale che nei paesi più deboli, come l'Italia, dovrebbe intervenire emettendo i CCF, cioè una sorta di buoni sconto fiscali ad uso differito. La nuova moneta creata dallo stato per alleviare il peso fiscale dovrebbe arrivare direttamente e gratuitamente al lavoro e alle aziende senza passare dalle banche. Lo shock monetario creerebbe immediatamente nuova domanda senza provocare nuovi debiti e iper-inflazione perché rilancerebbe la produzione e l'occupazione sfruttando tutte le risorse che sono gravemente sottoutilizzate a causa della politica deflattiva dell'euro; e alla fine anche il debito pubblico diventerebbe sostenibile. Per l'Italia in particolare Cattaneo e Zibordi propongono una terapia d'urto, ovvero di rilanciare la domanda grazie all'emissione di CCF per 200 miliardi all'anno nel 2015 e nel 2016 in modo che l'economia possa riprendersi dalla crisi verticale in cui è precipitata, pur rimanendo vincolata da un sistema rigido ed iniquo come quello dell'euro. Infatti l'euro è strutturalmente inefficiente e genera inevitabilmente crisi e deflazione: secondo gli autori (e anche per chi scrive) la crisi dell'euro, partita nel 2010, ci sarebbe stata comunque, anche senza l'innesco della crisi dei subprime scoppiata negli USA nel 2008. Cattaneo e Zibordi, che si ispirano a J. M. Keynes e ai più avanzati studiosi della moneta e della finanza, hanno bene in mente che la moneta unica tra 18 paesi molto diversi tra loro genera intrinsecamente disastri, e che è la causa di gran lunga prevalente del disastro europeo. L'Italia – come gli altri paesi mediterranei – è tragicamente regredita a causa dell'ingresso nell'eurozona, e la crisi rischia di diventare irreversibile. Purtroppo i problemi monetari e finanziari sono spesso stati sottovalutati dalla sinistra, per scarsa competenza specifica o per le illusioni europeiste. L'euro non è – come ha affermato perfino uno dei più autorevoli maître à penser della sinistra, Fausto Bertinotti – solamente la “cornice” di una politica europea liberista e reazionaria. L'euro è invece la causa primaria della crisi europea e italiana ed è lo strumento di gran lunga principale della dominazione dei paesi forti verso i paesi deboli, del capitale finanziario sul lavoro. La moneta e la finanza non sono sovrastrutture dell'economia reale ma costituiscono il cuore del capitalismo speculativo odierno e della dominazione capitalista sull'economia e la società. La sinistra (ma anche la destra) ha molto da imparare dalle proposte di Cattaneo e Zibordi. L'euro è il problema: l'attuale crisi monetaria, la crisi dell'euro, va quindi curata come tale, cioè con nuova moneta. Quando la febbre raggiunge i 42 gradi occorre diminuire subito la temperatura senza aspettare di risolvere i malanni che l'hanno provocata. Solo dopo avere abbassato la febbre è possibile cercare di risolvere i “problemi reali”. Attualmente però occorre trovare soluzioni meno dirompenti dell'uscita unilaterale dall'euro. Infatti non è possibile rompere facilmente la gabbia della moneta unica per i duri contraccolpi economici e politici internazionali che la rottura di questa valuta internazionale provocherebbe, e perché l'uscita dall'euro provocherebbe disorientamento e contrasti nell'opinione pubblica. Molti hanno timore di vedere svalutati i loro risparmi ritornando alla lira. Uscire unilateralmente dall'euro non avrebbe comunque automaticamente le stesse conseguenze positive che ebbe nel 1992 l'uscita dell'Italia dal Sistema Monetario Europeo[4]. La soluzione dei CCF progettata da Cattaneo e Zibordi si presenta più morbida ma nello stesso tempo efficace. E sarebbe facilmente accettata dall'opinione pubblica e dalle imprese. Anzi, le imprese e i lavoratori sarebbero molto felici di avere più reddito grazie a strumenti monetari gratuiti di credito fiscale (meno tasse). Così come per Keynes la crisi decennale nata nel 1929 era soprattutto una crisi monetaria e il meccanismo poteva ripartire se lo stato si faceva carico dell'espansione monetaria grazie agli investimenti pubblici, anche per Cattaneo e Zibordi la crisi va affrontata innanzitutto a partire dalla (mancanza di) moneta, dalla trappola della liquidità, dalla carenza di domanda e di credito per le imprese. Per rilanciare l'Europa e i paesi del sud, occorre innanzitutto creare nuova moneta e rilanciare la domanda, cioè aumentare innanzitutto i redditi da lavoro. Tutto il contrario di quello che propongono Germania, UE, BCE e Matteo Renzi. La crisi attuale è soprattutto crisi monetaria: la trappola della liquidità E' dai tempi di Bismarck che l'Italia ha un gap di competitività verso la Germania e tuttavia la crisi verticale dell'Italia è scoppiata solo a partire dalla crisi dell'euro. In effetti da quando è stato creato l'euro la Germania ha potuto accumulare surplus enormi a spese dei paesi del sud Europa e della stessa Italia. Precedentemente la situazione era molto diversa: la Germania era il malato d'Europa, e l'Italia aveva invece buone eccedenze commerciali. La situazione europea era relativamente equilibrata. Intendiamoci: è chiaro che la radice dei problemi monetari affonda sempre nell'economia reale, nella distribuzione ineguale dei redditi, nell'insufficienza dei salari e nei gap di produttività e competitività. La crisi dell'euro nasce innanzitutto a causa degli squilibri delle bilance commerciali tra i paesi forti e deboli. I problemi di finanza pubblica sono invece molto minori se non inesistenti. Ma la moneta unica approfondisce ed estende gli squilibri non permettendo aggiustamenti. Una volta il meccanismo che riequilibrava almeno temporaneamente i differenziali di competitività era quello automatico della svalutazione/rivalutazione monetaria. Ma da quando esiste l'euro per i paesi deboli è possibile una sola strada: la svalutazione da esterna è diventata interna, cioè non è più svalutazione della moneta nazionale verso quella estera, ma svalutazione del lavoro, del patrimonio pubblico e anche del capitale privato nazionale. A causa della moneta unica, non potendo più svalutare la valuta nazionale, e non potendo (per fortuna) svalutare rapidamente il lavoro – per le ovvie resistenze sindacali, sociali e politiche –, i paesi deboli diventano sempre meno competitivi, aumentano i deficit commerciali e si indebitano sempre di più verso l'estero. Il meccanismo dell'euro è tanto assurdo quanto infernale. La moneta e il credito defluiscono dai paesi meno competitivi caratterizzati da costanti deficit commerciali e affluiscono nell'altra area forte. Si crea un circolo vizioso, un meccanismo asimmetrico e perverso che spinge verso la meridionalizzazione dei paesi periferici (come denunciano Emiliano Brancaccio, Riccardo Realfonzo e altri valenti economisti [5]), che non raggiunge mai stabili punti di equilibrio ma punta decisamente verso la depressione e infine il probabile baratro. L'intera eurozona soffre per una domanda depressa che implica alti livelli di disoccupazione: ma la depressione della domanda è fortissima nella periferia mentre al centro, in Germania e negli altri paesi dell'ex area marco, la situazione è relativamente migliore. I paesi deboli non dispongono più di liquidità perché l'emissione di moneta è monopolio della BCE. Le banche nazionali che hanno in pancia titoli di stato dal valore incerto, rischiano anch'esse il default e sono molto caute a prestare denaro all'economia. E la spesa pubblica è bloccata perché gli avanzi di bilancio pubblico servono a pagare gli interessi sul debito. Creare nuova moneta senza passare per le banche e la BCE E' necessario quindi emettere nuova moneta, soprattutto nei paesi deboli: il problema però è che la moneta ufficiale, l'euro, può ovviamente essere emessa solo dalla BCE. Marco Cattaneo e Giovanni Zibordi propongono una soluzione originale ma apparentemente semplice. La nuova moneta deve essere creata “dal nulla” direttamente dallo stato senza passare per le banche, e dovrebbe venire distribuita direttamente e gratis all'economia reale dei paesi che sono soffocati dalla crisi di liquidità, che mancano di salari e di credito, e che soffrono quindi di sottoutilizzazione delle risorse produttive. Marco Cattaneo e Giovanni Zibordi suggeriscono che lo Stato nazionale emetta dei Certificati di Credito Fiscale, i CCF, riprendendosi almeno una parte del suo potere monetario. I CCF sarebbero utilizzabili dopo un certo periodo di tempo (due anni) per pagare ogni tipo di tassa e servizio alla pubblica amministrazione sia nazionale che locale: per esempio, Irpef, Irap, ticket sanitari, contributi pensionistici, multe eccetera. I CCF non sono però titoli di Stato che devono essere venduti al pubblico, non sono obbligazioni che offrono dei rendimenti e che generano debito pubblico: al contrario sono assegnati dallo stato gratuitamente in primo luogo ai lavoratori e alle imprese. Sono nuova moneta creata dalla stato per aumentare la domanda e per ridurre i costi del lavoro e quindi ridare competitività alle aziende. Nel caso italiano gli autori propongono che lo stato distribuisca 200 miliardi di CCF all'anno per due anni, nel 2015-16, da utilizzare per pagare il fisco dopo due anni dalla loro emissione: quindi per esempio, se emessi nel gennaio 2015, i CCF potrebbero essere usati come buono-sconto fiscale solo a partire dal gennaio 2017. In pratica i CCF servono per pagare meno tasse ma possono circolare immediatamente come mezzo di pagamento. I CCF sarebbero moneta a tutti gli effetti anche se alla luce dei trattati europei non possono essere emessi sotto forma di moneta di conio o di banconota; possono però legittimamente essere emessi come titoli pubblici e scambiati sul mercato finanziario ed essere utilizzati per i pagamenti elettronici, per esempio mediante carta di credito. La loro emissione è legale e, non essendo titoli di debito ma titoli di sconto fiscale, non sono soggetti a fallimento o a brusche svalutazioni, come i titoli di debito pubblico. I CCF potrebbero finanziare lo sviluppo e allentare la morsa del debito e dei prelievi forzati dalle tasche dei cittadini italiani a favore delle grandi banche e dei fondi speculativi esteri. I CCF possono inoltre essere usati per cominciare a riequilibrare la competitività tra i paesi forti e quelli deboli. Solo creando nuova moneta si potranno rilanciare investimenti pubblici e privati, e con questi nuova occupazione e benessere. Le riforme strutturali proposte dalla Troika (per esempio recentemente il Fondo Monetario Internazionale ha proposto di ridurre le pensioni italiane per superare la crisi!!!) sono invece, secondo gli autori del libro (e secondo chi scrive) assolutamente controproducenti perché deprimono il costo del lavoro e le spese pubbliche, e quindi deprimono la domanda interna. Austerità significa prolungare, estendere e approfondire la crisi. Le riforme strutturali sono solo fumo negli occhi e ideologia reazionaria, e provocano ancora più disastri e conflitti sociali. Senza domanda interna niente investimenti; e senza investimenti né ripresa né occupazione. Ma senza crescita è anche difficile ripagare i debiti alle grandi banche estere e ai fondi speculativi. Il default e l'uscita dall'euro diventano sempre più probabili. Il progetto italiano dei CCF I due autori suggeriscono di assegnare a partire dal primo gennaio 2015 circa 70 miliardi di CCF ai lavoratori dipendenti e autonomi; di dare gratuitamente ai datori di lavoro del settore privato 83 miliardi; infine di emettere 47 miliardi di CCF per altre forme di sostegno alla domanda, per esempio per favorire le aree del Sud Italia e i settori industriali con maggiore potenzialità. Il complesso dei CCF ammonterebbe a un totale di 200 miliardi nel 2015 e ad altri 200 miliardi nel 2016 su un totale di prelievo fiscale pari a circa 800 miliardi all'anno. Lo shock sarebbe quindi potente. La proposta prevede di assegnare i CCF sulla base di un meccanismo proporzionalmente più favorevole ai livelli di reddito inferiori: per fare un esempio un lavoratore dipendente con un reddito netto di 20.000 euro riceverebbe un'integrazione pari al 20% della sua retribuzione. Per quanto riguarda le imprese, gli 83 miliardi verrebbero assegnati in maniera proporzionale al numero dei dipendenti e ai costi retributivi sopportati dalle aziende, e si confrontano con 466 miliardi di euro del monte totale delle retribuzioni in Italia. Gli 83 miliardi abbatterebbero quindi il costo del lavoro del 18% circa: questa percentuale è all'incirca equivalente al maggiore costo del lavoro che l'economia italiana ha accumulato nei confronti della Germania dall'introduzione dell'euro ad oggi. Gli scenari – costruite sulla base delle previsioni governative per il 2014 (che si sono però rivelate sbagliate) e sul moltiplicatore keynesiano rielaborato recentemente da Olivier Blanchard, pari a 1,3 – indicano una forte crescita del Pil, pari a oltre il 7% nel periodo 2015-2017. L'economia potrebbe finalmente tornare a correre: si raggiungerebbe un PIL di 2080 miliardi nel 2017. Grazie all'aumento del PIL, il rapporto deficit pubblico/PIL sarebbe positivo fino al 2016, per poi tornare di nuovo a crescere del 3,2% nel 2017, quando lo Stato dovrà accettare anche i CCF e non più solo gli euro come forma di pagamento fiscale. Nonostante i 200 miliardi di euro di sconto fiscale, il deficit pubblico sarebbe contenuto grazie al forte sviluppo del PIL derivato dallo stimolo monetario dei CCF. Il calo delle entrate pubbliche legato allo sconto fiscale verrebbe compensato dall'aumento dei ricavi derivato dalla crescita del PIL. La disoccupazione crollerebbe a poco più del 5% rispetto al 12% attuale. L'inflazione crescerebbe intorno all'1,9% all'anno (quindi sotto il 2%). Infatti l'aumento dei prezzi legato alla forte crescita dell'economia sarebbe contenuto grazie al maggiore utilizzo delle risorse produttive oggi sottoutilizzate. Il commercio estero sarebbe in sostanziale equilibrio grazie all'aumento di competitività da parte delle imprese italiane, e anzi potrebbe segnare un leggero attivo. È certo che le previsioni formulate dagli autori siano da rivedere, anche perché si basano, come abbiamo visto, su quelle formulate dal governo nel settembre 2013, le quali si sono rivelate, come tutte le previsioni governative, troppo ottimistiche. Tuttavia è possibile affermare che i CCF potrebbero davvero risollevare l'economia italiana e portarci ad un calo molto significativo della disoccupazione. E potrebbero ridare competitività alla nostra economia. Il progetto dei CCF non può però essere scambiato per una bacchetta magica; non fa infatti ripartire lo sviluppo sempre e comunque. È utile solo quando le risorse produttive sono sottoutilizzate, il livello di pressione fiscale è eccessivo ed è necessario espandere la domanda. La proposta dei CCF non può neppure essere confusa con una pura e semplice riduzione delle tasse, come propongono Berlusconi e soci, i quali ormai hanno come unico slogan politico ed elettorale l'eliminazione del peso fiscale (che peraltro è effettivamente troppo elevato e strozza l'economia). Infatti lo sconto fiscale proposto dagli autori non ha effetti immediati ma può essere riscosso solo in tempi posticipati (due anni); inoltre è concesso in forma di moneta e in dosi massicce; e non ha come necessaria contropartita economica, a differenza delle proposte berlusconiane, la riduzione della spesa pubblica, ovvero lo slogan gridato dai conservatori di tutto il mondo. In effetti il progetto dei CCF consente di stabilizzare la spesa pubblica e di riqualificarla nel senso della maggiore efficienza ed equità, senza però tagliare quelle spese che rappresentano conquiste sociali irrinunciabili. Moneta come bene comune La proposta dei CCF ha un merito eccezionale: quello di prospettarci la possibilità di non rimanere soffocati da una montagna di debiti e da una forzata e suicida politica di austerità come quella prevista dal fiscal compact per ripagare le banche straniere. Se il governo Renzi avesse un po' più di coraggio e di indipendenza dai poteri forti europei e nazionali, e se fosse meno occupato ad attaccare i diritti dei lavoratori, dovrebbe esaminare attentamente il progetto di emettere CCF. Ne trarrebbe merito e vantaggi. I governi di destra, quelli tecnici e quelli di centrosinistra, cioè quelli di Monti, Letta e Renzi, hanno finora aumentato le tasse e tagliato le spese per tentare di ripagare il debito pubblico: si tratta di una politica controproducente, iniqua e insostenibile che ci porterà alla rovina. E' una menzogna che gli italiani abbiano vissuto e vivano al di sopra delle loro possibilità a causa di una spesa pubblica impazzita da tagliare a tutti i costi. Dai primi anni '90 lo stato italiano ha quasi sempre incassato più tasse di quanto ha speso per i servizi pubblici, e usa l'avanzo di bilancio per pagare gli interessi sul debito. Viviamo quindi ben al di sotto delle nostre possibilità. Dal 1992 fino ad oggi abbiamo pagato 1400 miliardi di interessi sul debito pubblico, di cui circa 600-700 agli investitori esteri: e questo debito continua a crescere. Di questo passo siamo destinati a fallire. La soluzione è una sola: gli Stati, ovviamente sotto il controllo democratico dei parlamenti e della società civile, devono riprendersi almeno parte della la loro sovranità monetaria senza cederla completamente alle banche o ad organismi sovranazionali come la UE e la BCE. La moneta deve ritornare a essere un bene pubblico, un bene comune governato democraticamente. Attualmente quasi tutta la moneta è creata dalle banche private. Il 95% della moneta utilizzata consiste infatti di depositi bancari. Solo il 5% della moneta circola come banconote o monete di conio emesse dalla banca centrale o dagli stati. Al tempo presente non sono quindi né gli stati né le banche centrali a creare moneta, come comunemente si pensa: sono invece le banche private che creano “moneta dal nulla”. Infatti le banche non sono dei puri intermediari finanziari; le banche non prestano i soldi già ricevuti sotto forma di depositi, come viene fatto credere dalla maggioranza dei testi accademici. Come spiegava Augusto Graziani[6], e come ha affermato recentemente la Banca d'Inghilterra[7], sono le banche a creare i depositi sotto forma di scrittura elettronica. Sono le banche ad avere l'enorme privilegio di creare denaro dal nulla sotto forma di credito per il loro profitto privato. Nel capitalismo attuale la moneta è quindi essenzialmente debito verso le banche private. Più moneta circola più le economie sono indebitate. Per questo motivo le economie sono piene di debiti. Ma anche le dinamiche dell'indebitamento sono squilibrate. Quando c'è il boom economico le banche si spingono a concedere troppi prestiti, producono troppa moneta – come la moneta falsa dei derivati – e alimentano euforia, inflazione e bolle; quando c'è la crisi economica, come quella che stiamo vivendo oggi in Europa, le banche ritirano credito e moneta e creano deflazione e recessione. E allora deve intervenire lo stato per “creare dal nulla” la sua moneta. La sovranità monetaria è indispensabile per uscire dalla crisi economica. Ricordiamoci che senza sovranità monetaria non c'è sovranità nazionale, e senza sovranità nazionale non c'è sovranità democratica. Senza moneta comune sono le grandi banche d'affari internazionali e i paesi più forti a dirigere il gioco. NOTE [1] Luciano Gallino, “Se la Ue diventa una dittatura” Micromegaonline, da Repubblica, 23 settembre 2014 [2] Joseph Stiglitz, “La crisi dell’euro: cause e rimedi” Micromegaonline, da il Manifesto, 26 settembre 2014 [3] Cattaneo Marco, Zibordi Giovanni “Soluzione per l'euro. 200 miliardi per rimettere in moto l'economia italiana - creare mometa, ridurre le tasse e rilanciare la domanda” con prefazione di Warren Mosler e introduzione di Biagio Bossone, Hoepli, marzo 2014 [4] Enrico Grazzini “L’Italia può uscire dall’euro? Problemi e difficili soluzioni” Micromegaonline, 17 settembre 2014 [5] Vedi per esempio “Lettera aperta degli economisti” 15 giugno 2010 [6] Graziani Augusto “Teoria del circuito monetario” Editore Jaca Book 1996 [7] Bank of England “Money creation in the modern economy”, di M. McLeay, A. Radia e R. Thomas, Quarterly Bulletin 2014 Q1. Vedi anche: Positive Money: http://www.positivemoney.org; vedi anche Andrea Baranes “Le banche e il potere di creare moneta”, Sbilanciamoci.info, maggio 2014 (30 settembre 2014)

si deve creare moneta, ma NON come fanno gli americani. - Fr@ncesco  

  By: Fr@ncesco on Martedì 30 Settembre 2014 17:48

Finalmente! La proposta di Giovanni Zibordi e Marco Cattaneo riguardante i CCF (Certificati di Credito Fiscale, vedasi ^qui#http://bastaconleurocrisi.blogspot.it/2013/09/certificati-di-credito-fiscale-ccf.html^) sta iniziando a circolare di più? E meno male! ^Oggi sul sito di MEMMT (Mosler Economics Modern Money Theory) è apparsa la prefazione scritta da Warren Mosler al libro di Cattaneo/Zibordi#http://memmt.info/site/mosler-crisi-europea-o-si-allentano-i-vincoli-ue-o-si-esce-dalleuro/^... visto che è stata già pubblicata lì, mi pare doveroso riportare la prefazione anche qui di seguito: ---- [da GZ: Grazie molte per la traduzione, dato che è qualcosa di mesi fa aggiungo allora qualcosa di nuovo. Nel libro si è cercato di spiegare che si deve creare moneta, ma NON come fanno gli americani. Qui trovi un interessante grafico pubblicato due giorni fa dalla Tcherneva, un economista di Kansas City della MMT amica di Warren in un articolo sul NY Times. Mostra che #F_START# size=3 color=blue #F_MID#le politiche di Bernanke e Obama, di Greenspan e Bush hanno creato una ripresa economica in cui l'aumento del PIL è andato interamente (per il 105%) al top 10% degli americani, quelli che hanno la ricchezza finanziaria, mentre il restante 90% ha perso reddito#F_END#. #ALLEGATO_2# Questo non è mai successo prima. Sotto Eisenhower, Kennedy, Johnson, Nixon e Carter, democratici o repubblicani che fossero, quando c'era una ripresa economica l'aumento di reddito andava più o meno a tutta la popolazione. Da circa 20 anni non è più così e negli ultimi anni il fenomeno è diventato grottesco, addirittura con Obama e Bernanke e "l'Alleggerimento Quantitativo" il 90% della popolazione ha visto il suo reddito totale diminuire, mentre il top 10% ha incassato più del 100% dell'incremento di PIL. L'Alleggerimento Quantitativo" significa che lo stato stampa moneta e la usa per comprare dei beni dal 10% circa della popolazione, quella più ricca. Ma lo fa in un modo complicato e indiretto per cui il 90% non se ne accorge. In più hanno eletto Obama per distrarre con la storia del primo presidente di colore in modo da metterglielo in quel posto meglio. Quello invece che qui si propone NON è una politica di "Alleggerimento Quantitativo" stile "anglo" in cui crei moneta e la dai alle banche e al mercato finanziario. Noi proponiamo di creare moneta e ridurre le tasse a tutti, saltando le banche e il mercato finanziario] -------- PREFAZIONE di Warren Mosler #b#“CRISI EUROPEA, O SI ALLENTANO I VINCOLI UE O SI ESCE DALL’EURO”#/b# Fonte: http://milano.memmt.org/soluzione-per-leuro/ #b#L'Italia e tutta la parte meridionale dell’Eurozona stanno oggi attraversando il più grave periodo di depressione economica dagli anni Trenta a oggi.#/b# Il catalizzatore della crisi è stato l’esplosione, avvenuta negli Stati Uniti nel 2008, della “bolla subprime” a seguito della quale flussi di credito e domanda sono collassati in tutte le principali economie avanzate. Da ciò si sono ingenerati sia disoccupazione di massa, sia livelli di produzione molto al di sotto delle potenzialità delle economie, sia problemi di solvibilità dei debiti nell’Eurozona. I politici non sono stati in grado di comprendere pienamente il fulcro del problema e di rispondere con le decisioni più opportune. La crisi avrebbe potuto essere rapidamente superata, ad esempio per mezzo di politiche di sostegno alla domanda (più spesa pubblica e meno tasse). In tali strumenti consistono, in effetti, sia l’analisi sia la proposta che io e i miei colleghi abbiamo sviluppato durante la nostra attività al Centro per la Piena Occupazione e la Stabilità dei Prezzi (“Center for Full Employment and Price Stability”) presso l’Università del Missouri-Kansas City. Le azioni inizialmente (2009) intraprese, ancorché in modo insufficiente e inefficiente, negli USA si sono perlomeno dirette nella direzione giusta. Sfortunatamente anche quel poco, che era stato inizialmente fatto da parte dei governi a livello federale, è stato capovolto dal 2010 in poi giacché ci si è basati sull’erronea convinzione che i deficit pubblici fossero una minaccia incombente, sia nell’immediato sia ancor più nel futuro, e che quindi richiedessero attenzione immediata. La situazione dell’Eurozona è stata ulteriormente complicata dal fatto che i suoi Stati membri non sono più emittenti delle loro monete e che devono sforzarsi di operare sotto le devastanti restrizioni previste dal Trattato di Maastricht. I 18 Stati membri dell’Unione Monetaria Europea si sono posti in una situazione simile a quella dei singoli Stati USA i quali sono dipendenti dai flussi di reddito e sono sensibili alla disponibilità di credito. La nuova Banca Centrale Europea è stata tuttavia creata con caratteristiche analoghe alla Federal Reserve statunitense cioè non dipendente da redditi, non sensibile alla disponibilità di credito e, sfortunatamente, non autorizzata a sostenere attivamente il merito di credito dei Paesi membri. Inoltre non è stato predisposto alcun sistema di trasferimenti fiscali in grado di riequilibrare le diverse dinamiche locali, all’origine tra l’altro dei diseguali livelli di disoccupazione tra le regioni dell’Eurozona, evidenti sopratutto constatando le disomogeneità tra Europa meridionale e Germania. Nel 2011 i Paesi settentrionali dell’Eurozona (in particolare la Germania) erano tornati vicini ai livelli di piena occupazione, principalmente per effetto delle esportazioni dirette verso i Paesi meridionali le quali hanno tuttavia generato ricadute negative sull’occupazione di questi ultimi (data l’impossibilità di attuare politiche anticicliche di sostegno alla domanda). Tutto ciò ha comportato un aumento dei deficit pubblici delle nazioni meridionali a seguito del crollo del gettito fiscale e dell’aumento dei pagamenti per trasferimenti, e ha aumentato i dubbi in merito alla loro solvibilità, com’è evidente constatando l’incremento dei tassi d’interesse che questi Paesi hanno subìto per continuare a finanziarsi. Ancora peggio, l’Unione Europea ha richiesto provvedimenti di austerità aggiungendo la beffa al danno, senza che s’intraveda una fine a questa situazione: l’austerità ha causato ulteriori discese di gettito e incrementi di trasferimenti, causando spesso l’incremento e non la prevista riduzione dei deficit pubblici. In risposta a tutto ciò, è degno di nota il contributo elaborato da Marco Cattaneo e Giovanni Zibordi che l’editore Hoepli rende disponibile al pubblico italiano tramite questo libro. Il presupposto da cui gli autori prendono le mosse è che nel mondo contemporaneo le valute, compreso l’Euro, fondamentalmente non sono altro che crediti fiscali. Gli autori riconoscono inoltre che in una nazione moderna la spesa dello Stato deve distribuire ai cittadini una quantità di moneta (crediti fiscali), che corrisponda ai fabbisogni per pagamento d’imposte e per formazione di risparmio, nella quantità opportuna. Gli attuali livelli di disoccupazione in Italia dimostrano che il limite del 3% del PIL, previsto dal Trattato di Maastricht per il deficit pubblico, non consente di raggiungere questo risultato. La soluzione proposta è l’introduzione, da parte dell’Italia, di una seconda moneta utilizzabile per pagare imposte nei confronti dello Stato italiano. L’Euro continuerebbe a essere accettato per pagamenti d’imposte dovute a qualsiasi Stato membro dell’Eurozona; la nuova moneta sarebbe accettata per finalità analoghe, ma esclusivamente nei confronti della Repubblica Italiana. Ciò consentirebbe all’Italia di ampliare la differenza tra spesa pubblica e incassi fiscali sino a raggiungere un livello tale da permettere all’economia di accumulare moneta (euro più moneta nazionale), soddisfacendo i requisiti atti alla formazione di risparmio privato. Dal punto di vista operativo il meccanismo funzionerebbe come previsto. Naturalmente rimane aperto il tema delle reazioni dell’Unione Europea la quale potrebbe esigere che qualsiasi tipo di differenziale, tra spesa e gettito fiscale, debba rispettare i parametri di Maastricht anche se finanziato da valuta nazionale. #b#QUELLO CHE POSSO AFFERMARE CON SICUREZZA E' CHE, SE L'UNIONE EUROPEA DESIDERA LA CRESCITA E LA PROSPERITA' DELL'EUROZONA, I VINCOLI FISSATI DAI TRATTATI DEVONO ESSERE ALLENTATI IN MODO ESPLICITO OPPURE DEVONO ESSERE INTRODOTTE ALTRE MODALITA' CHE PERMETTANO A CIASCUNO STATO MEMBRO LIVELLI DI SPESA ECCEDENTI RISPETTO AL GETTITO FISCALE. ALTRE VIE, CAPACI DI CONDURRE ALLA RIPRESA ECONOMICA, NON SUSSISTONO - FATTA SALVE LA FUORIUSCITA INTEGRALE DI SINGOLI PAESI DALL'EURO E LA SUA CONTESTUALE SOSTITUZIONE CON MONETE NAZIONALI.#/b#

Bill Mitchell sulla nostra proposta di creare 200 mld e ridurre le tasse - GZ  

  By: GZ on Martedì 30 Settembre 2014 16:33

Bill Mitchell, l'economista australiano "di scuola MMT" che sta per pubblicare un massiccio libro sull'euro e l'eurozona, ^ha dedicato qualche giorno fa un articolo a noi sul suo blog#http://bilbo.economicoutlook.net/blog/?p=29092^. In fondo trovate anche le risposte di Cattaneo, Mosler (che è un suo amico) e il sottoscritto. (Nota Bene: Bill Mitchell non è un economista qualunque: oltre a insegnare economia suona la chitarra in due bands di blues e rock e suona mica male) --- ...The design of the Eurozone is flawed at the most elemental level and in the book I recommend Italy or France taking the lead and negotiating a way to leave the common currency so that the other smaller nations, which do not enjoy the same clout as these large economies, can also leave without pernicious penalties being imposed. So up until now I have not been enamoured with any of what I termed hybrid solutions which aim to address the consequences of austerity by keeping it. Recently, another solution has been proposed, which comes close to the Californian solution that I outlined above, and also includes the additional feature that would have given that American state a separate currency within the UD dollar zone. An article #F_START# size=3 color=blue #F_MID#in EconoMonitor (July 3, 2014) – Which Options for Mr. Renzi to Revive Italy and Save the Euro? – by Biagio Bossone, Marco Cattaneo and Giovanni Zibordi#F_END# calls on the Italian Prime Minister, Matteo Renzi to introduce what they call “Tax Credit Certificates” to allow the Italian economy to come out of its austerity-induced recession yet stay within the Eurozone rules. They begin by documenting the collapse of Italy’s industrial production, which is now 25 per cent smaller than it was in 2008. A catastrophe by any stretch of imagination. Private investment is also down by 26 per cent and the “capacity loss in manufacturing hovering around 15 per cent”. Yet, Italy’s public debt continues to rise as a proportion of GDP even though the austerity-obsessed government is now running the largest primary fiscal surplus in the Eurozone. A primary fiscal balance excludes interest servicing payments so reflects the difference between spending and taxation revenue net of interest payments on outstanding debt. They argue that the situation is impossible – Italy cannot create new jobs (net) and reduce its massive pool of unemployment under these circumstances. There has to be more spending and it is unlikely to come from the private sector, given the jobless rate and the falling incomes. They also correctly argue that: Structural reforms (such as in justice, education, governance, and doing business), while necessary to modernize the country and improve the economic environment, won’t jumpstart any recovery any time soon, if at all. They might have also said that these reform processes are more effective when the economy is growing strongly because resources are more mobile then. Structural change always involved the necessity to shift productive resources from one use to another. Imposing these processes when there is substantially depressed demand for labour and slack sales, typically means that resources displaced from one sector under reform will become idle rather than be absorbed into growing sectors. Try telling that the Eurozone elites who only think in terms of scorched Earth. The authors also reject the idea that monetary policy innovations (such as the recent ECB move to negative interest rates) will provide any stimulus. That conclusion is sound. The bias towards monetary policy as the solution since the outset of the GFC reflects the neo-liberal antagonism towards fiscal policy. They emphasise monetary policy because they hate fiscal policy despite the obvious fact that the former is not a suitable policy tool to deal with a massive spending collapse. Sure interest rates can be cut and central banks can pump cash into bank reserves out of thin air. But that doesn’t ensure people will access more credit and spend more. That has been another neo-liberal myth – that rising central bank reserves would stimulate credit and allow banks to lend easier. It doesn’t work like that. Please read the following blogs – Building bank reserves will not expand credit and Building bank reserves is not inflationary – for further discussion. The authors, instead, draw on a plan that they trace to Hitler’s Germany in the early 1930s where the central bank and finance ministry created an imaginary ‘company’ – the Metallurgische Forschungsgesellschaft (Mefo) whose sole task was to issue – Mefo bills. The operation of the Mefo is outlined in this – Drittes Gesetz zur Neuordnung des Geldwesens (Umstellungsgesetz) (If you read German). The Nazis realised they would not be able to reconstruct Germany with tax revenue nor issue sufficient public debt given how poor the nation was after the Versailles Treaty. It also was fearful of igniting inflation again. The solution was to establish Mefo as the major vehicle for rebuilding Germany’s military capacity. They also knew this had to be a secret process so they used the front of the Mefo to accomplish that aim. Essentially, the system worked as such. First, the government ordered German armament manufacturers to build new weapons. Second, the companies would draw Mefo bills of exchange (promissory notes) which the Mefo Company accepted. It was a system of deferred payments. Third, the drawer of the bills could then present them to German banks at a discount who could also rediscount the bills with the Reichsbank (central bank). Fourth, the government (Reich) guaranteed the bills for a period of five years after they were issued. Effectively, while the central bank was prevented from directly funding the treasury, the Mefo bills allowed the latter to acquire huge loans from the former, which allowed it to fund the build up to 1939. Our Eurozone authors channel the same idea although one could dispute the historical accuracy of their conclusion that the scheme was abandoned when full employment was reached. In fact, the scheme brought the German Finance Ministry into direct conflict with the central bank and in 1939, the person who designed the scheme, Hjalmar Schacht – resigned from his position as Minister of Economics. He would later turn up at Nuremberg and was set free as he had also been jailed by Hitler after the July 20 plot to assassinate the Fuhrer. The authors also do not mention the covert nature of Mefo as a way to hide the build up of armaments in Germany from its eventual belligerents. But those observations are by the way. What they propose is that: … the Italian government could issue new bills called CCF (Certificati di Credito Fiscale = Tax Credit Certificates) by amounts necessary to gradually close the economy’s output gap, taking into consideration plausible values of the fiscal multiplier for an economy with large unutilized capacity where monetary policy operates under the zero lower bound. And, the CFC would have the essential capacity that renders a currency sovereign: The CCF represent government bills of exchange: the government has no obligation to reimburse them in the future. Rather, two years after issuance, they are accepted to fulfill any financial obligation towards the Italian state (taxes, public pension contributions, national health system contributions, etc.). The deferral allows for output to start recovering and generate resources to offset the shortfall of the euro-denominated tax receipts that follows when CCF start being accepted by the State for payments of taxes and other obligations. In other words, the CCFs would be equivalent to the euro in the sense that they could be used to pay all taxes and other statutory obligations. In that sense, they would be immediately acceptable in exchange within the non-government sector. How would the government issue these bills? The authors propose that the State would give them out freely to “private sector enterprises and employees” and “may assign an additional CCF allocation to itself, which it will use to implement further demand-support actions (e.g., supplementing income to financially distressed families, improving the national health system, speeding up payments of overdue bills to government suppliers, etc.).” While the authors do not say this, it is obvious that the Italian government could introduce a Job Guarantee scheme immediately and fund it with CCFs. The workers would treat the bills as income as they would be exchangeable for euros which would then stimulate spending overall. The authors note that the “market will discount them like any zero-coupon two-year (default-free) government bonds” while those who hold them as portfolio items “past the deferral date” would use them “to pay taxes and obligations to the State”. The authors believe the scheme would not violate the “State aid” provisions under EU law. I cannot comment on that without further scrutiny of the law and I prefer to leave those discussions to the lawyers. What is clear is that the scheme would work just like the IOUs could have worked in California. The fact is that Italy and all the rest of the Eurozone Member States are like the states of America or Australia, although the latter have considerably more fiscal autonomy given the lack of anything like a SGP. Sure enough states in the US have elected to introduce balanced budget rules but they are products of their own legislation and they could alter the law without being ejected from the US dollar zone (which we call America). There is no doubt that the scheme would provide the necessary stimulus to engender growth. But the authors are still wedded to the Eurozone and the SGP constraints as ‘normal’ parameters for Italy. They characterise the Tax Credit Scheme as an “unconventional measure for extraordinary times”. They say: The use of CCF should be intended for very critical situations only, such as the economic depression that Eurozone crisis countries have faced for too long now, characterized by huge resource slack, deflationary tendencies, no autonomous monetary policy, and heavily constrained fiscal policy. Obviously, recourse to CCF issuance should not be abused. Issuance should take place under specific law provisions, strict and transparent parliamentary control, and a predetermined framework specifying the target to be achieved and the related timeframe. I don’t agree with that conceptualisation. The ability of a country to have currency discretion is the hallmark of sovereignty. Without it, the government is incapable of fulfilling its responsibilities to promote full employment and equity and meet challenges that arise like climate change etc. To claim that a scheme that restores that sovereignty should be temporary only and only be introduced when output to depression levels or there is “huge resource slack” is, in itself, extraordinary. The current, on-going crisis in the Eurozone and Italy, in particular, is not that extraordinary, given the design of the monetary system that they introduced. It was always going to converge on recession and stagnation. The current performance of the Eurozone is more or less exactly what was foreseen back in the early 1990s by those who opposed the creation of the monetary union. Sovereignty is intrinsic to responsible government. It shouldn’t be restored when there is a deep recession and then withdrawn again. Conclusion What is not disclosed by these authors and others who propose these hybrid schemes is why they are so wedded to hanging onto the euro. Italy would be much better off if they left the Eurozone behind and established currency sovereignty unconditionally. Not just when it is depression! Why is all the effort being taken to devise ‘ingenious schemes’ that retain the euro and all the baggage that makes it unworkable as a monetary system? ----- ^Warren Mosler says#http://bilbo.economicoutlook.net/blog/?p=29092^: Thursday, September 25, 2014 at 20:27 They worked closely with me on this as well ;) ---- ^Marco Cattaneo says#http://bilbo.economicoutlook.net/blog/?p=29092^: Friday, September 26, 2014 at 23:52 By saying that CCF issuance shouldn’t be abused, we are just implying that, in a system where euro and CCF exist together, it may be possible that euro are around in a quantity such, and demand is enough, that CCF are not necessary. But you still have the ability to issue CCF and support demand if this is not the case (as today). Which is the monetary sovereignty you need. Please also note the following (sorry for the links being in Italian, Google translator should suffice to make them understandable for English speakers :) ) “What is not disclosed by these authors and others who propose these hybrid schemes is why they are so wedded to hanging onto the euro.” We are not “wedded to hanging onto the euro”… we just realize that engineering a euro breakup is very complex from a political standpoint, dangerous as concerns potential “chain effects” in the financial market, and creates unnecessary damages to foreign creditors and to foreign trading partners. See this for a few comments ^on the complications involved in a breakup process#bastaconleurocrisi.blogspot.it/2013/10/claudio-borghi-sagge-parole-ma-serve-un.html this, for additional ^problems that the CCF avoids (and a breakup doesn’t):#http://bastaconleurocrisi.blogspot.it/2014/04/la-riforma-morbida-e-la-soluzione-per.html^ and this, which explains how the ^CCF solutions leave a path open to reintroduce national, circulating currencies later on#http://bastaconleurocrisi.blogspot.it/2014/04/dalleuro-alla-lira-fiscale-passando-per.html^ --- ^giovanni Zibordi says#http://bilbo.economicoutlook.net/blog/?p=29092^: Tuesday, September 30, 2014 at 21:31 We are trying to put forward a compromise solution, something workable now In the 390 pages book we published in march 2014 to detail the idea (http://www.hoepli.it/libro/una-soluzione-per-leuro/9788820359164.html) there are 2 chapters to explain why the Euro does not make sense and at least 100 pages about MMT and sovereign money creation. Also the full proposal is Fiscal Credit + Tax Based or “Mosler” bonds, because to issue 200 billions of “Euro-CCF” would crash the italian bond market and you need something else to protect it. I personally do not agree with the passage you quote about being an extraordinary tool, but as I say we try get published first and even watering down a bit che concepts it is not easy, ft.com, wsj.com and the italian financial press so far did not accept to publish us (in spite of the fact that we put together a tick book with a university publishing house) In Italy the main issue is that is equivalent to “money printing” and giving the money to peple instead of the banks and that would create some inflation, although less than if it would be used to fund public expenditure. Since a month or two some establishment economists have come around to this concept, see Giavazzi e Tabelllini who propose coordinating a monetary and fiscal expansion in the Eurozone through a money-financed temporary tax cut of 80 billions. Leaving aside that they still want the ECB to agree and we say Italy can act alone, they are faced with the “but the bond market will panic” objection, see http://www.voxeu.org/article/eurozone-recovery-there-are-no-shortcuts Wether you create 200 billions through credit certificates “Hjialmar Schacht style”, hope to persuade the ECB to buy the extra debt or return to the lira that is major obstacle --- #b# giovanni Zibordi says:#/b# Tuesday, September 30, 2014 at 21:57 Beside of thanking you to take the time to look at our article I would like to add that we well aware that the Euro can function only if the ECB would fund whatever deficits were required at the federal level and in absence of that the only alternative is to have, eventually, sovereign defaults (“debt restructuring”). We offer a pratical solution (down to the detail of the law required to be passed by the Italian parliament) to stop the depression allowing an EU country to act without assistance from the ECB. We say that even inside the EU framework the Italian state can create its own money and finance a massive tax cut (albeit in a roundabout fashion). This would create a conflict inside the EU with Germany, but Italy would have the upper end and it would be up to Germany to make the decision to break up the Euro to stop us. Note also that there is actually an advantage to create money by issuing tax credits inside the Euro because with Target2 the external deficit that 150-200 billions of tax cuts would create would be absorbed by the Eurosystem (Bundesbank forced to credit Bank of Italy). To create unilaterally money (“CCF-Euros”) inside the Eurozone framework would initially be something that minimize the “markets” (currency and bond) reaction and the inevitable crash of the bond market (yields are now between 1% and 2,3% even in Spain and Italy). I have no doubt that such policy would be eventually incompatible with the Eurozone structure and would lead at its implosion. But in Italy (and Spain, Portugal..) we have to do something NOW, we cannot wait and we need a practical plan to submit to the electorate to create money and cut taxes right now

Warren Mosler e MMT - IT Forum del Maggio 2012 - Moderator  

  By: Moderator on Lunedì 29 Settembre 2014 13:18

da www.retemmt.it Pubblichiamo un ^video#https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=DE8hUQ1PcaQ^ registrato nel 2012, l'#b#intervento di Warren Mosler presso l'IT Forum#/b# di Rimini (il principale forum italiano su finanza e investimenti) del 17/18 maggio 2012. In quell'occasione Mosler fu ospitato per la prima volta in Italia in due seminari pubblici, entrambi organizzati da Giovanni Zibordi nell'ambito della due giorni di convegni. Il seminario che proponiamo, prodotto e pubblicato da ^www.itforum.it#www.itforum.it^, è una vera e propria #i#"lectio magistralis"#/i# di economia e finanza di fronte a un pubblico di addetti ai lavori. Warren Mosler analizza la crisi dell'euro prevedendo quelle che sarebbero poi state le mosse della BCE e gli altri temi dello scenario macroeconomico e finanziario internazionale: Quantitative easing, influsso dei tassi di interesse sull'economia, mercati delle commodities, metalli preziosi. Mosler spiega a quel pubblico le reali via di uscita dalla recessione. Un intervento da rivedere alla luce della situazione di oggi ancora più drammatica. D. Basciu - www.retemmt.it

Andare short Chipotle - polipolio  

  By: polipolio on Venerdì 26 Settembre 2014 15:17

Stock: Chipotle

Sono un po' di fretta ergo supersintetico P/E >50; PE ~30 gli utili del 2016 che ipotizzano forte crescita sia dei PdV sia del fatturato medio per PdV. Sparata in gap up a inizio estate rounding top e avvicinamento alla soglia bassa del gap

L'ostacolo all'uscita dell'Italia dalla depressione sono "i mercati finanziari" - GZ  

  By: GZ on Venerdì 26 Settembre 2014 14:03

Dopo sei anni di crisi gli economisti italiani ufficiali hanno cambiato "un poco" idea (^Luigi Zingales: "perché ho cambiato un po’ idea su euro e Merkel" 21 sett 2014#http://www.formiche.net/2014/09/21/luigi-zingales-perche-ho-cambiato-idea-euro-merkel/^). Anche Draghi come noto un mese fa #i# ha cambiato un poco idea#/i# visto che ha dichiarato che bisognerebbe trovare il mondo di spendere un poco di più e che bisogna far risalire un poco l'inflazione. Draghi ha detto solo "un poco" (solo qualche decina di mld in infrastrutture e forse un punto e mezzo di inflazione in più, perchè punta sempre a dare soldi alle banche perchè li prestino...) Giavazzi e Tabellini (che erano per l'austerità) a fine agosto hanno fatto un voltafaccia e ^scritto che si deve creare della moneta per finanziare i deficit#http://www.voxeu.org/article/how-jumpstart-eurozone-economy^, invece di finanziarli sempre con debito. L'obiezione che subito hanno ricevuto da altri economisti italiani noti è che ^creare moneta spaventa i mercati finanziari, vedi Roberto Perrotti#http://www.voxeu.org/article/eurozone-recovery-there-are-no-shortcuts^. Perrotti scrive: "sì, in teoria è giusto creare 80 mld e ridurre le tasse,... ma nel mondo reale i bond hanno un rischio, se stampi 80 mld provochi panico dei mercati, crash dei titoli di stato... poi le banche che ne sono piene vanno sotto.." (#i# in the real world, government debt can be and is risky, and markets do not like to see it increase – particularly in countries with a high initial level of debt or spending. Without a commitment to decreasing spending in the future, financial markets might panic.."). #/i# #F_START# size=5 color=black #F_MID#Questa obiezione è corretta, i mercati finanziari non vogliono che si crei moneta#F_END#, come ho sottolineato più volte, per il semplice e fondamentale motivo che i mercati finanziari sono essenzialmente mercati del DEBITO. Semplificando al massimo, più moneta crei e meno occorre indebitarsi, meno bonds occorrono e in più i bonds calano di valore. Questo non va bene perchè il business delle banche, dei mega fondi, degli hedge funds e altre istituzioni finanziarie è IL DEBITO Questo è il problema oggi fondamentale che gli economisti accademici, da Giavazzi a Zingales ad Allesina a quelli keynesiani anti-austerità a quelli per il ritorno alla lira non sembrano capire (perchè lo stesso vale ovviamente anche per il ritorno alla lira). Ci sono di mezzo i "mercati finanziari" globali, i quali se necessario spazzano via i governi in pochi giorni (Berlusconi docet) Ora come rispondono Giavazzi e Tabellini all'obiezione di Perrotti, che si incarica di spiegargli che al mercato finanziario non va che si crei moneta per ridurre le tasse e far uscire l'Italia dalla Depressione ? Dicono che agli inglesi e americani il gioco è riuscito, hanno aumentato i deficit pubblici finanziandoli con moneta dal 2009 e non c'è stato nessuna "destabilizzazione", come pudicamente chiamano la reazione dei mercati Giavazzi e Tabellini (^"Un’unica via per la ripresa dell’Eurozona"#http://www.lavoce.info/ununica-via-per-ripresa-delleurozona/^, 19 sett 2014) #ALLEGATO_1# Sorvolano però sul fatto che c'è stata inflazione tra il 3 e il 4% dal 2010 in poi in USa e UK, i rendimenti reali dei loro bonds sono andati negativi perchè la FED e la BCE ne comprava tonnellate e sono tuttora rendimenti negativi cioè pagano l'1% e rotti (a cinque anni) con inflazione al 2% e rotti. I "mercati finanziari" con gli inglesi e americani non hanno fatto una piega, per ora, per cui potrebbero sopportare un 3-4% inflazione anche da noi ? Il New York Times ad es. ha reportage dedicato ai benefici dell'inflazione, citando tutti quelli che la vedono necessaria ora come soluzione, con gente come ^Ken Rogoff che parla di un +6% di inflazione per gli USA come obiettivo#http://www.nytimes.com/2013/10/27/business/economy/in-fed-and-out-many-now-think-inflation-helps.html?pagewanted=2&_r=2&emc=eta1^ (per gli USA!, immagina per l'Italia). Come si sa i keynesiani "de sinistra" sono in genere un poco inflazionisti, inutile negarlo, Krugman, Rogoff, Stiglitz.. mentre quelli di "Chicago" (Lucas, Cochrane...) e i tedeschi invece no, preferiscono un inflazione zero o quasi. Come si sa però anche TUTTE LE BANCHE CENTRALI HANNO DA 25 ANNI UN OBIETTIVO DI INFLAZIONE INTORNO AL 2%, cioè la teoria e la prassi ufficiale è che l'inflazione zero faccia male. Ci sono paesi come il Canada dove da 20 anni la Bank of Canada ogni singolo anno centra il 2% di inflazione, (a volte 2,2% a volte 1,8%...non sbagliano mai un anno). Ora Draghi dichiara che vuole far salire l'inflazione EU, così come ha fatto il Giappone l'anno scorso e come hanno fatto inglesi e americani, che avevano inflazione 0% nel 2009 e l'hanno fatta risalire tra 2% e il 4% successivamente creando moneta. Perchè ovviamente non ci piove#F_START# size=3 color=magenta #F_MID# che creando moneta puoi creare inflazione e il problema è solo la percentuale giusta#F_END#, a seconda delle circostanze quello che prescrive il dottore sarà un 2% o un 3% o un 4% o un 5%... C'è chi dice che in certi casi anche un 6% è necessario (come Ken Rogoff) e come ho mostrato quando l'Italia aveva inflazione vicina al 10% negli anni '70 il suo PIL cresceva lo stesso anche del 3-4% l'anno. Ma negli anni '70 i movimenti dei capitali erano vincolati e limitati in tanti modi, oggi invece sono totalmente liberi. Tra parentesi i keynesiani di oggi non si ricordano mai che il loro Keynes a partire dal 1936 circa si era convertito al protezionismo e ai controlli sui capitali. In più, oltre a liberalizzare completamente i movimenti di capitale si è anche impedito, negli anni '80, agli stati di creare moneta. Risultato: il debito è triplicato e chi ha in mano il debito (i bonds) oggi comanda il mondo Dato che il debito ora è tre volte e mezzo il PIL medio in occidente e che il mercato del debito (bonds) è senza vincoli e senza limiti e muove migliaia di miliardi attraverso il mondo nello spazio di ore... sai qual'è infatti la conseguenza ? Oggi chi detiene il debito, chi ha e muove i bonds sui mercati finanziari, tiene per le palle i governi e le nazioni #F_START# size=3 color=magenta #F_MID#Se non neutralizzi allora i "mercati finanziari" globali non puoi fare niente#F_END# , perchè questi sono in pratica un eufemismo per i creditori, chi vive con gli interessi del debito. L'ostacolo vero all'uscita dell'Italia dalla depressione sono "i mercati finanziari", cioè "I CREDITORI", quelli che vivono di debito, incassando interessi (e speculando sul debito). Lasciamo da parte il fatto che questi a loro volta si indebitano e usano leva finanziaria, cioè non è vero che sono "risparmi" che vengono investiti (vedi Pimco, che ha rivelato quest'anno di aver comprato 70 MILIARDI DI DOLLARI DI FUTURES per aumentare la sua leva). #F_START# size=3 color=black #F_MID# Nel mondo dei mercati finanziari (del debito) non vogliono i default non vogliono l'inflazione non vogliono la svalutazione#F_END# Vogliono ricevere i loro interessi in valuta che non si svaluta, con interessi di 2 o 3 punti sopra l'inflazione e senza rischio, come hanno fatto per gli ultimi 30 anni. Dal loro punto di vista è comprensibile, così come è comprensibile che i dipendenti del Senato vogliano mantenere i loro stipendi da 300mila euro l'anno, i magistrati della Corte Costituzionale i loro 500mila euro, quelli della Regione Sicilia... #F_START# size=3 color=black #F_MID# Nel mondo invece del lavoro, delle imprese, della produzione, delle famiglie... la svalutazione, l'inflazione o anche il default possono essere utili.#F_END#, dato che in aggregato e in maggioranza invece hanno debiti Il fatto è che oggi mercati finanziari sono colossali, 80 mila miliardi di bonds che circolano ovunque, senza limiti, di continuo, trattati e in mano a mega istituzioni finanziarie che assumono i politici e funzionari di stato. Per cui oggi "i mercati" effettivamente dominano la politica economica e quindi dominano le nazioni Riassumiamo: finalmente, dopo soli sei anni, gli economisti ufficiali si accorgono che si può creare moneta, se ne manca in giro, che non è vero che "non ci sono i soldi", perchè i soldi possono essere creati senza alcun costo dalla banca centrale o dallo stato (e anche le banche in realtà li creano dal niente senza costo..). E' un passo avanti, ma ovviamente data la depressione in cui son cadute Spagna, Italia, Portogallo, Grecia e la crisi della Francia stessa occorrerebbe ora creare centinaia di miliardi e quindi inevitabilmente l'inflazione può salire anche lei, diciamo dallo 0% al 4%. Draghi parla di tornare al 2%, ma se fai dei deficit ora in Italia di 80 miliardi addizionali (oltre i 45 mld attuali di deficit annuo), lo stato spenderà sempre per 800 mld, ma incasserà di tasse meno di 680 mld per un deficit di 125 mld circa l'anno. I "mercati finanziari" accetteranno che l'Italia faccia deficit annui di 125 miliardi (e Spagna, Francia ecc.. anche loro per numeri simili) ? Notare che se torni alla lira il problema è peggiore, perchè in quel caso un inflazione del 6% o anche 8% è probabile e hai anche una perdita secca del 20 o 30% causa svalutazione per i detentori esteri di BTP, per cui la probabilità di un crash del mercato obbligazionario è maggiore Sia che cerchi di creare moneta all'interno dell'Euro (sperando che la BCE finanzi lei comprando BTP con moneta che lei crea dal niente), sia che pensi di ritornare alla Lira il problema alla fine è sempre lo stesso: un "panico dei mercati finanziari" cioè un crash dei bonds... ---#i# Giavazzi e Tabellini rispondono tre giorni fa ^"Un’unica via per la ripresa dell’Eurozona"#http://www.lavoce.info/ununica-via-per-ripresa-delleurozona/^ 19 sett 2014 Francesco Giavazzi e Guido Tabellini L’affermazione che una politica fiscale anticiclica accompagnata da quantitative easing sia economicamente destabilizzante non è giustificata alla luce delle esperienze di Stati Uniti e Regno Unito. Resta l’unica strategia con più probabilità di successo nella situazione attuale. POLITICHE FISCALI ANTI-CICLICHE: STABILIZZANTI O DESTABILIZZANTI? In un recente articolo su lavoce.info, Roberto Perotti scrive di non essere d’accordo con la nostra proposta di una espansione monetaria e fiscale coordinate nell’area dell’euro, attuate tramite #F_START# size=4 color=magenta #F_MID#una temporanea riduzione delle tasse finanziata con emissione di moneta#F_END# . Roberto Perotti non mette in discussione l’efficacia della proposta nello stimolare la domanda aggregata. Ma sostiene che un’espansione temporanea del deficit di bilancio dell’ordine del 5 per cento del Pil non possa essere riassorbita in modo credibile attraverso un piano di tagli futuri della spesa. E afferma che riassorbire un taglio delle tasse di oggi attraverso aumenti di tasse future sarebbe destabilizzante, economicamente e politicamente. Le politiche avviate negli Stati Uniti e nel Regno Unito durante la grande recessione contraddicono la seconda parte dell’argomentazione di Perotti, come mostra la tavola qui sotto. Gli Stati Uniti hanno fatto crescere il loro deficit di bilancio di quasi il 7 per cento del Pil in un anno, attraverso una combinazione di maggiori spese e minori entrate. Meno della metà di questo aumento è dovuta all’effetto degli stabilizzatori fiscali, il resto riflette scelte politiche discrezionali. Negli anni successivi questa espansione del bilancio federale è stata riassorbita. In parte perché l’aumento del deficit era riconducibile a misure “una tantum”, adottate per salvare alcune istituzioni finanziarie; in parte, il riequilibrio è avvenuto in modo automatico con la ripresa dell’economia; e in parte è stato ottenuto attraverso cambiamenti nella politica di bilancio, come ad esempio il “Sequester” del 2013. Al netto degli effetti degli stabilizzatori automatici, le spese federali si sono ridotte di più del 2,5 percento del Pil tra il punto più basso del ciclo economico e oggi, mentre le entrare federali (sempre al netto degli stabilizzatori automatici) sono cresciute di circa il 3 per cento del Pil durante lo stesso periodo (fonte: Congressional Budget Office). Nel Regno Unito l’espansione del deficit è stata simile a quella degli Stati Uniti: + 6,4 per cento in un solo anno, anche in questo caso ottenuta attraverso una combinazione di maggiore spesa e minori entrate fiscali, e per i due terzi dovuta a decisioni di policy. L’espansione fiscale è stata poi completamente riassorbita nel periodo 2010-2013, con circa metà della contrazione (56 per cento) dovuta a misure di policy, quasi interamente sul lato della spesa. Nell’Eurozona l’espansione fiscale del 2008-2009 è stata minore – con il disavanzo complessivo dell’area che ha registrato un aumento del 4,2 per cento del Pil, circa due terzi di Stati Uniti e Regno Unito. Metà di questa espansione è stata ottenuta attraverso misure di policy. Come nel Regno Unito, l’espansione fiscale è stata in seguito completamente riassorbita, ma con due differenze significative. Le misure discrezionali prese per realizzare la contrazione sono state di un ordine di grandezza doppio rispetto a quelle che hanno accompagnato l’espansione: una contrazione del 4 per cento del Pil nel periodo 2010-2014 rispetto a una espansione discrezionale pari al 2 per cento del Pil nel 2008-2009. Ma quello che è ancora più importante è che lo stimolo di politica fiscale è stato pro-ciclico, in quanto è stato attuato nel mezzo della crisi di debito sovrano che ha ristretto il credito e aumentato l’incertezza economica nel Sud dell’Europa. Inoltre, in molti paesi ha preso solo la forma di un’impennata delle tasse. Il risultato sono stati due anni di recessione che hanno eroso parte dei miglioramenti di bilancio. C’è un consenso quasi unanime tra gli economisti sul fatto che le politiche anti-cicliche messe in atto negli Stati Uniti e nel Regno Unito, accompagnate da un eccezionale allentamento monetario, abbiano contribuito a stabilizzare le fluttuazioni cicliche e spieghino la ripresa molto più veloce di queste economie rispetto all’Eurozona (sebbene l’epicentro della crisi finanziaria sia stato proprio nei paesi anglosassoni e non nell’Europa continentale). L’affermazione che, nelle condizioni attuali, una politica fiscale anticiclica accompagnata da quantitative easing sia economicamente destabilizzante è quindi difficile da comprendere, anche se fosse realizzata interamente attraverso riduzioni di imposte non accompagnate da tagli di spesa futuri. Come si è visto, nei paesi anglosassoni il ritorno della crescita ha contribuito in maniera rilevante a riassorbire i disavanzi. E questo è esattamente il punto: accadrebbe lo stesso anche nell’Eurozona. Tra il 2009 e il 2013, dopo che l’output gap nell’Eurozona è passato dal +3,2 per cento al -3 per cento, il saldo di bilancio complessivo aggiustato per il ciclo si è ridotto di circa 4 punti percentuali di Pil. In alcuni paesi, la restrizione pro-ciclica è avvenuta principalmente attraverso tagli alla spese (in Spagna in particolare) ed è stata più innocua. Altrove, come in Italia, si è basata interamente su un inasprimento delle tasse e ha prodotto una grave e duratura recessione. Parte del taglio alle tasse che proponiamo semplicemente cancellerebbe gli aumenti pro-ciclici delle imposte varati in questi paesi al culmine della crisi del debito sovrano. Quando redditi e prezzi cominceranno di nuovo a salire, una parte dell’espansione di bilancio si ridurrà automaticamente senza la necessità di alcun intervento, come è avvenuto negli Usa e nel Regno Unito. Se l’elasticità del bilancio al ciclo fosse simmetrica (non è necessariamente così) e utilizzando i numeri del deterioramento di bilancio sperimentato nell’area euro tra il 2007 e il 2009 (un calo ciclico del bilancio, cioè al netto degli interventi, del 2 per cento del Pil, a fronte di un peggioramento dell’output gap del 6,6 per cento), un azzeramento dell’output gap dal livello attuale (-3,8 per cento alla fine del 2013) migliorerebbe automaticamente il deficit dell’Eurozona dell’1,2 per cento del Pil, un numero relativamente piccolo, ma non trascurabile. AZZARDO MORALE E CREDIBILITÀ DI FUTURI TAGLI ALLA SPESA Roberto Perotti ripropone inoltre la tesi secondo la quale politiche monetarie e fiscali non stringenti creerebbero un azzardo morale, in particolare nei paesi del Sud Europa. Non c’è dubbio che i Governi cdi Italia e Francia potrebbero non avere la volontà politica, o la maggioranza in Parlamento, per portare avanti le importanti riforme strutturali che sarebbero nell’interesse di lungo periodo di questi paesi. Ma non è per niente certo che prolungare la depressione sia la ricetta migliore per favorire una maggiore disponibilità a realizzare le riforme. Anzi, è molto probabile che sia vero il contrario, per due motivi. Primo, una stagnazione ancor più lunga e un più alto tasso di disoccupazione possono solo rafforzare i partiti più radicali e populisti in tutta Europa. La recente crescita del Movimento 5 Stelle in Italia e dei sentimenti anti-euro in Francia non sono avvenuti per caso, sono la conseguenza dei fallimenti economici del progetto europeo. Secondo, l’opposizione politica ai tagli alla spesa e alle riforme strutturali tende a essere più forte quando l’economia è depressa, perché gli elettori percepiscono tali misure come veicoli di un ulteriore abbassamento della domanda aggregata e di un aumento dei licenziamenti. La sequenza corretta, dal punto di vista sia economico che politico, è dunque una sostituzione intertemporale: tagli alle tasse espansivi ora per far ripartire la crescita e tagli alla spesa via via che l’economia si riprende. Per dare credibilità alle misure future, i tagli di spesa potrebbero essere votati subito dal Parlamento, rimandandone però avanti nel tempo l’entrata in vigore, e con un impegno di legge (una clausola di salvaguardia) ad alzare le tasse di un ammontare corrispondente se i tagli alla spesa dovessero essere abbandonati. ESISTE UNA STRATEGIA ALTERNATIVA? La strategia alternativa suggerita da Perotti – passi incrementali e simultanei per ridurre spesa e tassazione allo stesso tempo – può funzionare in tempi normali, ma è politicamente troppo difficile da percorrere nelle attuali circostanze. Inoltre, e più importante, non coglie assolutamente il punto centrale: in questo momento abbiamo bisogno di un importante sforzo coordinato per far ripartire la domanda aggregata nell’Eurozona. Non si può lasciare questo compito alla sola Bce, pena il fallimento. Il nuovo presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha proposto di aumentare gli investimenti pubblici per un totale cumulato di 300 miliardi di euro nei prossimi anni. Tuttavia, è probabile che anche questa strategia non riesca nell’intento, perché la spinta alla domanda aggregata arriverebbe troppo tardi e perché le risorse sono troppo scarse per fare la differenza (il ministro delle Finanze della Germania, Schauble, ha già ridotto la cifra totale, lasciando intendere che la somma complessiva dovrebbe includere i fondi strutturali e dovrebbe essere finanziata anche dal settore privato). L’intervento di Mario Draghi a Jackson Hole, il suo riconoscimento che la crescita in Europa è vincolata dalla carenza di domanda, che la politica appropriata per allentare i vincoli è uno sforzo coordinato di politica monetaria e fiscale, e che la politica monetaria può giocare solo il ruolo di accompagnare la crescita, ma può difficilmente esserne il motore, ha cambiato il panorama politico. Se i governi dell’area euro non colgono questa opportunità e continuano a cercare scappatoie, passeranno alla storia come i responsabili della distruzione dello sforzo, che dura da sessanta anni, per costruire un continente senza guerre. Sfortunatamente sembrano proprio determinati a farlo.#/i#

le aspettative si autorealizzano - Moderatore  

  By: Moderatore on Mercoledì 24 Settembre 2014 17:10

#i#...I mille giorni sono il periodo nel quale si cominciano a vedere i risultati. Non sono mille giorni di promesse, sono mille giorni di lavoro. Le promesse sono state già fatte, ora si tratta di mantenerle e applicarle. ......Se le imprese credono - e dovrebbero farlo - che queste riforme cambieranno il sistema, possono accorciare loro i tempi. Serve più fiducia: se io credo al futuro, mi comporto come se fossi già nel futuro. Ci credano e ne approfittino subito, anticipino gli investimenti. Alle imprese dico: credete nell’Italia, le aspettative si autorealizzano.#/i# (il ministro delle Finanze Giancarlo Padoan ieri in una lunghissima intervista) Quindi : a) ci vogliono tre anni per vedere dei risultati (mille giorni) b) e come li ottieni ? grazie alla fiducia e all'ottimismo degli imprenditori generato dalle misure di Renzi, ^le aspettative si autorealizzano#http://www.avvenire.it/Politica/Pagine/intervista-padoan.aspx^, se le imprese "ci credono"...#F_START# size=3 color=magenta #F_MID#"se io credo al futuro, mi comporto come se fossi già nel futuro..."#F_END# (l'avrà sentita in un film, tipo "Blade Runner" o "Star Wars"...) Questa è la soluzione alla crisi del ministro ed economista Padoan. Cambiamo alcune leggi CHE NON C'ENTRANO NIENTE CON IL DEBITO, LA MONETA, LE TASSE, I SOLDI e magicamente gli imprenditori troveranno i soldi. Padoan è bravo perchè riesce a stare serio mentre dice cose degne di Wanna Marchi. E' teoria economica vodoo, pensiero magico-religioso, non è neanche "neoclassica" o "neoliberista", è superstizione, pubblicità... Esisterebbe però un altra soluzione, basata sulla logica dei numeri: le imprese oggi pagano il 70% circa complessivamente di tasse e i lavoratori ricevono meno del 50% dello stipendio a causa delle tasse ed entrambi hanno 2mila miliardi di debito oltre ai 2mila miliardi del debito pubblico. Per cui devi ridurre le tasse e il debito. E l'unico modo che esiste al mondo, in un economia basata su moneta fittizia, creata dalle banche e banche centrali, è di creare moneta. E' aritmetica prima ancora che teoria economica: ci sono 4 mila miliardi di debito che schiacciano l'economia e costringono a tenere tasse allucinanti ? Ok, allora dato che: a) il debito si ripaga con moneta e b) creare moneta non costa, allora devi creare moneta (e ridurre le tasse). E non siamo più i soli ora a proporla ora. Se ad esempio riduci le tasse di 80 miliardi come ora finalmente propongono persino Giavazzi e Tabellini (quest'ultimo appena cooptato da Renzi come consigliori economico) cosa succede al reddito e prodotto nazionale ? Aumenta di almeno 80 miliardi, cioè l'effetto moltiplicativo è maggiore o uguale ad uno, è più che proporzionale. Questo è un risultato standard in economia. Perchè: 1) la gente (fasce di reddito medio-basse in particolare) e le imprese spendono la maggior parte di questi soldi e poi questi circolano ancora, per cui gli stessi soldi possono fare due o tre giri.. si sbloccano pagamenti e situazioni finanziarie di ogni genere e in un economica più depressa che negli anni '30 è come buttare acqua agli assetati 2) In più, se questa riduzione di tasse è considerata permanente, hai un secondo effetto per cui la parte della popolazione che ha soldi da parte calcola che in futuro avrà un reddito maggiore (anche indirettamente, tramite apprezzamento di immobili o azioni) e usa una parte dei soldi che ha già e ora tiene in Bot. C'è un effetto di aspettative come si suol dire (ma non come quelle di Padoan basate sulla fede e basta) 3) Infine, le banche, vedendo che la gente ha più soldi, spende e investe di più e programma di farlo di più, diventa più solvibile ecc.. le banche dico, possono anche loro aumentare il credito. Questo anche se non dai loro una lira, perchè le banche hanno come noto la possibilità di creare prestiti in modo indipendente dalle loro riserve e quindi "dal niente", Bene. Le tasse sono oggi 770 miliardi l'anno e qui si propone di ridurle di più di Giavazzi e Tabellini, di circa 150-200 mld, per la precisione io parlo spesso di 150 mld e Cattaneo di 200 mld perchè io penso che si crei un inflazione del 5% almeno e lui no... Sicuramente anche 80 miliardi di riduzione di tasse come ora dicono Giavazzi e Tabellini sarebbe clamoroso, la cifra esatta la si può stimare meglio, ma diciamo che dagli 80 miliardi in su ottieni un effetto sicuro. E questo effetto sarà maggiore della cifra iniziale di riduzione delle tasse, ceteris paribus. #i# [Ci possono essere dei contraccolpi indesiderati, tramite un aumento di deficit estero e un aumento di inflazione ? Sicuro, è possibile e vanno discussi in anticipo in modo dettagliato, come ho fatto io nelle ultime cento pagine del libro che abbiamo scritto. Se Gianlini mi da il suo indirizzo di casa gliene mando una copia, che magari se per sbaglio lo leggesse, poi la discussione potrebbe progredire oltre il livello primordiale a cui siamo ancora. Ad esempio: anche ritornare alla lira, serve solo se è un mezzo per creare moneta, ridurre il debito e ridurre le tasse...Se svaluti e basta l'effetto può essere un crac finanziario che poi a sua volta paralizza l'economia]#/i#

Moneta a 5 Stelle ! - Moderatore  

  By: Moderatore on Sabato 20 Settembre 2014 15:57

Moneta a 5 Stelle! Fabio Conditi, un ingegnere di Bologna che è anche militante del M5S, ha messo assieme ^questo bel video#http://moneta5stelle.blogspot.it/^ e ha anche lanciato assieme ad altri un ^iniziativa sulla moneta e il debito#http://moneta5stelle.blogspot.it/^, in pratica creare anche in Italia il movimento di "Positive Money". Lui e altri dei gruppi di Ferrara che hanno già creato diverse iniziative (come quella recente del dibattito tra l'economista del PD Marattin, Marco Cattaneo e il sottoscritto ad esempio) ora portano dei video e altro materiale di questo tipo al lancio della campagna elettorale del M5S a Bologna (Argelato) tra qualche giorno. Fabio era anche l'autore delle analisi sul decreto sulle riserve della Banca d'Italia del M5S da cui poi sono nate diverse proposte di legge del movimento Guarda il video, a parte le prime tre slides che sono un attimo complicate, è molto efficace ^"Fabio Conditi Conferenza Funo 2014 09 04 "#http://moneta5stelle.blogspot.it/^ Nota che Fabio è un ingegnere che costruiva case e in poche settimane ha capito praticamente tutto. Gli ingegneri e gli scienziati, quando si mettono a riflettere su come funzioni il sistema monetario e bancario capiscono il trucco. Gli economisti raramente. Innanzitutto perchè la maggioranza devono far carriera nelle istituzioni come Bankitalia, BCE, Fondo Monetario, OCDE, Banca Mondiale, FED, ministeri del Tesoro... e nelle grandi banche e grandi fondi. Ma poi anche perchè pure quelli che non entrano o non sono interessati ad entrare nel giro del potere, inevitabilmente leggono i libri, le riviste, gli articoli e gli studi condotti da quelli più importanti che sono nel giro del potere perchè insegnano anche ad Harvard, Princeton, Chicago, Columbia, Bocconi... E non riescono a liberarsi il cervello del fumo che i loro colleghi importanti spandono a piene mani per impedire che si veda la semplice verità. E la semplice verità è: 1) il 95% della moneta oggi la creano "dal niente" le banche quando prestano e quindi nasce come debito 2) questa moneta che le banche creano coi prestiti, per loro è comunque un debito (una passività) per cui poi hai anche che le banche sono in pratica istituzioni che funzionano con 95% di debito e un 5% di capitale (moneta vera). #i# (NB questa è la parte che manca nel video di Fabio)#/i# 3) lo stato potrebbe creare moneta (visto che è solo una convenzione contabile) tramite deficit se smettesse di vendere titoli di stato. Purtroppo è dal 1981 che glielo si impedisce per legge (non solo in Italia). Di conseguenza, anche se da venti anni non ha più dei deficit veri (cioè NON spende più di quello che incassa), ha accumultoa 2mila miliardi di debito pubblico fatti solo di interessi su interessi Morale. Le banche sono sempre sul punto di andare in crisi e di bloccare l'economia (perchè sono loro che creano la moneta). Lo stato è sempre più indebitato soo a causa degli interessi e quindi aumenta sempre di più le tasse e blocca l'economia E in questo modo l'economia è bloccata! Semplice no ? #i# (NO. Perchè non c'è un solo economista che ti spieghi le cose in questo modo in Italia nemmeno a pagarlo, anche quelli contro l'austerità che ora raccolgono le firme per il referendum, anche quelli per il ritorno alla lira...)#/i#

l'articolo 18 va abolito - Giovanni-bg  

  By: Giovanni-bg on Venerdì 19 Settembre 2014 18:57

Gianlini, visto da fuori sembra tutto molto semplice nella relatà non è così. A un giovane gli dici che deve lavorare nel piazzale pioggia vento freddo caldo tutti i giorni e magari tra 10-15 anni avrà abbastanza esperienza da meritarsi un bello stipendio ma che allora dovrà prendersi anche le responsabilità di ciò che fa quello ti dice subito che allora preferisce il call center. E se ne trovi uno che ci sta magari dopo 6-7 anni si stufa e se ne va a fare il barista che gira molta più gnocca nei bar che nei piazzali. O peggio se gli girano le pelotas e si mette in malattia per 6 mesi perché il medico gli firma qualunque cosa. Allora sei costretto a richiamare l'87enne come consulente che almeno sa quello che fa. Sull'art. 18 c'è molta ipocrisia sia da parte del governo che dei sindacati che di confindustria. Abolendo l'art 18 non si crea occupazione, specie in questa situazione economica, lo sanno tutti L'art 18 va abolito perchè il mondo del lavoro deve poter espellere chi non fa un emerito caz e si porta a casa lo stipendio lo stesso in quanto inamovibile per legge Solo in questo modo puoi rendere le aziende più efficienti e competitive o meglio gli puoi permettere di sopravvivere. Chi va sul lavoro e combina nulla non produce solo il danno relativo al proprio stipendio inutilmente pagato ma il più delle volte danneggia anche il lavoro di quelli che si fanno un mazzo tanto rallentando e combinando casini che poi devono sistemare gli altri. E ciò se vale 10 nell'industria privata vale 100 nel pubblico. I sindacati non vogliono l'abolizione perchè con le cause intentate dai lavativi loro ci vivono.

Cosa è la Moneta - duca  

  By: duca on Giovedì 18 Settembre 2014 20:52

La lezione sulla Moneta del prof Michael Salemi (university of North Carolina) https://www.youtube.com/watch?v=OOU6vCA0mU8 Per chi non vuole seguirla tutta andate al minuto 22.40 in poi (Le tesi Di Zibordi sono confermatissime). Un saluto a tutti Duca

Soltanto una 'bomba nucleare' monetaria puo' salvare l'Italia" (Evans Pritchard) - Moderatore  

  By: Moderatore on Martedì 16 Settembre 2014 13:13

#i# .. il costo del denaro DEVE RIFLETTERE la disponibilità a investire degli agenti economici...#/i# --- Perchè ? La creazione di credito riflette valutazioni soggettive di chi presta su come l'economia sarà in futuro (sul fatto che prestando soldi questi verranno ripagati o tramite l'apprezzamento degli asset tipo gli immobili o l'incremento di di guadagni di un business). Non volete proprio vedere il video educativo di Ray Dalio su come funziona la macchina dell'economia ? ^"How The Economic Machine Works by Ray Dalio"#https://www.youtube.com/watch?v=PHe0bXAIuk0^ i) Un economia è fatta dalla somma di milioni di TRANSAZIONI ii) Ogni transazione ha un venditore di merci e servizi e un compratore che ha denaro o credito iii) dato che il credito viene sempre creato (anche quando c'erano le monete d'oro) dal niente il credito NON riflette niente di reale e di esistente iv) Quando il credito si contrae è il denaro che circola che si contrae v) il credito in Italia si è contratto ed è bloccato, anche perchè il debito totale in Italia è di oltre 4mila miliardi, 2mila miliardi imprese e famiglie e 2mila miliardi lo stato e quindi prestare ancora è rischioso CONCLUSIONE: l'unica soluzione oggi in Italia è creare moneta, non debito -- ^"Soltanto una 'bomba nucleare' monetaria puo' salvare l'Italia"#http://blogs.telegraph.co.uk/finance/ambroseevans-pritchard/100028145/only-a-monetary-nuclear-bomb-can-save-italy-now-says-mediobanca/^ 15 settembre 2014 Ambrose Evans-Pritchard L'OCSE ha drasticamente tagliato le sue previsioni di crescita per l'Italia. La depressione si trascinerà per la maggior parte del 2015. L'economia si contrarrà di -0.4% quest'anno. Rimarrà bloccata in stallo il prossimo anno con una crescita di appena 0.1%. Se è così, il debito pubblico in Italia si avviterà a spirale a livelli pericolosi il prossimo anno, sempre più oltre il punto di non ritorno per un paese senza una propria moneta sovrana e senza banca centrale. "Questo è catastrofico per le finanze del paese. Stiamo andando verso un rapporto debito/pil del 145% il prossimo anno", ha detto Antonio Guglielmi, global strategist di Mediobanca. "Chissà quale è il numero massimo che il mercato tollererà? Il numero fa già paura, ma per il momento la partita di poker di Draghi sta dimostrando di aver successo, e ora c'è aria di QE, per continuare a giocare ancora un po' di più". "Ci vorrà una bomba nucleare per risolvere il problema. Se Draghi finisce per fare praticamente niente - e c'è un sacco di scetticismo sui piani della BCE - l'Italia è morta". (.(il resto in inglese) ..It has been an abominable few days for the Italian economy. ISTAT said today that industrial output fell by 1pc in July (m/m), and 1.8pc from a year ago. It is down a fifth since 2008. Exports from the regions fell 2.5pc in the second quarter (q/q). The figures for the South were nothing less than catastrophic: Sicilia (-11.1), Sardegna (-11.2), Basilicata (-24.6). It seems that the Mezzogiorno is falling off the bottom of the Italian economy. The OECD also slashed France’s growth by half a percentage point to 0.4pc this year. It cut Brazil by 1.5pc to 0.3pc. The Brazilian miracle is by now a structural wreck. Yet it is the eurozone that remains the epicentre of hopelessness. “The recovery in the euro area has remained disappointing, notably in the largest countries: Germany, France and Italy. Confidence is again weakening, and the anaemic state of demand is reflected in the decline in inflation, which is near zero in the zone as a whole and negative in several countries.” It called for QE, yet again, but such pleas are meaningless without a concrete number. Italy’s debt reached 135.6pc of GDP in the first quarter, galloping upwards at a rate of 5pc of GDP each year. This is happening despite – or because of – a series of austerity packages, and even though the country is running a large primary budget surplus of 2pc-3pc of GDP. Plans to stabilise the debt have been blown to pieces. Note that the Monti government said three years ago that the ratio would end 2014 at 115pc. That Panglossian estimate is likely to be wrong by 25 percentage points of GDP. That is a staggering error in such a short space of time. Was it bad luck, or were those crafting policy in denial about the fundamental nature of Italy’s EMU-rooted crisis? Zolt Darvas from the Bruegel think tank in Brussels said Italy’s nominal GDP is flat or contracting, meaning that it must sustain a rising debt load on a static base. This is a classic debt-compound trap. “The OECD forecast for Italy is a negative shock. Everything now depends on growth dynamics, and that depends on the ECB. I don’t think the ECB is yet doing enough,” said Mr Darvas. He said markets are mistaken if they think that the forthcoming blast of ECB lending (TLTROs) will act as super-stimulus merely because it boosts the ECB’s balance sheet (perhaps by €1 trillion over time). “The balance sheet is not a meaningful indicator. It has very few implications for monetary policy. Only purchases of assets will really make a difference,” he said. Exactly so, and we don’t yet know whether that will be a token gesture – like its earlier purchases of €60bn of covered bonds – or on a relevant scale. The ECB’s Yves Mersch said in a speech last week that this would be nothing like Anglo-Saxon QE, and nor is it intended to be. It is worth reading for a salutary cold douche. Italy’s rock star leader Matteo Renzi must by now have realised that his first gamble has failed. He thought he could ride a wave of recovery after snatching power in February in a remarkably audacious move in February, only to discover that Europe is not in fact recovering, and that his country is trapped, with no way out under the current deflationary/contractionary policies of the EMU regime. If Italy slashes wages and deflates the economy further to regain lost competitiveness within EMU, the “denominator effect” will automatically cause the debt ratios to rise. There is no plausible remedy to this unless EMU switches tack to massive reflation, which the ECB is not in fact about to do. Mr Renzi will soon have to make a second gamble, whether to go along meekly with further austerity and fiscal cuts – chasing his tail in a perpetual vicious circle – and suffer the disastrous fate of French leader Francois Hollande. Or think of a better idea. I hand it over to Italian readers to suggest which of the two he might choose given his tempestuous character.

Il costo del denaro deve essere ZERO (se la politica monetaria è ottimale) - Moderatore  

  By: Moderatore on Lunedì 15 Settembre 2014 22:04

Per "costo del denaro" si intende quello a prestito, ma si intende specificamente il costo del denaro per lo stato a breve e il costo denaro per le banche. E #F_START# size=3 color=black #F_MID#"il costo del denaro" deve essere ZERO (se si regola la quantità di moneta nel modo corretto e ottimale)#F_END#. Lo si può dimostrare anche matematicamente ed è una nozione ben nota nella teoria monetaria, ma dovrebbe essere ovvio a chiunque pensi con la sua testa: dato che il denaro viene oggi prodotto dal niente, senza costi, il suo costo ovviamente dovrebbe essere ZERO. Qualunque bene che non costi niente produrlo deve costare ZERO Ma anche senza la teoria te lo dice anche la realtà. Nelle tre maggiori economie del mondo il costo del denaro a breve è zero ora #ALLEGATO_1# #ALLEGATO_2# #ALLEGATO_3# Con questo non si intende che si possa prendere a prestito soldi gratis. Il debito può essere pubblico e privato, a breve e a lungo termine e fa molta differenza perchè lo stato non deve dare garanzie ad esempio e i privati sì e prestare per 3 mesi e per 30 anni è è molto diverso ...Ma per "costo del denaro" si intende: il debito pubblico a breve termine. E questo deve essere ZERO. Milton Friedman ci ^ha scritto sopra un famoso paper#http://fmwww.bc.edu/ec-p/wp460.pdf^ che conclude che se si regola correttamente la quantità di moneta l'inflazione deve essere zero e il costo del denaro zero Parliamo del costo del denaro alla base della piramide di tutto il resto del costo del denaro: 1) il debito pubblico a breve termine e il costo del denaro per le banche 2) il il debito privato a breve termine, 3) il debito pubblico a lungo e infine 4) il debito privato a lungo. I tassi di interesse sul debito privato e quello a lungo termine dipendono comunque in buona parte da quelli sul "costo del denaro" (cioè il costo per lo stato e le banche...) Bene, il debito pubblico a breve termine, quello "safe", quello che ha il rischio minore possibile, i Bot ad esempio, deve avere costo ZERO secondo la teoria monetaria SE LA BANCA CENTRALE REGOLA LA QUANTITA DI MONETA IN MODO OTTIMALE. E lo stesso il costo del denaro per le banche. ^Lo spiega Warren Mosler nel suo paper#http://moslereconomics.com/mandatory-readings/the-natural-rate-of-interest-is-zero/^, ma lo spiegava anche Milton Friedman, lo spiegava Keynes e lo spiegano quelli di Chicago, che hanno dei difetti ma sulla teoria monetaria sono intelligenti (vedi ieri l'altro ad es. ^"Optimal quantity of money, achieved?" John Cochrane, Wednesday, September 10, 2014#http://johnhcochrane.blogspot.in/2014/09/optimal-quantity-of-money-achieved.html^) Perchè però solo negli ultimi anni "il costo del denaro" è zero ? Perchè le banche centrali sono state costrette dal peso del debito che hanno lasciato accumulare dagli anni '80 in poi a regolare la quantità di moneta in modo tale che il costo del denaro fosse zero. Altrimenti gli salta per aria tutta la baracca... Ma sono state costrette a fare la cosa giusta ora se vogliamo, perchè in un economia in cui il denaro viene creato dal nulla e senza costo è solo logico che il suo costo sia zero! Prova a pensare con il cervello un attimo. Se hai un bene che viene prodotto in quantità illimitata (potenzialmente) senza costi, dal niente, perchè mai dovrebbe avere un costo diverso da zero ?

Il vero problema delle banche - GZ  

  By: GZ on Lunedì 15 Settembre 2014 12:56

#i# 2) Poiché nessuno si fiderebbe del "pagherò" emesso da me ci sta un ente terzo, il sistema bancario inteso nel suo complesso, che emette il denaro garantendolo con il suo capitale (se non te ne sei accorto le banche hanno un capitale sociale e se i prestiti non ritornano falliscono, o meglio dovrebbero fallire ma poi ci sono i "salvataggi")#/i# --- Non è così. Il 99% della gente pensa che le banche abbiano i soldi che vengono depositati, nessuno pensa che la banca garantisca i soldi che tu le depositi con un suo capitale.... #F_START# size=3 color=black #F_MID#perchè il capitale delle banche è una cifra ridicola.. anche adesso... anche con "Basilea"#F_END#. Le grandi banche hanno in media, in Europa oggi, il 5% di capitale, sul totale dei loro asset o impieghi (in USA un poco di più). Quindi con un capitale del 5% ad esempio, anche solo un 2,5% dei crediti non viene pagato o degli investimenti subiscono una perdita del -2,5% sparisce metà del loro capitale. E se le perdite arrivano al 5% degli impieghi la banca è già fallita. Avere un capitale pari solo al 5% (del bilancio) significa che l'altro 95% del passivo è ...debito!. In altre parole #F_START# size=3 color=red #F_MID#le banche sono aziende che operano con debito pari al 95% del bilancio.#F_END#. In pratica sono nella stessa condizione di chi costruisce immobili o li compra mettendo solo un 5% di soldi suoi e prendendo il resto a debito. Basta una perdita del 5% e ha perso tutto. Le banche funzionano esattamente così. Come tutti sanno, nel bilancio a sinistra ci sono gli impieghi e investimenti vari (ATTIVO) e a destra le passività o debiti o finanziamenti, tra cui il capitale (PASSIVO). Giusto ? Il capitale o mezzi propri è una fonte di finanziamento delle attività, assieme al debito. Un azienda in media ha il 50% del capitale a bilancio, cioè se ha un bilancio con attivi per 100 (e passivi per 100) metà di questo 100 è capitale sociale, mezzi propri, equity (in media) e l'altro 50% debito. Nei casi in cui il capitale scende al 30% e quindi il debito sale al 70% l'azienda vede il suo rating ridotto a "junk" (spazzatura) e se ha dei bonds questi vengono degradati a B- o CCC ecc....Se poi il capitale scende al 20% o meno (e il debito sale all'80% o più) allora l'azienda si prepara a portare i libri in tribunale. Bene: le grandi banche operano anche adesso con capitale del 5% e debito del 95% del totale Prima della crisi del 2008 le grandi banche in europa avevano, in media, solo un 3-4% di capitale e un 96-97% di debito, alcune grandi banche come Deutsche Bank meno del 3% di capitale. Tutta la crisi finanziaria globale del 2008 è dovuta al fatto che le perdite delle banche sono aumentate (tra il 2007 al 2009) dal 2% al 4% circa dei loro impieghi. E questo è bastato a metterle quasi tutte sull'orlo della bancarotta. Non so se è chiaro: se un impresa usa quasi solo debito per finanziari e quasi niente capitale, bastano poche perdite perchè il capitale sparisca e sia fallita. Ripetiamo: #F_START# size=3 color=black #F_MID#nel caso delle banche un capitale del 5% e un debito pari al 95% è la norma!#F_END# Questo è il motivo per cui c'è stata la crisi finanziaria, perchè alla base del sistema economico ci sono le banche e queste operano con un debito pari al 95% e un capitale quasi inesistente, per cui bastano poche perdite per metterle in pericolo e con loro però poi è in pericolo tutta l'economia Tu dirai che ora però sono stati adottati i famosi ^"criteri di Basilea"#http://it.wikipedia.org/wiki/Basilea_II^ I, Basiela II e Basilea III che impongono alle banche di tenere una percentuale più alta.... DI LIQUIDITA! Le nuove regole di Basilea non hanno imposto alle banche di aumentare il capitale in pratica (^se le leggi bene)#http://en.wikipedia.org/wiki/Capital_requirement^), hanno imposto loro di aumentare la liquidità o riserve in tanti modi complicati, ma sul capitale la lobby bancaria ha tenuto duro. #i# [nota tecnica: Basilea dice il capitale deve essere l'8%, ma dei "risk weighted assets" cioè non del bilancio totale che per Unicredit ad es è di 900 mld, ma solo dei crediti e investimenti rischiosi. I BTP e titoli di stato NON sono considerati rischiosi, per cui non vengono contati e voilà, tu puoi avere un capitale anche solo del 4 o 5%...diciamo sui 50 mld. Poi se i BTP però crollano del 20% e ne hai per 100 mld i 20 mld che perdi ti spazzano via quasi metà del capitale...]#/i# Perchè ? Se tu puoi operare con un capitale quasi nullo questo significa che ad una banca basta un utile dell'1% sugli impieghi per avere un rendimento del capitale del 20% (1/5 = 0,2). Perchè quasi tutto il suo bilancio è debito e il capitale è così piccolo che basta poco per remunerarlo. Un azienda che abbia capitale pari al 50% del bilancio invece con un utile dell'1% sul fatturato ci fa la birra, perchè 1/50 = 0,02 cioè ottiene un rendimento sul capitale solo del 2%. Di conseguenza le banche possono pagare da sempre dividendi molto elevati e poi stock options e bonus ai manager molto più facilmente delle aziende normali. Se dovessero tenere un capitale del 30% invece che del 5% non potrebbero pagare dividendi, stock options e bonus, dovrebbero tenere questi soldi e accumularli per accrescere il capitale Da almeno un anno c'è un movimento a livello accademico e non solo per riformare radicalmente le banche, il cui merito va soprattutto a Anat Admati un economista israeliana ora a Stanford e Martin Hellwig un economista tedesco, che oltre a scrivere ^questo libro "The Bankers’ New Clothes"#http://bankersnewclothes.com/^ si sono messi a girare ogni conferenza e dibattito e bussare alla porta di senatori e deputati (specie la Admati che è un fenomeno). E oltre a loro ci sono ora pezzi grossi come John Cochrane o Bob Lucas o Lord Turner o Martin Wolf che parlano tutti di imporre alle banche di tenere capitale pari almeno al 30% (e idealmente anche molto di più) video ^Anat Admati: "The Bankers' New Clothes"#https://www.youtube.com/watch?v=ZDRpZvCOVrc^

Anche Renzi vuole 200 miliardi per l'economia italiana - GZ  

  By: GZ on Giovedì 11 Settembre 2014 20:37

l'unico modo di far uscire l'Italia dalla Depressione è di creare 200 miliardi di euro come spiegato qui da parecchio tempo. E Renzi è d'accordo #i# «Draghi ha messo a disposizione ^200 miliardi di euro e non li dà a me, ma alle banche; ma alle banche dice che vanno dati agli imprenditori#http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-09-09/renzi-draghi-mossa-la-svolta-politica-monetaria-gufi-elencano-solo-problemi-io-provo-risolverli--184811.shtml^ e non per prendere soldi a meno dell'1 per cento e poi fare lavoro sui titoli di Stato senza rischi. È un passaggio importante che potrebbe fare la svolta della politica monetaria europea...»#/i# Anche Renzi nota ora che a tagliare delle spese circolano meno soldi #i# «Non subito verranno fuori dati positivi, perché quando tagli la spesa tagli dei denari che circolano, magari all’inizio si balbetta un po’»#/i# (Matteo Renzi ieri intervistato in TV) Come abbia fatto Renzi a calcolare che dei supposti 750 o 1,000 miliardi dei nuovi programmi di liquidità della BCE alle banche italiane ne arriveranno 200 miliardi non si sa, perchè nessuno lo ha indicato finora. Avrà visto la copertina del libro che recita ^"200 MILIARDI PER RIMETTERE IN MOTO L'ECONOMIA ITALIANA ..."#http://www.hoepli.it/libro/una-soluzione-per-leuro/9788820359164.html^ #F_START# size=3 color=magenta #F_MID#Supponiamo che le banche ora prestino davvero 200 miliardi di euro addizionali. Cosa succederebbe ?#F_END# Come noto è altamente improbabile che avvenga, ma supponiamo che invece succeda, Draghi crea 200 miliardi, li gira alle banche che li prestano tutti, 200 miliardi, in un anno, un poco alle famiglie e un poco alle imprese. Dopotutto in USA e UK è quello che è successo, le banche centrali hanno pompato talmente il mercato finanziario che alla fine sia le banche da una parte sono state stimolate a prestare di nuovo che le imprese e (una parte delle) famiglie dall'altra sono state spinte a indebitarsi. E' così che hanno avuto la ripresa. Perchè non noi allora ? 200 miliardi di euro sono una cifra enorme... Ora, le famiglie e le imprese in Italia hanno attualmente debiti per 2mila miliardi circa, esattamente quanto lo stato. Se questi 200 miliardi in più di cui parla Renzi arrivassero da una riduzione delle tasse lo stato avrebbe aumentato il suo deficit di 200 miliardi. Dato che invece arrivano da prestiti di banche al settore privato il deficit di questo, famiglie e imprese, aumenterà di 200 miliardi. #ALLEGATO_1# Il debito dei privati aumenterà da 2,000 miliardi a 2,200 miliardi. Se invece i 200 miliardi fossero venuti dallo stato il suo debito sarebbe aumentato a 2,200 miliardi e rotti. In pratica Draghi, Renzi e gli esperti della EU dicono che bisogna aumentare il deficit (e il debito) dei privati di 200 miliardi invece che quello dello stato.#F_START# size=3 color=black #F_MID# La scelta è tra aumentare il deficit del settore pubblico o del settore privato e Draghi e Renzi dicono che è meglio aumentare quello del privato. Noi sosteniamo che bisogna aumentare invece il deficit dello stato, ma perlomeno sulla cifra, 200 miliardi, siamo ora d'accordo!#F_END# Ok, ma cosa succede allora all'economia italiana se le banche effettivamente prestano di colpo 200 miliardi di euro ? Una parte verrebbero usati per rifinanziare vecchi debiti che le famiglie hanno in scadenza, una parte verrebbe usata per comprare immobili e una parte verrebbe spesa, in consumi o capannoni o materiali o salari. Supponiamo che dei 200 miliardi che famiglie e imprese ricevono dalle banche se ne usino 50 per rifinanziare debiti, 75 per comprare immobili e 75 miliardi vengano spesi. La posizione di liquidità di alcuni migliora, il valore degli immobili di altri sale un poco e poi aumenta anche la produzione, l'occupazione, le importazioni e anche un poco l'inflazione. Dopotutto sono 200 miliardi, il 13% del PIL, è i prestiti e i mutui sono soldi che vengono dati perchè vengano utilizzati. Se ricevi soldi tout court puoi anche metterli tutti via in Bot, ma se prendi un prestito sei in qualche modo costretto ad usare i soldi, non avrebbe senso pagare un 3 o 4% per avere liquidità con cui compri obbligazioni no ? Bene, anche se è una cifra enorme l'inflazione non aumenterà molto (perchè partiamo da un economia depressa), ma comunque dallo 0% attuale può ritornare alla percentuale media degli ultimi 20 anni che era sul 2,5%-3%. Dopotutto negli anni 2004-2007 le banche aumentavano il credito al ritmo di 120-150 miliardi l'anno circa e l'inflazione era al 3% e rotti. Se ora in un anno aumentano il credito di 200 miliardi l'inflazione può tornare al 2,5% ? Mi sembra ragionevole no ? Bene, abbiamo allora immaginato che nel prossimo anno arriveranno 200 miliardi a famiglie e imprese sotto forma di prestiti delle banche e questo risolleva abbastanza l'economia. Con l'unica conseguenza negativa di far aumentare il deficit estero (problema che tralasciamo) e l'inflazione, ma non tanto, diciamo un 3%... Se risollevi l'economia dalla depressione, rilanci i consumi e gli investimenti, anche far aumentare il debito privato, il deficit estero e un poco l'inflazione sono dei prezzi da pagare che valgono la pena no ? E' una soluzione che può funzionare allora ? OK, quindi #F_START# size=4 color=black #F_MID#alla fine Draghi e Renzi vogliono anche loro aumentare di 200 miliardi il denaro che circola, riconoscono che ci vuole più moneta e in una quantità enorme, e l'unica differenza è che loro preferiscono aumentare il deficit del settore privato e noi del settore pubblico#F_END#. Dato che in America e UK sembra abbiano seguito la prima strada (il "quantitative easing!") e ha abbastanza funzionato finora, perchè allora non dare un poco di fiducia e sperare nei 200 miliardi di Draghi ? Dopotutto sono sempre soldi, sono a debito per cui poi ci sono le rate e gli interessi, ma sono sempre miliardi di euro intanto che arrivano. #i# [Nota Bene: sottolineo ancora che abbiamo tralasciato il fatto che le banche italiane NON presteranno se non in misura minima la liquidità che la BCE ora fornirà, per vari motivi discussi già da tanti altri, essenzialmente perchè alle banche inglesi e americane la Banca Centrale aveva assorbito lei i crediti marci e lo stato garantiva lui tutti i mutui... Stiamo ora immaginando uno scenario ultra-ottimista, che la BCE faccia un miracolo, vogliamo provare ad avere tutta la fiducia possibile nella BCE, Draghi e Renzi..]#/i# OK, c'è però un problema. Come tutti sanno i titoli di stato sotto i tre anni pagano lo 0,5%, sotto i cinque anni l'1% e a dieci anni il 2,4% (^il tasso del Btp 3 anni maggio 2017, è sceso a 0,52%#http://www.corriere.it/economia/14_settembre_11/btp-titolo-tre-anni-segna-nuovo-minimo-storico-a54e6070-3999-11e4-99d9-a50cd0173d5f.shtml^ ). Sono i tassi di interesse più bassi della storia moderna e antica e lo stesso accade in Spagna, Francia, Germania, Olanda, Portogallo... IN TUTTA EUROPA I TASSI DI INTERESSE SONO I PIU' BASSI DELLA STORIA. Questo è un fatto storico appunto, ed è molto molto importante da notare per vedere quello che succederà Se allora per effetto di questi 200 miliardi di credito, l'inflazione,sale dallo 0% anche solo al 2,5% le quotazione di molti titoli di stato ...si dimezzano...cioè i BTP che quotano 130 crollano a 70. Ora ci sono tante scadenze di titoli di stato e tante durate e fare un calcolo esatto è complicato, ma diciamo che sui 1,900 miliardi e rotti di debito pubblico attualmente nelle mani del pubblico (il resto lo hanno bankitalia, bce...) puoi avere perdite dai 500 miliardi in su. Un crollo del genere dei titoli di stato ha conseguenze: - per le banche che attualmente ne hanno più di 400 miliardi e che vanno salvate dalla BCE creando forse 200 miliardi, solo per l'Italia.... - per le famiglie italiane che avrebbero uno shock pari o maggiore di quello della peggiore patrimoniale o del ritorno alla lira, per cui si ritroverebbero ad essersi indebitate di più e poi a subire una perdita patrimoniale ingente - per gli investitori esteri che tuttora hanno circa 400 mld di titoli italiani e li usano spesso per "reipotecarli" (cioè con 1 miliardo di BTP si fanno prestare 1 miliardo e poi chi gli presta a sua volta usa il miliardo di BTP per farsi prestare...) Conclusione Io e Renzi siamo arrivati alla stessa conclusione (finalmente): ci vogliono 200 miliardi di nuova moneta per risollevare l'economia italiana. Renzi e il resto della classe politica di governo li aspettano dalla BCE che li giri alle banche che li prestano alle famiglie e imprese. Nell'ipotesi improbabile che questo possa accadere avresti però un crollo dei titoli di stato che creerebbe uno shock a tutto il sistema attuale. Per cui è impossibile che i banchieri centrali lo faranno...e infatti ^se guardi bene poi in realtà quello di Draghi è solo fumo#http://vocidallestero.blogspot.it/2014/09/telegraph-il-piano-della-bce-non-fara.html^ (E perchè allora in USA e UK con queste manovre di QE della Banca Centrale hanno evitato la recessione ? Questo è un discorso più lungo. In sintesi: perchè in realtà hanno avuto deficit pubblici del 10 o 12% del PIL per diversi anni di fila tra il 2008 a il 2012. Non hanno ammazzato l'economia con l'austerità. Non hanno lasciato andare l'inflazione a zero. Hanno combinato deficit pubblici molto ampi con acqusti enormi di titoli, sia di stato che ipotecari pompando su in tutti modi il mercato finanziario e immobiliare.... Hanno creato però altro debito per circa 10 mila miliardi e ricchezza finanziaria per 20 mila miliardi (dal 2008). Hanno creato una nuova piramide del debito se vogliamo, e non è detto che non gli crolli alla fine )